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Transcript:

PASSAGGIO E PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

I testi di questa Via Crucis sono tratti dagli scritti di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI.

Introduzione Volere o no, siamo tutti, quanti siamo uomini sulla terra, inquieti appassionati e non mai sazi cercatori della faccia di Dio. Anch io ho sempre cercato le vestigia del Cristo sulla terra, con avida, insistente speranza. Avevo cercato di cogliere l accento della sua voce nel discorso dolente e uguale dei poveri e degli afflitti e mi era sembrato più volte che la sua ombra leggera mi avesse sfiorato nel crepuscolo fatale dei morenti. Ma quelli erano soltanto aspetti diversi e lontani del tuo volto, o Gesù, né mi riusciva di comporli a vita e unità permanente. Bisognava forse che suonasse l ora grande della guerra. L ora della tua agonia più acuta, o Signore. E pure l ora della tua irresistibile manifestazione al mondo. ( ) Così vado sollecito e ansioso di dare allo strazio dei feriti il conforto e il sigillo del più grande e divino di tutti i feriti, per dare a quelli che cadono il solo e valido Compagno che saggia tutte le vie oscure della morte e della vita, per esserne, il solo, vittoriosamente tornato. (Beato Carlo Gnocchi)

I STAZIONE GESÙ CONDANNATO A MORTE PER LA NOSTRA SALVEZZA

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. (Lc 23, 20-23) Cristo è lui il chicco di grano di Dio, da Dio lasciato cadere sull aratura di questo mondo. È il chicco di frumento che doveva morire per diventare frutto maturo. Nei pochi momenti in cui noi celebriamo l Eucaristia, teniamo nelle mani il pane di frumento di Dio: il pane, che è Cristo in persona, il Signore; il frutto cresciuto fino a cento volte dalla morte del chicco di grano e divenuto pane del mondo intero. Per questo il Pane dell Eucaristia è per noi segno della Croce. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimosa dum pendebat Filius. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

II STAZIONE GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. (Lc 23, 24-25) «Qui c è più di Elia!» Se Gesù volle essere superiore ad Elia fu certamente perché a suo riguardo doveva accadere un «innalzamento», che doveva essere più grande ed eccitante di quel veicolo di fuoco, al quale restarono attaccati gli occhi di Eliseo, Le stazioni di questo carro di fuoco sono: il Getsemani, Caifa, Pilato, la Via Crucis, il Calvario. Questo è il modo in cui Gesù viene innalzato. Il suo carro di fuoco è l amore della croce, veicolo che non trasporta soltanto Elia, ma è stato costruito per noi. Tutti noi vuole invitare su questo veicolo, che ci permetterà di essere innalzato con lui alla promessa della vita e della vittoria sulla morte. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

III STAZIONE GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa questa parola della Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato, è diventata la pietra d angolo? Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato». (Lc 20, 17-18) La sua Croce, sulla quale ha offerto se stesso, è la meravigliosa moltiplicazione dei pani. Gesù è il pane ed è anche il pesce, che per noi è disceso nelle acque della morte perché lì voleva cercare e trovare noi. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

IV STAZIONE GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. (Lc 2, 48-49.51b) Chi ha visto il Signore non soltanto dal di fuori, chi si è lasciato toccare il cuore da lui, chi ha accettato il Crocifisso, conosce la grazia della risurrezione, deve essere pieno di gioia. Nell accettazione della croce la risurrezione diventa visibile, il mondo si rinnova e il cuore si riempie di gioia. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Quae moerebat et dolebat pia Mater, dum videbat Nati poenas inclyti. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

V STAZIONE GESÙ È AIUTATO DA SIMONE DI CIRENE A PORTARE LA CROCE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Lc 23, 26) Il pastore va avanti; solo se anche noi andiamo avanti possiamo pascere gli altri. E noi andiamo avanti, verso ciò che ci attende, solo se andiamo dietro a colui che è andato avanti a tutti noi: Gesù Cristo. Seguire significa non scegliersi più da sé il proprio cammino. Significa immergere la propria volontà nella volontà di Gesù, dargli davvero la precedenza. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Quis est homo qui non fleret Matrem Christi si videret in tanto supplicio? Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

VI STAZIONE GESÙ LASCIA ALLA VERONICA L IMMAGINE DEL SUO VOLTO

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Io vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. (Lc 12, 8-9) Chi vuol diventare testimone di Cristo deve averlo visto personalmente, lo deve conoscere. L amore lo conosce; noi non lo riconosciamo immediatamente, ma dalla voce della Chiesa sentiamo dire: è lui. È nostra cura alzarci, cercarlo e avvicinarci a lui. Il testimone, perciò, prima di fare qualcosa, lo deve essere; deve diventare amico di Gesù Cristo. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Quis non posset contristari Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio? Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

VII STAZIONE GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». (Lc 14, 26-27) Noi non seguiamo solo Gesù, un uomo; noi seguiamo Cristo, il Figlio del Dio vivente. Noi percorriamo un cammino divino. Dove conduce il cammino di Gesù? Porta alla risurrezione, alla destra del Padre. Questo intero cammino viene inteso allorché si parla di sequela. È in essa che si capisce perché anche la croce appartiene alla sequela: non si può pervenire diversamente alla risurrezione, alla comunione con Dio. Prima dobbiamo percorrere interamente questo cammino, se vogliamo essere servitori e testimoni di Gesù Cristo. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis et flagellis subditum. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

VIII STAZIONE GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli». (Lc 23, 27-28) Quando fa esperienza di Dio, l uomo riconosce la sua condizione di peccato e, solo quando riconosce realmente questo e lo ammette, riconosce realmente se stesso. L uomo, solo quando sa di essere peccatore e ha compreso quanto sia inquietante il peccato, comprende anche l invito: convertitevi e credete al vangelo! Ma senza conversione non ci si avvicina a Gesù né al vangelo. Dobbiamo impararlo di nuovo, anche per imparare il vero amore e capire cosa significa che noi possiamo amarlo e che egli ci ama. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Vidit suum dulcem Natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

IX STAZIONE GESÙ CADE LA TERZA VOLTA

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Entrato nella lotta, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano per terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. (Lc 22, 44-45) Il sacerdozio non vuole né un tempo né un cuore dimezzato; la sequela esige da noi il coraggio di stare vicino al fuoco che Cristo è venuto a portare sulla terra perché divampi. Al sì della sequela appartiene il coraggio di farsi bruciare dal fuoco della passione di Gesù Cristo, che è lo stesso fuoco salvifico dello Spirito Santo. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Eja Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac ut tecum lugeam. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

X STAZIONE GESÙ È SPOGLIATO

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo. (Lc 22, 63-65) Seguire lui, dire questo sì: «Eccomi, sono pronto», è sempre un avvenimento pasquale. Dice relazione alla sequela della croce, all uscita da se stessi, alla nostra liberazione attraverso il salto nell ignoto dell altra volontà. Quello che poi per noi rappresenta la conoscenza definitiva proveniente dalla croce e dalla risurrezione di Gesù Cristo: è la volontà che in realtà sostiene il mondo e noi tutti. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum ut sibi complaceam. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

XI STAZIONE GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Quando giunsero nel luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l altro a sinistra. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l eletto». (Lc 23, 33.35) Sarà sempre necessario per noi rivolgere a lui la domanda: Dove abiti? Dove rimani? Sarà sempre necessario avvicinarsi dall interno alla dimora di Gesù. Sempre dovremo gettare le reti sulla sua parola, anche quando ciò sembrerà assurdo. Spesso ci sembra che sia già la decima ora e che dobbiamo rimandare l ora di Gesù. Ma proprio quella potrebbe essere l ora della sua vicinanza. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Sancta Mater, istud agas crucifixi fige plagas cordi meo valide. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

XII STAZIONE GESÙ MUORE PER NOI

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Gesù gridando a gran voce disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest uomo era giusto». (Lc 23, 46-47) Gesù trasforma tutta la sofferenza umana, prendendola in se stesso, in un grido alle orecchie di Dio. E così vediamo che proprio in questo modo realizza il sacerdozio, la funzione di mediatore. Trasportando in sé, assumendo in sé la sofferenza e la passione del mondo, trasformandola in grido verso Dio, portandola davanti agli occhi e nelle mani di Dio, e così portandola realmente al momento della Redenzione. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Tui nati vulnerati tam dignati pro me pati, poenas mecum divide: Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

XIII STAZIONE GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. (Lc 23, 50-53) Gesù abita e «rimane» nel Sacrificio, nell atto d amore, con il quale si consegna al Padre e attraverso il suo amore vicario restituisce anche noi a lui. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolere donec ego vixero. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

XIV STAZIONE GESÙ È POSTO NEL SEPOLCRO

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. (Lc 23, 55-56a) Ha ancora senso oggi farsi prete, seminatore della Parola? Com è che restate a fare la guardia ai morti? In realtà Dio continua ancora adesso ad attraversare in incognito la storia e a nascondere la sua potenza sotto i panni dell impotenza. Non appena se ne presenti l opportunità, per quanto si sia agito in modo inutile e vano, in qualche luogo la Parola giunge a maturazione! Anche oggi. Anche oggi, quando ancora non è inutile che ci siano uomini pronti al rischio di annunziare la Parola e vivere per la Parola. Niente è inutile. Il mondo vive ignorando che al suo interno c è sempre chi ancora crede, spera e ama. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. Juxta Crucem tecum stare et me tibi sociare in planctu desidero. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

XV STAZIONE GESÙ È RISORTO DAI MORTI ED È SIGNORE

Adoramus te Christe et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Ed essi si dissero l un l altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». «Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo». Amen. Miserere nostri Domine. Miserere nostri. (Preghiera del santo curato d Ars) Virgo Virginum praeclara, mihi jam non sis amara: fac me tecum plangere. Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor. (Lc 24, 32)

Fac ut portem Christi mortem passionis fac consortem et plagas recolere. Fac me plagis vulnerari, fac me Cruce inebriari et cruore Filii. Flammis ne urar succensus per te, Virgo, sim defensus in die judicii. Christe, cum sit hinc exire, da per Matrem me venire ad palmam victoriae Quando corpus morietur, fac ut animae donetur Paradisi gloria. Amen. Pater, Ave, Gloria.

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