AMBIENTE e PROTEZIONE CIVILE

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1 AMBIENTE e PROTEZIONE CIVILE VI Programma d azione per l ambiente: Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta Programma Life Plus

2 CONNESSI AMBIENTE I danni all'ambiente si sono costantemente amplificati nel corso degli ultimi decenni. Ogni anno negli Stati membri vengono prodotti circa due miliardi di tonnellate di rifiuti e questa cifra aumenta del 10% l'anno. Per il biossido di carbonio si registra un aumento delle emissioni provenienti da fonti domestiche e dai trasporti e un incremento dei consumi di energie inquinanti. La qualità della vita della popolazione europea, particolarmente nelle zone urbane, è soggetta ad un notevole degrado (inquinamento atmosferico, inquinamento acustico, vandalismo). La protezione dell'ambiente è quindi una delle maggiori sfide per l'europa. La Comunità è stata criticata per avere privilegiato l'economia e lo sviluppo degli scambi commerciali a spese dell'impatto ambientale. Si è riconosciuto pertanto che il modello europeo di sviluppo non può essere fondato sull'esaurimento delle risorse naturali e sulla degradazione dell'ambiente. Il Trattato di Roma del 1957 non conteneva alcun riferimento alla protezione dell ambiente. Fu necessario attendere gli anni 70 con l emergere delle prime preoccupazioni ambientali, per assister ad un intervento a livello comunitario. Al vertice di Parigi del luglio 1972 si riconobbe la necessità, nel contesto dell espansione economica e del miglioramento della qualità della vita, di prestare maggiore attenzione all ambiente. Le prime azioni comunitarie che hanno avuto inizio nel 1972, nel quadro di quattro programmi d'azione successivi, erano fondate su un approccio verticale e settoriale dei problemi ecologici. In questo periodo, la Comunità ha adottato circa 200 atti legislativi consistenti essenzialmente a limitare l'inquinamento mediante l'introduzione di norme minime, soprattutto in materia di gestione dei rifiuti, di inquinamento idrico e di inquinamento atmosferico. L'introduzione di questo quadro regolamentare non ha permesso di evitare la degradazione dell'ambiente. Grazie alla presa di coscienza, da parte dei cittadini, dei rischi connessi ai problemi globali dell'ambiente, è diventato inevitabile adottare un approccio concertato su scala europea e internazionale. Il punto di svolta della politica ambientale è però rappresentato dall entrata in vigore, nel 1987, dell Atto Unico europeo, con l inserimento nel trattato di un titolo specifico dedicato all ambiente e l introduzione di un nuovo principio, secondo il quale le esigenze connesse con la salvaguardia dell ambiente costituiscono una componente delle altre politiche della Comunità 1. L'entrata in vigore del trattato sull Unione europea (T. di Maastricht) ha rappresentato per molti versi un ulteriore passo in avanti, con l introduzione del concetto di crescita sostenibile che rispetti l ambiente tra i compiti della Comunità e l inserimento del principio di precauzione nell articolo relativo all ambiente 2. 1 Testo della versione consolidata con il Trattato di nizza 2000 Articolo 6 Le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche e azioni comunitarie di cui all'articolo 3, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile. 2 Articolo 2 La Comunità ha il compito di promuovere nell'insieme della Comunità, mediante l'instaurazione di un mercato comune e di un'unione economica e monetaria e mediante l'attuazione delle politiche e delle azioni comuni di cui agli articoli 3 e 4, uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche, un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, la parità tra uomini e donne, una crescita sostenibile e non inflazionistica, un alto grado di competitività e di convergenza dei risultati economici, un elevato livello di protezione dell'ambiente ed il miglioramento della qualità di quest'ultimo, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra Stati membri. Articolo La politica della Comunità in materia ambientale contribuisce a perseguire i seguenti obiettivi: - salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, - protezione della salute umana, - utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, - promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale. 2

3 CONNESSI 2. La politica della Comunità in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della Comunità. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sul principio "chi inquina paga". In tale contesto, le misure di armonizzazione rispondenti ad esigenze di protezione dell'ambiente comportano, nei casi opportuni, una clausola di salvaguardia che autorizza gli Stati membri a prendere, per motivi ambientali di natura non economica, misure provvisorie soggette ad una procedura comunitaria di controllo. 3. Nel predisporre la sua politica in materia ambientale la Comunità tiene conto: - dei dati scientifici e tecnici disponibili, - delle condizioni dell'ambiente nelle varie regioni della Comunità, - dei vantaggi e degli oneri che possono derivare dall'azione o dall'assenza di azione, - dello sviluppo socioeconomico della Comunità nel suo insieme e dello sviluppo equilibrato delle sue singole regioni. 4. Nel quadro delle loro competenze rispettive, la Comunità e gli Stati membri cooperano con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti. Le modalità della cooperazione della Comunità possono formare oggetto di accordi, negoziati e conclusi conformemente all'articolo 300, tra questa ed i terzi interessati. Il comma precedente non pregiudica la competenza degli Stati membri a negoziare nelle sedi internazionali e a concludere accordi internazionali. Articolo Il Consiglio, deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 e previa consultazione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni, decide in merito alle azioni che devono essere intraprese dalla Comunità per realizzare gli obiettivi dell'articolo In deroga alla procedura decisionale di cui al paragrafo 1 e fatto salvo l'articolo 95, il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo, del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni, adotta: a) disposizioni aventi principalmente natura fiscale; b) misure aventi incidenza: - sull'assetto territoriale, - sulla gestione quantitativa delle risorse idriche o aventi rapporto diretto o indiretto con la disponibilità delle stesse, - sulla destinazione dei suoli, ad eccezione della gestione dei residui; c) misure aventi una sensibile incidenza sulla scelta di uno Stato membro tra diverse fonti di energia e sulla struttura generale dell'approvvigionamento energetico del medesimo. Il Consiglio, deliberando alle condizioni stabilite nel primo comma, può definire le materie cui è fatto riferimento nel presente paragrafo sulle quali le decisioni devono essere prese a maggioranza qualificata. 3. In altri settori il Consiglio, deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 e previa consultazione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni, adotta programmi generali d'azione che fissano gli obiettivi prioritari da raggiungere. Il Consiglio, deliberando alle condizioni previste dal paragrafo 1 o, secondo i casi, dal paragrafo 2, adotta le misure necessarie all'attuazione di tali programmi. 4. Fatte salve talune misure di carattere comunitario, gli Stati membri provvedono al finanziamento e all'esecuzione della politica in materia ambientale. 5. Fatto salvo il principio "chi inquina paga", qualora una misura basata sul paragrafo 1 implichi costi ritenuti sproporzionati per le pubbliche autorità di uno Stato membro, il Consiglio stabilisce, nell'atto recante adozione di tale misura, disposizioni appropriate in forma di - deroghe temporanee e/o - sostegno finanziario del Fondo di coesione istituito in conformità dell'articolo 161. Articolo 176 I provvedimenti di protezione adottati in virtù dell'articolo 175 non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere e di prendere provvedimenti per una protezione ancora maggiore. Tali provvedimenti Inoltre l azione ( ) in materia ambientale è elevata al rango di politica propriamente detta. Questa evoluzione è proseguita con la consacrazione nel Trattato di Amsterdam del principio dello sviluppo sostenibile nella disposizione secondo cui le esigenze connesse con la tutela ambientale devono essere integrate nella definizione e nell attuazione delle altre politiche comunitarie. Il raggiungimento di un livello elevato di protezione dell'ambiente diviene tra le priorità assolute della Comunità europea. Per una maggiore efficacia, il Quinto programma d'azione in materia ambientale "Per uno sviluppo durevole e sostenibile", ha stabilito i principi di una strategia europea su base volontaria per il periodo , segnando l'inizio di un'azione comunitaria orizzontale, che tiene conto di tutti i fattori d'inquinamento (industria, energia, turismo, trasporti, agricoltura). Questo approccio trasversale della politica ambientale è stato confermato dalla Commissione in seguito alla comunicazione del 1998 relativa all'integrazione dell'ambiente nelle politiche dell'unione oltre che dal Consiglio europeo di Vienna (11 e 12 dicembre 1998). L'integrazione della problematica ambientale nelle altre politiche è diventata obbligatoria per le istituzioni comunitarie 3. Da allora l'aspetto dell'integrazione è stato oggetto di vari atti comunitari, in particolare nei settori dell'occupazione, dell'energia, dell'agricoltura, della cooperazione allo sviluppo, del mercato unico, dell'industria, della pesca, della politica economica e dei trasporti Nel maggio del 2001 è stata adottata una comunicazione sulla strategia europea per lo devono essere compatibili con il presente trattato. Essi sono notificati alla Commissione. 3 Articolo 6 Le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche e azioni comunitarie di cui all'articolo 3, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile. 3

4 CONNESSI sviluppo sostenibile che istituisce obiettivi di sviluppo sostenibile a lungo termine ed è fondamentalmente incentrata sul cambiamento climatico, sui trasporti, sulla salute e sulle risorse naturali. La necessità di un intervento comunitario in materia di responsabilità per i danni ambientali provocati e in materia di indennizzo è ormai assodata, dopo l'adozione del Libro bianco sulla responsabilità ambientale del febbraio PROTEZIONE CIVILE L Europa viene regolarmente colpita da gravi catastrofi naturali, quali inondazioni e incendi boschivi, nonché da incidenti tecnologici, come esplosioni in impianti industriali e fuoriuscite di sostanze chimiche. In alcuni casi, i paesi colpiti riescono ad affrontare autonomamente catastrofi di simili proporzioni. Spesso però necessitano l invio di soccorsi dall estero in tempi brevi ed è in questi casi che interviene la strategia di cooperazione comunitaria nel settore della protezione civile. Il tipo di disastri che i paesi europei devono affrontare dipende in una certa misura dalla loro collocazione geografica e dal clima. Per esempio, molti Stati meridionali membri dell Unione europea sono particolarmente soggetti a terremoti e incendi boschivi, mentre negli Stati settentrionali è maggiore la probabilità di incidenti tecnologici minori come esplosioni in impianti industriali o sinistri marittimi. Di conseguenza, i vari Stati membri hanno sviluppato competenze specifiche di intervento in caso di calamità in settori diversi, un aspetto che rende la cooperazione a livello comunitario particolarmente importante. Tramite lo scambio di opinioni e di esperienze, gli esperti della protezione civile di tutta l Unione possono trarre insegnamenti dalle rispettive migliori pratiche e potenziare la capacità complessiva dell Europa di far fronte alle catastrofi. Nel 2001 è stato istituito il meccanismo di protezione civile europeo che coordina l assistenza fornita da 30 paesi europei a paesi colpiti da calamità. La prevenzione è un elemento fondamentale delle sue attività e significa prevedere tutte le possibili situazioni e organizzare periodicamente esercitazioni sul campo a livello internazionale per migliorare l interoperabilità delle risorse messe a disposizione dagli Stati membri Obiettivi della politica in materia di protezione civile Le varie strategie dell Unione europea per la cooperazione nel settore della protezione civile non intendono sostituire i sistemi nazionali. Tutte le iniziative sono saldamente basate sul principio di sussidiarietà, l elemento guida della legislazione comunitaria in base al quale le azioni nell Unione devono essere sempre intraprese a un livello quanto più possibile locale. Le competenze nazionali, regio nali e locali costituiscono e sempre costituiranno il nucleo di tutte le iniziative europee di intervento in caso di calamità. La Comunità intende svolgere un ruolo di coordinamento tra gli esperti della protezione civile nei 15 Stati membri dell Unione, nei 13 paesi candidati che hanno chiesto di aderire all Unione e nei paesi dello Spazio economico europeo (SEE). Numerose iniziative in questo settore sono state estese ai paesi dell Africa settentrionale e in parte al Medio Oriente nel quadro del progetto Euromed. In situazioni di emergenza, l approccio comunitario assicura con la massima rapidità l invio del personale più qualificato nelle aree colpite dal disastro. In altre circostanze, grazie alla cooperazione, gli esperti della protezione civile di tutta Europa possono incontrarsi a scadenze regolari per scambiarsi opinioni e imparare dalle rispettive migliori pratiche. Questo metodo ha consentito alla Comunità di sviluppare in caso di disastro alcune delle migliori strategie di intervento nel mondo. 4

5 CONNESSI In particolare, gli obiettivi della cooperazione comunitaria nel settore della protezione civile sono i seguenti: - sostenere e integrare gli sforzi compiuti a livello nazionale, regionale e locale per prevenire i disastri e contribuire a potenziare il livello di preparazione dei responsabili della protezione civile e dei soccorsi in caso di emergenza; - contribuire a informare il pubblico per consentire ai cittadini europei di meglio proteggersi; - istituire un quadro operativo per favorire la rapidità e l efficienza della cooperazione tra i servizi nazionali della protezione civile quando occorre un assistenza reciproca; - promuovere la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale nel settore della protezione civile, soprattutto nel contesto della cooperazione con i paesi candidati dell Europa centrale e orientale nonché con Malta, Cipro e la Turchia, in vista dell allargamento. I programmi di azione migliorano l efficienza Nel 1997 il Consiglio dell Unione europea ha compiuto un importante passo avanti con l approvazione di un vasto programma di azione per la protezione civile valido dal 10 gennaio 1998 al 31 dicembre Questo primo programma di azione è stato seguito da un secondo programma nel 1999, basato su uno schema più ampio, entrato in vigore il 1o gennaio 2000 e valido fino al 31 dicembre Attualmente è operativo, lo strumento finanziario per la protezione civile, adottato il 15 marzo 2007, con la decisione 2007/162 DIREZIONE GENERALE DELL AMBIENTE La Direzione Generale dell Ambiente, che fa capo al Commissario europeo Stavros Dimas, ha la sede principale a Bruxelles e l unità competente in materia di radioprotezione a Lussemburgo. In totale nella DG lavorano oltre 550 persone. Le sue funzioni principali sono: 1. proporre ed elaborare nuove norme in materia ambientale: vi procede attraverso ampie consultazioni e discussioni preliminari con i rappresentanti dei governi, le ONG ambientali, l industria, i sindacati, i gruppi di interesse settoriali etc. 2. vigilare sull effettiva applicazione negli Stati membri delle misure adottate intervenendo, se necessario, nei confronti di chiunque, nel settore pubblico o privato, non rispetti gli obblighi stabiliti dal trattato. Può anche attivare la procedura di infrazione. I suoi compiti istituzionali sono: - mantenere e migliorare la qualità della vita attraverso un elevato livello di protezione delle risorse naturali, un efficace valutazione e gestione dei rischi e la tempestiva applicazione della normativa comunitaria; - favorire l uso efficace delle risorse nella produzione, nel consumo e nello smaltimento dei rifiuti; - integrare gli aspetti ambientali nelle altre politiche dell UE; - promuovere nell UE una crescita che tenga conto delle necessità economiche, sociali e ambientali delle generazioni presenti e di quelle future; - affrontare le sfide globali, in particolare la lotta al cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità a livello internazionale; - assicurare che tutte le politiche e le misure relative ai settori suindicati si basino su un approccio multisettoriale, coinvolgano tutti gli interessati e siano oggetto di una comunicazione efficace. Riferimenti web: tm 5

6 CONNESSI AMBIENTE 2010: il nostro futuro, la nostra scelta Base giuridica: COM(2001) 31 Il Sesto programma d'azione per l'ambiente: il nostro futuro, la nostra scelta definisce le priorità della Comunità europea fino al Quattro sono i settori messi in evidenza: 1) cambiamento climatico, 2) natura e biodiversità, 3) ambiente e salute, 4) gestione delle risorse naturali e dei rifiuti. Per realizzare tali priorità vengono proposte alcune linee d'azione: migliorare l'applicazione della legislazione ambientale, operare con il mercato e con i cittadini e aumentare l'integrazione della componente ambientale nelle altre politiche comunitarie. Un elemento di innovazione che merita di essere citato è la politica integrata dei prodotti, che mira a sviluppare un mercato dei prodotti più ecologico, rendendoli maggiormente compatibili con l'ambiente nell'arco dell'intero ciclo di vita. La Commissione europea ha adottato una proposta contenente una nuova ed ambiziosa strategia ambientale che definisce le aree prioritarie di intervento per i prossimi cinquedieci anni. Il programma "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" ruota attorno a quattro aspetti fondamentali: cambiamento climatico, ambiente e salute, natura e biodiversità, gestione delle risorse naturali. Sottolinea inoltre l'importanza di nuove forme di partecipazione di cittadini e imprese Un approccio strategico Il nuovo programma muove da una consultazione avviata dalla Commissione nel novembre 1999 con la Valutazione globale del Quinto programma di azione, che si basava a sua volta su una cospicua relazione dell'agenzia europea per l'ambiente sullo stato dell'ambiente. Dalla Valutazione globale emergeva un quadro variegato dell'efficacia della politica ambientale dell'ue, in cui era denunciata l'attuazione lacunosa delle direttive ambientali CE da parte degli Stati membri ed una scarsa responsabilizzazione delle parti interessate nei confronti degli obiettivi ambientali. Di conseguenza il nuovo programma insiste sulla corretta applicazione della normativa ambientale vigente da parte degli Stati membri e annuncia che la Commissione farà pressione sugli Stati membri denunciando pubblicamente i casi di inadempienza. Un altro tema affrontato dal nuovo programma è la collaborazione con l'industria e i consumatori al fine di rendere più ecologici i modelli di produzione e consumo. Qui la Commissione intende far ricorso a un ampio ventaglio di strumenti, che spaziano da una politica integrata dei prodotti alla responsabilità ambientale, dalle misure fiscali ad una miglior informazione dei cittadini. Un altro aspetto messo in evidenza dal programma "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" è l'esigenza di continuare a integrare gli aspetti ambientali in politiche come i trasporti, l'energia e l'agricoltura, oltre all'importanza della pianificazione territoriale e degli interventi a livello regionale e locale per la promozione dello sviluppo sostenibile. Per la maggior parte dei settori, il programma di azione ambientale proposto si limita a fissare finalità generali, e non obiettivi quantificati. Per ciascuna delle quattro aree prioritarie il programma riassume i problemi, definisce gli obiettivi ed elenca le azioni prioritarie da intraprendere. Per numerosi problemi ambientali sono annunciate cosiddette "strategie tematiche", che riuniranno misure di diverso tipo per conseguire gli obiettivi ambientali con la massima efficienza economica. Aree prioritarie 1. Cambiamento climatico 6

7 CONNESSI Il conseguimento dell'obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni dell'8% entro il ai sensi del protocollo di Kyoto costituisce l'asse portante del nuovo programma. Tuttavia la Commissione auspica abbattimenti più radicali delle emissioni mondiali, dell'ordine del 20 40% entro il 2020 e cita al proposito una stima scientifica secondo cui nel lungo periodo sarà necessario ottenere un calo del 70% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del Il programma evidenzia la necessità di modifiche strutturali, soprattutto nei comparti dei trasporti e dell'energia, ed auspica maggiori sforzi in direzione dell'efficienza e del risparmio energetico, l'istituzione di un regime di scambi delle emissioni a livello UE, ulteriori ricerche e sviluppi tecnologici e campagne di sensibilizzazione dei cittadini così da contare anche sul loro contributo. Frattanto non è da escludere che il cambiamento climatico si faccia sentire in certa misura, ragion per cui l'ue deve approntare opportune misure preventive. 2. Natura e biodiversità L'Europa convive con la drammatica minaccia alla sopravvivenza di molte specie e dei loro habitat. Per scongiurarla, le pietre miliari dell'approccio comunitario sono la piena attuazione della rete Natura 2000 ed un insieme di piani d'azione settoriali per la biodiversità. È inoltre indispensabile approfondire e generalizzare la tutela del paesaggio e delle zone rurali, soprattutto mediante le politiche agricole e regionali. Il programma annuncia poi nuove iniziative di salvaguardia dell'ambiente marino e proposte per la prevenzione degli incidenti industriali e minerari. Una strategia tematica per la tutela dei suoli schiuderà un nuovo settore della politica ambientale della Comunità. 3. Ambiente e salute Vi è una crescente consapevolezza degli effetti dell'inquinamento sulla salute umana e la legislazione comunitaria ha affrontato molti problemi. Si impone ora un approccio olistico, che venga a capo delle complesse interconnessioni fra i vari rischi per la salute legati all'inquinamento. Meritano maggiore attenzione soprattutto i gruppi particolarmente vulnerabili della popolazione, come ad esempio i bambini. Una voce cospicua dell'agenda "ambiente e salute" per gli anni a venire sarà la completa revisione del sistema comunitario di gestione dei rischi delle sostanze chimiche, cui si abbinerà l'altrettanto importante strategia tematica per la riduzione dei rischi causati dai pesticidi. L'attuazione della direttiva quadro sulle acque del 2000 e degli altri dispositivi vigenti sarà il punto focale del lavoro di salvaguardia della qualità idrica nell'ue; analoga sorte spetterà all'inquinamento acustico quando la direttiva quadro sul rumore sarà adottata dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Una strategia tematica sulla qualità dell'aria servirà a verificare l'efficacia delle norme vigenti e ad identificare lacune e priorità per il futuro. 4. Uso sostenibile delle risorse naturali e rifiuti Uno degli aspetti più problematici della politica ambientale dell'ue è l'inesorabile accumulo di rifiuti; il programma "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" propone di sganciare la generazione di rifiuti dalla crescita economica, ad esempio ponendo maggiore enfasi sul riciclaggio e sulla prevenzione della generazione di rifiuti, da perseguire fra l'altro mediante una politica integrata dei prodotti. Ulteriori proposte si riferiscono a flussi specifici di rifiuti, come fanghi e rifiuti biodegradabili. L'ampliamento e la dimensione internazionale Il nuovo programma si riferisce al periodo in cui è previsto l'allargamento dell'ue e quindi si applicherà anche ai nuovi Stati membri. Da questi esige la completa attuazione della legislazione ambientale vigente nell'ue ed annuncia un approfondimento del dialogo con amministratori, ONG ambientaliste e comunità imprenditoriali dei paesi stessi. Prioritaria anche la maggiore integrazione delle finalità ambientali nelle politiche esterne 7

8 CONNESSI dell'ue, ad esempio per mezzo di metodologie e criteri di valutazione dell'impatto sulla sostenibilità per gli accordi commerciali ed il rafforzamento del ruolo dell'ue nel processo politico internazionale in campo ambientale. Lavorare in tandem con i soggetti interessati e su solide basi scientifiche Tutte le nuove proposte politiche in materia di ambiente saranno fondate su un più ampio dialogo e sulla partecipazione dei soggetti interessati sin dalle fasi iniziali, nonché su dati scientifici ed economici affidabili. Sarà dato ulteriore sviluppo al monitoraggio mediante indicatori, aspetto per il quale la Commissione si avvarrà della collaborazione dell'agenzia europea. La Commissione continuerà inoltre a finanziare le ONG ambientaliste, il cui lavoro costituisce un prezioso. Riferimento web LIFE + Base giuridica Regolamento (CE) n.614/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 maggio 2007 riguardante lo strumento finanziario per l ambiente Life + Obiettivo Contribuire alla formulazione e all attuazione della politica e della legislazione comunitarie in materia ambientale e concorrere in tal modo a promuovere lo sviluppo sostenibile. LIFE+ è articolato in tre componenti: LIFE+ Natura e biodiversità; LIFE+ Politica e governance ambientali; LIFE+ Informazione e comunicazione. LIFE+ Natura e Biodiversità LIFE+ Natura e biodiversità si prefigge i seguenti obiettivi specifici: a) contribuire all attuazione della politica e della normativa comunitarie in materia di natura e biodiversità, incluso a livello locale e regionale, e sostenere l ulteriore sviluppo e attuazione della rete Natura 2000, compresi gli habitat e le specie costieri e marini; b) contribuire a consolidare la base delle conoscenze per la formulazione, il monitoraggio e la valutazione della politica e della normativa comunitarie in materia di natura e biodiversità; c) fornire un sostegno alla messa a punto e all attuazione di approcci e strumenti per il monitoraggio e la valutazione della natura e della biodiversità e dei fattori, delle pressioni e delle risposte che esercitano un impatto su di esse, specialmente in rapporto con la realizzazione dell obiettivo di bloccare la perdita di biodiversità nella Comunità entro il 2010 e con la minaccia per la natura e la biodiversità rappresentata dal cambiamento climatico; d) fornire un sostegno al miglioramento della governance ambientale favorendo una maggiore partecipazione dei soggetti interessati, comprese le organizzazioni non governative, al processo di consultazione e all attuazione della politica e della legislazione in materia di natura e biodiversità. LIFE+ Attuazione e Governance LIFE+ Politica e governance ambientali si prefigge i seguenti obiettivi specifici, compreso per i settori prioritari dei cambiamenti climatici, dell ambiente e della salute e qualità della vita nonché delle risorse naturali e dei rifiuti: a) contribuire allo sviluppo e alla dimostrazione di approcci, tecnologie, metodi e strumenti innovativi; b) contribuire a consolidare la base delle conoscenze per la formulazione, il monitoraggio e la valutazione della politica e della legislazione di ambiente; c) fornire un sostegno alla messa a punto e all attuazione di approcci per il monitoraggio e la valutazione dello stato dell ambiente e dei fattori, delle pressioni e delle risposte che esercitano un impatto su di esso; d) agevolare l attuazione della politica comunitaria in materia di ambiente, soprattutto a livello locale e regionale; 8

9 CONNESSI e) fornire un sostegno al miglioramento della governance ambientale, favorendo una maggiore partecipazione dei soggetti interessati, comprese le ONG, al processo di consultazione e all attuazione delle politiche. LIFE+ Informazione e comunicazione è destinata a : assicurare la diffusione delle informazioni e sensibilizzare alle tematiche ambientali, fornire un sostegno alle misure di accompagnamento (informazione, azioni e campagne di comunicazione, conferenze, ecc.) Azioni - studi, indagini, elaborazione di modelli e di scenari, - monitoraggio, - assistenza allo sviluppo di capacità, - formazione, workshop e riunioni, - collegamenti in rete, - piattaforme per le buone pratiche, - campagne di sensibilizzazione, - azioni di informazione e comunicazione, - dimostrazione degli approcci e degli strumenti di orientamento politico nelle seguenti priorità fissate nel Sesto programma d azione in materia di ambiente: cambiamenti climatici; natura e biodiversità; ambiente e salute; uso sostenibile delle risorse; approcci strategici alla formulazione, all attuazione e al controllo dell osservanza delle politiche; valutazione ex-post degli strumenti comunitari di orientamento politico in campo ambientale. Beneficiari Organismi, soggetti e istituzioni pubblici e/o privati, e in particolare: autorità nazionali, regionali e locali; organismi specializzati previsti dalla legislazione comunitaria; organizzazioni internazionali, per azioni negli Stati membri e nei paesi terzi; organizzazioni non governative. Aree geografiche Paesi Ue, EFTA/SEE, Paesi candidati, Paesi dei Balcani occidentali partecipanti al processo di stabilizzazione e associazione. Risorse finanziarie disponibili milioni di euro. Scadenza Il programma è attivo dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre Referente Commissione Europea Direzione Generale Ambiente Riferimento web e.htm STRUMENTO FINANZIARIO PER LA PROTEZIONE CIVILE Base giuridica Decisione 2007/162 che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile Obiettivi Lo strumento finanziario per la protezione civile è destinato a sostenere ed integrare le attività degli Stati membri finalizzate principalmente alla protezione delle persone, ma anche dell'ambiente e dei beni, compreso il patrimonio culturale, in caso di catastrofi naturali e provocate dagli uomini, atti di terrorismo e catastrofi tecnologiche, radiologiche o ambientali, nonché ad agevolare il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri nel settore della protezione civile. 9

10 CONNESSI esercitazioni nell'ambito del meccanismo. Azioni a) azioni nel settore del meccanismo comunitario inteso ad agevolare una cooperazione rafforzata negli interventi di soccorso della protezione civile; b) misure di prevenzione e riduzione degli effetti di un'emergenza; c) azioni che migliorino il grado di preparazione della Comunità a rispondere alle emergenze, comprese le attività di sensibilizzazione dei cittadini dell'ue. La presente decisione prevede disposizioni specifiche per finanziare determinate risorse di trasporto in caso di emergenza grave, al fine di agevolare una risposta rapida ed efficace. Al fine di raggiungere gli obiettivi dello strumento finanziario, anche le seguenti azioni beneficiano del sostegno finanziario nell'ambito dello strumento nel settore della prevenzione e preparazione: a) studi, indagini, modelli e sviluppo di scenari b) formazione, esercitazioni, seminari, scambio di personale ed esperti, creazione di reti, progetti di dimostrazione e trasferimento di tecnologie al fine di rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta efficace; c) informazione dell'opinione pubblica, istruzione e sensibilizzazione e connesse attività di divulgazione; d) mantenimento delle funzioni fornite dal centro di informazione e monitoraggio del meccanismo (MIC) per agevolare una risposta rapida in caso di emergenza grave; e) attività e misure di comunicazione finalizzate a promuovere la visibilità della risposta della Comunità; f) contributo allo sviluppo di sistemi di rilevamento e di allerta rapida per le catastrofi che possono colpire il territorio degli Stati membri; g) creazione e mantenimento di un sistema comune di comunicazione e di informazione in caso di emergenza; h) attività di monitoraggio e valutazione; i) creazione di un programma basato sulle esperienze acquisite da interventi ed Aree geografiche Paesi Ue e partecipazione di paesi terzi La partecipazione allo strumento è aperta ai paesi candidati. Altri paesi terzi possono cooperare alle attività previste dallo strumento, qualora gli accordi tra detti paesi terzi e la Comunità lo prevedano Risorse finanziarie disponibili 189,8 milioni di euro (per il periodo ) Scadenza Il termine è fissato al 31 dicembre Referente Commissione Europea Direzione Generale Ambiente Riferimento web ce.htm 10

11 CONNESSI IL VII PQ DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO Base giuridica: Decisione n.1982/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione ( ) Il settimo programma quadro si riferisce al nuovo programma ( ) articolato in una serie di programmi multi-annuali che sono stati gli strumenti principali dell Unione europea per finanziare ricerche e sviluppi dal Il programma occupa un periodo di cinque anni, e sarà il successore del sesto programma quadro che terminato nel La ricerca è la chiave principale del triangolo della conoscenza insieme all educazione e all innovazione, ed è il nucleo della strategia Ue per favorire la crescita, la competitività e l occupazione mantenendo la sostenibilità sociale e ambientale. Le nuove prospettive finanziarie Ue per il periodo approvate dalla Commissione Europea favoriscono il ruolo della conoscenza e dell innovazione nel budget europeo; mobilitando un raggio di strumenti per percepire fondi che include quelli Strutturali Regionali, i Fondi di Coesione e una nuova generazione di programmi sull educazione e la formazione. Come parte dello stesso documento di settimo programma quadro è stato presentato il 6 aprile 2005 il programma di ricerca nucleare e di attività di formazione della Comunità europea sull Energia Atomica (Euratom). Obiettivi e Attività Cooperazione: Supportare la rete di azioni di ricerca effettuate in cooperazione transnazionale nelle seguenti aree tematiche: Salute; Agricoltura, biotecnologie e alimentazione; Informazione e tecnologie comunicative; Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione; Energia; Ambiente; Trasporti; Scienze socio -economiche e Umanitarie; Sicurezza e spazio; Capacità: supportare gli aspetti chiave della ricerca europea e le capacità di innovazione Idee: Supportare ricerche di guidatoriinvestigatori effettuate attraverso tutti gli ambiti dai team individuali in competizione a livello europeo. Persone: rafforzare, qualitativamente e quantitativamente, il potenziale umano nella ricerca e nella tecnologia in Europa. Il settimo programma quadro deve, inoltre, supportare le direttive scientifiche non-nucleare e come la ricerca di infrastrutture; lo sviluppo di una piena ricerca potenziale nella convergenza della Comunità; ricerca per i benefit delle industrie di piccole e medie imprese; Scienze nella Società; attività orizzontali della cooperazione internazionale. Finanziamento L'importo globale massimo della partecipazione finanziaria della Comunità al settimo programma quadro ammonta a milioni di EUR. Tale importo sarà ripartito tra le attività e le azioni di cui sopra come segue (in milioni di euro). Cooperazione Idee Persone Capacità Azioni non nucleari del Centro comune di ricerca Riferimento web