UNIONI E FUSIONI DI COMUNI

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1 UNIONI E FUSIONI DI COMUNI

2 NIONI DI COMUNI D. lgs n. 267, 18 agosto 2000) È un ente locale di secondo grado costituito da due o più comuni per l esercizio congiunto di alcune funzioni ad esso delegate. Il suo ambito territoriale coincide con quello dei Comuni che ne fanno parte. L ente si dota di uno statuto che ne regola le funzioni.

3 opo: esercitare congiuntamente una ralità di funzioni di loro competenza I singoli comuni si uniscono e trasferiscono alle Unioni funzioni e servizi. Il servizio o la funzione trasferita all'unione viene sottratta alla titolarità diretta del Comune, e rientra nella titolarità dell'unione dei Comuni. DIFFERENZA CON CONVEZIONE DI SERVIZI: in una semplice convenzione di gestione dei servizi, la titolarità del servizio permane in capo al comune convenzionato, mentre il comune capofila semplicemente la esercita su delega degli altri.

4 tto costitutivo e statuto L'Unione deve avere un atto costitutivo e uno statuto. Lo statuto deve avere alcune caratteristiche: deve essere approvato dai singoli consigli comunali con procedure e maggioranze previste per le modifiche statutarie; deve definire gli organi e le modalità per la loro costituzione; definisce le funzioni svolte dall Unione e le risorse di finanziamento; il presidente deve essere scelto fra i sindaci eletti; gli altri organi previsti, quali la Giunta Esecutiva e il Consiglio dell'unione, devono essere composti da consiglieri o membri delle giunte con la presenza delle minoranze; L'Unione decide al suo interno i regolamenti per la propria organizzazione ed i rapporti con i singoli comuni. Il decreto conclude disponendo che le Unioni seguono le regole ed i principi previsti per i comuni, evidenziando che i componenti degli organi non possono eccedere le disposizioni relative ai comuni con la popolazione complessiva delle amministrazioni locali associate. Ultimo, ma fondante dei poteri delle unioni, è la destinazione di tutti gli introiti che derivano da tasse, tariffe e contributi dovuti per i servizi trasferiti dai comuni.

5 USIONE DI COMUNI D. lgs. n. 267, 18 agosto 2000) Prevista dall articolo 133 della Costituzione, la fusione consiste in un processo di accorpamento e soppressione di più Comuni preesistenti finalizzato ad istituire un nuovo Comune unico. La stessa Carta costituzionale demanda alla Regione la titolarità dell iniziativa, sentite le popolazioni interessate. Perl istituzionediunnuovocomunetramitefusioneoccorrecheil Consiglio Regionale proceda all approvazione di una specifica legge regionale. Tale approvazione deve essere preceduta da un referendum consultivo (non vincolante) delle popolazioni interessate. In Veneto è tutto disciplinato dalla L.R. n. 18 del 27 aprile 2012 che esprime, come «preferenza» rispetto alle forme di gestione associata deicomuni,propriolafusionedicomuni.lostessovaleperl Art.12 dello Statuto del Veneto.

6 ome si fa? La proposta di legge regionale per l'istituzione di nuovi Comuni può essere presentata: su diretta iniziativa della Giunta regionale o di altri soggetti abilitati ai sensi dell articolo 50 dello Statuto regionale; nelle forme dell iniziativa legislativa popolare ai sensi dell Art. 20 dello Statuto regionale da: - almeno 7000 cittadini elettori - dai Consigli provinciali - da 10 o più Consigli comunali che singolarmente o insieme rappresentino una popolazione di almeno 20 mila abitanti. In alternativa, possono richiedere l avvio di un processo di fusione (senza ricorrere all iniziativa legislativa popolare): i Consigli comunali (che singolarmente o insieme non raggiungono i 50 mila abitanti) con una deliberazione adottata a maggioranza qualificata dei 2/3. I Consigli comunali possono presentare richiesta alla Giunta regionale affinché promuova la procedura adottando un progetto di legge

7 passaggi successivi Una volta pervenuta in Regione la richiesta di fusione, la procedura prevista dalla legge prevede i seguenti passaggi istituzionali: predisposizione da parte della Giunta del progetto di legge di fusione e della relativa relazione da sottoporre al Consiglio Regionale richiesta del parere alla Provincia esame del progetto di legge e del parere da parte della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali del Consiglio Regionale passaggio del progetto di legge in Consiglio Regionale dove si vota sull indizione del referendum (con la definizione del quesito da sottoporre a consultazione dell ambito territoriale entro il quale gli elettori sono chiamati a votare) emanazione del decreto del Presidente della Regione di indizione del referendum consultivo espletamento del referendum pubblicazione dei risultati del referendum sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto approvazione del progetto di legge da parte del Consiglio Regionale entro 60 giorni dalla pubblicazione sul BUR (Bollettino ufficiale Regionale) promulgazione, pubblicazione ed entrata in vigore della legge istitutiva del nuovo Comune

8 eferendum Il referendum è indetto dal Presidente della Giunta regionale con un decreto entro dieci giorni dalla deliberazione del Consiglio Regionale. Chi vota: tutti gli elettori dei Comuni interessati, inclusi i residenti che siano cittadini di uno dei Paesi appartenenti all'unione europea. Il referendum è valido indipendentemente dal numero degli aventi diritto al voto che vi hanno partecipato. L esito della consultazione non è vincolante rispetto alla decisone che il legislatore assume in merito all adozione finale del provvedimento di legge.

9 .R. 18/2012 alcuni elementi L Art. 8 individua la «dimensione territoriale ottimale» comuni formulano proposte di gestione associata da realizzarsi, in via rioritaria, secondo i criteri di seguito indicati: ) appartenenza alla medesima area geografica omogenea; ) appartenenza degli enti interessati alla medesima provincia; ) contiguità territoriale; ) dimensioni associative con riferimento ai valori demografici di seguito ndicati: ) area montana e parzialmente montana: almeno abitanti; ) area ad elevata urbanizzazione: almeno abitanti; ) area del basso Veneto: almeno abitanti; ) area del Veneto centrale: almeno abitanti.

10 .R. 18/2012 alcuni elementi L Art. 10 prevede quali sono i contributi economici.. La Giunta regionale, previo parere del Consiglio delle autonomie locali e della ommissione consiliare competente, disciplina con appositi provvedimenti assegnazione dei seguenti contributi: ) contributi di natura corrente destinati a sostenere le spese di esercizio; ) contributi in conto capitale a sostegno delle spese di investimento.. La Giunta regionale, previo parere del Consiglio delle autonomie locali, etermina i criteri per l erogazione di contributi aggiuntivi in ragione di eventuali rasferimenti di risorse provenienti dallo Stato destinate al sostegno ell associazionismo comunale.. La Giunta regionale può prevedere l assegnazione di contributi specifici inalizzati alla redazione di studi di fattibilità di fusione tra comuni o a concorso elle spese sostenute per l elaborazione di progetti di riorganizzazione a favore ei comuni interessati ad avviare forme di gestione associata.. Gli incentivi finanziari vengono concessi annualmente, entro l anno finanziario i riferimento, nei limiti della disponibilità di bilancio.

11 .R. 18/2012 alcuni elementi L Art. 13 stabilisce, invece, le disposizioni finanziarie. Agli oneri derivanti dall applicazione dell Art. 10, Euro ,00 per l esercizio 2012, euro ,00 per l esercizio 2013 ed euro ,00 per l esercizio NEL BILANCIO 2014 DOVREBBERO ESSERE PREVISTI 2,5 MLN DI EURO. Agli oneri d investimento quantificati in euro ,00 per ciascuno degli esercizi 2012, 2013 e 2014.

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