L alba dei principi etruschi

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1 MA C E Museo dell Accademia Etrusca e della Città di Cortona RESTAURANDO LA STORIA L alba dei principi etruschi TIPHYS EDIZIONI

2 RESTAURANDO LA STORIA L alba dei principi etruschi 18 novembre 2012 > 5 maggio 2013 Organizzazione generale della mostra Immagine coordinata TIPHYS Srl Coordinamento generale Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana MAEC Testi Pannelli Luca Rossato Installazioni 3D Studio Gallorini Engineering e Arte&Co.Scienza di Massimo Gallorini Filmati in mostra Fotomaster di Gaetano Poccetti-Pixmotion di Gaetano Panza Enti e istituzioni Ministero per i Beni e le Attività Culturali Mibac - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Regione Toscana Provincia di Arezzo Comune di Cortona Accademia Etrusca MAEC Main Sponsor Banca Popolare di Cortona Con il contributo di Fondazione Nicodemo Settembrini Rotary Club Cortona Valdichiana Rotary Club Arezzo Sponsor Tecnici Uno Informatica s.r.l. Arezzo Fiere e Congressi Euronics Studio Gallorini Engineering e Arte&Co.Scienza Graziella Green Power Cantarelli Comitato d onore Andrea Vignini, Sindaco del Comune di Cortona Andrea Pessina, Soprintendente ai Beni Archeologici della Toscana Isabella Lapi, Direttore Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Cristina Scaletti, Assessore alla Cultura Turismo e Commercio della Regione Toscana Roberto Vasai, Presidente della Provincia di Arezzo Rita Mezzetti Panozzi, Assessore ai Beni e Attività Culturali, Pubblica Istruzione e Turismo della Provincia di Arezzo Giovannangelo Camporeale, Lucumone dell Accademia Etrusca di Cortona Lucia Lepore, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Antichità Classica Giulio Burbi, Presidente della Banca Popolare di Cortona Roberto Calzini, Direttore della Banca Popolare di Cortona Raul Barbieri, Direttore Arezzo Fiere e Congressi Comitato Scientifico Paolo Bruschetti, Segretario dell Accademia Etrusca Franco Cecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Gianna Giachi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Paolo Giulierini, Conservatore MAEC, Comune di Cortona Elsa Pacciani, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Pasquino Pallecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Giuseppina Carlotta Cianferoni, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Luca Fedeli, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Curatori della Mostra Paolo Bruschetti Franco Cecchi Paolo Giulierini Pasquino Pallecchi In collaborazione con Giuseppina Carlotta Cianferoni Luca Fedeli Musei e soggetti prestatori Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Museo Archeologico Nazionale di Firenze MAEC Collezione Alfredo Ceccanti Progetto generale di allestimento Daniel Virtuoso, Arezzo Fiere e Congressi Realizzazione ABB di Bruschini Ufficio stampa Andrea Laurenzi Coordinamento amministrativo e dei servizi Paolo Giulierini, Comune di Cortona Alfredo Gnerucci, Comune di Cortona Leonarda Sinceri, Comune di Cortona Pietro Zucchini, Comune di Cortona Coordinamento interventi conservativi Franco Cecchi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Hanno partecipato al restauro tramite stage Università degli Studi di Firenze Maria Carla Callavaro, Giuseppe Luca De Vita, Giovanni Spallino, Paola Turi, Teresa Ulivelli, Miyuki Yamonoto Libera Accademia di Belle Arti, Firenze Eleonora Galardini, Elisa Mosti Istituto per l Arte e il Restauro-Palazzo Spinelli, Firenze Michela Bartolotti, Annamaria Bezek, Chiara Carloni, Elisa Grzinlich, Michela Gioia Serra, Nicoletta Luconi Daniela Rizzi Carla Visca Hanno partecipato allo stage in forma privata Annalisa Caffi, Adria Coscia, Ramona Marrella, Cristina Morelli, Emilia Nifori, Cristina Nobelli, Monica Pitti,Michele Recanatini, Irene Marta Calabria Salvadori, Ilaria Scalia, Annalisa Scirna, Tiziano Venturini Indagini diagnostiche Laboratorio di analisi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Gianna Giachi, Pasquino Pallecchi Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, CNR Francesco Algostino, Valentina Bonora, Rachele Manganelli Del Fà, Piero Tiano, Grazia Tucci Segreteria Tiziana Domini, Accademia Etrusca Simona Lunghi, Accademia Etrusca Biglietteria Vittorio Camorri-Terretrusche Servizi di guida AION CULTURA Centro Guide Arezzo Servizi di didattica AION CULTURA Disegni in mostra Donato Spedaliere Luci Cedam Stefano Greppi Sito internet TIPHYS Srl Pubblcità web Valerio Giovannini Catalogo TIPHYS Editoria e Multimedia Curatela Paolo Bruschetti, Franco Cecchi, Paolo Giulierini, Pasquino Pallecchi Segreteria coordinamento redazionale Simone Rossi Saggi a cura di Luciano Agostiniani, Università degli Studi di Perugia Marica Bruni, Dirigente Opere Pubbliche e Urbanistica del Comune di Cortona Paolo Bruschetti, Segretario dell Accademia Etrusca Fabio Cavalli, Responsabile della Unità di Ricerca di Paleoradiologia e Scienze Affini Laboratorio di Telematica Sanitaria - SCIT, Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste Franco Cecchi, Funzionario restauratore Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Giuseppina Carlotta Cianferoni, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Adria Coscia, Restauratore Luca Fedeli, Archeologo Direttore Coordinatore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Helena Fracchia, Università di Edmonton Canada Gianna Giachi, Funzionario chimico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Paolo Giulierini, Conservatore del MAEC, Comune di Cortona Maurizio Gualtieri, Università degli Studi di Perugia Elsa Pacciani, Funzionario biologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Pasquino Pallecchi, Funzionario geologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Laura Pastonchi, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra Luca Rossato, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra Teresa Santini, Collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Francesco Algostino, Valentina Bonora, Rachele Manganelli Del Fà, Piero Tiano, Grazia Tucci Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, CNR Schede a cura di Paola Turi, Università degli Studi di Firenze Fotografie Simone Rossi TIPHYS Srl Fotomaster di Gaetano Poccetti Antonino Sentineri, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Disegni Donato Spedaliere Cartografia Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana 2012 TIPHYS EDITORIA E MULTIMEDIA Via Gramsci 147/A Cortona (AR) ISBN Nessuna parte del presente volume può essere riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo.

3 RESTAURANDO LA STORIA L alba dei principi etruschi a cura di Paolo Bruschetti Franco Cecchi Paolo Giulierini Pasquino Pallecchi TIPHYS EDIZIONI

4 INDICE PREMESSE Andrea Vignini (Sindaco di Cortona) 9 Andrea Pessina (Soprintendente ai Beni Archeologici della Toscana) 11 Maria Cristina Scaletti (Assessore alla Cultura Turismo e Commercio della Regione Toscana) 12 Roberto Vasai (Presidente della Provincia di Arezzo) 13 La diagnostica 103 Il microscavo di un cinerario in laboratorio 107 Analisi non distruttiva di un vaso cinerario mediante MSTC 115 Il restauro dei materiali e l allestimento museale 121 Il contributo della modellazione 3D nella documentazione del restauro dei reperti archeologici 123 Lucia Lepore (Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Antichità Classica) 14 Giovannangelo Camporeale (Lucumone dell Accademia Etrusca di Cortona) 15 Giulio Burbi (Presidente della Banca Popolare di Cortona) 17 PARTE III CATALOGO DEI MATERIALI IN MOSTRA INTRODUZIONE Cortona, (Ulisse) e il restauro 18 PARTE I UN ALLEANZA TRA STATO ED ENTE LOCALE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DI CORTONA I manufatti in pietra 129 La ceramica 133 Il ferro 135 Il rame e il bronzo 139 Reperti in oro e argento 141 Ambra, osso, avorio 145 L Accademia Etrusca, soggetto attivo di tutela 25 Le prospettive dell archeologia a Cortona 35 Verso il Parco Archeologico 39 Gli scavi della Soprintendenza dal 1992 al La Tabula Cortonensis 67 PARTE IV CATALOGO DELLA MOSTRA Tavole 150 Schede dei reperti 157 La villa romana di Ossaia 77 Venti anni di collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e il MAEC di Cortona 85 PARTE II Il restauro: momento fondamentale tra scavo e ALLESTIMENTO I grandi restauri del Centro di Restauro di Firenze 91 Note sul restauro dei reperti da scavo e sul restauro nel mondo antico 95 Il recupero dei manufatti provenienti da scavo 99

5 Fig.7 I Circolo tombale del Sodo settembre-ottobre 2007, necessarie all auspicata anastilosi del tamburo stesso (finora fermatasi, tuttavia, al dicembre 2006) 36. I Circoli orientalizzanti del Sodo Uno dei più sorprendenti ritrovamenti verificatisi a Cortona negli ultimi anni è avvenuto nel luglio del 2005, in occasione dei lavori di sbancamento per il nuovo letto del rio di Loreto, torrente che ancora nell autunno 2012 separa i due grandi tumuli del Sodo I e del Sodo II; è infatti previsto che l alveo ne venga spostato a nord del Tumulo II, per consentire sia la completa messa in luce del tamburo di quest ultimo (ancora inesplorato in parte nella sua porzione sud-orientale), sia la congiunzione pedonale dei due monumenti. Nel 2005 sono stati dunque rinvenuti due gruppi di sepolture, delimitati da altrettanti circoli litici, situati a circa 30 m a nord di quest ultimo 37. Il I Circolo, indagato sia nell estate 2005 che nell estate-autunno 2012, ha rivelato al suo interno la presenza di ben sei tombe a cassetta, di cui tre si sono rivelate intatte 38 (Fig. 7). Si tratta di un gruppo di tombe, la cui datazione si colloca fra la metà del VII e l inizio del VI sec. a. C., verosimilmente appartenenti a individui dello stesso gruppo famigliare. I corredi, incentrati su grandi dolî d impasto contenenti a propria volta un vaso cinerario chiuso con un coperchio, sono costituiti da vasi e manufatti d uso (spesso collocati anche nel resto della sepoltura). La tomba più antica è la numero 3, situata al centro del Circolo e ulteriormente circoscritta da una sorta di tumuletto; le tombe rinvenute intatte sono costituite dalla numero 1, la numero 2 (che è stata successivamente tagliata per la messa in opera della Tomba 2/bis, a inumazione, di antica età romana 39 ) e la numero 4. Inoltre numerosi materiali ceramici che avevano originariamente fatto parte del corredo della Tomba 6 sono stati rinvenuti all interno di una buca riempita di pietre, disposta accanto a essa. Fra la fine dell estate 2007 e l inizio del 2008, poi di nuovo nell estate-autunno 2012, è stato esplorato il II Circolo tombale (Fig. 8) intravisto, nel 2005, nel corso delle escavazioni per il nuovo alveo del rio di Loreto 40. Come il I Circolo, esso comprende al suo interno un gruppo di quindici tombe a cassetta litica, databili dalla prima metà del VII agli inizi del VI secolo a.c.; inoltre, cinque altre tombe, di epoche e forme diverse, insistono presso l esterno del perimetro del Circolo. Nel vennero esplorate ben diciannove tombe, mentre nel luglio-agosto 2012 ne è stata indagata un ultima, esterna e tangente al perimetro. Il II Circolo si denota quindi per dimensioni un po più grandi che non il I e per una generale, pur lieve, maggior antichità dei corredi. Entrambi i Circoli furono oggetto di un parziale ampliamento di perimetro, operato su un settore della rispettiva circonferenza. Sviluppatosi quasi insieme al I, il II Circolo ha rivelato al suo interno un numero assai maggiore di tombe e, benché fosse più grande e più fitto di sepolture, buona parte degli spazi interni ne furono esauriti e ben cinque tombe vennero deposte all esterno del suo perimetro. Numerose spiegazioni possono formularsi in proposito, non necessariamente in contraddizione fra sé. Per esempio, si può pensare a rami diversi di uno stesso gruppo famigliare (di cui uno, magari, più esclusivo e l altro più inclusivo) oppure, o anche, a una residua disponibilità di spazi nel I quando il II Circolo era stato quasi tutto occupato: potrebbe indurre a questa conclusione la presenza, in quest ultimo, di tombe tangenti al suo perimetro (cfr. Fig. 8), possibile segno che gli spazi interni vi si andassero esaurendo. Il restauro dei materiali, cominciato nel 2008 e proseguito negli anni successivi 41, è stato completato nel giugno-luglio e nel settembre-ottobre 2012 ed è oggetto della mostra illustrata in questo Catalogo. Strutture in muratura nell area del Sodo Nell estate-autunno 2009 sono state messe in luce le fondazioni di due interessanti strutture (Fig. 9) edificate a sud-est dei vicini circoli tombali arcaici esplorati nel 2005, nel e nel La prima, di dimensioni più contenute (4 x 4 m), è interpretabile -per la presenza di ossa combuste- come edificio funerario, databile alla seconda metà del VI sec. a.c. grazie a frammenti di un calice o pisside in bucchero pesante. La seconda, adiacente e provvista di dimensioni maggiori (m x 7.80 circa), ha rivelato murature realizzate con ciottoli di fiume di piccole e medie dimensioni: probabilmente uno zoccolo di base, il cui alzato poteva essere in terra o mattoni crudi. La struttura presenta, sul lato nord, una cavità rettangolare che sporge come un piccolo avancorpo rispetto alle murature; essa è perimetrata da murature identiche, per tessitura, a quelle del resto della struttura. Tale cavità (favissa votiva, tomba o altro che fosse) non ha restituito il suo contenuto originario, evidentemente asportato in epoca romana (come sembrano dimostrare i reperti rinvenuti presso di essa). La messa in opera dell edificio in ciottoli, per la presenza di Fig.8 II Circolo del Sodo: la tomba B, scavata nell estate

6 IL RECUPERO DEI MANUFATTI PROVENIENTI DA SCAVO Franco Cecchi, Pasquino Pallecchi Un deposito archeologico può essere considerato un insieme complesso di strati di formazione antropica o naturale contenenti reperti di varia composizione e caratterizzati da un diverso stato di conservazione. I reperti sono di norma inglobati in una matrice prevalentemente terrosa con un contenuto di acqua variabile in relazione al contesto geomorfologico,alla permeabilità della matrice o alla presenza di una falda acquifera. Nei terreni permeabili, prossimi alla superficie, insieme all acqua si trova una quantità di ossigeno sufficiente a creare nel deposito un ambiente ossidante. In questo contesto il materiale costituente ciascun reperto può trovarsi in condizioni di instabilità e quindi essere soggetto a trasformazioni delle parti a contatto con il terreno con la formazione di prodotti stabili nell ambiente che caratterizza il deposito. Si formano così composti anche complessi quali quelli che compongono le patine che coprono e proteggono le superfici di molti reperti. Esempi di patine sono quelle di colore verde, formate da carbonati e carbonati basici di rame, presenti sulle superfici di oggetti metallici in bronzo. oppure i carbonati di piombo che interessano le superfici dei manufatti realizzati con questo metallo. Se le trasformazioni non producono prodotti stabili, o le caratteristiche dell ambiente di giacitura variano continuamente, i processi di degrado continuano a trasformare le componenti originali del manufatto fino a modificarne profondamente l aspetto iniziale e talvolta fino alla sua completa distruzione. Questo avviene frequentemente per i materiali di natura organica o per i manufatti in ferro: questi ultimi, in ambienti idrati e molto permeabili, possono essere completamente degradati fino a disperdersi nel terreno trasformando il manufatto in un deposito diffuso di ossidi e idrossidi di ferro riconoscibile solo per la caratteristica zonatura rossastra del terreno. Durante la formazione del deposito archeologico un manufatto è soggetto, oltre che ad aggressione chimica, anche a sollecitazioni meccaniche dovute alle dinamiche dell interramento e al dissesto delle strutture eventualmente presenti. Questo può portare alla fratturazione del manufatto e, nel caso di oggetti fragili e di piccole dimensioni, alla dispersione dei frammenti nel terreno. In un tale contesto risulta evidente come l intervento conservativo debba iniziare proprio durante il recupero del reperto nello scavo in modo da sottrarlo all azione di ulteriori processi di degrado ed evitare il pericolo della perdita di elementi utili alla ricostruzione della forma originale del manufatto. L indagine diagnostica, programmata durante lo sviluppo delle operazioni di scavo, permette di identificare le caratteristiche microambientali del deposito archeologico e di individuare la composizione ed i processi di degrado che interessano i reperti. Le conoscenze acquisite risultano di notevole importanza per la messa a punto delle corrette operazioni di recupero dei reperti e stabilire le migliori condizioni di stoccaggio necessarie a conservarli in sicurezza fino al momento del restauro in laboratorio. Quando si devono recuperare materiali molto fragili e frammentari è preferibile, compatibilmente con le esigenze dello scavo archeologico, mantenerli nel terreno che li conteneva facendo attenzione a non modificare l umidità che lo stesso presentava nella giacitura originaria. Nel caso in cui questo non fosse possibile si possono eseguire consolidamenti preliminari reversibili che hanno lo scopo di bloccare qualsiasi trasformazione della componente materia costituente il reperto oppure evitare il distacco di pellicole pittoriche o altri elementi decorativi eventualmente presenti. Pagina a fronte: La Tomba 8 del circolo II del Sodo al momento dell apertura 99

7 58 Punta e codolo di lancia Circolo II del Sodo, To. 12 US 131 Ferro Punta: Lungh 36,5; largh 5 Codolo: Lungh. 17; Ø 2 59 Fibula a staffa lunga Circolo II del Sodo, To. 12 US 131 Interno cinerario 1 Ferro Lungh. 14,5 63 Tre calici con labbro distinto e piede a tromba Circolo II del Sodo, To. 2 US 107 Ø ric. orlo 10-10,5; H 6-6,5 64 Due olle con labbro estroflesso, collo e corpo globulare Circolo II del Sodo, To. 2 US 107 Ø ric. orlo 8,2-8,5; H 13,5-16,5 57 Olla cineraria globulare monoansata con breve colletto con coperchio con pomello circolare Circolo II del Sodo, To. 12 US 131 Olla: Ø ric. orlo 14,2; H 22,5 Coperchio: Ø ric. orlo 17; H 5,5 66 Olla biconica monoansata con due listelli forati con tracce di decorazione geometrica con ciotola coperchio monoansata con fasce di sostegno con fori alla base e tracce di decorazioni geometriche Circolo II del Sodo, To. 3 US 106 Ceramica depurata dipinta Olla: Ø ric. orlo 14; H 30,5 Coperchio: Ø ric. orlo 16,5; H 4,5 60 Fibula e anello concrezionati Circolo II del Sodo, To. 12 US 131 Interno cinerario 1 Fibula in ferro e anello in bronzo saldati con frammenti osteologi del defunto Lungh. 8; largh Tre calici con labbro indistinto e stelo su piede appena svasato Circolo II del Sodo, To. 12 US 107 Ø ric. orlo 14-15; H Olla globulare con breve labbro diritto con coperchio con presa a bottone Circolo II del Sodo, To. 2 US 107 Olla: Ø ric. orlo 14,5; H 27 Coperchio: Ø ric. orlo 15; H 7,5 65 Due olpai monoansate Circolo II del Sodo, To. 2 US 107 Ø ric. orlo 8-8,3; H Olpe a becco Circolo II del Sodo, To. 3 US 106 Ceramica depurata Largh. max orlo 9,5; H 21,5 68 Nove calici con labbro indistinto e alto piede Circolo II del Sodo, To. 3 US 106 Ø ric. orlo 7,6-9; H 6,7-7,

8 83 Filo a sezione circolare Argento Ingombro 11x10 86 Calice carenato con labbro a tre scanalature e piede a tromba Ø ric. orlo 13; H 8 84 Calice carenato mancante del piede Ø ric. orlo 14; H 3,5 85 Calice con labbro a tesa con decorazione a linguette impressa, vasca emisferica, alto stelo con collarino e piede a tromba Ø ric. orlo 15; H 9,5 89 Oinochoe trilobata con decorazione baccellata a imitazione metallica Largh. orlo 6,5; H Calice con sostegno a traforo e con decorazione impressa a linguette sulla vasca e a rilievo con sagoma di guerriero sul sostegno Circolo II del Sodo, US 94 Ø 13,3; H 15,5 91 Calice su alto stelo con decorazione impressa a linguette sulla vasca e piede a tromba Circolo II del Sodo, US 94 Ø 12,5; H 12,3 87 Skyphos con piede ad anello e anse con decorazione impressa a fiori di loto concatenati Ø ric. orlo 14; H 4,2 88 Oinochoe trilobata con ansa bifida sormontante e basso piede troncoconico Largh. orlo 9; H 16,5; con ansa 18,5 92 Due calici con piede a tromba e labbro inflesso Circolo II del Sodo, US 94 Ø 11,2-11,5; H 5,5 93 Kantharos con piede a tromba Circolo II del Sodo, US 94 Ø 12,8; H 7,8, con ansa 12,8 94 Skyphos con piede cilindrico, presa orizzontale e decorazione geometrica graffita Circolo II del Sodo, To. 15 US 136 Ø 15; H