OSSERVATORIO ECONOMICO e SOCIALE di Treviso. Le filiere dell agricoltura trevigiana

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1 OSSERVATORIO ECONOMICO e SOCIALE di Treviso Le filiere dell agricoltura trevigiana Dati, storie aziendali, questioni aperte Federico Callegari Ufficio studi CCIAA Treviso 7 novembre 2011

2 LA STRUTTURA DEL RAPPORTO Inquadramento agricoltura nel contesto europeo L evoluzione strutturale dell agricoltura veneta tra il 2000 e il 2010 attraverso i primi dati sul Censimento Le principali filiere dell agricoltura trevigiana Filiera zootecnica Filiera lattiero casearia Filiera vitivinicola Filiera cerealicola Filiera ortofrutticola Piccole imprese che agricole che cercano di crescere: i vissuti in diretta Le questioni aperte, da consegnare alla discussione pubblica

3 Le filiere zootecnica e del lattiero-caseario Quota % allevamenti in Veneto

4 Le filiere zootecnica e del lattiero-caseario E la filiera che maggiormente soffre del fattore prezzo, a causa: Calo storico quotazioni latte (c è inversione di tendenza?) Concorrenza carni importate, meno costose e con meno controlli Piccoli ancorati a modelli di business tradizionali sono più in difficoltà, costretti ad investire in qualità non ripagata. Cosa fanno le aziende di maggiore successo? Costruiscono buoni rapporti con l industria di trasformazione (casearia e di macellazione) e puntare sui volumi/servizi che fanno differenza, in termini di redditività aziendale e di stabilità dei canali di vendita L allevamento in soccida per gruppo multinazionale Marchio Dop e cicli di allevamento-mangime chiusi Piccoli che diversificano/ripensano modello di business (fattorie didattiche, distributori latte, spacci aziendali combinati con forniture a circuito locale ristorazione) Talvolta tali scelte sono troppo trainate dal contributo pubblico che da una chiara visione strategica: allora si entra in un vicolo cieco.

5 La filiera vitivinicola Variazione % SAU coltivata a vite Province venete. Variazioni 2010/2011 Non solo aumenta la SAU nelle due province a vocazione vitivinicola, ma è in atto un processo di crescita della dimensione media aziendale Il successo della filiera passa per: Produzione di Prosecco e sua affermazione nei mercati esteri Trasformazione delle cantine in luoghi dove si assapora il paesaggio Rapporto storico con la filiera delle tecnologie enologiche e con i saperi Scelte di meccanizzazione, per alcune tipologie di impianti Altre particolarità: Molti esempi di continuità generazionale, con figli studiati che proseguono ed ampliano le attività aziendali Recupero antichi vitigni con supporto, molto apprezzato, di Veneto Agricoltura Traiettorie di focalizzazione su vitivinicolo: dismessa l azienda generalista

6 La One Man Company La filiera vitivinicola Una chiara visione strategica: Se non hai un nome, inutile fare il vinificatore, inseguendo margini alti Meglio conferire in cantina sociale. Margini più bassi? Sì, ma potrai agire sulla leva dei costi spingendo al massimo sull automazione Così, 23 ettari di vitigno, in pianura, sono gestiti in completa automazione (potatura, cimatura, vendemmia) dal solo titolare, con questi risultati di efficienza: Potatura: da 120 a 35 ore per ettaro lavorato con possibilità di spingersi a 12 h./ha. 4 cimature l anno: riduce sviluppo marciume e malattie tra la vegetazione e aumenta rese E stato necessario reimpiantare le viti, modificare le distanze tra filari Un anno e mezzo di lavoro, in un clima in cui i colleghi lo guardavano con molto scetticismo.

7 La One Man Company La filiera vitivinicola Ma ora ci sono i numeri che gli danno ragione E vorrebbe continuare. Intravede la possibilità di ulteriori economie di scala e vorrebbe crescere se solo trovasse terreni da comprare! Puntare sui volumi fa male alla qualità? No, se realizzi volumi in modo competitivo e nel rispetto dei parametri di qualità, togli spazio alla concorrenza più agguerrita, quella che per abbattere i costi può fare ricorso alle sofisticazioni

8 La filiera cerealicola

9 La filiera ortofrutticola E, in primis, la filiera delle tipicità orticole trevigiane (radicchio, asparago). Ma ci sono nicchie interessanti sul biologico, sui funghi L avvento dei farm market ha offerto interessanti opportunità ai piccoli produttori di ortaggi e frutta, all insegna del Km 0 (con estensioni riguardanti la fornitura dei ristoranti) E una filiera che, quando vuole interagire con la distribuzione organizzata, non può fermarsi alle etichette di biologico o di Km 0, ma ha bisogno di tecnologia (e di immergersi nelle abitudini di consumo): Razionalizzazione delle colture orticole in serra, per aumentare le rese, ma preservando la qualità Tecniche di frigo-conservazione e condizionamento. Selezione delle sementi, delle talee (anche nel florovivaismo) e del terriccio Importanza della presentazione del prodotto (pezzature, confezionamento) Apertura alla quarta gamma : ortaggi già lavati, confezionati e pronti all uso, in linea con le tendenze in atto nella GDO, ma con la qualità e affidabilità di una linea Km 0

10 IL BISOGNO DI TERRENI Le questioni aperte Il primo passaggio generazionale è spesso stato causa di frammentazione dei fondi ora però c è diffusa consapevolezza dell importanza di tornare a crescere in dimensione. Gli operatori lamentano un oggettiva carenza di terreni disponibili ad uso agricolo: e criticano le agevolazioni indifferenziate all acquisto di fondi, poi lasciati incolti. Meglio sarebbe che le agevolazioni fossero destinate solo a coloro: che intendono coltivare terreni che hanno un piano di sviluppo per la loro azienda C è poi il problema della frammentazione urbanistica, dell eterogeneità delle destinazioni d uso dei terreni: che impedisce un espansione delle aziende agricole per terreni contigui.

11 IL BISOGNO DI TERRENI Le questioni aperte La SAU per azienda: un confronto internazionale. Anno 2007 SAU media in ettari nelle princiali Regioni del Nord. Anni 2000 e 2010 Lombardia Piemonte Em ilia Rom agna Veneto ettari Fonte: ISTAT, 6 Censimento Agricoltura Fonte: European Commission Agriculture and Rural Development (2011)

12 Le questioni aperte IL RAPPORTO CON I TRASFORMATORI INDUSTRIALI E un opportunità, ma a determinate condizioni: che riducano le inevitabili asimmetrie tra fornitore e trasformatore. Il suggerimenti dei trasformatori industriali alle az.agricole piccole è di appoggiarsi decisamente all intermediazione istituzionale: 1. CONDIZIONE MINIMA D INTERFACCIA TRA INDUSTRIA E ATT.AGRICOLA 2. NON E SOLO OVVIO PROBLEMA DI PIU EFFICIENTE INCROCIO DOMANDA/OFFERTA, O DI SERVIZI DI GROUPAGE 3. DOVER TRATTARE CON PIU FORNITORI IMPEDISCE ALL INDUSTRIA DI GESTIRE I PROTOCOLLI QUALITA 4. INTERMEDIARI ISTITUZIONALI, SE BEN ORGANIZZATI, ASSICURANO LA CLASSIFICAZIONE CONFERIMENTI, UN SERVIZIO CONTROLLO QUALITA CHE DIETRO PUO AVERE ANCHE CENTRI DI RICERCA E PUO SPINGERSI FINO ALLA TRACCIABILITA 5. VERSO LE AZIENDE AGRICOLE, INOLTRE, INTERMEDIARI POSSONO ASSICURARE MIGLIORE GESTIONE CONTRATTUALE.

13 Le questioni aperte IL RAPPORTO CON LA DISTRIBUZIONE E impensabile che il singolo agricoltore si proponga con la cassetta di frutta al direttore acquisti del supermercato Servono relazioni strutturate con i centri d acquisto, o con i grossisti: tramite l intermediazione istituzionale, o sviluppando internamente capacità commerciali Relazione strutturata aiuta anche a comunicare al consumatore la qualità dei prodotti. La traccia di questa qualità (etichettature) è ancor più importante delle pur meritevoli campagne educative sulla stagionalità dei prodotti e sui sapori tipici regionali Zona d ombra: quando l agricoltore, pur di nicchia, si improvvisa conserviere, trasformatore, per entrare nella GDO. Il consiglio è molto netto: o si mettono in conto forti investimenti tecnologici, oppure meglio affidarsi ad un partner industriale

14 Le questioni aperte NICCHIE DELLA TIPICITA E DEL CONSUMO ESPERIENZIALE Riscontrate due traiettorie: VOCAZIONE NETTA PER IL CONSUMO ESPERIENZIALE - Veri agriturismi - Qualità prodotti, accoglienza, relazionalità ( cantine aperte ) - Felice integrazione con paesaggio rurale veneto - Felici situazioni di continuità generazionale BISOGNO DI POLITICHE DI MARKETING TERRITORIALE (ATTRATTIVE) PIU SISTEMATICHE AZIENDE IN MEZZO AL GUADO - Nè troppo piccole, né troppo grandi - Strategia oscilla tra conferimento ai trasformatori e/oc ooperative e tentativi di differenziare canali - Difficile trovare il giusto mix USCIRE DALL IMPASSE STRATEGICA, FACILITANDO LO SVILUPPO DI ALLEANZE E PARTNERSHIP FARE MASSA CRITICA PER ACCREDITARE PRODOTTI TIPICI TREVIGIANI NELLA GDO INTERNAZIONALE DI QUALITA

15 Le questioni aperte: la multifunzionalità Nuovi percorsi di creazione di valore, fra attività di mercato tradizionali, processi di diversificazione e differenziazione e funzioni sociali dell agricoltura. La sfida è tenere insieme più cose in modo equilibrato e sostenibile Az.agricola multifunzionale e multi-valore Mercato Prod.tradizionali Filiere lunghe Divers./Differenz. Filiere corte Esternalità positive Modello sviluppo rurale integrato Portafoglio valori Moderna Ruralità FILIERE AGROENERGETICHE: la difficile ricerca di un equilibrio Un intervistato: Le piante servono per sfamarsi e sfamare le bestie, non per bruciarle a scopi energetici Interventi agroenergetici sono da concepire allora in modo AGGIUNTIVO rispetto alla SAU ESISTENTE, non SOTTRATTIVO (l errore delle distese di fotovoltaico su terreni agricoli) Compatibili con il modello di sviluppo veneto: tante filiere agroenergetiche corte, tentando anche un approccio per aree oltre che sull autosostentamento

16 GRAZIE PER L ATTENZIONE