TITOLO: Le nozze di Figaro AUTORE: Lorenzo Da Ponte TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: DIRITTI D'AUTORE: no

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TITOLO: Le nozze di AUTORE: Lorenzo Da Ponte TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/ TRATTO DA: Lorenzo Da Ponte Memorie. I libretti mozartiani (Le nozze di, Don Giovanni, Così fan tutte) Introduzione di Giuseppe Armani Milano Garzanti editore Collana: I grandi libri Garzanti II edizione: maggio 1981 (I edizione: ottobre 1976) CODICE ISBN: informazione non disponibile 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 21 dicembre 1999 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Marvi Zanoni, marviza@tin.it REVISIONE: Paolo Mauri, mauripl@tin.it PUBBLICATO DA: Alberto Barberi

LORENZO DA PONTE LE NOZZE DI FIGARO Opera comica in quattro atti Il tempo prescritto dall uso alle drammatiche rappresentazioni, un certo dato numero di personaggi comunemente praticato nelle medesime ed alcune altre prudenti viste e convenienze, dovute ai costumi, al loco e agli spettatori, furono le cagioni per cui non ho fatto una traduzione di questa eccellente commedia, ma una imitazione, piuttosto, e vogliamo dire un estratto. Per questo sono stato costretto a ridurre a undici attori i sedici che la compongono, due de quali si possono eseguire da uno stesso soggetto, e ad omettere, oltre a un intiero atto di quella, molte graziosissime scene e molti bei motti e saletti ond è sparsa; in loco di che ho dovuto sostituire canzonette, arie, cori ed altri pensieri e parole di musica suscettibili: cose che dalla sola poesia, e non mai dalla prosa si somministrano. Ad onta, però, di tutto lo studio e di tutta la diligenza e cura avuta dal maestro di Cappella e da me per esser brevi, l opera non sarà delle più corte che si sieno esposte sul nostro teatro; al che speriamo che basti di scusa la varietà delle fila onde è tessuta l azione di questo dramma, la vastità e grandezza del medesimo, la molteplicità de pezzi musicali che si sono dovuti fare per non tener di soverchio oziosi gli attori, per scemare la noia e monotonia dei lunghi recitativi, per esprimere a tratto a tratto con diversi colori le diverse passioni che vi campeggiano, e il desiderio nostro, particolarmente, di offrire un quasi nuovo genere di spettacolo ad un pubblico di gusto sì raffinato e di sì giudizioso intendimento. IL POETA PERSONAGGI Il di Almaviva, Grande di Spagna La ssa di Almaviva, sua moglie, cameriera della ssa, promessa sposa di, cameriere del, paggio del Marcellina, governante Bartolo, medico di Siviglia Basilio, maestro di musica Don Curzio, giudice Barbarina, figlia di Antonio, giardiniere del e zio di Coro di paesani Coro di contadinelle Coro di vari ordini di persone La scena si rappresenta nel castello del di Almaviva.

ATTO PRIMO Camera non mobiliata: un seggiolone in mezzo. Ouverture Archi (Violoncelli e Bassi separati), 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti in la, 2 Fagotti, 2 Corni in re, 2 Trombe in re, Timpani in re la. PRESTO Scena prima e N. 1 - Duettino Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in sol. ALLEGRO [misurando la camera] Cinque... dieci... venti... trenta... Trentasei... quarantatré... [fra sé, guardandosi nello specchio davanti al quale sta provandosi un cappellino ornato di fiori] Ora sì ch io son contenta: sembra fatto inver per me. ([a,] seguitando a guardarsi) Guarda un po, mio caro, Guarda adesso il mio cappello. e Sì, mio core, or è più bello: Sembra fatto inver per te. Ah, il mattino alle nozze vicino Quanto è dolce al mio/tuo tenero sposo Questo bel cappellino vezzoso Che ella stessa si fe. RECITATIVO SECCO Cosa stai misurando, Caro il mio Figaretto? Io guardo se quel letto Che ci destina il Farà buona figura in questo loco. In questa stanza! Certo: a noi la cede Generoso il padrone. Io per me te la dono.

E la ragione? (toccandosi la fronte) La ragione l ho qui. (facendo lo stesso) Perché non puoi Far che passi un po qui? Perché non voglio. Sei tu mio servo, o no? Ma non capisco Perché tanto ti spiaccia La più comoda stanza del palazzo. Perch io son la, e tu sei pazzo. Grazie: non tanti elogi. Guarda un poco Se potria meglio stare in altro loco. N. 2 - Duettino Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in si bem. acuto. ALLEGRO Se a caso Madama La notte ti chiama: Din din, in due passi Da quella puoi gir. Vien poi l occasione Che vuolmi il padrone: Don don, in tre salti Lo vado a servir. Così se il mattino Il caro Contino: Din din, e ti manda Tre miglia lontan; Don don, e a mia porta Il diavol lo porta, Ed ecco in tre salti, pian pian. Ascolta Fa presto. Se udir brami il resto, Discaccia i sospetti Che torto mi fan. Udir bramo il resto: I dubbi, i sospetti

Gelare mi fan. RECITATIVO SECCO Orbene, ascolta e taci. (inquieto) Parla, che c è di nuovo? Il signor, Stanco di andar cacciando le straniere Bellezze forastiere, Vuole ancor nel castello Ritentar la sua sorte; Né già di sua consorte, bada bene, Appetito gli viene. E di chi, dunque? Della tua Susannetta. (con sorpresa) Di te? Di me medesma. Ed ha speranza Che al nobil suo progetto Utilissima sia tal vicinanza. Bravo! Tiriamo avanti. Queste le grazie son, questa la cura Ch egli prende di te, della tua sposa. Oh, guarda un po che carità pelosa! Chétati: or viene il meglio. Don Basilio, Mio maestro di canto e suo factotum, Nel darmi la lezione Mi ripete ogni dì questa canzone. Chi? Basilio? Oh, birbante! E tu credevi Che fosse la mia dote Merto del tuo bel muso? Me n era lusingato. Ei la destina Per ottener da me certe mezz ore Che il diritto feudale... Come! ne feudi suoi Non l ha il abolito?

Ebben, ora è pentito; e par che tenti Riscattarlo da me. Bravo! mi piace! Che caro signor! Ci vogliam divertir: trovato avete... (si sente suonare un campanello) Chi suona? La ssa. Addio, addio, addio, bello. Coraggio, mio tesoro. E tu, cervello. (parte) Scena seconda solo (passeggiando con fuoco per la camera e fregandosi le mani) (sempre recitativo secco: moderato) (idem: andante) Bravo, signor padrone! Ora incomincio A capir il mistero... e a veder schietto Tutto il vostro progetto: a Londra, è vero? Voi ministro, io corriero, e la Segreta ambasciatrice... Non sarà, non sarà: il dice. N. 3 - Cavatina Archi, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in fa. ALLEGRETTO Se vuol ballare, Signor Contino, Il chitarrino Le suonerò. Se vuol venire Nella mia scuola, La capriola Le insegnerò. Saprò... Ma, piano: Meglio ogni arcano, Dissimulando, Scoprir potrò.

PRESTO ALLEGRETTO PRESTO L arte schermendo, L arte adoprando, Di qua pugnendo, Di là scherzando, Tutte le macchine Rovescerò. Se vuol ballare, Signor Contino, Il chitarrino Le suonerò. (parte) Scena terza Marcellina e Bartolo RECITATIVO SECCO Bartolo Marcellina Bartolo Ed aspettaste il giorno Fissato per le nozze, A parlarmi di questo? (con un contratto in mano) Io non mi perdo, Dottor mio, di coraggio: Per romper de sponsali Più avanzati di questo Bastò spesso un pretesto; ed egli ha meco, Oltre a questo contratto, certi impegni So io. Basta: conviene La atterrir; convien con arte Impuntigliarla a rifiutare il. Egli per vendicarsi Prenderà il mio partito, E così fia mio marito. (prende il contratto dalle mani di Marcellina) Bene, io tutto farò: senza riserve Tutto a me palesate. Avrei pur gusto Di dar in moglie la mia serva antica A chi mi fece un dì rapir l amica. N. 4 - Aria Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in re, Trombe in re, Timpani in re la. ALLEGRO CON SPIRITO

La vendetta, oh, la vendetta È un piacer serbato ai saggi; L obliar l onte, gli oltraggi, È bassezza, è ognor viltà. Con l astuzia, con l arguzia, Col giudizio, col criterio Si potrebbe Il fatto è serio; Ma, credete, si farà. Se tutto il codice Dovessi volgere, Se tutto l indice Dovessi leggere, Con un equivoco, Con un sinonimo Qualche garbuglio Si troverà. Tutta Siviglia Conosce Bartolo: Il birbo Vinto sarà! (parte) RECITATIVO SECCO Scena quarta Marcellina poi Marcellina Marcellina Marcellina Tutto ancor non ho perso: Mi resta la speranza. [entra con una cuffia, un nastro e un vestito da donna] Ma si avanza. Io vo provarmi... Fingiam di non vederla... (ad alta voce) E quella buona perla La vorrebbe sposar! (fra sé, restando indietro) Di me favella. Ma da, alfine, Non può meglio sperarsi: argent fait tout. (c. s.) Che lingua! Manco male Che ognun sa quanto vale. Brava! questo è giudizio!

Con quegli occhi modesti, Con quell aria pietosa, E poi... Marcellina (c. s.) Meglio è partir. Che cara sposa! (vanno tutte e due per partire, e s incontrano alla porta) N. 5 Duettino Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in la. ALLEGRO Marcellina Marcellina e Marcellina Marcellina Marcellina Marcellina Marcellina Marcellina (facendo una riverenza) Via, resti servita, Madama brillante. (facendo una riverenza) Non sono sì ardita, Madama piccante. (c. s.) No, prima a lei tocca. (c. s.) No, no, tocca a lei. Io so i dover miei, Non fo inciviltà. (c. s.) La sposa novella! (c. s.) La dama d onore... (c. s.) Del la bella... Di Spagna l amore... I meriti... L abito... Il posto... L età! Perbacco, precipito, Se ancor resto qua!

Sibilla decrepita! Da rider mi fa. (Marcellina parte infuriata.) Scena quinta ; poi Va là, vecchia pedante, Dottoressa arrogante! Perché hai letto due libri, E seccato Madama in gioventù... (mette il vestito sopra il seggiolone) (entrando in fretta) Susannetta, sei tu? Son io; cosa volete? Ah, cor mio, che accidente! Cor vostro? Cosa avvenne? Il, ieri, Perché trovommi sol con Barbarina, Il congedo mi diede; E se la ssina, La mia bella comare, Grazia non m intercede, io vado via, (con ansietà) Io non ti vedo più, mia! Non vedete più me! Bravo! Ma dunque Non più per la ssa Segretamente il vostro cor sospira? Ah, che troppo rispetto ella m ispira!

Felice te che puoi Vederla quando vuoi! Che la vesti il mattino, Che la sera la spogli, che le metti Gli spilloni, i merletti... (con un sospiro) Ah, se in tuo loco... Cos hai lì? dimmi un poco... (imitandolo) Ah, il vago nastro, e la notturna cuffia Di comare sì bella... Deh, dammelo, sorella, Dammelo, per pietà. (toglie il nastro di mano a ) Presto, quel nastro! ( vuol riprenderglielo; egli si mette a girare intorno al seggiolone) O caro, o bello, o fortunato nastro! (bacia e ribacia il nastro) Io non tel renderò che con la vita. (séguita a corrergli dietro, ma poi si arresta come fosse stanca) Cos è quest insolenza? Eh, via, sta cheta! In ricompensa, poi, Questa mia canzonetta io ti vo dare. (cava di tasca una canzone) E che ne debbo fare? (gliela prende) Leggila alla padrona, Leggila tu medesma, Leggila a Barbarina, a Marcellina, (con trasporti di gioia) Leggila ad ogni donna del palazzo! Povero Cherubin, siete voi pazzo? N. 6 - Aria Archi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in mi bem.

Non so più cosa son, cosa faccio... Or di fuoco, ora sono di ghiaccio... Ogni donna cangiar di colore, Ogni donna mi fa palpitar. Solo ai nomi d amor, di diletto Mi si turba, mi s altera il petto, E a parlare mi sforza d amore Un desio ch io non posso spiegar! Parlo d amor vegliando, Parlo d amor sognando: All acque, all ombre, ai monti, Ai fiori, all erbe, ai fonti, All eco, all aria, ai venti Che il suon de vani accenti Portano via con sé... ADAGIO ALLEGRO VIVACE E, se non ho chi m oda, Parlo d amor con me. (va per partire; e, vedendo il di lontano, torna indietro impaurito e si nasconde dietro il seggiolone) RECITATIVO SECCO Scena sesta e ; poi il Taci, vien gente Il! Oh, me meschina (cerca di mascherar ) [entrando], tu mi sembri Agitata e confusa. (turbata) Signor... io chiedo scusa... Ma, se mai... qui sorpresa... Per carità, partite. Un momento, e ti lascio. Odi. (si mette a sedere sul seggiolone, e prende per la mano; ella si distacca con

forza) Basilio Basilio Non odo nulla. Due parole. Tu sai Che ambasciatore a Londra Il re mi dichiarò; di condur meco destinai... (timida) Signor, se osassi... Parla, parla, mia cara! E con quel dritto (alzandosi) Ch oggi prendi su me finché tu vivi, (con tenerezza, e tentando di riprenderle la mano) Chiedi, imponi, prescrivi. (con smania) Lasciatemi, signor; dritti non prendo: Non ne vo, non ne intendo... Oh, me infelice! Ah, no,, io ti vo far felice! Tu ben sai quanto io t amo: a te Basilio Tutto già disse. (c. s.) Or senti: Se per pochi momenti Meco in giardin, sull imbrunir del giorno... Ah, per questo favore io pagherei... (di dentro) È uscito poco fa. Chi parla? Oh, Dei! Esci, e alcun non entri. (inquietissima) Ch io vi lasci qui solo? (c. s.) Da Madama ei sarà: vado a cercarlo. (addita il seggiolone) Qui dietro mi porrò. Non vi celate. Taci, e cerca ch ei parta. Ohimè! che fate?

(il vuol nascondersi dietro il seggiolone; si frappone tra il paggio e lui. Il la spinge dolcemente. Ella rincula; intanto il paggio passa davanti al seggiolone, e vi si getta sopra, rannicchiandosi alla meglio. lo ricopre col vestito che aveva messo sul seggiolone) Scena settima,, il e Basilio Basilio Basilio Basilio Basilio Basilio [entrando], il ciel vi salvi; avreste a caso Veduto il? E cosa Deve far meco il? Animo, uscite. Aspettate, sentite: di lui cerca. Oh, cielo! [a Basilio] Ei cerca Chi dopo voi più l odia. Veggiam come mi serve. Io non ho mai nella moral sentito Ch uno ch ama la moglie odii il marito. Per dir che il v ama (con risentimento) Sortite, vil ministro Dell altrui sfrenatezza: io non ho d uopo Della vostra morale, Del, del suo amor Non c è alcun male. Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea Che preferir doveste per amante, Come fan tutte quante, Un signor liberal, prudente e saggio, A un giovinastro, a un paggio... (con ansietà) A! A, Cherubin d amore, Ch oggi, sul far del giorno, Passeggiava qui intorno Per entrar (con forza)

Uom maligno! Un impostura è questa! Basilio Basilio È un maligno con voi chi ha gli occhi in testa. E quella canzonetta? Ditemi in confidenza: io sono amico, E ad altrui nulla dico: È per voi, per Madama? (fra sé, mostrando smarrimento) Chi diavol gliel ha detto? A proposito, figlia, Istruitelo meglio: egli la guarda A tavola sì spesso, E con tale immodestia, Che se li s accorge... ehi, su tal punto, Sapete, egli è una bestia. Scellerato! E perché andate voi Tai menzogne spargendo? Basilio Io! che ingiustizia! Quel che compro io vendo. A quel che tutti dicono Io non aggiungo un pelo. Basilio (mostrandosi) Come! Che dicon tutti? Oh, bella! Oh, cielo! N. 7 - Terzetto Archi, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in si bem. ALLEGRO ASSAI Basilio e Basilio Basilio (a Basilio) Cosa sento! Tosto andate, E scacciate il seduttor. In mal punto son qui giunto! Perdonate, o mio signor. (quasi svenuta) Che ruina, me meschina! Son oppressa dal dolor. (sostenendo ) Ah, già svien la poverina! Come, oddio, le batte il cor! (avvicinandola al seggiolone per farla sedere)

Pian pianin: su questo seggio... Basilio Basilio e Basilio Dove sono? (rinviene) Cosa veggio? Che insolenza! Andate fuor! (si stacca da tutti e due) Siamo qui per aiutarti, Non turbarti, o mio tesor. (con malignità) Siamo qui per aiutarvi: È sicuro il vostro onor. (al ) Ah, del paggio quel ch ho detto Era solo un mio sospetto! È un insidia, una perfidia: Non credete all impostor. Parta! parta, il damerino! Poverino! (ironicamente) Poverino! Ma da me sorpreso ancor. Come! Che! Da tua cugina L uscio ier trovai rinchiuso; Picchio, m apre Barbarina (Recitativo) Paurosa fuor dell uso. Io dal muso insospettito, Guardo, cerco in ogni sito, (a due) ALLEGRO ASSAI Ed alzando pian pianino Il tappeto al tavolino, vedo il paggio! (imita il gesto col vestito, e scopre il paggio. Con sorpresa) Ah, cosa veggio! (con timore)

Ah, crude stelle! Basilio Basilio (con riso) Ah, meglio ancora. Onestissima signora, Or capisco come va. Accader non può di peggio: Giusti Dei! Che mai sarà! Così fan tutte le belle! Non c è alcuna novità. (a tre) RECITATIVO SECCO Basilio, in traccia tosto Di volate: Io vo ch ei veda (addita, che non si muove di loco) (con vivezza) Ed io che senta: andate. (a Basilio) Restate! [a ] Che baldanza! E quale scusa, se la colpa è evidente? Non ha d uopo di scusa un innocente. Ma costui quando venne? Egli era meco Quando voi qui giungeste, e mi chiedea D impegnar la padrona, A intercedergli grazia: il vostro arrivo In scompiglio lo pose, Ed allor in quel loco si nascose. Ma s io stesso m assisi Quando in camera entrai! (timidamente) Ed allor di dietro io mi celai. E quando io là mi posi? Allor io pian mi volsi, e qui m ascosi. (a ) Oh, ciel! Dunque ha sentito

Quello ch io ti dicea? Basilio Feci per non sentir quanto potea. Oh, perfidia! Frenatevi: vien gente. (a ) E voi restate qui, picciol serpente! (lo tira giù dal seggiolone) Scena ottava,, il, Basilio,, contadini e contadine [ ha una bianca veste in mano; i contadini e le contadine vestite di bianco spargono davanti al fiori raccolti in piccioli panieri.] N. 8 - Coro Archi, 2 Flauti, 2 Fagotti, 2 Corni in sol. ALLEGRO Coro (Soprani, Contralti, Tenori e Bassi) Giovani liete, Fiori spargete Davanti al nobile Nostro signor. Il suo gran core Vi serba intatto D un più bel fiore L almo candor. RECITATIVO SECCO (a, con sorpresa) Cos è questa commedia? (a, sottovoce) Eccoci in danza. Secondami, cor mio. [fra sé] Non ci ho speranza. [al ] Signor, non isdegnate Questo del nostro affetto Meritato tributo. Or che aboliste Un dritto sì ingrato a chi ben ama Quel dritto or non v è più: cosa si brama? Della vostra saggezza il primo frutto Oggi noi coglierem: le nostre nozze

Si son già stabilite. Or a voi tocca Costei, che un vostro dono Illibata serbò, coprir con questa, Simbolo d onestà, candida vesta. Tutti Diabolica astuzia! Ma fingere convien. (ad alta voce) Son grato, amici, ad un senso sì onesto. Ma non merto, per questo, Né tributi né lodi: e un dritto ingiusto Ne miei feudi abolendo, A natura, al dover lor dritti io rendo. Evviva, evviva, evviva! (malignamente) Che virtù! Che giustizia! (a e ) A voi prometto Compier la cerimonia. Chiedo sol breve indugio: io voglio, in faccia De miei più fidi, e con più ricca pompa, Rendervi appien felici. Marcellina si trovi. (ad alta voce) Andate, amici. Coro (tutto come il N. 8) (spargendo il resto dei fiori) Giovani liete, Fiori spargete Davanti al nobile Nostro signor. RECITATIVO SECCO Il suo gran core Vi serba intatto D un più bel fiore L almo candor. (i contadini e le contadine partono) Basilio Evviva! Evviva! Evviva!

e (a ) E voi non applaudite? È afflitto, poveretto, Perché il padron lo scaccia dal castello. Ah, in un giorno sì bello! In un giorno di nozze! [al ] Quando ognun v ammira! (inginocchiandosi) Perdono, mio signor Nol meritate. Egli è ancora fanciullo. Men di quel che tu credi. È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine (rialzandolo) Ben, ben; io vi perdono. Anzi, farò di più: vacante è un posto D uffizïal nel reggimento mio; Io scelgo voi. Partite tosto; addio. (il vuol partire, e l arrestano) Ah! Fin domani sol No, parta tosto. (con passione e sospirando) A ubbidirvi, signor, son già disposto. Via, per l ultima volta La abbracciate Inaspettato è il colpo. ( abbraccia, che rimane confusa) Ehi, capitano, a me pure la mano (piano a ) Io vo parlarti Pria che tu parta. (ad alta voce, con finta gioia) Addio, Picciolo.

Come cangia in un punto il tuo destino! N. 9 - Aria Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in do, 2 Trombe in do, Timpani in do sol ALLEGRO VIVACE. Non più andrai, farfallone amoroso, Notte e giorno d intorno girando, Delle belle turbando il riposo, Narcisetto, Adoncino d amor. Non più avrai questi bei pennacchini, Quel cappello leggero e galante, Quella chioma, quell aria brillante, Quel vermiglio, donnesco color. Tra guerrieri, poffarbacco! Gran mustacchi, stretto sacco, Schioppo in spalla, sciabla al fianco, Collo dritto, muso franco, Un gran casco, o un gran turbante, Molto onor, poco contante, Ed invece del fandango, Una marcia per il fango. Per montagne, per valloni, Con le nevi e i sollïoni, Al concerto di tromboni, Di bombarde, di cannoni, Che le palle in tutti i tuoni All orecchio fan fischiar., alla vittoria! Alla gloria militar! (partono tutti alla militare)

ATTO SECONDO Magnifica camera, con un alcova, la porta d entrata alla destra, un gabinetto alla sinistra, una porta in fondo che dà adito alle stanze delle cameriere una finestra a lato. Scena prima La ssa sola N. 10 - Cavatina Archi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in mi bem. LARGHETTO ssa Porgi, amor, qualche ristoro Al mio duolo, a miei sospir. O mi rendi il mio tesoro, O mi lascia almen morir. Scena seconda La ssa e ; poi (entra ) RECITATIVO SECCO ssa ssa ssa ssa (sedendo) Vieni, cara : Finiscimi l istoria. È già finita. Dunque, volle sedurti? Oh, il signor Non fa tai complimenti Con le donne mie pari: Egli venne a contratto di danari. Ah, il crudel più non m ama! E come, poi, È geloso di voi? Come lo sono I moderni mariti: per sistema Infedeli, per genio capricciosi, E per orgoglio, poi, tutti gelosi. Ma se t ama, ei sol potria... (di dentro, canterellando) La, la la la, la la la, la la la, La, la la la, la la la, la. [entra] Eccolo. Vieni, amico:

Madama impaziente ssa ssa (con ilare disinvoltura) A voi non tocca Stare in pena per questo. Alfin, di che si tratta? Al signor Piace la sposa mia; Indi segretamente Ricuperar vorria Il diritto feudale: Possibile è la cosa, e naturale. Possibil! Natural! Naturalissima. E, se vuoi, possibilissima. Finiscila una volta. Ho già finito. Quindi, prese il partito Di sceglier me corriero, e la Consigliera segreta d ambasciata: E, perch ella ostinata ognor rifiuta Il diploma d onor ch ei le destina, Minaccia di protegger Marcellina. Questo è tutto l affare. Ed hai coraggio di trattar scherzando Un negozio sì serio? Non vi basta Che scherzando io ci pensi? Ecco il progetto. (alla ssa) Per Basilio un biglietto Io gli fo capitar, che l avvertisca Di certo appuntamento Che per l ora del ballo A un amante voi deste. O ciel! che sento! Ad un uom sì geloso!... Ancora meglio: Così potrem più presto imbarazzarlo, Confonderlo, imbrogliarlo, Rovesciargli i progetti, Empierlo di sospetti, e porgli in testa Che la moderna festa, Ch ei di fare a me tenta, altri a lui faccia; Onde qua perda il tempo, ivi la traccia. Così, quasi ex abrupto, e senza ch abbia

Fatto per frastornarci alcun disegno, Vien l ora delle nozze, ([a,] segnando la ssa) e in faccia a lei Non fia ch osi d opporsi ai voti miei. ssa ssa ssa È ver; ma in di lui vece S opporrà Marcellina. [a ] Aspetta: al Farai subito dir che verso sera Attèndati in giardino: Il picciol, Per mio consiglio non ancor partito, Da femmina vestito, Faremo che in tua vece ivi sen vada. Questa è l unica strada Onde Monsù, sorpreso da Madama, Sia costretto a far poi quel che si brama. (a ) Che ti par? Non c è mal. Nel nostro caso... Quand egli è persuaso... E dove è il tempo?... Ito è il alla caccia, e per qualch ora Non sarà di ritorno. (in atto di partire) Io vado, e tosto vi mando: lascio a voi La cura di vestirlo. E poi? E poi... (Ripresa del N. 3) Archi, 2 Corni in fa. ALLEGRETTO Se vuol ballare, Signor Contino, Il chitarrino Le suonerò. (parte) Scena terza La ssa e ; poi

RECITATIVO SECCO ssa ssa ssa Quanto duolmi,, Che questo giovinetto abbia del Le stravaganze udite, ah, tu non sai!... Ma per qual causa mai Da me stessa ei non venne?... Dov è la canzonetta? Eccola: appunto Facciam che ce la canti. Zitto, vien gente: è desso. Avanti, avanti, ( entra) Signor uffiziale. Ah, non chiamarmi Con nome sì fatale! Ei mi rammenta Che abbandonar degg io Comare tanto buona. E tanto bella! (sospirando) Ah... sì... certo... (imitandolo) Ah... sì... certo... Ipocritone! (ad alta voce) Via, presto! La canzone Che stamane a me deste A Madama cantate. (aprendola) Chi n è l autor? (additando ) Guardate: egli ha due braccia Di rossor sulla faccia. Prendi la mia chitarra e l accompagna. Io sono sì tremante Ma se Madama vuole Lo vuole, sì, lo vuol manco parole. ( fa il ritornello sulla chitarra) N. 11 - Canzone Archi, 1 Flauto, 1 Oboe, 1 Clarinetto in si bem, 2 Fagotto, 2 Corni in mi bem. ANDANTE CON MOTO Voi che sapete

Che cosa è amor, Donne, vedete S io l ho nel cor. Quello ch io provo Vi ridirò; È per me nuovo, Capir nol so. Sento un affetto Pien di desir Ch ora è diletto, Ch ora è martir. Gelo, e poi sento L alma avvampar, E in un momento Torno a gelar. Ricerco un bene Fuori di me, Non so chi l tiene, Non so cos è. Sospiro e gemo Senza voler, Palpito e tremo Senza saper, Non trovo pace Notte né dì: Ma pur mi piace Languir così. Voi che sapete Che cosa è amor, Donne, vedete S io l ho nel cor. RECITATIVO SECCO ssa Bravo! Che bella voce! Io non sapea Che cantaste sì bene. Oh, in verità Egli fa tutto ben quello ch ei fa. Presto, a noi, bel soldato: v informò Tutto mi disse. Lasciatemi veder. (si misura con ) Andrà benissimo:

Siam d uguale statura Giù quel manto, (gli cava il manto) ssa ssa ssa ssa ssa ssa ssa (a ) Che fai? Niente paura. E se qualcuno entrasse? Entri: che mal facciamo? La porta chiuderò. (chiude la porta) Ma come, poi, Acconciargli i capelli? Una mia cuffia Prendi nel gabinetto. Presto! ( va nel gabinetto a pigliar una cuffia. si accosta alla ssa, e le lascia veder la patente che terrà in petto; la ssa la prende, la apre; e vede che manca il sigillo) Che carta è quella? La patente. Che sollecita gente! L ebbi or da Basilio. Dalla fretta obliato hanno il sigillo. (gliela rende) (tornando con la cuffia) Il sigillo di che? Della patente. Cospetto! Che premura! Ecco la cuffia. (a ) Spìcciati: va bene. Miserabili noi, se il viene. (prende e [se] lo fa inginocchiare davanti, poco discosto dalla ssa che siede) N. 12- Aria Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in sol. ALLEGRETTO Venite inginocchiatevi Restate fermo lì (lo pettina da un lato; poi lo prende pel mento e lo volge a suo piacere)

RECITATIVO SECCO Pian piano, or via, giratevi Bravo va ben così. La faccia ora volgetemi, (, mentre lo sta acconciando, guarda la ssa teneramente) Olà! Quegli occhi a me Drittissimo guardatemi Madama qui non è. (séguita ad acconciarlo e a porgli la cuffia) Più alto quel colletto Quel ciglio un po più basso Le mani sotto il petto Vedremo poscia il passo, Quando sarete in piè. (piano alla ssa) Mirate il bricconcello, Mirate quanto è bello! Che furba guardatura, Che vezzo, che figura! Se l amano le femmine, Han certo il lor perché. ssa ssa ssa ssa Quante buffonerie! Ma se ne sono Io la medesma gelosa! (prende pel mento ) Ehi, serpentello, Volete tralasciar d esser sì bello? Finiam le ragazzate. Or quelle maniche Oltre il gomito gli alza, Onde più agiatamente L abito gli si adatti. (eseguisce) Ecco. Più indietro. Così (scoprendo un nastro onde ha fasciato il braccio) Che nastro è quello? È quel ch esso involommi. (stacca il nastro) E questo sangue? (turbato) Quel sangue Io non so come Poco pria, sdrucciolando

In un sasso la pelle io mi graffiai, E la piaga col nastro io mi fasciai. ssa ssa ssa ssa ssa ssa ssa Mostrate: non c è mal. Cospetto! Ha il braccio Più candido del mio! Qualche ragazza E segui a far la pazza? Va nel mio gabinetto, e prendi un poco D inglese taffetà, ch è sullo scrigno. ( parte in fretta) In quanto al nastro (guarda un poco il suo nastro., inginocchiato, la osserva attentamente) Inver per il colore Mi spiacea di privarmene (rientrando, le dà il taffetà e le forbici) Tenete: E da legargli il braccio? Un altro nastro Prendi insiem col mio vestito. ( parte per la porta ch è in fondo e porta seco il mantello di ) Ah, più presto m avria quello guarito! Perché? Questo è migliore. Allorché un nastro Legò la chioma, ovver toccò la pelle D oggetto (interrompendolo)... Forastiero, È buon per le ferite; non è vero? Guardate qualità ch io non sapea! Madama scherza, ed io frattanto parto. Poverin, che sventura! Oh, me infelice! (con affanno e commozione) Or piange! O ciel! Perché morir non lice! Forse, vicino all ultimo momento Questa bocca oseria Siate saggio: cos è questa follia? (gli asciuga gli occhi col fazzoletto. Si sente picchiare alla porta) Chi picchia alla mia porta?

Scena quarta La ssa, ; e il fuori della porta. ssa ssa ssa ssa (di dentro) Perché chiusa? (alzandosi) Il mio sposo! O Dei, son morta! (a ) Voi qui senza mantello, In questo stato! Un ricevuto foglio La sua gran gelosia! (con più forza) Cosa indugiate? (confusa) Son sola ah, sì, son sola E a chi parlate? A voi certo A voi stesso Dopo quel ch è successo, il suo furore Non trovo altro consiglio! (entra nel gabinetto, e chiude) Ah, mi difenda il cielo, in tal periglio! (leva la chiave dal gabinetto e corre ad aprire al ) Scena quinta La ssa il [vestito] da cacciatore ssa ssa ssa [entrando] Che novità! Non fu mai vostra usanza Di rinchiudervi in stanza! È ver; ma io Io stava qui mettendo Via: mettendo Certe robe Era meco la Che in sua camera è andata. (esaminandola) Ad ogni modo, Voi non siete tranquilla. Guardate questo foglio.

Numi! È il foglio Che gli scrisse! ( fa cadere un tavolino e una sedia, in gabinetto, con molto strepito) ssa ssa ssa ssa ssa ssa ssa Cos è codesto strepito? In gabinetto Qualche cosa è caduta. Io non intesi niente. Convien che abbiate i gran pensieri in mente. Di che? Là v è qualcuno. Chi volete che sia? Lo chiedo a voi Io vengo in questo punto. Ah, sì, appunto Che passò, mi diceste, alla sua stanza! Alla sua stanza, o qui: non vidi bene! E donde viene Che siete sì turbata? (con risolino sforzato) Per la mia cameriera? Io non so nulla: Ma turbata, senz altro. Ah! questa serva, Più che non turba me, turba voi stesso. È vero, è vero; e lo vedrete adesso. Scena sesta La ssa, il ; e in disparte ( entra per la porta ond è uscita, e si ferma vedendo il, che dalla parte del gabinetto sta favellando.) N. 13 - Terzetto Archi, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in do. ALLEGRO SPIRITOSO, or via, sortite, Sortite! Così vo.

ssa ssa ssa ssa e ssa (al, affannata) Fermatevi Sentite Sortire ella non può. Cos è codesta lite? Il paggio dove andò? E chi vietarlo or osa? Lo vieta l onestà: Un abito da sposa Provando ella si sta. [fra sé] Chiarissima è la cosa: L amante qui sarà! Bruttissima è la cosa: chi sa cosa sarà. Capisco qualche cosa: Veggiamo come va. Dunque, parlate almeno,, se qui siete Nemmen, nemmen, nemmeno! [verso la porta] Io v ordino, tacete! ([fra sé], nascondendosi entro l alcova) O cielo! Un precipizio, Un scandalo, un disordine Qui certo nascerà. Consorte mia/mio, giudizio! Un scandalo, un disordine Schiviam, per carità. (a due) (a tre) (a tre) RECITATIVO SECCO ssa Dunque, voi non aprite? E perché deggio Le mie camere aprir? Ebben, lasciate L aprirem senza chiavi Ehi gente!

ssa ssa ssa Come? Porreste a repentaglio D una dama l onore? È vero, io sbaglio. Posso, senza rumore, Senza scandalo alcun di nostra gente, Andar io stesso a prender l occorrente: Attendete pur qui Ma, perché in tutto Sia il mio dubbio distrutto, anco le porte Io prima chiuderò. (chiude a chiave la porta che conduce alle stanze delle cameriere) Che impudenza! Voi la condiscendenza Di venir meco avrete. (con affettata ilarità) Madama, eccovi il braccio. Andiamo. (con ribrezzo) Andiamo. (a voce alta, accennando al gabinetto) starà qui finché torniamo. (partono) Scena settima e N. 14 - Duettino Archi soli. ALLEGRO ASSAI e (esce dall alcova in fretta e va alla porta del gabinetto) Aprite, presto, aprite! Aprite: è la. Sortite, via, sortite Andate via di qua! (entrando, confuso e senza fiato) Ahimé, che scena orribile! Che gran fatalità! (si accostano or ad una, or ad un altra porta, e le trovano tutte chiuse) Di qua, di qua, di là. Le porte son serrate. Che mai, che mai sarà! Qui perdersi non giova.

V uccide, se vi trova. Veggiamo un po qui fuori. (s affaccia alla finestra che mette in giardino) Dà proprio nel giardino. (fa un moto come per voler saltarvi giù; lo trattiene) Fermate,! (guarda anch essa, poi si ritira) Fermate, per pietà! Qui perdersi non giova: M uccide, se mi trova. (seguitando a trattenerlo) Tropp alto, per un salto. Fermate, per pietà! (si scioglie da ) Lasciami: pria di nuocerle, Nel foco volerei. Abbraccio te per lei, Addio. Così si fa. Ei va a perire, oh, Dei! Fermate, per pietà. ( salta fuori; mette un alto grido, siede un momento, poi va alla finestra) RECITATIVO SECCO Oh, guarda il demonietto! Come fugge! È già un miglio lontano! Ma non perdiamoci invano. Entriam nel gabinetto: Venga poi lo smargiasso, io qui l aspetto. (entra nel gabinetto e si chiude dietro la porta) Scena ottava La ssa e il ([Rientrano] la ssa e il, con martello e tenaglia in mano; al suo arrivo esamina tutte le porte ecc.) ssa Tutto è come il lasciai: volete dunque Aprir voi stessa, (in atto di aprir a forza la porta) o deggio Ahimè, fermate, E ascoltatemi un poco. (il getta il mantello e la tenaglia sopra una sedia) Mi credete capace

Di mancare al dover? ssa ssa ssa ssa ssa Come vi piace. Entro quel gabinetto Chi v è chiuso vedrò. (timida e tremante) Sì, lo vedrete Ma uditemi tranquillo. (alterato) Non è dunque! (c. s.) No, ma invece è un oggetto Che ragion di sospetto Non vi deve lasciar: per questa sera Una burla innocente Di far si disponeva ed io vi giuro Che l onor l onestà (più alterato) Chi è dunque? Dite! L ucciderò. Sentite Ah, non ho cor. Parlate. È un fanciullo (c. s.) Un fanciul Sì,. E mi farà il destino Ritrovar questo paggio in ogni loco! (alla ssa) Come? non è partito? Scellerati! Ecco i dubbi spiegati, ecco l imbroglio, Ecco il raggiro onde m avverte il foglio. N. 15 - Finale Archi, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in si bem. ALLEGRO ssa (alla porta del gabinetto, con impeto) Esci, ormai, garzon malnato! Sciagurato, non tardar. Ah, signore, quel furore (ritira a forza il )

Per lui fammi il cor tremar. ssa ssa ssa E d opporvi ancor osate? No, sentite Via, parlate. (tremando e sbigottita) Giuro al ciel ch ogni sospetto E lo stato in che il trovate Sciolto il collo nudo il petto Sciolto il collo Nudo il petto Seguitate. Per vestir femminee spoglie Ah, comprendo, indegna moglie; Mi vo tosto vendicar! (s appressa al gabinetto, poi torna indietro) ssa ssa ssa ssa (con forza) Mi fa torto, quel trasporto; M oltraggiate, a dubitar. Qua la chiave. Egli è innocente, Voi sapete (porge al la chiave) Non so niente. Va lontan dagli occhi miei. Un infida, un empia sei E mi cerchi d infamar. Vado sì ma Non ascolto. Non son rea Vel veggo in volto. Mora, mora, e più non sia Ria cagion del mio penar! (a due) ssa (a due) Ah, la cieca gelosia Qualche eccesso gli fa far! (il apre il gabinetto, e esce sulla porta tutta grave, ed ivi si ferma)

Scena nona La ssa, il e Archi, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in mi bem. MOLTO ANDANTE ssa ssa (con meraviglia)! (con meraviglia)! Signore! Cos è quel stupore? (con ironia) Il brando prendete, Il paggio uccidete; Quel paggio malnato Vedetelo qua. Che scuola! La testa Girando mi va. Che storia è mai questa! v è là? Confusa han la testa: Non san come va. (a ) Sei sola? (al ) Guardate, Qui ascoso sarà. Guardiamo, guardiamo, Qui ascoso sarà. (entra nel gabinetto) (a tre) (a due) Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in si bem. ALLEGRO ssa, son morta: Il fiato mi manca. (allegrissima, addita alla ssa la finestra ond è saltato ) Più lieta, più franca!

In salvo è di già. ssa e ssa ssa (esce confuso dal gabinetto) Che sbaglio mai presi! Appena lo credo. Se a torto v offesi, Perdono vi chiedo; Ma far burla simile È poi crudeltà (la ssa col fazzoletto alla bocca per celare il disordine di spirito) Le vostre follie Non mertan pietà. Io v amo! (rinvenendo dalla confusione a poco a poco) Nol dite! Vel giuro! (con forza e collera) Mentite! Son l empia, l infida Che ognor v inganna. Quell ira,, M aita a calmar. ssa ssa Così si condanna Chi può sospettar. (con risentimento) Adunque la fede D un anima amante Sì fiera mercede Doveva sperar? Quell ira,, M aita a calmar. (in atto di preghiera) Signora! (in atto di preghiera) Rosina! (al ) Crudele! Più quella non sono, Ma il misero oggetto Del vostro abbandono, Che avete diletto (due)

Di far disperar. e ssa ssa ssa ssa e ssa e ssa ssa, ssa e Confuso, pentito, Son/È troppo punito: Abbiate pietà. Soffrir sì gran torto Quest alma non sa. Ma il paggio rinchiuso? Fu sol per provarvi. Ma i tremiti, i palpiti? Fu sol per burlarvi. E un foglio sì barbaro? Di è il foglio, E a voi, per Basilio Ah, perfidi! Io voglio Perdono non merta Chi agli altri nol dà. (con tenerezza) Ebben, se vi piace, Comune è la pace: Rosina inflessibile Con me non sarà. Ah, quanto,, Son dolce di core! Di donna al furore Chi più crederà? Cogli uomini, signora, Girate, volgete, Vedrete che ognora Si cade poi là. (con tenerezza) Guardatemi Ingrato! Ho torto, e mi pento! (baca e ribacia la mano della ssa) Da questo momento Quest alma a conoscervi/-mi/-la (a tre)

Apprender potrà. Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in sol. ALLEGRO CON SPIRITO Scena decima La ssa, il, e ssa, e [entrando] Signori, di fuori Son già i suonatori: Le trombe sentite, I pifferi udite. Tra canti, tra balli De vostri vassalli, Corriamo, voliamo Le nozze a compir! (prende sotto il braccio e va per partire; il lo trattiene) Pian piano, men fretta. La turba m aspetta. Un dubbio toglietemi In pria di partir. La cosa è scabrosa; Com ha da finir? Con l arte le carte Convien qui scoprir. Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in do. ANDANTE ssa (mostrandogli il foglio ricevuto da Basilio. finge d esaminarlo) Conoscete, signor, Questo foglio chi vergò? Nol conosco (a ) Nol conosci? No. (a ) Nol conosci? No. (a ) Nol conosci?

, ssa e ssa ssa ssa e ssa e No. (a ) Nol conosci? No, no, no! E nol desti a Don Basilio Per recarlo Tu c intendi Oibò, oibò. E non sai del damerino Che stasera, nel giardino Già capisci Non lo so. Cerchi invan difesa e scusa. Il tuo ceffo già t accusa; Veggo ben che vuoi mentir. (al ) Monte il ceffo, io già non mento. (a ) Il talento aguzzi invano. Palesato abbiam l arcano: Non v è nulla da ridir. Che rispondi? Niente, niente. Dunque, accordi? Non accordo. (a ) Eh, via, chétati, balordo: La burletta ha da finir. Per finirla lietamente. E all usanza teatrale. (prende sotto il braccio) Un azion matrimoniale Le faremo ora seguir.

e ssa (al ) Deh, signor, nol contrastate: Consolate i miei/lor desir. Marcellina, Marcellina Quanto tardi a comparir! Scena undicesima La ssa, il,, e Antonio (Entra Antonio, il giardiniere, mezzo ubriaco, portando un vaso di garofani schiacciato.) ALLEGRO MOLTO Antonio Antonio ssa e Antonio ssa e Antonio Antonio Antonio e ssa (infuriato) Ah! Signore signor (con ansietà) Cosa è stato? Che insolenza! Chi l fece, chi fu? (con ansietà) Cosa dici, cos hai, cosa è nato? Ascoltate. Via, parla, di su. Dal balcone che guarda in giardino Mille cose ogni dì gettar veggio; E poc anzi, può darsi di peggio? Vidi un uom, signor mio, gittar giù! (con vivacità) Dal balcone? (additandogli il vaso di fiori schiacciato) Vedete i garofani? In giardino? Sì! (sottovoce a ), all erta!

ssa e Antonio Antonio Antonio Antonio ssa e Antonio e ssa Cosa sento! Costui ci sconcerta. (ad alta voce) Quel briaco che viene a far qui? (con fuoco, ad Antonio) Dunque un uom Ma dov è, dov è gito? Ratto ratto il birbone è fuggito, E ad un tratto di vista m uscì. (sottovoce a ) Sai che il paggio (sottovoce a ) So tutto, lo vidi. (Ride forte) Ah, ah, ah, ah! (a ) Taci là. (a ) Cosa ridi? (ad Antonio) Tu sei cotto dal sorger del dì! (ad Antonio) Or ripetimi: un uom dal balcone Dal balcone. In giardino In giardino Ma, signore, se in lui parla il vino! (ad Antonio) Segui pure. Né in volto il vedesti? No, nol vidi. (sottovoce a ) Olà,, ascolta. (ad Antonio) Via, piangione, sta zitto una volta:

(toccando con disprezzo i garofani) Per tre soldi far tanto tumulto! Giacché il fatto non può stare occulto: Sono io stesso saltato di lì. ssa e Antonio Antonio Chi? Voi stesso? Che testa! che ingegno! (al ) Che stupor? Già creder nol posso. (a ) Come mai diventaste sì grosso? Dopo il salto non foste così. A chi salta succede così. Chi l direbbe? (a due) ssa e Ed insiste, quel pazzo! Antonio ssa e Antonio ssa e (ad Antonio) Tu che dici? A me parve il ragazzo. (con fuoco) Cherubin! Maledetto! (ironicamente) Esso appunto. Da Siviglia a cavallo qui giunto. Da Siviglia ov ei forse sarà. (con rozza semplicità) Questo no, questo no: ché il cavallo Io non vidi saltare di là. Che pazienza! Finiam questo ballo! Come mai, giusto ciel, finirà? (a, con fuoco) Dunque, tu

(con disinvoltura) Saltai giù. Ma perché? Il timor Che timor? (additando le camere delle serve) Là rinchiuso, Aspettando quel caro visetto Tippe tappe, un sussurro fuor d uso Voi gridaste lo scritto biglietto Saltai giù dal terrore confuso (stropicciandosi il piede, come si fosse fatto del male) E stravolto m ho un nervo del piè! Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti in si bem., 2 Corni in mi bem. ANDANTE Antonio e ssa Antonio ssa e Antonio Vostre, dunque, saran queste carte Che perdeste (porge alcune carte chiuse a : il gliele toglie) Olà, porgile a me. (sottovoce a e alla ssa) Sono in trappola. (sottovoce a ), all erta! (apre il foglio; poi lo chiude tosto) Dite un po, questo foglio cos è? Tosto tosto n ho tanti, aspettate. (cava di tasca alcune carte e finge di guardarle) Sarà forse il sommario de debiti. No, la lista degli osti. (a ) Parlate. (ad Antonio) E tu, lascialo! (ad Antonio) Lascialo/-mi! E parti! Parto, sì, ma se torno a trovarti

(parte) ssa ssa Vanne, vanne, non temo di te. (riapre la carta e poi tosto la chiude. A ) Dunque?... (a, sottovoce) O ciel! La patente del paggio! (sottovoce a ) Giusti Dei! La patente! (a, ironicamente) Coraggio! (come in atto di risovvenirsi della cosa) Uh, che testa! Quest è la patente Che poc anzi il fanciullo mi diè. Per che fare? (imbrogliato) Vi manca Vi manca? (sottovoce a ) Il suggello (sottovoce a ) Il suggello! (a, che finge di pensare) Rispondi? È l usanza Su via: ti confondi? È l usanza di porvi il suggello. (guarda, e vede che manca il suggello; e squarcia la carta. Fra sé) Questo birbo mi toglie il cervello Tutto, tutto è un mistero per me. (con somma collera getta il foglio) e ssa Se mi salvo da questa tempesta, Più non havvi naufragio per me. Sbuffa invano, e la terra calpesta; (a quattro)

Poverino, ne sa men di me. Scena dodicesima La ssa, il,,, Marcellina, Bartolo e Basilio Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in mi bem., 2 Trombe in mi bem., Timpani in mi bem., si bem. ALLEGRO ASSAI Marcellina, ([entrando,] al ) Bartolo e Voi, signor, che giusto siete, Basilio Ci dovete or ascoltar. ssa e Marcellina ssa, e Bartolo ssa e Son venuti a vendicarmi. Io mi sento consolar. Son venuti a sconcertarmi. Qual rimedio ritrovar? (al ) Son tre stolidi, tre pazzi. Cosa mai vengono a far? Pian pianin, senza schiamazzi Dica ognun quel che gli par. Un impegno nuziale Ha costui con me contratto; E pretendo che il contratto Deva meco effettuar. Come! Come! Olà, silenzio: Io son qui per giudicar. Io da lei scelto avvocato Vengo a far le sue difese, Le legittime pretese Io qui vengo a palesar. È un birbante! Olà, silenzio! Io son qui per giudicar. (a quattro)

Basilio ssa, e Io, com uom al mondo cognito, Vengo qui per testimonio Del promesso matrimonio Con prestanza di danar. Son tre matti! Lo vedremo: Il contratto leggeremo. Tutto in ordin deve andar. PIÙ ALLEGRO, e infine PRESTISSIMO, Marcellina, Che bel colpo, che bel caso: Bartolo e È cresciuto a tutti il naso! Basilio Qualche Nume a noi propizio Qui li/ci ha fatti capitar. ssa e Son confusa/-o, son stordito/-a, Disperata/-o, sbalordita/-o! Certo, un diavol dell inferno Qui li ha fatti capitar. (a sette)

ATTO TERZO Sala ricca, con due troni, e preparata per la festa nuziale. Scena prima Il solo RECITATIVO SECCO [fra sé, passeggiando] Che imbarazzo è mai questo! Un foglio anonimo La cameriera in gabinetto chiusa La padrona confusa un uom che salta Dal balcone in giardino un altro, appresso, Che dice esser quel desso Non so cosa pensar: potrebbe forse Qualcun de miei vassalli a simil razza È comune l ardir Ma la ssa Ah, che un dubbio l offende ella rispetta Troppo se stessa; e l onor mio l onore Dove diamin l ha posto umano errore! Scena seconda Il, la ssa e ([Entrano] la ssa e [, e] s arrestano in fondo alla scena, non vedute dal.) ssa ssa ssa Via, fàtti core: digli Che ti attenda in giardino. [sempre fra sé] Saprò se Era giunto a Siviglia: a tale oggetto Ho mandato Basilio Oh, cielo! e... A lui non dèi dir nulla: in vece tua Voglio andarci io medesma. [c. s.] Avanti sera Dovrebbe ritornar Oddio! Non oso. Pensa ch è in tua mano il mio riposo. (si nasconde) [c. s.] E? Chi sa ch ella tradito

Abbia il segreto mio Oh, se ha parlato, Gli fo sposar la vecchia. Marcellina! [al ] Signor (serio) Cosa bramate? Mi par che siate in collera! Volete qualche cosa? Signor la vostra sposa Ha i soliti vapori, E vi chiede il fiaschetto degli odori. Prendete. Or vel riporto. Eh, no: potete Ritenerlo per voi. Per me? Questi non son mali Da donne triviali. Un amante che perde il caro sposo Sul punto d ottenerlo Pagando Marcellina Con la dote che voi mi prometteste Ch io vi promisi? Quando? Credea d averlo inteso Sì, se voluto aveste Intendermi voi stessa. È mio dovere; E quel di sua Eccellenza è il mio volere. N. 16 - Duetto Archi, 2 Flauti, 2 Fagotti, 2 Corni in la. ANDANTE Crudel! Perché finora Farmi languir così? Signor, la donna ognora Tempo ha di dir di sì.

Dunque, in giardin verrai? Se piace a voi, verrò. E non mi mancherai? No, non vi mancherò. Mi sento dal contento Pieno di gioia il cor. Scusatemi se mento, Voi che intendete amor. (a due) RECITATIVO SECCO E perché fosti meco Stamattina sì austera? Col paggio ch ivi c era Ed a Basilio, Che per me ti parlò Ma qual bisogno Abbiam noi che un Basilio È vero, è vero. E mi prometti, poi... Se tu manchi, o cor mio Ma la ssa Attenderà il fiaschetto. Eh, fu un pretesto: Parlato io non avrei, senza di questo. (le prende la mano; ella si ritira) Carissima! Vien gente. È mia senz altro. Forbitevi la bocca, o signor scaltro. [vuol partire, e sotto la porta s incontra in ] Scena terza Il, e

Ehi,, ove vai? Taci, Senza avvocato Hai già vinta la causa. (parte) Cosa è nato? (la segue) Scena quarta Il solo N. 17 - Recitativo e aria Recitativo Archi, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in re. MAESTOSO PRESTO Hai già vinta la causa! Cosa sento! In qual laccio cadea! Perfidi! Io voglio Di tal modo punirvi A piacer mio La sentenza sarà ANDANTE Ma s ei pagasse La vecchia pretendente? MAESTOSO Pagarla! In qual maniera? E poi v è Antonio Che a un incognito ricusa Di dare una nipote in matrimonio. Coltivando l orgoglio Di questo mentecatto Tutto giova a un raggiro Il colpo è fatto! Aria Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in re, 2 Trombe in re, Timpani in re la. ALLEGRO MAESTOSO ALLEGRO ASSAI Vedrò, mentr io sospiro, Felice un servo mio? E un ben che invan desio Ei posseder dovrà? Vedrò per man d amore Unita a un vile oggetto Chi in me destò un affetto Che per me poi non ha? Ah, no! Lasciarti in pace Non vo questo contento! Tu non nascesti, audace! Per dare a me tormento,

E forse ancor per ridere Di mia infelicità. Già la speranza sola Delle vendette mie Quest anima consola E giubilar mi fa. (vuol partire, e s incontra in Don Curzio) RECITATIVO SECCO Scena quinta Il, Marcellina,, Bartolo e Don Curzio; poi Don Curzio [entrando, a Marcellina, Bartolo e, che lo seguono] È decisa la lite: O pagarla, o sposarla. Ora ammutite. Marcellina Marcellina Io respiro. Ed io moro. Alfin sposa io sarò d un uom che adoro. [al ] Eccellenza, m appello È giusta la sentenza: O pagar, o sposar. Bravo Don Curzio. Don Curzio Bontà di sua Eccellenza. Bartolo Bartolo Bartolo Che superba sentenza! In che, superba? Siam tutti vendicati. Io non la sposerò. La sposerai. Don Curzio O pagarla, o sposarla. Lei t ha prestato Duemila pezzi duri. Son gentiluomo, e senza L assenso de miei nobili parenti Dove sono? Chi sono? Lasciate ancor cercarli: Dopo dieci anni io spero di trovarli.

Bartolo Marcellina Bartolo Qualche bambin trovato? No, perduto, dottor; anzi rubato. Come? Cosa? La prova? Don Curzio Il testimonio? Marcellina Marcellina L oro, le gemme e i ricamati panni, Che ne più teneri anni Mi ritrovaro addosso i masnadieri, Sono gl indizi veri Di mia nascita illustre; e sopra tutto Questo al mio braccio impresso geroglifico. Una spatola impressa al braccio destro E a voi chi l disse? Oddio! È egli È ver, son io. Don Curzio Chi? Bartolo Marcellina Bartolo Bartolo Bartolo e Don Curzio Marcellina Chi? Chi? Raffaello. E i ladri ti rapir? Presso un castello. Ecco tua madre. Balia No, tua madre. Sua madre Cosa sento! Ecco tuo padre. (corre ad abbracciare )

N. 18 - Sestetto Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Fagotti, 2 Corni in fa. ALLEGRO MODERTO Riconosci in questo amplesso Una madre, amato figlio. Bartolo (a Bartolo) Padre mio fate lo stesso: Non mi fate più arrossir. (abbracciando ) Resistenza la coscienza Far non lascia al tuo desir. Don Curzio [fra sé] Ei suo padre, ella sua madre: l imeneo non può seguir. Marcellina Bartolo [fra sé] Son smarrito, son stordito: Meglio è assai di qua partir. Figlio amato! Figlio amato! (a due) Parenti amati! (il va per partire; l arresta, entrando con una borsa in mano) Alto, alto, signor : Mille doppie son qui pronte. A pagar vengo per, Ed a porlo in libertà. e Non sappiam com'è la cosa: Don Curzio Osservate un poco là. ( si volge e vede che abbraccia Marcellina. Vuol partire) Bartolo e Già d accordo colla sposa: Giusto ciel, che infedeltà! (a ) Lascia, iniquo! (la trattiene; ella fa forza) No, t arresta. Senti, o cara. (dandogli uno schiaffo) Senti questa. È un effetto di buon core: Tutto amore è quel che fa.

Marcellina e Fremo/-e, smanio/-a dal furore: Don Curzio Il destino me la /gliela fa. (a sei) Marcellina Tutti Tutti Fremo, smanio dal furore, Una vecchia me la fa. (a ) Lo sdegno calmate, Mia cara figliuola, Sua madre abbracciate, Che vostra or sarà. (corre ad abbracciar ) Sua madre? Sua madre. E quello è mio padre, Che a te lo dirà. Suo padre? Suo padre. E quella è mia madre, Che a te lo dirà. (corrono tutti e quattro ad abbracciarsi),, Marcellina e Bartolo Al dolce contento Di questo momento, Quest anima appena Resister or sa. e Al fiero tormento Don Curzio Di questo momento, Quest anima appena Resistere or sa. (il e Don Curzio partono) (a sei) Scena sesta, Marcellina, e Bartolo RECITATIVO SECCO Marcellina Bartolo [a Bartolo] Eccovi, o caro amico, il dolce frutto Dell antico amor nostro Or non parliamo Di fatti sì remoti. Egli è mio figlio: