La definizione di corruzione

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24 ottobre 2017 La definizione di corruzione Santo Fabiano

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La definizione del dizionario L effetto della corruzione è il disfacimento di ciò che tiene unito. Nella pubblica amministrazione ciò consiste nell interesse pubblico

definizione di corruzione Tratta dal PNA 2013 Ciò che viene definito come abuso non sempre si manifesta come deviazione dalle regole formali ma, invece, nel loro utilizzo per finalità diverse dall interesse pubblico

Aggiornamento al PNA - 2015 nozione di corruzione (in senso ampio) Si conferma la definizione del fenomeno contenuta nel PNA, non solo più ampia dello specifico reato di corruzione e del complesso dei reati contro la pubblica amministrazione, ma coincidente con la maladministration, intesa come assunzione di decisioni (di assetto di interessi a conclusione di procedimenti, di determinazioni di fasi interne a singoli procedimenti, di gestione di risorse pubbliche) devianti dalla cura dell interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari. Occorre, cioè, avere riguardo ad atti e comportamenti che, anche se non consistenti in specifici reati, contrastano con la necessaria cura dell interesse pubblico e pregiudicano l affidamento dei cittadini nell imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse. È opportuno precisare che se la corruzione è coincidente con la maladministration, non si può affermare automaticamente il contrario. Altrimenti si corre il rischio di chiamare allo stesso modo fenomeni diversi e di non coglierne la gravità

24 ottobre 2017 la nuova definizione di corruzione nel codice penale a seguito delle modifiche introdotte dalla legge 190/2012

per il codice penale (art. 318) versione precedente Corruzione per un atto d ufficio Il pubblico ufficiale, che, per compiere un atto del suo ufficio, riceve, per sé o per un terzo, in denaro od altra utilità, una retribuzione che non gli è dovuta, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se il pubblico ufficiale riceve la retribuzione per un atto d'ufficio da lui già compiuto, la pena è della reclusione fino a un anno. versione attuale Corruzione per l'esercizio della funzione Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni. si registra una importante evoluzione dalla corruzione per atto alla corruzione per l esercizio della funzione

per il codice penale (art. 319) Corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio Il pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sè o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da due a cinque anni.

la relazione tra i due articoli del c.p. Corte di Cassazione Sez. Vi Penale, sentenza del 27 settembre 2016, n. 40237. In merito al rapporto tra la figura di cui all'art. 318 e quella di cui all'art. 319 c.p., l'orientamento giurisprudenziale dominante ritiene che lo stabile asservimento del pubblico ufficiale ad interessi personali di terzi, attraverso il sistematico ricorso ad atti contrari a doveri d'ufficio non predefiniti, né specificamente individuabili ex post, integri il reato di cui all'art. 319 c.p. e non il più lieve reato di corruzione per l'esercizio della funzione ex art. 318 c.p. (Cass. pen., Sez. VI, 15 ottobre 2013, n. 9883), con la precisazione che costituiscono atti contrari ai doveri d'ufficio non solo quelli illeciti o illegittimi, ma anche quelli che, pur formalmente regolari, prescindono, per consapevole volontà del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, dall'osservanza di doveri istituzionali espressi in norme di qualsiasi livello, ivi compresi quelli di correttezza ed imparzialità.

Art. 2635. (codice civile) Corruzione tra privati Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità, per sé o per altri, compiono od omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, cagionando nocumento alla società, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. Si applica la pena della reclusione fino a un anno e sei mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma. Chi dà o promette denaro o altra utilità alle persone indicate nel primo e nel secondo comma è punito con le pene ivi previste. Le pene stabilite nei commi precedenti sono raddoppiate se si tratta di società con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'unione europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante ai sensi dell'articolo 116 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni. Si procede a querela della persona offesa, salvo che dal fatto derivi una distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi.

fare è costituito dalle attività che si traducono in atti espliciti e formali consentire consiste nella decisione di autorizzare in modo implicito, non accorgendosi non fare si esprime con l inerzia intenzionale che reca vantaggio diretto o indiretto impedire si esprime con l intenzione esplicita di non consentire l esercizio di un diritto

ogni provvedimento amministrativo ha un solo fine: il perseguimento esclusivo dell interesse pubblico

la corruzione come deviazione l intento corruttivo è quello di orientare l azione amministrativa verso fini diversi rispetto all interesse pubblico l azione amministrativa, perché sia valida, deve essere finalizzata al perseguimento esclusivo dell interesse pubblico, sia nei fini (il risultato ) che nelle modalità (la scelta di chi e di come. l ambito di presidio a tutela della correttezza dell azione amministrativa è la motivazione dell atto la motivazione (perché) ciò che ha determinato l adozione del provvedimento (istanza, norma, atto di indirizzo, ecc) l interesse pubblico che attribuisce valore al punto precedente la competenza a provvedere la normativa che prescrive criteri e presupposti, modalità di azione, di scelta e quantificazione dei valori eventuali interessi manifestati il processo decisionale che descrive le scelte adottate

il codice di comportamento come misura di prevenzione della corruzione legge 190/2012 44. L'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, è sostituito dal seguente: «Art. 54. - (Codice di comportamento). - 1. Il Governo definisce un codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. Il codice contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite, e comunque prevede per tutti i dipendenti pubblici il divieto di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d'uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia. [ ] 3. La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all'attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare. La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti. Violazioni gravi o reiterate del codice comportano l'applicazione della sanzione di cui all'articolo 55-quater, comma 1. [ ] 6. Sull'applicazione dei codici di cui al presente articolo vigilano i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina. 7. Le pubbliche amministrazioni verificano annualmente lo stato di applicazione dei codici e organizzano attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi».

il codice di comportamento come misura di prevenzione della corruzione legge 190/2012 44. L'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, è sostituito dal seguente: «Art. 54. - (Codice di comportamento). - 1. Il Governo definisce un codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. Il codice contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite, e comunque prevede per tutti i dipendenti pubblici il divieto di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d'uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia. [ ] 3. La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all'attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare. La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti. Violazioni gravi o reiterate del codice comportano l'applicazione della sanzione di cui all'articolo 55-quater, comma 1. [ ] 6. Sull'applicazione dei codici di cui al presente articolo vigilano i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina. 7. Le pubbliche amministrazioni verificano annualmente lo stato di applicazione dei codici e organizzano attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi».

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 62 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. ( pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 129 del 4 giugno 2013) Art. 1 Disposizioni di carattere generale 1. Il presente codice di comportamento, di seguito denominato "Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.

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LEGGE 6 novembre 2012, n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 13 novembre 2012