Presidenza del Consiglio dei Ministri

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1 DIRETTIVA GENERALE PER L AZIONE AMMINISTRATIVA E LA GESTIONE DEL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE ANNO 2019 (art. 8 del d.lgs. n. 286 del 1999)

2 VISTO l articolo 5 della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della, e successive modificazioni e integrazioni; VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni e integrazioni; VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59 e, in particolare, l art. 8 concernente la direttiva generale annuale dei Ministri sull attività amministrativa e sulla gestione; VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante Norme generali sull ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e successive modificazioni e integrazioni; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 novembre 2003, concernente i criteri di valutazione della dirigenza; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 novembre 2013, con cui sono state rivisitate le modalità di corresponsione del premio di risultato per la dirigenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri; VISTO il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, recante Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni e successive modificazioni e integrazioni; VISTA la legge 31 dicembre 2009, n. 196, recante Legge di contabilità e finanza pubblica ; VISTA la legge 4 agosto 2016, n. 163, recante Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell art. 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 ; 2

3 VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 novembre 2010, recante Disciplina dell autonomia finanziaria e contabile della ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2018, recante Modificazioni al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 novembre 2010, concernente la disciplina dell'autonomia finanziaria e contabile della ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2011, n 131, recante Regolamento di attuazione della previsione dell articolo 74, comma 3, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in relazione ai Titoli II e III del medesimo decreto legislativo ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 settembre 2012, recante Definizione delle linee guida generali per l individuazione dei criteri e delle metodologie per la costruzione del sistema degli indicatori ai fini della misurazione dei risultati attesi dai programmi di bilancio, ai sensi dell articolo 23 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 1 ottobre 2012, recante Ordinamento delle strutture generali della ; e successive modificazioni e integrazioni; VISTA la legge 6 novembre 2012, n. 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione ; VISTO il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, recante Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 dicembre 2013, recante alcune specifiche modalità applicative degli obblighi di trasparenza per la Presidenza del Consiglio dei ministri, ai sensi dell art. 49 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33; 3

4 VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 marzo 2018, recante modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 dicembre 2013; VISTO il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, recante Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell art. 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche ; VISTA la direttiva del Segretariato generale del 17 settembre 2018, per la formulazione delle previsioni di bilancio per l anno 2019 e per il triennio ; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 gennaio 2019 con il quale sono state adottate le Linee guida del Presidente del Consiglio dei Ministri per l individuazione di indirizzi ed obiettivi strategici e operativi ai fini dell emanazione delle Direttive per l azione amministrativa e la gestione delle Strutture generali della per l anno 2019; VISTA la circolare del Segretario Generale del 24 gennaio 2019, prot UCI n. 152 del 24 gennaio 2019, con la quale sono state impartite a tutte le Strutture organizzative della Presidenza del Consiglio dei Ministri indicazioni metodologiche per le attività di pianificazione strategica della Presidenza del Consiglio dei ministri per l anno 2019; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre 2018, recante Approvazione del bilancio di previsione della, per l anno finanziario 2019; VISTO il contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto dirigenza area VIII per il quadriennio normativo 2006/2009 e biennio economico , sottoscritto in data 4 agosto 2010; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2019, recante l adozione del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione che, in apposita Sezione, definisce anche le misure organizzative per l attuazione degli obblighi di trasparenza ; 4

5 VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 2018, con il quale la Sen. Avv. Erika Stefani è stata nominata Ministro senza portafoglio; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 giugno 2018, registrato alla Corte dei Conti il 4 giugno 2018, con cui alla Sen. Avv. Erika Stefani è stato conferito l incarico per gli affari regionali e le autonomie; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 giugno 2018, con cui alla Sen. Avv. Erika Stefani sono state delegate le funzioni in materia di affari regionali e autonomie; VISTA la Direttiva generale per l azione amministrativa e la gestione, emanata dal Segretario Generale in data 17 aprile 2018, registrata presso la Corte dei conti in data 26 aprile 2018; ADOTTA la seguente: DIRETTIVA GENERALE PER L AZIONE AMMINISTRATIVA E LA GESTIONE DEL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE PER L ANNO I destinatari della direttiva La presente direttiva è destinata al Capo del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della, responsabile della realizzazione degli obiettivi strategici assegnati alla struttura, e, per suo tramite, ai dirigenti preposti alle strutture interne del Dipartimento, referenti per il conseguimento degli obiettivi programmati. 2. Finalità della direttiva La direttiva ha il compito di garantire le priorità politiche e strategiche del Governo e la programmazione dell attività amministrativa. 5

6 La presente direttiva è finalizzata ad orientare le attività istituzionali del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie secondo le priorità politiche di settore del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, nell ambito degli obiettivi di Governo in materia di affari regionali ed autonomie, come meglio specificato nel paragrafo 3. La Direttiva, inoltre, tiene conto delle Linee guida del Presidente del Consiglio dei Ministri per il 2019, adottate con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 gennaio 2019, che individuano le Aree strategiche nell ambito delle quali concentrare le azioni di programmazione dell azione amministrativa dei Dipartimenti e degli Uffici della. 2.1 Contesto Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie è la struttura di supporto al Presidente del Consiglio dei Ministri che opera nell area funzionale dei rapporti del Governo con il sistema delle autonomie, di cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero l Autorità politica delegata, si avvale per l esercizio delle funzioni previste dall art. 4 del Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, nonché dall art. 12 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 ottobre 2012, recante Ordinamento delle strutture generali della, come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 giugno 2016 e dalle altre disposizioni di legge o di regolamento. A seguito della riorganizzazione del Dipartimento avvenuta nel 2016, la missione istituzionale è risultata rafforzata in termini di coordinamento dei rapporti con il sistema delle autonomie, di promozione della collaborazione tra Stato, Regioni e autonomie locali, di accompagnamento delle azioni governative di riforma degli assetti territoriali, di esame di legittimità delle leggi regionali, anche mediante l adozione di tecniche di mediazione per la soluzione e la prevenzione del contenzioso costituzionale, di miglioramento della capacità amministrativa degli enti territoriali e di esercizio coordinato dei poteri e dei rimedi previsti in caso di inerzia o di inadempienza anche ai fini dell intervento sostitutivo governativo. Il Dipartimento si occupa, inoltre, degli adempimenti riguardanti la coordinata partecipazione dei rappresentanti dello Stato negli organi e nelle sedi a composizione mista; il rapporto di dipendenza 6

7 funzionale tra Presidente e Commissari del Governo nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome; l attuazione degli statuti delle Regioni e Province ad autonomia speciale; i rapporti inerenti all attività internazionale delle Regioni; le minoranze linguistiche e i problemi delle zone di confine; l elaborazione ed attuazione di programmi per assicurare l efficacia delle politiche urbane nonché delle politiche di sostegno alla marginalità territoriale (zone montane, isole minori e territori confinanti con le Regioni e le provincie ad autonomia speciale). Il Dipartimento assicura, altresì, le funzioni di segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e, nell'esercizio di tali funzioni, opera alle dipendenze funzionali e secondo gli indirizzi del presidente della Conferenza, ai sensi dell'art. 10, comma 2, del Decreto Legislativo 28 agosto 1987, n Provvede, inoltre, alla realizzazione delle attività connesse all attuazione del conferimento delle funzioni amministrative dell articolo 118 della Costituzione ed alle procedure di cui al capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59. Nel corso del 2018, nell ambito della mutata compagine governativa a seguito delle elezioni politiche, le funzioni in materia di affari regionali e autonomie sono state delegate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 giugno 2018, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, avvocato Erika Stefani. In tale occasione, l ambito delle funzioni da esercitare è stato ulteriormente arricchito in relazione al ruolo strategico assunto dal Ministro per gli affari regionali nell ambito del delicato processo di riordino della governance territoriale prevedendo anche l attuazione di iniziative in materia di forme di autonomia differenziata regionale di cui all articolo 116, terzo comma, della Costituzione e le relative procedure di intesa tra il Governo della Repubblica Italiana e le Regioni. 2.2 Coerenza con il bilancio di previsione 2019 La presente direttiva tiene conto della programmazione effettuata mediante le schede obiettivo elaborate in sede di formazione della Nota preliminare al bilancio di previsione per l anno 2019 sulla base delle disposizioni di natura economica finanziaria dettate dalla direttiva del Segretario Generale in 7

8 data 17 settembre 2018, per la formulazione delle previsioni di bilancio per l anno 2019 e per il triennio ; prevedendo il collegamento del ciclo di bilancio al ciclo della performance, nonché del Bilancio di previsione della per l anno finanziario 2019, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre Aree strategiche per il 2019 La presente direttiva definisce le priorità strategiche assegnate all attività dipartimentale, declinate distinguendo l ambito delle tematiche prioritarie concernenti specifiche funzioni in materia di affari regionali ed autonomie delegate al Ministro, e l ambito afferente le tematiche indicate dalle Linee Guida del Presidente del Consiglio dei Ministri e le relative Aree strategiche (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 gennaio 2019): a) tematiche prioritarie oggetto dell azione di governo, nonché di indirizzo ed iniziativa normativa del Ministro per gli affari regionali e le autonomie: Area Strategica Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane b) tematiche in cui concentrare le azioni di programmazione dell azione amministrativa dei Dipartimenti e degli Uffici della (Linee Guida 2019): Area strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione Area strategica Azioni di coordinamento volte a realizzare una maggiore e migliore inclusione e protezione sociale. Area strategica Azioni per il coordinamento delle politiche di sviluppo economico, di promozione dell occupazione, della coesione sociale e interventi per la tutela del territorio, la sicurezza e la ricostruzione. 8

9 4. Obiettivi strategici e risultati attesi La programmazione strategica per l anno 2019 è, pertanto, focalizzata su alcuni aspetti prioritari delle funzioni delegate al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie e della mission istituzionale. Infatti, i primi due obiettivi strategici riguardano le attività di supporto per l attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di autonomia differenziata delle Regioni nonché le attività di impulso, coordinamento e supporto ai tavoli tematici degli Stati generali della montagna. Tali obiettivi sono riconducibili alla citata Area strategica specifica in materia di politiche di settore relativa agli affari regionali ed autonomie. Gli ulteriori tre obiettivi afferiscono alle Aree Strategiche indicate dal Presidente del consiglio dei Ministri ed intendono rispondere all esigenza di proporre una revisione della normativa di riferimento di tre settori concernenti talune funzioni delegate al Ministro per gli affari regionali e le autonomie ed attività istituzionali del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie. Per due di tali obiettivi, si tratta di interventi di modernizzazione e semplificazione volti alla revisione della normativa in materia di attività internazionale delle Regioni e di quella concernente le attribuzioni ed il funzionamento della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e della Conferenza Unificata. Consiste, invece, in un intervento di modernizzazione e semplificazione, che coniuga anche azioni di coordinamento per una maggiore inclusione e protezione sociale, l obiettivo strategico volto alla revisione della normativa disciplinante la tutela delle minoranze linguistiche storiche. Tale esigenza trova il suo fondamento nella constatazione che il periodo di tempo ormai intercorso dall emanazione delle norme disciplinanti tali materie ha evidenziato la necessità del loro adeguamento al mutato contesto economico e sociale del Paese e di migliorarne alcuni aspetti rivelatisi critici per problematiche applicative o procedurali. La programmazione operativa degli obiettivi strategici individuati, assegnati alla responsabilità dei singoli uffici, reca lo sviluppo delle attività per il conseguimento dei risultati attesi. Essa è declinata nelle schede allegate alla direttiva che ne costituiscono parte integrante. 9

10 4.1 Obiettivo strategico n. 1 Area Strategica Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane Obiettivo : Supporto per l attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni. Risultati attesi 1. Quadro generale di riferimento delle iniziative in corso, in attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di autonomia differenziata. 2. Report sull attività svolta in attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione. Programmazione operativa La programmazione operativa per l attuazione dell obiettivo, articolata in due fasi, prevede, nella prima, la realizzazione, nei primi mesi dell anno, dell analisi di contesto dell attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di autonomia differenziata e la predisposizione del quadro generale di riferimento delle iniziative in corso. Viene poi previsto, con durata annuale, lo svolgimento di attività di supporto per la definizione e predisposizione di proposte normative, con il coinvolgimento delle amministrazioni centrali e regionali interessate, relative ad accordi preliminari e/o intese concernenti le materie di cui è prevista l attribuzione dallo Stato alle Regioni ai sensi dell art. 116, terzo comma, della Costituzione.. Contesto e motivazione L autonomia differenziata è una forma ulteriore di autonomia che può essere attribuita alle Regioni con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata. 10

11 Nel corso del 2018, in coerenza con l impulso e l indirizzo formulati dal Ministro per gli affari Regionali e le autonomie, è stata ridefinita e aggiornata la metodologia e la procedura per l attuazione dell articolo 116, terzo comma, della Costituzione, con l analisi degli accordi preliminari in merito alle Intese sottoscritte tra il Governo della Repubblica italiana e le Regioni in materia di autonomia differenziata. Si tratta degli accordi tra il Governo ed i Presidenti delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, su cui, a seguito di richiesta delle regioni, si è proceduto alla ripresa e sviluppo del negoziato. Si sono aggiunte poi al dibattito sull assegnazione di ulteriori forme di autonomia anche le Regioni Piemonte, Toscana, Liguria, Marche e Umbria, che hanno presentato proposte relativamente alle materie che intenderebbero gestire autonomamente. Altre istanze in tal senso potrebbero essere presentate anche da altre Regioni interessate all attribuzione di una più ampia autonomia in specifiche materie. Considerata la molteplicità e varietà delle proposte presentate dalle Regioni, si ritiene prioritario supportare, nel corso del 2019, l attività di definizione di proposte normative volte a regolare i molteplici aspetti di carattere procedurale e finanziario che l attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione comporta e di coadiuvare l interlocuzione istituzionale con le amministrazioni centrali e territoriali interessate all adozione delle intese, in tal senso, tra lo Stato e le Regioni. 4.2 Obiettivo strategico n. 2 Aree Strategica Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane Obiettivo : Impulso, coordinamento e supporto ai lavori dei tavoli tematici e del Tavolo di coordinamento generale degli Stati generali della montagna, volti a valorizzare le potenzialità dell ambiente montano italiano ed individuare specifiche linee di azione ed eventuali proposte di carattere normativo idonee a fronteggiarne le più immediate problematiche. 11

12 Risultati attesi: E prevista l elaborazione di due report semestrali sulle attività di impulso, coordinamento e supporto ai lavori svolti nel corso del 2019 dai tavoli tematici degli Stati generali della montagna, propedeutici all attività del Tavolo di coordinamento generale (Tavolo dei Coordinatori dei Tavoli). Il report conclusivo recherà inoltre un focus sulle linee di azione individuate e su eventuali proposte di carattere normativo. Programmazione operativa La programmazione operativa per l attuazione dell obiettivo, articolata in due fasi, prevede lo svolgimento di attività di impulso, coordinamento e supporto ai tavoli tematici degli Stati generali della montagna, propedeutici all attività del Tavolo di coordinamento generale (Tavolo dei Coordinatori dei Tavoli), con un focus, nella seconda fase sulle linee di azione individuate e sulle eventuali proposte di carattere normativo. Contesto e motivazione Il 16 ottobre 2018 presso la sede del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie sono stati avviati i lavori degli Stati Generali della Montagna, inseriti nell ambito del Progetto ITALIAE, cofinanziato con il PON Governance e Capacità istituzionale Sono stati coinvolti più di cento stakeholders, rappresentanti delle Istituzioni, organismi dell associazionismo civile e di categoria, rappresentanti degli enti locali e delle professioni, dello sport, del turismo, delle università e della ricerca. Minimo comune denominatore: la montagna, con le relative necessità di valorizzarne le potenzialità e di stabilire le migliori linee di azione per affrontarne le più immediate problematiche (tra le quali il continuo processo di spopolamento, la carenza di infrastrutture, le criticità della governance e la frammentazione dei servizi). Sono stati insediati 12 tavoli tematici permanenti quale momento di confronto tra gli attori della montagna al fine di elaborare concrete proposte di intervento. Nel corso del 2019, superata la fase di lancio degli Stati Generali della Montagna, è prevista un articolata azione di sistema in cui il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie 12

13 accompagnerà i lavori dei tavoli con sessioni di lavoro periodiche, occasioni per i vari tavoli di presentare sintesi dei lavori e proposte per eventuali azioni in materia. 4.3 Obiettivo strategico n. 3 Aree Strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione. Obiettivo : Revisione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131, concernente l'attività internazionale delle regioni, in un ottica di semplificazione e trasparenza. Risultati attesi 1. Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n Proposta di revisione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n Programmazione operativa La programmazione operativa per l attuazione dell obiettivo, articolata in due fasi, prevede, nella prima, l individuazione e l analisi delle criticità emerse nell applicazione dell art. 6 della legge 131/2003, concernente l attività internazionale delle Regioni, anche mediante il coinvolgimento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dei soggetti interessati (Regioni, ANCI, UPI), e la predisposizione, quale risultato intermedio, di un quadro analitico delle criticità individuate. Nella seconda fase è prevista l elaborazione di una proposta di revisione della predetta normativa. Contesto e motivazione Le Regioni e gli Enti locali possono svolgere iniziative all estero (sottoscrizione di Protocolli di Intesa, Gemellaggi, Lettere di Intenti, Patti di amicizia e analoghi atti pattizi con gli enti territoriali interni ad altro Stato, nonché missioni volte alla partecipazione ad eventi, manifestazioni promozionali, seminari, convegni, visite istituzionali, ecc.), secondo le disposizioni previste dall articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131 (cd. Legge La Loggia ). Considerate talune problematiche, anche di carattere procedurale, riscontrate nell attuazione della predetta legge da parte degli enti territoriali, si è ritenuto opportuno prevedere una revisione della normativa disciplinante la materia (L.131/2003), che valorizzi le prassi nel tempo consolidatesi per 13

14 effetto della collaborazione con le altre Amministrazioni interessate e, segnatamente, con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In sintesi, l obiettivo è volto ad effettuare la revisione della normativa che disciplina le iniziative all estero degli enti territoriali attraverso la tipizzazione dell attività internazionale e dei suoi contenuti, la puntualizzazione delle procedure e degli effetti del loro mancato rispetto e la previsione di specifici obblighi informativi. 4.4 Obiettivo strategico n. 4 Area Strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione. Obiettivo : Revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, concernenti attribuzioni della Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata. Risultati attesi 1) Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n ) Proposta di revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n Programmazione operativa La programmazione operativa per l attuazione dell obiettivo, articolata in due fasi, prevede, nella prima, l individuazione e l analisi delle criticità emerse nell applicazione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131 nonché la predisposizione, quale risultato intermedio, di un quadro analitico delle criticità individuate e, nella seconda fase, l elaborazione di una proposta di revisione della predetta normativa. 14

15 Contesto e motivazione Il decreto legislativo che individua le attribuzioni della Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata (decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281) necessita, a distanza di oltre vent anni dalla sua emanazione, di alcune modifiche coerenti con il nuovo ruolo assunto dalle Regioni dopo la riforma del Titolo V della Costituzione e con il consolidarsi dei principi contenuti nelle sentenze della Corte Costituzionale. Tali pronunce, infatti, consentono una nuova interpretazione dell ordinamento dopo la riforma, definendo con maggiore chiarezza il quadro dei rapporti tra lo Stato e le Regioni e il ruolo delle Conferenze. Al fine di evitare i sempre più numerosi ricorsi presso la Corte Costituzionale, l allungamento dei tempi di attuazione delle norme, l incertezza dell applicabilità delle disposizioni emanate che ne consegue, si è ritenuto opportuno valutare una semplificazione e razionalizzazione del processo deliberativo delle Conferenze. L obiettivo, quindi, partendo dalla necessità di individuare e analizzare le criticità emerse nell applicazione della normativa di riferimento delle Conferenze, è volto alla definizione di una proposta di revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e dell articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n Obiettivo strategico n. 5 Aree strategiche: - Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione - Azioni di coordinamento volte a realizzare una maggiore e migliore inclusione e protezione sociale. Obiettivo : Revisione della normativa statale in materia di tutela delle minoranze linguistiche di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482 e al d.p.r. 2 maggio 2001, n. 345, al fine di adeguare gli attuali strumenti di tutela delle minoranze linguistiche alle mutate esigenze sociali. 15

16 Risultati attesi 1) Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n ) Proposta di revisione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n Programmazione operativa La programmazione operativa per l attuazione dell obiettivo, articolata in due fasi, prevede, nella prima, l individuazione e l analisi, con il coinvolgimento del Comitato tecnico consultivo di cui all articolo 12, d.p.r. 345/2001, delle criticità emerse nell applicazione della normativa statale in materia di tutela delle minoranze linguistiche e la predisposizione, quale risultato intermedio, di un quadro analitico delle criticità individuate. Nella seconda fase è prevista l elaborazione di una proposta di revisione della predetta normativa. Contesto e motivazione La tutela delle minoranze linguistiche storiche è regolata dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482, adottata ai sensi dell art. 6 della Costituzione e dal relativo Regolamento di attuazione adottato con DPR del 2 maggio 2001, n Tale impianto normativo, decorsi vent anni dall emanazione della legge n. 482/1999, necessita, in ragione delle mutate esigenze sociali, di adeguamenti che rendano più funzionale ed efficace la tutela e la salvaguardia del patrimonio linguistico italiano. L obiettivo si prefigge pertanto, conformemente al punto 2 delle linee guida adottate con DPCM 18 gennaio 2019, di realizzare azioni di coordinamento volte a realizzare una maggiore e migliore inclusione e protezione sociale delle dodici minoranze linguistiche storiche attualmente tutelate. 5. Il monitoraggio della direttiva Nel corso dell anno 2019 verrà effettuato il monitoraggio delle attività connesse al raggiungimento degli obiettivi individuati nell ambito della presente direttiva. 16

17 Il coordinamento delle attività di monitoraggio sarà effettuato secondo la metodologia definita dall Ufficio per il controllo interno, avvalendosi della procedura informatica resa disponibile dal predetto Ufficio. Ai fini della rendicontazione e del monitoraggio finale, il dirigente posto a capo della struttura destinataria della presente direttiva avrà cura di trasmettere all Ufficio controllo interno, trasparenza e integrità - -Servizio per il controllo strategico - i format integrati di monitoraggio e la documentazione attestante lo stato di attuazione degli obiettivi strategici relativi alla programmazione 2019, entro il 31 gennaio La valutazione del personale con qualifica dirigenziale Gli obiettivi individuati nel presente documento di programmazione e le connesse performance rilevate al termine del periodo di riferimento saranno a tutti gli effetti recepiti, anche per l anno 2019, all interno del sistema di valutazione della dirigenza in uso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, così come definito dalla vigente normativa e dall Ufficio per il controllo interno. Roma, IL MINISTRO Sen. Avv. Erika Stefani 17

18 AREE STRATEGICHE Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane. Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione. Azioni di coordinamento volte a realizzare una maggiore e migliore inclusione e protezione sociale. Obiettivo Supporto per l attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni Obiettivo Impulso, coordinamento e supporto ai lavori dei tavoli tematici e del Tavolo di coordinamento generale degli Stati generali della montagna, volti a valorizzare le potenzialità dell ambiente montano italiano ed individuare specifiche linee di azione ed eventuali proposte di carattere normativo idonee a fronteggiarne le più immediate problematiche Obiettivo Revisione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131, concernente l'attività internazionale delle regioni, in un ottica di semplificazione e trasparenza. Obiettivo Revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, concernenti attribuzioni della Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata. Obiettivo Revisione della normativa statale in materia di tutela delle minoranze linguistiche di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482 e al d.p.r. 2 maggio 2001, n. 345 al fine di adeguare gli attuali strumenti di tutela delle minoranze linguistiche alle mutate esigenze sociali.

19 Allegato A OBIETTIVO STRATEGICO n. 1 DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE Area strategica Descrizione dell obiettivo Risultati attesi (output/outcome) Area strategica Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane Supporto per l attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni 1. Quadro generale di riferimento delle iniziative in corso, in attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di autonomia differenziata. 2. Report sull attività svolta in attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione. Indicatori di performance Rispetto delle scadenze previste per la realizzazione degli output (output/outcome) Indicatori finanziari (se pertinenti)---- Target 100% Missione Programma Macro-aggregato Capitolo/i e/o utilizzo fondi strutturali Responsabile della struttura e dell obiettivo Dirigenti referenti per il conseguimento dell obiettivo Cons. Eugenio Gallozzi Dott. Ivo Rossi Data di inizio 01/01/2019 Data di completamento 31/12/2019 Priorità Alta

20 Allegato A Programmazione operativa Periodo Attività Output Peso % Analisi di contesto e Trasmissione, con modalità predisposizione del quadro tracciabile, all Autorità politica generale di riferimento delle del quadro generale di Da 01/01/2019 iniziative in corso, in attuazione riferimento. 30 A 31/05/2019 dell art. 116, terzo comma, della Costituzione in materia di autonomia differenziata. Da 01/01/2019 A 31/12/2019 Attività di supporto per la definizione e predisposizione di proposte normative, con il coinvolgimento delle amministrazioni centrali e regionali interessate, relative ad accordi preliminari e/o intese concernenti le materie di cui è prevista l attribuzione dallo Stato alle Regioni ai sensi dell art. 116,terzo comma, della Costituzione. Trasmissione, con modalità tracciabile, all Autorità politica del Report sull attività svolta. 70 Stima delle risorse umane impegnate nella realizzazione dell obiettivo: Numero gg/uomo Dirigenti I Fascia 1 10 Dirigenti II Fascia 1 40 Pers. Qualifiche - Cat. A 2 50 Pers. Qualifiche - Cat. B - - Per eventuali esperti esterni specificare numero, costo, fonte di finanziamento (capitolo di bilancio /fondi strutturali):.. Variabili critiche che potrebbero influire sul risultato: Stima delle risorse finanziarie necessarie: Ammontare risorse Capitolo Fondi strutturali

21 Allegato A OBIETTIVO STRATEGICO n. 2 DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE Area strategica Area strategica Azioni per l impulso, l indirizzo e il coordinamento delle attività in materia di autonomia differenziata delle Regioni e per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane Descrizione dell obiettivo Impulso, coordinamento e supporto ai lavori dei tavoli tematici e del Tavolo di coordinamento generale degli Stati generali della montagna, volti a valorizzare le potenzialità dell ambiente montano italiano ed individuare specifiche linee di azione ed eventuali proposte di carattere normativo idonee a fronteggiarne le più immediate problematiche. Risultati attesi (output/outcome) Indicatori di performance (output/outcome) Indicatori finanziari (se pertinenti)---- Target 100% 1. Report sulle attività di impulso, coordinamento e supporto ai lavori svolti dai tavoli tematici degli Stati generali della montagna. 2. Report sulle attività di impulso, coordinamento e supporto ai lavori svolti dai tavoli tematici degli Stati generali della montagna, sulle linee di azione individuate e su eventuali proposte di carattere normativo. Rispetto delle scadenze previste per la realizzazione degli output. Missione Programma Macro-aggregato Capitolo/i e/o utilizzo fondi strutturali Responsabile della struttura e dell obiettivo Dirigenti referenti per il conseguimento dell obiettivo Cons. Eugenio Gallozzi Dott. Francesco Tufarelli, Ing. Franco Guiducci Data di inizio 01/01/2019 Data di completamento 31/12/2019 Priorità Alta

22 Allegato A Programmazione operativa Periodo Attività Output Peso % Attività di impulso, coordinamento e Trasmissione, con modalità supporto ai lavori svolti dai tavoli tracciabile, all Autorità politica di un tematici degli Stati generali della Report sulle attività svolte montagna, propedeutici all attività Da 01/01/2019 del Tavolo di coordinamento 50 A 30/06/2019 generale (Tavolo dei Coordinatori dei Tavoli). Da 01/07/2019 A 31/12/2019 Attività di impulso, coordinamento e supporto ai lavori svolti dai tavoli tematici degli Stati generali della montagna, propedeutici all attività del Tavolo di coordinamento generale (Tavolo dei Coordinatori dei Tavoli), ai fini dell individuazione di idonee linee di azione ed eventuali proposte di carattere normativo. Trasmissione, con modalità tracciabile, all Autorità politica di un Report sulle attività svolte, sulle linee di azione individuate e su eventuali proposte di carattere normativo 50 Stima delle risorse umane impegnate nella realizzazione dell obiettivo: Numero gg/uomo Dirigenti I Fascia 2 30 Dirigenti II Fascia 1 40 Pers. Qualifiche - Cat. A Pers. Qualifiche - Cat. B - - Per eventuali esperti esterni specificare numero, costo, fonte di finanziamento (capitolo di bilancio /fondi strutturali):.. Variabili critiche che potrebbero influire sul risultato: Stima delle risorse finanziarie necessarie: Ammontare risorse Capitolo Fondi strutturali

23 Allegato A OBIETTIVO STRATEGICO n. 3 DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE Area strategica Descrizione dell obiettivo Risultati (output/outcome) attesi Area strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione Revisione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131, concernente l'attività internazionale delle regioni, in un ottica di semplificazione e trasparenza. 1. Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n Proposta di revisione dell articolo 6 della Legge 5 giugno 2003, n Indicatori di performance Rispetto delle scadenze previste per la realizzazione degli output (output/outcome) Indicatori finanziari (se pertinenti)---- Target 100% Missione Programma Macro-aggregato Capitolo/i e/o utilizzo fondi strutturali Responsabile della struttura e dell obiettivo Dirigenti referenti per il conseguimento dell obiettivo Cons. Eugenio Gallozzi Dott. Francesco Tufarelli, dott. Michele Grillo Data di inizio 01/01/2019 Data di completamento 31/12/2019 Priorità Alta

24 Allegato A Programmazione operativa Periodo Attività Output Peso % Individuazione ed analisi, con il Trasmissione, con modalità coinvolgimento del Ministero degli tracciabile, all Autorità politica del Affari esteri e dei soggetti interessati quadro analitico delle criticità emerse Da 01/01/2019 (Regioni, ANCI, UPI), delle criticità nell applicazione dell art. 6 della 40 A 30/09/2019 emerse nell applicazione dell art. 6 legge 131/2003. della legge 131/2003, concernente l attività internazionale delle regioni. Da 01/10/2019 A 31/12/2019 Elaborazione della proposta di revisione dell art. 6 della legge 131/2003. Trasmissione, con modalità tracciabile, all Autorità politica della proposta di revisione dell art. 6 della legge 131/ Stima delle risorse umane impegnate nella realizzazione dell obiettivo: Numero gg/uomo Dirigenti I Fascia 2 12 Dirigenti II Fascia 1 30 Pers. Qualifiche - Cat. A 1 20 Pers. Qualifiche - Cat. B 3 14 Per eventuali esperti esterni specificare numero, costo, fonte di finanziamento (capitolo di bilancio /fondi strutturali):.. Variabili critiche che potrebbero influire sul risultato: Stima delle risorse finanziarie necessarie: Ammontare risorse Capitolo Fondi strutturali

25 Allegato A OBIETTIVO STRATEGICO n. 4 DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE Area strategica Descrizione dell obiettivo Risultati attesi (output/outcome) Indicatori di performance (output/outcome) Indicatori finanziari (se pertinenti) Area strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione, di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione Revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, concernenti attribuzioni della Conferenza Stato- Regioni e Conferenza Unificata 1) Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n ) Proposta di revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131 Rispetto delle scadenze previste per la realizzazione degli output Target 100% Missione Programma Macro-aggregato Capitolo/i e/o utilizzo fondi strutturali Responsabile della struttura e dell obiettivo Dirigenti referenti per il conseguimento dell obiettivo Cons. Eugenio Gallozzi Cons. Adriana Piccolo, dott. Serafino Di Camillo, dott.ssa Antonella Catini, dott. Massimiliano Cosenza, dott.ssa Marcella Grana, dott.ssa Donatella Di Cola Data di inizio 01/01/2019 Data di completamento 31/12/2019 Priorità Alta

26 Allegato A Programmazione operativa Periodo Attività Output Peso % Da 1/1/2019 A 30/6/2019 Individuazione e analisi delle criticità emerse nell applicazione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131 Trasmissione, con modalità tracciabile, all Autorità politica del quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione del decreto legislativo 281/1997 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n % Da 1/7/2019 A 31/12/2019 Elaborazione della proposta di revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e all articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131 Trasmissione, con modalità tracciabile, all Autorità politica della proposta di revisione del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n % Stima delle risorse umane impegnate nella realizzazione dell obiettivo: Numero gg/uomo Dirigenti I Fascia 2 25 Dirigenti II Fascia 5 20 Pers. Qualifiche - Cat. A Pers. Qualifiche - Cat. B 6 18 Per eventuali esperti esterni specificare numero, costo, fonte di finanziamento (capitolo di bilancio /fondi strutturali):.. Variabili critiche che potrebbero influire sul risultato: Stima delle risorse finanziarie necessarie: Ammontare risorse Capitolo Fondi strutturali

27 Allegato A OBIETTIVO STRATEGICO n. 5 DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE Area strategica Descrizione dell obiettivo Risultati attesi (output/outcome) Area strategica Interventi di modernizzazione dell Amministrazione, di semplificazione e di promozione della trasparenza e della prevenzione della corruzione Area strategica Azioni di coordinamento volte a realizzare una maggiore e migliore inclusione e protezione sociale Revisione della normativa statale in materia di tutela delle minoranze linguistiche di cui alla legge n.15 dicembre 1999, n. 482 e al d.p.r. 2 maggio 2001, n. 345 al fine di adeguare gli attuali strumenti di tutela delle minoranze linguistiche alle mutate esigenze sociali. 1) Quadro analitico delle criticità emerse nell applicazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n ) Proposta di revisione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n. 345 Indicatori di performance (output/outcome) Indicatori finanziari (se pertinenti) Target 100% Missione Programma Macro-aggregato Capitolo/i e/o utilizzo fondi strutturali Responsabile della struttura e dell obiettivo Dirigenti referenti per il conseguimento dell obiettivo Rispetto delle scadenze previste per la realizzazione degli output Cons. Eugenio Gallozzi Cons. Saverio Lo Russo Dott. Carmine Spinelli Data di inizio 01/01/2019 Data di completamento 31/12/2019 Priorità Alta

28 Allegato A Programmazione operativa Periodo Attività Output Peso % Individuazione ed analisi, con il coinvolgimento del Comitato tecnico Trasmissione all Autorità politica, con modalità tracciabile, del quadro consultivo (di cui all art. 12, d.p.r. analitico delle criticità emerse Da 0101/ /2001), delle criticità emerse nell applicazione della legge 15 A 30/09/2019 nell applicazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n maggio 2001, n Da 01/10/2019 A 31/12/2019 Elaborazione della proposta di revisione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n Trasmissione all Autorità politica, con modalità tracciabile, della proposta di revisione della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e del d.p.r. 2 maggio 2001, n Stima delle risorse umane impegnate nella realizzazione dell obiettivo: Numero gg/uomo Dirigenti I Fascia 2 35 Dirigenti II Fascia 1 30 Pers. Qualifiche - Cat. A 3 40 Pers. Qualifiche - Cat. B 1 35 Per eventuali esperti esterni specificare numero, costo, fonte di finanziamento (capitolo di bilancio /fondi strutturali):.. Variabili critiche che potrebbero influire sul risultato: Stima delle risorse finanziarie necessarie: Ammontare risorse Capitolo Fondi strutturali

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