LEGGE APPROVATA IL 4 DICEMBRE Brevi note di commento.

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Composizione delle giunte. Status degli amministratori locali e misure di contenimento della spesa pubblica. Soglia di sbarramento nelle elezioni comunali e provinciali della Regione. Disposizioni varie LEGGE APPROVATA IL 4 DICEMBRE 2008 Brevi note di commento. Obiettivo dichiarato dal Governo Regionale in ordine all'iniziativa legislativa approvata dall'assemblea Regionale Siciliana nella seduta del 4 dicembre è quello di adeguare la normativa regionale alle misure di contenimento della spesa pubblica promulgate dallo Stato. Il riferimento è alle disposizioni (art. 2 commi da 23 a 32bis) della legge finanziaria 24 dicembre 2007, n. 244 e a quelle del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge con modificazioni dall'art. 1 della legge 6 agosto 2008, n. 133. Invero, con richiamo del costante indirizzo costituzionale, peraltro ribadito da ultimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 157 del 8 maggio 2007, rientra nella potestà legislativa della Regione Sicilia la facoltà di modificare le proprie disposizioni normative in contrasto (cfr. il testo coordinato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana 9 maggio 2008, n. 20, supplemento ordinario), con criterio di attuazione graduale, onde evitare le sanzioni prescritte dallo Stato (prospettiva: bilancio annuale e pluriennale del prossimo esercizio). In tal modo si intende dare seguito alle indicazioni contenute nella normativa statale, ponendo la legge n. 244 del 2007 una serie di disposizioni sulla riduzione dei costi delle amministrazioni locali. In particolare la medesima legge (cfr. art. 2, comma 32 bis, della l. n. 244/207) stabilisce che, qualora le regioni a statuto speciale non provvedano all adeguamento della propria normativa ai principi in essa contenuti, vanno incontro ad una riduzione dei finanziamenti del fondo ordinario statale degli enti locali. L'intervento del legislatore regionale va riferito anche all'enunciazione di principi generali (in particolare, ad esempio, per quanto concerne la composizione delle giunte, rapportate a quelle dei consigli, il riferimento è quello della rappresentatività popolare per classi di popolazione). In breve: a) il titolo I del disegno di legge concerne le disposizioni relative alla composizione delle giunte locali, alle norme di attuazione necessarie e, quindi, all'adeguamento delle proprie disposizioni in contrasto (articoli 1 e 2 del disegno di legge); b) gli articoli 3 e 4, relativi agli articoli 15 e 18 della legge regionale 23 ottobre 2000, n. 30, attuano la necessaria modifica e sostituzione della normativa regionale in tema di individuazione di amministratore locale ed in tema di aspettative; c) l'articolo 5 attua le modifiche e le integrazioni occorrenti, relative all'articolo 19 della legge regionale della legge regionale 23 ottobre 2000, n. 30 in tema di indennità e gettoni di presenza degli amministratori locali. Le restrizioni consistenti operate trovano motivazione nella considerazione che il parametro per operare le restrizioni di che trattasi usato dallo Stato è riferito a norme più rigide. Ciò per ovvie valutazioni di unico e non diverso punto di riferimento; d) l'articolo 6, aggiungendo alla legge regionale 23 ottobre 2000, n. 30, l'articolo 19 bis, detta una necessaria e chiara normativa in tema di divieto di cumulo di indennità; 1

e) l articolo 7 concerne la conseguente abrogazione di disposizione regionale superata; f) l'articolo 8 riguarda l'adeguamento in tema di permessi dell'articolo 20 della legge regionale 23 ottobre 2000, n. 30, sempre in attuazione di quanto già evidenziato con la precedente lettera c) (contenimento della spesa); g) l'articolo 9 sostituisce l'articolo 21 della legge regionale 23 ottobre 2000, n. 30, in materia di rimborso delle spese di viaggio; h) l'articolo 10 concerne il contenimento della spesa pubblica relativo al ricorso a diverse forme associative locali, individuando le forme gestionali e le disposizioni legislative di riferimento; i) l'articolo 11 sostituisce e riscrive la norma fondamentale regionale in tema di decentramento comunale (articolo 13 della legge n. 142/90, come recepito all'articolo 1 della legge regionale n. 48/1991 e sue modifiche ed integrazioni). Gli articoli 12, 13 e 14 sono relativi alla disciplina normativa dei commissari ad acta nominati presso gli enti locali, dei commissari straordinari e dei commissari straordinari nominati presso le IPAB; Il titolo II della legge interviene in materia di elezioni degli enti locali (articoli 15 e 16), in particolare, introducendo la soglia di sbarramento del 5% per le elezioni dei consigli comunali e provinciali. Prevede, inoltre, disposizioni varie relative al contenimento della spesa pubblica (articoli 19, 20, 21 e 22) e alla trasparenza dell attività amministrativa (art. 18 che introduce l'obbligo, a carico dei comuni e delle province regionali, di pubblicare gli atti adottati nel sito internet dell'ente locale) e alle indennità di polizia municipale (art. 23). Di seguito si riporta il testo della legge approvata e non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (testo disponibile sul sito internet dell'ars) con brevi note di commento. ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA DISEGNO DI LEGGE n. 240-85-213-256-278-296-299 LEGGE APPROVATA IL 4 DICEMBRE 2008 Composizione delle giunte. Status degli amministratori locali e misure di contenimento della spesa pubblica. Soglia di sbarramento nelle elezioni comunali e provinciali della Regione. Disposizioni varie TITOLO I Composizione delle giunte. Status degli amministratori locali e misure di contenimento della spesa pubblica Art. 1. Composizione delle giunte comunali e provinciali 1. L'articolo 33 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall'articolo l, comma 1, lettera e) della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48 e successive modifiche ed integrazioni, è sostituito dal seguente: 2

Art. 33. Composizione della giunta dei comuni e delle province regionali - l. La giunta comunale e la giunta della provincia regionale sono composte rispettivamente dal sindaco e dal presidente della provincia regionale che le presiedono e da un numero di assessori, stabilito in modo aritmetico dagli statuti, che non deve essere superiore al 20 per cento dei componenti dell organo elettivo di riferimento. Nei comuni con popolazioni fino a 10.000 abitanti il numero degli assessori non può comunque essere superiore a 4. 2. La variazione della popolazione accertata con censimento nel corso del periodo di carica del sindaco o del presidente della provincia regionale comporta la modifica del numero degli assessori alla scadenza, naturale o anticipata, del periodo di carica. Commento: l'articolo sostituisce l'art. 33 della l.n. n. 142/90 nel testo vigente recepito dal legislatore regionale (art. 133 del T.C. pubblicato in ) innovando la vigente disciplina in materia di composizione delle giunte comunali e provinciali. È introdotta dal legislatore una rilevante riduzione del numero massimo degli assessori, riduzione pari a circa un terzo del numero previsto dalla pregressa disciplina. La norma introduce infatti il nuovo limite numerico per il numero degli assessori delle giunte pari a un quinto (pregressa disciplina prevedeva il limite pari a un terzo) del numero dei componenti dei consigli comunali e provinciali di riferimento; nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti il numero massimo degli assessori non potrà comunque essere superiore a quattro. Pertanto: - nei comuni con popolazione superiore a 500.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 16 assessori a 10; - nei comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti e inferiore a 500.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 15 assessori a 9; - nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti e inferiore a 250.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 13 assessori a 8; - nei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti e inferiore a 100.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 10 assessori a 6; - nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti e inferiore a 30.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 7 assessori a 4; - nei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti e inferiore a 10.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 6 assessori a 4; - nei comuni con popolazione inferiore 3.000 abitanti il numero massimo di 4 assessori rimane invariato; - nelle province regionali con popolazione superiore a 600.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 15 assessori a 9; - nelle province regionali con popolazione superiore a 400.000 abitanti e inferiore a 600.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 12 assessori a 7; - nelle province con popolazione inferiore a 400.000 abitanti il numero massimo è ridotto dagli attuali 8 assessori a 5. Art. 2. Adeguamento degli statuti 1. I comuni e le province adeguano i propri statuti alle disposizioni del comma l dell'articolo 33 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall'articolo 1, comma l, lettera e) della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48, nel testo sostituito dall articolo 1 della presente legge, entro il rinnovo delle cariche elettive. 2. In mancanza del necessario adeguamento di cui al comma 1, anche con riferimento alle previsioni degli articoli 7 e 9 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 7 e degli articoli 3 e 5 della legge regionale l settembre 1993, n. 26, il numero degli asses- 3

sori è comunque determinato, in occasione del rinnovo delle cariche elettive, nel numero massimo individuato dal comma l dell'articolo 33 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall'articolo 1, comma l, lettera e) della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48, nel testo sostituito dall articolo 1 della presente legge. 3. Sono abrogate le seguenti norme: l articolo 24 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 7, come modificato dall articolo 76, comma 4, della legge regionale 3 dicembre 2003, n. 20; l articolo 4 della legge regionale 16 dicembre 2000, n. 25, come modificato dall articolo 76, comma 16, della legge regionale 3 dicembre 2003, n. 20; l articolo 9 della legge regionale 15 settembre 1997, n. 35. 4. Le abrogazioni di cui al comma 3 operano a decorrere dal termine di cui al comma 1. Commento: l'articolo prescrive l'obbligo di adeguamento degli statuti con riferimento ai limiti del sostituito articolo 33 della l.n. 142/90 nel testo recepito e vigente in Sicilia. Gli enti locali potranno adeguarsi da subito alla nuova disciplina introdotta; in assenza di adeguamento degli statuti entro il rinnovo degli organi elettivi il numero massimo degli assessori è comunque determinato in occasione delle elezioni dalle disposizioni introdotte dall'articolo 1 della legge. Il terzo comma prevede numerose necessarie abrogazioni espresse, logicamente conseguenti alle modifiche introdotte dalla nuova normativa. Art. 3. Definizione di amministratori locali 1. All'articolo 15, comma 2, secondo periodo, della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le seguente modifiche: a) dopo le parole Per amministratori sono aggiunte le parole, ai soli fini del presente capo, ; b) sono abrogate le parole e i vicepresidenti. Commento: l'articolo introduce un adeguamento della norma richiamata (art. 182 del T.C.) in materia di status degli amministratori locali. Il vicepresidente del consiglio comunale e/o provinciale è equiparato al consigliere comunale e/o provinciale.. Art. 4. Aspettative l. L'articolo 18 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, è sostituito dal seguente: Art. 18. Aspettative - l. I sindaci, i presidenti delle province regionali, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, i presidenti dei consigli circoscrizionali dei soli comuni capoluogo di provincia, i presidenti delle unioni di comuni, nonché i membri delle giunte di comuni e province, che siano lavoratori dipendenti possono essere collocati a richiesta in aspettativa non retribuita per tutto il periodo di espletamento del 4

mandato. Il periodo di aspettativa è considerato come servizio effettivamente prestato, nonché come legittimo impedimento per il compimento del periodo di prova. I consiglieri di cui all articolo 15, comma 2, se a domanda collocati in aspettativa non retribuita per il periodo di espletamento del mandato, assumono a proprio carico l'intero pagamento degli oneri previdenziali, assistenziali e di ogni altra natura previsti dall'articolo 22. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano agli amministratori e ai consiglieri comunali e provinciali che siano dipendenti dello stesso ente e si siano avvalsi delle disposizioni obbligatorie in materia di aspettative per non incorrere nei casi di ineleggibilità di cui all articolo 9 della legge regionale 24 giugno 1986, n. 31. Commento: l'articolo sostituisce l'articolo 18 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 (art. 185 del T.C.) I consiglieri comunali e/o provinciali (e i vicepresidenti equiparati ai consiglieri) se collocati in aspettativa non retribuita assumeranno a proprio carico il pagamento degli oneri previsti dalle disposizioni vigenti in materia (oneri previdenziali, assistenziali ), con eccezione degli amministratori e dei consiglieri comunali e provinciali dipendenti dell'ente locale che sono collocati in aspettativa per non incorrere nelle ipotesi di ineleggibilità (rectius incompatibilità) previste dall'art. 9 della l.r. n. 31/86. Art. 5. Indennità e gettoni di presenza l. All'articolo 19 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 1, dopo le parole previa deliberazione della Giunta regionale sono aggiunte le seguenti:, su proposta dell Assessore regionale per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali, ; b) al comma l, la lettera c) è sostituita dalla seguente: c) articolazione dell'indennità di funzione dei presidenti dei consigli, dei vicesindaci e dei vicepresidenti delle province regionali e degli assessori, in rapporto alla misura dell indennità stabilita per il sindaco e per il presidente della provincia regionale. Al presidente e ai componenti degli organi esecutivi delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali e al soggetto coordinatore degli uffici unici o comuni dei PIT sono attribuite le indennità di funzione nella misura massima del 20 per cento dell' indennità prevista per un comune avente popolazione pari alla popolazione dell'unione di comuni e del consorzio fra enti locali e dei comuni in convenzione. ; c) il comma 2 è sostituito dal seguente: 2. Il regolamento previsto dal comma l determina un'indennità di funzione, nei limiti fissati dal presente articolo, per il sindaco, il presidente della provincia regionale, il presidente della provincia regionale comprendente area metropolitana, i presidenti dei consigli circoscrizionali dei soli comuni capoluogo di provincia, i presidenti dei consigli comunali e provinciali nonché i componenti delle giunte dei comuni, delle province regionali e delle province comprendenti aree metropolitane ed i componenti degli organi esecutivi delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali. Tale indennità di funzione è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'a- 5

spettativa. Ai presidenti dei consigli circoscrizionali dei soli comuni capoluogo di provincia è corrisposta un'indennità pari al 40 per cento di quella spettante agli assessori dei rispettivi comuni ; d) il comma 3 è abrogato; e) il comma 4 è sostituito dal seguente: 4. I consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali limitatamente ai comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti, i componenti degli organi assembleari delle unioni dei comuni e i componenti degli organi assembleari dei consorzi tra enti locali hanno diritto a percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per l'effettiva partecipazione a consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito nell'ambito di un mese da un consigliere può superare l'importo pari al 30 per cento dell'indennità massima prevista per il rispettivo sindaco o presidente della provincia regionale o presidente dell unione dei comuni o presidente del consorzio e al 50 per cento dell indennità massima prevista per il rispettivo presidente del consiglio circoscrizionale in base al regolamento di cui al comma l. Ai consiglieri circoscrizionali, limitatamente ai comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti, è attribuito per l'effettiva partecipazione alle riunioni dei consigli e delle commissioni circoscrizionali, formalmente convocate, un gettone di presenza pari al 60 per cento di quello attribuito ai consiglieri dell'ente in cui è costituita la circoscrizione ; f) il comma 5 è sostituito dal seguente: 5. Le indennità e i gettoni di presenza, determinati ai sensi del comma l, possono essere diminuiti con delibera rispettivamente di giunta e di consiglio ; g) il comma 7 è abrogato; h) il comma 9 è abrogato; i) dopo il comma 12, è aggiunto il seguente comma: 12 bis. La corresponsione dei gettoni di presenza è comunque subordinata all'effettiva partecipazione del consigliere a consigli e commissioni; il regolamento dell' ente locale stabilisce termini e modalità.. 2. I comuni assegnano funzioni amministrative alle circoscrizioni entro 180 giorni dall entrata in vigore della presente legge. Commento: l'articolo introduce rilevanti modifiche all'articolo 19 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni (art. 186 del T.C.) È soppressa l'indennità di funzione dei vice presidenti dei consigli comunali e provinciali (mai prevista dal legislatore statale). Le indennità per il presidente e i componenti degli organi esecutivi delle unioni dei comuni e dei consorzi fra enti locali e per il soggetto coordinatore degli uffici unici o comuni dei PIT sono previste nella misura massima del 20% dell indennità prevista per un comune avente popolazione pari alla popolazione dell'unione di comuni, del consorzio degli enti locali e dei comuni in convenzione. La pregressa normativa prevedeva la diversa misura del 100%. Le indennità spettanti ai presidenti dei consigli circoscrizionali dei soli comuni capoluogo di provincia (diversamente dalla pregressa normativa che le riconosceva a tutti i presidenti) sono determinate nella misura del 40% di quella spettante agli assessori dei rispettivi comuni. Non è più consentita la previsione regolamentare dell'indennità per i consiglieri comunali e il relativo 6

conseguente diritto di opzione. Il complessivo ammontare mensile dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali e provinciali e dei componenti degli organi assembleari delle unioni dei comuni e dei consorzi tra enti locali non può superare l'importo pari al 30% dell'indennità massima prevista per l'organo monocratico di riferimento. Il limite previsto dalla pregressa normativa ammontava ad un terzo. L'ammontare mensile dei gettoni di presenza dei consiglieri circoscrizionali (limitatamente ai comuni superiori a 100.000 abitanti) non può superare l'importo pari al 50% dell'indennità massima prevista per il presidente del consiglio circoscrizionale. La misura del gettone (limitatamente ai comuni superiori a 100.000 abitanti) è pari al 60% dell'importo del gettone di presenza attribuito ai consigliere del comune di appartenenza. La precedente normativa prevedeva per tutti i consiglieri circoscrizionali un'indennità pari a 2/3 dell'indennità percepita dal presidente. Le misure delle indennità e dei gettoni di presenza possono essere diminuite dagli enti locali e non più aumentate. La corresponsione dei gettoni di presenza è subordinata all'effettiva partecipazione del consigliere a consigli e commissioni. È introdotto l'obbligo per i comuni di assegnare alle circoscrizioni (ove istituite) funzioni amministrative decentrate entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge. Art. 6. Divieto di cumulo di indennità 1. Dopo l'articolo 19 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, è inserito il seguente articolo: Art. 19 bis. Divieto di cumulo - l. I parlamentari nazionali ed europei e i deputati regionali non possono percepire le indennità e i gettoni di presenza previsti dal presente capo. 2. Salve le disposizioni previste per le forme associative degli enti locali, gli amministratori locali di cui all articolo 15, comma 2, secondo periodo, non percepiscono alcun compenso, tranne quanto dovuto ai sensi dell'articolo 21, per la partecipazione ad organi o commissioni comunque denominate, se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. 3. In caso di cariche incompatibili, le indennità di funzione non sono cumulabili; ai soggetti che si trovano in tale condizione, fino al momento dell'esercizio dell'opzione o comunque sino alla rimozione della condizione di incompatibilità, l'indennità per la carica sopraggiunta non è corrisposta. 4. Il sindaco e il presidente della provincia non possono cumulare alla propria altre indennità relative a cariche ricoperte per la funzione. Commento: il legislatore ha formulato esplicitamente il divieto di cumulo di indennità e di gettoni di presenza (previsti dalla normativa che si commenta) per i parlamentari regionali, nazionali ed europei. Il secondo comma dell'articolo disciplina il divieto di cumulo nell'ipotesi di cariche incompatibili. Sindaco e presidente della provincia non possono più cumulare alla propria altra indennità relative a cariche ricoperte per la funzione. Art. 7. 7

Abrogazioni in materia di indennità degli amministratori locali 1. L'articolo 17 della legge regionale 5 novembre 2004, n. 15, è abrogato. Commento: l'articolo prevede l'abrogazione dell'articolo indicato (art. 188 del T.C.) logicamente conseguente alle modifiche introdotte dalla nuova normativa. Art. 8. Disposizioni in materia di permessi e licenze 1. All'articolo 20 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 3 le parole dei consigli circoscrizionali, sono abrogate; b) alla fine del comma 5 sono aggiunti i seguenti periodi: L ente, su richiesta documentata del datore di lavoro, è tenuto a rimborsare quanto dallo stesso corrisposto per retribuzioni ed assicurazioni per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore. In nessun caso l ammontare complessivo da rimborsare nell ambito di un mese può superare l importo pari ad un terzo dell indennità massima prevista per il rispettivo sindaco o presidente di provincia. Per i comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti l ammontare complessivo da rimborsare nell ambito di un anno solare non può superare l importo pari a metà dell indennità massima prevista per il rispettivo sindaco nello stesso periodo. Commento: l'articolo modifica l'articolo 20 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 (art. 190 del T.C.) e introduce un limite ai rimborsi dovuti dall'ente locale. L'ammontare complessivo, a carico dell'ente (presso il quale il lavoratori esercitano le funzioni pubbliche), da rimborsare (nell'ambito di un mese) per i permessi retribuiti previsti per i lavoratori dipendenti da privati e da enti pubblici economici non può superare l'importo pari a un terzo dell'indennità massima mensile dell'organo monocratico di riferimento. Nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti l'ammontare da rimborsare nell'ambito di un anno solare non potrà essere superiore al 50% dell'indennità massima prevista per il rispettivo sindaco per lo stesso periodo. Art. 9. Spese di viaggio 1. L'articolo 21 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni, è sostituito dal seguente: Art. 21. Rimborso delle spese di viaggio - l. Agli amministratori che, in ragione del loro mandato, si rechino fuori dal capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, previa autorizzazione del capo dell'amministrazione nel caso di componenti degli organi esecutivi ovvero del presidente del consiglio nel caso di consiglieri, sono dovuti esclusivamente il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nonché un rimborso forfettario omnicomprensivo per le altre spese nella misura fissata con decreto dell Assessore per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali e dell Assessore per il bilancio e le finanze, sentita la Conferenza Regione-autonomie locali. 2. Le norme stabilite dalle vigenti disposizioni di legge, relative alla posizione, al 8

trattamento e ai permessi dei lavoratori pubblici e privati chiamati a funzioni elettive, si applicano anche per la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali alle associazioni internazionali, nazionali e regionali tra enti locali. Le spese che gli enti locali sostengono per la partecipazione dei componenti dei propri organi alle riunioni e alle attività degli organi nazionali e regionali delle associazioni fanno carico ai bilanci degli enti stessi. 3. La liquidazione del rimborso delle spese è effettuata dal dirigente competente, su richiesta dell'interessato corredata della documentazione delle spese di viaggio e soggiorno effettivamente sostenute e di una dichiarazione sulla durata e sulle finalità della missione. 4. Agli amministratori che risiedono fuori dal comune ove ha sede il rispettivo ente spetta il rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute per l'effettiva partecipazione ad ognuna delle sedute dei rispettivi organi assembleari ed esecutivi nonché per la presenza necessaria presso la sede degli uffici per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate. 5. Ai soli amministratori e consiglieri che risiedano fuori dal comune ove ha sede il rispettivo ente, che siano residenti in una delle isole minori della Sicilia e che, in ragione del loro mandato o per motivi istituzionali, debbano raggiungere e soggiornare nel luogo della sede dell ente medesimo, è riconosciuto anche il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate di vitto e soggiorno, alle condizioni previste dalla legge 18 dicembre 1973, n. 836 e successive modifiche ed integrazioni.. Commento: l'articolo sostituisce l'articolo 21 della legge regionale 23 dicembre 2000, n. 30 (art. 192 del T.C.) Per gli amministratori che in ragione del loro mandato si rechino fuori dal comune ove ha sede il rispettivo ente l'indennità di missione prevista dalla pregressa normativa è sostituita da un rimborso forfettario per le spese onnicomprensivo, nella misura che dovrà essere fissata con decreto assessoriale; permane la previsione del diritto al rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute. Non è più previsto il diritto dei consiglieri comunali e provinciali di assentarsi dal servizio per la durata dei giorni della missione. Disposizioni peculiari sono state introdotte per gli amministratori residenti nelle isole minori. Art. 10. Adesione a forme associative 1. Ai fini della semplificazione della varietà e della diversità delle forme associative comunali e del processo di riorganizzazione sovracomunale dei servizi, delle funzioni e delle strutture, ad ogni amministrazione comunale è consentita l'adesione ad una unica forma associativa per ciascuna di quelle previste rispettivamente dall articolo 25 della legge 8 giugno 1990, n. 142 e successive modifiche ed integrazioni, come introdotto dall'articolo l della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48 e successive modifiche ed integrazioni, dall'articolo 32 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e dall articolo 15 della legge regionale 6 marzo 1986, n. 9. 2. Sono fatte salve le disposizioni di legge in materia di organizzazione e gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti. 3. A decorrere dal termine indicato dall articolo 2, comma 28, della legge 24 dicem- 9

bre 2007, n. 244 e successive modifiche ed integrazioni, se permane l'adesione multipla ogni atto adottato dall associazione tra comuni è nullo ed è, altresì, nullo ogni atto attinente all adesione o allo svolgimento di essa da parte dell'amministrazione comunale interessata. 4. Il presente articolo non si applica per l'adesione delle amministrazioni comunali ai consorzi universitari e ai consorzi istituiti o resi obbligatori da leggi nazionali e regionali e per la gestione delle opere pubbliche finanziate con il vincolo della gestione in forma associata. 5. Agli enti locali nei cui territori risiedono minoranze linguistiche storiche, riconosciute ai sensi della legge 15 dicembre 1999, n. 482, è consentita, altresì, l adesione ad un altra forma associativa che abbia come finalità unicamente la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico delle minoranze linguistiche storiche, fra le forme gestionali previste dall articolo 25 della legge n. 142 del 1990, e successive modifiche ed integrazioni, come introdotto dall'articolo l della legge regionale n. 48 del 1991, e successive modifiche ed integrazioni, dall'articolo 32 del decreto legislativo n. 267 del 2000, e dall articolo 15 della legge regionale n. 9 del 1986. Commento: il legislatore regionale ha introdotto, per i comuni, il limite di adesione ad una unica forma associativa per ciascuna di quelle prevista dall'articolo: consorzi, unioni dei comuni e gestioni comuni. Il limite non si applica per l'adesione delle amministrazioni comunali ai consorzi universitari e per le forme associative obbligatorie per legge (ATO rifiuti, ATO idrico ). Ulteriori eccezioni sono previste per gli enti locali nei cui territori risiedono minoranze linguistiche storiche riconosciute ai sensi della normativa citata. Il termine per l'entrata in vigore è quello previsto dalla normativa statale (attualmente il primo gennaio 2009). Dopo l'entrata in vigore e in caso di permanenza della forma associativa le sanzioni sono quelle rigorose previste dal comma 3 dell'articolo. Art. 11. Circoscrizioni di decentramento 1. L'articolo 13 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall'articolo l della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48 e successive modifiche ed integrazioni è sostituito dal seguente: Art. 13. Circoscrizioni di decentramento comunale - l. I comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti articolano il loro territorio per istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal comune. 2. La circoscrizione ha poteri in ordine a: a) servizi demografici; b) servizi sociali e di assistenza sociale; c) servizi scolastici ed educativi; d) attività e servizi culturali, sportivi e ricreativi in ambito circoscrizionale: 3. Nessuno dei comuni di cui al comma 1 può articolare le proprie circoscrizioni in numero superiore a dieci. 4. L'organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni sono disciplinate dallo statuto 10

comunale e da apposito regolamento. Il numero dei componenti dei consigli circoscrizionali non può essere superiore ai due quinti di quello dei componenti del consiglio del comune di appartenenza. 5. Nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti, il limite di spesa per la gestione dei consigli circoscrizionali è demandato alla Giunta ed al Consiglio comunale del comune medesimo, che stabiliscono altresì il numero dei consigli circoscrizionali, tenendo in particolare considerazione gli agglomerati extraurbani, già frazioni. 6. I comuni con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti possono istituire consigli circoscrizionali senza oneri di spesa a carico dei propri bilanci. I comuni con popolazione superiore a 100.000 e fino a 250.000 abitanti possono istituire consigli circoscrizionali purchè i relativi oneri siano contenuti, per ciascuno di essi, nei limiti dei tetti di spesa discendenti dall applicazione dei principi fissati dalla normativa nazionale vigente in materia. 7. Il consiglio circoscrizionale rappresenta le esigenze della popolazione delle circoscrizioni nell'ambito dell'unità del comune ed è eletto a suffragio diretto secondo le norme stabilite per l'elezione dei consigli comunali con sistema proporzionale. 8. Il consiglio circoscrizionale elegge nel suo seno il presidente. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano a decorrere dalla cessazione del mandato dei consigli di circoscrizione attualmente in carica. 3. I comuni adeguano i propri statuti e i propri regolamenti alle disposizioni di cui al comma 2 dell articolo 13 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall articolo 1 della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48 nel testo sostituito dal presente articolo, entro tre mesi dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. Commento: l'articolo sostituisce l'articolo 13 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come introdotto dall'articolo l della legge regionale 11 dicembre 1991, n. 48 e successive modifiche ed integrazioni (art. 21 del T.C.). L'approvazione di numerosi emendamenti ha reso poco comprensibile la formulazione finale dell'articolo. È necessario un intervento urgente del legislatore. I comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti articolano i loro territorio per istituire le circoscrizioni di decentramento. Sono previste tre distinte fasce con disciplina finanziaria differenziata: - i comuni con popolazione tra 50.000 e 100.000 abitanti possono istituire consigli circoscrizionali senza oneri di spesa a carico dei propri bilanci; - i comuni con popolazione tra 100.000 e fino a 250.000 abitanti possono istituire consigli circoscrizionali purché i relativi oneri siano contenuti, per ciascuno di essi, nei limiti di spesa discendenti dall'applicazione dei principi fissati dalla normativa nazionale vigente in materia; - per i comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti non sono previsti limiti di spesa. Nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti la quantificazione del limite di spesa per la gestione dei consigli circoscrizionali è demandato alla giunta e al consiglio comunale. Nessuno dei comuni può articolare le proprie circoscrizioni in numero superiore a 10. L'attuale normativa in materia di circoscrizioni prevedeva la possibilità di istituzione delle stesse per tutti i comuni. Le innovazioni entrano in vigore dalla cessazione del mandato dei consigli di circoscrizione attualmente in carica. Il secondo comma dell'articolo sostituito indica le materie che dovranno essere assegnate (ai sensi del comma 3 dell'art. 11 della presente legge) alle circoscrizioni entro tre mesi dalla pubblicazione della legge 11

in. Un diverso termine di 180 giorni per l'assegnazione delle funzioni amministrative è previsto dal comma 2 dell'articolo 5 della legge. Art. 12. Indennità commissari ad acta 1. All articolo 24 della legge regionale 3 dicembre 1991, n. 44, è inserito il seguente comma: 2 bis. Al commissario ad acta, insediatosi presso gli enti locali per porre in essere l attività sostitutiva, è riconosciuta un indennità di carica e di responsabilità rapportata all'organo sostituito, alla tipologia degli atti adottati, alla professionalità, alla responsabilità, all'entità demografica dell'ente ed agli accessi effettuati.. 2. Con successivo decreto dell Assessore per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali, da emanarsi entro novanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, sono determinate le indennità di cui al comma 1. Commento: l'articolo integra l articolo 24 della legge regionale 3 dicembre 1991, n. 44 (art. 724 del T.C.). L'articolo che si commenta introduce per i commissari ad acta che espletano attiva sostituiva negli enti locali il diritto a percepire un'indennità che sarà quantificata con successivo decreto assessoriale. Art. 13. Commissari straordinari 1. Nel primo comma dell articolo 55 dell ordinamento amministrativo degli enti locali approvato con legge regionale 15 marzo 1963, n. 16 e successive modifiche e integrazioni, il periodo fra i componenti dell ufficio ispettivo previsto dall articolo 1 della legge regionale 23 dicembre 1962, n. 25, con almeno cinque anni di anzianità di servizio nell ufficio è sostituito con il seguente: fra i funzionari direttivi in servizio presso l assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali che hanno svolto funzioni ispettive, di vigilanza e di controllo nei confronti degli enti locali da almeno cinque anni. 2. Nel primo comma dell articolo 145 dell ordinamento amministrativo degli enti locali approvato con legge regionale n. 16 del 1963, e successive modifiche e integrazioni, il periodo fra i componenti dell ufficio ispettivo previsto dall articolo 1 della legge regionale 23 dicembre 1962, n. 25, con almeno cinque anni di anzianità di servizio nell ufficio è sostituito con il seguente: fra i funzionari direttivi in servizio presso l assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali che hanno svolto funzioni ispettive, di vigilanza e di controllo nei confronti degli enti locali da almeno cinque anni. 3. I soggetti individuati ai sensi degli articoli 55 e 145 dell ordinamento amministrativo degli enti locali, approvato con legge regionale 15 marzo 1963, n. 16 e successive modifiche ed integrazioni e del comma 2 dell articolo 56 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Regione 20 agosto 1960, n. 3, non possono assumere, a pena di nullità, l incarico di commissario straordinario se sono titolari di incarico di commissario straordinario presso altro ente locale, a prescindere dalle funzioni attribuite. 12

4. I commissari straordinari, nell espletamento delle proprie funzioni, hanno diritto di assentarsi dal servizio esclusivamente per i seguenti periodi: - nel caso di sostituzione di sindaco e giunta o di sindaco, giunta e consiglio, per un massimo di 36 ore mensili nei comuni con popolazione fino a 30.000 abitanti e per un massimo di 48 ore mensili nei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti e nelle province regionali; - nel caso di sostituzione del solo consiglio per un massimo di 16 ore mensili nei comuni con popolazione fino a 30.000 abitanti e per un massimo di 20 ore mensili nei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti e nelle province regionali. 5. Nel tetto massimo delle ore di cui al comma 4 non va computato il tempo necessario per raggiungere la sede dell ente. Commento: potranno essere nominati commissari straordinari (ipotesi di cessazione anticipata dei sindaci e dei presidenti della provincia e dei rispettivi consigli) i funzionari direttivi in servizio presso l'assessorato della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali, che hanno svolto funzioni ispettive di vigilanza e di controllo nei confronti degli enti locali da almeno cinque anni. È introdotto altresì il limite di un solo incarico per i soggetto nominato commissario straordinario. Sono previsti altresì limiti per il periodo di assenza dal servizio per i soggetti nominati commissari. Art. 14. Commissari straordinari delle Ipab 1. I soggetti nominati commissari straordinari delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza non possono assumere, a pena di nullità, l incarico di commissario straordinario se all atto del conferimento dell incarico svolgono le medesime funzioni presso un altra Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza. 2. I commissari straordinari delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, nell espletamento delle loro funzioni, hanno diritto di assentarsi dal servizio esclusivamente per i seguenti periodi: - per un massimo di 36 ore mensili nelle Istituzioni di prima classe; - per un massimo di 20 ore mensili nelle Istituzioni di seconda classe; - per un massimo di 16 ore mensili nelle Istituzioni di terza classe. 3. Nel tetto massimo delle ore di cui al comma 2 non va computato il tempo necessario per raggiungere la sede dell ente. Commento: identico limite di un solo incarico è previsto per i soggetti nominati commissari straordinari delle IPAB. Sono previsti altresì limiti per il periodo di assenza dal servizio per i soggetti nominati commissari. TITOLO II Soglia di sbarramento nelle elezioni comunali e provinciali della Regione. Disposizioni varie Art. 15. 13

Soglia di sbarramento 1. Dopo il comma 3 dell articolo 4 della legge regionale 15 settembre 1997, n. 35 e successive modifiche ed integrazioni, è inserito il seguente comma: 3 bis. Non sono ammesse all assegnazione dei seggi nei consigli comunali dei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, le liste che non hanno conseguito almeno il 5 per cento del totale dei voti validi espressi. Al fine della determinazione del quoziente elettorale circoscrizionale non si tiene conto dei voti riportati dalle liste non ammesse all assegnazione dei seggi. 2. Dopo il comma 4 dell articolo 7 della legge regionale n. 35 del 1997, e successive modifiche ed integrazioni, è inserito il seguente comma: 4 bis. Non sono ammesse all assegnazione dei seggi nei consigli provinciali le liste che non hanno conseguito almeno il 5 per cento del totale provinciale dei voti validi e- spressi. Al fine della determinazione del quoziente elettorale circoscrizionale non si tiene conto dei voti riportati dalle liste non ammesse all assegnazione dei seggi.. Commento: introdotta per le elezioni comunali (per i comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti) e provinciali la soglia di sbarramento del 5% per le liste. La soglia non è prevista per le elezioni dei consigli circoscrizionali. Art. 16. Nomina di rappresentanti di lista per le elezioni provinciali 1. La nomina dei rappresentanti di lista nelle elezioni provinciali avviene secondo le modalità e i tempi previsti per la nomina dei rappresentanti di lista nelle elezioni comunali. Commento: il legislatore ha equiparato la disciplina di nomina dei rappresentanti di lista nelle elezioni provinciali a quella prevista nelle elezioni comunali. Art. 17. Modifica della legge regionale 24 giugno 1986, n. 31 1. Alla fine del numero 4 del primo comma dell articolo 10 della legge regionale 24 giugno 1986, n. 31 e successive modifiche ed integrazioni, sono aggiunti i seguenti periodi: La lite promossa a seguito di o conseguente a sentenza di condanna determina incompatibilità soltanto in caso di affermazione di responsabilità con sentenza passata in giudicato. La costituzione di parte civile nel processo penale non costituisce causa di incompatibilità. La presente disposizione si applica anche ai procedimenti in corso. Commento: il legislatore ha modificato l'art. 10 della l.r. n. 31/86 (art. 83 del T.C.) introducendo una limitazione delle cause di incompatibilità per gli amministratori locali prevista dalla normativa statale e non prevista sino ad oggi dalla normativa regionale. 14

Art. 18. Obbligo di pubblicazione di atti nel sito internet 1. E fatto obbligo alle amministrazioni comunali e provinciali, ferme restando le disposizioni a tutela della privacy, di rendere noto, per estratto, nel rispettivo sito internet tutti gli atti deliberativi adottati dalla giunta e dal consiglio e le determinazioni sindacali e dirigenziali, ai fini di pubblicità notizia. 2. E fatto obbligo alle aziende pubbliche (ex municipalizzate) di rendere noto nel rispettivo sito internet tutti gli atti adottati dal consiglio di amministrazione e le determinazioni presidenziali e dirigenziali. Commento: l'articolo introduce l'obbligo per le amministrazioni comunali e provinciali di pubblicare per estratto sul sito internet gli atti adottati dalla giunta e dal consiglio e le determinazioni sindacali e dirigenziali, ai fini di pubblicità notizia. L'obbligo è esteso col secondo comma anche alle aziende pubbliche. Non è stata modificata la disciplina dell'art. 11 della l.r. n. 44/91 (Art. 711 del T.C.) Art. 19. Componenti degli organi delle società partecipate da enti locali 1. Il numero dei componenti nominati da comuni e province negli organi delle società, aziende ed enti, sia interamente sia parzialmente partecipate, non può eccedere le tre unità. Commento: l'articolo introduce il limite massimo di tre unità per le nomine di competenza degli enti locali negli organi di società, aziende ed enti partecipate anche parzialmente Art. 20. Compensi dei componenti degli organi delle società partecipate da enti locali 1. Nelle aziende, negli enti e nelle società a totale partecipazione di comuni o province regionali, il compenso lordo annuale, omnicomprensivo, attribuito al presidente e ai componenti del consiglio di amministrazione non può essere superiore rispettivamente al 70 per cento ed al 40 per cento delle indennità spettanti al sindaco del comune con maggiore popolazione o al presidente della provincia. 2. Al presidente ed ai componenti del consiglio di amministrazione è dovuto il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nonché le indennità di missione alle condizioni e nella misura fissata per il sindaco o il presidente della provincia. Commento: il legislatore introduce limiti per l'ammontare dei compensi percepiti dal presidente e dai componenti del consiglio di amministrazione delle aziende, degli enti e delle società a totale partecipazione di comuni o province regionali. Il secondo comma dell'articolo disciplina il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nonché la misura delle indennità di missione degli stessi componenti. 15

Art. 21. Utilizzo delle autovetture di servizio degli enti locali 1. Gli enti locali inseriscono nei rispettivi regolamenti norme che disciplinano l utilizzo delle autovetture di servizio da parte dei soggetti beneficiari secondo i principi di efficienza, economicità e buon andamento dell amministrazione. Commento: introdotto l'obbligo per gli enti locali di regolamentare l'utilizzo delle autovetture di servizio secondo i principi di efficienza, economicità e buon andamento dell amministrazione. Art. 22. Competenze gestionali degli assessori comunali 1. I comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, fatta salva l ipotesi di cui all articolo 97, comma 4, lettera d) del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, anche al fine di operare un contenimento della spesa, possono adottare disposizioni regolamentari organizzative, se necessario anche in deroga a quanto disposto dall articolo 107 del medesimo decreto legislativo, attribuendo ai componenti dell organo esecutivo la responsabilità degli uffici e dei servizi ed il potere di adottare atti anche di natura tecnica gestionale. 2. Il contenimento della spesa è documentato ogni anno, con apposita deliberazione, in sede di approvazione del bilancio. Commento: è introdotta nell'ordinamento regionale la facoltà per i comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti di affidare competenze gestionali ai componenti dell'organo esecutivo. La misura ha finalità di contenimento della spesa (da documentare annualmente). Art. 23. Indennità dei corpi di polizia municipale dei comuni 1. L indennità prevista dall articolo 13 della legge regionale 1 agosto 1990, n. 17, destinata agli appartenenti ai corpi di polizia municipale dei comuni, che hanno approvato e richiesto il finanziamento dei piani di miglioramento dei servizi di polizia municipale, rimane concessa a tutto il personale della polizia municipale, ivi compresi comandanti e ufficiali, siano essi dirigenti o incaricati di posizione organizzativa, ai sensi degli articoli 9, 10 e 11 del contratto collettivo nazionale di lavoro del 31 marzo 1999, che svolgono le funzioni di polizia giudiziaria, di pubblica sicurezza e di polizia stradale di cui all articolo 5 della legge 7 marzo 1986, n. 65. 2. L Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali autorizza i comuni a procedere alla liquidazione delle somme spettanti, già accantonate a partire dal 1999 nei propri bilanci, in favore dei comandanti e degli ufficiali di polizia municipale di cui al comma 1. Commento: il legislatore regionale ha "chiarito" che l'indennità prevista dall articolo 13 della legge regionale 1 agosto 1990, n. 17, destinata agli appartenenti ai corpi di polizia municipale dei comuni, che han- 16

no approvato e richiesto il finanziamento dei piani di miglioramento dei servizi di polizia municipale, è concessa a tutto il personale della polizia municipale, ivi compresi comandanti e ufficiali, siano essi dirigenti o incaricati di posizione organizzativa. Art. 24. Proroga di contratti nel settore del trasporto pubblico locale 1. Nelle more dell entrata in vigore della disciplina comunitaria di cui al regolamento (CE) n. 1370/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, pubblicato nella GUUE serie L 315 del 3 dicembre 2007, al fine di assicurare la continuità del servizio di trasporto pubblico locale e di rendere più agevole agli enti locali il graduale compimento degli atti necessari all applicazione della suddetta disciplina, i contratti di affidamento provvisorio di cui all articolo 27 della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19, sono prorogati, dalla data della loro naturale scadenza, di ulteriori 48 mesi. Commento: Il Commissario dello Stato ha impugnato l'articolo che si commenta per violazione degli articoli 97, 117 primo e secondo comma lettera e) della Costituzione nonché degli articoli 14 e 17 dello Statuto speciale e dell'articolo 4 ter del DPR n. 1113/1953. L'articolo impugnato prevede la proroga dei contratti di affidamento provvisorio previsti dall articolo 27 della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19, per ulteriori 48 mesi dalla data della loro naturale scadenza, nelle more dell entrata in vigore della disciplina comunitaria, al fine, dichiarato, di assicurare la continuità del servizio di trasporto pubblico locale. Art. 25. Interpretazione autentica in materia di compensi per i presidenti di IACP 1. L articolo 83 della legge regionale 3 maggio 2001, n. 6, come modificato ed integrato dall articolo 129 della legge regionale 26 marzo 2002, n. 2, si interpreta nel senso che, a far data dall entrata in vigore della legge regionale n. 2 del 2002 ai presidenti degli Istituti autonomi case popolari spetta un compenso determinato in misura pari al 75 per cento dell indennità complessiva del presidente della provincia regionale di appartenenza, con la riduzione del 10 per cento prevista dall articolo 17 della legge regionale n. 2 del 2002. Commento: la disposizione ha "chiarito" le modalità di determinazione del compenso da corrispondere ai presidenti degli Istituti autonomi case popolari (a far data dall'entrata in vigore della l.r. n. 2/2002). Art. 26. Entrata in vigore 1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore il giorno successivo a quella della sua pubblicazione. 2. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione. 17