Rifugio CAI di Lissone, 2005 m. (Valle dell'adamè)

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1 01/10/2005 Via ferrata al Corno di Grevo Daniela al culmine del primo torrione sullo spigolo del Corno Grevo. Dopo aver percorso lo spigolo su cui si sviluppa questa discussa via ferrata, anch'io non posso che condividere perfettamente il punto di vista di coloro che hanno considerato un insulto attrezzare una via di roccia così bella. Questo tenendo oltretutto conto che la maggior parte dei frequentatori di vie ferrate non percorre un itinerario del genere perchè lo considerata troppo impegnativo! Ora però che la ferrata esiste, vale comunque la pena di percorrerla, anche se a mio parere resta consigliabile solo ad escursionisti esperti di roccia: molti passaggi sono comunque impegnativi nonostante il cavo di sicurezza, spesso fissato in posizioni non ottimali per la progressione. A chi invece ha dimestichezza coi gradi su roccia, suggerisco di affrontare l'itinerario con scarpette di arrampicata, approfittando del cavo metallico solo per la sicurezza e non per la progressione: alcuni passaggi risulteranno certamente tutt'altro che banali! Rifugio CAI di Lissone, 2005 m. (Valle dell'adamè) Regione: Gruppo montuoso: Dislivello: Tempo di percorrenza: Difficolta: Periodo migliore: Lombardia Adamello h. T da maggio a ottobre-novembre E' il più breve sentiero di accesso al rifugio; ottimamente tracciato, permette di guadagnare quota in poco tempo. Descrizione dell'itinerario Dall'abitato di Cedegolo, all'altezza della media val Camonica, prendere il bivio a destra per Cevo e proseguire fino alla frazione di Fresine. Dove la strada fà una brusca curva a gomito, deviare ancora a destra seguendo le indicazioni per l'abitato di Valle e continuare fino alla località malga Lincino dove termina la strada asfaltata e si parcheggia la macchina. Il sentiero per il rifugio parte al di là del torrente Poia e si sviluppa lungo le cosiddette "scale di Adamè": con percorso ottimamente tracciato, sempre comunque in forte pendenza, si guadagna brevemente quota scavalcando alcuni gradoni di granito. Una volta superato il salto di roccia che permette di accedere alla valle di Adamè, il sentiero diventa meno faticoso e, con un breve traverso a destra, conduce alla piana e al laghetto che precedono il rifugio, in vista dell'imponente parete del vicono Corno di Grevo. 1

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3 Corno di Grevo - via ferrata per la cresta NO, 2827 m (Valle dell'adamè) Regione: Gruppo montuoso: Dislivello: Tempo di percorrenza: Difficolta: Materiali: Lombardia Adamello h. EEA casco, kit da ferrata. La ferrata del Corno Grevo supera, con percorso piuttosto tecnico, le ripide balze granitiche della cresta NO di questa montagna. L'itinerario è estremamente logico ed invitante, tant'è che la ferrata non fa altro che ripercorrere palmo a palmo il tracciato di una precedente via di roccia, probabilmente la più bella di tutto il gruppo dell'adamello. Questo fatto ha causato, ai tempi della posa dei cavi di sicurezza, le proteste di tutto il popolo di arrampicatori della valle che ha gridato allo scandalo tentando più volte il sabotaggio. Attacco Dal rifugio Cai Lissone, prendere la traccia pianeggiante dell'alta via dell'adamello (segnavia n. 1) in direzione del rifugio Maria e Franco fino ad incrociare, sulla sinistra, il bivio segnalato per il Forcellino Rosso. Imboccare questo sentiero (segnavia 24) che, con serpentine regolari, risale il fianco erboso ai piedi delle pareti del corno Grevo. Appena prima di raggiungere un'evidente zona di ghiaioni, seguire sulla sinistra alcuni ometti in pietra che conducono brevemente ad un colletto alla base della vicina cresta rocciosa, dove è posto l'attacco della ferrata (targa). Prima di iniziare la salita, non mancare di dare un occhio sull'altro versante della cresta sfruttando una galleria che la attraversa! Descrizione dell'itinerario Dall'attacco, superare direttamente un primo salto verticale, poi proseguire su placche appoggiate di ottimo granito fino ad un secondo salto, più impegnativo, che conduce ad un tratto di cresta pianeggiante. Poco oltre, nei pressi di un muro verticale, si piega a sinistra e, sfruttando una cengia inclinata povera di appigli (passaggio delicato: qui i cavi sono messi proprio male), si torna in cresta raggiungendo la sommità di una marcata torre rocciosa. Con una breve discesa sul lato opposto, si arriva ad un colletto oltre il quale si supera direttamente in aderenza una bellissima placca compatta (senza usare il cavo il passaggio è impegnativo). Seguono ora alcuni gradoni verticali e ben appigliati che conducono alla base di un liscio camino. Il suo superamento, che costituisce uno dei tratti più caratteristici di tutta la ferrata, richiede alcuni movimenti striscianti verso destra (evitare di portare uno zaino ingombrante!) e permette di passare sul lato opposto della cresta sbucando presso una provvidenziale cengia erbosa. Con un esposto traverso verso destra si taglia quasi in piano il ripido versante occidentale (attenzione ai cavi "ondeggianti") fino ad un breve tratto roccioso attrezzato con pioli di ferro. In questo tratto, arrampicando in libera, converrebbe stare più a destra del cavo metallico per poter sfruttare alcuni piccoli appigli (si tratta comunque di un passaggio di V+). Alla fine del traverso si scala direttamente un diedro ben appigliato, poi si prosegue su percorso più facile verso sinistra fino ad incrociare nuovamente il filo di cresta nei pressi di un pulpito notevolmente panoramico. Qui si scala direttamente un salto verticale sfruttando in dulfer una bellissima lama, segue poi un tratto di cresta poco inclianto che termina presso una netta forcella. Per superare la forcella bisogna passare al di sotto del cavo d'acciaio (qui è davvero fastidioso) e poggiare leggermente sul lato sinistro (faccia a monte) della cresta: questo passaggio segna il termine delle difficoltà più marcate. L'ultima parte della salita si svolge poggiando sul versante settentrionale della montagna fin presso un'ampia terrazza dove termina la ferrata. Un'utimo tratto di facile cresta a gradoni conduce brevemente sulla vetta vera e propria. Discesa 3 La discesa inizia alcuni metri più a sud rispetto a dove termina la ferrata. Poggiando sul lato destro della cresta, si segue un cavo metallico ancorato ad un grosso masso che scende rapidamente lungo roccette abbastanza insidiose ed instabili per circa 50mt. Terminato il cavo, a sinistra, si superano in discesa alcuni metri di roccia non attrezzata, si scavalca una forcella e si continua su territorio Trentino per un ripido canalino di roccette proprio al di sopra del lago di Malga Bissina. Dopo circa 20' si incrocia, sui bellissimi prati ai piedi delle creste rocciose, il sentiero che, provenendo dal rifugio Val di Fumo, conduce al Forcellino Rosso (2621mt). Seguendo in salita questo tracciato si arriva

4 brevemente allo stretto intaglio, dove è senz'altro d'obbligo una sosta per poter visitare i resti militari della Prima Guerra Mondiale (il forcellino era una strategica zona di confine). Nuovamente in Lombardia, si scende sull'opposto versante sfruttando per i primi 200 mt una ripida traccia lungo un canale molto franoso. Più avanti il sentiero torna facile e riporta al bivio per la ferrata e successivamente al rifugio Cai Lissone (1.30h dal Forcellino). 4

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