Terza Domenica di Pasqua Anno C Terza Domenica di Pasqua 1. PAROLA-CHIAVE Gettate le reti 2. TRAGUARDO Gesù è presente a coloro che hanno ripreso la loro vita quotidiana di pescatori. È presente, di notte, al lavoro sterile. È presente e coinvolto nella vita familiare: ha preparato il fuoco per il pasto del mattino. Far cogliere i gesti di Gesù: attesa, accoglienza e servizio verso i suoi discepoli. 3. AMBIENTAZIONE È il capitolo 21, aggiunto al IV Vangelo dopo la conclusione di 20,30-31. Se l autore non è Giovanni, l ispirazione globale è senz altro Terza Domenica di Pasqua C 1
giovannea. Il ricordo di questa apparizione sulla riva del lago crea un rapporto vivo fra Gesù e la sua Chiesa nascente. Anzitutto c è la pesca miracolosa. Fa pensare all episodio riferito da Luca all inizio della vita pubblica (Lc 5,1-11). Quella era stata l occasione della prima chiamata di Pietro e degli apostoli; questa è invece una scena d iniziazione alla vita della Chiesa, con la chiamata definitiva di Pietro. Questa Chiesa è fatta di uomini uguali agli altri, di uomini che lavorano duramente. Ma la venuta del Signore trasforma la loro vita: in lui essi trovano il sollievo nella loro fatica apparentemente sterile; lo scoprono accanto a loro nella notte; e il pane condiviso l Eucaristia diventa il vertice dell incontro dei figli col loro Signore. Il Signore affida a Pietro la responsabilità della Chiesa. Tre volte gli fa la stessa domanda: vi insiste; vuol ricordargli la triplice negazione? Pietro risponde e ogni volta il Signore gli affida il suo gregge. Da questo momento Pietro compirà questa missione in forza dell attaccamento che lo lega al Signore. Questo legame d amore permarrà sino alla morte: che per Pietro sarà un abbandono totale nelle mani del Signore per condividerne la gloria. Tabga è una località sulla riva del Mar di Galilea, in Israele. La tradizione cristiana la identifica con il luogo in cui si svolsero due episodi dei Vangeli: la moltiplicazione dei pani (un miracolo compiuto da Gesù durante la sua vita pubblica) e il terzo incontro di Gesù con i suoi discepoli dopo la Resurrezione (Giovanni 21). La Chiesa del Primato di Pietro è una chiesa di Tabga, in Galilea, nello Stato di Israele, posizionata sulle rive del lago di Tiberiade. Essa fa riferimento all episodio evangelico del conferimento a Pietro del primato all interno del gruppo degli Apostoli e della Chiesa (cfr. Giovanni 21,1-19). Terza Domenica di Pasqua C 2
Scavi effettuati dai Francescani nel 1968 hanno portato alla luce tracce di un antica cappella d epoca bizantina e datata tra IV e V secolo, che cadde con le invasioni persiana ed araba. Nei secoli successivi continuano le testimonianze di pellegrini che affermano l esistenza sul luogo di un edificio religioso, chiamato Chiesa degli Apostoli o dei Dodici Troni. I crociati, nel XII secolo aggiunsero alla chiesa un castello fortificato. Il tutto cadde con la fine del regno crociato. La chiesa attuale fu costruita dai francescani nel 1933. All interno è conservata una roccia, chiamata Mensa Christi, che la tradizione afferma essere quella su cui Gesù, dopo la pesca miracolosa, preparò da mangiare ai suoi discepoli e conferì il primato a Pietro. Su questa stessa roccia si prostrò in preghiera papa Paolo VI durante il suo pellegrinaggio in Terra santa nel 1964. 4. SALUTO L animatore inviterà i bambini ad eseguire un canto adatto al Vangelo di oggi. PIETRO VAI Re- Sol- Re- Signore ho pescato tutto il giorno Sib Do Fa La le reti son rimaste sempre vuote Sol- La Re- Fa s è fatto tardi, a casa ora ritorno Sib Do Re- Signore son deluso me ne vado. Re- Sol- Re- La7 La vita con me è sempre stata dura Sib Do Fa La e niente mai mi da soddisfazione Sol- La Re- Fa la strada in cui mi guidi è insicura Terza Domenica di Pasqua C 3
Sib Do La son stanco e ora non aspetto più. Re La Si- Fa#- (Rit.) «Pietro vai, fidati di me, Sol Re La4 La getta ancora in acqua le tue reti. Si- Fa#- Sol Re Prendi ancora il largo sulla mia parola Sol Re Mi- Si- Sol con la mia potenza io ti farò La Sol Re pescatore di uomini». Maestro dimmi: cosa devo fare, insegnami Signore dove andare; Gesù dammi la forza di partire la forza di lasciare le mie cose. Questa famiglia che mi son creato le barche che a fatica ho conquistato: la casa, la mia terra, la mia gente, Signore, dammi Tu una fede forte. (Rit.) «Pietro vai, fidati di me, la mia Chiesa su di Te io fonderò. Manderò lo Spirito, ti darà il coraggio donerà la forza dell amore per il Regno di Dio». (bis) 5. VERIFICHIAMO L'AGIRE DELLA SETTIMANA Quanti ricordano il Vangelo della scorsa domenica? Abbiamo espresso il nostro credo tra familiari e amici? Quale ruolo ha il testimone nei confronti della propria fede? E ora prima di metterci in ascolto di Gesù gli chiediamo perdono: ATTO PENITENZIALE Terza Domenica di Pasqua C 4
Rito dell aspersione dell acqua benedetta Rit. Purificami, o Signore, sarò più bianco della neve (2 volte). Celebrante: Gesù, tu sei il Signore della Pasqua. Rit. Purificami, o Signore, sarò più bianco della neve (2 volte). Celebrante: Cristo, tu sei il Salvatore degli uomini. Rit. Purificami, o Signore, sarò più bianco della neve (2 volte). Celebrante: Gesù, tu sei il Dio vivente. Rit. Purificami, o Signore, sarò più bianco della neve (2 volte). > aspersione dei fedeli (Si possono creare nel gruppo e/o far presentare dai ragazzi stessi) 6. ORAZIONE SEI TU CHE RIEMPI LA MIA RETE Anche oggi non ho pescato niente! La mia testa era altrove, non pensavo a quello che stavo facendo, avevo il cuore triste perché non avevo più Te... La vita non è più quella di prima, perché l'amore ha condiviso con me la Sua vita, me l'ha donata sacrificandosi in croce... e io l'ho rinnegato, sono scappato. Ma ecco che Egli torna, e mi chiama, e mi invita di nuovo alla comunione con Lui, Terza Domenica di Pasqua C 5
mi dona nuova speranza, riempie la mia rete di nuova pesca, perché anch'io possa contribuire al banchetto. E io non oso chiedergli: "Chi sei?" perché so bene che è Gesù quello che mi tira fuori dalle tenebre del peccato, è Lui che mi solleva di nuovo quando sono caduto, è Lui che mi dà il cibo per la vita spirituale e non mi fa mancare quello per la vita materiale, è Lui che mi chiede per tre volte, tante quante quelle che io l'ho rinnegato: "Mi ami Tu?". Fa' che anch'io, come Pietro, dopo la terza volta che mi viene posta questa domanda, che mi fa sentire tutto il peso del mio peccato, sappia rispondere: "Signore, Tu sai tutto... Tu sai che ti amo!". Amen. NON POSSO DIRE A GESU' CHE LO AMO SE... Ogni giorno il Signore mi chiede: "Tu mi ami più di ogni altro?", e io rimango titubante, non so trovare le parole e i modi per esprimere il mio amore. Ma Lui non desiste, e mi viene incontro in chi è solo, povero, emarginato, senza conforto, afflitto; in un fratello della comunità, in un giovane dell'oratorio, in un ragazzo della scuola, in un genitore preoccupato - più o meno - del proprio figlio, in mille persone e in mille modi. E sempre la stessa domanda: "Mi ami tu?". E io vorrei gridarlo al mondo intero, ma mi accorgo che non bastano le belle parole, ci vuole ben altro, di più, bisogna esser coerenti con la vita: non posso dire a Gesù che lo amo se poi tratto i miei simili con arroganza, con presunzione, quasi mi dovessero qualcosa, come se io fossi un loro superiore; non posso dire a Gesù che lo amo se nella mia scala dei valori Terza Domenica di Pasqua C 6
vengono prima i miei bisogni, le mie passioni, le mie voglie... e poi, se c'è tempo, anche gli altri; non posso dire a Gesù che lo amo se non aspetto con ansia di poter stare con Lui, se non sento il bisogno impellente di incontrarlo, di sentirlo, di riceverlo, di farmi perdonare... Signore, voglio dirti tutto il mio amore ma troppe volte non ne sono capace: ma Tu lo sai che, nonostante la mia fragilità, il mio peccato, la mia cocciutaggine, oggi e sempre voglio amarti. Amen. 7. ASCOLTIAMO GESÙ Per l ascolto della Parola ci alziamo in piedi. Dal Vangelo secondo Giovanni (21, 1-19) Proclamazione del Vangelo a più voci Guida: Voce narrante Sacerdote (sede): Gesù 2 Lettori (ambone): Pietro e altri discepoli Celebrante: Dal Vangelo secondo Giovanni Guida: In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: 1. Lettore: «Io vado a pescare». 2. Lettore: «Veniamo anche noi con te». Guida: Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: Celebrante: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Terza Domenica di Pasqua C 7
2. Lettore: «No». Celebrante: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». Guida: La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: 2. Lettore: «E' il Signore!». Guida: Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: Celebrante: «Portate un po del pesce che avete preso ora». Guida: Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: Celebrante: «Venite a mangiare». Guida: E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Celebrante: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». 1. Lettore: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Celebrante: «Pasci i miei agnelli». Guida: Gli disse di nuovo per la seconda volta: Terza Domenica di Pasqua C 8
Celebrante: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». 1. Lettore: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Celebrante: «Pasci le mie pecore». Guida: Gli disse per la terza volta: Celebrante: bene?». «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi Guida: Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: 1. Lettore: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Celebrante: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Guida: Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: Celebrante: «Seguimi». Celebrante: Parola del Signore. 8. SEGNO (Compiamo il gesto in silenzio) Accanto al Vangelo poniamo un icona che illustri il brano evangelico o semplicemente tronchetti di legna, una rete, dei pani e dei pesci. 9. DIALOGO CON l ANIMATORE Il Vangelo dialogato ci permette una concentrazione maggiore sui fatti che ascoltiamo? Tre scene distinte, sappiamo dire quali? Terza Domenica di Pasqua C 9
Gesù conferisce il primato a Pietro, ricordate in quale luogo avviene? 10. RIFLESSIONE DELL ANIMATORE La Parola di oggi ci annuncia che Gesù è risorto e che vuole restare con noi per insegnarci a servire. La notte è andata male per i sette discepoli tornati al vecchio mestiere di pescatori. Le reti sono vuote; solo stanchezza e delusione. Gesù risorto si presenta sulla riva, nel primo chiarore dell'alba. Un'altra apparizione; un nuovo incontro del Signore con i suoi. Intenso, commovente, affettuoso. Ancora una volta ritornano i due obiettivi comuni a tutte le esperienze pasquali del Risorto: Gesù ridesta, anzi educa, i discepoli alla fede in lui, vincitore della morte, e li prepara alla futura missione. Il racconto di Giovanni (21,1-19) è ancora più esplicito: la fede e l'amore per Gesù sono la radice, il segreto della missione della comunità credente, e soprattutto del ministero di Pietro. In quell'alba sul lago di Galilea si possono isolare tre scene, dominate da tre imperativi del Signore: la pesca prodigiosa, il pasto con i discepoli e la consegna a Pietro. Ogni scena ha un preciso valore simbolico. Del resto Gesù non parla solo con parole, ma con segni, miracoli e, soprattutto, con gesti concreti. C'è anzitutto un primo imperativo efficace di Gesù: «Gettate la rete» (v. 6). Nonostante la notte avara, su questa parola, avvertita come autorevole ma non ancora riconosciuta, si ritenta. La rete gettata in mare ritorna piena di centocinquantatré pesci. È un segno, che immediatamente genera la fede nei discepoli. Colui infatti «che Gesù amava» disse a Pietro: «È il Signore!» (v. 7). L'amore sa intuire, vedere nella chiaroscurità dell'alba, e soprattutto contagia. Pietro, infatti, «appena udì che era il Signore», si gettò in mare per raggiungere la riva. Ma non meno la pesca straordinaria allude alla missione dei discepoli. Luca era stato esplicito: Pietro e amici, proprio dopo un'avventura simile, sono chiamati a diventare «pescatori di uomini» (Luca 5,1-11). Il contrasto fra la notte fallimentare e il successo della pesca mattutina balza evidente. D'altra parte Gesù l'aveva detto: «Senza di me non potete fare niente» (Giovanni 15,5). L'impresa dell'annuncio evangelico diventa possibile solo sulla sua parola. Anche il numero Terza Domenica di Pasqua C 10
«centocinquantatré» sembra indicare il successo della missione, garantita dalla presenza viva del Risorto. Un secondo imperativo di Gesù costituisce la parola portante dell'incontro familiare sulla riva: «Venite a mangiare» (21,12). Dopo la missione, la comunione. Il pasto frugale viene offerto da Gesù e condiviso dai discepoli. Il banchetto è un segno altamente evocativo per la tradizione biblica, ma soprattutto per i discepoli. È espressione di amicizia, di comunione. Nel loro cuore c'è un «memoriale»: l'ultima cena. E questo non sfugge al racconto di Giovanni; Gesù invita a mangiare, compiendo gli stessi gesti: «Prese il pane e lo diede loro» (v. 13). Tutto avviene in un clima di silenzio, di incanto stupito, di intensità amichevole. Parla il linguaggio di una presenza viva. «Nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che era il Signore» (v. 12). E infine il terzo imperativo del Signore risorto. Anche il verbo «pascere» ricorda una storia, un'immagine vera nel vangelo di Giovanni: quella di Gesù, il buon pastore. Nelle sequenze del capitolo 21, dopo il segno della pesca e del pasto, il mandato a Pietro costituisce un altro poderoso squarcio sul futuro. Certo tutti i discepoli sono custodi di una testimonianza; tutti hanno la missione di annunciare la vita nuova del Risorto sugli orizzonti aperti del mondo. Ma Pietro avrà un ministero particolare: pascere il gregge del Signore, la sua Chiesa universale. Il dialogo tra Cristo e Pietro è già introdotto da un'attenzione particolare all'apostolo: è lui che prende l'iniziativa di andare a pesca; è lui che si tuffa per primo per raggiungere il Signore; è lui che tira le reti a riva. Ora il dialogo, tutto incentrato sull'amore, evoca il triplice rinnegamento di Pietro. Pertanto il compito futuro dell'apostolo non si fonda sui suoi meriti, sulle capacità, ma sulla roccia dell'amore: di Cristo e per Cristo. Per questo Gesù preannuncia a Pietro non solo il compito di pascere il gregge, ma soprattutto il prezzo necessario a tale servizio: seguirlo sino in fondo, sino al dono della vita. Come il buon pastore. Che significa dunque la fede nel Cristo risorto? Credere non vuol dire affermare un'esistenza astratta di un Dio che sta lontano dalla vita e non conta nelle scelte concrete del vissuto quotidiano; cosa peraltro abbastanza ragionevole. La fede pasquale è rapporto personale, profondamente animato dall'amore. In Giovanni è capacità di «vedere» il Signore sulla sponda della propria vita. Là dove non c'è amore la fede va facilmente in tilt. In Pietro l'amore è conversione Terza Domenica di Pasqua C 11
radicale, superamento del tradimento. Per i discepoli è comunione fraterna. Per tutti l'amore è il segno visibile di un'appartenenza: appunto a una Chiesa in missione. Certo fa comodo defilarsi, scandalizzarsi della comunità ecclesiale, impastata di uomini e donne peccatori. È facile una fede astratta in un Dio lontano e non scomodante. Ma è fede-amore? È fede vera? L'amore è un rapporto con il Signore, è collaborazione leale e rispettosa nella comunità; è l'anima di ogni missione nel mondo, di ogni professione e servizio; è il segreto per dare luce e vigore all'esistenza feriale di tante persone oppresse dalla grigia monotonia di una vita casalinga. L'amore è il test infallibile di una fede adulta. Ce n'è un drammatico bisogno, per restituire al mondo una speranza pasquale. 11. ATTIVITÀ Questa immagine può essere riprodotta in grande per farla colorare dai bambini e appenderla in aula o semplicemente si consegna il disegno da portare a casa. 12. PREGHIAMO Celebrante: Cristo, autore della vita, sorgente di ogni testimonianza, Terza Domenica di Pasqua C 12
risuscitato dal Padre e operante nel mondo con la potenza del tuo Spirito, con fiducia e con gioia ti preghiamo dicendo: Signore, mostraci il tuo amore! Guida: - Benedici, Signore, la tua Chiesa perché porti il Vangelo al mondo attraverso le opere di carità e giustizia. Preghiamo. - Assisti, Signore, i responsabili della vita civile e politica, perché cerchino il bene della comunità e promuovano la concordia e la pace. Preghiamo. - Fa, Signore, che le comunità cristiane vivano i tuoi comandamenti, testimonino ai vicini e ai lontani che tu sei il vero e unico salvatore. Preghiamo. - Dona, Signore, a tutti noi di non scoraggiarci mai di fronte alle difficoltà, ma fiduciosi della tua Parola siamo disposti ogni giorno a riprendere il cammino. Preghiamo. Celebrante: Signore, accogli le preghiere della tua famiglia: tu che ci dato la grazia della fede, donaci di vivere per il tuo amore e per i bene dei fratelli, annunciando a tutti la gioiosa novità del Vangelo. Tu che vivi... 13. AGIRE Il nostro AGIRE: Faremo l esperienza del servizio: in casa, a scuola, in parrocchia, tra gli amici,... Terza Domenica di Pasqua C 13