IL POST ADOZIONE (Ilia Galimberti)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL POST ADOZIONE (Ilia Galimberti)"

Transcript

1 IL POST ADOZIONE (Ilia Galimberti) IL POST ADOZIONE - PREMESSA Negli ultimi anni gli interventi diretti alle famiglie adottive si sono molto ampliati, per una raggiunta consapevolezza che l esperienza dell adozione non si conclude con l arrivo del bambino ma si concretizza proprio con il suo inserimento nel nuovo contesto familiare e sociale: persone senza un prima in comune (1) si trovano a dover costruire la loro storia familiare. Con l ingresso del bambino nella nuova famiglia la coppia si trova impegnata a dare spessore alla genitorialità giuridica definita per legge, dovendola tramutare in una genitorialità psicologica ed emotiva (2) dovendosi confrontare, spesso, con bambini grandi e con storie difficili alle spalle. La letteratura internazionale è concorde nell indicare che la maggioranza delle adozioni ha un esito positivo, ma le ricerche indicano una maggiore vulnerabilità dei figli adottivi rispetto ai loro coetanei nonadottati. E, quindi, importante che alla famiglia adottiva venga garantito un accompagnamento puntuale e competente in grado di sostenerla nel difficile compito di costruire relazioni di appartenenza reciproca forti e stabili. ACCOMPAGNAMENTO RELAZIONI DI APPARTENENZA IL POST ADOZIONE - Gli obiettivi del sostegno post adottivo Numerosi studi hanno identificato i fattori di rischio e i fattori protettivi che incidono sull esito del percorso adottivo. Nell ambito di questi studi, particolare interesse destano quelli dedicati alla resilienza (vedere finestra), termine che indica la capacità di un certo numero di persone di uscire sostanzialmente indenni da storie particolarmente difficili. Gli obiettivi del sostegno post adottivo sono molteplici dovendo contemplare le diverse esigenze che possono contrassegnare la famiglia adottiva. Attenzione prioritaria deve essere data alla costruzione di un buon legame di attaccamento (2) tra i genitori e il bambino che consenta, nel corso del tempo, l innescarsi di percorsi di cambiamento, che abbiano effetti trasformativi sullo stile relazionale del bambino egli consentano di ristrutturare il modo in cui percepisce se stesso e gli altri 1. Le risorse della coppia e del minore devono essere valorizzate per ridurre la possibilità che si manifestino situazioni di disagio (2) aiutando i genitori a comprendere i bisogni del bambino adottato (2) ed a percepirsi come famiglia multietnica, nella quale la doppia appartenenza del figlio (2) sia riconosciuta come un valore e caratterizzi l identità di tutto il nucleo. LEGAME DI ATTACCAMENTO FATTORI DI RISCHIO FATTORI PROTETTIVI 1

2 IL POST ADOZIONE - I contenuti del post-adozione Il sostegno post-adottivo dovrà concentrarsi su quelle aree tematiche generali che interessano tutte le famiglie adottive, denominate temi sensibili dell adozione (4) (l esperienza dell abbandono, l identità etnica, la costruzione della relazione, l inserimento nel nuovo contesto, ecc.). Accanto a queste temi di carattere generale dovranno essere identificati quegli aspetti specifici che possono essere riferibili a caratteristiche della famiglia (la presenza di altri figli), a particolari bisogni del bambino, alle dinamiche relazionali nel nucleo e così via. Chiaramente anche i temi generali assumono un importanza diversa caso per caso (la storia pregressa è un argomento comune a tutte le famiglie, ma le storie dei bambini sono diverse tra loro per qualità e quantità delle informazioni conosciute). Per capire quali sono i bisogni di sostegno della famiglia andrà operata un attenta valutazione, sia della rilevanza che assumono nello specifico caso i temi sensibili dell adozione, sia per individuare altri bisogni specifici presenti. Tale valutazione dovrà essere al contempo sufficientemente approfondita e ragionevolmente rapida per avviare tempestivamente il progetto di intervento. TEMI SENSIBILI DELL ADOZIONE PROGETTO DI INTERVENTO BISOGNI SPECIALI IL POST ADOZIONE I soggetti coinvolti I soggetti che si occupano di post adozione sono i Servizi del Territorio (in molti casi gli stessi operatori che hanno seguito la coppia nella fase precedente l adozione, in altri operatori di servizi dedicati alla tutela della famiglia), gli Enti autorizzati (1-12,13,14) e il Tribunale per i minorenni (15) (Sacchetti). In alcune realtà è forte la presenza di associazioni di genitori adottivi che sono attive nel sostenere le coppie nelle diverse fasi dell iter adottivo, incluso quello successivo all arrivo del minore. Un aspetto assai importante, ma spesso scarsamente considerato, è quello relativo al tipo di relazione che è opportuno s instauri tra operatori e genitori adottivi. La legge 476/98 (11) prevede che il sostegno alla famiglia debba essere garantito qualora i genitori adottivi ne facciano richiesta, ma allo stesso tempo attribuisce ai servizi territoriali e agli enti autorizzati il compito di vigilare, in ogni caso, sull andamento dell adozione nel corso del primo anno. Queste indicazioni sono state spesso declinate nei concetti di vigilanza e sostegno, dove la prima viene considerata obbligatoria e la seconda facoltativa. VIGILANZA LEGGE 476/98 2

3 IL POST ADOZIONE Il rapporto di fiducia famiglia-servizi Questa differenziazione solleva molti dubbi in quanto enfatizza una funzione di controllo degli operatori che rischia di viziare la relazione tra questi e la famiglia. Si comprende facilmente che un rapporto tra operatori e genitori basato sul timore del giudizio difficilmente potrà costituire un sostegno efficace. Ne consegue che il rapporto operatori nucleo adottivo non può che essere definito nei termini del sostegno e dell accompagnamento. Naturalmente l instaurarsi di un rapporto di fiducia e collaborazione in questa fase dipenderà da come la relazione si è strutturata negli step precedenti del percorso: se il clima creato è stato positivo i neo genitori saranno ben contenti di essere seguiti nella fase post adottiva In questo senso pare utile che gli operatori che hanno seguito la coppia nelle fasi precedenti l arrivo del bambino possano continuare a farlo una volta che l adozione è stata realizzata, in una logica di continuità relazionale (2) particolarmente preziosa ai fini della costruzione di un rapporto di fiducia (2). ACCOMPAGNAMENTO RAPPORTO DI FIDUCIA IL POST ADOZIONE - La dimensione temporale dell intervento post adottivo. L avvio dell intervento post adottivo ha inizio con il rientro in Italia della famiglia. L ingresso del bambino nel nuovo contesto familiare e sociale, rappresenta un momento assai significativo (8) a livello sia individuale che di coppia per i nuovi genitori. Secondo alcuni autori la tempestività della presa in carico da parte degli operatori è elemento essenziale per offrire ai genitori adottivi un ambito di confronto per orientarli nelle scelte educative ed organizzative che devono assumere fin dai primi giorni. La durata dell intervento viene definita in un periodo sufficientemente lungo a sostenere la costruzione di buoni legami di attaccamento ed un positivo inserimento del bambino nel nuovo contesto di vita. Alcuni autori considerano congruo un periodo di circa due anni, tempo mediamente necessario per il consolidamento dei legami nel nucleo adottivo (9), in assenza di gravi patologie e per una valutazione precoce delle risorse e dei limiti dei genitori. Altri preferiscono modularli intorno alle tappe del ciclo di vita del nucleo adottivo (l inserimento in famiglia, l ingresso nella scuola, l adolescenza etc.) definendoli in tal modo su un arco temporale più ampio. ATTACCAMENTO INTERVENTO POST-ADOTTIVO IL POST ADOZIONE - La metodologia dell intervento post adottivo. Nell impostare un progetto di intervento post-adottivo si dovrà tener conto del fatto che le famiglie adottive devono affrontare alcuni temi comuni a tutte le adozioni, indipendentemente dalle caratteristiche specifiche del bambino e dei genitori. Gli interventi di accompagnamento che sono utili per qualsiasi famiglia adottiva sono, ad esempio: la comprensione dei bisogni del bambino adottato (6),la doppia appartenenza etnica (7), l abbandono (21), ecc. Allo stesso tempo, però, ciascun nucleo adottivo presenta caratteristiche proprie che definiscono un quadro unico e specifico di risorse e bisogni. Si tratta pertanto di strutturare un intervento condiviso e flessibile (4), intendendo con flessibile attento alle diverse esigenze proprie della storia del nucleo adottivo e non mancante di organizzazione. Dal punto di vista della tipologia degli interventi attivabili, oltre ai classici colloqui con i genitori, è possibile avviare incontri con il bambino, che naturalmente, andranno organizzati in modo diverso a seconda della sua età, ed incontri con l intero nucleo familiare, particolarmente utili per osservare la relazione tra genitori e figlio e lo strutturarsi del legame di attaccamento. ACCOMPAGNAMENTO ATTACCAMENTO INTERVENTO POST-ADOTTIVO I BISOGNI DEL BAMBINO 3

4 IL POST ADOZIONE - I Gruppi per i genitori adottivi Uno strumento di lavoro efficace e largamente utilizzato è il gruppo di sostegno per i genitori. Esso ha modalità tipiche dei gruppi di mutuo aiuto all interno di un contesto non valutativo ed informale. Inizialmente promossi da associazioni di famiglie adottive, si sono successivamente affermati anche nei servizi territoriali e negli enti autorizzati. L organizzazione dei gruppi (10-17) tener conto di diverse variabili quali: le caratteristiche dei partecipanti, i contenuti trattati, il numero degli incontri, le tecniche di conduzione, ecc. Le esperienze in atto sono molteplici: gruppi omogenei rispetto ad alcune caratteristiche (es. età dei bambini, presenza o meno di figli biologici, adozione di più fratelli etc..), oppure centrati su aree tematiche focalizzate su alcune problematiche o fasi di passaggio (ad es. l inserimento scolastico, la rivelazione, l abbandono etc ). Diversi sono il numero di incontri (si va da minimo di 4 fino a 10 all anno; i gruppi possono essere anche pluriennali) e le tecniche di conduzione (17).Solitamente il gruppo rappresenta la modalità di intervento più diffusa per fornire alle famiglie una forma di supporto standard a prescindere dalle condizioni specifiche del caso. STRUMENTI DI GRUPPO DI MUTUO-AIUTO IL POST ADOZIONE - I gruppi per i figli adottivi Meno diffuse, ma certamente di non minor interesse sono le esperienze di gruppo rivolte ai figli adottivi, siano essi bambini recentemente arrivati in Italia o adolescenti adottati da diversi anni. Queste esperienze, seppure ancora poco numerose vanno progressivamente diffondendosi nelle prassi di lavoro dei servizi territoriali e degli enti autorizzati. Anche i gruppi rivolti ai figli adottivi (18) si differenziano tra loro per durata, contenuti affrontati e metodologia di lavoro. Considerata l importanza di fornire ai figli adottivi un contesto mirato per aiutarli a confrontarsi con la loro storia personale e con le specificità ad essa connesse, si ritiene che gli operatori si troveranno impegnati a sperimentare nei prossimi anni sempre più forme di intervento che vedano protagonisti, oltre ai genitori anche i figli, secondo un ottica che privilegia come utente tutto il sistema familiare e le relazioni al suo interno. STRUMENTI DI IL POST ADOZIONE - Rete famiglia- territorio Uno dei compiti che il bambino ed i suoi genitori devono affrontare è quello di conseguire un buon inserimento nel contesto sociale (16). In questa prospettiva è utile che gli operatori del servizio pubblico o dell ente autorizzato accompagnino i genitori nella relazione con le realtà del territorio, in particolare con le istituzioni scolastiche e sanitarie. Ad esempio,questioni come i tempi dell inserimento a scuola (19-20), della classe in cui il bambino deve essere collocato, il programma di lavoro più adeguato, le difficoltà di apprendimento e/o di comportamento, sono solo alcuni degli argomenti complessi che contrassegnano il rapporto tra la famiglia adottiva e la scuola. Il lavoro di rete, inoltre, appare necessario anche per coordinare in modo opportuno gli interventi. E molto importante che sussista una sorta di regia del percorso di sostegno, svolta dagli operatori del servizio pubblico, capace di orientare ed inviare il nucleo familiare a servizi specialistici che rispondano alle peculiari condizioni di bisogno, evitando il più possibile che si verifichino sovrapposizioni e/o contraddizioni negli interventi in suo favore. SCUOLA CONTESTO SOVIALE 4

5 FINESTRE: RESILIENZA I primi studi sulla resilienza risalgono agli anni 60 per opera di una ricercatrice americana Emmy Werner, seguita da Fritz Redi che coniava il termine di resilienza dell io ; in seguito il termine fu inteso in termini più ampi come capacità dinamica di controllo di sé rispetto alle sollecitazioni dell ambiente. In Europa il tema è stato approfondito da Boris Cyrulnik, ritenuto a livello internazionale il maggior esperto e autore di numerosi testi. Il termine RESILIENZA in ambito psicologico indica la capacità dell individuo di fronteggiare un evento traumatico, acuto o cronico, ripristinando nel tempo il progressivo recupero dell equilibrio psicofisico, precedente al trauma, e in alcuni casi, migliorandolo. Si può concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all esperienza, ai vissuti e al modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono. Una buona resilienza è il risultato di una integrazione di elementi istintivi, affettivi, emotivi e cognitivi. E una capacità che può essere appresa in particolare in contesti educativi che sappiano promuovere l acquisizione di comportamenti resilienti, quali la resistenza di fronte alle avversità e la capacità di trasformare in risorsa positiva condizioni esterne sfavorevoli, superandole, e uscendone rafforzati e trasformati. TEORIA DELL ATTACCAMENTO L attaccamento è quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un altra persona, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il mondo in modo adeguato. La teoria dell attaccamento nasce con un esplicito interesse verso i primi anni di vita dell essere umano. Il più grande sostenitore e studioso di questa teoria è John Bowlby,anche se nella sua forma attuale la teoria si basa soprattutto sui contributi di M. Ainsworth, Main e Salomon. Bowlby sosteneva che il bambino piccolo ha una predisposizione innata, su base biologica, a sviluppare un legame di attaccamento verso chi si prende cura di lui. L attaccamento ha quindi la funzione biologica di garantire al piccolo una protezione e quella psicologica di fornirgli sicurezza. Due sono le ipotesi centrali nel pensiero di Bowlby: in primo luogo lo stile di attaccamento infantile dipende dalla qualità delle cure materne ricevute e in secondo luogo lo stile dei primi rapporti di attaccamento influenza l organizzazione precoce della personalità, nel concetto che il bambino ha di sé e degli altri ( Modelli Operativi Interni). IL LAVORO SOCIALE DI RETE Le reti sociali sono al centro di un interesse crescente non solo da parte di chi si propone di fare ricerche e studi approfonditi ma anche da parte di chi opera e sperimenta le teorie sul campo. L intervento di rete è una nuova strategia, un nuovo modo di pensare il lavoro sociale. L operatore valorizzando l azione dei legami naturali dei soggetti - reti informali - e le risorse delle relazioni interprofessionali tra i servizi - reti formali si propone di accompagnare e stimolare un processo di crescita e di autonomia delle reti che porterà benessere non solo alle persone in difficoltà ma anche all intera collettività. Dalle esperienze sul campo si evince che i nuovi bisogni sociali, insieme a quelli sanitari, raramente trovano soddisfazione dall intervento posto in essere da un unica figura professionale. Tali bisogni richiedono lo sviluppo di un lavoro per progetti che vede ogni utente coinvolto nella costruzione di un programma personalizzato nel quale le diverse professioni - appartenenti ad un medesimo servizio, équipe o provenienti da istituzioni ed agenzie diverse - apportano il proprio contributo. 5

6 1_ Bacherini Anna M, Post adozione e prassi operative nell ente autorizzato A.I.A.U. in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Malaguti M., Post adozione e prassi operative nella regione Emilia Romagna. in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _Tagliaferri A., Sintesi dei lavori del gruppo 1. in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Chistolini M, Il sostegno post adottivo: obiettivi e contenuti in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Raciti P., Sintesi dei lavori del gruppo 2 in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _Pregliasco R., Sintesi del lavoro del gruppo3 in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Demetrio D., Interculturalità e sguardi multipli: gli apporti metodologici in L operatore oltre frontiera, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2005, p _ Altieri, Maria R., L accomagnamento della coppia e del bambino adottivo nel rapporto di filiazione in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Galli J., Il lavoro psicologico-clinico e sociale nel post adozione in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p _ Mè S., Post adozione e prassi operative nella regione Veneto in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p L. 31 dicembre 1998 n Bernicchi C. Postadozione e prassi operative nell Ente autorizzato Crescere Insieme - in Il post adozione tra progettazione ed azione, studi e ricerche Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, 2008, p Calori, Postadozione e prassi operative nell Ente autorizzato Istituto La Casa - in Il post Internazionali- Istituto degli Innocenti, p.82 6

7 14- Farri, Modello, processo e metodo: verso un percorso post adozione integrato in Il post Internazionali- Istituto degli Innocenti, p Sacchetti, L. I servizi, gli enti autorizzati, il tribunale per i minorenni, la CAI, in Adozioni internazionali sul territorio e nei servizi, pag Volta, M.C. La collaborazione tra servizi e gli Enti autorizzati nel progetto della Regione Emilia Romagna nell esperienza della Provincia di Bologna in Adozioni internazionali sul territorio e nei servizi, pag Chistolini Strumenti e metodologie nel post adozione in Il post adozione tra progettazione ed azione studi e ricerche, Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, p Lombardi La famiglia adottiva al banco di prova dell adozione.. in Percorsi problematici dell adozione internazionale p Favaro Adozione e scuola in Il post adozione tra progettazione ed azione studi e ricerche, Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali- Istituto degli Innocenti, p De Rienzo La situazione linguistica e le relazioni complesse tra scuole, famiglia Il post Internazionali- Istituto degli Innocenti, p Camiolo Relazione adulto-bambino e complessità dell esperienza di abbandono Il post Internazionali- Istituto degli Innocenti, p.162 7