LO SVILUPPO PSICO-AFFETTIVO nell organizzazione mentale e del comportamento.

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1 LO SVILUPPO PSICO-AFFETTIVO nell organizzazione mentale e del comportamento. Romeo Lucioni Sin dai primordi di una ricerca sullo sviluppo delle capacità superiori riconosciute nell essere uomo, i pensatori, filosofi, speculatori, astrologi, alchimisti e scienziati hanno cercato di trovare e dare un nome a momenti successivi che guadagnano in importanza, pregnanza e complessità. Sicuramente al primo posto, in questa ricerca, è stato, anche agli albori della ricerca scientifica, l aspetto cognitivo della mente umana, quelle capacità che permettono di elaborare il pensiero, l astrazione o, come massima espressione, il pensare il proprio pensiero. Sostenuto dalla filosofia greca, che è arrivata a fare della ragione il fulcro di ogni espressione (il bello; il buono; il giusto; il santo; l utile; il vero) l approccio allo sviluppo psico-mentale è approdato a Cartesio con il suo cogito, ergo sum, ma anche l espressione: percepisco, quindi esisto. Si arriva poi a Freud che ha ridato valore, traducendolo come fondamentale, al sistema complesso delle emozioni e degli affetti. Il padre della psicoanalisi mette al centro di tutto il sistema psico-mentale l Io che viene letto come una funzione psichica che si va sviluppando sulla base delle percezioni, delle rappresentazioni e dei vissuti coscienti, intimi ed anche inconsci. La psicologia dell Io porta ad un modello organizzativo veramente importante, che permette di sviluppare uno studio profondo e variegato che tiene conto delle funzioni psichiche, ma anche di quelle neuro-biologiche che fungono da sostegno per l intero sistema psico-neuro-mentale. In questo ordine di idee, la timologia, negli ultimi dieci anni di studio e di applicazioni clinico-terapeutiche, ha portato a sviluppare la concettualizzazione della mente tetradica, fondata cioè sulle funzionalità emotive, affettive, intuitive e cognitive. Più recentemente, è stata anche puntualizzata la concezione della chiralità della mente affettiva che ha permesso di evidenziare l importanza di un sistema affettivo strutturato su sentimenti positivi e sentimenti negativi. Gli studi timologici hanno permesso di evidenziare l importanza dei sentimenti (sistema affettivo) ed anche la loro imprescindibilità nel permettere e governare lo sviluppo psico-mentale che è stato differenziato in: - sviluppo psico-cognitivo sotteso all intelligenza razionale; - sviluppo psico-affettivo significativo per l organizzazione timologica. Le neuroscienze hanno portato a differenziare le elaborazioni affettive dalle le risposte emotive tra le quali annoveriamo: sorpresa allerta e tensione inquietudine ansia e angoscia soddisfazione afflizione amarezza frustrazione tristezza esaltazione

2 allegria e gioia felicità e contentezza disagio preoccupazione imbarazzo insicurezza mestizia impazienza irritazione contrarietà animosità collera rabbia furore Lo studio clinico-psicoterapeutico ha evidenziato la presenza funzionale delle espressioni timologico-affettive che intervengono influenzando e coordinando le esperienze relazionali e, soprattutto, quelle intime che definiamo come vissuti. Sempre attraverso l esperienza psicoterapeutica, è stato anche confermato come i vissuti, nell ordine affettivo, sono per lo più inconsci e, proprio per questo, difficilmente influenzabili dal momento che sono soggetti a meccanismi di difesa primitivi come la negazione, lo spostamento, ecc. Se consideriamo gli affetti, sia quelli positivi che quelli negativi, possiamo verificare come entrambi siano attivi nel determinare il tono affettivo che si esprime anche attraverso atteggiamenti timici che, comunque, possono essere raccolti da un lato come utili e, per altro lato, anche negativi per l equilibrio psicorelazionale del soggetto nei confronti dei rapporti interpersonali e con il mondo esterno. Queste precisazioni tanto importanti, per non dire addirittura fondamentali per la comprensione del funzionamento e l evoluzione dell organizzazione psico-mentale (nei suoi aspetti psico-affettivi e psico-cognitivi), hanno trovato una struttura completa con gli studi della timologia. L approccio timologico ha permesso di evidenziare come l assetto psico-affettivo della mente tetradica ha il suo nucleo centrale strutturato in forma diadica tra: gli affetti positivi e gli affetti negativi. Parliamo ormai di chiralità della mente affettiva e lo schema riporta le conclusioni clinico-psicoterapeutiche che hanno evidenziato come gli affetti debbano essere divisi in: AFFETTI POSITIVI Riferiti a sé imbarazzo perdono pudore rimorso rimpianto soddisfazione Riferiti agli altri Amore bonarietà affabilità altruismo amicizia attaccamento compassione comprensione AFFETTI NEGATIVI Riferiti a sé orgoglio sfrenato avversione bramosia egoismo paura e terrore preoccupazione vergogna egocentrismo malizia Riferiti agli altri odio cattiveria collera disprezzo gelosia

3 fedeltà e devozione fiducia generosità gratitudine reciprocità riconoscenza solidarietà sussidiarietà riverenza invidia malanimo risentimento colpevolezza opposizione ostilità rancore rivalità ripugnanza Parliamo di temperamento per riferirci ad un certo stile emotivo-affettivo e se i sentimenti diventano persistenti il mondo degli affetti si esplicita con atteggiamenti che possono anche organizzarsi come tratti caratteriali. In questo caso possiamo riferirci a: - autocontrollo - irrequietezza - sicurezza - dubbiosità - compagnerismo - isolamento - equilibrio - eccentricità - socievolezza - spavalderia - pietà - indifferenza - fiducia - sfiducia - accettazione - protesta-rifiuto - collaborazione - riservatezza - tranquillità - altezzosità - riservatezza - sfrontatezza - partecipazione - distacco - altruismo - egoismo - serenità - inquietudine - tenerezza - freddezza - arrendevolezza - caparbietà - pazienza - rigorosità - comprensività - inflessibilità - reattività - aggressività - perseveranza - volubilità - tenerezza - freddezza - spontaneità - reticenza - accondiscendenza - opposizione - umanità - arroganza Queste considerazioni fanno riferimento ad una struttura complessa delle funzioni affettive che si organizzano in un intreccio che è stato letto come cultura della mente ed anche fenomenologia dello spirito. Soprattutto Hegel, nella sua filosofia pragmatico-esistenziale, ha affrontato il problema che lega l uomo alle sue tendenze e che ne influenzano i rapporti tra il proprio mondo di desiderio ed il mondo dei legami sentimentali, politici, sociali, integrativi. La timologia (scienza dei valori e degli affetti) ha affrontato questa stessa problematica considerando la chiralità affettiva nell ordine che supporta: - da un lato, la libertà individuale e la ricerca del bene personale ( bene soggettivo);

4 - per altro, la necessità di dover essere che implica quello che Heidegger ha chiamato, nella sua visione ontologica, essere-in o essere-con e che psicologicamente viene definito come valore anaclitico. Dover scegliere tra bene soggettivo (egocentrico-libertario) e bene comune (anaclitico-responsabile) è, per il soggetto, un vero e proprio enigma esistenziale che supporta conflitti profondi che sottendono al senso di sé, l autostima e l autosoddisfazione. Anche da un punto di vista socio-politico-economico la questione della chiralità affettiva si traduce come il più arduo problema esistenziale del soggetto che è chiamato, fin dalla più tenera età, a dover assolvere la questione tra: - desideri libidici e necessità adattivo-relazionali; - spinte di auto-differenziazione e di auto-valorizzazione oltre che di bisogno di adeguamento alle regole, agli esempi, alle richieste identificative; - senso di frustrazione per non riuscire a imporre la propria volontà; - sensi di colpa per tutte le dinamiche di auto-accusa, fobiche e controfobiche, che si strutturano nel rapporto con i genitori, con i docenti, con i coetanei, con il mondo circostante; - problematiche culturali che impongono scelte razionali (adeguate ed adattive), scelte morali di rispetto indiscusso dell altro, scelte etiche di adeguamento alle imposizioni di regole istituzionalizzate. Da un altro punto di vista, la chiralità affettiva si presenta come un intreccio fondamentale per l organizzazione psico-mentale volto a sviluppare un equilibrio in costante evoluzione proprio perché risponde: - da un lato alle regole ed alle imposizioni culturali e sociali; - per altro, alla necessità di organizzare una soggettività che comunque è chiamata a sviluppare potenzialità individuali di potere, di capacità, intellettive,di volontà, di perseverazione, di decisione, di sicurezza nelle scelte e nelle determinazioni. Queste qualità richiedono: - forte senso di sé, fondato non solo su intenzioni auto-riferite, ma soprattutto su una analisi di realtà e su un valido senso comune ; - senso di verità supportato da una percezione intuitiva di sé, acquisita nel rapporto con una figura materna accogliente e gratificante; e portano alla organizzazione affettiva di sé fondata su: - la costituzione di un indomito coraggio di fronte alle avversità, ai bisogni ed alle difficoltà; - la coscienza del bisogno di non abbassare mai la guardia di fronte alle problematiche della vita; - cercare sempre di avere alternative utili per superare le frustrazioni ed i contraccolpi negativi; - ricordare che le situazioni anche più favorevoli possono terminare, creando difficoltà ; - tenere sempre presente che è il potere a sostenere la persona nel suo ruolo, non il riconoscimento delle sue qualità che spesso possono generare negli altri reazioni di gelosia, di risentimento, di accusa. Sotto questo profilo, diventa chiaro come un certo grado di: - orgoglio; - egoismo; - preoccupazione; - gelosia;

5 - invidia; - risentimento; - rivalità; anche se annoverati tra i sentimenti negativi possono risultare utili in determinate e specifiche circostanze e in certi tipi di relazione interpersonale che richiedono una speciale forza di volontà e predisposizione a lottare per il proprio destino ed il proprio successo. Anche un troppo accentuato grado di sentimenti positivi come: - pudore; - bonarietà; - altruismo; - devozione; possono generare situazioni comportamentali difficili per il soggetto. Si evidenzia, dunque, come sia necessario che il soggetto acquisti l esperienza sufficiente e verificata per saper modulare i propri comportamenti, atteggiamenti e reazioni sulla base di un equilibrato intreccio di sentimenti positivi e negativi. Questa integrazione rappresenta il vero e significativo senso comune, la capacità di integrare il Sé in un ambito culturale, economico, relazionale e sociale, la disposizione personale a prendere in considerazione il valore dell altro, l importanza dell integrazione e della sussidiarietà, il valore veramente umano della gratitudine, della riconoscenza, della fedeltà, del rispetto e della necessità di crescere e di far evolvere la propria personalità rispettando: - giustizia e clemenza; - chiarezza sul diritto e sulla necessità del castigo; - evitamento delle infedeltà generate dalla bramosia, la cattiveria, l opposizione, la rivalità, il disprezzo, ecc. La concezione timologico-affettiva della mente presuppone una continua ed in frenabile trasformazione sostenuta dalla chiralità, ma, soprattutto, dalle esperienze relazionali ed interpersonali capaci di creare. Situazioni diverse e variabili che dipendono sia dal Sé che dall Altro. Rinnovamento ed evoluzione non sono una eredità trasmessa da un passato storico, ma, al contrario, frutto di una creatività intrinseca nella cultura, nella elaborazione immaginaria, nella dinamicità dell incontro e del trascorso con le figure significative della storia di ognuno. Parliamo di cultura creativa che è sempre influenzata da: - senso di Sé, di capacità e di potere; - capacità di viversi come atti a condizionare le scelte e le aspettative degli altri; - potenzialità necessaria a rompere quella dinamica ripetitiva che ha un carattere adattivo, che genera però un senso di inadeguatezza proprio perché l abitudine dà sicurezza, ma induce un senso di incapacità a creare e a cambiare gli schemi esistenziali. Da tutto questo, possiamo condizionare la disorganizzazione psichica alla incapacità creativa o perdita dell immaginario che, caratteristiche di un Io-debole, portano a indurre l impossibilità di quello che conosciamo come Sé (Kohut) e che Lacan ha chiamato Io-ideale. Il Sé e l Io-ideale non vanno intesi come strutture ( alla stregua cioè di organi o elementi neuro-anatomici ) proprio perché rappresentano delle

6 funzioni psichiche che rispecchiano momenti evolutivi e creativi legati alle esperienze, ai vissuti ed alle elaborazioni consce ed inconsce. Se consideriamo il modello tracciato per l evoluzione psico-mentale (affettiva e cognitiva) troviamo che il Sé è sotteso anche: - allo sviluppo del senso di realtà, - alla organizzazione della funzione Nome del Padre. Questa funzioni psichiche hanno in sé un valore cognitivo-razionale, ma, come ha dimostrato la timologia, sono soprattutto una evoluzione sul piano virtuale (Yago Franco). L esperienza quotidiana è sottesa ad una elaborazione soggettiva che è di tipo affettivo, proprio perché sostenuto dal senso di sé e dal senso di potere. Per questo, la realtà è sempre una realtà virtuale. La creazione di un senso è impregnata di virtuale, sotteso al senso soggettivo (elaborazione intima e personale) ed al senso istituito nel sociale della relazione. Ogni esperienza diventa, quindi, creazione di virtuale, di una realtà virtuale sottesa alla creazione di senso che, in ultima analisi, è anche creazione di consapevolezza. Da tutto questo si desume che la consapevolezza è espressione di una modulazione affettiva che implica senso di sé, senso di potere, senso di partecipazione sociale. L elaborazione filosofica di Ernst Jünger ci aiuta a comprendere come il senso di sé sia l espressione di una consapevolezza di sé che dona al soggetto: - festoso senso dell essere; - allegria selvaggia del potere, sentimenti che creano il coraggio di vivere che è senso di dominio di sé, che è animosità, senso di un valore spirituale che pone il sé al di sopra della mediocrità degli altri. Il coraggio di vivere come dominio si sé rappresenta per il soggetto un valore spirituale, un esaltante senso di potenza, di resilienza, di capacità creativa. Questa creatività spirituale genera il senso dell essere che conduce alla consapevolezza di Sé e ad acquisire un senso di responsabilità che è responsabilità verso se stessi, verso il proprio volere-coraggio, verso il proprio destino. Da tutto questo si può comprendere come il processo di evoluzione psico-mentale, affettiva e cognitiva, sia il fondamento per la costituzione della persona (soggettivazione). Per altro lato, si può anche desumere come situazioni di stress, di difficoltà, di abbandono, di conflitto possano portare ad una disorganizzazione psichica che genera una profonda disorganizzazione affettiva, responsabile della formazione di un Io-debole, un ritorno a modelli regressivi dell essere (libidici ed onnipotenti), una fissazione su comportamenti ossessivi e ripetitivi, una inibizione dell immaginario, ecc. ecc. SINTOMI E COMPORTAMENTI OSSERVATI CONSEGUENZE DI UNA DISORGANIZZAZIONE PSICHICA SITUAZIONI COMPULSIVE MODELLO CONTROFOBICO MODELLO INIBITORIO crisi angoscia (attacco di panico) crisi di terrore difficoltà nel contatto corporeo difficoltà nell attaccamento atteggiamenti controfobici timidezza esagerata rigidità espressiva difficoltà nella verbalizzazione inibizione dell iniziativa anedonia e apatia disattenzione perdita della memoria

7 forte egocentrismo coartazione psicomotoria atteggiamenti onnipotenti impaccio grafico scarsa compartecipazione emotività libera irritabilità crisi di ansia opposizione iper-attività aggressività e violenza inibizione di fronte agli adulti scarsa collaborazione flessione dell autostima creazione di un Super-Io tendenza a rinunciare castrante e distruttivo difficoltà a cominciare bisogni di forte dipendenza che si rigidità mimica esprimono con attacchi narcisistico sfregamenti delle mani masochisti inibizione affettiva rifiuto a crescere che è come non scarsa iniziativa voler tornare a casa ricerca della ripetitività ritiro vergognoso passività scarsa concentrazione mutacismo e mutismo facile stancabilità disorientamento impaccio motorio scoordinazione motoria disturbi del sonno incoerenza eidetica scarsa efficienza distacco depressione blocco psico-mentale Il quadro riassuntivo dimostra la complessità delle difficoltà integrative e relazionali, legate a quello che possiamo chiamare scompenso psico-affettivo. Disturbi comportamentali, attacchi di violenza, espressioni narcisisticomasochiste, ecc. sono i segni di una alterazione dello sviluppo armonico del sistema affettivo. Queste difficoltà alterano l organizzazione della personalità sia nel rapporto con il Sé (svalorizzazione o espressioni megalomaniche), sia nel rapporto con gli altri. Un alterato sviluppo affettivo si evidenzia già a partire dall età giovanile e, proprio in questo periodo della vita, vanno ricercate le cause che, per lo più, sono annoverate nell ordine dei traumi psichici primitivi. I disturbi di personalità che conseguono possono essere annoverati nell ordine di: - disorganizzazione dell Io e difficoltà a sviluppare le dinamiche creativoimmaginarie del Sé ; - difficoltà nelle relazioni interpersonali e nello sviluppo delle valenze analitiche ; - prevalenza delle dinamiche fobiche e contro-fobiche nelle espressioni caratteriali. Queste difficoltà nell ordine personale portano a vivere situazioni di forte frustrazione che si evidenzia nell ordine: - economico-lavorativo = difficoltà a raggiungere una indipendenza economica; poca disponibilità ad assumere un senso di responsabilità; difficoltà nel mantenere perseveranza sul compito giustificata dal sentirsi sminuiti; - relazionale = grosse problematiche derivate dal sentirsi defraudati nel contraccambiare gli affetti; tendenza a svalorizzare l altro che viene investito di responsabilità, colpe e atteggiamenti persecutori ( che hanno origine proiettiva); - sessuale = difficoltà nell aspetto erotico oltre che sentimentale e prestazionale; - familiare = gravi difficoltà nelle relazioni con i genitori che vengono sempre accusati di poca sensibilità e scarsa disponibilità ad aiutare a superare le crisi e le debolezze personali. Queste osservazioni fanno riferimento alla concezione psicoanalitica del trauma e, proprio da questo, possiamo comprendere l importanza della concezione chiralica della mente affettiva.

8 La chiralità rappresenta una forma di integrazione tra opposti e da qui la possibilità di superare le situazioni di conflitto La chiralità affettiva è la vera possibilità di uscire da una stasi, dalla monotonia della ripetitività adattiva, da quella palude dell uniforme che blocca e anulla le possibilità creative, innovative, evolutive. In un ambito applicativo più generale, la chiralità affettiva si prospetta come il vero e unico meccanismo che, per l Uomo, significa sperimentazione, tentazione di scoprire nuove vie, dinamiche utili per imporre la propria volontà, apertura all immaginario, alla coscienza onirica che apre nuove strade all innovazione e alla capacità di non essere oppressi dall innovazione stessa. Il valore della coscienza onirica ( fondata sui sogni veri che si sviluppano durante le fasi di sonno REM e sulle insognazioni caratteristiche delle fasi di sonno che antecedono al risveglio) sta proprio nel offrire al soggetto una ricchezza immaginativa ed intuitiva che apre a nuove conquiste, a nuove realizzazioni della mente. Se l Uomo non possedesse però la funzione chiralica della mente affettiva, perderebbe la possibilità di fare propria la potenza intuitiva, immaginativa, creativa ed evolutiva del suo straordinariamente umano funzionamento psicomentale. Nelle fasi precoci del suo sviluppo mentale, il bambino utilizza le funzioni adattive dell Io che sono per lo più di tipo ripetitivo e solo i processi di identificazione multipla lo porteranno a sviluppare quella soggettivazione che si basa su attività creative ed innovative proprio del Sé. Se nella pratica psicoanalitica si può mettere in evidenza la... tendenza a ripetere più che a ricordare (Laplanche, 1995), anche nelle esperienze di arteterapia-psicodinamica i pazienti tendono a ripetere le modalità espressive (così succede anche durante le sessioni di dialogo-danza con.. il corpo che parla ). La ripetizione di un disegno (per es. la riproduzione di un albero) toglie il bambino dal pericolo di scariche tensive ed ansiose. Sembra quasi che ripetere lo stesso disegno rappresenti una modalità utile per non affrontare la creazione che, comunque, pone il problema di pensare. La negazione del pensiero, sostituito dal fare, dall agire, dal movimento ripetitivo del tratto, ha il significato di: - smentire quello che si vorrebbe dire ; - organizzare il discorso come lapsus, come gesto fallito, come omissione di risposte segni che portano ad evidenziare la presenza di: - un Io-piacere che si trincera dietro il semplice, il piccolo, la soppressione di contenuto, il superficiale accennare a ; - una pulsione anale che genera una macchia, un oggetto informale privato di pensiero, di parola; - una difesa racchiusa in una semplice forma priva di contenuto; - una smentita che è conciliare l Io-piacere con l Io-reale, producendo una negazione che è trasgressione logica in quanto non so fare altro ; - senso di godere per chi utilizza la smentita come forma di difesa. Risulta interessante osservare come sia forte la tendenza anale a nascondere il proprio pensiero che è come negare la mente. Come dice Lacan dove c è corpo non c è mente quasi a sottolineare la rinuncia al proprio pensiero-mente, creando un blocco mentale come atto di difesa controfobica nel quale la fobia, la paura è rivolta al proprio crescere, al

9 divenire che metterebbe in relazione lo sviluppo con il desiderio di annichilire, distruggere e annullare l altro e la sua potenza. Sono interessanti queste osservazioni proprio perché dimostrano come i meccanismi di difesa espressi come blocco mentale non derivano da un semplice trauma esperienziale, ma sono il frutto di una elaborazione inconscia o che si sviluppa nell ambito intra-psichico, negato all evidenza, all espressione fenomenica. Il blocco psichico diventa così un agire in modo controfobico esattamente come per il bambino autistico che può baciare la propria madre, ma non per dimostrarle il suo affetto, ma piuttosto per farle sapere che non vuole crescere, che resterà sempre il suo bambino che aspetta il latte buono, il buon nutrimento che lo.. libera dalla morte dalla paura di dissolversi nel nulla. Questo è anche sottolineato dal rifiuto ad eseguire attività di lavoro in modalità diverse da quelle apprese dal maestro (che diventa il sostituto del padre-arcaico) proprio perché lui non deve andare contro la potenza oppressiva dell Altro (Padre-arcaico) che lo ucciderebbe. Si ripete per non ricordare, ma allora è proprio il ricordo che suscita le immagini, le emozioni negative, le ansie generate in un precedente vissuto. Il fatto traumatico diventa dunque una esperienza intima (intra-psichica), virtuale e non fenomenologica, legata ad una elaborazione ad una rappresentazione personale che l Altro del dialogo non può neppure immaginare. Da queste considerazioni possiamo trarre la conclusione che: - la ripetizione diventa un puro atto simbolico, privato di ogni valore creativo; - la creazione è vita, cambiamento, soggettività, imposizione di un Sé che può e che vuole crescere; - il simbolo diventa una morte nella rappresentazione ; - è la chiusura verso la molteplicità dell essere, è sottomissione alla legge che uccide perché crescere è pensare e pensare è entrare nella propria legge che è uccidere l altro (mors tua vita mea). Questa lettura porta a considerare il blocco mentale come espressione di voler mantenere il proprio Io in un mondo adattivo, impedendogli di crescere verso la strutturazione che è un Sé o quel Io-ideale che Lacan vede come passaggio dall adattivo al creativo, movimento psichico sostenuto dalla funzione Nome del Padre che è riconoscere al figlio il valore delle proprie spinte creative che presuppongono un divenire, un crescere ed un trasformarsi nella dimensione oppositiva di essere se-stesso. In tutto questo si rispecchia il modello creativo della maschera che permette di moltiplicare le esperienze identificatorie nella logica di sviluppare una sintesi che sarà la soggettivazione, la creazione del senso di sé, ma anche dell essere se stessi nella dinamica dell auto-realizzazione, dell auto-valorizzazione, dell autosoddisfazione. Nella pratica pedagogica e/o terapeutica, portare, il bambino a uscire dalla ripetitività espressiva diventa dunque il senso pratico dello sviluppo della creatività, dell immaginario e del crescere in sé e per sé. La pedagogia, la terapia, la riabilitazione e il recupero implicano sempre e prima di tutto, una liberazione che è abbandonare l obbligatorietà comportamentale e valutativa, mettersi in gioco in un tentativo di raffronto e di ricerca del valore dello stare insieme, del valore imprescindibile della relazione, della

10 comunicazione, del dare e del ricevere nel rispetto della riconoscenza e della gratitudine. CONCLUSIONI La pedagogia della liberazione, utilizzando le valenze della coscienza vigile guadagna uno statuto di utilità pubblica e sociale. Il soggetto, attraverso la grammatica del crescere e del divenire, organizza o recupera il valore del Sé e l immagine significante dell immaginario e della sua creatività, ponendosi nella legge dell essere che, come dice Heidegger, è essere-in ed essere-con. Attraverso lo statuto della chiralità affettiva il soggetto scopre, accetta e sviluppa le sue potenzialità che, nella relazione, si accomodano nell ambito del 2senso comune e della saggezza che risultano i fondamenti per una vita serena, comunitaria, sussidiaria e integrata. In questo modo si difende e si libera dal narcisismo primario infantile e da quei falsi idoli che prendono il nome di potere, arroganza, orgoglio, superbia, ossessione che fanno dell uomo un primitivo, un incapace di prevedere per sé e per la sua discendenza un mondo migliore, solidale, giusto, rispettoso della vita e delle pari opportunità per sé e per gli altri.