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1 Oleggio, 07/02/2010 V Domenica del Tempo Ordinario C Letture: Isaia 6, 1-8 Salmo 138 1 Corinzi 15, 1-11 Vangelo: Luca 5, 1-11 Chiamate del Signore: nel tempio, sulla strada, al lavoro Oggi, la Parola di Dio ci presenta tre tipi di vocazione: vocazione nel tempio, vocazione sulla strada, vocazione al lavoro. Sono le varie chiamate del Signore. Ci mettiamo alla sua Presenza e chiediamo al Signore che anche noi, oggi, possiamo sentire la sua voce, che ci chiama ad evangelizzare, a portare la sua Parola, al di là della nostra vocazione specifica. Lasciamo cadere ogni dubbio, ogni peccato e accogliamo la sua Grazia. Lode e benedizione OMELIA Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Amen! Lode al Signore! Lode al Signore, per questo giorno di grazia e benedizione. Lode al Signore, per la sua Parola, che ci viene consegnata oggi. La chiamata di Isaia nel tempio Come dicevo nell Atto Penitenziale, ci sono tre tipi di vocazione ovvero tre momenti, nei quali il Signore chiama e, naturalmente, può chiamare anche noi. La prima vocazione è al tempio. Il profeta Isaia viene chiamato a fare il profeta, nonostante sia già profeta di corte, un profeta molto bravo, con una cultura elevata. Gli studiosi affermano che il Libro del profeta Isaia, scritto in Ebraico, sia patrimonio dell umanità per quanto sia bello e ricercato nella stesura. Isaia comincia a fare veramente il profeta, quando muore il re Ozia. Come mai viene evidenziato questo?

2 Il re Ozia ha portato al massimo splendore il Regno di Israele, quindi, anche la Sinagoga. In alcuni commenti si legge che proprio questo era la causa del silenzio di Dio. Dio parla sempre, ma siamo noi che non riusciamo più a sentire la sua voce. Vediamo questa situazione anche nella Storia della Chiesa. Quando la Chiesa era nel massimo splendore, perché aveva stretto compromessi con gli Stati, c è stato splendore esteriore, ma è mancata la profezia all interno della Chiesa. Non sempre lo splendore esteriore corrisponde a un unzione interiore, ad una profezia. Questo ci insegna a vedere gli eventi, non solo dall esterno, ma a sentire quello che veramente è presente in ogni situazione, in ogni epoca, in ogni tempo, nel quale viviamo. Isaia, all interno del tempio, viene chiamato ad essere quello che già è: profeta. Isaia dice: Ohimè! Io sono perduto, che letteralmente si legge: Sono stato ridotto al silenzio. Isaia con la bocca chiusa, nel silenzio, sente la voce di Dio. Ĕ un invito anche per noi al silenzio. Nella nostra preghiera occorre fare silenzio, per ascoltare quello che Dio ci vuole dire. La chiamata di Paolo sulla strada La seconda lettura riguarda la vocazione di Paolo, che è avvenuta lungo la strada, quando Gesù lo ferma e lo chiama a sé: la conversione nella conversione. Paolo era un peccatore dal punto di vista esistenziale, ma non cultuale. Paolo era un grande devoto di Jahve. Perseguitava chi si opponeva o non rispettava i canoni dello Jahvismo. Paolo è stato tra coloro che hanno approvato l uccisione di Stefano. Stava andando a Damasco, per arrestare dei Cristiani, quando il Signore lo chiama. Si può definire una vocazione nella vocazione, perché, come dice Paolo stesso, da piccolo è sempre stato istruito nelle Sacre Scritture. Questo per noi può significare che abbiamo bisogno di una vocazione all interno della nostra vocazione.

3 Gesù chiama a sé Nel Vangelo, infatti, Gesù più volte chiama a sé i discepoli. Questo chiamare a sé è un richiamarli alla vocazione. Questo è valido anche per me, che sono prete, per i catechisti, per tutti: non dobbiamo mai sentirci arrivati, ma essere disponibili ad un ulteriore chiamata nella chiamata. Non è che una volta chiamati, tutto scorre in modo lineare, ma, come la vita è imprevedibile, molto di più lo è il Signore nella nostra vita. Dobbiamo essere aperti alle sorprese, ricordando che il bello deve ancora venire. La gente è attirata dalla Parola Nel Vangelo abbiamo letto la chiamata dei discepoli. Il brano evangelico inizia con questa asserzione: La folla faceva ressa intorno a Gesù, per ascoltare la Parola di Dio. Quando la Parola di Dio viene predicata, quando il messaggio del Vangelo viene annunciato, come Buona Notizia di un Dio, che ama da sempre e per sempre, di un Dio, che è sempre dalla nostra parte, quando noi non sappiamo da che parte stare, di un Dio, che rende bella la nostra vita, la gente accorre. Quando viene annunciato il Vangelo, sine glossa, senza compromessi, come diceva san Francesco, lì c è Gesù presente e, dove è presente Gesù, le persone sono attirate. Ascoltare la voce del Signore, la Parola capace di guarigione Per questo, quando mi preparo per un Omelia, al di là della preparazione specifica, cerco di ascoltare quello che il Signore vuole dire all assemblea; questo deve essere fatto anche dagli animatori dell Oratorio, dai catechisti, dai componenti di qualsiasi Istituzione e anche dai genitori, quando si rivolgono ai figli. Ogni volta che riusciamo a far passare la voce di Gesù, è voce di vita, è voce che richiama all ascolto, perché, indipendentemente dall eleganza della Parola, dal contesto, ci rendiamo conto che la Parola è l Unica Verità in un mondo di menzogne. Questa Parola attira, porta verso di sé, chiama, rende presente Gesù nella sua Parola, capace di guarire. Di soltanto una Parola e io sarò salvato. Di soltanto una Parola e il mio servo sarà salvato. Matteo 8, 8 Mandò la sua Parola e li fece guarire. Salmo 107, 20.

4 Al di là della guarigione specifica dalla malattia, è guarigione dell anima, quella guarigione della quale tutti abbiamo bisogno, quella guarigione che ci fa sentire bene in questo mondo. La Parola di Dio, che rende presente Gesù, il Signore della nostra vita, fa questo. Prendi il largo: la chiamata dei discepoli al lavoro Quando Gesù finisce di predicare, dice a Pietro: Prendi il largo e calate le reti per la pesca. Pietro risponde:maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua Parola getterò le reti. Ĕ bello questo abbandono di Pietro, infatti non si pesca a mezzogiorno, ma di notte, attirando i pesci con le luci. Pietro, ascoltando Gesù, va contro la logica umana. Pietro si fida di Gesù. L espressione: Prendi il largo è importante per la nostra vita personale, per la nostra vita comunitaria ed ecclesiale. * Il primo significato equivale ad andare fuori dal nostro gruppetto, da quello che conosciamo, da tutto quello che ci siamo costruiti, come una bella oasi, che però circoscrive l orizzonte. Si ha vera esperienza di Dio, quando riusciamo ad andare oltre. Mosè, dopo quaranta anni, va oltre la strada, che aveva sempre percorso, ed ha l esperienza di Dio, del roveto, che arde, senza consumarsi. Noi dobbiamo riuscire a non chiuderci nel nostro gruppetto, nella nostra Chiesa, nelle nostre varie realtà, ma avventurarci in esperienze nuove, come in una sfida, togliendo qualche cosa, per entrare in nuove dimensioni. Ricordiamo la bella Preghiera di Iabez in 1 Cronache 4, 10: Benedicimi, Signore, ti prego, concedimi terreni sempre più vasti... : questa è l evangelizzazione. Quando il nostro Fondatore, Padre Jules Chevalier, ha accettato di andare in Papua Nuova Guinea, c erano pochi preti e tutti erano contrari a questa decisione; Padre Jules Chevalier è andato contro la logica, con i positivi risultati attuali di una Chiesa Papuana fiorente.

5 * L altro significato di Prendi il largo è scendere nel profondo, perché è lì la vera evangelizzazione. Noi possiamo fare tante cose belle, organizzare tante iniziative, ma, se non partono dal profondo, se non si cerca una comunione dal profondo del cuore, tutto sarà prodotto, che non porta frutto. Bisogna ritornare al cuore. Ricordate quando gli amici volevano portare il paralitico da Gesù, ma non potevano, perché Gesù era circondato dalla folla, che formava una specie di muro? Queste persone hanno scoperchiato il tetto della casa e da lì hanno calato il paralitico, davanti a Gesù. Questo significa che anche noi dobbiamo scoperchiare la nostra testa, nella quale i pensieri, le preoccupazioni, le delusioni ci impediscono di arrivare al cuore di Gesù, scendere nel cuore, perché lì abita Gesù. Che il Cristo abiti per fede nei vostri cuori! Efesini 3, 17. Gesù abita nel cuore, non abita nella mente, nei nostri pensieri, tranne quando il nostro pensiero diventa pensiero di Cristo e tutta la nostra persona è trasformata. Questo è il cammino da percorrere. Due pratiche Io conosco due pratiche, per arrivare al cuore, attraverso la contemplazione indotta. * Una è la pratica della Preghiera del cuore : zittire la mente, per scendere nel cuore. * L altra è quella carismatica della glossolalia, della Preghiera o Canto in lingue, che si deve svolgere in modo continuativo, come un esercizio, e non solo per pochi minuti. In questa discesa nel cuore, sia in un modo, sia nell altro, cominceremo a trovare stanze impolverate, piene di armadi, cassetti, ricordi..., come in un ripostiglio. Partendo da qui, si risolve il tutto. Bisognosi di salvezza Simon Pietro dice a Gesù: Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore. Come scopriamo i nostri peccati? Non con un esame di coscienza o con gli opuscoli, che possiamo trovare sull argomento. I grandi Santi si sentivano peccatori, perché avevano percezione del Divino. Più ci avviciniamo a Gesù, più comprendiamo di essere peccatori, ci accorgiamo che la nostra condizione esistenziale è infinitamente lontana da Dio. Più ci avviciniamo a Dio, che è la nostra Luce, più ci accorgiamo di tante mancanze, non per colpevolizzarci, ma per rendere gloria al Signore della sua grandezza.

6 Sentirsi peccatori significa sentirsi bisognosi di salvezza: Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita Eterna! Giovanni 6, 68. Non sappiamo dove andare, se non da Gesù. La sequela di Gesù non diventa un evento coercitivo, ma una condizione esistenziale, indispensabile....ti farò pescatore di uomini. Gesù dice a Pietro: D ora in poi, ti farò pescatore di uomini. Il termine pescare significa catturare vivi. Quando si pesca con la rete, si pescano tanti pesci. Il Signore non ci propone di pescare con la lenza, per catturare i pesci ad uno ad uno, ma con la rete, con la quale se ne pescano tanti. L azione produttiva è questa evangelizzazione a largo raggio; il Signore ci chiama a gettare la rete, per prendere e catturare vivi i pesci. Questo significa che il Vangelo deve portare vita. La vera evangelizzazione è promuovere le persone, non perchè diventino persone spirituali, poichè questo avverrà in un secondo tempo. La prima scommessa del Vangelo è diventare persone normali, perché sia in Chiesa, sia fuori dalla Chiesa ci sono persone squilibrate. Nella normalità scopriamo il Divino, che non è da cercare in pratiche, ma arriva direttamente a noi ed entriamo nel livello superiore, nello Spirito. Ringraziamo il Signore per tutte le volte che la lettura del Vangelo, le pratiche ecclesiali, anziché mortificarci, questo termine è usato una sola volta nella Scrittura in Numeri 30, 14, promuovono la vita e fanno di noi persone normali e contente di vivere. Maestro, tutta la notte, abbiamo faticato invano, ma, sulla tua Parola, getterò le reti. Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per il dono di questa Eucaristia. Ti ringraziamo, Signore, e ti preghiamo, a conclusione di questa Messa, soprattutto per la tua Chiesa, perché ciascuno di noi, che fa parte di questa Chiesa, riesca a mettere al primo posto la tua Parola.

7 Donaci, Signore, di predicare ancora la tua Parola, di parlare della tua Parola, con la tua Parola. Ti benediciamo per questo, Signore, e, nello stesso tempo, vogliamo accogliere questo invito, che hai rivolto a Simon Pietro: Prendi il largo, per ciascuno di noi e vogliamo applicarlo al nostro lato spirituale, per non fermarci alle esperienze già fatte, come hai detto a Maddalena: Non mi trattenere, cioè non trattenere questa esperienza, ma vai. Ti benediciamo, Signore, per tutte le esperienze nello Spirito, che abbiamo fatto nella nostra vita, e ti chiediamo, Signore, la forza, la guarigione interiore, per scoprire sempre nuovi orizzonti e vivere nuove esperienze, per crescere nello Spirito. Te lo chiediamo anche per la nostra vita personale, indipendentemente da quello che siamo, dal punto di vista religioso, spirituale. Ti chiediamo, Signore, questa guarigione interiore dalla paura, che, tante volte, ci blocca davanti a nuove esperienze. Prendi il largo vale anche per la nostra vita personale; andare oltre il conosciuto, le amicizie, la cerchia, nella quale ci siamo rinchiusi e stiamo bene. Donaci, Signore, la forza di andare oltre. Mosè, andando oltre, ha fatto esperienza del Divino, del roveto, che brucia, senza consumarsi. Ti lodiamo per questo, Signore Gesù! Donaci questa grazia, questa forza, questa guarigione interiore, perché, andando oltre, scopriamo quanto la vita ci può proporre e diventare, con tutto il nostro vivere, Vangelo, Lieta Notizia per gli altri. Grazie, Signore Gesù! Padre Giuseppe Galliano m.s.c.