IL PICCOLO venerdì 15 novembre. Indice articoli

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1 IL PICCOLO venerdì 15 novembre (Gli articoli della presente rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) Indice articoli ECONOMIA (pag. 2) Summit a Berlino: Electrolux conferma la ritirata in Italia Patto Ance-Regione per rilanciare la casa REGIONE (pag. 4) Gli enti locali bocciano i tagli e la riforma Panontin TRIESTE (pag. 5) Dettaglianti, anno nero: «Niente segni di ripresa»

2 ECONOMIA Summit a Berlino: Electrolux conferma la ritirata in Italia di Piercarlo Fiumanò TRIESTE Assemblee sindacali in sciopero e proteste nei quattro stabilimenti di Electrolux in Italia. Tutto è successo ieri dopo l annuncio choc dei top manager del gruppo svedese durante il comitato aziendale europeo del gruppo a Berlino. La multinazionale di Stoccolma non recede anche dopo la moral suasion del governo italiano e delle Regioni coinvolte e intende andare avanti con il trasferimento progressivo delle produzioni dall Italia ad altri Paesi con un costo del lavoro più basso come Polonia e Ungheria. Immediata la reazione dei sindacati italiani con proteste in tutti gli stabilimenti. A Porcia e Susegana le assemblee hanno avuto partecipazioni da record, anche tra gli impiegati. Non sono state, tuttavia, decise ulteriori forme di protesta immediata, dal momento che per oggi è già in programma uno sciopero di otto ore, con manifestazione proprio a Pordenone. Al corteo si attende una partecipazione straordinaria, anche delle migliaia di lavoratori dell'indotto. I delegati italiani di Fim Fiom Uilm presenti al Comitato Aziendale Europeo Electrolux (Cae) hanno appreso a Berlino che Electrolux, nonostante le aperture mostrate in questi giorni, intende andare avanti con i suoi piani: «C è una volontà esplicitata in modo chiaro dal top management della multinazionale, di voler spostare, in un futuro molto prossimo, investimenti e produzioni nei paesi a basso costo, condannando di fatto a chiusura gli stabilimenti italiani». I delegati del Cae nel corso dei lavori hanno presentato al management una dichiarazione finale che contiene un duro j accuse alle strategie del gruppo di Stoccolma definite deludenti e preoccupanti : «Dovete cambiare strategia e ripensare alle decisioni prese». Sabrina Petrucci, coordinatrice IndustriAll del Cae Electrolux, contesta la filosofia dell azienda «tutta incentrata sulla riduzione dei costi e sul profitto, senza strategia industriale a medio e lungo termine che rende l investigazione nei quattro stabilimenti e il taglio dei mille lavoratori annunciato ancora più preoccupante». Il 28 novembre ci sarà una giornata di mobilitazione europea in tutti gli stabilimenti del gruppo. A pochi giorni dal summit al ministero dello Sviluppo Economico, primo atto di un complesso negoziato con Electrolux, il governatore del Fvg, Debora Serracchiani, chiede che l'investigazione da parte di Electrolux sui quattro stabilimenti italiani del gruppo «avvenga sotto la stretta vigilanza del governo italiano tanto più dopo le notizie arrivate dal Cae di Berlino». Dopo il vertice le regioni interessate (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia) avevano invitato Electrolux a chiarire la sua strategia «con un piano industriale all'altezza della situazione prima di parlare di esuberi». A questo punto si tenta di chiarire la situazione con un incontro «in tempi stretti» fra governo, Regioni e management del gruppo svedese. Ieri circa quattrocento lavoratori del secondo turno dello stabilimento Electrolux di Susegana, hanno occupato pacificamente gli uffici di progettazione del reparto frigoriferi e sono rimasti nei locali fino alle 17. In mattinata i dipendenti del primo turno avevano occupato la sede della strada statale «Pontebbana», assieme ai lavoratori di vari altri stabilimenti della zona che si sono uniti all'iniziativa in segno di solidarietà. Stesso copione di proteste a Susegana, nel Trevigiano. In questo scenario l unico spiraglio è arrivato dal fronte Ideal Standard con la sospensione della mobilità per i circa 450 addetti dello stabilimento di Orcenico di Zoppola (Pordenone), a patto che il Governo accetti la concessione della cassa integrazione in deroga, per sei mesi, per tutti e tre gli stabilimenti del gruppo.

3 Patto Ance-Regione per rilanciare la casa di Marco Ballico UDINE Persi 8mila posti di lavoro dal 2007 a oggi, l edilizia regionale punta a invertire il trend guardando a Roma e a Bruxelles. Da un lato il decreto del Fare dello scorso agosto che mette in circolo 5 miliardi di euro a favore delle banche per alimentare il mercato della prima casa, dall altro il progetto comunitario Fesr che beneficerà il Friuli Venezia Giulia con 1 miliardo di euro. Puro ossigeno per un settore in drammatica crisi ma che, per ogni milione di euro di domanda aggiuntiva, si stima possa recuperare 17 unità lavorative. Con vantaggi evidenti sull intero sistema economico: 1 miliardo nelle costruzioni genera una ricaduta di 3,3 miliardi di euro. Partite finanziarie e numeri resi noti ieri a Udine al convegno sulla cosiddetta casa intelligente organizzato dall Ance regionale. Occasione anche per la firma tra i 16 componenti degli Stati generali dell edilizia e Debora Serracchiani del Protocollo per la casa, propedeutico a un tavolo di lavoro per le politiche di settore che la presidente della Regione fa sapere essere già in agenda in prima seduta il prossimo 27 novembre. Annuncio, quello di un rapido avvio del confronto, che l Ance incassa con totale soddisfazione. L edilizia è centrale per il rilancio dell economia, ripete il presidente regionale dell associazione Valerio Pontarolo nella convinzione di trovare a fine novembre le prime risposte dall assessore competente Mariagrazia Santoro rispetto alle sollecitazione del Protocollo che, tavolo a parte, incalza la Regione in particolare sulle risorse di provenienza Roma e Bruxelles, appunto. Nel documento le due parti si impegnano ad approfittare delle indicazioni del decreto del Fare (5 miliardi di Cdp rilanceranno, attraverso gli sportelli bancari, i mutui per l'acquisto e la ristrutturazione della casa) e dunque a motivare i cittadini a investire in quella direzione. Quei soldi, insiste Pontarolo, possono essere la scintilla per invertire la congiuntura. E ancora, guardando stavolta all Europa, si chiede alla Regione che il 10% (il doppio del valore minimo previsto dalla Ue) delle risorse del progetto Fesr venga dirottato allo sviluppo urbano e sostenibile, supportando anche i Comuni nell adesione al Patto dei sindaci per la diffusione della cultura della riqualificazione energetica. In un convegno tecnico in materia di domotica, con il funzionario Ance dell area fiscalità Chiara Mezzetti che illustra le agevolazioni fiscali a favore di chi interviene sugli edifici in un ottica di efficienza energetica, politica e categorie sembrano dunque condividere l emergenza di recuperare un comparto chiave per l economia regionale messo all angolo dalla crisi: il direttore Ance Fvg Fabio Millevoi, oltre alla perdita dei posti di lavoro, sottolinea il -71,4% dei permessi di costruire 2011 rispetto al 2004, il dimezzamento in sei anni delle compravendite di immobili in regione, un ulteriore -16% dei nuovi mutui tra primo semestre 2013 e primo semestre Mutui inaccessibili, tassazione alle stelle, mercato dell affitto proibitivo hanno messo a dura prova il bene casa, speriamo in un inversione di tendenza, dice Pontarolo. Serracchiani non si sottrae: Consapevoili che l edilizia rappresenta un volano per l economia Fvg, occorre ripensare le politiche regionali per la casa, tenendo conto dei nuovi bisogni sociali. La governatrice guarda a un progetto casa che affronti in modo organico i vari aspetti, dall'accesso all'abitazione, fino alle ristrutturazioni e all'efficientamento energetico degli edifici esistenti, puntando nello stesso tempo su strumenti innovativi come il sostegno alle locazioni e l'housing sociale. Nel Protoccolo firmato da Serracchiani la Regione si impegna pure a valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico, a rivedere le norme in materia di edilizia residenziale pubblica, a semplificare e accelerare le procedure amministrative.

4 REGIONE Gli enti locali bocciano i tagli e la riforma Panontin di Marco Ballico TRIESTE «L impressione? Pessima. Siamo pronti al referendum perché i cittadini possano confermare o meno il dettato della giunta». Pietro Fontanini abbandona la riunione del Consiglio delle autonomie con un diavolo per capello. Non accetta, il presidente della Provincia di Udine, che Debora Serracchiani, «eletta nel mio stesso giorno», tiri dritta con la riforma degli enti locali che, tra l altro, supera le Province stoppando già il prossimo anno il voto a Pordenone. Il tema politico si inserisce in un quadro di risorse calanti che certo non rasserena il clima. A preoccupare, ma la trattativa con lo Stato è ancora tutta da definire, sono gli spazi extra- patto di stabilità, ma al momento si fanno i conti con le minori entrate: mancano 15 milioni rispetto all anno scorso (le compartecipazioni passano da 370 a 366 milioni, i fondi straordinari da 36 a 25) e così la periferia si spartisce 391 milioni (-3,6% rispetto ai 406 milioni del 2013) con il trasferimento ordinario (324 milioni) che spalma 288 milioni ai Comuni, 31,8 milioni alle Province e 5,4 milioni alle Comunità montane. Mentre Ettore Romoli, presidente del Cal, auspica che la presenza di Serracchiani «segni l inizio di un metodo virtuoso nei rapporti tra centro e autonomie», la riforma, fa sapere Paolo Panontin, toccherà anche gli aspetti finanziari: «Lavoriamo per un testo organico, che riguardi pure i meccanismi di trasferimento delle risorse ai Comuni, l attuazione effettiva del comparto unico, la semplificazione amministrativa attraverso lo sviluppo dell'agenda digitale». Un riordino, aggiunge Serracchiani al parlamentino friulano, «che parte prima di tutto dalla Regione, che sarà leggera e avrà principalmente il compito di legiferare e di programmare, trasferendo le funzioni gestionali, per esempio Tpl e urbanistica, ai Comuni organizzati in forma associata». Parole che convincono alcuni, ma non tutti. Non di certo Fontanini: «Sulle Province, la Regione sta agendo sul filo dell incostituzionalità, ragionando non sulla legislazione vigente ma su ipotesi nazionali non ancora concretizzate. Ma c è anche una questione di costi: la sostituzione degli enti di area vasta con ben più numerosi ambiti territoriali moltiplicherà i centri di spesa. Se vogliamo fare le cose seriamente istituiamo la Provincia del Friuli da una parte, la città metropolitana di Trieste dall altra». Protestano anche amministrazioni dello stesso colore politico. Gennaro Falanga, presidente del consiglio provinciale di Gorizia, non ha dubbi sul fatto che «la Regione è oggi fuori dalle regole: Pordenone, nel 2014, dovrà votare». E Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia di Trieste, invita «a non sottovalutare le azioni quotidiane delle Province a garantire servizi ai cittadini». Serracchiani, in risposta, non cambia certo idea: «Andiamo verso una logica di semplificazione del sistema in sintonia con le indicazioni del governo. Questo implica un graduale superamento delle Province. Lo diciamo senza alcun furore ideologico, ma perché lo spirito della riforma è di mettere al centro il cittadino». Fontanini protesta? «Finirà il mandato, poi basta».

5 TRIESTE Dettaglianti, anno nero: «Niente segni di ripresa» di Matteo Unterweger Progressi pochi, e registrati solo nel settore del commercio all ingrosso. Le difficoltà nel terziario a Trieste continuano: questo dicono i numeri dell Osservatorio congiunturale permanente della Confcommercio provinciale relativi al terzo trimestre del Già analizzato lo spicchio dei servizi (con ricavi in calo per il 62,6% e occupazione che aumenta solo per l 1% delle realtà imprenditoriali), il focus su commercio all ingrosso, al dettaglio e sul turismo dice che il trend rimane complessivamente negativo. E le previsioni per l ultima parte dell anno non sono confortanti. L indagine, commissionata da Confcommercio alla Format Srl - ricerche, è stata realizzata tramite interviste telefoniche a un campione totale di 384 imprese, di cui 92 operanti nel commercio all ingrosso, 93 in quello al dettaglio e altre 90 nel turismo (cui si sommano le 104 del gruppo dei servizi). Degli intervistati, fra dettaglianti e operatori turistici nessuno ha risposto di aver rilevato tra luglio e settembre un miglioramento per quanto concerne i ricavi rispetto al periodo aprile-giugno. Stesso discorso per i livelli occupazionali: nessun incremento, mentre un 19,4% nel mondo del commercio al dettaglio e un 40% nel turismo ha dovuto provvedere a tagli di personale. Ritornando ai ricavi, purtroppo c è chi si è trovato a fare i conti con una diminuzione: rispettivamente del 39,8% e del 60%. Il che significa che per quattro dettaglianti su dieci i guadagni da un trimestre all altro sono scesi, e così pure per sei realtà su dieci della sfera del turismo. E se sull andamento economico generale della propria attività fra i dettaglianti la percentuale negativa registrata è la stessa (39,8%), il dato è addirittura peggiore per gli operatori turistici: per l 80%, infatti, le cose sono andate male. A dispetto di un estate che di turisti in città ne aveva fatti vedere molti. Le prospettive per il quarto e ultimo trimestre dell anno in corso (ottobre-dicembre), poi, non sono certo connotate da ottimismo: addirittura il 72% degli interpellati fra le imprese dell ambito turistico prevede un peggioramento dei ricavi. Solo l 8% pensa che andrà incontro invece a un miglioramento, sensazione condivisa dal 6,7% dei negozianti e dal 5,6% dei grossisti. Quanto ai posti di lavoro, per l ultima fetta del 2013 c è unicamente un 5,4% di intervistati nel settore del turismo che prefigura un aumento delle unità in organico. L 82,6% nel commercio all ingrosso e il 90,3% fra i dettaglianti non vede all orizzonte variazioni, mentre nuovamente nel turismo per il 34,6% ci sarà una riduzione e il 60% suppone che non dovrà modificare il numero dei dipendenti. La crisi continua dunque a manifestare i propri effetti, non facendo intravedere l auspicata ripresa. Nel terzo trimestre rari miglioramenti sono arrivati - secondo l indagine Confcommercio - solo nel commercio all ingrosso, dove il 13% delle imprese del campione preso in esame ha evidenziato un segno più nei ricavi e nell andamento economico generale della propria attività, e il 4,3% nel numero di addetti.