Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza

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2 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza Servizio finanza locale Direttore dott. Salvatore Campo Posizione organizzativa sviluppo forme associative, innovazione finanza locale, monitoraggio del sistema regionale Responsabile: dott.ssa Marcella Pardini via Sabbadini Udine Tel fax finanza.locale@regione.fvg.it sito internet: Pubblicazione a cura della dott.ssa Oriana Cecconi Elaborazione grafica di Tiziana Basso Divulgazione in versione esclusivamente informatica Ottobre 2009

3 INCENTIVAZIONE DELLE GESTIONI SOVRACOMUNALI: SISTEMI A CONFRONTO INDICE PREMESSA... 5 CAPITOLO VERIFICA DELL INCENTIVAZIONE ALLE FORME ASSOCIATIVE NEL TRIENNIO NELLA REGIONE FVG Lo sviluppo delle forme associative dal 1998 al 2005 e la disciplina prevista dalla legge regionale 1/ Il primo triennio di incentivazione delle gestioni sovracomunali tramite il Piano di valorizzazione territoriale ( ) La diffusione delle forme associative sul territorio Dalle osservazioni della Corte di Conti al nuovo sistema di incentivazione. Criticità e buone pratiche riscontrate Ulteriori sviluppi delle forme associative per gli anni 2006 e 2008 (assistenza giuridica, applicativo informatico per la gestione dei documenti, progetto formativo, studi di fattibilità, incentivazione percorso per addivenire alla fusione) Gli esiti della ricognizione dell anno Tabella riepilogativa forme associative esistenti al 15 febbraio Le Comunità montane nel Friuli Venezia Giulia...26 CAPITOLO IL SISTEMA DELLE GESTIONI ASSOCIATE DI FUNZIONI E SERVIZI A LIVELLO SOVRACOMUNALE NELLA REGIONE VENETO Premessa Le forme di gestione associata delle funzioni e dei servizi a livello sovracomunale Le gestioni associate di natura contrattuale Le Comunità montane Le Unioni di comuni Il sistema di incentivazione Cenni generali Contributi straordinari Contributi ordinari Incentivi statali Il monitoraggio e le criticità riscontrate...41 CAPITOLO IL SISTEMA DELLE GESTIONI ASSOCIATE DI FUNZIONI E SERVIZI A LIVELLO SOVRACOMUNALE NELLA REGIONE LOMBARDIA Premessa Modalità di incentivazione Destinatari Servizi finanziabili Tipologie di contributi La nuova disciplina della legge regionale 27 giugno 2008, n. 19. Introduzione Unioni di comuni lombarde Comunità montane...49

4 3.3. Ancoraggio al territorio...49 CAPITOLO IL SISTEMA DELLE GESTIONI ASSOCIATE DI FUNZIONI E SERVIZI A LIVELLO SOVRACOMUNALE NELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE Premessa Le comunità Comprensoriali e le Comunità di Valle. Il cambiamento amministrativo nella provincia autonoma di Trento Consorzio dei comuni Le Unioni di comuni. L attuale configurazione L incentivazione di competenza dell ente Regione Le fusioni. Il caso delle Valle di Ledro La politica di incentivazione delle convenzioni e delle Comunità di Valle nella Provincia autonoma di Trento...56 CONCLUSIONI...59

5 PREMESSA La vigente legislazione del Friuli Venezia Giulia in materia di forme associative tra enti locali e, in particolare, tra comuni 1, pone in essere un sistema di finanziamento a termine e decrescente, basato sulle funzioni effettivamente svolte, sulla dimensione e sulla tipologia di forma associativa costituita, con la previsione di decurtazioni delle assegnazioni a titolo di penalizzazione per gli inadempimenti 2. Nel triennio 2006 e 2008 le forme associate sovracomunali sono state valorizzate sia con l erogazione di incentivi ordinari annuali (per sostenere le gestioni associate di servizi), sia con assegnazioni specifiche di parte capitale (per finanziare investimenti e progettualità serventi vaste aree sovracomunali degli Ambiti per lo sviluppo territoriale - Aster). Il sistema di incentivazione del triennio ha portato 205 comuni su 219 ad optare per la partecipazione ad un unione o ad un associazione intercomunale per la gestione di una pluralità di funzioni e servizi rilevanti. Il territorio montano è quasi interamente coperto da queste aggregazioni. Le associazioni intercomunali sono la forma di cogestione più diffusa e, permettendo ai comuni di iniziare a collaborare e a gestire in modo più partecipato, si configurano spesso come una sperimentazione di organizzazione sovracomunale che potrebbe precedere la costituzione dell unione. Al momento le unioni sono costituite da un massimo di tre comuni; le associazioni intercomunali, invece, hanno una dimensione variabile, da due comuni fino a un massimo di 15. In generale, le forme associative con un minor numero di enti partecipanti riescono a mettere in comune un maggior numero di funzioni, mentre nelle aggregazioni medio grandi questo processo di cogestione è meno rapido e incontra maggiori difficoltà, sia tecniche, che politiche. In estrema sintesi, i principali vantaggi riscontrati dalla gestione sovracomunale sono: possibilità di condividere conoscenze e gestire al meglio il personale; possibilità di avviare e gestire nuovi servizi; attivazione e gestione di politiche e iniziative in collaborazione tra più comuni, con una visione d insieme per lo sviluppo di più territori. Le criticità evidenziate sono: complessità della fase organizzativa di avvio, che richiede talvolta il superamento delle resistenze dei dipendenti; difficoltà di armonizzare metodi di lavoro e far dialogare applicativi informatici diversi; difficoltà degli amministratori di condividere politiche e logiche di gestione comuni per più territori. 1 Introdotta con la legge regionale 9 gennaio 2006, n. 1 Principi e norme fondamentali del sistema Regione autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. 2 Anche per superare la genericità e alcune lacune della legislazione precedente, evidenziate da un indagine della Corte dei Conti, Sezione di controllo della Regione Friuli Venezia Giulia, sugli effetti delle incentivazioni regionali alle gestioni sovracomunali nel periodo

6 Dal 2009 è venuto meno, a seguito di una modifica legislativa, il finanziamento specifico di interventi di parte capitale per progettualità di vasta area, mentre è continuata l assegnazione degli incentivi per lo svolgimento a livello sovracomunale di più funzioni e servizi. Alla luce di questo, si è ritenuto opportuno realizzare un primo confronto comparativo tra la situazione del Friuli Venezia Giulia e quella di alcune altre regioni italiane. Il presente studio, quindi, illustra gli esiti del primo triennio di supporto realizzato dall amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo di questi modelli organizzativi ed esamina l assetto e le politiche di incentivazione delle gestioni associate di funzioni e servizi a livello sovracomunale promosse dalle Regioni Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e dalla Provincia autonoma di Trento. Le ragioni che hanno indotto ad analizzare le scelte operate in tale materia dai suddetti enti sono diverse. Il Veneto è stato selezionato in quanto, confinando con il Friuli Venezia Giulia, presenta una contiguità territoriale, che si traduce anche in una comunanza di assetti economici e sociali. La Regione Lombardia in quanto ha messo in atto un opera di riorganizzazione, che trova il proprio fondamento normativo nella recente legge regionale 27 giugno 2008, n. 19, con il dichiarato intento di garantire un risparmio per la pubblica amministrazione, pur perseguendo l eccellenza dei servizi ai cittadini. L interesse per la Regione Trentino Alto Adige e, in particolare, per la Provincia autonoma di Trento, risiede nel fatto che, anch essa è dotata di autonomia speciale, godendo di competenza primaria in materia di ordinamento degli enti locali. Il confronto tra le diverse realtà consente e ha consentito di acquisire una base di conoscenze dalla quale partire per elaborare e valutare eventuali innovazioni o modifiche legislative e/o regolamentari nella materia dell associazionismo tra enti locali, pur nella consapevolezza delle differenti tradizioni e realtà demografico-territoriali e socio-economiche, che caratterizzano i comuni delle regioni confrontate, non sono assolutamente omogenee. 6

7 CAPITOLO 1 VERIFICA DELL INCENTIVAZIONE ALLE FORME ASSOCIATIVE NEL TRIENNIO NELLA REGIONE FVG SOMMARIO: 1. Lo sviluppo delle forme associative dal 1998 al 2005 e la disciplina prevista dalla legge regionale 1/ Il primo triennio di incentivazione delle gestioni sovracomunali tramite il Piano di valorizzazione territoriale ( ): 2.1 La diffusione delle forme associative sul territorio; 2.2 Dalle osservazioni della Corte dei Conti al nuovo sistema di incentivazione. Criticità e buone pratiche riscontrate - 3. Ulteriori sviluppi delle forme associative per gli anni 2006 e 2008 (assistenza giuridica, applicativo informatico per la gestione dei documenti, progetto formativo, studi di fattibilità, incentivazione percorso per addivenire alla fusione) 4. Le Comunità montane nel Friuli Venezia Giulia 1. Lo sviluppo delle forme associative dal 1998 al 2005 e la disciplina prevista dalla legge regionale 1/2006 La scelta del legislatore regionale, dal 1998 al 2005, in considerazione della spiccata tradizione autonomista delle amministrazioni comunali presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia, è stata di sostenere gli enti di minore dimensione demografica e, più in generale, l'associazionismo fra amministrazioni, sia incentivando la stipulazione di convenzioni per la gestione sovracomunale di funzioni e servizi, sia incentivando la costituzione di unioni di comuni. L'esperienza dell'associazionismo tramite convenzione ha registrato un maggiore successo (in tutte le varie fasce di comuni dal punto di vista demografico) ed è risultata più gradita, grazie alla flessibilità dello strumento, che consente di verificare l'efficacia della gestione associata anche già a breve termine. Vero è, però, che nella maggior parte dei casi, le convenzioni avevano un contenuto poco rilevante, riguardando aspetti del tutto marginali della gestione. L'istituto dell'unione, dopo l'iniziale adesione registrata nell'anno 2000 con la costituzione, almeno formale, di ben diciotto unioni (soprattutto tra comuni montani), non ha trovato compiuta realizzazione. Nell'anno 2004 il legislatore regionale ha favorito "l'estinzione" delle unioni scarsamente operative, prevedendo la non applicazione della sanzione (consistente nella decurtazione, in diversa misura percentuale, dei trasferimenti ordinari dei comuni) prevista dalla normativa regionale nel caso di scioglimento anticipato rispetto alla previsione statutaria (come pure per l'ipotesi del recesso unilaterale). La scelta politica del legislatore è stata, quindi, in questo settore, di sistemare al meglio le situazioni pregresse, così da poter poi elaborare e legiferare una disciplina nuova e riformatrice in materia non solo di unioni, ma di associazionismo fra enti locali, alla luce delle esperienze maturate nel Friuli Venezia Giulia, come pure in altre regioni. Questa disciplina è stata inserita nella legge regionale 9 gennaio 2006, n. 1, recante Principi e norme fondamentali del sistema Regione autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia, in 7

8 particolare nei Capi V e VI del Titolo II, riservati, rispettivamente, all esercizio coordinato di funzioni e alla gestione associata di servizi tra enti locali e allo sviluppo delle forme associative. Il perno del sistema è costituito dalle associazioni intercomunali, forma innovativa, priva di personalità giuridica, costituita tra comuni contermini e siti in contesti omogenei dal punto di vista territoriale e socioeconomico, diretta a realizzare la massima integrazione possibile tra gli stessi enti. Si tratta di aggregazioni che devono, necessariamente, essere dotate di uffici comuni (a differenza delle convenzioni per le quali tali requisito è facoltativo) e devono prevedere una durata non inferiore a sei anni. La loro disciplina è caratterizzata da una semplificazione delle procedure di costituzione e di funzionamento. Infatti, spetta ai Consigli comunali la sola adozione della convenzione quadro, mentre è di competenza delle Giunte comunali approvare tutte le convenzioni attuative. Per quanto riguarda le unioni di comuni, gli elementi di novità attengono all obbligo della contiguità territoriale; alla necessità di una previsione di durata minima non inferiore a sei anni; all indicazione delle funzioni da svolgere (da individuarsi tra quelle elencate al comma 1 dell articolo 23 della legge regionale in esame); al diverso quorum deliberativo per l approvazione dell atto costitutivo e dello statuto dell unione (in prima convocazione è richiesta la maggioranza dei due terzi, solo in seconda battuta è sufficiente la maggioranza assoluta). Il Capo VI del Titolo II della legge 1/2006 è dedicato alla disciplina dello sviluppo delle forme associative, con la previsione di un nuovo sistema strategico di incentivazione delle forme associative, mirante ad assicurarne un efficace sviluppo. Dal 2006 al 2008 la legge in argomento prevede, per incentivare l innovazione nelle relazioni orizzontali tra i comuni, un nuovo istituto giuridico, l Ambito per lo sviluppo territoriale - Aster che mira a favorire il governo e lo sviluppo del territorio in aree vaste. Gli Aster non rappresentano un nuovo ente, ma la dimensione territoriale d area vasta sovra comunale, ove possono trovare sintesi le economie di scala nell erogazione dei servizi con la progettualità per lo sviluppo del territorio. La funzione degli Aster è di assicurare l interlocuzione in forma associata con la Regione e la Provincia per la programmazione di interventi integrati aventi ad oggetto la realizzazione di opere pubbliche, la programmazione territoriale e le reti infrastrutturali dei servizi pubblici locali, la tutela e la valorizzazione del territorio e delle risorse naturali, il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, dell organizzazione dei servizi pubblici locali e di altre iniziative relative al territorio dell ambito. Rivestono tale qualificazione giuridica quattro diverse situazioni: i comuni capoluogo di provincia, le comunità montane, le associazioni intercomunali e le unioni di comuni. Queste ultime due categorie possono assumere la veste di Aster soltanto a condizione di raggiungere almeno una determinata soglia di abitanti fissata per legge: una popolazione non inferiore a abitanti, oppure non inferiore a , associando, in tal caso, almeno dieci comuni. Inoltre le unioni di comuni non dovranno comprendere comuni montani (neanche parzialmente montani), mentre le associazioni intercomunali potranno coinvolgere sia comuni parzialmente montani che non montani. L Aster diviene l interlocutore privilegiato dell amministrazione regionale quanto alla ripartizione dei finanziamenti regionali nelle ipotesi di perseguimento degli obiettivi di cui sopra. La legge regionale 17/2008 (finanziaria per l anno 2009), all articolo 11, ha previsto l abrogazione di questo istituto. 8

9 Lo strumento di alta programmazione regionale in questo settore è rappresentato dal Piano di valorizzazione territoriale. Il Piano contiene, principalmente, un programma di finanziamento strategico che ha valenza triennale. Con esso: a) è effettuata la ricognizione delle forme associative (unioni e associazioni intercomunali) nonché delle fusioni di comuni; b) sono definiti i criteri e le modalità per la concessione di incentivi (annuali e straordinari) a sostegno delle forme associative suddette e dei comuni risultanti da fusione. Dal 2006 al 2008 il Piano di valorizzazione territoriale prevede anche i criteri e il riparto dei finanziamenti regionali a favore degli Aster, relativamente alle proposte di accordo quadro da questi presentate e aventi ad oggetti interventi territoriali integrati. 2. Il primo triennio di incentivazione delle gestioni sovracomunali tramite il Piano di valorizzazione territoriale ( ) 2.1 La diffusione delle forme associative sul territorio Alla fine del 2005 erano presenti sul territorio regionale solo 3 unioni (che comprendevano, complessivamente, 8 comuni su 219). Entro il 26 maggio 2006 (termine previsto in via transitoria per l anno 2006 dall articolo 46, comma 4, della legge regionale 1/2006 per la ricognizione delle forme associative da inserire nel primo Piano di valorizzazione territoriale) sono pervenute alla Direzione centrale competente in materia di autonomie locali le schede relative a 4 unioni (di queste 3 sono quelle costituite anteriormente all entrata in vigore della l.r. 1/2006) e a 8 associazioni intercomunali, per complessive 12 forme associative. Entro il 15 marzo 2007, termine per la ricognizione del 2007, si è rilevata l esistenza sul territorio regionale di 40 forme associative (1 nuova unione e 27 associazioni intercomunali). L art. 1, coma 45, della legge regionale 30/2007 ha fissato al 15 febbraio 2008 il termine per la ricognizione relativa all anno stesso. Al 15 febbraio 2008, oltre alle 12 forme associative del 2006 (4 unioni e 8 associazioni intercomunali), e le 28 forme associative del 2007 (1 nuova unione e 27 associazioni intercomunali), risultano costituite ulteriori 2 forme associative (una unione, nata dallo scioglimento di una associazione intercomunale del 2007 e una Associazione intercomunale). Al termine del primo triennio di incentivazione per lo sviluppo delle forme associative è stata rilevata l esistenza di 41 forme associative (6 unioni e 35 associazioni intercomunali). Complessivamente, su 219 comuni, 205 hanno optato per la partecipazione a unione o associazione intercomunale. Il territorio montano e parzialmente montano è quasi totalmente coperto da comuni che gestiscono funzioni e servizi attraverso unione o attraverso l associazione intercomunale. Dal grafico di seguito riportato risulta che i comuni hanno preferito costituire associazioni intercomunali di medie dimensioni (nella classe compresa tra 4 e 6 comuni). 9

10 suddivise per numero di comuni partecipanti Fino a 3 Da 4 a 6 Da 7 a 9 10 e oltre Il grafico seguente mostra, invece, come la scelta della forma associativa unione sia sempre limitata come scelta di comuni partecipanti. Unioni suddivise per numero di comuni partecipanti Fino a 3 Da 4 a 6 Da 7 a 9 10 e oltre Il grafico sottostante mostra, con riferimento alle gestioni sovracomunali svolte e finanziate nel 2007 e verificate nel 2008, gli ambiti (contraddistinti con le lettere dell alfabeto corrispondenti alle macrofunzioni contenute negli ultimi due Piani di valorizzazione) scelti per l esercizio tramite unione o associazione intercomunale. Registrano un valore più elevato, le funzioni inserite nella macro gestione del personale (25), polizia municipale (25), funzioni attinenti lo sviluppo economico (24), gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali (20) gestione unificata servizio informativo statistico e servizi e-government (18) e funzioni di istruzione pubblica (18). Seguono le funzioni culturali e ricreative (16), la gestione unificata servizio tecnico (15), la gestione lavori pubblici (15), la gestione economica e finanziaria e controllo di gestione (14), urbanistica e gestione del territorio (14), la gestione unificata contratti e appalti (13). Assolutamente poche le scelte di gestire in forma sovracomunale le funzioni istituzionali (8) e la programmazione comunitaria (2). 10

11 Funzioni effettivamente svolte nel A B C D E F G H I L M N O P 2 Infine, i due grafici di seguito riportati mostrano, distinte per associazioni intercomunali e unioni, la tipologia di funzioni ricomprese nelle consuete macrofunzioni dichiarate dagli enti nel 2008 e il cui effettivo svolgimento verrà verificato nel Funzioni svolte nel 2008 dalle A B C D E F G H I L M N O P Funzioni svolte nel 2008 dalle Unioni A B C D E F G H I L M N O P 11

12 2.2 Dalle osservazioni della Corte di Conti al nuovo sistema di incentivazione. Criticità e buone pratiche riscontrate Al fine di comprendere la ratio sottesa al sistema di incentivazione delle forme associative introdotto dalla legge regionale 1/2006 e sviluppato dai Piani di valorizzazione territoriale finora adottati, è utile accennare ai risultati dell indagine condotta dalla Corte dei Conti, sezione di controllo della Regione FVG, sugli effetti delle politiche regionali di sostegno all esercizio in forma associata di funzioni o servizi da parte degli enti locali nel periodo Nello specifico, l analisi si è concentrata sul sistema regionale di finanziamento delle convenzioni e delle unioni di comuni, con la finalità di verificare se i finanziamenti hanno favorito lo sviluppo del fenomeno di aggregazione e sono stati un mezzo utilizzato dagli enti per gestire effettivamente i servizi, conseguendo incrementi in termini di efficacia, produttività ed efficienza. Nello studio si è posto in evidenza che sulla base della normativa antecedente alla legge regionale 1/2006 i finanziamenti erano stati concessi in modo indistinto, privilegiando le caratteristiche della collocazione territoriale disagiata dei beneficiari, piuttosto che la natura della gestione svolta o l estensione territoriale dell offerta del servizio e senza l effettiva verifica dell avvio della gestione associata, necessaria per escludere dalla contribuzione associazioni puramente formali. In ragione di ciò, la nostra Regione, in controtendenza rispetto all andamento nel resto del Paese, non era riuscita a raggiungere l importante obiettivo del consolidamento delle forme associative istituite dagli enti locali, tanto che le unioni di comuni erano passate da 18 unità del 2000 a 3 del Nell analisi della Corte si dà atto che con la legge regionale 1/2006 molte delle carenze evidenziate sono state risolte. Di rilievo, sotto questo profilo, la previsione di cui all art. 26, che demanda al Piano di valorizzazione la concessione degli incentivi, superando i criteri precedentemente adottati con le leggi finanziarie che non seguivano un indirizzo uniforme e la norma di cui all art. 27, la quale prevede che i criteri per la corresponsione dei finanziamenti debbano dare priorità alla tipologia delle funzioni e dei servizi oggetto della gestione e alla popolazione interessata, nonché dispone che deve essere comprovata, ai fini dell ottenimento dei benefici, l effettiva gestione congiunta dei servizi. I Piani di valorizzazione territoriale del triennio , approvati rispettivamente con le deliberazioni giuntali n del 7 novembre 2006, n del 20 luglio 2007 e n. 388 dell 11 febbraio 2008, specificano i criteri e le modalità di erogazione dell incentivo straordinario e dell incentivo ordinario a favore di unioni e associazioni per la gestione di funzioni e servizi a livello sovracomunale. Per quanto attiene il finanziamento delle unioni di comuni e delle associazioni intercomunali il sistema di incentivazione si basa sull assegnazione di un incentivo straordinario, per spese di primo impianto, erogato nell anno di costituzione e calcolato sulla base della tipologia di forma associativa (unione o associazione) e sul numero di comuni partecipanti (maggiorato in base alla densità abitativa). Viene erogato per sei anni, decrescenti dal terzo, anche un incentivo ordinario, calcolato a partire dalla tipologia di funzione/servizio effettivamente gestita a livello sovracomunale (che il Piano di valorizzazione elenca e quantifica finanziariamente) e maggiorato in ragione del tipo di forma associativa prescelta, del numero di comuni partecipanti, della popolazione e del territorio complessivi. I Piani di valorizzazione territoriale adottati, in attuazione di quanto stabilito dalla legge regionale 1/2006, prevedono che sull incentivo ordinario spettante nell anno in corso venga recuperato il valore dell attività finanziata l anno precedente qualora, sulla base della documentazione prodotta da unioni e da associazioni intercomunali e delle informazioni successivamente acquisite, non risulti provata l effettiva gestione sovracomunale. Tale decurtazione 12

13 non è pari all intero ammontare dell incentivo ordinario erogato l anno precedente, bensì è calcolata con riferimento al valore della singola funzione/servizio risultata non effettivamente gestita. L attività di controllo di cui sopra è stata svolta negli anni 2007 e 2008 a partire dai modelli C, allegati dagli enti alle domande di contributo ordinario aventi ad oggetto l illustrazione delle attività svolte l anno precedente (2006 e 2007) in forma sovracomunale, con la specificazione, anche, delle buone pratiche sperimentate e delle eventuali criticità rilevate. Va evidenziato che, in termini generali, le realtà associative in relazione alle quali è emersa l effettività di un amministrazione condivisa, sono quelle che hanno scelto di esercitare soltanto un numero ristretto di funzioni e che, quindi, hanno avuto modo di seguire al meglio il cambiamento organizzativo. In altri casi, gli enti locali hanno avviato forme associate di gestione, chiedendo il relativo contributo alla Regione, ma non le hanno accompagnate a una seria programmazione delle attività da fare e degli obiettivi da raggiungere e si sono trovati impreparati di fronte alle difficoltà legate alla diversa organizzazione del lavoro e alle eventuali resistenze dei dipendenti. Spesso le amministrazioni locali non hanno considerato i tempi necessari per porre in essere le attività propedeutiche all avvio della concreta gestione, che spaziano dalla costituzione di un ufficio unico, all omogeneizzazione delle procedure amministrative, dei regolamenti e degli atti generali, all organizzazione delle risorse umane e dei mezzi necessari, in particolare informatici, per gestire il nuovo modello organizzativo e hanno, quindi, visto allungarsi i tempi di preparazione, a scapito dell avvio dell effettiva gestione. Un tanto ha comportato, in alcune ipotesi, dei ritardi nel concreto avvio delle gestioni in forma associata, in particolare in relazione ad alcune macrofunzioni, quali il controllo di gestione, l home banking tributario e il pagamento in via telematica dei tributi, per le quali è necessario un adeguato supporto informatico. Si rileva, peraltro, nel complesso, in varie situazioni l avvio positivo di varie macrofunzioni strategiche, quali la gestione del personale, la gestione economico finanziaria, il servizio tributi, il servizio tecnico. Quanto alle criticità riscontrate nel contesto della gestione associata di funzioni o servizi e segnalate all amministrazione regionale nel modello C, si riportano quelle evidenziate da più forme associative, o quelle che si ritengono più rilevanti: diversità delle metodiche operative e dei regolamenti interni; mancanza di personale qualificato; soprattutto nella fase di avvio, resistenze da parte del personale (anche appartenente alla categoria dirigenziale), timoroso di perdere assetti ed equilibri raggiunti; mancanza di un sistema di rete tra i comuni aderenti all associazione; necessità di tecnologie più efficienti, tali da permettere un miglioramento della comunicazione tra gli uffici e con gli utenti e la produzione di documenti elettronici intercomunali; difficoltà operative e dubbi interpretativi legati alla mancanza di personalità giuridica delle associazioni intercomunali; difficoltà con alcuni enti terzi nel far comprendere il nuovo assetto organizzativo e le implicazioni connesse alla nuova forma di gestione; 13

14 difficoltà di coordinare l attività delle risorse umane e l utilizzo dei mezzi nelle associazioni intercomunali costituite da comuni territorialmente distanti e con caratteristiche diverse. Ciò è stato segnalato in particolare con riferimento al settore tecnico; vincoli legati alle strutture dei bilanci, che hanno portato ad un proliferare degli atti di impegno distinti per ogni comune, con conseguente appesantimento delle procedure. Gli enti hanno, inoltre, segnalato i risultati positivi riscontrati quale conseguenza della nuova forma di gestione associata. Alcune riflessioni riguardanti il personale, riportate dagli enti in termini di criticità, vengono segnalate anche in positivo, quando le considerazioni si concentrano non sulla fase di avvio della nuova forma di gestione, ma sulla fase operativa vera e propria: progressivo cambiamento di mentalità dei soggetti coinvolti (amministratori e dipendenti), che si sforzano di condividere una nuova organizzazione del lavoro connessa a una nuova forma di sviluppo del territorio; opportunità di crescita professionale, in particolare per il personale investito di particolari responsabilità; assegnazione di risorse umane specifiche per l espletamento di ciascun servizio, con conseguente specializzazione del personale e capacità di riposta in tempo reale alle problematiche insorte; possibilità di avviare servizi non esercitati prima della costituzione della forma associativa; concentrazione di tutta l attività presso un unico ufficio, referente nei rapporti con i terzi; partecipazione al tavolo tecnico degli uffici associati del personale, attivato in seno all ARERAN, per risolvere in modo condiviso le problematiche legate all applicazione degli istituti contrattuali alle nuove forme associative sovracomunali; in relazione ad alcune macrofunzioni (in particolare gestione del personale e sistema informativo ) ci sono stati contatti tra le diverse realtà sovracomunali, per sviluppare modalità operative condivise; compartecipazione delle scelte a livello politico, attraverso la costante opera di discussione preliminare, mediazione e indirizzo da parte delle Conferenze dei sindaci; scelta di operare attraverso documenti formali, quali il Piano degli obiettivi, che permettono una puntuale definizione dei target di settore, oltre a una lineare verifica dei risultati; risparmio e razionalizzazione delle risorse economiche (è stato riportato un caso di avvenuta riduzione del tasso d interesse applicato su un finanziamento da parte della Cassa Depositi e Prestiti, accordata in ragione dell appartenenza dell ente ad una forma associativa). Il grafico sottostante evidenzia il numero delle singole funzioni decurtate all interno di ciascuna macrofunzione in seguito al controllo circa l effettività delle gestioni associate finanziate nell anno Le più decurtate sono quelle attinenti lo svolgimento in forma associata di Attività istituzionali (11), comprendenti la comunicazione istituzionale, l URP sovracomunale, il mediatore civico, la redazione e l aggiornamento della carta dei servizi, le funzioni relative alla gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali (9) e le funzioni riferite alla gestione del personale (8). Interessante rilevare che le funzioni di polizia municipale sono tra quelle meno decurtate (1), pur essendo svolte da un numero assolutamente rilevante di unioni e associazioni intercomunali. 14

15 Decurtazioni gestioni associate A B C D E F G H I L M N O P 3. Ulteriori sviluppi delle forme associative per gli anni 2006 e 2008 (assistenza giuridica, applicativo informatico per la gestione dei documenti, progetto formativo, studi di fattibilità, incentivazione percorso per addivenire alla fusione) Dopo l entrata in vigore della legge regionale 1/2006, la Direzione centrale competente in materia di autonomie locali ha supportato e continua a sostenere, con attività di consulenza, la costituzione e lo sviluppo delle forme associative sul territorio, in particolare: a) promuovendo i contenuti e le novità della legge, sia con incontri sul territorio, sia attraverso l emanazione di una pluralità di note illustrative collegate a particolari tematiche, sia con la pubblicazione periodica della documentazione concernente le forme associative (deliberazioni della Giunta regionale, Piano di valorizzazione territoriale); b) fornendo assistenza e consulenza giuridica sia per la costituzione delle forme associative, sia per la soluzione di specifiche tematiche; c) predisponendo modelli di atti tipo (modello di statuto e atto costitutivo per le unioni, modello di convenzione quadro e di convenzione attuativa per le associazioni intercomunali). La maggior parte della documentazione relativa alla costituzione e sviluppo delle forme associative è consultabile anche nel sito internet della Regione, nella sezione autonomie locali. Da giugno 2007 i comuni possono inoltre accedere ad un applicativo informatico, predisposto con la collaborazione di INSIEL Spa, destinato a raccogliere gli atti fondamentali di associazioni intercomunali e delle unioni (convenzioni quadro e statuti), le convenzioni attuative e le deliberazioni consiliari di conferimento di funzioni all unione. Il programma, oltre a costituire la banca dati dell associazionismo tra enti locali, permette di visualizzare stampare e scaricare bozze di atti tipo (ad esempio di convenzione quadro e di convenzione attuativa, di statuto dell Unione), i modelli di richiesta di incentivi e i principali documenti di interesse per le forme associative (Piano di valorizzazione territoriale annuale, note illustrative) e, inoltre, fornisce notizia dei termini di volta in volta in scadenza (sia delle gestioni associate che per la presentazione di domande di incentivo). La Regione Friuli Venezia Giulia, nel perseguire la scelta di valorizzare l esercizio di funzioni in forma associata da parte degli enti locali, ha investito e sta investendo anche sul terreno della formazione per sostenere l avvio e il consolidamento della gestione sovracomunale di funzioni e 15

16 servizi. Un tanto, in particolare, è stato realizzato sia fornendo un supporto tecnico giuridico per l attività di riorganizzazione, sia per la soluzione o l approfondimento di specifiche tematiche connesse alla gestione sovracomunale, sia per accrescere le competenze specialistiche e le capacità funzionali necessarie a sostenere i processi associativi. La legge di assestamento del bilancio 2005 ha autorizzato l Amministrazione regionale a provvedere alla realizzazione di un programma di eventi formativi specifici, finalizzato ad incentivare tanto le conoscenze degli amministratori, quanto l acquisizione di nuove competenze tecniche e professionali del personale degli enti locali, relativamente all attivazione ed allo sviluppo della gestione in forma associata di funzioni e servizi. Da questo ha preso avvio il progetto formativo Koinè enti locali in dialogo per lo sviluppo integrato del territorio, diretto ad amministratori, direttori generali, segretari, PO, funzionari dei comuni, unioni di comuni e comunità montane. L esperienza formativa è stata concretamente avviata nel febbraio 2007 e si è conclusa nel maggio Con tale iniziativa si è, sostanzialmente, cercato di raggiungere l obiettivo di diffondere e consolidare negli enti locali, in particolare in quelli di piccole e medie dimensioni, una cultura improntata alle gestioni associate, mirando a sviluppare la capacità di programmazione per lo sviluppo integrato del territorio e l accrescimento delle competenze specialistiche per sostenere lo sviluppo dei processi di associazione, nonché le capacità innovative e di iniziativa. Nel 2007, il progetto formativo Koinè ha vinto il terzo premio nella sezione sistemi formativi della VI edizione del Premio Basile per la formazione nella pubblica amministrazione. Nel 2008 la Regione FVG ha presentato il programma formativo nella rassegna Vetrine delle eccellenze 2008 e la scheda informativa koinè è stata inserita nel database delle buone prassi in campo formativo nell ambito del relativo progetto curato dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Il Ministero per la pubblica amministrazione e l innovazione ha inoltre recentemente indicato il progetto formativo koinè tra i casi meritevoli di segnalazione sul proprio sito ufficiale, contribuendo a confermare la validità della scelta, operata dalla Regione FVG, di sostenere lo sviluppo delle forme associative tra gli enti locali e di investire sulla formazione. Per favorire l avvio di gestioni sovracomunali e il loro sviluppo, il legislatore regionale, dal 2006 al 2008, ha previsto specifici fondi per il finanziamento di studi di fattibilità aventi ad oggetto la riorganizzazione sovracomunale di una pluralità di funzioni e servizi mediante l avvio di una delle forme associative previste dagli articolo 22 e 23 della legge regionale 1/2006, o la verifica della possibilità di gestire in forma associata nuove funzioni da aggiungere a quelle già svolte tramite unione o associazione intercomunale. Nell anno 2006, con la legge regionale 21 luglio 2006, n. 12, all articolo 2, commi 10 e 11, sono stati finanziati i progetti presentati da undici aggregazioni di comuni che hanno presentato domanda entro il termine previsto dalla legge. Tutte le proposte hanno avuto ad oggetto la verifica della fattibilità di una riorganizzazione sovracomunale tramite la forma dell associazione intercomunale. Entro il termine previsto (30 settembre 2007) hanno rendicontato 4 comuni capofila, i restanti hanno chiesto e ottenuto una proroga per il completamento dello studio. Nell anno 2007 la legge regionale 1/2007 ha previsto, all articolo 3, commi e all articolo 2, comma 12 della legge regionale 22/2007, un analogo finanziamento. Hanno presentato domanda dieci comuni capofila di associazione intercomunale. Tre di questi hanno restituito l'intera assegnazione erogata in quanto non hanno realizzato alcuno studio di fattibilità, mentre altri due comuni, grazie a una norma prevista dalla legge regionale di assestamento per l'anno 2008, hanno 16

17 potuto trattenere le risorse, su richiesta, purché concludano lo studio entro il 31 marzo 2010 e rendicontino entro il 30 aprile Nell anno 2008, il fondo per finanziare studi di fattibilità è stato previsto dall articolo 1, comma 19, della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 30. In tale anno è stato assunto l impegno delle risorse a favore dei sette comuni capofila di associazione intercomunale che hanno presentato domanda e la liquidazione avverrà su presentazione del rendiconto. Per sostenere un percorso di incentivazione e sviluppo tendente a favorire la fusione tra comuni, la legge regionale 21 luglio 2006, n. 12, all articolo 2, commi 21-23, ha stanziato un fondo per finanziare gli interventi individuati, tramite protocollo d intesa, dalla Regione e dai soggetti interessati a ciascuna fusione Per l erogazione dell importo complessivo spettante per ciascun percorso, come individuato nel protocollo d intesa, la legge regionale 12/2006 ha previsto la liquidazione in due quote: il 50 per cento previa trasmissione alla Regione delle deliberazioni dei Consigli comunali dei comuni interessati concernenti l iniziativa referendaria di cui all articolo 17, comma 5, della legge regionale 7 marzo 2003, n. 5 e il restante 50 per cento dopo quattro mesi dalla prima erogazione. In attuazione della normativa succitata sono stati stipulati dalla Regione, entro ottobre 2006, tre protocolli d intesa con i comuni di: 1) Attimis e Faedis, già costituiti in unione dal 2000; 2) Sutrio e Cercivento; 3) Campolongo al Torre e Tapogliano. Solo i comuni di Attimis e Faedis e quelli di Campolongo al Torre e Tapogliano hanno deliberato nei rispettivi consigli comunali (i primi due comuni a novembre 2006, gli altri due a dicembre 2006), l iniziativa di cui all articolo 17, comma 5, della legge regionale 7 marzo 2003, n. 5. Il 25 novembre 2007 si è tenuto il referendum consultivo nei quattro comuni interessati con questi esiti: Referendum consultivo Attimis/Faedis - Risultati: SI 51,10% NO 48,90% Referendum consultivo Campolongo al Torre/Tapogliano - Risultati: SI 85,47% 14,53% La legge regionale 8/2008 ha istituito dall 1 gennaio 2009, il nuovo comune di Campolongo Tapogliano, mediante fusione dei comuni di Campolongo al Torre e Tapogliano. 4. Gli esiti della ricognizione dell anno 2009 La legge regionale 8/2008 ha istituito dal 1 gennaio 2009 il comune di Campolongo Tapogliano, risultante dalla fusione tra i comuni di Campolongo al Torre e Tapogliano della provincia di Udine. Il totale dei comuni della Regione, pertanto, passa da 219 a 218. Il Piano di valorizzazione territoriale 2008 ha fissato al 15 febbraio di ogni anno il termine per la ricognizione delle forme associative esistenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia. Ricevuta la comunicazione da parte dei soggetti interessati, risultano costituite, al 15 febbraio 2009, 5 unioni e 36 associazioni intercomunali. Per effetto della costituzione di una nuova associazione intercomunale in provincia di Trieste, i comuni del Friuli Venezia Giulia che hanno aderito a una delle forme associative previste dagli articoli 22 e 23 della legge regionale 1/2006, sono 206 su 218. NO 17

18 Confronto sviluppo forme associative prima e dopo la L.r. 1/ n. forme associative U Totale anno ricognizione Forme associative per provincia GO; 3 TS; 1 PN; 13 UD; 24 Classi popolazione forme associative oltre da a da a abitanti da a da 3.001a da 1.001a fino a n. forme associative Nella successiva tabella riepilogativa delle forme associative esistenti al 15 febbraio 2009 sono riportati i dati relativi alla forma prescelta di gestione associata, alla sede, al numero di comuni coinvolti, alla popolazione, superficie e densità demografica. Sono indicate, nell ordine e suddivise per provincia, le unioni e le associazioni intercomunali oggetto di ricognizione del 2006 e le 18

19 unioni e associazioni intercomunali oggetto di ricognizione nel 2007, le unioni e associazioni intercomunali oggetto di ricognizione nel 2008, le unioni e associazioni costituite nel 2009; da ultimo sono indicate le fusioni di comuni. I dati demografici riportati nelle tabelle sono quelli riferiti al 31 dicembre 2008 come dichiarati dagli enti. Per un utile confronto sono riportati anche i dati della popolazione al 31 dicembre 2007, risultante dall ultima rilevazione statistica regionale. 19

20 Tabella riepilogativa forme associative esistenti al 15 febbraio 2009 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni - SAN PIETRO AL NATISONE, PULFERO, SAVOGNA U Via Alpe Adria, n San Pietro al Natisone (Ud) UNIONE DEI COMUNI DI PULFERO - SAN PIETRO AL NATISONE - SAVOGNA ,19 41, non < di 9 anni Con nota prot. n del comunicato scioglimento dell'unione a decorrere dal ATTIMIS, FAEDIS U Piazza Monsignor Pelizzo, n Faedis (Ud) UNIONE DEI COMUNI DI ATTIMIS E FAEDIS ,97 61, anni febbraio RIVIGNANO, POCENIA, TEOR U Piazza IV Novembre, n Rivignano (Ud) UNIONE DI COMUNI "CUORE DELLO STELLA" ,39 126, anni 3 FRISANCO, TRAMONTI DI SOPRA, TRAMONTI DI SOTTO U Via Roma Tramonti Di Sopra (Pn) UNIONE VALMEDUNA ,50 5, anni Modifica statuto: Frisanco 27/12/2006 Tramonti di Sopra 28/12/2006 Tramonti di Sotto 02/03/ CODROIPO, SEDEGLIANO, VARMO, BASILIANO, MORTEGLIANO, TALMASSONS, LESTIZZA, BERTIOLO, MERETO DI TOMBA, CAMINO AL TAGLIAMENTO, CASTIONS DI STRADA Piazza Garibaldi n Codroipo (Ud) DEL MEDIO FRIULI ,18 123, anni

21 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni 5 BUTTRIO, CIVIDALE DEL FRIULI, CORNO DI ROSAZZO, MANZANO, MOIMACCO, PAVIA DI UDINE, PRADAMANO, PREMARIACCO, REMANZACCO, SAN GIOVANNI AL NATISONE Corso Paolino d'aquileia n Cividale del Friuli (Ud) TRA I COMUNI DI BUTTRIO, CIVIDALE DEL FRIULI, CORNO DI ROSAZZO, MANZANO, MOIMACCO, PAVIA DI UDINE, PRADAMANO, PREMARIACCO, REMANZACCO, SAN GIOVANNI AL NATISONE ,53 196, anni 6 UDINE, CAMPOFORMIDO, POZZUOLO DEL FRIULI, TAVAGNACCO Udine (Ud) AMBITO METROPOLITANO TRA I COMUNI DI UDINE, CAMPOFORMIDO, POZZUOLO DEL FRIULI, TAVAGNACCO ,35 983, anni 7 BUJA, COLLOREDO DI MONTE ALBANO, COSEANO, DIGNANO, FAGAGNA, FLBANO, FORGARIA NEL FRIULI, MAJANO, MORUZZO, OSOPPO, RAGOGNA, RIVE D ARCANO, SAN DANIELE DEL FRIULI, SAN VITO DI FAGAGNA, TREPPO GRANDE art. 46, comma 5, lr 1/2006 Piazza Castello, n Colloredo Di Monte Albano (Ud) CONSORZIO COMUNITA COLLINARE DEL FRIULI ,49 146,21 Costituzione storica comunità Presa d atto equiparazione associazione intercomunale e ASTER Approvazione nuovo statuto anni dal Nell'ultimo statuto non c è Cassacco che è uscito dalla Comunità Collinare integrazione per adesione al consorzio del comune di Forgaria nel Friuli 8 AMARO, CAVAZZO CARNICO, TOLMEZZO, VERZEGNIS Piazza XX Settembre, n Tolmezzo (Ud) ASSOCIAZIONE INTECOMUNALE CONCA TOLMEZZINA ,48 76, tempo indeterminato recesso non prima di 6 anni CASARSA DELLA DELIZIA, CORDOVADO, MORSANO AL TAGLIAMENTO, SAN VITO AL TAGLIAMENTO, SESTO AL REGHENA Piazza del Popolo, n San Vito Al Tagliamento (Pn) DEL SANVITESE ,93 208, anni ARZENE, SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO E VALVASONE Piazza Mercato n Valvasone (Pn) DEI COMUNI DI ARZENE, SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO E VALVASONE ,75 113, fino al 31 dicembre

22 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni 11 DOBERDO' DEL LAGO, FOGLIANO REDIPUGLIA, MONFALCONE, RONCHI DEI LEGIONARI, SAGRADO, SAN CANZIAN D ISONZO, SAN PIER D ISONZO, STARANZANO, TURRIACO Monfalcone, Piazza Della Repubblica, n Monfalcone (Go) "CITTA MANDAMENTO" ,92 421, anni fino 31 dicembre ELLO DEL FRIULI, SAN VITO AL TORRE U Via Cavour, n Aiello Del Friuli (Ud) UNIONE DI ELLO-SAN VITO ,61 145, anni 13 SAN LEONARDO, DRENCHIA, GRIMACCO, STREGNA, SAVOGNA Via Merso Di Sopra, n San Leonardo (Ud) DEI COMUNI DI SAN LEONARDO, DRENCHIA, GRIMACCO, STREGNA E SAVOGNA ,61 28, anni 14 NIMIS, TPANA, LUSEVERA Piazza XXIX Settembre n Nimis (Ud) TRA I COMUNI DI NIMIS, TPANA E LUSEVERA ,25 28, anni COMEGLIANS, FORNI AVOLTRI, OVARO, PRATO CARNICO, RIGOLATO Via Caduti 2 Maggio, n Ovaro (Ud) ALTA VAL DEGANO - VAL PESARINA" ,06 18, tempo indeterminato, recesso non prima di 6 anni Gestione associata della programmazione comunitaria AMPEZZO, FORNI DI SOPRA, FORNI DI SOTTO, PREONE, SAURIS, SOCCHIEVE VILLA SANTINA, ENEMONZO, LAUCO, RAVEO Piazza Zona Libera 1944, n Ampezzo (Ud) Piazza Venezia, n Villa Santina (Ud) ALTA VAL TAGLIAMENTO "COMUNI DEL PARCO INTERCOMUNALE DELLE COLLINE CARNICHE" ,31 11, anni ,00 58, CERCIVENTO, PALUZZA, RAVASCLETTO, SUTRIO, TREPPO CARNICO Piazza 21/22 Luglio, n Paluzza (Ud) "ALTA VALLE DEL BUT" ,42 38, tempo indeterminato, recesso non prima di 6 anni ARTA TERME, LIGOSULLO, PAULARO, ZUGLIO Piazza Nascimbeni, n Paularo (Ud) "ALTA CARNIA" ,05 36, tempo indeterminato, recesso non prima di 6 anni

23 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni 20 TARVISIO, MALBORGHETTO- VALBRUNA, PONTEBBA Via Roma, n Tarvisio (Ud) VAL CANALE ,16 17, anni CHIUSAFORTE, DOGNA, MOGGIO UDINESE, RESIA, RESIUTTA Via Nazionale, n Resiutta (Ud) "VALLI DEL FELLA" ,32 9, tempo indeterminato, recesso non prima di 6 anni Maggio Integrazione durata (non inferiore a 6 anni) 22 GEMONA DEL FRIULI, BORDANO, TRASAGHIS, MONTENARS, VENZONE 23 ARTEGNA, MAGNANO IN RIVIERA Piazza Municipio, n Gemona Del Friuli (Ud) Piazza Marnico, n Artegna (Ud) "DEL GEMONESE" FAEIT ,34 76, tempo indeterminato, recesso non prima di 6 anni n. 862 del n. 896 del n. 897 del n. 904 del ,72 269, anni CASSACCO, MARTIGNACCO, PAGNACCO, PASIAN DI PRATO, POVOLETTO, REANA DEL ROJALE, TRICESIMO Via Roma n Pasian Di Prato (Ud) TRA I COMUNI DI CASSACCO, MARTIGNACCO, PAGNACCO, PASIAN DI PRATO, POVOLETTO, REANA DEL ROJALE, TRICESIMO ,75 282, anni n PALMANOVA, BAGNARIA ARSA, BICINICCO, CHIOPRIS-VISCONE, GONARS, PORPETTO, S. MARIA LA LONGA, TRIVIGNANO UDINESE, VISCO Piazza Grande n Palmanova (Ud) PALMARINO ,26 172, anni AQUILEIA, CAMPOLONGO TAPOGLIANO, CERVIGNANO DEL FRIULI, FIUMICELLO, RUDA, TERZO DI AQUILEIA, VILLA VICENTINA Cervignano Del Friuli (Ud) CERVIGNANESE ,58 197, anni - SAN GIORGIO DI NOGARO, TORVISCOSA Piazza Municipio, n San Giorgio Di Nogaro (Ud) CENTRO ECONOMICO DELLA BASSA FRIULANA" ,01 143, anni Associazione sciolta a febbraio 2008 per costituzione unione 23

24 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni 27 LIGNANO SABBIADORO, CARLINO, LATISANA, MARANO LAGUNARE, MUZZANA DEL TURGNANO, PALAZZOLO DELLO STELLA, POCENIA, PRECENICCO, RIVIGNANO, RONCHIS, TEOR Viale Europa, n Lignano Sabbiadoro (Ud) RIVIERA TURISTICA FRIULANA ,73 121, anni Modifica art. 2 della convenzione quadro BRUGNERA, CANEVA, FONTANAFREDDA, PORCIA, SACILE Via De' Pellegrini n Porcia (Pn) TRA I COMUNI DI BRUGNERA, CANEVA, FONTANAFREDDA, PORCIA, SACILE ,63 340, anni AVIANO, BUDOIA, POLCENIGO, MONTEREALE VALCELLINA Piazza Matteotti, n Aviano (Pn) PEDEMONTANA OCCIDENTALE ,17 72, anni Adesione del comune di Montereale Valcellina 30 ANDREIS, BARCIS Via G. D annunzio, n Andreis (Pn) "ANDREIS-BARCIS" ,99 4, AZZANO DECIMO, CHIONS, FIUME VENETO, PASIANO DI PORDENONE, PRATA DI PORDENONE, PRAVISDOMINI Azzano Decimo (Pn) SILE ,18 246, anni TRAVESIO, CASTELNOVO DEL FRIULI, CLAUZETTO Piazza XX Settembre n Travesio (Pn) "DELLA VALCOSA" ,37 40, Integrati alcuni servizi da gestire in forma associata CIMOLS, CLAUT, ERTO E CASSO Via V. Emanuele II n Cimolais (Pn) "ALTA VALCELLINA" ,41 6, anni 34 ARBA, CAVASSO NUOVO, FANNA, MANIAGO, VIVARO Piazza Italia, n Maniago (Pn) DEL MANIAGHESE ,03 124, anni ( ) 35 SPILIMBERGO, SEQUALS, MEDUNO, PINZANO AL TAGLIAMENTO Piazzetta Tiepolo, n Spilimbergo (Pn) DAL MEDUNA AL TAGLIAMENTO ,43 113, tempo indeterminato recesso non prima di 6 anni 24

25 N Comuni coinvolti Forma * Sede indirizzo Denominazione N. di Comuni coinvolti Popolazione tot. al 31/12/2008 (dichiarata dagli enti) Popolazione tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Superficie tot. al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Densità complessiva al 31/12/2007 (rilevazione statistica regionale) Data di costituzione Durata prevista Successive modificazioni 36 CORDENONS, SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA, SAN QUIRINO, ZOPPOLA Piazza Vittoria, n Cordenons (Pn) "DEL BACINO DEL CELLINA MEDUNA" ,25 175, anni 37 GORIZIA, SAVOGNA D ISONZO Piazza Municipio, n Gorizia (Go) TRA I COMUNI DI GORIZIA E SAVOGNA D ISONZO ,52 658, anni 38 CAPRIVA DEL FRIULI, CORMONS, FARRA D ISONZO, GRADISCA D ISONZO, MARIANO DEL FRIULI, MEDEA, MORARO, MOSSA, ROMANS D ISONZO, SAN LORENZO ISONTINO, VILLESSE Piazza 24 Maggio, n Cormons (Go) "COLLIO ISONZO" ,46 251, anni 39 SAN GIORGIO DI NOGARO, TORVISCOSA U Piazza Municipio, n San Giorgio Di Nogaro (Ud) UNIONE DEI COMUNI "CENTRO ECONOMICO DELLA BASSA FRIULANA" ,01 144, anni 40 PORDENONE E ROVEREDO IN PIANO C.so V. Emanuele II, n Pordenone "PORDENONE-ROVEREDO IN PIANO" , , MUGGIA, SAN DORLIGO DELLA VALLE, MONRUPINO, SGONICO Piazza Marconi, n Muggia (Ts) "MARE-CARSO" ,16 272, anni 42 CAMPOLONGO TAPOGLIANO F COMUNE RISULTANTE DA FUSIONE TRA I COMUNI DI CAMPOLONGO AL TORRE E TAPOGLIANO (L.R. 8/2008) ,9 110, * Nota: = Associazione intercomunale U = Unione di comuni F = Fusione di comuni 25

26 4. Le Comunità montane nel Friuli Venezia Giulia Nel Friuli Venezia Giulia le Comunità montane sono considerate enti locali territoriali, dotati di autonomia statutaria, istituiti con legge regionale per la valorizzazione delle zone montane e per la promozione dell esercizio associato di funzioni comunali (così le definisce l articolo 10 della legge regionale 1/2006). Il numero delle Comunità montane, la loro denominazione e la loro delimitazione territoriale è, al momento definita dalla legge regionale 20 dicembre 2002, n. 33. Si tratta, quindi, di enti la cui dimensione non è collegata ad una scelta o, comunque, ad una valutazione volontaria dei comuni montani. Compiti specifici di tali enti locali per la valorizzazione delle zone montane riguardano, in particolare, l esercizio di funzioni amministrative nei seguenti settori: a) difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell ambiente; b) foreste; c) agricoltura; d) risparmio energetico e riscaldamento; e) turismo; f) commercio, Esse, inoltre: a) esercitano le ulteriori funzioni amministrative conferite dalla legge e quelle conferite da comuni e province; b) provvedono alla gestione dei servizi delegata dai Comuni; c) attuano gli interventi speciali per la montagna stabiliti dall Unione europea. Le Comunità montane della Regione Friuli Venezia Giulia, a differenza di quelle delle altre Regioni, sono finanziate con trasferimenti ordinari annuali previsti dalla legge finanziaria in relazione al complesso delle loro funzioni, mentre non beneficiano di specifici incentivi regionali in relazione alle funzioni che esercitano per convenzione o delega da altri enti locali. 26

27 CAPITOLO 2 IL SISTEMA DELLE GESTIONI ASSOCIATE DI FUNZIONI E SERVIZI A LIVELLO SOVRACOMUNALE NELLA REGIONE VENETO SOMMARIO: 1. Premessa - 2. Le forme di gestione associata delle funzioni e dei servizi a livello sovracomunale: 2.1 Le gestioni associate di natura contrattuale; 2.2 Le Comunità montane; 2.3 Le unioni di comuni; 3. Il sistema di incentivazione: 3.1 Premessa; 3.2 Contributi straordinari; 3.3 Contributi ordinari; 3.4 Incentivi statali - 4. Il monitoraggio e le criticità riscontrate. 1. Premessa Il Veneto, in quanto Regione a statuto ordinario, non ha competenza legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali, quale invece è riconosciuta al Friuli Venezia Giulia, ai sensi dell articolo 2 del decreto legislativo 2 gennaio 1997, n. 1. Per questa ragione, la materia dell associazionismo tra enti locali del Veneto non è caratterizzata da un sistema di regole e principi peculiare dotato di autonomia legislativa, quale quello proprio della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha dettato una disciplina organica delle forme di esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali con la legge regionale 1/2006. Nella Regione Veneto si applica la normativa di cui agli articoli 30, 31 e 32 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e la disciplina prevista dall articolo 6 della legge regionale n. 2 del 3 febbraio 2006 (finanziaria 2006), che non contiene una disciplina organica della materia, ma demanda alla Giunta regionale la determinazione dei criteri per l erogazione dei contributi, sia regionali, che statali, per favorire l esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali. I provvedimenti giuntali devono essere adottati previo parere della Conferenza permanente Regione-autonomie locali. Nel disciplinare le incentivazioni la Giunta regionale deve comunque attenersi ai principi fondamentali posti dal legislatore statale con la norma di cui all articolo 33 del TUEL: 1. deve favorire il massimo grado di integrazione tra i comuni, graduando la corresponsione dei benefici in relazione al livello di unificazione; 2. deve privilegiare le fusioni e le unioni, prevedendo per tali ipotesi una maggiorazione dei contributi. 2. Le forme di gestione associata delle funzioni e dei servizi a livello sovracomunale 2.1 Le gestioni associate di natura contrattuale La Regione Veneto nell attuare la politica di incentivazione dell esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali destina delle risorse anche per sostenere le gestioni associate di natura contrattuale, costituite nelle forme previste dagli articoli 30 (Convenzioni) e 31(Consorzi) del TUEL. 27

28 Risultano destinatarie del contributo regionale le Convenzioni costituite esclusivamente fra comuni o fra comuni e unioni di comuni per una durata non inferiore a 5 anni e per l esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Un ulteriore condizione prevista per il finanziamento è la previsione della costituzione di uffici comuni o la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all accordo a favore di uno di essi. I Consorzi per accedere al finanziamento devono essere costituiti esclusivamente fra comuni per una durata non inferiore a 5 anni e per l esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Non sono ammesse a incentivo le forme associative obbligatorie, sia nella forma della convenzione che del consorzio, previste dalla normativa statale o regionale e quelle che, per la stessa tipologia di spesa all interno della medesima funzione o servizio, direttamente o tramite i comuni costituenti le stesse, siano state destinatarie di contributi regionali o statali nei precedenti 5 esercizi finanziari. 2.2 Le Comunità montane Risultano costitute con legge regionale 3 luglio 1992, n. 19, diciannove Comunità montane, enti locali di diritto, ai sensi dell art. 28 della legge 142/90. La normativa veneta attribuisce a tali enti il compito di perseguire, come obiettivo proprio, la promozione sul territorio di competenza delle unioni di comuni e della fusione di tutti o parte dei comuni associati (art. 3, lettera c, l.r. 19/92) e la gestione associata dei servizi comunali (articolo 3, lettera e), l.r. 19/92). Al fine del finanziamento regionale è necessario che le Comunità montane siano delegate dai comuni, per un periodo non inferiore a 5 anni, alla gestione associata di funzioni o servizi comunali e sono privilegiati i conferimenti di delega alla Comunità montana da parte del maggior numero di comuni appartenenti alla stessa. 2.3 Le Unioni di comuni Nel Veneto è nata nel 1995 la prima unione d Italia. Si tratta dei comuni di Carrara S. Giorgio e Carrara S. Stefano (PD), che hanno dato vita all unione dei comuni di due Carrare, sfociata dopo solo sei mesi, nella fusione dei due comuni, oggi comune di Due Carrare. Alla fine degli anni 90 è stata realizzata una seconda fusione. Attualmente sono presenti sul territorio 29 unioni, che in gran parte si sono costituite tra gli anni 2000 e In media sono costituite da due o tre comuni, ma alcune sono di grandi dimensioni e associano cinque e, in un caso, otto enti territoriali. Quanto alla dimensione demografica, 7 unioni hanno una popolazione compresa tra e abitanti, 3 hanno una popolazione complessiva compresa tra e abitanti, 8 unioni contano tra e abitanti, 1 unione ne ha L unione più grande, sia in relazione agli enti partecipanti, che alla numerosità della popolazione è l unione dei comuni del Camposanpierese, che risulta costituita da ben otto comuni ed ha una popolazione di abitanti. 28

29 Si riporta di seguito una tabella pubblicata sul sito della regione Veneto, contenente un elenco delle unioni di comuni che hanno attivato funzioni, con evidenziazione della Provincia di appartenenza, del numero di enti partecipanti, della superficie, della popolazione e delle funzioni/servizi attivati. 29

30 30

31 31

32 32

33 33

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