I PIANI DI RIORDINO DEI CAL UNA PRIMISSIMA LETTURA RAGIONATA

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Tommasa Villa
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1 I PIANI DI RIORDINO DEI CAL UNA PRIMISSIMA LETTURA RAGIONATA di Federica Fabrizzi (Ricercatore di Istituzioni di diritto pubblico Università Telematica Internazionale Uninettuno) 7 ottobre 2012 Entro la prevista scadenza del 4 ottobre 2012, sono 13 i Consigli delle Autonomie Locali (la Conferenza permanente delle autonomie locali nel caso della Basilicata) che si sono pronunciati in merito alla proposta di riordino ai sensi dell art. 17, comma 3 del Decreto Legge 6 Luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 Agosto 2012, n Diversi sono i profili di interesse che le deliberazioni adottate presentano, sia in relazione all accoglimento da parte dei CAL della complessiva procedura di riordino approvata dal Governo, sia nel merito degli esiti cui le diverse proposte conducono. Attenendosi, ad un prima lettura, al solo dato numerico dell esito dell accorpamento la situazione regione per regione (tenendo conto che in questa fase sono coinvolte le sole regioni ordinarie) è la seguente. Piemonte: la proposta del Cal prevede la riduzione delle province da 8 a 3, cui si aggiunge la città metropolitana di Torino (Cuneo; Asti-Alessandria; Novara Verbania Cusio Ossola - Biella Vercelli) Lombardia: l ipotesi prevede che le province passino da 12 a 8, cui si aggiunge la città metropolitana di Milano (Pavia; Lodi-Cremona; Mantova; Brescia; Bergamo; Sondrio; Como federalismi.it n. 19/2012

proposta di riordino ai sensi dell art. 17, comma 3 del Decreto Legge 6 Luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 Agosto 2012, n. 135.

2 Lecco - Varese; Monza Brianza). La proposta contempla, dunque, 3 deroghe ai criteri adottati dal Governo (Mantova, Sondrio e Monza Brianza) che non avrebbero i requisiti minimi per sopravvivere. Veneto: il Cal ha scelto di proporre il mantenimento delle 6 province esistenti, cui si aggiunge la città metropolitana di Venezia. Liguria: l ipotesi approvata dal Cal prevede la riduzione delle province da 4 a 2, più la città metropolitana di Genova (Savona-Imperia, La Spezia). Emilia Romagna: l ipotesi è di riduzione delle province da 9 a 4, più la città metropolitana di Bologna (Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena; Ferrara; Ravenna-ForlìCesena- Rimini). Toscana: il Cal ha approvato due diverse ipotesi di riordino. Una prevede l accorpamento e la riduzione da 10 a 5 province, cui si aggiunge la città metropolitana di Firenze (Massa-Lucca; Prato-Pistoia; Siena-Grosseto; Arezzo; Pisa-Livorno); un altra riduce fino a 4 le province (Massa-Lucca-Pisa-Livorno; Prato-Pistoia, Siena-Grosseto, Arezzo). Umbria: il Cal ha approvato un documento nel quale si auspica il mantenimento delle 2 province (con alcuni spostamenti di Comuni, da effettuarsi tramite la procedura di cui all art. 133 Cost.). Marche: le province passerebbero dalle attuali 5 a 4 (Ancona; Pesaro-Urbino; Macerata; AscoliPiceno-Fermo), con deroga dunque per Macerata che non rispetta il paramentro dei abitanti. Lazio: il Cal non ha assunto nessuna deliberazione in merito al riordino, avendo invece deliberato di aderire alla decisione della giunta regionale di impugnare l art. 17 davanti alla Corte costituzionale. Abruzzo: l ipotesi è di passare dalle attuali 4 province a 2 (L Aquila-Teramo; Pescara-Chieti). Molise: non essendo stati istituito il Cal, sarà probabilmente la Regione a pronunciarsi. Secondo i criteri del Governo rimarrebbe 1 sola provincia. 2

Liguria: l ipotesi approvata dal Cal prevede la riduzione delle province da 4 a 2, più la città metropolitana di Genova (Savona-Imperia, La Spezia).

3 Campania: il Cal ha chiesto che sia prevista una deroga ai criteri fissati dal Governo per salvare Benevento e mantenere dunque invariate le attuali 4 province, più Napoli città metropolitana. Puglia: non essendo stato istituito il Cal, sarà probabilmente la Regione a pronunciarsi. L applicazione dei criteri del Governo porterebbe alla riduzione delle province da 6 a 3 (Foggia Bat; Taranto-Brindisi; Lecce), più la città metropolitana di Bari. Basilicata: la Conferenza permanente delle autonomie locali ha adottato un documento in cui si chiede il mantenimento delle 2 province esistenti. Calabria: il CAL si è insediato solamente il 1 ottobre; non ha approvato alcun piano di riordino, ma ha chiesto alla Giunta regionale di impugnare l art. 17. Complessivamente, dunque - dovendo ritenere che i Cal che non hanno formulato proposte di riordino (Lazio e Calabria) intendano mantenere l assetto esistente ed ipotizzando che le Regioni per le quali non si conoscono le decisioni applichino senza deroghe i criteri del Governo - si passerebbe dalle attuali 86 province a 54 (o 53 in base alla soluzione toscana), cui si devono aggiungere le 10 città metropolitane. Per quanto riguarda le dimensioni, l accorpamento dà esiti talvolta assai diversi. Nelle Marche, ad esempio, si torna sostanzialmente alla situazione pre-2004, con la riunione della Provincia di Fermo con quella di Ascoli, della quale faceva parte, e la ricostituzione di una circoscrizione provinciale di dimensioni sostanzialmente analoghe a quelle delle altre province marchigiane, ma che si noti! è comunque al di sotto dei parametri fissati dal Governo per quanto concerne il dato dei Kmq. In Toscana, invece, l accorpamento delle province di Siena e Grosseto porterà alla formazione di una provincia di circa 8300 Kmq, equivalenti a quasi il doppio del Molise, una volta e mezzo la Liguria, uguale all Umbria. In Liguria, invece, la soluzione proposta (obbligata) conduce alla formazione di una provincia ad est di Genova di circa 2600 kmq e abitanti, e la Provincia di La Spezia - fatta salva dallo stesso art di circa 850 Kmq e abitanti. 3

L applicazione dei criteri del Governo porterebbe alla riduzione delle province da 6 a 3 (Foggia Bat; Taranto-Brindisi; Lecce), più la città metropolitana di Bari.

4 Se, infine, la Puglia dovesse effettivamente applicare i criteri governativi, la neo-istituita provincia di Barletta-Andria-Trani, ottenuto da poco la scorporo dal comune capoluogo Bari, si ritroverebbe ora accorpata a Foggia, in una nuova provincia che raggiungerebbe circa gli Kmq. A prescindere dagli esiti concreti della riordino dei confini, rilevante è il dato sulla adesione o meno dei Cal ai criteri dettati dal Governo. Nel complesso dei 13 Cal interpellati, 8 hanno formulato proposte che o a) prevedono singole deroghe (Lombardia, Marche, Campania) ovvero b) chiedono il mantenimento della situazione esistente (Umbria, Basilicata, Veneto) ovvero c) si oppongono radicalmente all intera operazione approntata dall art. 17 (Lazio, Calabria). Anche il Cal Liguria, nella assai articolata e documentata deliberazione, approvata con soli 16 voti favorevoli su 29 votanti, afferma di aver proceduto ad un riordino sostanzialmente obbligato ( la norma non lascia scampo: i criteri popolazione/abitanti, ma anche la necessità che comunque tali criteri dovessero essere posseduti dalle rispettive province alla data del 20 luglio 2012 (data di deliberazione del consiglio dei ministri) non hanno consentito al Cal di operare alcuna forma di riordino che non fosse l accorpamento delle due entità. [ ] Gli spazi di manovra imposti dal governo sono pressoché nulli. E però doveroso evidenziare come tale scelta comporti grandi difficoltà e disagi, per la popolazione ) e non condiviso ( riteniamo doveroso evidenziare come questa scelta non viene condivisa, ma subita, dagli amministratori di Imperia, e la condivisione - ripetiamo per senso di responsabilità - della necessaria deliberazione finale del CAL, non significa l automatica accettazione dell accorpamento, che non rappresenta una soluzione ma un problema [ ] Il Cal non può che prendere atto del quadro normativo derivante dall applicazione della legge e deliberare in tal senso, per dovere e non certo per convinzione ). La stessa considerazione può essere fatta per quanto attiene alla decisione adottata dal Cal lombardo che, in premessa, afferma perentoriamente che la normativa in esame presenta forti dubbi di legittimità costituzionale, deliberando poi, a maggioranza, di chiedere in prima istanza il mantenimento dello status quo e proponendo solamente in subordine l accorpamento con deroghe. Occorre sottolineare che non sono ancora scaduti i termini per le Regioni per proporre qlc rispetto all art. 17 ed alcune Regioni (soprattutto tra quelle che hanno già impugnato l art. 23 4

A prescindere dagli esiti concreti della riordino dei confini, rilevante è il dato sulla adesione o meno dei Cal ai criteri dettati dal Governo.

5 del decreto Salva Italia) sembrerebbero ancora intente a valutarne l opportunità. Singolare a tal proposito la scelta del Cal Lazio che motiva la mancata presentazione di un ipotesi di riordino con la decisione di aderire alla decisione della Giunta di impugnare l art. 17 (in questo adottando un impostazione diversa ad esempio dal Cal Campania), quasi che l una cosa escluda l altra. E da notare, inoltre, sempre sotto il profilo procedurale, che in alcune realtà si è proceduto coinvolgendo ampiamente gli enti territoriali minori interessati (i.e. i Comuni) ed in questo senso è particolarmente esaustiva la deliberazione del Cal Liguria che dà conto di un ampia attività istruttoria svolta proprio con i Comuni del territorio e che nella maggior parte delle deliberazioni si chiede di tener conto, in ogni caso, della procedura di cui all art. 133 Cost., anche solo per garantire, in una fase successiva, lo spostamento dei Comuni da una provincia ad un altra. E significativo infine notare il ripetuto richiamo, in forma di raccomandazione al Governo, della revisione del sistema elettorale di secondo grado previsto dall art. 23 del decreto Salva Italia (Umbria, Lombardia, Liguria). 5

17 (in questo adottando un impostazione diversa ad esempio dal Cal Campania), quasi che l una cosa escluda l altra.

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