Attività economiche e grado di pressione ambientale in provincia di Frosinone

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1 ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE per la promozione della cultura economica Attività economiche e grado di pressione ambientale in provincia di Frosinone Gennaio 2008

2 Gruppo di lavoro Istituto G. Tagliacarne Giuseppe Capuano, Responsabile Area Studi e Ricerche Istituto G. Tagliacarne Paolo Cortese, Responsabile Osservatori Economici Istituto G. Tagliacarne Fabrizio Ciocci, Ricercatore Mirko Menghini, Collaboratore 2

3 Indice PREMESSA...4 ABSTRACT: LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE COME POSSIBILE FATTORE DI SVILUPPO.5 1 LA PRESSIONE ANTROPICA SULL AMBIENTE L UTILIZZO DELLE RISORSE NATURALI IL MONITORAGGIO DELL ARIA E DELLE ACQUE LA PRODUZIONE E LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI LA PRESSIONE INFRASTRUTTURALE...27 APPENDICE STATISTICA

4 Premessa L Obiettivo dell analisi proposta dall Istituto Tagliacarne all interno del presente documento è quello di evidenziare le peculiarità della provincia di Frosinone riguardo alla sostenibilità ambientale, con particolare riguardo alla relazione tra pressione antropica (demografica ed economica) e stress ambientale. Nello specifico, si evidenzia come ad influenzare negativamente la qualità dell ambiente non siano tanto le conurbazioni residenziali, quanto l insediamento di grandi poli industriali (di cui è ricco il territorio) che, se da un lato rappresentano il motore dello sviluppo, dall altro generano interrogativi sulla competitività territoriale futura. Per dare un quadro sintetico della situazione, sono state utilizzate le principali fonti statistiche (Istat, Apat, Legambiente, Aiscat, etc.), riferite sia all intero territorio provinciale che al solo capoluogo, in quanto è proprio all interno dei maggiori insediamenti urbani che si intensifica il rapporto tra attività umana ed ambiente. Ovviamente, l intera analisi è stata elaborata facendo riferimento ai principali indicatori che descrivono le pressioni ambientali esercitate dall attività antropica. Tali indicatori sono stati divisi in specifici contesti che qui di seguito riassumiamo: 1. La pressione antropica sull ambiente, ovvero lo stress ambientale generato dall attività residenziale e produttiva; 2. L utilizzo delle risorse naturali, ovvero il consumo delle principali risorse ambientali necessarie all uomo per le sue attività (Acqua, elettricità, gas e carburante); 3. Il monitoraggio dell aria e dell acqua, ovvero la rilevazione della qualità ambientale; 4. La produzione e lo smaltimento di rifiuti, con particolare attenzione alla capacità di assorbimento attraverso la raccolta differenziata; 5. La pressione infrastrutturale, riferita principalmente alle conseguenze dal punto di vista della sostenibilità della gestione dei flussi viari. Fermo restando quanto appena detto, è opportuno sottolineare che questo documento non ha l intento di posizionare la provincia di Frosinone nella graduatoria delle province più o meno inquinate, quanto quello di evidenziare la tipologia di stress ambientale che il territorio supporta, evidenziando le opportunità che da tale situazione possono essere utilizzate per un modello di sviluppo economico più sostenibile e capace allo stesso tempo di affrontare la sempre più serrata competizione globale in atto tra territori. 4

5 Abstract: La sostenibilità ambientale come possibile fattore di sviluppo Negli anni passati, parlando di sostenibilità, si faceva riferimento ad uno schema concettuale che contrapponeva sviluppo economico e rispetto dell ecosistema. Questo trade-off alimentava così due schieramenti fortemente conflittuali: da un lato, coloro che consideravano il livello di sviluppo raggiunto non ancora soddisfacente e, dall altro, coloro che, invece, consideravano prioritaria la risoluzione dei crescenti problemi ambientali. L elemento di rottura di tale contrasto è rappresentato dal crescente interesse che in questi ultimi anni ha interessato sia i mercati, per quanto riguarda la domanda di tecnologie per la riduzione dei consumi energetici (spinta dall aumento dei prezzi di gas e petrolio) sia i territori, che cercano di acquisire un vantaggio competitivo, non solo per eccellere nel mercato turistico, ma anche per attirare risorse umane di primo livello, sempre più attente alla componente della qualità della vita. Il dibattito che si instaura, dunque, è fondato sulla possibilità che la stessa sostenibilità ambientale possa rappresentare un opportunità economica. Ciò è vero a maggior ragione se si considera come lo sviluppo economico e sociale di intere regioni dipende in larga misura dalla qualità della vita e, dunque, dalla qualità ambientale. Come desumibile dai dati analizzati, poi, il caso di Frosinone evidenzia elementi particolarmente caratterizzanti. Infatti, le problematiche sulla qualità ambientale, non sono tanto sospinte dalla pressione residenziale e dai consumi in essa insiti, quanto dalla pressione esercitata dall attività industriale, che produce non pochi problemi di inquinamento sul territorio provinciale. Non a caso, mentre i dati sulla presenza di biossido d azoto e polveri sottili (sostanze prevalentemente prodotte dall attività industriale) evidenziano l incidenza dell attività industriale sulla sostenibilità ambientale, i dati sui consumi domestici e sulla produzione di rifiuti urbani scagionano, almeno in parte, l attività residenziale. Questo non vuol certo dire che non si può fare nulla per migliorare questo aspetto, specialmente in considerazione del basso impegno che si è profuso negli ultimi anni sia sulla raccolta differenziata di rifiuti che sull utilizzo della residenza di fonti energetiche alternative, specie se rinnovabili. Il fine di questa analisi è, dunque, quello di comprendere come possa essere inserito il concetto di sviluppo sostenibile all interno dell attuale contesto produttivo e del futuro modello di sviluppo socio-economico. Lo sforzo conclusivo su cui ci si deve soffermare nella nostra analisi è, dunque, quello di capire se la provincia di Frosinone ha ancora la necessità di continuare lungo l attuale sentiero di sviluppo (che pur negli anni recenti ha avuto un impatto benefico sulla ricchezza), o se il sistema è pronto per accogliere le sfide che la green economy sta lanciando. 5

6 1 La pressione antropica sull ambiente L evoluzione degli stili di vita e dei consumi che negli ultimi decenni ha interessato vaste aree del globo (principalmente America del Nord, Asia Orientale ed Europa) ha accresciuto l utilizzo delle risorse naturali, con evidenti ripercussioni sul delicato equilibrio della biosfera. Tale cambiamento ha sensibilizzato l opinione pubblica al punto da influenzare l implementazione dei metodi di produzione e gestione della ricchezza, nel senso di una maggiore centralità assunta dalla sostenibilità dello sviluppo economico. Con il termine sviluppo sostenibile facciamo principalmente riferimento alla capacità di garantire i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri 1. La teoria economica che recepisce tale orientamento considera lo sviluppo come una funzione non più basata su due soli parametri. Infatti, accanto ai fattori tradizionali su cui si fonda la funzione di produzione di ricchezza, ovvero il lavoro ed il capitale prodotto dall uomo, si riconosce l esistenza di un ulteriore fattore produttivo; si tratta del capitale naturale, ovvero l insieme delle risorse naturali necessarie all uomo per svolgere le proprie attività (territorio, mari, flora, fauna, aria, fiumi, prodotti agricoli, della pesca e della caccia, e, indirettamente, anche il patrimonio artistico e culturale). Da quanto appena detto, emerge la necessità a livello internazionale, ma anche locale, di implementare politiche volte al mantenimento (o addirittura all accrescimento) dello stock di risorse naturali ed ambientali attraverso l utilizzo di due vincoli di produzione: 1. La velocità del prelievo delle risorse deve essere pari alla velocità di rigenerazione delle stesse; 2. La velocità di produzione dei rifiuti deve essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono immessi. Ovviamente, a supporto di tali politiche, è necessario coordinare gli sforzi anche dal punto di vista del monitoraggio e della valutazione della bontà degli interventi legati alla sostenibilità dello sviluppo. L analisi qui di seguito esposta è proprio volta ad evidenziare il posizionamento di Frosinone dal punto di vista della sostenibilità, facendo sopratutto riferimento ai principali indicatori ambientali, non sempre relativi al livello provinciale, ma anche riguardanti il solo comune capoluogo, visto e considerato che è proprio nei maggiori addensamenti urbani che si registrano i più alti livelli di pressione ambientale. Ciò è vero in quanto la popolazione e la densità abitativa, la presenza di attività industriali e di nodi infrastrutturali sono i fattori che più influenzano la qualità e la sostenibilità ambientale. Quanto appena delineato, facilmente relazionabile ai grandi insediamenti urbani, è tuttavia applicabile anche a province di media entità come quella di Frosinone, che, nonostante non sia caratterizzata da dati preoccupanti sulla pressione residenziale, presenta alcuni elementi di riflessione sull attuale modello di sviluppo industriale. 1 Così come definito nel 1987 nel rapporto Our common future della Commissione Bruntland delle Nazioni Unite. 6

7 Grad. 1 Classifica dei capoluoghi delle province italiane per densità abitativa (abitanti /kmq); 2005 Pos Ab./Kmq Variazione Variazione Pos Ab./Kmq 2005/ / Napoli 8.439,6-1,4 53 Verbania 818,5 1,7 2 Milano 7.162,6 1,8 54 Reggio Calabria 778,3 2,1 3 Torino 6.925,0 1,6 55 Mantova 748,6-0,4 4 Palermo 4.236,2-2,0 56 Massa 736,7 2,9 5 Pescara 3.651,8 5,6 57 Vibo Valentia 730,2-2,8 6 Firenze 3.588,3 0,0 58 Pesaro 726,6 2,5 7 Bergamo 2.938,2 0,7 59 Trento 700,3 5,8 8 Bari 2.820,0 0,8 60 Reggio Emilia 674,9 9,7 9 Bologna 2.658,2-0,6 61 Parma 671,6 5,5 10 Genova 2.515,2-2,1 62 Venezia 653,2-1,9 11 Trieste 2.444,8-3,4 63 Siracusa 603,4-1,5 12 Salerno 2.295,1-3,3 64 Vercelli 561,4-4,0 13 Padova 2.271,4 1,2 65 Terni 515,7 2,6 14 Como 2.223,1 2,5 66 Forlì 490,8 4,0 15 Brescia 2.113,1 1,2 67 Benevento 485,2 0,8 16 Roma 1.967,4-2,8 68 Asti 484,7 2,0 17 Cosenza 1.891,3-5,0 69 Pisa 475,5-2,8 18 Cagliari 1.881,1-3,2 70 Rovigo 469,6 0,9 19 Avellino 1.873,9 4,3 71 Macerata 458,6 2,9 20 Bolzano/Bozen 1.871,7 1,9 72 Cuneo 457,7 2,7 21 Prato 1.867,5 5,8 73 Siena 457,6 1,4 22 La Spezia 1.827,3 0,3 74 Alessandria 446,5 3,7 23 Udine 1.703,8 1,7 75 Lucca 444,7-1,6 24 Catania 1.686,0-6,5 76 Latina 404,8 1,4 25 Aosta 1.610,9 0,1 77 Potenza 394,9-0,9 26 Livorno 1.518,8-0,3 78 Oristano 388,3 2,3 27 Varese 1.514,8 1,1 79 Lecce 386,5 0,5 28 Treviso 1.482,1 1,4 80 Pistoia 361,6 0,5 29 Caserta 1.473,9 6,3 81 Perugia 354,8 4,5 30 Vicenza 1.413,3 5,0 82 Teramo 347,1 1,9 31 Pordenone 1.334,0 4,7 83 Crotone 336,7 1,2 32 Verona 1.254,3 2,0 84 Ferrara 326,9 0,5 33 Messina 1.169,1-3,0 85 Ascoli Piceno 322,6-0,5 34 Pavia 1.133,9-1,3 86 Isernia 313,5 2,2 35 Sondrio 1.069,0 0,1 87 Foggia 303,7 0,1 36 Frosinone 1.035,7 1,5 88 Brindisi 271,5-2,6 37 Lodi 1.031,3 4,0 89 Trapani 260,4 2,8 38 Lecco 1.016,0 2,9 90 Arezzo 245,8 3,3 39 Cremona 1.014,7 0,3 91 Belluno 242,7 2,3 40 Rimini 1.005,1 4,3 92 Agrigento 241,0 6,8 41 Novara 997,8 1,4 93 Sassari 231,5 4,8 42 Biella 989,6-0,8 94 Rieti 227,3 4,6 43 Modena 985,2 2,2 95 Ravenna 226,7 8,6 44 Chieti 955,4 2,1 96 Nuoro 190,5-1,9 45 Savona 942,1 0,7 97 Ragusa 162,4 3,7 46 Taranto 928,5-1,9 98 Grosseto 159,6 5,2 47 Campobasso 925,2 0,9 99 L'Aquila 153,6 4,1 48 Imperia 889,0 0,5 100 Matera 152,7 3,6 49 Gorizia 888,3 0,1 101 Viterbo 148,6 1,2 50 Catanzaro 851,9-1,3 102 Caltanissetta 145,3-2,2 51 Piacenza 837,8 2,1 103 Enna 79,5-1,0 52 Ancona 823,1 2,7 TOTALE CAPOLUOGHI ITALIA 928,7 0,2 Fonte: Istat, Osservatorio ambientale sulle città 7

8 Allargando la nostra analisi al confronto con gli altri capoluoghi di provincia, si evidenzia come, la densità urbana del capoluogo frusinate (1.035,7 ab. per km 2 ) sia leggermente superiore alla media dei capoluoghi italiani (oltre 928 abitanti per km 2 ). Degli altri capoluoghi laziali, poi, solo Roma presenta una densità maggiore di quella registrata a Frosinone (1.967,4 abitanti per km 2 ). Ciò sottolinea, in estrema sintesi, che la pressione demografica esercitata sul territorio di Frosinone non desta rilevanti preoccupazioni, almeno nel confronto con le altre realtà urbane. Interessante è, invece, notare come la quasi totalità delle grandi realtà metropolitane registri una riduzione della densità abitativa, realizzata anche attraverso politiche volte a diminuire la pressione antropica nel territorio comunale. E questa una tendenza che, se esercitata nel tempo, porterà ad un miglioramento di gran parte degli indicatori di sostenibilità ambientale. Se, come appena evidenziato, non esistono grandi pressioni ambientali esercitate dal fattore residenziale, lo stesso non si può dire riguardo la presenza di attività economiche, specie quelle industriali (Tab. 1). Infatti, nel confronto con gli altri capoluoghi di provincia, a Frosinone si registra la più alta densità regionale di occupati appartenenti al settore industriale che svolgono la propria attività nel capoluogo. Tale valore, pari a quasi 120 occupati per km 2, risulta essere doppio rispetto a quello registrato a Roma (59,5), quadruplo rispetto a Latina (29.5) e ancora maggiore rispetto a Rieti (12,4) e Viterbo (5,3). E ovvio che una maggiore densità industriale (specie a Frosinone, dove vi è una decisa concentrazione di imprese appartenenti a settori industriali quali chimicafarmaceutica, gomma e plastica ed indotto automobilistico) incida negativamente sulla qualità ambientale, sull attrattività territoriale e, nel lungo periodo, anche sulla sostenibilità dello sviluppo industriale stesso. Tab. 1 Numero di occupati nel settore industriale che svolgono la propria attività nel capoluogo di riferimento sul totale della superficie territoriale dei comuni capoluogo di provincia Superficie (km 2 ) Densità Occupazionale (occupati/km 2 ) Frosinone ,2 Latina ,5 Viterbo 406 5,3 Rieti ,4 Roma ,5 Fonte: elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat 8

9 2 L utilizzo delle risorse naturali Entrando con maggiore dettaglio nell ambito del presente approfondimento, risulta opportuno analizzare le modalità di consumo delle risorse naturali e, nello specifico, delle quattro risorse che maggiormente influiscono sui processi produttivi e sulla vita quotidiana (acqua, elettricità, gas e carburante). Questo perché, fermo restando l importanza dell aspetto ambientale, un efficiente utilizzo di queste risorse, in un quadro di aumento dei prezzi dovuto alla sempre maggiore scarsità delle stesse, potrebbe rilevarsi come un vantaggio competitivo territoriale capace, tra l altro, di generare incrementi di reddito disponibile. La più importante delle risorse appena richiamate, in quanto insostituibile, è senza dubbio l acqua. Ebbene, i consumi per uso domestico registrati dalla città di Frosinone (59,2 m 3 per abitante), risultano al di sotto della media nazionale (68,9 m 3 per abitante), ma comunque in linea con quelli di Latina (56,4 m 3 per abitante ) e Rieti (54,9 m 3 per abitante). Diversamente, Viterbo (87,4 m 3 per abitante) e Roma (83,0 m 3 per abitante) presentano valori ben al di sopra della media, e ai vertici nazionali (il capoluogo meno virtuoso è Salerno, dove si registrano consumi pro capite pari ad oltre 95 m 3 ). Oltre all acqua consumata dalla popolazione, però, si deve aggiungere, nel computo dell efficienza idrica, anche il dato relativo alle perdite della rete cittadina (Grad. 3). A tal proposito, Frosinone si piazza tra i primi 15 capoluoghi per efficienza della rete idrica, con una percentuale di acqua immessa e non consumata pari ad appena il 16%, ovvero decisamente meno di quanto registrato a Roma (35%), Latina (58%) e Rieti (66%). Solamente Viterbo, che comunque registra alti livelli di consumo procapite, presenta il sistema idrico più efficiente d Italia (appena il 4% di perdite). Altro elemento importante riguardo il consumo idrico è rappresentato da un indicatore di qualità, ovvero dalla percentuale di popolazione servita da depuratori che agiscano sulle acque reflue. In questo contesto, solamente Frosinone e Latina hanno una copertura totale della popolazione (100%), mentre Viterbo (98%), Roma (93%) e Rieti (87%) presentano ancora sacche di popolazione che non usufruiscono della depurazione delle acque reflue, nonostante i miglioramenti avvenuti negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale (Grad. 4). Tab. 2 - Consumi di acqua per uso domestico nei capoluoghi di provincia Anno 2005 (in migliaia di metri cubi e in percentuale) /2000 Valori assoluti m 3 per abitante Variazione percentuale Viterbo 5.280,3 87,4-10,6 Roma ,2 83,0-16,4 Frosinone 2.882,7 59,2-3,4 Latina 6.342,4 56,4-16,1 Rieti 2.575,6 54,9-22,0 ITALIA ,6 68,9-9,1 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 9

10 Grad. 2 Classifica dei comuni capoluoghi con maggior consumo di acqua per abitante (Anni ); in m 3 Consumi idrici Consumi idrici Posizione Posizione Salerno 95,7 93,2 53 Pistoia (a) 62,6 70,4 2 Pescara (a) 89,9 84,5 54 Cosenza 62,1 74,8 3 Chieti 89,1 82,8 55 Ancona 61,9 64,6 4 Novara 89,1 100,2 56 Bolzano 61,7 75,6 5 Viterbo 87,4 97,8 57 Trieste 61,5 65,5 6 Brescia 87,4 81,5 58 Perugia (a) 61,5 58,5 7 Torino 87,0 98,2 59 Potenza 61,3 80,8 8 Catania (a) 85,4 79,8 60 Vicenza 61,2 74,7 9 Pavia 84,1 89,7 61 Palermo 61,1 54,3 10 Piacenza 84,1 102,0 62 L'Aquila 60,9 67,8 11 Roma 83,0 99,3 63 Padova 60,6 66,1 12 Catanzaro (a) 80,9 79,6 64 Reggio Calabria 60,5 65,2 13 Pisa 80,9 74,3 65 Macerata 60,4 68,1 14 Udine (a) 77,7 85,0 66 Ferrara 60,0 60,2 15 Trapani (a) 77,2 80,7 67 Cagliari 59,6 99,6 16 Crotone 76,8 77,0 68 Frosinone (a) 59,2 61,3 17 Lodi (a) 75,5 89,9 69 Lucca 58,9 63,0 18 Verona 74,6 74,6 70 Imperia (a) 58,7 62,3 19 Napoli 74,2 75,1 71 Belluno 58,4 62,3 20 Massa 73,8 87,8 72 Bari 58,0 63,3 21 Trento 73,5 71,3 73 Modena (a) 58,0 62,2 22 Messina 73,1 66,6 74 Rovigo 57,7 42,7 23 Vercelli (a) 72,4 72,0 75 Terni 56,7 64,1 24 Gorizia 72,2 82,1 76 Vibo Valentia (a) 56,6 52,5 25 Aosta 71,9 82,7 77 Reggio Emilia 56,4 51,7 26 Ravenna 71,3 74,6 78 Latina (a) 56,4 67,2 27 Genova 71,1 87,0 79 Taranto 56,3 56,6 28 Lecco 70,5 89,7 80 Oristano (a) 55,9 47,3 29 Como (a) 70,4 87,7 81 Caserta 55,4 76,2 30 Cuneo 70,2 76,9 82 Campobasso 55,1 53,8 31 Venezia 69,7 67,3 83 Rieti (a) 54,9 70,4 32 Sondrio 69,7 84,4 84 Bologna 54,5 68,0 33 Parma (a) 69,5 78,0 85 Grosseto (a) 54,3 58,6 34 Rimini 68,7 68,5 86 Matera 54,2 55,5 35 Varese (a) 68,7 74,8 87 Ascoli Piceno (a) 53,3 58,8 36 Milano (a) 68,7 74,8 88 Forlì 52,2 54,0 37 Pordenone (a) 68,7 74,8 89 Brindisi 51,7 52,8 38 La Spezia 68,6 85,8 90 Isernia 51,3 54,1 39 Asti 68,4 79,8 91 Treviso (a) 51,2 71,7 40 Mantova 68,0 66,8 92 Sassari 50,9 46,8 41 Savona 67,2 75,8 93 Livorno 48,9 58,7 42 Verbania 67,0 70,7 94 Prato (a) 48,7 54,7 43 Siracusa 66,6 86,5 95 Avellino (a) 48,4 58,3 44 Enna (a) 66,5 68,1 96 Benevento 47,8 49,8 45 Ragusa (a) 66,4 81,7 97 Foggia 46,7 46,6 46 Pesaro 66,3 69,5 98 Bergamo (a) 46,2 50,3 47 Teramo (a) 65,6 70,7 99 Arezzo 44,0 48,4 48 Siena (a) 65,1 74,0 100 Nuoro (a) 42,5 49,4 49 Alessandria 64,9 75,7 101 Firenze (a) 39,6 45,1 50 Biella (a) 64,8 71,1 102 Agrigento 36,7 39,0 51 Cremona 64,8 74,5 103 Caltanissetta (a) 35,7 37,0 52 Lecce 63,3 65,2 Italia 68,9 75,8 (a) Alcuni valori relativi a tale comune sono stati stimati Fonte: Istat, Osservatorio ambientale sulle città 10

11 In sintesi, possiamo affermare che il consumo di acqua e la qualità della stessa premia Frosinone più degli altri capoluoghi laziali, nonostante esistano ancora ampi margini di miglioramento, sopratutto se si considera l intero territorio provinciale e le attività economiche che insistono su di esso. Grad. 3 Acqua immessa e non consumata sul totale dell acqua immessa per capoluogo di provincia nel 2006 (dati in %) Pos. Valore % Pos. Valore % Pos. Valore % 1 Viterbo 4 36 Cremona Catania 42 2 Mantova 5 37 Ragusa Teramo 43 3 Vercelli 6 38 Siena Verbania 45 4 Pavia 8 39 Firenze Brindisi 46 5 Cuneo Rovigo Palermo 48 6 Milano Livorno Sassari 49 7 Pordenone Torino Benevento 49 8 Lodi Padova Trieste 49 9 Venezia Genova Chieti Imperia Aosta Gorizia Macerata Biella Siracusa Piacenza Caltanisetta Grosseto Bergamo Modena Cagliari Reggio Emilia Perugia L'Aquila Frosinone Pistoia Avellino Como Trapani Agrigento Forlì Pesaro Nuoro Rimini Ferrara Bari Sondrio Varese Pescara Ravenna Foggia Rieti Terni Trento Vibo Valentia La Spezia Parma Campobasso Bolzano Udine Latina Savona Alessandria Cosenza Vicenza Massa Potenza n.d. 26 Asti Roma Matera n.d. 27 Novara Prato Belluno n.d. 28 Brescia Treviso Lecce n.d. 29 Enna Salerno Reggio Calabria n.d. 30 Verona Bologna Isernia n.d. 31 Lucca Messina Oristano n.d. 32 Ancona Pisa Taranto n.d. 33 Ascoli Piceno Napoli Catanzaro n.d. 34 Lecco Arezzo Crotone Caserta 41 Fonte: Elaborazione Istituto di ricerche Ambiente Italia su dati Legambiente, Ecosistema urbano

12 Grad. 4 Classifica dei comuni capoluoghi con maggiore percentuale di popolazione servita da impianti di depurazione delle acque reflue (Anni ) Pos Pos Torino 100,0 100,0 53 Rimini 94,3 97,0 2 Aosta 100,0 100,0 54 Trieste 93,3 92,4 3 Latina 100,0 100,0 55 Rovigo 93,2 85,0 4 Caserta 100,0 100,0 56 Roma 93,0 86,0 5 Enna 100,0 100,0 57 Ravenna 93,0 74,7 6 Cagliari 100,0 100,0 58 L'Aquila 92,0 92,0 7 Sondrio 100,0 98,9 59 Crotone 92,0 75,0 8 Lecco 100,0 98,8 60 Verona 91,9 85,5 9 Bolzano-Bozen 100,0 95,0 61 Varese 90,6 90,0 10 Frosinone 100,0 80,0 62 Isernia 90,0 90,0 11 Ragusa 100,0 80,0 63 Cuneo 90,0 87,0 12 Avellino 100,0 70,0 64 Biella 90,0 85,0 13 Livorno 99,9 98,0 65 Perugia 90,0 83,0 14 Modena 99,8 98,0 66 Taranto 90,0 23,0 15 Pescara 99,5 99,5 67 Siracusa 88,0 80,0 16 Bergamo 99,2 100,0 68 Gorizia 87,4 90,0 17 Trento 99,0 99,0 69 Como 87,1 86,2 18 Bologna 99,0 99,0 70 Rieti 87,0 85,0 19 Oristano 99,0 99,0 71 Reggio Calabria 87,0 85,0 20 Piacenza 99,0 96,0 72 Alessandria 86,0 82,0 21 Verbania 98,0 98,9 73 Udine 85,5 80,6 22 Lecce 98,0 98,0 74 Reggio Emilia 85,0 83,0 23 Savona 98,0 96,0 75 Forli' 84,1 80,0 24 Cosenza 98,0 96,0 76 Vicenza 82,8 82,9 25 Prato 98,0 95,0 77 Campobasso 82,4 81,2 26 Pavia 98,0 90,0 78 Pisa 82,0 81,0 27 Bari 98,0 90,0 79 Pesaro 82,0 77,0 28 Viterbo 98,0 85,0 80 Genova 80,0 90,0 29 Pistoia 98,0 40,0 81 Macerata 80,0 80,0 30 Milano 98,0-82 Chieti 80,0 80,0 31 Brescia 97,3 89,2 83 Catanzaro 80,0 75,0 32 Foggia 97,0 97,0 84 Belluno 80,0 40,7 33 Brindisi 97,0 97,0 85 Arezzo 79,0 80,0 34 Grosseto 96,7 96,8 86 Lucca 78,2 67,3 35 Parma 96,3 88,4 87 Pordenone 77,0 25,0 36 Cremona 96,0 99,0 88 Venezia 75,0 58,0 37 Terni 96,0 96,0 89 Agrigento 74,5 70,0 38 Teramo 96,0 91,0 90 Ferrara 74,0 74,0 39 Messina 96,0 90,0 91 Caltanissetta 72,7 60,0 40 Siena 96,0 83,0 92 Trapani 71,0 14,0 41 Lodi 95,6 95,0 93 Potenza 70,0 94,0 42 Matera 95,0 100,0 94 Asti 70,0 70,0 43 Ascoli Piceno 95,0 95,0 95 La Spezia 65,0 45,0 44 Sassari 95,0 95,0 96 Firenze 64,0 65,0 45 Vercelli 95,0 90,0 97 Padova 53,0 40,8 46 Mantova 95,0 90,0 98 Nuoro 50,0 50,0 47 Ancona 95,0 90,0 99 Treviso 33,0 26,0 48 Novara 95,0 85,0 100 Palermo 31,0 27,8 49 Massa 95,0 85,0 101 Catania 21,0 18,0 50 Napoli 95,0 85,0 102 Benevento 20,0 16,0 51 Salerno 95,0 85,0 103 Imperia Vibo Valentia 95,0 70,0 ITALIA 87,1 74,3 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 12

13 Altra risorsa strategica di importanza fondamentale riguarda il consumo di energia elettrica, che vede Frosinone registrare consumi medi pro capite (pari a 562 kwh per abitante) superiori alle altre province laziali (l unità d analisi in questo caso è l intera provincia) e alla media nazionale (527,3 kwh per abitante ). Ciò, è principalmente dovuto alla concentrazione di imprese industriali, specie di dimensioni medio-grandi (la FIAT a Cassino è solo uno dei tanti esempi), che strutturalmente hanno consumi di energia elettrica superiori alle altre attività produttive. Si pensi che quasi i due terzi dei consumi sono sostenuti dal settore industriale, contro un incidenza inferiore alla metà (49,6%) a livello dell intero territorio nazionale. Tab. 3 - Consumi di energia elettrica per settore produttivo nelle province laziali; dati in milioni di Kwh, in percentuale sul totale e kwh per abitante (Anno 2005) Consumi di energia elettrica per settore di attività (milioni di Kwh) Agricoltura Industria Terziario Domestico Totale Frosinone 20, ,7 452,2 486, ,2 Viterbo 60,1 244,7 341,5 336,8 983,0 Rieti 6,4 176,1 163,7 179,7 526,0 Roma 115, , , , ,4 Latina 111, ,6 577,9 588, ,2 Lazio 313, , , , ,5 ITALIA 5.364, , , , ,8 Consumi di energia elettrica per settore di attività (in % sul totale) Agricoltura Industria Terziario Domestico Totale Frosinone 0,7 65,3 16,4 17,6 100,0 Viterbo 6,1 24,9 34,7 34,3 100,0 Rieti 1,2 33,5 31,1 34,2 100,0 Roma 0,8 13,6 48,3 37,3 100,0 Latina 4,7 46,5 24,2 24,6 100,0 Lazio 1,4 24,1 42,0 32,5 100,0 ITALIA 1,7 49,6 27,0 21,6 100,0 Consumi di energia elettrica per settore di attività (kwh per abitante) Agricoltura Industria Terziario Domestico Totale Frosinone 4,2 367,1 92,0 99,1 562,3 Viterbo 19,7 80,2 111,9 110,4 322,2 Rieti 4,1 113,7 105,6 116,0 339,5 Roma 2,9 51,6 183,5 141,7 379,7 Latina 21,1 210,1 109,3 111,3 451,7 Lazio 5,7 98,4 171,5 132,5 408,1 ITALIA 9,1 261,7 142,6 113,9 527,3 Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati GRTN 13

14 Tab. 4 - Consumi di energia elettrica per uso domestico nei capoluoghi di provincia del Lazio; dati in migliaia di megawatt ora e in percentuale (Anni 2005 e 2000) /2000 Valori assoluti kwh per kwh per Variazione Valori assoluti abitante abitante percentuale Frosinone 48,0 986,8 44,6 924,6 6,7 Latina 135, ,5 117, ,7 9,9 Rieti 47, ,2 42,2 967,5 3,4 Roma 3.929, , , ,1 12,2 Viterbo 69, ,7 62, ,2 9,9 ITALIA , , , ,0 5,5 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città Le variazioni che a livello domestico si sono registrate per i consumi elettrici, questa volta riferiti al solo territorio della città di Frosinone (dal 2005 al 2000), evidenziano una crescita (+6,7%) maggiore rispetto alla media dei capoluoghi italiani (+5,5%). Nel confronto regionale, solamente Rieti (+3,4%) registra una crescita più lenta, anche se bisogna considerare i dati appena esposti alla stregua delle variazioni demografiche intercorse nel periodo di riferimento. I consumi elettrici per abitante registrati a livello di capoluogo di provincia (espressi in kwh), invece, permettono di delineare, quali siano le realtà urbane più efficienti. Ebbene, nel 2005, il valore registrato per Frosinone risulta essere il più basso tra quelli laziali (986,8 kwh), mentre spicca il dato di Roma, che supera i kwh per abitante, anche se ciò è da considerare anche in relazione alla maggiore offerta di servizi urbani che la capitale offre (si pensi ad esempio all illuminazione delle aree monumentali). Fermo restando quanto appena affermato riguardo i consumi di energia elettrica, occorre apportare un distinguo. Infatti, la scommessa sulla sostenibilità dello sviluppo, non si gioca esclusivamente sulla razionalizzazione dei consumi, ma anche e sopratutto sulla capacità di utilizzo delle tecnologie di produzione elettrica che usufruiscono di fonti rinnovabili. A tal proposito, i dati sull incidenza dei metri quadrati di solare termico presenti negli edifici delle Amministrazioni Pubbliche evidenziano come non siano i grandi comuni metropolitani a proporsi come pionieri nell utilizzo delle fonti rinnovabili (Grad. 5). Infatti, dei comuni con più di abitanti, solo Catania si posiziona ai vertici della graduatoria, con un valore vicino ai 5 m 2 /1.000 abitanti. L assenza dei capoluoghi di provincia laziali, è compensata parzialmente dal dato riguardante l incidenza del solare fotovoltaico. Infatti, se Rieti, Latina e Roma non presentano valori significativi (intesi come kw di solare fotovoltaico istallati negli edifici comunali ogni abitanti), sia il comune di Frosinone (1,1kw ogni mille abitanti) che quello di Viterbo (1kw ogni mille abitanti) si posizionano ai vertici della graduatoria, il che evidenzia l attenzione delle relative Amministrazioni alla sostenibilità energetica (Grad. 6). 14

15 Grad. 5 Classifica dei comuni capoluogo di provincia per maggiore incidenza di m 2 di solare termico istallati sugli edifici comunali ogni ab. (2006) Pos M 2 Pos M 2 Pos M 2 1 Siena 9,7 27 Rimini 0,1 53 Cosenza 0,0 2 Catania 4,7 28 Avellino 0,1 54 Cuneo 0,0 3 Novara 4,2 29 Torino 0,0 55 Firenze 0,0 4 Modena 2,6 30 Cagliari 0,0 56 Foggia 0,0 5 Lecce 2,6 31 Bergamo 0,0 57 Macerata 0,0 6 La Spezia 2,2 32 Trento 0,0 58 Potenza 0,0 7 Bolzano 2,2 33 Vibo Valentia 0,0 59 Reggio Calabria 0,0 8 Asti 1,7 34 Bologna 0,0 60 Varese 0,0 9 Verona 1,7 35 Pordenone 0,0 61 Brescia 0,0 10 Trapani 0,9 36 Salerno 0,0 62 Campobasso 0,0 11 Perugia 0,8 37 Forlì 0,0 63 Catanzaro 0,0 12 Pesaro 0,6 38 Biella 0,0 64 Gorizia 0,0 13 Sondrio 0,6 39 Prato 0,0 65 Imperia 0,0 14 Reggio Emilia 0,5 40 Latina 0,0 66 Isernia 0,0 15 Pavia 0,4 41 Pisa 0,0 67 L'Aquila 0,0 16 Venezia 0,4 42 Caserta 0,0 68 Lucca 0,0 17 Lodi 0,4 43 Palermo 0,0 69 Massa 0,0 18 Roma 0,3 44 Aosta 0,0 70 Nuoro 0,0 19 Sassari 0,3 45 Ascoli Piceno 0,0 71 Pistoia 0,0 20 Genova 0,3 46 Ravenna 0,0 72 Rieti 0,0 21 Arezzo 0,3 47 Alessandria 0,0 73 Rovigo 0,0 22 Terni 0,3 48 Cremona 0,0 74 Treviso 0,0 23 Ferrara 0,2 49 Frosinone 0,0 75 Verbania 0,0 24 Belluno 0,1 50 Mantova 0,0 76 Vicenza 0,0 25 Livorno 0,1 51 Messina 0,0 77 Viterbo 0,0 26 Padova 0,1 52 Piacenza 0,0 78 Altri n.d. Fonte: Elaborazione Istituto di ricerche Ambiente Italia su dati Legambiente, Ecosistema urbano 2005 Grad. 6 Classifica dei comuni capoluogo di provincia per maggiore incidenza di KW di solare fotovoltaico istallati negli edifici comunali ogni abitanti (2006) Pos M 2 Pos M 2 Pos M 2 1 Alessandria 1,8 28 Bergamo 0,1 55 Belluno 0,0 2 Ascoli Piceno 1,2 29 Asti 0,1 56 Avellino 0,0 3 Frosinone 1,1 30 Palermo 0,1 57 Cagliari 0,0 4 Viterbo 1,0 31 Verona 0,1 58 Vibo Valentia 0,0 5 Imperia 0,9 32 Roma 0,1 59 Pordenone 0,0 6 Forlì 0,9 33 Padova 0,1 60 Biella 0,0 7 Cosenza 0,9 34 Gorizia 0,1 61 Latina 0,0 8 Sondrio 0,8 35 Ravenna 0,1 62 Pisa 0,0 9 Parma 0,7 36 Ferrara 0,1 63 Caserta 0,0 10 Pistoia 0,4 37 Perugia 0,1 64 Aosta 0,0 11 Vicenza 0,3 38 Rimini 0,1 65 Cremona 0,0 12 Prato 0,3 39 Piacenza 0,1 66 Mantova 0,0 13 Pavia 0,3 40 Reggio Calabria 0,1 67 Messina 0,0 14 Firenze 0,3 41 Bologna 0,0 68 Cuneo 0,0 15 Venezia 0,3 42 Varese 0,0 69 Macerata 0,0 16 Modena 0,3 43 Pesaro 0,0 70 Potenza 0,0 17 La Spezia 0,3 44 Udine 0,0 71 Campobasso 0,0 18 Massa 0,3 45 Siena 0,0 72 Catanzaro 0,0 19 Torino 0,2 46 Catania 0,0 73 Isernia 0,0 20 Napoli 0,2 47 Novara 0,0 74 L'Aquila 0,0 21 Livorno 0,2 48 Trapani 0,0 75 Lucca 0,0 22 Brescia 0,2 49 Reggio Emilia 0,0 76 Nuoro 0,0 23 Lecce 0,2 50 Lodi 0,0 77 Rieti 0,0 24 Salerno 0,2 51 Sassari 0,0 78 Rovigo 0,0 25 Trento 0,1 52 Genova 0,0 79 Treviso 0,0 26 Foggia 0,1 53 Arezzo 0,0 80 Verbania 0,0 27 Bolzano 0,1 54 Terni 0,0 81 Altri capoluoghi n.d. Fonte: Elaborazione Istituto di ricerche Ambiente Italia su dati Legambiente, Ecosistema urbano

16 La posizione di leadership della provincia di Frosinone nell attenzione alle fonti rinnovabili di produzione di energia è ulteriormente verificata dalla presenza di 6 impianti di produzione di energia derivata da fonti rinnovabili (di cui 2 eoliche e 3 idrauliche) a cui si sommeranno 4 ulteriori impianti attualmente in fase di progetto. Tab. 5 Impianti in progetto ed in esercizio alimentati da fonti rinnovabili per tipologia (2006) Numero di impianti alimentati da fonti rinnovabili in progetto Biogas Biomasse Eolica Idraulica Rifiuti Solare Totale Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo ITALIA Numero di impianti alimentati da fonti rinnovabili in esercizio Biogas Biomasse Eolica Idraulica Rifiuti Solare Totale Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo ITALIA Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati GRTN Tralasciando i consumi elettrici, e passando a quelli di gas metano, si evidenzia come a Frosinone vi sia un consumo annuale pari a 323,8 m 3 per abitante. Questo dato, è superiore al dato di Viterbo (273,5) e di Latina (239,2), ma inferiore a quanto registrato per i capoluoghi della provincia di Rieti (pari a 409,1 m 3 per abitante) e Roma (373,2). Tuttavia, quanto appena delineato, risente fortemente del posizionamento geografico dei comuni capoluoghi e delle condizioni climatiche registrate. Proprio per questo motivo è più significativo incentrare il confronto sulla crescita media registrata negli ultimi cinque anni, che vede Frosinone comunque posizionarsi ad un livello intermedio tra i dati delle province laziali (+9,0%). Tab. 6 - Consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento per i comuni capoluogo di provincia anni 2000/2005 (m 3 per abitante) m 3 per abitante Frosinone 297,1 285,8 280,2 306,5 308,1 323,8 Viterbo 224,9 190,3 216,0 244,6 247,8 273,5 Rieti 429,0 419,8 411,5 450,2 417,9 409,1 Roma 320,8 329,5 323,0 353,3 355,1 373,2 Latina 248,5 213,8 209,6 229,3 245,1 239,2 Variazione percentuale 2001/ / / / / /2000 Frosinone -3,8-2,0 9,4 0,5 5,1 9,0 Viterbo -15,4 13,5 13,2 1,3 10,4 21,6 Rieti -2,1-2,0 9,4-7,2-2,1-4,6 Roma 2,7-2,0 9,4 0,5 5,1 16,3 Latina -14,0-2,0 9,4 6,9-2,4-3,7 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 16

17 Anche in tal caso, dal punto di vista della qualità del consumo energetico, si evidenzia un ritardo nell utilizzo del teleriscaldamento in tutto il territorio nazionale, se si escludono alcune isole felici, presenti nel solo territorio settentrionale. Frosinone, come tutte le realtà del centro-sud evidenzia una completa estraneità al fenomeno, il che è anche dovuto anche alle migliori condizioni climatiche, che determinano minori consumi annuali. Grad. 7 Classifica dei comuni capoluogo di provincia per maggiore incidenza di abitanti serviti dal teleriscaldamento ogni abitanti (2006) Pos Valori Valori Valori Pos Pos % % % 1 Brescia Pavia 0 71 Campobasso 0 2 Mantova Firenze 0 72 Catanzaro 0 3 Cremona Venezia 0 73 Isernia 0 4 Torino La Spezia 0 74 L'Aquila 0 5 Verona Massa 0 75 Lucca 0 6 Varese Napoli 0 76 Nuoro 0 7 Lodi Livorno 0 77 Rieti 0 8 Parma Lecce 0 78 Rovigo 0 9 Vicenza Salerno 0 79 Treviso 0 10 Reggio Emilia Trento 0 80 Verbania 0 11 Milano Foggia 0 81 Agrigento n.d. 12 Bolzano Asti 0 82 Bari n.d. 13 Bologna Palermo 0 83 Benevento n.d. 14 Bergamo Gorizia 0 84 Brindisi n.d. 15 Modena Perugia 0 85 Chieti n.d. 16 Rimini 9 51 Piacenza 0 86 Como n.d. 17 Roma 8 52 Reggio Calabria 0 87 Enna n.d. 18 Genova 3 53 Pesaro 0 88 Grosseto n.d. 19 Padova 0 54 Udine 0 89 Matera n.d. 20 Crotone 0 55 Catania 0 90 Oristano n.d. 21 Teramo 0 56 Novara 0 91 Pescara n.d. 22 Caltanisetta 0 57 Trapani 0 92 Ragusa n.d. 23 Ancona 0 58 Sassari 0 93 Savona n.d. 24 Lecco 0 59 Arezzo 0 94 Siracusa n.d. 25 Potenza 0 60 Avellino 0 95 Taranto n.d. 26 Macerata 0 61 Cagliari 0 96 Trieste n.d. 27 Alessandria 0 62 Vibo Valentia 0 97 Vercelli n.d. 28 Ascoli Piceno 0 63 Pordenone 0 98 Ravenna n.d. 29 Frosinone 0 64 Biella 0 99 Forlì n.d. 30 Viterbo 0 65 Latina Ferrara n.d. 31 Imperia 0 66 Pisa Siena n.d. 32 Cosenza 0 67 Caserta Terni n.d. 33 Sondrio 0 68 Aosta Belluno n.d. 34 Pistoia 0 69 Messina 0 35 Prato 0 70 Cuneo 0 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 17

18 Ulteriore elemento di fondamentale importanza è quello relativo al consumo di gas carburante, che vede eccellere Enna (240 litri annui a persona) nella graduatoria nazionale delle province con minore consumo procapite (Grad. 8). Delle province laziali, Frosinone si piazza in 82 posizione (505 litri pro capite), dietro solamente a Latina (523 litri pro capite). Questo dato, se relazionato allo sviluppo economico, è sicuramente da considerarsi positivo, in quanto anche collegabile alle attività di trasporto; tuttavia, non sono da trascurare le ripercussioni sulla qualità dell aria e quindi sulla salute degli abitanti. Grad. 8 Classifica dei comuni capoluogo di provincia per consumo di carburante pro capite (2006) Pos Litri per Litri per Litri per Pos Pos ab. ab. ab. 1 Enna Lecce Terni Napoli Roma Arezzo Siracusa Brindisi Mantova Foggia Belluno Catania Agrigento Massa Macerata Crotone Isernia Ravenna Messina Vercelli Modena Palermo Treviso Verona Benevento Catanzaro Ancona Avellino Pavia Pordenone Genova L'Aquila Novara Caltanisetta Teramo Frosinone Pescara Bolzano Rovigo Caserta Lodi Trento Salerno Firenze Brescia Trieste Verbania Latina Taranto Piacenza Pisa Matera Vicenza Pesaro Trapani Rieti Udine Varese Bergamo Perugia Imperia Ferrara Forlì Como Parma Gorizia Vibo Valentia Lecco Sassari La Spezia Nuoro Siena Viterbo Asti Chieti Potenza Cuneo Rimini Reggio Calabria Ascoli Piceno Reggio Emilia Savona Cremona Livorno Campobasso Biella Sondrio Milano Alessandria Aosta Torino Bologna Pistoia Bari Padova Grosseto Cosenza Lucca Ragusa Parato Cagliari Venezia Oristano 482 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 18

19 LE FONTI RINNOVABILI Solare termico a concentrazione Il solare termico a concentrazione è quello attualmente più utilizzato per trasformare energia da fonte solare; la trasformazione di energia avviene mediante collettore parabolico lineare. Nelle aree ad elevata esposizione tale tecnologia consente mediamente l immissione nella rete elettrica di un energia intorno ai 300 GWh/anno per ogni kmq di superficie captante. Il principale ostacolo attuale alla diffusione del solare termico è legato all elevato costo degli impianti non bilanciato dal costo nullo della fonte di energia solare. Solare fotovoltaico Attualmente i sistemi solari fotovoltaici sono considerati alla base dello sviluppo economico e la loro diffusione è in fase di forte crescita. Il costo di istallazione di tali è in diminuzione, e probabilmente si avranno miglioramenti in tal senso anche nel prossimo futuro. Attualmente, tuttavia, il costo di produzione di energia da tale fonte è ancora più elevato rispetto alle fonti convenzionali. Nel caso del fotovoltaico non si rilevano particolari problemi di trasporto e distribuzione; la generazione elettrica è diurna ed i consumi generalmente diffusi sul territorio. Eolico Tale fonte è stata sviluppata a partire dagli anni Settanta, anche se una cospicua diffusione si è avuta solo in alcuni paesi come Danimarca, Germania e Spagna. Ad oggi i principali vantaggi dell eolico sono riconducibili ai costi contenuti di produzione ed alla crescita della potenza unitaria dei dispositivi di conversione dell energia eolica in energia elettrica. In Italia, la capacità di produzione annua appare fortemente limitata (850 kw). Occorre sottolineare come l ostacolo principale di tale fonte sia la necessità di adeguate infrastrutture di trasporto di elettricità, a causa degli elevati picchi di produzione; oltre a ciò si sottolinea un atteggiamento poco favorevole nei confronti degli impianti, ritenuti di elevato impatto ambientale. Tali problemi potrebbero essere risolti attraverso le istallazioni offf-shore, le quali, tuttavia, richiedono importanti spese di impianto, manutenzione e allacciamento alla rete terrestre. Le biomasse In tale segmento energetico rientrano le biomasse di origine forestale, i residui della lavorazione del legno, le colture energetiche (specie vegetali che vengono espressamente coltivate per essere destinate alla produzione di energia), i residui agricoli, gli scarti di lavorazione e gli effluenti delle industrie agroalimentari, le deiezioni animali, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (RSU), i rifiuti domestici in raccolta differenziata, i reflui civili. I principali settori di utenza per la biomassa sono il riscaldamento domestico, la produzione di energia elettrica in impianti centralizzati e la produzione di biocarburanti liquidi, che rappresentano l unica fonte rinnovabile in grado di sostituire direttamente benzina e gasolio. In Italia i processi maggiormente utilizzati sono la combustione diretta della biomassa (per la produzione di calore), la produzione di biogas da fermentazione di reflui zootecnici, civili o agroindustriali e la trasformazione in biocombustibili liquidi. 19

20 3 Il monitoraggio dell aria e delle acque Ovviamente, la situazione appena delineata riguardo al consumo delle principali risorse energetiche, influisce notevolmente sulla qualità ambientale. A tal proposito, uno studio denominato Misa 2 2 evidenzia come ad ogni innalzamento della concentrazione di agenti inquinanti nell aria, seguano, nei giorni successivi, più morti e ricoveri. Ciò è ancor più vero per le maggiori città italiane, in quanto gli agenti inquinanti, come già asserito in precedenza, si concentrano dove vi è una forte densità abitativa e produttiva. Tuttavia, anche altre piccole realtà urbane, presentano problemi analoghi; tra queste, sicuramente da menzionare è la situazione di Frosinone, che presenta valori sensibilmente elevati circa la presenza dei principali agenti inquinanti, il che è principalmente dovuto all addensamento industriale che sorge sul territorio frusinate e limitrofo. Grad. 9 - Media annuale dei valori medi registrati in tutte le stazioni di monitoraggio della concentrazione di biossido di azoto (ug/mc); (Dati 2006) Pos Valori Pos Valori Pos Valori 1 Potenza 9,0 36 Pesaro 38,7 71 Pordenone 55,7 2 Crotone 9,6 37 Udine 38,8 72 Frosinone 57,0 3 Isernia 17,0 38 Cagliari 38,8 73 Salerno 57,2 4 Ascoli Piceno 19,0 39 Cuneo 39,0 74 Catania 58,9 5 Macerata 19,1 40 Aosta 39,0 75 Ancona 59,3 6 Imperia 20,3 41 Varese 39,0 76 Brescia 63,7 7 Vibo Valentia 22,4 42 La Spezia 39,1 77 Bologna 63,9 8 Reggio Calabria 23,6 43 Prato 39,8 78 Lecco 64,0 9 Brindisi 24,8 44 Biella 40,0 79 Milano 67,4 10 Verbania 26,0 45 Piacenza 42,0 80 Roma 68,3 11 Grosseto 26,0 46 Cremona 42,3 81 Torino 78,0 12 Savona 26,7 47 Novara 43,0 82 Massa 80,0 13 Rieti 27,0 48 Forlì 43,0 83 Agrigento n.d. 14 Belluno 28,0 49 Venezia 43,1 84 Avellino n.d. 15 Lucca 28,5 50 Ferrara 43,8 85 Benevento n.d. 16 Sassari 28,6 51 Modena 44,4 86 Caltanisetta n.d. 17 Taranto 29,4 52 Bolzano 45,1 87 Catanzaro n.d. 18 Gorizia 29,5 53 Verona 45,3 88 Chieti n.d. 19 Messina 30,0 54 Lodi 45,5 89 Como n.d. 20 Pistoia 30,0 55 Trieste 45,6 90 Cosenza n.d. 21 Bari 30,3 56 Vicenza 45,8 91 Enna n.d. 22 Arezzo 30,5 57 Firenze 46,2 92 Foggia n.d. 23 Caserta 30,8 58 Palermo 46,4 93 L'Aquila n.d. 24 Sondrio 31,0 59 Ravenna 46,5 94 Matera n.d. 25 Campobasso 31,7 60 Asti 47,5 95 Napoli n.d. 26 Livorno 32,2 61 Padova 49,0 96 Nuoro n.d. 27 Pisa 33,4 62 Latina 51,0 97 Oristano n.d. 28 Mantova 33,5 63 Pescara 51,0 98 Pavia n.d. 29 Lecce 34,5 64 Parma 51,7 99 Ragusa n.d. 30 Rovigo 35,9 65 Alessandria 52,0 100 Teramo n.d. 31 Siracusa 36,6 66 Rimini 52,0 101 Terni n.d. 32 Siena 37,0 67 Perugia 52,3 102 Trapani n.d. 33 Treviso 37,0 68 Genova 53,1 103 Vercelli n.d. 34 Viterbo 37,0 69 Reggio Emilia 53,3 35 Bergamo 37,0 70 Trento 54,0 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 2 Pubblicato come supplemento alla rivista "Epidemiologia & prevenzione". 20

21 Le problematiche ambientali del territorio frusinate emergono anche dall Osservatorio ambientale sulle città capoluogo di provincia, per quanto riguarda la concentrazione di biossido d azoto (che è prodotto per lo più dai processi di combustione) e di polveri sottili. In particolare, nella rilevazione sulla media annuale dei valori medi registrati di biossido d azoto (Grad. 9), emerge chiaramente lo stress ambientale cui è sottoposto il territorio. Infatti, tale media presenta un valore pari a 57 µg/m 3, ovvero ben oltre la soglia limite stabilita dalla legge (40 µg/m 3 ). E anche se la metà dei capoluoghi di provincia presenta valori superiori alla soglia annuale, preoccupa il fatto che, fra quelli con meno di abitanti, solo Massa (80 µg/m 3 ) e Lecco (64 µg/m 3 ) presentano valori medi peggiori di quelli registrati nel capoluogo frusinate. Anche le rilevazioni sulla concentrazione di polveri sottili (PM 10 ), poi, evidenziano una situazione analoga; infatti, se si esclude Torino (67,8 µg/m 3 ), Frosinone è il capoluogo con la più alta concentrazione media annuale di PM 10, il che evidenzia rischi considerevoli per la salute, specie se si considera come il valore registrato (64,5 µg/m 3 ) sia ben oltre la soglia limite stabilita dalla legge, che anche in questo caso è pari a 40 µg/m 3. Sono, invece, i capoluoghi molisani a registrare minori concentrazioni di polveri sottili, mentre dei capoluoghi laziali solo Roma supera, seppur di poco, i limiti di cui sopra. Ovviamente, le rilevazioni dipendono sensibilmente dal posizionamento delle centraline di monitoraggio, e pertanto, le rilevazioni devono essere considerate più come linee di tendenza che come dati puntuali. Oltre ai principali indicatori riguardanti la sostenibilità dell aria, emerge la necessità di analizzare anche la concentrazione di agenti inquinanti presenti nell acqua. In particolare, la concentrazione di nitrati nell acqua potabile, che è alimentata sopratutto in seguito alle attività produttive, non deve superare il limite di 50 mg per litro stabilito dalla legge (anche se nelle acque freatiche tale valore è normalmente pari 10 mg per litro). E importante sottolineare come l inquinamento, soprattutto di origine agricola ed industriale, si ripercuote a distanza di vent anni sulle falde freatiche e, quindi, indirettamente sull acqua potabile; ecco dunque perché l importanza di un continuo monitoraggio del fenomeno inquinante, che potrebbe intensificarsi nei prossimi anni. Tuttavia, i livelli di concentrazione riferiti al 2006 (Grad.11), evidenziano una situazione non ancora critica in molti capoluoghi di provincia italiani; tra questi vi è sicuramente Frosinone, che presenta un valore pari a 9 mg per litro, in linea con il dato di Rieti. Solo Viterbo, tra i capoluoghi laziali presenta valori peggiori (10,1). 21

22 Grad. 10 Media dei valori annuali di polveri sottili (PM 10 ) registrati dalle centraline (ug/m 3 ); 2006 Pos Valori % Pos Valori % Pos Valori % 1 Isernia 16,0 36 Siena 35,0 71 Brescia 51,2 2 Campobasso 19,6 37 Latina 35,0 72 Padova 52,0 3 Vibo Valentia 20,9 38 Sassari 35,7 73 Ancona 52,2 4 Perugia 23,5 39 Genova 36,0 74 Vicenza 53,3 5 Verbania 24,0 40 Pistoia 37,0 75 Alessandria 53,7 6 Catania 25,2 41 Forlì 37,0 76 Milano 53,7 7 Belluno 26,0 42 Cagliari 37,4 77 Verona 55,0 8 Gorizia 26,0 43 Prato 37,5 78 Lodi 59,0 9 Avellino 27,0 44 Reggio Emilia 38,3 79 Frosinone 64,5 10 Messina 27,0 45 Biella 38,5 80 Torino 67,8 11 Potenza 27,5 46 Bologna 38,7 81 Crotone n.d. 12 Ascoli Piceno 27,5 47 Palermo 38,9 82 Savona n.d. 13 Viterbo 27,7 48 Rimini 40,0 83 Novara n.d. 14 Trieste 28,2 49 Parma 40,0 84 Agrigento n.d. 15 Lecce 28,3 50 Pescara 40,0 85 Benevento n.d. 16 Brindisi 28,7 51 Taranto 40,3 86 Caltanisetta n.d. 17 Udine 29,0 52 La Spezia 40,5 87 Catanzaro n.d. 18 Caserta 29,0 53 Treviso 40,6 88 Chieti n.d. 19 Reggio Calabria 29,0 54 Lecco 42,0 89 Como n.d. 20 Grosseto 29,5 55 Ferrara 42,0 90 Cosenza n.d. 21 Imperia 30,0 56 Bergamo 43,0 91 Enna n.d. 22 Pordenone 30,0 57 Roma 43,1 92 Foggia n.d. 23 Arezzo 30,0 58 Piacenza 44,3 93 L'Aquila n.d. 24 Macerata 30,2 59 Massa 46,0 94 Matera n.d. 25 Bolzano 30,7 60 Modena 46,3 95 Napoli n.d. 26 Rieti 31,0 61 Pesaro 46,3 96 Nuoro n.d. 27 Livorno 31,0 62 Lucca 46,9 97 Oristano n.d. 28 Ravenna 31,6 63 Cuneo 47,0 98 Pavia n.d. 29 Bari 31,8 64 Venezia 47,3 99 Ragusa n.d. 30 Varese 32,0 65 Siracusa 47,5 100 Teramo n.d. 31 Salerno 32,2 66 Rovigo 47,7 101 Terni n.d. 32 Aosta 33,5 67 Mantova 58,6 102 Trapani n.d. 33 Pisa 33,7 68 Sondrio 49,0 103 Vercelli n.d. 34 Trento 34,3 69 Cremona 49,1 35 Firenze 34,8 70 Asti 51,0 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 22

23 Grad. 11 Contenuto medio di nitrati (NO3) in acqua potabile (mg/l); (dati 2006) Pos Valore Pos Valore Pos Valore 1 Asti 1,0 36 Imperia 5,0 71 Viterbo 10,1 2 Pavia 1,1 37 Salerno 5,2 72 Siena 10,3 3 Potenza 1,1 38 Ravenna 5,6 73 Catania 10,8 4 Mantova 1,2 39 La Spezia 5,9 74 Rimini 11,9 5 Teramo 1,2 40 Latina 6,0 75 Agrigento 12,0 6 Chieti 1,3 41 Bolzano 6,0 76 Bologna 12,3 7 Ascoli Piceno 1,4 42 Firenze 6,0 77 Prato 13,0 8 Matera 1,8 43 Rovigo 6,0 78 Vicenza 14,0 9 Cosenza 2,0 44 Pordenone 6,4 79 Perugia 14,3 10 Crotone 2,0 45 Pescara 6,7 80 Napoli 14,6 11 Vibo Valentia 2,0 46 Forlì 6,9 81 Udine 16,0 12 Aosta 2,3 47 Trento 6,9 82 Torino 16,4 13 Arezzo 2,8 48 Caserta 7,0 83 Venezia 16,6 14 Arezzo 2,8 49 Pistoia 7,0 84 Benevento 16,8 15 Biella 2,8 50 Savona 7,1 85 Messina 17,3 16 Treviso 3,0 51 Pesaro 7,2 86 Alessandria 17,6 17 Lodi 3,1 52 Palermo 7,6 87 Padova 17,7 18 Grosseto 3,2 53 Gorizia 8,0 88 Oristano 20,0 19 L'Aquila 3,3 54 Novara 8,0 89 Varese 20,0 20 Sondrio 3,3 55 Ferrara 8,2 90 Verona 20,1 21 Pisa 3,5 56 Massa 8,5 91 Lecce 21,0 22 Terni 3,8 57 Brindisi 9,0 92 Brescia 21,6 23 Cuneo 3,8 58 Caltanisetta 9,0 93 Macerata 22,1 24 Roma 3,9 59 Catanzaro 9,0 94 Reggio Emilia 22,3 25 Campobasso 3,9 60 Enna 9,0 95 Reggio Calabria 23,0 26 Ancona 4,0 61 Foggia 9,0 96 Siracusa 24,2 27 Bari 4,0 62 Frosinone 9,0 97 Milano 25,0 28 Como 4,1 63 Lucca 9,0 98 Parma 26,0 29 Belluno 4,1 64 Nuoro 9,0 99 Modena 27,8 30 Livorno 4,3 65 Rieti 9,0 100 Ragusa 30,0 31 Sassari 4,4 66 Trieste 9,0 101 Piacenza 34,7 32 Bergamo 4,5 67 Verbania 9,0 102 Isernia n.d. 33 Cremona 4,5 68 Vercelli 9,0 103 Taranto n.d. 34 Genova 4,8 69 Lecco 9,5 35 Cagliari 4,9 70 Trapani 10,0 Fonte: Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat, Osservatorio ambientale sulle città 23

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