Papa: Sinodo non è parlamento, spazio a Spirito Santo non a compromessi

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Papa: Sinodo non è parlamento, spazio a Spirito Santo non a compromessi Bollettino della Radio Vaticana 5 ottobre 2015. Il Sinodo non è un Parlamento, ma un espressione ecclesiale che legge la realtà con il cuore di Dio. E uno dei passaggi del discorso di Papa Francesco che ha introdotto i lavori del Sinodo ordinario sulla famiglia che hanno preso il via stamani in Vaticano dopo la Messa in San Pietro di ieri. Il Pontefice ha esortato i padri sinodali a fare spazio all azione dello Spirito Santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa. Il servizio di Alessandro Gisotti: Camminare insieme con spirito di collegialità e di sinodalità mettendo sempre davanti ai nostri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la salus animarum. Con queste parole, Papa Francesco si è rivolto ai padri sinodali sottolineando, ancora una volta, che in questo cammino bisogna adottare coraggiosamente la parresia, lo zelo pastorale e dottrinale, la saggezza, la franchezza. Il deposito della fede non è un museo ma fonte viva Il Papa ha quindi ricordato che il Sinodo non è un convegno, un parlatorio, non è un parlamento o un senato, dove ci si mette d accordo : Il Sinodo, invece, è una espressione ecclesiale, cioè la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio; è la Chiesa che si interroga sulla fedeltà al deposito della fede, che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva dalla quale la Chiesa si disseta, per dissetare e illuminare il deposito della vita. Il Sinodo si muove dentro il santo Popolo di Dio Il Sinodo, ha proseguito, si muove necessariamente nel seno della Chiesa e dentro il santo popolo di Dio, di cui noi facciamo parte in qualità di pastori, ossia servitori. Il Sinodo, ha ripreso ancora, è uno spazio protetto ove la Chiesa sperimenta l azione dello Spirito Santo : Nel Sinodo lo Spirito parla attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guidare dal Dio che sorprende sempre, dal Dio che si rivela ai piccoli, ciò che nasconde ai sapienti e agli intelligenti. Serve coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa Dal Dio, ha detto ancora, che ha creato la legge e il sabato per l uomo e non viceversa; dal Dio che lascia le 99 pecorelle per cercare l unica pecorella smarrita; dal Dio che è sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli : Ricordiamo però che il Sinodo potrà essere uno spazio dell azione dello Spirito Santo solo se noi partecipanti ci rivestiamo di coraggio apostolico, di umiltà evangelica e di orazione fiduciosa: il coraggio apostolico, che non si lascia impaurire né di fronte alle seduzioni del mondo, che tendono a spegnere nel cuore degli uomini la luce della verità, sostituendola con piccole e temporanee luci, e nemmeno di fronte all impietrimento di alcuni cuori, che nonostante le buone intenzioni allontanano le persone da Dio. Non fare della vita cristiana un museo di ricordi Il coraggio apostolico ha soggiunto di portare vita e non fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi : L umiltà evangelica che sa svuotarsi dalle proprie convenzioni e pregiudizi per ascoltare i fratelli vescovi e riempirsi di Dio, umiltà che porta a puntare il dito non contro gli altri, per giudicarli, ma per tendergli la mano, per rialzarli senza mai sentirsi superiori a loro. Senza lasciarsi guidare dallo Spirito le nostre decisioni saranno decorazioni L orazione fiduciosa ha poi affermato Francesco è l azione del cuore quando si apre a

Dio, quando si fanno tacere tutti i nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio : Senza ascoltare Dio, tutte le nostre parole saranno soltanto parole che non saziano e non servono. Senza lasciarsi guidare dallo Spirito, tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni che invece di esaltare il Vangelo lo ricoprono e lo nascondono". Il Papa non ha mancato di ringraziare quanti si sono impegnati nella preparazione del Sinodo ed ha rivolto un saluto particolare ai giornalisti ringraziandoli per la loro appassionata partecipazione e ammirevole attenzione. Quindi ha concluso il suo intervento ribadendo che il Sinodo non è un parlamento dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorra al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi. L unico metodo del Sinodo ha avvertito è quello di aprirsi allo Spirito Santo con coraggio apostolico, con umiltà evangelica e con orazione fiduciosa, affinché sia lui a guidarci, a illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi, non i nostri pareri personali, ma la fede in Dio, la fedeltà al magistero, il bene della Chiesa e la Salus animarum. Prima delle parole del Papa, il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, durante la preghiera dell Ora Terza, aveva pregato affinché i lavori del Sinodo si svolgano con la gioia e la pace che solo Cristo può dare. Resta con noi Signore ha detto il porporato honduregno perché inizi un nuovo giorno per le famiglie del mondo, credenti e non credenti, che il Sinodo produca un cammino di gioia e speranza per tutte le famiglie. Sinodo. Erdö: Chiesa testimone della misericordia di Dio nella verità Dopo l intervento del Papa, i lavori sinodali in Aula sono proseguiti con la Relazione introduttiva del card. Peter Erdö, relatore generale dell Assise. Suddiviso in tre punti le sfide, la vocazione e la missione della famiglia il documento indica un accompagnamento misericordioso per chi vive situazioni familiari difficili, ma nella verità. Centrale anche l appello a sostenere le famiglie povere ed difendere la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Il servizio di Isabella Piro: Ingiustizie sociali, migrazioni, povertà, violenze sfidano la famiglia Sì, le sfide sulla famiglia sono tante ed il card. Erdö le ricorda con attenzione: migrazioni, ingiustizie sociali, salari bassi di cui sono responsabili alcune imprese commerciali, mobilità lavorativa, denatalità, violenza contro le donne, spesso costrette ad aborti, sterilizzazioni forzate, affitto di utero e gameti per soddisfare il desiderio di un figlio ad ogni costo. Le istituzioni sono fragili, continua la Relazione, e gli uomini hanno paura degli impegni definitivi, concentrati come sono solo sul presente in cui i desideri personali sembrano diventare veri e propri diritti. Individualismo confonde i confini di matrimonio e famiglia Il crescente individualismo, inoltre, porta a confondere i confini di istituti fondamentali come il matrimonio e la famiglia, mentre la società dei consumi separa sessualità e procreazione, rendendo la vita umana e la genitorialità realtà componibili e scomponibili. Indissolubilità del matrimonio non è giogo, ma dono Ma questa foto in bianco e nero della società ha anche, fortunatamente, dei punti-luce e la Relazione introduttiva li ricorda: sono il matrimonio e la famiglia che non lasciano gli individui isolati, bensì trasmettono valori ed offrono una possibilità di sviluppo alla persona umana insostituibile. Ed è proprio dal matrimonio indissolubile che deriva la vocazione familiare spiega la seconda parte della Relazione da quell indissolubilità che non è un giogo, ma un dono. Il matrimonio e la famiglia, infatti, esprimono in modo

speciale che l essere umano è creato ad immagine e somiglianza di Dio, che la differenza tra uomo e donna è per la comunione e la generazione. Famiglia è principio di vita nella società, in cui si impara il bene comune Per questo, il card. Erdö ribadisce l importanza della promozione della dignità del matrimonio e della famiglia, in quanto comunità di vita ed amore. Chiesa domestica basata sul matrimonio sacramentale tra due cristiani, principio di vita nella società, la famiglia sottolinea il documento è il luogo in cui si impara l esperienza del bene comune. Necessaria formazione dei sacerdoti per accompagnare famiglie Ed allora qual è la missione della famiglia oggi? La terza parte della Relazione lo spiega, entrando nel vivo del dibattito sinodale: in primo luogo, si ribadisce l importanza della formazione sia per gli sposi - affinché il matrimonio non sia solo un fatto esteriore ed emozionale, ma anche spirituale ed ecclesiale - sia del clero, così che accompagni le famiglie con una maturazione affettiva e psicologica. Senza dimenticare l esigenza di una conversione del linguaggio, perché risulti effettivamente significativo, soprattutto quando si tratta di aiutare chi vive situazioni problematiche e difficili, nelle quali occorre collegare misericordia e giustizia : Ciò costituisce una sfida per i vescovi, per i sacerdoti e per gli altri ministri della Parola e richiede, o può richiedere, nuove forme di catechesi e di testimonianza, in piena fedeltà alla verità rivelataci da Cristo. Far valere nella società le reali istanze della famiglia Altra missione delle famiglie è quella della collaborazione con le istituzioni pubbliche, soprattutto là dove il concetto ufficiale di famiglia non coincide con quello cristiano o con il suo senso naturale, così da far valere le reali istanze della famiglia nella società. Il card. Erdö quindi sottolinea: I cristiani devono cercare di creare strutture economiche di sostegno per aiutare quelle famiglie che sono particolarmente colpite dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla precarietà lavorativa, dalla mancanza di assistenza socio-sanitaria o sono vittime dell usura. Tutta la comunità ecclesiale deve cercare di assistere le famiglie vittime di guerre e persecuzioni. Famiglie ferite: misericordia e accoglienza, ma nella verità Poi, c è la missione delicata ed esigente della Chiesa nei confronti dell integrazione ecclesiale delle famiglie ferite. L approccio dice la Relazione - deve essere quello della misericordia e dell accoglienza, accompagnate però dalla presentazione chiara della verità sul matrimonio. La misericordia più grande è dire la verità con amore afferma infatti il card. Erdö Andiamo al di là della compassione, perché l amore misericordioso attrae ed unisce, trasforma ed eleva, invita alla conversione. Misericordia richiede conversione del peccatore La Relazione si sofferma, quindi, sui casi specifici: per i conviventi, suggerisce una sana pedagogia che guidi i loro cuori alla pienezza del piano di Dio ; per i divorziati non risposati si incoraggia la creazione di centri di ascolto diocesani per aiutare i coniugi nei momenti di crisi, sostenendo i figli vittime di queste situazioni e senza tralasciare il cammino del perdono e della riconciliazione, se possibile. Per i divorziati risposati, invece, si richiede un approfondita riflessione, tenendo conto di un principio importante: È doveroso un accompagnamento pastorale misericordioso il quale però non lascia dubbi circa la verità dell indissolubilità del matrimonio insegnata da Gesù Cristo stesso. La misericordia di Dio offre al peccatore il perdono, ma richiede la conversione. La via penitenziale e la legge di gradualità La Relazione introduttiva si sofferma anche sulla così detta via penitenziale, specificando che essa può riferirsi a quei divorziati risposati che praticano la continenza e che quindi potranno accedere anche ai sacramenti della Penitenza e dell Eucaristia, evitando però di provocare scandalo. Oppure, essa può intendersi secondo la pratica tradizionale della

Chiesa latina che permetteva ai sacerdoti di ascoltare la confessione dei divorziati risposati, dando l assoluzione solo a chi, di fatto, si proponeva di cambiare vita. Riguardo poi alla legge di gradualità per l accostamento ai Sacramenti, si specifica: Anche se alcune forme di convivenza portano in sé certi aspetti positivi, questo non implica che possono essere presentati come beni. Tuttavia, poiché la verità oggettiva del bene morale e la responsabilità soggettiva del singolo sono distinte, allora a livello soggettivo può avere luogo la legge della gradualità e quindi l educazione della coscienza. Attenzione pastorale verso le persone con tendenze omosessuali Un ulteriore paragrafo viene dedicato alla pastorale verso le persone omosessuali: esse vanno accolte con rispetto e delicatezza, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione, spiega la Relazione, ricordando però che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Inoltre, il card. Erdö aggiunge che non è accettabile che i Pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all introduzione di leggi che istituiscano il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Vita inviolabile da concepimento a morte naturale. No ad aborto ed eutanasia Gli ultimi paragrafi della Relazione affrontano il tema della vita, della quale si riafferma il carattere inviolabile dal concepimento fino alla morte naturale. No, quindi, ad aborto, accanimento terapeutico, eutanasia e sì all apertura alla vita come un esigenza intrinseca dell amore coniugale. Il card. Erdö ricorda anche la grande opera della Chiesa nel sostenere le gestanti, i bambini abbandonati, chi ha abortito, le famiglie impossibilitate nel curare i loro cari ammalati. La Chiesa fa sentire la sua presenza, supplendo alle mancanze dello Stato ed offrendo un sostegno umano e spirituale all opera assistenziale, dice il Relatore generale, e questi sono valori che non è possibile quantificare con i soldi. Incoraggiare l adozione di bambini, una forma di apostolato familiare Raccomandando, inoltre, di promuovere la cultura della vita di fronte alla sempre più diffusa cultura di morte, la Relazione suggerisce anche un adeguato insegnamento circa i metodi naturali per la procreazione responsabile, riscoprendo il messaggio dell Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI. Centrale anche l incoraggiamento all adozione di bambini, forma specifica di apostolato familiare. Chiesa sia sempre più testimone della misericordia di Dio Infine, in ambito educativo, si ricorda che i genitori sono e rimangono i primi responsabili per l educazione umana e religiosa dei loro figli e che spetta alla Chiesa incoraggiarli e sostenerli nella partecipazione vigile e responsabile ai programmi scolastici ed educativi dei figli. La Relazione si conclude, quindi, esortando la Chiesa a convertirsi e a diventare più viva, più personale, più comunitaria, testimone della più grande misericordia di Dio. Card. Vingt-Trois: Sinodo non è prova di forza, ma cammino di comunione Oltre al card. Erdö, la prima Congregazione generale del Sinodo dei vescovi ha visto l intervento del presidente delegato, l arcivescovo di Parigi, card. André Vingt-Trois, il quale ha sottolineato che il Sinodo non è una prova di forza, di cui i media sono gli arbitri, ma un cammino di comunione, verso ciò che a Dio più piace. Nessun dubbio, quindi, sulla dottrina dell indissolubilità del matrimonio, ma attenzione a comprendere come realizzare meglio percorsi di misericordia per invitare i fedeli alla conversione e giungere al perdono. Card. Baldisseri: Sinodo guardi a famiglia con tenerezza e compassione Quindi, il segretario generale dell Assise, card. Lorenzo Baldisseri, ha ripercorso, in senso cronologico, il cammino preparatorio di questo 14.mo Sinodo ordinario, sottolineando che la famiglia è un tema importante e trasversale che riguarda non solo i cattolici, ma tutti i cristiani e l umanità intera. Invitando, poi, l Assemblea a lavorare costantemente nell unità e per l unità, il porporato ha salutato i tanti coniugi presenti al Sinodo in qualità di Uditori o Esperti: tra loro ha ricordato - c è una significativa presenza

femminile da cui si attende uno speciale contributo affinché il Sinodo possa guardare alla famiglia con lo sguardo tenero, attento e compassionevole delle donne. Infine, da ricordare la meditazione iniziale della Congregazione, affidata al card. Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente della Conferenza episcopale dell Honduras, il quale ha auspicato che il Sinodo sia uno spazio di dialogo e non di difesa ad oltranza delle idee. Di qui, l esortazione a camminare in pace, la pace di Cristo, affinché il Signore dia speranza e gioia a tutte le famiglie. Sinodo. Mons. Forte: tra i vescovi diversità ma non ci sono due partiti Sulla prima giornata di lavori sinodali si è tenuta, nella Sala Stampa della Santa Sede, una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il cardinale Peter Erdő, relatore generale del Sinodo, il cardinale André Vingt-Trois, presidente delegato di turno, e mons. Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo. Ce ne parla Amedeo Lomonaco: Card André Vingt-Trois: il Sinodo è tempo di preghiera, di riunione e di cammino Le prime impressioni sull Assemblea Sinodale, il contesto attuale legato alle realtà vissute dalle famiglie e le finalità del Sinodo. Sono questi i temi al centro della conferenza stampa aperta dal cardinale André Vingt-Trois, che ha ricordato come gli eventi vissuti a partire da sabato rappresentino una significativa introduzione al Sinodo. L assemblea sinodale ha affermato il presidente delegato di turno è un tempo in cui la Chiesa è in preghiera, come avvenuto durante la Veglia di sabato scorso e come durante la Messa di apertura. Il Sinodo - ha aggiunto - è anche un tempo in cui la Chiesa si riunisce, come in questa giornata, intorno al Papa. Ed è un tempo - ha spiegato il porporato - in cui mettersi insieme in cammino. Il cardinale André Vingt-Trois ha poi ricordato le sue prime impressioni sul Sinodo: La première impression très forte, qui m'habite ce matin... La prima impressione molto forte, che mi ha accompagnato questa mattinata è stata vedere, in modo forse eccezionale, la grande diversità dei partecipanti, la diversità dei continenti rappresentati, la diversità di Chiese - perché ci sono rappresentanti delle Chiese orientali e delle Chiese latine - la diversità di età, la grande diversità di esperienze Tutto questo insieme e questa diversità che potrebbe far ritenere improbabile che si arrivi a mettersi d accordo su qualcosa sono riuniti intorno al Papa, avendo come indicazioni quelle che ci sono state già date nel Sinodo del 2014 e che sono state ribadite oggi. Le indicazioni con cui ci confrontiamo in questo momento in modo aperto: cioè a dire che noi saremo aperti a Dio che ci guiderà attraverso la preghiera e la meditazione della Parola di Dio. Saremo aperti gli uni agli altri e questo è lo stile del dialogo che noi dobbiamo cercare di vivere. Saremo aperti alle realtà che vivono le famiglie, partendo proprio dalle relazioni che abbiamo raccolto nel corso dell anno. Card. Erdő: fondamentale il ruolo di comunità composte da buone famiglie Riferendosi al lavoro preparatorio in vista della Relatio, il cardinale Peter Erdő ha affermato che sono emerse due grandi realtà: La prima era la sfiducia globale verso le istituzioni, non solo verso l istituzione del matrimonio e della famiglia, ma verso le istituzioni in generale. Poi l altro fenomeno è la massiccia presenza e il ruolo fondamentale delle comunità cristiane composte da buone famiglie, che si aiutano a vicenda, che hanno un ruolo già importante in molte parrocchie, in molti movimenti, anche nella trasmissione della fede. E che hanno pure tanti mezzi per preparare umanamente i giovani al matrimonio e alla famiglia, e accompagnare la coppia, aiutare nei momenti di crisi, anche in situazioni di problemi esistenziali, come la disoccupazione, la precarietà lavorativa, la malattia E in questo consesso di comunità di

famiglie è diventato più chiaro che la sola famiglia mononucleare non basta neanche per salvaguardare o rinforzare la solidarietà tra le generazioni. Anche in questo campo è necessario - non soltanto importante, ma sembra necessario - il ruolo di queste comunità di famiglie. Mons. Forte: non ci sono due o più partiti ma pastori in ascolto di Dio Mons. Bruno Forte ha ricordato infine che tra i vescovi non ci due o più partiti come hanno sostenuto alcuni mezzi di informazione. Si tratta di pastori, uomini di fede che si pongono in ascolto di Dio e alle attese e le sfide della gente. Questo ha detto - ci unisce ben più profondamente di tutti gli accenti e le differenze. Mons. Bruno Forte ha quindi ricordato le finalità del Sinodo: Le finalità sono fondamentalmente due. La prima è quella di proporre il Vangelo della famiglia, cioè la famiglia come soggetto e oggetto centrale della pastorale, come valore prioritario su cui scommettere, anche in un epoca in cui in tanti parti del mondo essa sembra in crisi. Dall altra parte, l atteggiamento pastorale di accompagnamento e di integrazione necessario verso tutti. Ovviamente a cominciare dalle famiglie o dalle famiglie in crisi. Questo esige uno stile di grande parresia, cioè di grande franchezza, anche nel Sinodo, perché abbiamo bisogno di farci eco delle speranze e dei dolori di tutte le famiglie del mondo, ma anche un senso di profonda responsabilità davanti a Dio e agli uomini. Papa Francesco ha parlato di coraggio e di umiltà e ha parlato di preghiera fiduciosa. Credo che siano queste le chiavi perché lo stile del Sinodo possa essere fecondo: non chiudere gli occhi davanti a nulla; avere un senso alto di responsabilità davanti a Dio e agli uomini, alle loro speranze, alle loro sofferenze, vivere una profonda docilità all azione dello Spirito Santo, a partire da uno stile di preghiera, di umiltà evangelica davanti al Signore e di coraggio apostolico davanti al mondo.