INTERREG Verbale di riunione (V.R.) n. 006 del 26 aprile 2012

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "INTERREG Verbale di riunione (V.R.) n. 006 del 26 aprile 2012"

Transcript

1 INTERREG Verbale di riunione (V.R.) n. 006 del 26 aprile 2012 Il giorno 26 aprile 2012, presso la Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola, a partire dalle ore 9.15, si è tenuta una giornata di studio per il coordinamento, tra i partners italiani e svizzeri, delle attività inerenti il progetto INTERREG Italia-Svizzera , dal titolo Valorizzazione dell Architettura Tradizionale, Tutela del paesaggio antropico e del costruito. All incontro risultavano presenti i seguenti soggetti: Partners svizzeri dott. Gabriele Bianchi, Pianificatore urb. ORL/ETH, ERS-LVM Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia) dott. Claudio Gianettoni, Presidente della Federazione Associazioni Artigiani del Canton Ticino; referente del GLATi Gruppo di Lavoro Artigianato Ticino dott. Marcel Bisi, Segretario del GLATi Gruppo di Lavoro Artigianato Ticino Partners italiani dott. Claudio Cottini, Assessore all Istruzione e all Università, alla Cultura, alle Attività Estrattive, alla Pianificazione Territoriale della Provincia del V.C.O. (IT); Sindaco del Comune di Santa Maria Maggiore (Vb, IT) dott. Marco Cerutti, Amministratore Delegato del Centro Servizi Lapideo del V.C.O. di Crevoladossola (Vb, IT) ing. arch. Elisa Genna, Coordinatore del progetto e tecnico di laboratorio del Centro Servizi Lapideo del V.C.O. di Crevoladossola (Vb, IT) arch. Marco Zerbinatti, Ricercatore presso il DISEG del Politecnico di Torino (IT) prof. ing. Gian Paolo Scarzella, già Professore ordinario presso il DISET del Politecnico di Torino (IT) ing. arch. Sara Fasana, Assegnista di ricerca presso il DISEG del Politecnico di Torino (IT) ing. Paolo Piumatti, Ricercatore presso il DISEG del Politecnico di Torino (IT) Altri soggetti dott.ssa Fiorenza Ratti, Responsabile dei progetti Interreg per il Canton Ticino (CH) dott. Saverio Foletta, Segretario della Fondazione Verzasca (CH) sig. Stefan Früh, Responsabile Agenzia Cento Rustici (CH) dott. Giorgio Petrini, Responsabile dei corsi GC della Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola (CH) sig. Luca Maspoli, Istruttore dei corsi della Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola (CH) arch. Marco Porini, Direttore dell Ente Scuola Edile del V.C.O. (IT) dott.ssa Luisa Lovisolo, responsabile del progetto Interreg Italia-Svizzera La pietra e la storia, Futura Europa (IT) prof. Giovanni Cavallo, referente per la S.U.P.S.I. (CH) del progetto Interreg Italia-Svizzera La pietra e la storia 1

2 Il programma della giornata prevedeva le seguenti attività: Mattino Ore 9.15 Arrivo ed accoglienza dei partecipanti presso la Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola (CH) Ore Programmazione attività Interreg Italia-Svizzera presentazione dei partners (ruolo, funzione, esperienza) organizzazione di temi e gruppi di lavoro definizione dei referenti e delle modalità di condivisione delle attività, degli aspetti decisionali, dei risultati presentazione delle attività in corso (partners italiani) presentazione delle attività in corso (partners svizzeri) sinergie, collaborazioni e programmazione prossime scadenze Incontro-confronto con i docenti formatori della Scuola SSIC tecniche di utilizzo e di recupero della pietra condivisione e raccolta di fonti bibliografiche e documentarie sul tema del recupero e della valorizzazione dei manufatti in pietra condivisione e raccolta di fonti normative e regolamentari locali (pietra per murature, pavimentazioni, etc.) per il recupero e la tutela dell architettura tradizionale Progetto di Sviluppo del Parco Nazionale del Locarnese incontro con i tecnici e presentazione dei contenuti del progetto condivisione, acquisizione di informazioni utili e confronto Ore Pranzo Pomeriggio Ore Ore Ore Trasferimento al Villaggio di Corippo (CH) (monumento architettonico protetto di importanza nazionale) Visita al Villaggio di Corippo (CH) Incontro (presso il Villaggio di Corippo) con i responsabili del progetto Interreg A (ID ) La pietra e la storia SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) di Lugano (CH) Comune di Oggiono (Lecco, Italia) dott.ssa Luisa Lovisolo (responsabile del progetto, partner Futura Europa) prof. Giovanni Cavallo (partner SUPSI) Confronto, possibilità di sinergie tra i progetti Interreg e raccolta di documentazione disponibile e utile per lo sviluppo del progetto (ID ) Analisi e confronto sull approccio al tema del recupero e della valorizzazione dei rustici in Svizzera Ore Fine lavori 2

3 Mattino Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola (CH) L incontro prende avvio con il saluto ed il ringraziamento da parte del dott. Gabriele Bianchi che accoglie gli ospiti in una delle aule della Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino e ringrazia per l organizzazione e la partecipazione alla giornata di studio dei partners italiani e svizzeri e dei soggetti esterni invitati. Favorisce un giro di tavolo per le presentazioni dei partecipanti. Dopodichè chiede al dott. Cerutti ed al dott. Gianettoni di prendere in mano la conduzione della giornata. La parola viene ceduta al dott. Marco Cerutti, il quale ringrazia i partners svizzeri per la disponibilità all organizzazione della giornata e per l ospitalità. Riferisce dell assenza, per motivi familiari, del rappresentante del partner G.A.L. Laghi e Monti, rag. Ferruccio Sbaffi, del quale egli stesso si fa portavoce e rappresentante. Inoltre, comunica il ritardo dell assessore Cottini per cause di forza maggiore. Il dott. Cerutti esordisce spendendo qualche considerazione sulle aspettative italiane in relazione al progetto Interreg. Si tratta di un progetto fortemente voluto dalla Provincia del V.C.O. e dalla Regione Piemonte, con il quale si auspica un coordinamento delle iniziative in argomento nell Ossola. Grazie alla canalizzazione delle risorse sui Piani di Sviluppo Rurale nel Verbano-Cusio-Ossola ed in altre realtà, sono in essere progetti legati al tema del recupero e della valorizzazione del patrimonio diffuso. Inoltre, gli ultimi tre anni hanno visto l iter di sviluppo del Progetto Borgate in Ossola, che ha spinto a svolgere alcune riflessioni puntuali. Si tratta di progetti specifici relativi al recupero delle frazioni di alcuni Comuni della Val d Ossola. In particolare, con l Ente Scuola Edile del V.C.O. si sta approntando il recupero di un lavatoio della frazione Cadarese del Comune di Premia. Essendo il tema del recupero delle coperture in pietra molto sentito, sono stati organizzati percorsi formativi a cura dell Ente Scuola Edile del V.C.O. sull argomento dei muri a secco e delle coperture in piode. Sono, inoltre, in corso di elaborazione nuovi percorsi formativi di approfondimento in tema di: - rivestimenti di murature in materiale lapideo; - tessiture murarie portanti a secco; - strutture di copertura in materiale lapideo; - pavimentazioni (selciati, lastricati) in materiale lapideo; - comignoli e pilastri; - scale e strutture ad arco in pietra; - intonaci tradizionali; - carpenterie e finiture lignee tradizionali; - etc. Con i Piani di Sviluppo Locale, finanziati dai Progetti Leader, è prevista un azione specifica sugli edifici storici di importanza architettonica. Nell ambito dei Piani di Sviluppo Locale, il G.A.L. ha recentemente dato incarico all arch. Giovanni Simonis (docente del Politecnico di Milano e studioso ed appassionato dell architettura locale ossolana) della redazione del nuovo Manuale G.A.L. sul recupero dell architettura tradizionale. È in corso di redazione il quadro operativo di impostazione del Manuale, che è stato condiviso, nello schema generale, con il Politecnico di Torino e con gli altri soggetti partners. Gli incontri di coordinamento (per parte italiana) del progetto Interreg, gli incontri con l arch. Simonis per un confronto sul metodo e sui contenuti del redigendo Manuale G.A.L., l incontro con l Associazione culturale Canova che opera per l esecuzione di interventi di natura conservativa, gli incontri di pianificazione e di programmazione delle attività con i partners svizzeri del progetto 3

4 Interreg, il confronto con i responsabili del progetto Interreg Italia-Svizzera del Comune di Oggiono e della S.U.P.S.I. di Lugano sul tema La pietra e la storia, vanno tutti nella direzione di creare sinergie con progetti che si stanno svolgendo in parallelo all Interreg sulla valorizzazione dell architettura tradizionale di cui all oggetto della presente giornata. La Convenzione Interreg per parte italiana è stata sottoscritta alcuni giorni fa. Le attività sono state avviate il 02 gennaio Il Centro Servizi Lapideo ha già provveduto, a inizio anno, all avvio di una procedura per la selezione di una risorsa umana da dedicare full time al progetto. Si tratta dell ing. Elisa Genna, che si sta occupando, in affiancamento alla Provincia e a supporto della stessa, anche delle attività di coordinamento del progetto. Nel corso delle scorse settimane, sono già stati organizzati diversi tavoli di lavoro con l obiettivo di pianificare e programmare in maniera razionale le attività dei partners, con la supervisione costante della Regione Piemonte. Inoltre, la stessa Regione ha accolto le richieste della Provincia del V.C.O. (capofila del progetto per parte italiana) di organizzare tavoli tecnici con enti e soggetti operanti sul territorio, al fine di avviare un attività di coordinamento e di adeguamento degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale in relazione ai contenuti della documentazione prodotta come esito dei progetti appena conclusi o in essere. Il Centro Servizi Lapideo ha avviato un attività di censimento dei Regolamenti Edilizi e dei Piani Regolatori dei 77 Comuni della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Sono in corso di redazione tabelle di sintesi, in particolare relative ai Nuclei Storici e di Antica Formazione in ottica di comprendere come colmare eventuali deficit normativi. Nel corso del tavolo tecnico tenutosi presso la Regione Piemonte il 18 aprile u.s., una delle proposte avanzate è stata quella di fare in modo che i documenti esito delle ricerche in corso possano, a valle delle attività, essere acquisiti in seno al Piano Territoriale Provinciale, in modo che le linee di indirizzo possano incidere sui Piani Regolatori Generali e sui Regolamenti Edilizi. Il Manuale G.A.L. dovrà essere recepito dai Comuni ed avrà natura cogente. Spesso le linee guida restano non applicate. Si cercheranno di trovare modi e strumenti opportuni perché esse possano diventare prescrizioni obbligatorie e non applicabili a discrezione dei professionisti. È stata poi avviata, a cura del Centro Servizi Lapideo, un operazione di raccolta delle fonti bibliografiche e documentarie in tema di architettura tradizionale storica al fine di costituire un bagaglio iniziale di conoscenze fondamentale per costituire basi solide sulle quali sviluppare i contenuti del progetto. Sono in corso di svolgimento considerazioni, insieme con il Politecnico di Torino, circa il comportamento meccanico dei materiali lapidei utilizzati nelle costruzioni tradizionali della Val d Ossola. Si stanno approntando procedure sperimentali per la messa a punto di prove per la determinazione delle resistenze dei materiali lapidei utilizzati per la realizzazione di mensole e di lastre di balconi e di copertura, in ottica di fornire informazioni tecniche precise per le fasi di progetto e di realizzazione in cantiere. Oggi si assiste a fenomeni che contemplano la realizzazione, su vaste aree del territorio ossolano, di coperture con lastre di spessore molto sottile. Considerazioni ed approfondimenti richiedono anche il tema delle pendenze delle falde di copertura e quello per il recupero dei balconi. Spesso si assiste ad interventi che annullano l originaria autenticità delle costruzioni con la sostituzione di elementi in pietra (oggi ancora difficilmente controllabili nel comportamento) con altri in conglomerato cementizio armato. Altre considerazioni si stanno facendo, con il Politecnico di Torino, sui contenuti della normativa italiana di settore, riguardo alle prove sui materiali ed ai calcoli per rispondere alla normativa tecnica in vigore. Dal punto di vista organizzativo, tra i partners italiani è emersa la necessità di costituire un Comitato di Pilotaggio, che si riunirà per la prima volta giovedì 03 maggio p.v., alle ore 15, presso 4

5 la sede della Provincia del V.C.O. a Verbania. Esso, come si evince dalla bozza di regolamento (che sarà approvato nel corso della prima seduta del Comitato) dovrà occuparsi di: - sovrintendere all attuazione del progetto, in conformità a quanto contenuto nella Convenzione tra Capofila e Autorità di Gestione e relativi allegati e nella Convenzione tra Capofila e partners; - vigilare sull esecuzione del progetto in tutte le sue fasi e secondo le modalità e i tempi previsti; - approvare il piano e il calendario delle attività e le loro eventuali modifiche; - formulare proposte di armonizzazione delle procedure amministrative e contabili; - assicurare una buona comunicazione tra i partners; - esaminare e approvare qualsiasi proposta di modifica al progetto approvato e al relativo budget; - esaminare e approvare le attività dei partners; - valutare periodicamente i risultati raggiunti nell'attuazione del progetto; - approvare i rapporti di avanzamento del progetto da sottoporre all Autorità di Gestione; - esaminare e approvare il piano di comunicazione del progetto e le sue eventuali modifiche; - coordinare le attività di promozione e pubblicità del progetto, nel rispetto delle varie azioni assegnate ai partners, garantendone la conformità e la coerenza; - garantire il coordinamento di tutte le azioni del progetto verificando la ricaduta comune delle azioni locali; - promuovere incontri tecnici e tematici fra i partners. Il Comitato di Pilotaggio è affiancato da un Comitato tecnico-scientifico transfrontaliero con compiti di indirizzo, coordinamento e supervisione. In particolare, il Comitato di Pilotaggio dovrà rivolgere particolare attenzione ai partners che si occuperanno dello svolgimento degli interventi dimostrativi: il Comune di Beura Cardezza ed il Comune di Santa Maria Maggiore. Gli interventi di recupero saranno, per forza di cose e per ovvie ragioni di natura meteorologica, eseguiti nelle stagioni di primavera-estate. È fondamentale che, con l estate ormai prossima, i cantieri possano vedere il loro avvio. Il dott. Gabriele Bianchi interviene chiedendo la composizione del Comitato internazionale. Il dott. Cerutti risponde che il Comitato sarà costituito dai responsabili della Provincia del V.C.O., il dirigente arch. Luigi Formoso e l arch. Sergio Gasparotti. È prevista una figura di coordinatore del Comitato, che si è individuata nell ing. Elisa Genna, la quale si occuperà, oltre agli altri suoi compiti in ambito C.S.L., anche del coordinamento delle attività dei partners (secondo quanto previsto dal Regolamento del Comitato di Pilotaggio da approvare). Inoltre, farà in modo che tutta la documentazione di sintesi degli incontri, che si sono svolti e che si svolgeranno, possa essere condivisa, emendata ed infine approvata e messa a disposizione di quanti fossero interessati a prenderne visione. Si sta, altresì, valutando la possibilità di inserire, su una piattaforma web, verbali e documenti inerenti il progetto Interreg in modo che siano a disposizione di tutti i partners (parte italiana e svizzera) al fine di condividere le attività in corso e/o quelle concluse. Il Comitato internazionale potrebbe vedere la presenza dei seguenti soggetti: Partners italiani - Provincia del V.C.O. (Luigi Formoso, Sergio Gasparotti, Claudio Cottini) - G.A.L. Laghi e Monti (Ferruccio Sbaffi) - Centro Servizi Lapideo del V.C.O. (Marco Cerutti) - Politecnico di Torino (Marco Zerbinatti). Non si ritiene necessaria, in seno al Comitato internazionale, una rappresentanza dei Comuni di Beura Cardezza e di Santa Maria Maggiore. 5

6 Partners svizzeri - ERS-LVM (Gabriele Bianchi, Samantha Bourgoin) - GLATi (Claudio Gianettoni, Marcel Bisi). La Provincia del V.C.O. ha un ruolo di coordinamento e di gestione dell iter progettuale quale soggetto di riferimento per tutti gli attori coinvolti nel progetto e fornisce linee di indirizzo per tutte le attività previste. Nei primi mesi, l attività della Provincia è stata supportata da quella del Centro Servizi Lapideo a causa di problemi di bilancio che non hanno consentito alla Provincia stessa di assumere una risorsa umana che potesse occuparsi delle attività di segreteria. Adesso la questione si sta sbloccando e si procederà all assunzione di una persona che possa supportare le attività del dirigente responsabile. Per parte italiana, il costituendo Comitato di Pilotaggio ha redatto una bozza di Regolamento interno, che si propone di inoltrare anche ai referenti dei partners svizzeri affinchè si possa emendare e adattare alla partecipazione al Comitato anche dei rappresentanti dei partners transfrontalieri. A questo punto, prende la parola il dott. Claudio Gianettoni, il quale comunica che la Scuola che ci ospita è la Società Svizzera Impresa Costruttori Sezione Ticino (SSIC) di Gordola. Dà alcune comunicazioni sul programma operativo della giornata: - intorno alle ore è programmata una visita, a cura del responsabile dei corsi e di un istruttore, al Centro di Formazione; - intorno alle ore 11, l assemblea sarà raggiunta da un delegato dal Dipartimento del Canton Ticino sul tema dei rustici; - per quanto concerne l argomento normativa, sarà necessario comprendere come svolgere parallelismi ed approfondimenti tra quella italiana e quella svizzera. C è la disponibilità di un esperto, contattabile telefonicamente, che può dare in merito tutte le delucidazioni del caso, in attesa di organizzare un incontro tematico ad hoc; - intorno alle ore è prevista una pausa pranzo a Vogorno, sulla strada verso Corippo; - successivamente, avverrà il trasferimento al Villaggio di Corippo, dove si svolgerà una ricognizione guidata a cura del segretario della Fondazione Verzasca; - alle ore 15.30, presso il Villaggio di Corippo i presenti saranno raggiunti dai responsabili del progetto Interreg Italia-Svizzera sul tema La pietra e la storia. Per quanto concerne la co-partecipazione dei partners svizzeri al progetto Interreg, il dott. Gianettoni tiene a sottolineare che la scelta dei partners non è stata casuale soltanto per riuscire a chiudere un progetto di richiesta di finanziamento. Dietro alla loro scelta c è una storia ed una volontà di collaborazione tra soggetti che ritengono di operare in aree con fortissime analogie (racconta che i Ticinesi emigravano e, al loro ritorno, non avevano competenze per gli interventi in edilizia e si rivolgevano alle maestranze d Oltralpe. Per questo, le caratteristiche degli edifici ticinesi sono assimilabili a quelle delle costruzioni ossolane). Importanti sono anche i riferimenti dei caratteri degli edifici ticinesi con riferimento a tipi costruttivi e a ben precise proporzioni, che richiamavano quelle ampiamente trattate da Le Corbusier. Il dott. Cerutti interviene per sottolineare che l elemento legato all organizzazione degli spazi funzionali è interessante soprattutto in ottica di comprensione dei limiti imposti, per esempio, dalla normativa igienico-sanitaria italiana, che richiede il rispetto di alcune prescrizioni che, il più delle volte cozzano con i caratteri originari delle strutture tradizionali. Con la Regione Piemonte, si sono fatti ragionamenti in merito alla possibilità di individuare deroghe, che possano ovviare al problema dell adeguamento di alcuni specifici edifici di valore alla normativa vigente. 6

7 Il dott. Gianettoni riprende riferendo della presenza, nel Canton Ticino, di circa 60 mila rustici. Per 20 mila di essi potrebbero essere ammissibili interventi di ristrutturazione. Il tema è scottante ed urgente. Le Associazioni dell Artigianato hanno individuato alcune aree di intervento. È fondamentale che si conservino il valore sociale, culturale, delle competenze. L operazione di censimento e di organizzazione delle competenze è molto importante. Il progetto Interreg, in quest ottica, si pone come strumento idoneo per lo sviluppo di alcuni punti interessanti. Il dott. Cerutti afferma che, in questa fase preliminare di avvio delle attività Interreg, si stanno cercando di raccogliere documenti e progetti che hanno portato a censimenti puntuali. In Italia, non è definito il numero dei rustici. Si sta assistendo, però, negli ultimi anni, ad un fenomeno che porta all innamoramento nei confronti di questo tipo di patrimonio diffuso e stanno pervenendo richieste di recupero nel rispetto delle tecniche tradizionali. Il dott. Cerutti riferisce, per esempio, di una famiglia tedesca la quale, trasferita in Italia ed acquistata un abitazione rustica in Valle Strona, aveva necessità di rifare con urgenza la copertura tradizionale in beole. Nel contattare diverse ditte, aveva ricevuto come proposte la possibilità di demolire e ricostruire ex novo. Avendo desiderio di recuperare il vecchio, la famiglia ha chiesto informazioni circa l esistenza di un elenco di artigiani/imprese artigiane che siano in grado di realizzare interventi di recupero secondo le tecniche tradizionali. Si assiste ad una sempre maggiore sensibilità verso il tema del recupero dei rustici, oggi ancora più marcato negli stranieri che negli italiani. Da qui, la sinergia con l Ente Scuola Edile del V.C.O., di cui parlerà più ampiamente il diretto interessato, il direttore arch. Marco Porini. Nel V.C.O., sono presenti circa 5000 imprese artigiane, il 50% delle quali appartenenti al settore delle costruzioni. Oggi, questo settore sta vivendo una profonda crisi, ma può rappresentare grandi opportunità di lavoro. Se si sarà in grado di creare un volano (recupero e messa a valore del patrimonio), esso potrà essere oggetto di attrattività. Il dott. Cerutti riferisce che in Trentino Alto Adige hanno sviluppato il settore del recupero tradizionale in chiave di risparmio energetico (costituendo la casa passiva dell architettura tradizionale). Oggi, si assiste ad una perdita del sapere. Pochissimi sono gli imprenditori in grado di eseguire corretti interventi di recupero. Si tratta di un mercato di nicchia e comunque di una grande opportunità. Con l Interreg, sarà fondamentale effettuare operazioni di censimento dei soggetti in grado di recuperare e dei modi di intervenire nel recupero. I percorsi di formazione devono essere rivolti parimenti agli artigiani (per l esecuzione delle opere) ed ai professionisti tecnici (per la progettazione degli interventi). Bisogna prevedere anche attività di informazione-formazione rivolta ai tecnici della Commissione Paesaggio, tra i quali sussistono lacune molto marcate. Si tratta di una richiesta avanzata dalla Regione Piemonte stessa: provvedere all organizzazione di percorsi di info-formazione su tematiche specifiche rivolti a professionisti ed operatori (impresari e maestranze). È importante che con la Regione Piemonte si provveda a darsi delle priorità al fine di dare ai partners input puntuali. Il dott. Gianettoni ritiene importante attivare relazioni e rapporti con la Scuola dei Costruttori, la Società degli Ingegneri e degli Architetti per affrontare il tema della formazione trasversale. Un tema di tale consistenza e rilevanza è necessario che penetri attraverso diversi organi. 7

8 Il dott. Cerutti riferisce che, al di fuori del progetto Interreg, è stato firmato un Accordo di rete tra Provincia del V.C.O., Centro Servizi Lapideo del V.C.O., Ente Scuola Edile del V.C.O., ARS.UNI. V.C.O. ed altri enti per la costituzione di un polo formativo per l utilizzo della pietra nelle costruzioni. Inoltre, il 19 maggio p.v. è prevista al Centro Servizi Lapideo del V.C.O. la visita di un gruppo di studenti del Politecnico di Milano. La visita rientra nelle attività previste dal workshop gestito dal prof. Caviasca. Esso fa parte di un progetto più ampio, che comprende un corso monodisciplinare tenuto dallo stesso docente presso il polo di Mantova del Politecnico di Milano (Elementi di Progettazione dell architettura con la pietra), ed un Master universitario di 2 livello attivo dal 2008 presso la sede di Milano dello stesso Ateneo ( che si occupano della valorizzazione, conoscenza e utilizzo della pietra in architettura. Il workshop, in coordinamento con il corso internazionale di Architectural Design Studio 1 della scuola di Architettura e Società, ha come titolo La pietra nella progettazione degli interni urbani ( Il corso ha come scopo quello di approfondire la conoscenza dell utilizzo della pietra negli spazi di uso pubblico (intesi come piazze e vie) con focus sui materiali, sulle tecniche costruttive sostenibili per il progetto contemporaneo di architettura. Il programma didattico prevede lezioni teoriche per introdurre il tema della pietra ed uscite didattiche direttamente in cava per poter prendere visione delle tecniche di escavazione, di posa e di utilizzo della pietra. La visita ai laboratori del Centro Servizi Lapideo mira a far conoscere agli studenti i caratteri dei tipi di materiale presenti in Val d Ossola e gli aspetti tecnici (collaudo del materiale, classificazione, etc.), che stanno a monte della scelta del materiale lapideo più adatto non riconducibile solo al mero aspetto estetico. È importante fare sistema. Recuperare risorse per la formazione continua attraverso l Ente Scuola Edile in ottica di sviluppare percorsi per ri-apprendere il saper fare. A questo punto il dott. Cerutti ritiene utile presentare il Centro Servizi Lapideo e le sue attività. Il Centro Servizi Lapideo è una società consortile per azioni a maggioranza pubblica, partecipata dalle Università, dagli Enti, dalle Istituzioni, dalle Associazioni di Categoria e dalle imprese del territorio, che si pone l obiettivo di favorire lo sviluppo del settore lapideo e delle costruzioni, attraverso la qualificazione e la caratterizzazione dei prodotti, la loro certificazione, la sperimentazione e la promozione di innovazione tecnologica, il costante miglioramento delle risorse umane. Il Centro è un laboratorio di prove e ricerca sui materiali, frutto di un progetto presentato dall Amministrazione provinciale del Verbano Cusio Ossola all interno del DOCUP Regione Piemonte 2000/2006 misura 3.1a relativa ai Piani Integrati d Area. Tutti i servizi hanno come riferimento prioritario gli obblighi di cui alle specifiche di prodotto introdotte dalle Norme Europee Armonizzate. Il Centro ha l obiettivo di essere il punto di riferimento per le imprese che intendono accrescere la loro competitività nel mercato. Il laboratorio, sito in Crevoladossola, consente lo svolgimento di prove tecniche, attività di sperimentazione, formazione del personale nel settore lapideo e nei processi ad esso collegati. Essendo la società consortile non a scopo di lucro, la strategia di fondo del laboratorio è quella di erogare servizi reali per reperire risorse da investire in progetti di ricerca futuri. Su specifiche esigenze delle imprese, il C.S.L. ha tra i suoi obiettivi la ricerca scientifica e tecnologica grazie alla presenza tra i soci fondatori di quattro Università: il Politecnico di Torino, l Università degli Studi di Torino, l Università degli Studi di Milano-Bicocca, l Università di Bologna. 8

9 I principali servizi di analisi e certificazione erogati sono rivolti alle imprese del settore lapideo (pietre naturali) e di produzione di aggregati per calcestruzzi e asfalti. Relativamente alle pietre naturali, il laboratorio è dotato di moderne attrezzature anche per la realizzazione di sezioni sottili per l analisi petrografica. All interno del laboratorio è presente anche un settore chimico-biologico per l analisi delle acque, test di cessione per i residui di lavorazione dei settori lapideo e delle costruzioni ( Il dott. Gianettoni afferma che tutti i partners si aspettano che, attraverso lo sviluppo dei contenuti dell Interreg, si possa fissare la conoscenza orale. Si tratta di far tesoro delle conoscenze degli artigiani locali ancora in vita (che tra qualche anno si rischiano di perdere definitivamente) e di trasformarle in strumenti didattico-formativi. La parola viene ceduta all arch. Marco Porini, direttore dell Ente Scuola Edile del V.C.O. Egli si presenta come partecipante ospite non coinvolto nel progetto Interreg, ma interessato alle attività che il progetto prevede, per cui ha ricevuto l invito a partecipare dal dott. Marco Cerutti e dalla Provincia del V.C.O. con i quali collabora attivamente. L Ente Scuola Edile del V.C.O. è un ente bilaterale previsto dal CCNL del settore delle costruzioni; è amministrato in maniera paritetica dai rappresentanti dei costruttori edili di A.N.C.E. e associazioni artigiane e dai rappresentanti sindacali della FLC Fillea-CGL, Filca-CISL, Feneal-UIL ( È un ente senza fini di lucro, che svolge la propria attività prevalentemente nell ambito della formazione professionale del settore delle costruzioni. La Scuola ha come finalità principe la formazione degli operai. Esiste da 25 anni, ma è realmente attiva ed operativa sul territorio da 4-5 anni. In passato, sono stati svolti principalmente corsi sulla sicurezza, in ottemperanza alla normativa vigente. Da circa 2 anni, sono invece stati attivati anche percorsi formativi miranti allo svolgimento di attività pratiche. È stato organizzato un corso sul tema Tetti in piode e muri a secco, nel quale sono confluiti anche i contenuti in tema di sicurezza. Si è provveduto alla redazione in bozza dei contenuti di altri progetti formativi, in attesa che possano vedere la loro attivazione, grazie ad Accordi di rete che possano prevedere specifici filoni di finanziamento. Il dott. Cerutti interviene dicendo che, attraverso Accordi di rete, sarà possibile realizzare, presso il Centro Servizi Lapideo del V.C.O., cantieri protetti per l organizzazione di corsi e spazi di laboratorio pratico, oltre che attività formativa. L arch. Porini ribadisce che l Ente Scuola Edile è una realtà senza scopo di lucro, non fa utili e gli eventuali utili vengono reinvestiti. È un Ente accreditato dalla Regione Piemonte in tema di qualità e di sistemi di gestione. È accreditato secondo le norme ISO Può attingere al Fondo Regionale Europeo. La forza lavoro dell Ente è stimata in n. 2 risorse umane. Il dott. Gianettoni chiede al responsabile del Politecnico di Torino di prendere la parola quando lo ritenga opportuno. In una fase immediatamente successiva, come da programma della giornata, chiede di focalizzare l attenzione su alcuni aspetti di natura amministrativa ed organizzativa delle attività. Ciò al fine di definire, in corrispondenza delle singole azioni previste in progetto, i referenti, le modalità di condivisione delle attività, delle decisioni/scelte, dei risultati, le tempistiche di sviluppo. 9

10 Si tratta di fissare alcuni vincoli per il controllo del progetto, dando riferimenti per l organizzazione delle attività dei partners sui tempi di lavoro e sulle aspettative. Si procede all analisi delle singole azioni previste dalla scheda progetto Interreg presentata circa un anno fa. Il dott. Marco Cerutti avvia l analisi delle azioni in capo alla Provincia del V.C.O. Azione 1 Provincia del V.C.O. Attività: Indagine, documentazione ed eventuale e rilevamento degli interventi già realizzati sul patrimonio architettonico esistente per evidenziare, con esempi emblematici, casi di esecuzioni a regola d arte ovvero di esecuzioni non congruenti con il contesto e con materiali e tecniche tradizionali. Risultati: Documento o raccolta illustrata e commentata di interventi sul patrimonio edilizio esistente di interesse storico e/o documentario Il dott. Cerutti riferisce che si sta prendendo visione dei progetti in essere sul territorio. In particolare, porta all attenzione dei presenti il progetto di recupero del Borgo di Marone, elaborato nell a.a dal prof. arch. Darko Pandakovic e dagli allievi Matteo Comi e Carlo Nava del Politecnico di Milano. Si tratta di un progetto rimasto sulla carta per mancanza di finanziamenti, ma che dà spunti interessanti sul tema delle tecniche costruttive e del recupero. Il dott. Gianettoni riferisce che in Vallemaggia esiste un caso significativo di recupero. Ha ricevuto finanziamenti dalla Confederazione. E si tratta di un esempio di realizzazione pratica di un intervento, di un caso da manuale interessante da visitare. Il dott. Cerutti riprende sottolineando anche l importanza di considerare il tema dei costi del recupero eseguito con l impiego di tecniche tradizionali. Al di là della redazione del Manuale, si dovrebbe puntare alla definizione di regole per il recupero e di incentivi perché gli interventi possano vedere la loro realizzazione. Il dott. Gabriele Bianchi chiede allora ai presenti quali potrebbero essere le modalità di condivisione della documentazione e/o degli esempi pratici in possesso dei partners italiani e svizzeri. L arch. Marco Zerbinatti interviene dicendo che sarebbe interessante poter effettuare una visita dei luoghi sottoposti a recupero, potersi confrontare con chi ha eseguito gli interventi in ottica di acquisire informazioni e dati circa le tecniche costruttive. È importante intervenire con i materiali attualmente disponibili, ma nel solco della tradizione consolidata. È fondamentale che si possano acquisire informazioni direttamente sul campo. Il dott. Gianettoni sottolinea che, in questo caso, si tratta di un saper fare e non semplicemente di un sapere. È disponibile a fornire ai partners italiani i contatti e supportare/seguire le visite, i confronti tecnici che si intenderanno organizzare. Riferisce che, da un lato, si può affrontare l argomento del recupero sotto il punto di vista dei costi finanziari, dall altro, svolgendo considerazioni in tema di sostenibilità. 10

11 In qualità di Associazione di Artigiani e con la S.U.P.S.I. si stanno realizzando modelli di sostenibilità al fine di giungere a giudicare e valutare i progetti con uno sguardo a prospettive possibili di valore aggiunto. Il dott. Cerutti riferisce il modello di CasaClima, che enfatizza il raggiungimento di elevati livelli di prestazione senza la necessaria attenzione agli aspetti della sostenibilità. CasaClima nasce in un periodo di grave crisi del settore delle costruzioni. La Provincia autonoma di Bolzano così ha promosso la creazione dell Agenzia che, a valle di una serie di controlli, rilascia una certificazione. Le riflessioni condotte sui rustici, in occasione del tavolo tecnico svoltosi in Regione Piemonte a Torino lo scorso 18 aprile, hanno evidenziato che, a detta dei tecnici comunali (operanti direttamente sul territorio), esistono gravi carenze nella formazione dei professionisti. È stata avanzata, dunque, la proposta di prevedere la costituzione di un Albo volontario di professionisti formati ad hoc (con il conseguimento di crediti formativi obbligatori). Quando il cittadino richiede informazioni per il reperimento di contatti su professionisti in grado di proporre progetti di recupero corretti, potrà consultare un Albo, un elenco di professionisti; e, allo stesso modo, potrà scegliere gli operatori edili in grado di eseguire interventi di recupero corretti, in un elenco di imprese certificate. In Piemonte, è stato redatto un elenco di imprese dell eccellenza artigiana. Nell Alto Adige, si porta all esasperazione il tema della filiera corta, ma sussistono gravi lacune. Il dott. Gianettoni promette di individuare e segnalare ai partners italiani alcuni casi significativi di borghi svizzeri recuperati e di fornire i relativi contatti. Il dott. Cerutti riferisce che, in Italia, un esempio di borgo recuperato è il borgo Canova. Non ricorda altri esempi significativi. L Associazione Canova è una realtà culturale che si è impegnata direttamente per il recupero conservativo del borgo, attraverso l organizzazione di workshops con l Università americana dell Oregon. Canova è una realtà localistica che opera fuori da schemi e basandosi su saperi non scritti. La necessità che ricorre con il progetto Interreg è quella di mettere ordine nelle conoscenze e nei saperi. Il dott. Bianchi riferisce sull interesse, comunicato dalla Comunità Montana dell Ossola (riferimento dott. Francini), per seguire un progetto analogo a quello in corso di svolgimento sull Interreg. Il dott. Cerutti promette di attivare i contatti e di coinvolgere nel progetto anche con il dott. Francini. Inoltre, riferisce che il 24 aprile u.s., presso il G.A.L. Laghi e Monti di Domodossola si è tenuto un incontro con l Associazione Canova, alla presenza del C.S.L. e della Provincia del V.C.O. L ing. Elisa Genna riferisce che l Associazione ha mostrato interesse alla collaborazione al progetto Interreg e a mettere a disposizione documenti, saperi e competenze dei suoi tecnici. L arch. Porini riferisce di un interesse manifestato per seguire alcuni interventi in Val Bavona. Per la prima azione del progetto, il dott. Cerutti afferma che sarebbe importante giungere a definire 5-6 casi di buoni esempi di intervento ed altrettanti di cattivi esempi. Si tratta di produrre, a cura della Provincia del V.C.O. capofila, un prodotto fisico reale. 11

12 Azione 2 Provincia del V.C.O. Attività: Esame e predisposizione di norme edilizie specifiche da inserire negli apparati normativi del Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) e dei Piani Regolatori Generali (P.R.G.). Risultati: Norme edilizie per strumenti esecutivi e/o repertori di riferimento con soluzioni costruttive. Per quanto concerne la seconda azione, il dott. Cerutti riferisce che si è proceduto alla raccolta degli strumenti di pianificazione urbanistica (P.R.G. e Regolamenti Edilizi), provvedendo all analisi dei contenuti ed alla redazione di tabelle di sintesi. Da questo primo esame emerge che c è molto da lavorare, essendo spesso la documentazione frutto di attività di copia ed incolla, con sottilissime differenze tra un elaborato e l altro (applicati su diversi Comuni). Il dott. Gianettoni comunica la disponibilità a far sì che si organizzino occasioni di confronto con un esperto del Dipartimento del Territorio, che conosce la normativa svizzera in tema di rustici. Inoltre, sono disponibili a mettere a disposizione i Piani Regolatori vigenti sul Ticino, strumenti utili per un attività di valutazione e di confronto. Sarebbe importante poter realizzare, a questo scopo, tabelle comparative sui contenuti più significativi. Alle ore si registra l arrivo dell assessore della Provincia del V.C.O., dott. Claudio Cottini. Azione 3 Provincia del V.C.O. Attività: Individuazione dei più rilevanti nodi problematici ed ostacoli che rendono difficoltoso il recupero e la conservazione di edifici (rustici e bivacchi) nel rispetto dei valori e delle caratteristiche tipiche dell architettura tradizionale (in particolare, l uso della pietra quale peculiarità connotante il territorio) e definizione di possibili strategie per sciogliere tali nodi problematici. Risultati: Linee guida per successive azioni di governo e di controllo. Sulla terza azione, il dott. Cerutti afferma che uno degli aspetti che si sta analizzando è quello dei vincoli imposti dal regolamento igienico-edilizio. Negli interventi di rifunzionalizzazione, sulla base delle prescrizioni di tali regolamenti, i rustici dovrebbero subire pesanti modifiche (per quanto attiene alla distribuzione funzionale, ai rapporti aero-illuminanti, etc.). Per quanto concerne il tema della pietra, sarebbe importante poter giungere alla segnalazione di buone prassi sul suo utilizzo anche riguardo alla viabilità. Sarebbe importante poter verificare la regolamentazione svizzera in tema e poterla eventualmente adattare in Italia. Ci sono sicuramente interessanti argomenti da sottoporre ad approfondimenti. Con il Politecnico di Torino, si stanno svolgendo considerazioni sugli aspetti più tecnici della pietra. Si sta procedendo anche ad analisi sulle caratteristiche minerolagico-petrografiche della stessa, prendendo in considerazione la normativa della Valle d Aosta sulle coperture (L.R. n. 13 del 1 giugno 2007, Nuove disposizioni in materia di costruzione del manto di copertura in lose di pietra e disciplina dei relativi benefici economici. Modificazione alla L.R. n. 18 del 27 maggio 1994, e s.m.i. con L.R. n. 25 del 19 novembre 2008). Ci sono cave sul territorio idonee per la realizzazione di lastre di coperture ed altre non idonee. L output di questa azione dovrebbe consistere in linee guida per azioni di governo e di controllo. 12

13 Il dott. Gianettoni riferisce che, riguardo a questo punto, si possono individuare due filosofie di approccio: - una relativa all aspetto normativo; - un altra che tiene conto di regole di principio. Si rischia di mettere gabbie non accessibili, capaci di impedire gli interventi anche dal punto di vista finanziario. Chi ha finanziamenti potrà effettuare gli interventi. Chi non può permetterseli, non potrà realizzarli. In questo senso, sarà necessario comprendere come agire e definire vincoli tutelanti e non costringenti. Uno dei danni che può interessare i rustici è quello dell aumento della volumetria. Si definisce, quindi, un aumento di volume massimo consentito pari al 10% (se non sono contemplati spazi) per i servizi igienici. Ma in questo caso, il rustico non può essere accessibile. Altre considerazioni vanno, poi, fatte sulle aperture, sulle pendenze di falda, etc. È necessario mettere a punto concetti di principio che, se non sono fissati, possono portare a snaturare gli interventi. I vincoli stringenti e costringenti rischiano di bloccare gli interventi di recupero. Bisogna riconoscere che esiste un problema di approccio. Il dott. Cerutti riferisce che, con la Provincia del V.C.O., si stanno valutando alcuni percorsi per incentivare, premiandoli, gli interventi di recupero secondo buone pratiche. Il dott. Claudio Cottini, interpellato al proposito, riferisce che si sta valutando come poter convincere ad eseguire interventi confacenti con le buone regole: si tratterebbe di recuperare denaro prevedendo aumenti di volumetria in aree di completamento. Alcuni soggetti potrebbero avere accesso a questo premio (maggiorazione dell indice di fabbricabilità, per esempio), e la premialità costituirebbe un fondo di denaro, che consentirebbe il finanziamento di interventi di recupero corretti da eseguirsi nei centri storici. Sarà necessario comprendere, all interno delle Amministrazioni comunali, se sarà possibile individuare aree idonee per svolgere ragionamenti di questo tipo. La premialità può essere rappresentata da un restauro conservativo, da una ristrutturazione, etc. Si tratta di tentativi teorici di ragionamento, da vagliare attentamente circa le loro possibilità di applicazione concreta. Il dott. Bianchi riferisce che in Svizzera non esistono forme di incentivo di questo tipo, ma incentivi che vengono dati sull uso successivo del bene. È previsto un sostegno dato dal Cantone. Esiste anche un sostegno comunale sul tema delle coperture in piode. Il dott. Gianettoni riferisce che in Valle d Aosta esistono forme di sostegno per il recupero delle coperture. È importante provvedere a sostenere il proprietario nel ciclo complessivo di recupero del rustico. Anche il tema dei mutui, se garantiti da un sistema di utilizzo dei beni, può diventare un argomento interessante da sviluppare. Importante è l aspetto culturale. Il recupero costituisce un costo ed un onere finanziario. È fondamentale che ci sia comunque chi dimostra attenzione verso il territorio ed il patrimonio in esso presente. Queste attenzioni hanno il potere di ingenerare operazioni di emulazione. Bisogna fare in modo che si attivi un processo di rete di commercializzazione dell intervento dei singoli. 13

14 Il dott. Cerutti riferisce che, nella Regione Piemonte, esiste un diritto di escavazione (le cave versano al Comune il 60%, alla Regione il 40%). Trattandosi di tasse, queste non possono essere contemplate nelle spese correnti. Sarebbe interessante, per esempio, poter prevedere che tali risorse possano essere destinate ad azioni di recupero. Un tema di questo tipo potrebbe essere molto interessante se si potessero avviare ragionamenti con l unione dei Comuni. Il dott. Cerutti chiede se in Svizzera esistono dei diritti di escavazione confrontabili con quelli della Regione Piemonte.. Il dott. Marcel Bisi risponde che in Svizzera esiste il Patriziato che incassa i diritti di escavazione. Ma si tratta di cifre molto esigue. Per quanto concerne ancora la terza azione, in tema di compensazione volumetrica e premialità, il dott. Cerutti afferma che potrebbero studiarsi modalità per aggirare/derogare alla normativa in vigore. Una volta terminato lo studio sullo stato di fatto, completata l analisi dei contenuti degli strumenti urbanistici dei 77 Comuni del V.C.O., sarebbe interessante avviare un confronto con tutti i dati disponibili in tabelle di sintesi. Il dott. Gianettoni propone la costituzione di un tavolo allargato con tecnici, che si occupano di normativa, in modo che possano emergere idee, stimoli, iniziative. Il dott. Cerutti riferisce che sarebbe importante proporre la costituzione di un comitato tecnico ad hoc, in numero ristretto. È necessario definire una dimensione ottimale della sua composizione in modo che si possa lavorare in modo fruttuoso. Il dott. Cottini riferisce che, in occasione dell incontro con l Associazione Canova del 24 aprile u.s., è stata proposta l istituzione di un Comitato tecnico che possa occuparsi della valutazione dei progetti in essere che si stanno sviluppando parallelamente all Interreg. Bisogna valutare con attenzione la proposta di costituzione di un Comitato tecnico unico (definendo con attenzione i suoi componenti) in modo da non avere n realtà operanti in parallelo, ma cercando di ottimizzare e massimizzare impiego di professionalità e loro impegno. L arch. Zerbinatti riconosce, in questa fase della ricerca, due momenti: - un primo momento di acquisizione di interventi esemplari (costituzione di un Comitato con un numero limitato di soggetti, che dovranno lavorare per enucleare gli elementi nodali); - un secondo momento (che si avvicina a quello della divulgazione e della formazione), nel quale si dovrà allargare il bagaglio e si potranno organizzare incontri di informazione e formazione mirati e rivolti a: a) tecnici degli enti locali; b) professionisti operanti sul territorio; c) maestranze, artigiani. Sarà importante fare gli opportuni riferimenti agli aspetti normativi. Trovare il giusto equilibrio, negli incontri che si organizzeranno, tra i contenuti normativi e le ricorrenze dei modi di fare al fine di giungere a scelte condivise. Il dott. Gianettoni condivide la proposta dell arch. Zerbinatti. Per le fasi di scelta di strategie di approccio, è necessario che il Comitato sia composto da un nucleo ristretto di tecnici. 14

15 Nel momento in cui saranno necessari confronti con operatori del settore, responsabili della pianificazione, etc., si favorirà la costituzione di nuclei più ampi. Bisognerà dare i tempi idonei per lo sviluppo delle strategie di approccio e definire gli snodi sui quali i Comitati potranno esprimersi. Si dovrà puntare ad un approccio segmentato per tipi. Azione 4 Provincia del V.C.O. Attività: Individuazione di tipi architettonici e di tecniche costruttive ricorrenti all interno dell area in esame (lago, collina, montagna) e definizione di modelli cui riferirsi per le azioni di recupero e riuso a fini culturali e turistico-ricettivi. Risultati: Schemi grafici e descrittivi dei modelli tipologici e costruttivi individuati, come raccolta di base di dati. Per quanto concerne la quarta azione, il dott. Cerutti afferma che, come output, saranno previsti degli schemi grafici. Lo scheletro generale e l impostazione del lavoro sono in fase di elaborazione, con il Manuale del G.A.L., da parte dell arch. Giovanni Simonis. Una volta completato, tale lavoro sarà anche inoltrato ai partners svizzeri perché ne prendano visione e possano condividerlo. Il dott. Gianettoni sottolinea l importanza, in questo studio, di rivolgere attenzione alla tassonomia, alla localizzazione, all utilizzo dei materiali. L arch. Zerbinatti tiene a sottolineare che la classificazione sarà tecnologica e non tipologica. Si procede a riconoscere il manufatto che va recuperato come edificio unico ed irripetibile. Si dovranno definire indirizzi fermi ed il margine di variabilità potrà essere dato dalla sensibilità delle maestranze e dall abilità dei progettisti. Il dott. Gianettoni afferma l importanza di confrontarsi sul metodo prima ancora di procedere all analisi dei risultati. L arch. Zerbinatti riferisce che, sul come fare, oggi esiste un ampia bibliografia. L arch. Simonis svolgerà approfondimenti sulla costruzione dei manufatti. L Interreg svolgerà considerazioni sul recupero andando a definire un approccio di maggior dettaglio. Se si riusciranno a proporre deroghe per determinati interventi di recupero rivolti a specifici manufatti, si dovrà essere in grado di far risaltare alcuni aspetti anche in ottica di miglioramento prestazionale. Il lavoro dell Interreg deve andare in questa direzione, in particolare concentrando l attenzione sui sistemi di copertura e sulle strutture dei balconi. Il dott. Gianettoni riferisce che esistono materiali locali riutilizzabili, quali la lana. Il dott. Bisi si occupa anche di riutilizzo di materiali locali. Nel corso della giornata, eventualmente, ci possono essere occasioni di condivisione di queste esperienze. Il dott. Gianettoni riferisce che, in preparazione all Interreg, si sentiva questo tipo di prospettiva, che ha poi portato all elaborazione del progetto. Per esempio, nel villaggio di Corippo sono stati realizzati interventi coerenti. 15

16 Azione 5 Provincia del V.C.O. Attività: Messa a punto di un documento di indirizzo per la trasposizione degli esiti della ricerca negli strumenti di pianificazione. Risultati: Documento di indirizzo per strumenti urbanistici esecutivi. Per quanto concerne la quinta azione, il dott. Cerutti sottolinea che la stessa è strettamente connessa all azione precedente. Una volta definite le tecniche costruttive negli ambiti di riferimento (lago, collina, montagna), individuati gli edifici, si approntano schede per il recupero, con la definizione di informazioni di natura tecnica (linee guida). Tali linee dovranno essere richiamate nel Piano Territoriale Provinciale. Azione 6 Provincia del V.C.O. Attività: Impaginazione e stampa antologie. Organizzazione di Convegno finale per la presentazione degli esiti della ricerca. Risultati: Antologia e atti del Convegno, disseminazione dei risultati. Il dott. Cerutti riferisce che la pubblicazione dei risultati avverrà non solo sottoforma cartacea, ma anche informatica e digitale, in modo che la documentazione e gli esiti possano essere scaricabili e consultabili. Azione 7 Provincia del V.C.O. Attività: Costituzione e svolgimento attività da parte di Comitato tecnico-scientifico permanente transfrontaliero con compiti di indirizzo, coordinamento e supervisione. Risultati: Attività di indirizzo, coordinamento, supervisione. Azione 8 Provincia del V.C.O. Attività: Censimento di tutte le fonti bibliografiche e documentarie esistenti in materia di edifici della tradizione costruttiva locale (rilevi, repertori, studi, libri, manuali, regolamenti, abachi, criteri e indirizzi, censimenti di enti pubblici). Risultati: Bibliografia e fonti documentarie con descrizioni sintetiche e ragionate, sia cartacee che informatizzate. Il censimento delle fonti documentarie è stato realizzato, ma in fase di continua implementazione, a cura del Centro Servizi Lapideo del V.C.O. e condiviso con gli altri partners. Il dott. Cerutti consegna al dott. Gianettoni copia della documentazione biblio-webgrafica raccolta e promette un invio elettronico della stessa. Le prime attività di formazione sono previste, per parte italiana, dopo l estate. Azione 9 GLATi Gruppo di Lavoro dell Artigianato del Ticino 16

17 Attività: Organizzazione e gestione di Workshops per la formazione di operatori e tecnici del settore a vari livelli, nonché per i componenti le commissioni locali per il paesaggio. Risultati: Formazione di operatori e tecnici, realizzazione di interventi di recupero dimostrativi, produzione di rapporti tecnici di documentazione dell attività svolta (Report). Il dott. Gianettoni riferisce che, per parte svizzera, la formazione è prevista nel corso del Quest anno è in preparazione il materiale, che poi sarà testato a fini pratici. Alle ore viene accolto il Segretario della Fondazione Verzasca, dott. Saverio Foletta. Azione 10 GLATi Gruppo di Lavoro dell Artigianato del Ticino Attività: Corsi specifici come primo test di applicazione. Risultati: Oltre agli interventi formativi previsti nelle azioni 13-14, si intende organizzare delle sedute formative empiriche con la partecipazione ai cantieri aperti ed approfondire quindi le competenze pratiche. Inoltre potranno essere organizzati dei corsi su richieste di terze parti, con la garanzia della supervisione da parte del GLATi. Azione 11 GLATi Gruppo di Lavoro dell Artigianato del Ticino Attività: Il censimento degli operatori idonei per gli interventi. Risultati: Si tratta di costituire un catalogo degli operatori (persone ed aziende) che hanno competenze nel settore e che possono intervenire con competenza a realizzare gli interventi in coerenza con le finalità del progetto. Azione 12 GLATi Gruppo di Lavoro dell Artigianato del Ticino Attività: La costruzione di percorsi formativi in collaborazione con gli enti preposti. Risultati: In collaborazione con la sezione dell orientamento professionale, la Scuola Impresari Costruttori, la S.U.P.S.I., l Accademia di Architettura, vanno costruiti dei percorsi formativi che rendano trasparente l offerta formativa esistente e che prevedano eventuali nuovi percorsi e contenuti. Il dott. Cerutti propone eventualmente di condividere con i partners svizzeri la bozza relativa al primo corso organizzato dall Ente Scuola Edile del V.C.O. sul tema Tetti in pioda e muri a secco, per il quale è stata redatta una prima dispensa dei corsi, da implementare ed approfondire. Ciò al fine di creare un ulteriore sinergia per quanto riguarda gli aspetti della formazione. Il dott. Gianettoni desidererebbe che questa fosse la coda del lavoro preparatorio al progetto. Sarebbe necessaria una Commissione che si occupasse della trasposizione della conoscenza tecnica in conoscenza didattica. In questa fase, il GLATi si sta occupando del censimento delle domande, dei corsi di formazione, degli operatori. Si stanno operando segmentazioni relative a: - imprese che si occupano della realizzazione delle murature (anche a secco); - imprese che si occupano di coperture; 17

18 - imprese che si occupano di lavorazioni in affiancamento (falegnami, artigiani in grado di realizzare decorazioni interne, artigiani che realizzano scale, etc.). Si tratta di tre livelli graduali di censimento delle imprese artigiane con differenti livelli di competenze. Il dott. Cerutti, a questo proposito, propone la possibilità di realizzare un Albo volontario ad hoc, che raggruppi le imprese artigiane esistenti, oppure di avvalersi del lavoro già svolto dalla Regione Piemonte per la costituzione di un elenco dell eccellenza artigiana in diversi settori e di svilupparlo. Incentivare l uso dello strumento che già esiste oppure costruirne uno nuovo. Il dott. Cerutti promette di inviare ai partners svizzeri il link della Regione Piemonte di riferimento all eccellenza artigiana, nel quale è presente documentazione varia (tra cui il disciplinare). Il dott. Gianettoni riferisce che, in Svizzera, la legislazione sulla formazione ha definito il riconoscimento federale della formazione. Si sta lavorando per comprendere i passaggi necessari alla formazione in ottica di far crescere le professionalità. L arch. Porini riferisce che, in Italia, in tema di profili professionali e di riconoscimenti c è molto poco. Sarebbe interessante riuscire a prendere spunto dal sistema formativo svizzero. Il dott. Cerutti ribadisce l importanza di un confronto con la normativa svizzera in tema di formazione e richiede copia delle schede sui profili professionali individuati dal sistema svizzero. Il dott. Gianettoni dà disponibilità a farne copia. L arch. Zerbinatti interviene dicendo che la collaborazione con i partners svizzeri anche in tema di formazione costituirebbe un passo avanti e la chiave di volta anche in tema di sicurezza specifica, relazionabile a ciascun profilo professionale (e non affrontando l argomento in generale). Il dott. Gianettoni afferma che il nuovo approccio alla formazione empirica (o apprendistato) in Svizzera è esemplare. È importante poter ovviare a problemi di inserimento lavorativo dei giovani attraverso il sistema formativo. Azione 13 Politecnico di Torino Attività: Analisi della parametrizzazione meccanica dei materiali lapidei utilizzati nelle costruzioni, prima e dopo cicli di invecchiamento. Attività di studio dei diversi litotipi dell area e analisi loro comportamenti ai fini statistici nelle costruzioni in aree sismiche. Risultati: Relazione in seguito ad analisi e prove attraverso il modulo di elasticità e prove meccaniche sui materiali, analisi dei dati ed interpretazioni in laboratorio e in sito. A questo punto, il dott. Cerutti cede la parola al Politecnico di Torino perché il suo referente presenti le azioni che, nell ambito dell Interreg, avrà in carico di trattare. L arch. Zerbinatti riferisce che esiste una classificazione dei litotipi locali. Saranno analizzati elementi singoli da sottoporre a prove di invecchiamento accelerato. Successivamente, data l importanza di non guardare all elemento singolo ma al sistema edilizio nel suo complesso, si faranno considerazioni mirate sul sistema. 18

19 Il dott. Bianchi interviene chiedendo delucidazioni in tema normativo riferito ai materiali lapidei. Sarebbe importante riuscire ad arrivare alla definizione di una norma dettagliata e puntuale come nel caso del legno. Il dott. Cerutti propone l organizzazione di un confronto specifico sulle norme. A questo proposito, sarà importante coinvolgere anche il dott. Massimo Marian, geologo esperto del Centro Servizi Lapideo, il quale partecipa ad un tavolo UNI sul tema delle pietre. Sarà importante verificarne la disponibilità. Il dott. Bianchi ringrazia per la proposta e riferisce di essere molto interessato alla partecipazione a questo tavolo tecnico, quando sarà organizzato. A questo punto, l analisi delle azioni viene interrotta e rimandata al pomeriggio (o ad altra sede) a causa del fissato appuntamento alle ore per la visita della Scuola con il responsabile dei corsi, Giorgio Petrini, ed il collaboratore ed istruttore, Luca Maspoli. L analisi delle azioni si interrompe all azione 13. Azione 14 Politecnico di Torino Attività: Messa a punto di modelli di organizzazione omogenea di dati esistenti e di strumenti per la schedatura completa, il rilevamento e il controllo degli interventi. Risultati: Modelli per elaborazione, archiviazione e consultazione di dati. Azione 15 Politecnico di Torino Attività: Esame e predisposizione di norme edilizie specifiche da inserire negli apparati normativi del Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) e dei Piani Regolatori Generali (P.R.G.). Risultati: Norme edilizie per strumenti esecutivi e/o repertori di riferimento con soluzioni costruttive. Azione 16 Politecnico di Torino Attività: Messa a punto di un documento di indirizzo per la trasposizione degli esiti della ricerca negli strumenti di pianificazione. Risultati: Documento di indirizzo per strumenti urbanistici esecutivi. Azione 17 Politecnico di Torino Attività: Proposta di soluzioni compatibili con il contesto per la realizzazione di interventi che utilizzano nuove tecnologie e nuovi materiali in linea con il risparmio energetico (inserimento pannelli fotovoltaici, cappotti esterni, serramenti in contesti storici). Risultati: Relazione, documento di indirizzo. Azione 18 Politecnico di Torino Attività: Organizzazione e gestione di Workshops per la formazione di operatori e tecnici del settore a vari livelli, nonché per i componenti le commissioni locali per il paesaggio. 19

20 Risultati: Formazione di operatori e tecnici, realizzazione di interventi di recupero dimostrativi, produzione di rapporti tecnici di documentazione dell attività svolta (Report). Azione 19 Politecnico di Torino Attività: Elaborazione di antologie di esempi per il recupero degli edifici (consolidamento strutturale anche nel rispetto della normativa antisismica, uso della pietra, recupero dei muri a secco) e dei sentieri, con evidenziazione delle corrette soluzioni da adottare per l esecuzione di elementi caratteristici e con particolari costruttivi che compongono l organismo edilizio o il manufatto in coerenza con la tradizione costruttiva dei luoghi. Risultati: Antologie e manuali di buone prassi nel recupero (libri con schede tecniche). Azione 20 Politecnico di Torino Attività: Organizzazione e gestione di incontri di aggiornamento per i componenti le commissioni locali per il paesaggio. Risultati: Aggiornamento e formazione di operatori e tecnici. Azione 21 Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Attività: Messa a punto di modelli di organizzazione omogenea di dati esistenti e di strumenti per la schedatura completa, il rilevamento e il controllo degli interventi. Risultati: Supporto al Politecnico nella redazione di modelli per elaborazione, archiviazione e consultazione di dati Azione 22 Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Attività: Allestimento di una postazione integrata per operatore/progettista finalizzata al supporto delle attività di programmazione, progetto, recupero e divulgazione degli esiti di ricerca. Risultati: Stazione di lavoro con PC e programmi software per l elaborazione di soluzioni progettuali, di format di stampa, di gestione informatizzata dei dati Azione 23 Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Attività: Messa a punto di un documento di indirizzo per la trasposizione degli esiti della ricerca negli strumenti di pianificazione. Risultati: Supporto al Politecnico per la redazione di un Documento di indirizzo per strumenti urbanistici esecutivi. Azione 24 Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Attività: Costituzione di un agenzia sperimentale di valorizzazione e promozione dell architettura rurale tipica (rustici); potenziamento, coordinamento e gestione di una piattaforma tipo booking on line dell agenzia rustici. Risultati: Supporto all agenzia per la valorizzazione dei rustici, adeguamento della piattaforma e alla schedatura dei rustici che rispettano caratteristiche di tipicità costruttive. 20