SE.T.IN.GEO S.a.s. di Ing. Bruno Cipullo & C. Servizi tecnici per ingegneria e geologia

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1 SE.T.IN.GEO S.a.s. di Ing. Bruno Cipullo & C. Servizi tecnici per ingegneria e geologia

2 PIANO DI GESTIONE DEI I RIFIUTI DI ESTRAZIONE Di seguito si riporta il Piano di gestione dei rifiuti di estrazione ex art. 5 D.Lgs. n. 117/2008 relativo al terreno vegetale di scotico ed ai limi derivanti dal lavaggio degli inerti estratti, ed il loro riutilizzo nelle operazioni di recupero ambientale. a) Caratterizzazione dei rifiuti di estrazione a.1) Descrizione delle caratteristiche fisiche e chimiche e loro stabilità alle condizioni atmosferiche/meteorologiche Dall analisi della recente Carta della capacità d uso dei suoli 1 emerge che i suoli ricadenti nell area in disponibilità sono ascrivibili alle seguenti classi: I. porzione settentrionale: terza classe c e di capacità c d uso del suolo; i suoli di terza classe sono definiti suoli con alcune limitazioni che riducono la scelta e la produzione delle colture agrarie. Più in dettaglio il suolo in oggetto è classificato 3 s3, cioè appartenente alla classe terza, sottoclasse s3: con limitazioni di suolo legate alla pietrosità; II. porzione meridionale: quarta a classe di capacità d uso del suolo; i suoli di quarta classe sono definiti suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture agrarie e richiedono specifiche pratiche agronomiche. Più in dettaglio il suolo in oggetto è classificato 4 s1, cioè appartenente alla classe quarta, sottoclasse s1: con limitazioni di suolo legate alla profondità utile per le radici. Dal punto di vista litologico l area di studio insiste su una zona caratterizzata prevalentemente da una morfologia pianeggiante il cui substrato è costituito da "depositi alluvionali fluvioglaciali ghiaiosi ciottolosi e fluviali sabbioso limosi". 1 I.P.L.A. (2006), Carta della capacità d uso dei suoli PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 1

3 Dall esame della "Carta dei suoli" 2 emerge che i suoli presenti nell area in disponibilità sono classificati B3, cioè inceptisu inceptisuoli di pianura ghiaiosi (skeletal, fragmental, over). Gli Inceptisuoli sono così definiti 3 : ordine di suoli della Soil Taxonomy che comprende tutti i suoli caratterizzati dalla presenza di deboli segni di alterazione pedogenetica (dal latino incipere, iniziare). Carattere diagnostico è la presenza dell orizzonte cambico in cui non è più riconoscibile la struttura della roccia madre. Può essere definito in modo univoco dalle seguenti proprietà: 1) è formato per l alterazione o concentrazione di sostanze, ma senza l accumulo di materiali trasportati da altro luogo ad eccezione dei minerali carbonatici o della silice amorfa; 2) le tessiture sono più fini di quelle sabbioso franche; 3) il suolo contiene alcuni minerali alterabili; 4) La proprietà 3) è quella che dà il nome al tipo di suolo, perché specifica che l evoluzione del suolo non è ancora completata, essendoci minerali che ancora potrebbero subire ulteriori alterazioni. Suoli poco evoluti come gli Inceptisuoli si ritrovano diffusamente in tutto il Piemonte, in quanto nel territorio regionale, caratterizzato da un elevata percentuale di rilievi e di corsi d acqua ad elevata energia, prevalgono erosione e trasporto a discapito di fattori che accelerano la pedogenesi e portano più rapidamente alla formazione di suoli evoluti. Dall esame della Carta della tessitura del topsoil 4 emerge che i suoli presenti nell area hanno la seguente tessitura: 1. porzione settentrionale: tessitura franco limosa, così definita: 50% o più di limo e da 12 a 27% di argilla. Oppure da 50 a 80% di limo e meno del 12% di argilla; 2. porzione meridionale: tessitura franco sabbiosa, così definita: da 7 a 20% di argilla e più del 52% di sabbia; la percentuale di limo più 2 volte la percentuale di argilla è uguale o superiore a 30. Oppure meno del 7% di argilla, meno del 50% di limo e più del 43% di sabbia. Dal 27 al 40% di argilla e meno del 20% di sabbia. 2 I.P.L.A. (2006), Carta dei suoli 3 vedi nota 6 4 I.P.L.A. (2006), Carta della tessitura del topsoil; per topsoil si intende la parte superiore del suolo, generalmente più arricchita in sostanza organica ed interessata dalle normali pratiche agricole. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 2

4 Dall esame del fronte di scavo della contigua area estrattiva emerge che la potenza del suolo è di circa 40 cm. La finalità della caratterizzazione fisica e chimica del rifiuto, costituito nel presente caso da terreno vegetale derivante dallo scotico dei primi 40 cm di suolo, è quella di garantire la stabilità fisicochimica a lungo termine della struttura di deposito [...] e prevenire il verificarsi di incidenti rilevanti 5. La struttura di deposito è costituita da cumuli che avranno un altezza inferiore a 3 m proprio per evitare l insorgere di alterazioni di tipo fisico, chimico o biologico. Inoltre sulla superficie dei cumuli stessi sarà effettuata una semina protettiva di specie erbacee che avrà lo scopo di ridurre gli effetti negativi legati all azione battente delle acque di pioggia oltre che le perdite in fertilità. Pertanto, alla luce delle considerazioni sin qui effettuate, si ritiene che il terreno vegetale in oggetto sia caratterizzato da una buona stabilità fisicochimica e si esclude la possibilità che si verifichino incidenti rilevanti. I cosiddetti limi (o fanghi) derivanti dal lavaggio degli inerti sono costituiti dalla frazione più fine (limoso-argillosa) della materia prima (ghiaia e sabbia) sottoposta ad un processo di separazione gravimetrica. I limi hanno diametro inferiore a 0,075 mm secondo la classificazione ASTM D , inferiore a 0,06 mm secondo la classificazione A.G.I. (1990), e inferiore a 0,05 mm secondo la classificazione C.N.R.-UNI (1963). La finalità della caratterizzazione fisica e chimica del rifiuto, costituito nel presente caso dai limi di lavaggio, è quella di garantire la stabilità fisicochimica a lungo termine della struttura di deposito [...] e prevenire il verificarsi di incidenti rilevanti 6. Non sarà presente una struttura di deposito (cumuli) in quanto i limi verranno immediatamente scaricati nell area di cava dismessa posta a SO del sito in progetto, che sarà completamente riempita e recuperata nell ambito degli interventi di recupero ambientale previsti. 5 Allegato I al D.Lgs. n. 117/ Allegato I al D.Lgs. n. 117/2008 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 3

5 Alla luce delle considerazioni sin qui effettuate, si ritiene che i limi in oggetto siano caratterizzati da una buona stabilità fisicochimica e si esclude la possibilità che si verifichino incidenti rilevanti. a.2) Descrizione delle sostanze chimiche da utilizzare nel trattamento delle risorse minerali e relativa stabilità Durante le fasi di scotico, movimentazione ed accantonamento del terreno vegetale non verranno utilizzate sostanze chimiche di alcun tipo. Nelle acque di lavaggio inerti, in proporzioni ridotte, è presente limo costituito da materiale inerte naturale con granulometria inferiore a quella utilizzabile commercialmente. Si tratta di materiale naturalmente presente nei suoli privo di sostanze chimiche, in quanto nel ciclo produttivo non saranno utilizzati flocculanti. a.3) Descrizione del metodo di deposito Il deposito avverrà in cumuli aventi altezza massima di 3 m, ubicati nella fascia circostante l area di escavazione che non sarà interessata dai lavori, all interno dell area in disponibilità. I limi derivanti dagli impianti di lavorazione saranno direttamente scaricati nell area di cava dismessa posta a SO del sito estrattivo in progetto. a.4) Sistema di trasporto dei rifiuti di estrazione Il trasporto avverrà mediante autocarri. Il trasporto avverrà direttamente mediante una tubatura che transiterà al di sotto della Strada Comunale di Valle Dora. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 4

6 a.5) Stima del quantitativo totale di rifiuti di estrazione Il terreno vegetale di scotico (avente potenza media di circa 40 cm) oggetto del presente Piano ammonta a circa m 3 e sarà completamente riutilizzato per gli interventi di recupero ambientale. La quantità di limi provenienti dal processo di selezione e vagliatura è stata valutata pari a circa il 7% dell intero volume lavorato, che rapportato alla quantità di materiale che sarà estratto, pari a circa m 3, consente di stimare una produzione di limi nell ambito del presente progetto, pari a circa m 3. b) Descrizione delle operazioni che producono tali rifiuti ed eventuali trattamenti successivi Le operazioni di escavazione saranno precedute dallo scotico del terreno vegetale che sarà realizzato mediante l impiego di una pala che provvederà anche al carico degli autocarri necessari al trasporto verso le aree di accantonamento. Non sono previsti trattamenti successivi. Il materiale estratto sarà trasportato agli adiacenti impianti di lavorazione e scaricato in una tramoggia di carico in acciaio, di recente costruzione, con muro di sostegno in cemento armato e quattro celle del volume di 50 m 3 ciascuna; al di sotto di ogni cella sono presenti un carrello estrattore ed un nastro estrattore (NN01) che scaricano il materiale su un primo nastro di carico (NN02) il quale conduce il materiale agli organi di selezione vagliatura di seguito sinteticamente elencati: un vaglio sgrossatore (vaglio naturale rotativo primario) per la separazione dei ciottoli (Ø > 200); un vibratore dosatore per frantoio (V01); un frantoio (FR); un nastro per il trasporto del pietriscone (NF01); PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 5

7 un nastro trasportatore reversibile per lo stoccaggio del pietriscone in cumulo e l invio alla vasca polmone del mulino (NF02); un vibratore dosatore per mulino a martelli (V02); un mulino a martelli della ditta COMEC (M01); immediatamente a valle del vaglio sgrossatore, un nastro trasportatore della parte fine (NN03); un nastro trasportatore (NN04); un vaglio rotativo secondario (VR02) da cui si ottengono inerti con le seguenti granulometrie: o sabbia fine 0/2; o sabbia 0/6; o ghiaia 5/15; o ghiaione 15/30; o frazione residua per il riciclo nel mulino a martelli; un nastro trasportatore per il recupero esuberi di vagliatura (NN06); un nastro trasportatore per il trasporto della sabbia allo stoccaggio in cumulo (NN05); n. 2 dentatrici per asciugatura sabbia con vite senza fine (D01 e D02); impianto di depurazione acque di lavaggio con scolatrice limo (D03), vasca di sedimentazione e pompa di raccolta sedimento; impianto di riciclo esuberi di vagliatura composto da n. 2 nastri trasportatori (NF08 e NF07), una vasca polmone, un nastro alimentatore (NF06), un vibratore alimentatore, un mulino a martelli (M02); n. 10 vasche di stoccaggio inerti lavorati in cemento armato. Per quanto riguarda il procedimento di lavaggio degli inerti, l impianto è attualmente dotato di un sistema di depurazione acque composto da una scolatrice limo (D03) che elimina la frazione più grossolana dei fanghi di lavaggio, ed una vasca di sedimentazione costituita da un sedimentatore PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 6

8 circolare con raschiatore di fondo; l impianto è inoltre dotato di un sistema automatizzato di preparazione e dosaggio del polielettrolita flocculante. L impianto è in grado di trattare sino a 3000 l/min di torbida, con un consumo di polielettrolita di 3 4 g a m 3 di acqua, ed è dotato di serbatoio di raccolta delle acque chiarificate di 25 m 3 di capacità, che sono reintegrate nel processo produttivo. L impianto attualmente in essere impiega un quantitativo di acqua stimato in circa 1,5 m 3 per ogni metro cubo di inerte lavorato. Il presente progetto prevede invece che tutte le acque di lavaggio derivanti dal ciclo di lavorazione degli inerti saranno fatte confluire all interno della depressione morfologica presente in corrispondenza dell angolo sud-occidentale dell area di cava, che sarà pertanto utilizzata come bacino di sedimentazione disperdente. Metodologie alternative quali ad esempio l impiego di decantatori (come quello installato) e/o filtropresse che prevedendo un minore dispendio idrico con la reimmissione dell acqua utilizzata in ciclo chiuso, comportano l impiego di sostanze flocculanti per l accelerazione dei processi di sedimentazione, con conseguenti problematiche nella gestione dei limi di lavaggio che risultano in tal modo non utilizzabili per gli interventi di rimodellamento morfologico in cava. Al contrario, la metodologia proposta consentirà la decantazione naturale dei limi di lavaggio, mentre le acque di lavaggio saranno disperse per infiltrazione e parte per evaporazione dal bacino stesso. c) Classificazione proposta per la struttura di deposito dei rifiuti di estrazione Non è necessaria una struttura di deposito di categoria A. Non si prevede la possibilità di eventuali rischi di incidenti al di fuori di modesti e limitati crolli di parti del cumulo di stoccaggio nel caso in cui non venissero rispettate le caratteristiche del cumulo stesso contenute in progetto e nel presente Piano. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 7

9 Non è necessaria una struttura di deposito di categoria A. Non si prevede la possibilità di eventuali rischi di incidenti al di fuori della caduta accidentale all interno del bacino di sedimentazione: al fine di prevenire tale ipotesi tale bacino sarà dotato di apposita recinzione. d) Descrizione delle modalità in cui possono presentarsi gli effetti negativi sull ambiente e sulla salute umana a seguito del deposito dei rifiuti di estrazione e delle misure preventive da adottare al fine di ridurre al minimo l impatto ambientale durante il funzionamento e dopo la chiusura Il temporaneo accantonamento del terreno vegetale in cumuli aventi un altezza massima pari a 3 metri consentirà di limitare gli effetti negativi sull ambiente al terreno contenuto nel cumulo stesso. Nel periodo relativo allo stoccaggio il suolo potrà essere soggetto a un parziale peggioramento delle caratteristiche chimico-fisiche e biotiche in relazione alla permanenza in cumuli: detti impatti saranno però limitati con le opere di mitigazione previste. Non saranno presenti effetti negativi sulla salute umana. Tra le misure preventive per ridurre l impatto ambientale dei cumuli si segnalano l altezza contenuta e la realizzazione di una semina protettiva di specie erbacee che avrà lo scopo di ridurre gli effetti negativi legati all azione battente delle acque di pioggia e le perdite in fertilità, ma anche gli effetti sul paesaggio. Dopo la ridistribuzione del terreno vegetale nell area di cava (in seguito agli interventi di recupero ambientale) l area occupata dai cumuli sarà sottoposta ad una lavorazione leggera del terreno al fine ridurne l eventuale costipazione e verrà recuperata secondo quanto previsto dal progetto di recupero ambientale (rimboschimento). Il bacino di sedimentazione non avrà effetti negativi sull ambiente principalmente per il fatto che i limi sono materiali naturalmente presenti PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 8

10 nei suoli, privi di sostanze chimiche, in quanto nel ciclo produttivo non saranno utilizzati flocculanti. Non saranno presenti effetti negativi sulla salute umana. Al termine dei lavori il bacino di sedimentazione sarà completamente riempito e l area verrà recuperata secondo quanto previsto dal progetto di recupero ambientale (riuso naturalistico). e) Procedure di controllo e di monitoraggio In conformità all'articolo 6, comma 2, del Decreto Legislativo n. 624 del 1996, il titolare dell'attività estrattiva attesta annualmente che i cumuli sono progettati, utilizzati e mantenuti in efficienza in modo sicuro e che è stata implementata una politica di prevenzione degli incidenti ed adottato un sistema di gestione della sicurezza tali da garantire che i rischi per la salute umana e l'ambiente siano stati eliminati o, ove ciò non sia praticabile, ridotti al minimo accettabile e adeguatamente tenuti sotto controllo. La ridistribuzione del terreno vegetale nell area di cava al termine della coltivazione rientra nell utilizzo, a fini di ripristino, dei rifiuti di estrazione per la ripiena di vuoti ai sensi dell art. 10 del D.Lgs. n. 117/08. Il riporto di uno strato di circa 40 cm di terreno vegetale ne garantisce la stabilità. Si esclude l inquinamento del suolo e delle acque di superficie e sotterranee in quanto si tratta del riporto del medesimo terreno vegetale scoticato prima dell inizio dell escavazione e che non subisce alcun trattamento durante la fase di accantonamento. Verranno messe in atto disposizioni e piani adeguati per il monitoraggio anche con periodiche ispezioni, e comunque con frequenza almeno semestrale, del bacino di decantazione da parte di soggetti competenti e per l'intervento, qualora si riscontrasse un'instabilità o una contaminazione delle acque o del suolo. In conformità all'articolo 6, comma 2, del Decreto Legislativo n. 624 del 1996, il titolare dell'attività estrattiva attesta che è stata implementata una politica di prevenzione degli incidenti ed adottato un sistema di gestione della sicurezza tali da garantire che i rischi per la salute umana e l'ambiente siano stati PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 9

11 eliminati o, ove ciò non sia praticabile, ridotti al minimo accettabile e adeguatamente tenuti sotto controllo. f) Piano proposto per la chiusura, comprese le procedure connesse al ripristino e alla fase successiva alla chiusura ed il monitoraggio Il progetto di attività estrattiva contiene anche la previsione di ridistribuzione del terreno vegetale oggetto del presente Piano nell area di cava ( Piano di chiusura ), previsto a partire dal 6 anno dall inizio dell escavazione; esso rientra dunque nell autorizzazione ex L.R. n. 69/78. Il progetto di attività estrattiva contiene sia la previsione di immissione dei limi nel bacino di decantazione, sia il ripristino dell area occupata dal bacino stesso. A questo proposito l area verrà completamente riempita e recuperata secondo quanto previsto dal progetto di recupero ambientale (riuso naturalistico). Quanto fin qui descritto rientra dunque nell autorizzazione ex L.R. n. 69/78. g) Misure per prevenire il deterioramento dello stato dell acqua e per prevenire o ridurre al minimo l inquinamento dell atmosfera e del suolo L accantonamento del terreno vegetale di scotico non produrrà deterioramento dello stato dell acqua e del suolo in quanto si tratta di materiali naturali non trattati. Nei confronti dell atmosfera l unico impatto è ipotizzabile durante le fasi di scotico e di trasporto, quando potranno sollevarsi e diffondersi nell atmosfera stessa le particelle più fini del suolo, che comunque ricadranno a terra nelle immediate vicinanze del sito di cava. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 10

12 Lo scarico dei limi non produrrà deterioramento dello stato dell acqua e del suolo in quanto si tratta di materiali naturali non trattati (non saranno utilizzati flocculanti). Nei confronti dell atmosfera non si segnalano impatti di alcun tipo in quanto si tratta di materiali in sospensione in acqua. h) Descrizione dell area che ospiterà la struttura di deposito dei rifiuti di estrazione, ivi comprese le sue caratteristiche idrogeologiche, geologiche e geotecniche e limil Il deposito del terreno vegetale avverrà in cumuli aventi altezza massima di 3 m, ubicati nella fascia circostante l area di escavazione che non sarà interessata dai lavori, all interno dell area in disponibilità. I limi saranno invece direttamente scaricati nel bacino di decantazione costituito dall area di cava dismessa ubicata a SO del sito estrattivo in oggetto. Il sito in esame si colloca in corrispondenza della vasta area pianeggiante rappresentata dalla pianura biellese e vercellese, terminazione occidentale del più ampio Bacino Padano, in corrispondenza del settore di affioramento dei depositi continentali quaternari. Tali depositi, di natura tipicamente fluviale e fluvioglaciale, ricoprono i depositi continentali transizonali, di caratteristico ambiente lacustre, di età villafranchiana che a loro volta ricoprono i depositi pliocenici di ambiente marino. Più nel dettaglio, l interpretazione dei dati disponibili ha permesso di ricostruire una stratigrafia tipo dell area in oggetto, successione di orizzonti di natura alluvionale a vario contenuto in ciottoli, ghiaia e sabbia, sino alla profondità di circa 57,0 m dal piano di campagna medio. Tale successione sedimentaria costituisce, dal punto di vista idrogeologico, il così detto Complesso Superficiale ospitante al proprio interno la falda freatica; tale falda si attesta ad una profondità minima di 33,0 34,0 m dal piano di campagna, con una direzione di flusso media verso ESE. Sulla base delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell area in disponibilità, non si rileva alcun impedimento legato allo stoccaggio temporaneamente del terreno vegetale di scotico PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 11

13 nell area indicata. Per una più dettagliata caratterizzazione dei terreni interessati dalla coltivazione si rimanda all allegata Relazione Tecnica. i) Indicazione delle modalità in accordo alle quali l opzione e il metodo scelti conformemente al comma 2, lettera a), numero 1), rispondono agli obiettivi di cui al comma 2, lettera a) e limil Nel caso in oggetto non è possibile prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione, né tantomeno la loro pericolosità, in quanto si tratta di terreno vegetale naturale da scoticare, temporaneamente accantonare e da ridistendere sulle aree escavate e di limi derivanti dal lavaggio degli inerti estratti. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 12