Oleggio, 06/02/2011. Letture: Isaia 58, 7-10 Salmo 112 (111) 1 Corinzi 2, 1-5 Vangelo: Matteo 5, 13-16

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Transcript:

1 Oleggio, 06/02/2011 V Domenica del Tempo Ordinario Letture: Isaia 58, 7-10 Salmo 112 (111) 1 Corinzi 2, 1-5 Vangelo: Matteo 5, 13-16 Sale della terra, luce del mondo Oggi, nel Vangelo, Gesù ci invita ad essere luce del mondo, luce, per illuminare gli altri. Il peccato, nel Vangelo, è identificato come tenebra. In questo Atto Penitenziale, quindi, siamo invitati a togliere la tenebra e a risplendere di luce riflessa: quella di Gesù. Un Canto, per chiedere perdono a noi stessi e agli altri per la tenebra, che è in noi, è Accendi, perché, se il Signore ci invita ad essere luce, dobbiamo essere splendidi.

2 OMELIA Lode Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Amen! Il digiuno Inizio questa Omelia con un ricordo: quando ero piccolo, mio fratello Antonio, nelle sue continue liti con mio padre, per ottenere qualche cosa, diceva: - Io oggi non mangio!- Mio papà gli rispondeva: - Mangerai domani!- C era un rapporto conflittuale di Amore/odio tra Antonio e mio padre. Alla fine, una volta, dopo due giorni di digiuno, mio fratello ha ottenuto ciò che voleva. Vi dico questo, perché il comportamento di Antonio nei confronti di mio padre, è il nostro comportamento nei confronti di Dio, quando facciamo il digiuno. Tutte le religioni propongono un digiuno, per placare Dio e ottenere grazie. C è anche un digiuno per un cammino ascetico, per purificarci. Anche nell Ebraismo c è questo digiuno, per ingraziarsi questo Dio. Il digiuno proposto da Gesù Sappiamo che Gesù non ha mai fatto digiuni, anzi lo chiamavano mangione e beone. (Matteo 11, 19; Luca 7, 34) Gesù ha fatto un digiuno di quaranta giorni, che era una specie di preparazione, prima della missione. Era un digiuno in uso presso le Scuole Pitagoriche. In Isaia, già 3.000 anni fa, si parlava di come deve essere fatto il digiuno. I profeti, e Gesù si aggancia a loro, si distanziavano dal digiuno classico di tutte le religioni. Ne parla ampiamente questo capitolo di Isaia, ma faremo solo un breve cenno. Il digiuno che Gesù propone in questo caso non è quello che si fa, per ottenere qualche grazia o per essere in comunione con Dio, ma è il digiuno, che si fa, per far mangiare gli altri. Questo tipo di digiuno ha questa capacità: la tua tenebra diventa splendida e la tua ferita si rimargina.

3 Tutti noi abbiamo qualche ferita nel cuore, zone tenebrose. Il digiuno proposto da Isaia, ripreso anche da Gesù, è di aprire il tuo cuore all affamato. Nella precedente traduzione si leggeva: Il digiuno che voglio è nel dividere il pane con l affamato. Siamo invitati a condividere il pane, ma soprattutto quello che siamo, attraverso il servizio, la disponibilità del nostro tempo, dei nostri talenti, dei nostri carismi. Così la tenebra diventerà luce e la ferita si rimarginerà presto. Fare l elemosina difende meglio di qualsiasi arma. Condividere il nostro tempo, i nostri talenti, i nostri carismi ci porta ad essere persone splendide, piene di luce. Se lo vogliamo, tutti quei lati tenebrosi possono essere illuminati dal Signore e noi diventeremo benedizione. Questo è il senso del digiuno. Condivisione nella varie forme di servizio Fra poco entreremo in Quaresima e ci dedicheremo a questo digiuno, che fatto così, come lo abbiamo sempre pensato, non ha senso dal punto di vista evangelico. Un digiuno fa bene, ci purifica, ma non è attraverso un digiuno che noi entriamo in comunione con Dio, ma nell aiutare i fratelli c è il senso di questa pratica secondo le indicazioni di Gesù. Testimoni del Risorto Viaggio di Paolo a Corinto La seconda lettura è tratta dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi. Corinto è la città che Paolo visita, dopo l esperienza disastrosa di Atene.

4 Paolo si è preparato, ha tenuto un bel discorso all Università di Atene, ma la sua predica è stata un fallimento, perché solo pochissime persone accolgono il suo messaggio. Questa esperienza ha cambiato profondamente Paolo, il quale a Corinto dice: La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Questo è il senso della nostra evangelizzazione. Adesso posso tenere un bel discorso, preparato con ricerche e studio, ma, se tutto si basa esclusivamente sulla sapienza umana, non serve, perché la sapienza umana non realizza la Presenza del Signore. Per questo, la lettera ai Corinzi si fonda sulla teologia dei carismi. Paolo si rende conto che non deve fare bei discorsi, ma deve mostrare il Signore. Tutti abbiamo bisogno un aiuto e questo aiuto ci viene da Dio. La Chiesa, i preti, i catechisti, tutti coloro che fanno un cammino devono essere testimoni del Risorto. Paolo, dopo l esperienza di Atene, dice in 1 Corinzi 2, 2: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo e Cristo crocifisso. Adesso, per noi, Gesù ha un altra connotazione, ma a quel tempo era solo un uomo giustiziato, condannato a morte, un uomo maledetto dalla religione. Paolo lo presenta: ecco la bellezza della Parola di Dio, del suo messaggio. Paolo in 1 Corinzi 1, 26 dice:... fra voi non vi sono molti sapienti... Paolo nella seconda lettera ai Corinzi scrive in modo forbito, ma di presenza non rende e non rendono neppure i suoi discorsi, la sua predicazione. Si dice che Paolo fosse piccolo, senza bella presenza, e che non fosse un gran predicatore, perché era un grande mistico, anche se ha predicato per tutta la vita. La sua predicazione era fondata sulla potenza del Signore. Noi dovremmo arrivare a sentire questa Presenza viva e reale nella nostra vita, nella Messa. La differenza è fatta dalla Parola di Dio, che è molto importante per la nostra vita. Santa Teresa d Avila, sant Efrem e tanti altri grandi Santi parlano di questa forza che li investiva, dopo aver terminato la preghiera, sia individuale, sia comunitaria.

5 Sale della terra Nel Vangelo, Gesù ci parla del sale e della luce. Questo Vangelo è la continuazione di quello delle Beatitudini. Gesù ci dice che, se viviamo le Beatitudini, saremo luce del mondo e sale della terra. Il vivere le Beatitudini non è un fare piacere a Dio, ma significa vivere meglio, per essere persone splendide e sale della terra. Il sale dà sapore ai cibi; senza sale le pietanze sono insipide. I cristiani devono essere persuasi che danno sapore alla vita. La prima vita, alla quale dobbiamo dare sapore, è la nostra. Se siamo infelici, non possiamo rendere felici gli altri. Rendiamo, quindi, saporosa la nostra vita, per dare sapore agli altri. Se non diamo sapore, non siamo discepoli di Cristo. Un tempo si diceva Patto di sale, perché, quando si stipulava un contratto e si stringeva un patto, si mangiava pane e sale: era un patto di sale, cioè la fedeltà. Il Cristiano è colui che nel mondo manifesta la fedeltà di Dio. Dio è fedele. Gesù, infatti, dice: Padre Giusto, perché Dio è fedele alla sua Parola. Spesso, noi Cristiani mettiamo in dubbio la Parola di Dio. Tante volte sentiamo dire: - Il Signore non mi ha ascoltato.- Il Signore ci ha detto: Chiedete e vi sarà dato (Matteo 7, 7; Luca 11, 9). Se non si realizza, manca qualche cosa in noi. Noi Cristiani dobbiamo ricordare nel Mondo che Dio è fedele al suo patto. La Messa non è altro che il Patto, l Alleanza che Dio ha fatto con noi. Chi viene alle Messe di Evangelizzazione sente che si benedice il sale. Nel Messale è contenuta la benedizione del sale, che si è un po persa nella nostra cultura, ma noi dobbiamo riportare il Vangelo al tempo di Gesù. Il sale è un grande esorcismo: serviva per benedire ed esorcizzare le case, per liberarle dal diavolo. Il sale preserva dalla corruzione. I cibi si mettono sotto sale, perché così si conservano. La corruzione nella nostra vita viene dal maligno, dal diavolo, quindi si è cominciato ad usare il sale, per benedire i luoghi, le case, le persone. Può sembrare un fatto magico, ma, se riportiamo gli eventi al Vangelo e alla sapienza della Chiesa, può aiutarci. Che cosa significa benedire la casa con il sale? Il sale, in questo caso, significa che noi Cristiani siamo più forti del male. Siate il sale del mondo significa che, quando ci siamo noi, il diavolo non può averla vinta, perché siamo vincenti.

6 Molte volte, abbiamo paura del diavolo, ma è il diavolo, che ha paura di noi, se veramente viviamo il Vangelo. Ĕ bene ricordare ogni tanto questa realtà, perché c è il rischio di vedere il Vangelo, come alcune pratiche morali. Il Cristiano è essenzialmente colui che lotta contro il maligno. Quando Gesù inizia a predicare, ad operare, subito si scatenano i diavoli. C è questa presenza nel mondo, che è nostro nemico: noi, in quanto sale, in quanto viviamo le Beatitudini possiamo essere vincenti. Il sale impazzisce Se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? I chimici ci dicono che il sale non perde il sapore. Come mai Gesù usa questa espressione? La traduzione esatta dovrebbe essere: Se il sale impazzisce. Le regole del Vangelo dicono che, quando due termini sono usati due volte nello stesso Vangelo, i due episodi sono in collegamento. In questo caso, la persona che impazzisce si trova in Matteo 7, 24-29, nella Parabola che parla dell uomo pazzo, che costruisce la sua casa sulla sabbia. Gesù vuole dire che, quando costruiamo la nostra vita su un fondamento diverso da Cristo, che è la pietra angolare, la roccia, non serviamo a niente; quando vengono le tempeste si viene spazzati via. Se noi diventiamo pazzi, cioè siamo coloro che non vivono il Vangelo, che non vivono le Beatitudini, che non vivono la felicità, non possiamo essere sale e luce. Gesù è la Luce, noi siamo sua luce riflessa Essere luce non significa fare i bravi. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro, che è nei cieli. Le opere buone devono rendere gloria al Padre. Il più delle volte, le nostre opere buone rendono gloria a noi. Noi compiamo qualche cosa di buono e ci sentiamo a posto. Quali sono le opere del Padre? Gesù non ci invita a fare i buoni: è riduttivo. Gesù ci invita a fare prodigi, miracoli e guarigioni. Se oggi c è un miracolo, una guarigione, un opera di Gesù, è ovvio che non è stata fatta da me, ma da Dio: questo ci porta a benedire e glorificare Dio. Nella lettera di Giacomo 2, 14-26 si parla delle opere della fede e noi pensiamo alle opere di carità. Le opere di carità sono tutte le azioni buone che noi possiamo compiere in quanto persone buone. Le opere della fede sono quelle che possiamo compiere, attraverso l aiuto e la potenza di Dio. A questo siamo chiamati.

7 Se siamo Cristiani, siamo chiamati a fare della nostra vita un prodigio. Come figli di Dio noi compiamo le opere del Padre, che sono quelle di Gesù. Le opere di Gesù sono prodigi, miracoli e guarigioni, che possiamo compiere in quanto Cristiani. Amen! Risplenda la vostra luce davanti alle persone, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre Vostro, che è nei cieli. Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti benediciamo e ti lodiamo perché ci sei nella nostra vita. Ci sei, come Luce, che illumina le genti. Ti benediciamo, Signore per il dono di te e per il dono della tua Parola. Ti ringraziamo, Signore, di averci invitato a questa Celebrazione. Ci presentiamo a te, al termine di questa Messa, chiedendoti un ultima cosa: di illuminarci nel profondo. Signore, noi abbiamo tante zone oscure, zone d ombra. Ricordo che, anni fa, nel Movimento Carismatico, si faceva il Bagno di Luce. Gesù, oggi, sia per tutti noi un bagno di luce, per poterci immergere nella tua Presenza, che è come una superstella, che illumina tutto. Vogliamo, Signore, togliere i nostri paletti, aprire la stanza del nostro cuore, della nostra vita, per farci inondare da te, dalla tua luce, per essere anche noi luce del mondo. Grazie, Signore Gesù! Padre Giuseppe Galliano m.s.c.