STRADIVARI ANTONIO Cremona, 1644 Cremona, 18 dicembre 1737

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STRADIVARI ANTONIO Cremona, 1644 Cremona, 18 dicembre 1737 E stato un liutaio italiano. Nacque presumibilmente a Cremona nel 1644, data desunta dalle etichette dei suoi strumenti (alcune fonti indicano anche il 1649 o il 1650), da Alessandro Stradivari. Non conosciamo il nome della madre che non può essere identificata con la tradizionale Anna Moroni in quanto questa era sposa di un Alessandro Stradivari morto nel 1630, ben prima della nascita del nostro Antonio. È considerato apprendista dal 1667 al 1679 dell'illustre liutaio Nicola Amati, ma solo per via della similitudine dei suoi strumenti con quelli del predecessore. Nel 1680 Stradivari aprì la propria bottega in piazza San Domenico, dove costruì la maggior parte dei suoi strumenti, con l'aiuto dei figli Francesco ed Omobono. Egli cominciò a mostrare la sua originalità modificando i modelli originali di Amati: migliorò la curvatura, uniformò lo spessore e l'inclinazione del legno e intensificò il colore della vernice. Sapeva scegliere come pochi altri il legno da usare per i suoi strumenti. Secondo Simone Fernando Sacconi (uno tra i massimi liutai e restauratori del novecento) per la preparazione dei legni Stradivari usava un composto di silicato, potassio e calcio. I suoi strumenti sono identificati dall'iscrizione sul cartiglio: Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat Anno [data] (Antonio Stradivari Cremonese ha costruito [questo] nell'anno...). Si ritiene che i suoi migliori strumenti furono costruiti dal 1698 al 1730, raggiungendo l'apice della manifattura nel quinquennio tra il 1725 ed il 1730. Dopo il 1730, molti strumenti portano la firma sub disciplina Stradivarii, probabilmente costruiti dai suoi figli. Oltre ai violini, Stradivari creò anche arpe, chitarre, viole, violoncelli, liuti e tiorbe, si stima oltre 1100 strumenti musicali in tutto. Circa 50 di questi strumenti sono ancora esistenti. Antonio Stradivari morì il 18 dicembre 1737 a Cremona, venne sepolto nella Basilica di San Domenico, che sorgeva nell'area degli attuali giardini pubblici di Piazza Roma, dove è posta una lastra tombale a ricordo del liutaio. La caratteristica principale dei violini è la potenza (volume) e la corposità del suono soprattutto nell'eseguire i pianissimo. Violini Stradivari sono stati sottoposti a sofisticate tecniche di imaging per tentare di svelarne i "segreti". Comunemente si ritiene che l'altissima qualità di questi strumenti sia da ascrivere alle irripetibili doti artigianali dell'autore, alla scelta del legno e alla miscela di vernici utilizzate come impregnante. I suoi strumenti sono tuttora considerati i migliori strumenti a corda mai creati e gli esemplari perfettamente integri (50 circa) sono stimati a prezzi altissimi e suonati dai migliori esecutori del mondo. Solo un altro liutaio, Giuseppe Guarneri detto "del Gesù", ottenne una reputazione paragonabile fra i violinisti e i liutai. Secondo alcuni studi, un motivo secondario all'alto pregio degli strumenti costruiti da Stradivari sarebbe la piccola era glaciale che permise la crescita soltanto degli alberi più sani e con anelli proporzionati fra loro. Questa materia prima quasi priva di imperfezioni, o meglio molto regolare, avrebbe permesso all'eccellente liutaio di ottenere strumenti partendo da materiali perfetti attualmente non più disponibili. Stradivari si recava personalmente nella "Magnifica Comunità di Fiemme", in Trentino, per scegliere gli abeti adatti per la tavola armonica dei suoi violini. La zona è ancora molto famosa per la qualità del legno, una delle migliori al mondo per la produzione di tavole armoniche di strumenti a corda. Le più grandi collezioni di strumenti Stradivari appartengono al Re di Spagna e sono in mostra nel museo degli strumenti musicali del Palazzo Reale di Madrid; esse comprendono due violini, due violoncelli ed una viola; nella U.S. Library of Congress statunitense, si trova una collezione di tre violini, una viola ed un violoncello.

La Nippon Music Foundation, con sede in Tokyo, possiede una cospicua collezione di strumenti Stradivari. Essi vengono regolarmente concessi in uso gratuito a musicisti di livello internazionale, come per esempio nel caso del violino che porta il nome Joachim-Aranyi 1715, dato attualmente in uso alla giovane Sayaka Shoji: si tratta di uno dei cinque violini Stradivari che furono di Joseph Joachim (1831-1907) e uno dei diciotto strumenti di questo maestro posseduti oggi da questa fondazione. Famose anche la collezione dello zar di Russia Alessandro II che comprende nove violini e la collezione del museo Stradivari a Cremona. La collezione Cherubini alla Galleria dell'accademia di Firenze espone tre strumenti di Stradivari: la viola medicea e il violoncello, parte del quintetto costruito nel 1690 per il Gran Principe Ferdinando de Medici e il violino del 1716. Il Museo degli Strumenti Musicali della Accademia Nazionale di Santa Cecilia possiede il violino Toscano, anch'esso parte del quintetto mediceo. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.