Neuroscienze e Apprendimento

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1 I Lincei per una nuova didattica nella Scuola: una rete nazionale Polo di Brescia Edizione 2016 Neuroscienze e Apprendimento 10 marzo 2016, ore 15.00, Prof. Alessandro Padovani Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività Attention Deficit Hyperactivity Disorder

2 DDAI o ADHD Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività o Attention Deficit Hyperactivity Disorder

3 Cos è il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività Il DDAI è un disturbo evolutivo dell autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo svolgimento delle comuni attività quotidiane Il DDAI riguarda l autocontrollo, in quanto il bambino non riesce a orientare i propri comportamenti rispetto a quanto atteso dall ambiente esterno

4 DA??? dislessia Disfasia e Disturbi specifici di linguaggio DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO ADHD Disturbo della lettura e scrittura Discalculia Disturbo delle abilità visuospaziali e prassico

5 IPOTESI EZIOLOGICHE Fattori neurobiologici (alterazioni a carico dei lobi frontali) Fattori genetici (base ereditaria del disturbo) Fattori ambientali (condizioni socio-economiche familiari, lo stile nutritivo, esposizione prenatale a sostanze tossiche, l assunzione di specifici farmaci) Fattori psicologici (specifiche modalità disfunzionali utilizzate dai genitori per interagire col bambino)

6 TEORIE DEL DEFICIT DI ATTENZIONE ADHD

7 MODELLO MOTIVAZIONALE/COMPORTAMENTALE

8 MODELLO CENTRATO SULLA DISFUNZIONE GENETICA

9 NATURA&CULTURA Disturbi del comportamento Caspi et al. Nature Reviews Neuroscience

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11 GENE X AMBIENTE DETERMINATI GENOTIPI POSSONO INFLUENZARE, AUMENTANDOLA O DIMINUENDOLA, LA POSSIBILITA CHE UN INDIVIDUO MANTENGA IL PROPRIO STATO DI BENESSERE PSICHICO NEL MOMENTO IN CUI VIENE A CONTATTO CON UN AMBIENTE PATOGENO L ETEROGENEITA DI RISPOSTA AI FATTORI AMBIENTALI E ASSOCIATA A DIFFERENZE INDIVIDUALI SU BASE GENETICA

12 ABILITA COGNITIVE FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI PROCESSORE CENTRALE FENOTIPO GENOTIPO TEMPERAMENTO E ABILITÀ PROSOCIALI FATTORI PROTETTIVI AMBIENTALI

13 ELEVATA IMPULSIVITA INATTENZIONE ELEVATA REATTIVITA EMOZIONALE attaccamento PROCESSORE CENTRALE INEFFICIENTE STRESS AMBIENTALE PROCESSORE CENTRALE INEFFICIENTE Livello cognitivo DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO DISTURBO DELLA CONDOTTA Relazioni familiari DISTURBO D ANSIA FOBIA SOCIALE DISTURBO DEPRESSIVO

14 lo sviluppo cerebrale e cognitivo sarebbe determinato (Edelmann) Dalla selezione ontogenetica (primo abbozzo di gruppi neuronali) Dalla selezione esperienziale (amplificazione solo di alcune popolazioni sinaptiche) Dalla mappatura rientrante (collegamenti tra diverse mappe neuroniche) questo processo di mappatura si estende gradualmente generalizzazione e consapevolezza sempre maggiori

15 secondo questo modello da particolari architetture neurali di base si passerebbe nel corso dello sviluppo a sistemi (predisposti) più evoluti grazie all esperienza attraverso due processi: (Karmiloff-Smith) la progressiva modularizzazione delle competenze (più specifiche, automatizzate ed indipendenti dal contesto) la ridescrizione delle rappresentazioni mentali (da implicite ad esplicite/consapevoli)

16 MODELLI MULTIFATTORIALI Bassa attivazione del SNC iperattività motoria ricerca di stimoli Disfunzione delle aree prefrontali Difficoltà utilizzo funzioni esecutive Deficit metacognitivo difficoltà di monitoraggio sa cosa fare, ma non riesce a farlo Cornoldi, Vio, Offredi, Mazzocchi ( )

17 abilità fondamentali che caratterizzano la metacognizione (Brown) la capacità di predire (rappresentarsi mentalmente la procedura per risolvere un compito) la capacità di progettare (individuare ed organizzare la procedura più idonea per conseguire un risultato) la capacità di monitorare l andamento del processo cognitivo la capacità di verificare e valutare il risultato (presuppone la capacità di correggere eventuali errori)

18 SINTOMI Difficoltà di attenzione e concentrazione (Deficit di Attenzione) Difficoltà nel regolare il livello di attività motoria (Iperattività) Incapacità di controllare l impulsività (Impulsività)

19 L ATTENZIONE ATTENZIONE GENERALIZZATA ATTENZIONE SELETTIVA SHIFTING DI ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE FOCALE ATTENZONE DIVISA ATTENZIONE SOSTENUTA

20 DEFICIT DI ATTENZIONE Esistono processi attentivi differenti: 1) Attenzione selettiva 2) Attenzione focalizzata 3) Attenzione mantenuta 4) Spostamento dell attenzione 5) Attenzione condivisa Autoregolazione dell attenzione

21 AUTOREGOLAZIONE Consiste nella capacità di posticipare una gratificazione, nel controllo degli impulsi e delle emozioni, dell attività motoria e verbale, nonché nell esecuzione di comportamenti socialmente approvati senza il bisogno di un supervisore esterno. L autoregolazione include quelle abilità che consentono di orientare il comportamento rispetto alle richieste interne (il nostro senso del dovere) ed esterne (cosa chiedono gli altri).

22 IPERATTIVITA Eccessivo o inadeguato livello di attività motoria che si manifesta con una eccessiva irrequietezza. I bambini con DDAI muovono continuamente le mani o i piedi, non riescono a star seduti o a star fermi quando le circostanze sociali lo richiedono. Parlano continuamente e sono sempre in movimento, come se fossero guidati da una sorta di motorino.

23 IMPULSIVITA Incapacità ad aspettare o ad inibire risposte o comportamenti che in quel momento risultano inadeguati. Nei bambini DDAI l impulsività si manifesta con un eccessiva impazienza, con una grande difficoltà a controllare le proprie reazioni, e una grande frettolosità nel rispondere alle domande dell insegnante.

24 Questa complessa costellazioni di sintomi cosa comporta? A scuola: non riesce a prestare la dovuta attenzione, è irrequieto, lavora in modo disorganizzato e disordinato, è spesso fuori dal compito, molto eccitabile, molto imprevedibile nelle reazioni, ignora le istruzioni sul lavoro da svolgere, tende a diventare il bullo della classe A casa: incapacità a seguire le istruzioni, disorganizzazione delle attività di gioco e lavoro

25 Ostacoli all inserimento sociale: Le caratteristiche che portano all insuccesso scolastico originano nel tempo problemi di inserimento sociale Ostinazione-testardaggine Negativismo-scarso rispetto delle regole Autoritarismo-prepotenza Maggior labilità dell umore Presunzioni-darsi delle arie Scarsa tolleranza alla frustrazione Scatti d ira Ridotta autostima

26 Questi bambini Non riescono a lavorare su uno stesso compito per un periodo prolungato. La loro motivazione diminuisce più rapidamente di quella degli altri Spesso sanno quello che dovrebbero fare ma non riescono a mettere in pratica le loro buone azioni La loro attenzione è controllata da stimoli esterni e interni Il loro comportamento non è diretto verso uno scopo specifico.

27 Il livello di Motivazione, la Fiducia nell impegno E nello sforzo La sua capacità di concentrazione e di attenzione sostenuta Il processo di Pianificazione e Soluzione di problemi La capacità di rispondere in Modo positivo a certe emozioni Il bambino non riesce a regolare Il suo livello Di autostima La tendenza A dare una risposta In modo impulsivo E precipitoso Il suo comportamento motorio Il suo comportamento Con gli altri Rispettando le Regole sociali Difficoltà di autoregolazione

28 INCIDENZA DEL DDAI Secondo il DSM-IV tra il 3% e il 5% Secondo altre ricerche americane (Barkley, 1997) sono tra il 3% e il 7% Secondo altri ricercatori europei (Sergeant, 1997) i casi puri sono circa il 3% ma almeno il 10% presenta quadri attenuati

29 Disturbi associati e secondari Disturbo oppositivo provocatorio 50% Disturbo della condotta 15% Disturbi di apprendimento 40% Disturbi di tipo depressivo 30% Disturbi di tipo ansioso 25% Problemi nelle relazioni interpersonali

30 Evoluzione del disturbo Età media di insorgenza = 3/4 anni Alla nascita = molto irritabili, inclini ad un pianto inconsolabile,facilmente frustrabili, con difficoltà di sonno e di alimentazione Nella scuola elementare = peggioramento dei sintomi a causa delle regole da rispettare e dei compiti da eseguire Nella preadolescenza= diminuzione dell iperattività sostituita da agitazione interiorizzata o ansia Nella adolescenza = attenuazione dei sintomi di disattenzione e iperattività, perdurano difficoltà nelle relazioni sociali, incapacità a mantenere un lavoro ad avere relazioni amicali stabili; possibile sviluppo di altri disturbi (depressione, ansia o condotta antisociale)

31 Indicatori prognostici Familiarità del disturbo Abilità cognitive di base Compresenza di altre diagnosi Ambiente familiare e scolastico: ordinato, prevedibile e tollerante Applicazione di interventi psicoeducativi (con genitori, insegnanti e bambino)

32 PROGNOSI DEL DDAI Permane una diagnosi di DDAI (tra il 50% e il 70%) Disturbo di personalità antisociale (circa il 20%) Abuso di funo, alcool, droghe (circa il 15%) Criminalità (circa il 13%-15%) Precoce abbandono scolastico Perdita del lavoro Basso status socio-economico Disturbi dell umore Disturbi d ansia

33 Il problema della diagnosi: Mancanza di un protocollo diagnostico preciso Riduzione dei comportamenti DDAI in sede di visita Frequente presenza nel bambino di tratti depressivi e di svalorizzazione Comportamenti problematici del bambino DDAI presente anche in altri disturbi (DOC, DOP ecc.)

34 La valutazione diagnostica Questionari (SDAI, SDAG, SDAB) Colloquio genitori= anamnesi personale e patologica, raccolta di tutte quelle informazioni (interviste strutturate o semistrutturate) che consentano di ricostruire la storia del bambino e della sua famiglia Colloquio bambino= importante per capire il suo vissuto, relativo alle sue problematiche e alla visita stessa

35 continua QUALI I TRATTAMENTI

36 INTERVENTO TERAPEUTICO Obiettivi: 1. Non mira alla scomparsa dei sintomi, ma allo sviluppo di un adeguato benessere, che dipende anche dalle relazioni con il suo ambiente familiare e sociale.

37 Interazione tra il bambino e gli ecosistemi di vita Ecosistema Familiare Ecosistema Scolastico bambino Ecosistema Dei pari Ecosistema Sociale

38 TRATTAMENTI MULTIMODALI Rivolti al bambino Rivolti ai genitori Rivolti agli insegnanti ed operatori

39 Trattamenti rivolti al bambino Psicofarmacoterapia Tecniche di intervento cognitivocomportamentali Tecniche metacognitive

40 psicofarmacoterapia Terapia combinata= farmaco+intervento terapeutico Riduzione dei sintomi nel 70%-80% dei bambini con DDAI Efficacia a breve termine

41 Tecniche cognitivocomportamentali Token economy è un sistema basato su rinforzi secondari o simbolici, che riescono a creare un sistema simile a quello economico, in cui vengono attribuiti dei punti a seguito di comportamenti adeguati e tolti a seguito di comportamenti inadeguati

42 Tecniche cognitivocomportamentali Social Skills Training consiste nell impiego di un pacchetto di tecniche diverse, finalizzato a far acquisire alla persona uno o più comportamenti adattivi. Queste tecniche sono: il modellamento, l inversione dei ruoli, il feedback, l autoistruzione e le tecniche di rilassamento.

43 Tecniche cognitivocomportamentali Training per l autoistruzioni consiste nell aiutare il bambino ad usare il linguaggio covert per dare ordine e guidare il comportamento verso il raggiungimento di specifiche mete.

44 Tecniche cognitivocomportamentali I contratti contingenza si fonda sul concetto di rinforzo specifico e si inquadra all interno delle tecniche di autocontrollo. L obiettivo è quello di incrementare la frequenza di emissione di comportamenti adeguati e nel contempo diminuire quella dei comportamenti inadeguati. Si procede elaborando un patto o un accordo in cui è previsto, tra due o più contraenti, un interscambio tra comportamenti e conseguenze

45 Tecniche meta-cognitive Hanno l obiettivo di aumentare la capacità di porsi in atteggiamenti di riflessione su se stessi e riguardo le situazioni. Tecniche utilizzate per raggiungere l obiettivo: Riflessioni metacognitive, Autovalutazione delle prestazioni, Monitoraggio della prestazione.

46 valutazione dinamica cioè qual è il potenziale di apprendimento? Partendo dai quesiti metacognitivi verificare: Quali procedimenti e strategie utilizza spontaneamente? Quali procedimenti può adottare se gli viene suggerita e spiegata la strategia Mostrare come eseguire il compito oppure guidarlo con rinforzo verbale per portarlo a rendersi capace di autoregolarsi usando il proprio linguaggio

47 L intervento ha dunque lo scopo di: promuovere strategie di risposta a fini adattivi ovvero mettere in atto strategie che rendano possibile lo svolgimento di una serie di attività rispetto alle proposte dell ambiente, alle scelte dell individuo e alla capacità dell individuo di inibire alcune risposte.

48 L intervento rivolto ai genitori PARENT TRAINING rappresenta una via per migliorare il comportamento di bambini con DDAI aiutando i genitori a riconoscere l importanza delle relazioni con i coetanei, a insegnare le abilità sociali e di crescita, ad acquisire un ruolo attivo nell organizzazione della vita sociale del bambino e facilitare l accordo fra adulti nell ambiente in cui il bambino si trova a vivere.

49 Struttura del parent training 1. Comprensione del problema, informazioni sul training, sul DDAI, questionari 2. Preparazione al cambiamento, discussione su atteggiamenti, credenze e comportamenti genitoriali 3. Definizione dei problemi (schede ABC) 4. Scelte educative che favoriscono l autoregolazione viene fornito un aiuto ai genitori per strutturare la loro vita familiare 5. Individuare comportamenti negativi nel bambino 6. Ampliare il proprio bagaglio di strategie educative 7. Agire d anticipo rispetto al problema con un piano in testa 8. Il genitore come modello di abile risolutore dei problemi 9. Un bilancio del lavoro svolto e prospettive per il futuro

50 L intervento a scuola Informare sulle caratteristiche del DDAI e sul trattamento che viene proposto Fornire appositi strumenti di valutazione per completare i dati diagnostici Mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la relazione con l alunno Spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento all interno della classe Informare su come strutturare l ambiente classe Suggerire particolari strategie didattiche per facilitare l apprendimento Spiegare come lavorare all interno della classe per migliorare la relazione tra il bambino con DDAI e i compagni

51 Alcuni accorgimenti Essere molto precisi e dettagliati in ciò che l insegnante vuole ottenere Il richiamo deve essere immediato all evento negativo Il dialogo deve essere sereno, calmo e tranquillo Durante il richiamo, è opportuno mantenere il contatto oculare È bene che il dialogo si svolga in forma privata È sconsigliato punire i ragazzi con iperattività facendogli ripetere i compiti non svolti