Allegato al Quaderno della Ricerca n. 93: SCHEDE AGRONOMICHE

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1 Allegato al Quaderno della Ricerca n. 93: SCHEDE AGRONOMICHE

2 Nitrati e avvicendamenti colturali La scelta del sistema colturale è un elemento importante per l agricoltura che deve far fronte alla problematica dei nitrati. Infatti una gestione attenta e razionale dell avvicendamento delle colture può essere utile per contenere il rilascio di nitrati nell ambiente. OBIETTIVO Spiegare come l avvicendamento colturale e la scelta di inserire nuove colture possono influenzare direttamente o indirettamente le perdite di nitrati per lisciviazione. DI COSA PARLIAMO L avvicendamento colturale è una successione di colture nel tempo e nello spazio. Questa successione può essere libera (definita anno per anno) o a rotazione (la stessa coltura ritorna sullo stesso campo dopo un preciso intervallo di tempo). Le cover crops, o colture di copertura, vengono impiegate quando la coltura principale non è presente sul terreno. Queste hanno funzione, oltre che produttiva, di miglioramento delle proprietà fisiche del suolo, di riduzione della lisciviazione dei nitrati e di protezione dall'erosione superficiale. La lisciviazione è il trasporto di soluti quali nitrati e fitofarmaci oltre la profondità raggiunta dagli apparati radicali delle colture. IN SINTESI L uso di colture di copertura è una delle azioni più significative, insieme ad una corretta gestione dei fertilizzanti ed effluenti di allevamento, che dovrebbe essere messa in pratica per ottemperare alla Direttiva Nitrati. CRITICITA Nelle condizioni pedoclimatiche che caratterizzano la pianura padana il fenomeno della lisciviazione dei nitrati si verifica prevalentemente nel periodo autunno-invernale quando le precipitazioni sono più abbondanti, l evapotraspirazione è più ridotta e il terreno è nudo, non coperto da colture in grado di assimilare nutrienti. I sistemi colturali che prevedono la stessa coltura sullo stesso appezzamento per più anni e che fanno largo uso di fertilizzanti e effluenti di allevamento risultano notevolmente più a rischio di lisciviazione. SOLUZIONE Il fenomeno della lisciviazione dei nitrati può essere mitigato apportando modifiche alle rotazioni colturali quali: l'utilizzo di colture di copertura, l'inserimento di leguminose nella rotazione e la conversione delle superfici in prati permanenti e avvicendati. Tutte le colture di copertura (cover crops) a prescindere da una raccolta per fini produttivi, sono anche considerate colture trappola (catch crops), vale a dire capaci di assorbire nitrati che altrimenti liscivierebbero in falda. L inserimento di cover o catch crops all interno di una rotazione permette infatti di coprire il terreno nei periodi in cui la coltura principale non è coltivata. Questo serve ad ottenere bassi livelli di nitrati nel suolo e ad evitare l'erosione e il conseguante trasporto di nutrienti, compreso, in questo caso, anche il fosforo. Tali colture di copertura sono in grado di assorbire almeno in parte l azoto residuale che rimane nel terreno dopo la raccolta della coltura principale e che altrimenti potrebbe essere allontanato dal sistema suolo-pianta.

3 Le asportazioni dell'azoto minerale residuo successivamente alla coltura primaverile-estiva variano da un minimo del 50% (loiessa) fino ad un massimo del 75% (brassicacee), a seconda dell'efficacia della coltura. Per questa ragione, sistemi colturali che prevedano la presenza sistematica di colture nel periodo autunno-invernale, possono avere un ruolo decisivo nel limitare le perdite di azoto. Effetto delle leguminose: le leguminose foraggiere o da granella fissano notevoli quantità di azoto atmosferico attraverso la simbiosi con i batteri azoto-fissatori. Questo azoto viene in gran parte rilasciato nel terreno sia durante la crescita colturale, sia successivamente con i residui colturali. Tale disponibilità d'azoto nel terreno promuove i processi di trasformazione della sostanza organica e potrebbe favorire lo sviluppo delle successive colture, soprattutto se queste sono caratterizzate da un alta domanda nutrizionale. Questo aspetto può essere determinante, come noto, per limitare l utilizzo di concimi minerali. Tuttavia, la coltivazione delle leguminose, in particolare l erba medica, può essere importante anche nell ottica di un attenta gestione delle fertilizzazioni organiche con l uso di effluenti di allevamento, quando questi sono prodotti in azienda in quantità eccedenti ai fabbisogni delle altre colture. Vari studi confermerebbero infatti che l erba medica è una buona candidata a ricevere alte dosi di reflui zootecnici a fronte di una limitata lisciviazione di nitrati poiché, quando concimata, interrompe l azotofissazione e diventa molto attiva nell assorbire azoto minerale. Per quanto la concimazione di prati di erba medica non rientri tra le ordinarie pratiche agricole, non avendo di per sé le leguminose necessità di apporti azotati (l attuale CBPA decreto D.M infatti non le prevede, ma d altra parte non lo vieta), tale pratica non andrebbe del tutto esclusa in condizioni di criticità, essendo sicuramente preferibile alla sovraconcimazione di altre colture, cui gli agricoltori potrebbero essere in alcuni casi indotti, che invece presenta rischi ambientali più elevati. L effetto della riduzione della lisciviazione è comunque più marcato con l inserimento in rotazione di prati di graminacee o di leguminose di 3-4 anni (dove possibile), piuttosto che di erbai intercalari. A tali coltivazioni deve sempre seguire una coltura caratterizzata da elevate asportazioni (es. mais) che può sfruttare la fertilità residua. Effetto dei prati (permanenti e/o avvicendati): un importante funzione dei prati è quella di occupare la superficie del suolo per lunghi periodi di tempo, limitando così anche i fenomeni di tipo erosivo. La densità dell'apparto radicale che li contraddistingue, agendo da filtro biologico, permette il sequestro dei nutrienti per tutta la durata della fase vegetativa, assicurando tassi di assimilazione dell azoto molto elevati. Recenti studi riportano infatti che i prati, attraverso il loro sistema radicale, sono in grado di rimuovere fino al 97% dei nitrati presenti nella soluzione circolante del terreno. Per queste ragioni i prati permanenti ed avvicendati si prestano convenientemente ad essere fertilizzati con effluenti di allevamento. Non è un caso, in proposito, che molte delle deroghe concesse in altre regioni europee al limite di 170 kg/ha di azoto di origine zootecnica imposto dalla direttiva nitrati nelle Zone Vulnerabili ne prevedano la presenza negli ordinamenti colturali delle aziende interessate. Rottura e sovescio dei prati: la rottura e il sovescio autunnale dei prati porta a perdite per lisciviazione maggiori rispetto ad un rottura e sovescio primaverile oppure invernale. Rispetto alla monosuccesione di mais, una rotazione che prevede 3 anni di prato di medica + 1 anno di mais + 1 anno di frumento può portare a riduzioni anche del 50% della lisciviazione di azoto.

4 UTILIZZAZIONE DELLE ROTAZIONI E DELLE COLTURE DI COPERTURA VANTAGGI: Protezione del terreno dall erosione. Minore input di concimi minerali. Possibilità di controllare meglio, limitandola, la lisciviazione dei nitrati. Più elevata sostenibilità complessiva dell agro-ecosistema (maggiore biodiversità, qualità del paesaggio agrario, ecc.) SVANTAGGI: Incremento della complessità gestionale.

5 Indicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto I bilanci colturali e aziendali dell azoto sono degli indicatori semplici della valutazione della gestione dell azoto delle colture e agrotecniche ad essa associate e/o dell azienda. Tali indicatori diagnostici non intendono essere lo strumento operativo da adottare in una logica di ottimizzazione della gestione dell azoto, come è invece il piano di concimazione, ma rappresentano uno strumento in grado di identificate rapidamente situazioni potenzialmente critiche aiutando a controllare le pratiche aziendali volte al miglioramento della gestione dell azoto. Con il bilancio aziendale si confrontano, a livello di azienda, i flussi di azoto apportato dall esterno sotto forma di fattori di produzione acquistati che contengono azoto (concimi minerali, mangimi, animali di allevamento, ecc.), con quelli dell elemento nutritivo asportato con i prodotti ceduti, a loro volta contenenti azoto (vegetali, latte, carne, ecc.). Dalla differenza tra i due flussi si ottiene il surplus apparente. OBIETTIVO Descrizione del bilancio dell azoto aziendale come indicatore per la valutazione della gestione dell azoto in azienda. DI COSA PARLIAMO Il bilancio di una sostanza nutritiva è un indicatore di adeguatezza della gestione dei nutrienti di una realtà aziendale. Viene espresso come differenza tra la quantità di nutriente che entra e la quantità che esce dal sistema in un certo periodo di tempo. IN SINTESI Un bilancio positivo indica un eccedenza di N, negativo significa carenza.

6 E = entrate (kg N/ha) Bilancio a livello aziendale U = uscite (kg N/ha) Fertilizzanti minerali Carne Animali acquistati Alimenti per animali Fertilizzanti organici Azotofissazione A Z I E N D A Latte Prodotti vegetali non utilizzati in azienda Reflui zootecnici E U = surplus o deficit (kg N/ha) U/E = efficienza di sfruttamento CRITICITA Quando la differenza tra entrate (E) e uscite (U) è molto positiva, si evidenzia una situazione di eccedenza di azoto (bassa efficienza di sfruttamento) all interno dell azienda e quindi di gestione potenzialmente non ottimale. Viceversa, se il bilancio risulta negativo, ci troviamo in una situazione di carenza di azoto, con possibile incidenza negativa sul livello di produttività o sul contenuto di azoto del terreno. SOLUZIONE La compilazione del bilancio aziendale può aiutare ad ottenere informazioni sull efficienza di sfruttamento dell azoto della propria azienda. A tale proposito, è riportato uno schema esemplificativo per calcolare il bilancio dell azoto aziendale e un esempio di calcolo del bilancio aziendale per un azienda zootecnica con bovini da latte.

7 Schema di calcolo del bilancio aziendale TIPOLOGIA DI FLUSSO Flusso in entrata o in uscita = Quantità acquistata o venduta (tonnellate all anno) Concentrazione in azoto del flusso (kg N / tonnellata) Azoto totale moltiplicazione del flusso per la sua concentrazione (kg N) Entrate A B C = A x B Concimi minerali calcolare separatamente per concimi diversi Si ricava dalle fatture di acquisto Si ricava dal titolo in azoto dei concimi minerali Concimi organici compilare solo se acquistati o ricevuti dall esterno Animali acquistati Alimenti animali Azotofissazione da calcolare solo se sono coltivate leguminose Si ricava dalle fatture di acquisto o dai documenti di cessione Si ricava dalle fatture di acquisto o moltiplicando il numero degli animali per il peso vivo Si ricava dalle fatture di acquisto Si ricava dalle analisi chimiche dell effluente Dato bibliografico: 24 kg N/t di peso vivo Si ricava dividendo il dato di proteina grezza fornito dall etichetta per 6.25 Si considerano 200 kg N/ha nel caso di erba medica e soia; 40 kg N/ha per prato trifoglio + graminacee e per prato stabile Deposizioni atmosferiche Valore espresso in kg N/ha, può essere considerato pari a 30 SOMMA ENTRATE Uscite Carne: animali venduti Latte venduto Si ricava dalle fatture di vendita o moltiplicando il numero degli animali per il peso vivo Si ricava dalle fatture di vendita Dato bibliografico: 24 kg N/t di peso vivo Si calcola dividendo il contenuto di proteina fornito dalle analisi chimiche per 6,25 Prodotti vegetali venduti Concimi organici venduti o ceduti all esterno (non compilare se tutti i reflui prodotti sono utilizzati in azienda) SOMMA USCITE Entrate Uscite Entrate Uscite/ha Uscite/Entrate Si ricava dalle fatture di vendita Si ricava dalle fatture di vendita Si ricava dalle analisi chimiche o da valori bibliografici relativi a ciascuna coltura Si ricava dalle analisi chimiche dell effluente Si calcola come differenza tra i kg N in entrata e kg N in uscita Si calcola dividendo la differenza Entrate Uscite per la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) Si calcola come rapporto tra kg N in entrata e kg N in uscita

8 ESEMPIO DI CALCOLO: AZIENDA AD INDIRIZZO PRODUTTIVO ZOOTECNICO BOVINI DA LATTE SAU: 95 ha Entrate Tipo Quantità (kg) Contenuto di azoto (%) Quantità di azoto totale (kg) Flusso di azoto 1 (kg/ha) Concimi minerali urea , complesso NPK , Concimi organici liquame suino , Mangimi e concentrati latte in polvere per vitelli , nucleo per vacche da latte , farina di estrazione di soia , Paglia per alimento frumento , Lettiera per cuccette segatura , Azotofissazione Deposizioni atmosferiche 30 Totale entrate 362 Uscite Latte , Animali vacche di fine carriera , vitelli maschi di una settimana di vita , Totale uscite 68 Surplus (E - U) 294 Efficienza (%) 19 1 ottenuto dividendo la quantità di azoto totale per la superficie. 2 contabilizzati perché ricevuti dall esterno; gli effluenti prodotti internamente non sono invece considerati.

9 ALCUNI VALORI DI EFFICIENZA DELLO SFRUTTAMENTO DELL AZOTO Di seguito si possono trovare, a titolo informativo, alcuni valori di efficienza dello sfruttamento dell azoto rilevati per aziende situate nel territorio agricolo lombardo. Non sono valori medi, ma dati puntuali registrati presso singole aziende. Indirizzo produttivo Note Efficienza dell azoto - U/E (%) Azienda Zootecnica Utilizzo di effluenti prodotti internamente 24 Azienda Zootecnica Utilizzo anche di effluenti provenienti dall esterno 19 Azienda Cerealicola Utilizzo di fanghi di depurazione 53 Azienda Cerealicola Utilizzo solo di fertilizzanti minerali 81 VANTAGGI Semplicità di calcolo, senza necessità di fare misure dirette. Possibilità di fare confronti nel tempo. SVANTAGGI Il risultato dipende dall accuratezza dei dati in ingresso. Non permette di localizzare le criticità all interno della azienda (accumuli o perdite) ma solo di avere una visione di insieme.

10 Indicatori aziendali: bilancio colturale dell azoto I bilanci colturali e aziendali dell azoto sono degli indicatori semplici della valutazione della gestione dell azoto delle colture e agrotecniche ad essa associate e/o dell azienda. Tali indicatori diagnostici non intendono essere lo strumento operativo da adottare in una logica di ottimizzazione della gestione dell azoto, come è invece il piano di concimazione, ma rappresentano uno strumento in grado di identificate rapidamente situazioni potenzialmente critiche aiutando a controllare le pratiche aziendali volte al miglioramento della gestione dell azoto. Il bilancio colturale, impostato a scala di appezzamento o per singole UPA (Unità di Paesaggio Aziendale) o Unita Gestionali, permette di quantificare, attraverso il calcolo di un eventuale surplus, il rischio di perdite di azoto per effettivo allontanamento dal sistema suolo-pianta. Per UPA si intende il raggruppamento di più appezzamenti omogenei per tipo di coltura, agrotecnica associata e tipologia di suolo. OBIETTIVO Descrizione del bilancio dell azoto colturale come indicatore della gestione dell azoto relativamente ad una specifica coltura e agrotecniche ad essa associate. DI COSA PARLIAMO Il calcolo del bilancio viene effettuato come differenza tra: I flussi di azoto che arrivano alla superficie del suolo mediante le concimazioni organiche (al netto della volatilizzazione di ammoniaca), le concimazioni minerali, i residui della coltura in precessione, l azotofissazione, le deposizione atmosferiche. I flussi di azoto in uscita dal terreno (asportazioni colturali). IN SINTESI Un bilancio positivo indica un apporto potenzialmente eccessivo di azoto; un bilancio negativo un apporto potenzialmente insufficiente.

11 CRITICITA Se la differenza tra entrate e uscite di azoto è positiva, significa che viene fornito più azoto di quanto effettivamente la coltura asporta, con ipotesi plausibile di rischio ambientale (lisciviazione di nitrati, volatilizzazione di ammoniaca, denitrificazione) e/o di immagazzinamento in forma inorganica oppure organica nel terreno. Al contrario, una differenza negativa corrisponde ad una situazione di carenza di azoto per la coltura o di impoverimento del terreno. SOLUZIONE La compilazione del bilancio può essere utile per ottenere informazioni rispetto a potenziali eccessi o carenze nella disponibilità di azoto per la coltura. Di seguito si trova uno schema esemplificativo dei principi e delle modalità su cui si basa il calcolo del bilancio dell'azoto a livello colturale. Di seguito si presenta un esempio pratico di calcolo del bilancio relativamente a frumento che segue mais da granella.

12 TIPOLOGIA DI FLUSSO Flusso in entrata o in uscita (kg o tonnellate all ettaro) Concentrazione in azoto del flusso (kg N / kg o tonnellata) Azoto totale moltiplicazione del flusso per la sua concentrazione (kg N/ha) Entrate A B C = A x B Residui colturali della coltura precedente (solo nel caso di colture da granella) Si ricava dalle analisi chimiche o da valori bibliografici relativi a ciascuna coltura Concimi minerali Materiali organici Azotofissazione Per i cereali, la quantità di residui si considera circa uguale alla quantità di prodotto utile. Più in generale, essa si può ottenere moltiplicando per un indice la resa in prodotto utile Equivale alla dose di Si ricava dal titolo in azoto concime apportata dei concimi minerali Equivale alla dose di Si ricava dalle analisi effluente apportata chimiche dell effluente Nel caso delle leguminose il bilancio colturale è può essere considerato in pareggio, per cui non è necessario effettuare il calcolo Deposizioni atmosferiche Tale valore, espresso in kg N/ha, può essere considerato pari a 30 SOMMA ENTRATE Uscite Asporto colturale da calcolare solo per il prodotto utile SOMMA USCITE Entrate Uscite Uscite/Entrate Si ricava dal peso del prodotto o dalle fatture di vendita Si ricava dalle analisi chimiche o da valori bibliografici relativi a ciascuna coltura (rif. scheda asporti colturali) Si calcola come differenza tra i kg N/ha in entrata e kg N/ha in uscita Si calcola come rapporto tra i kg N/ha in entrata e kg/ha N in uscita Esempio di bilancio colturale per frumento da granella che segue mais da granella Produzione frumento: 7 t/ha al 13% di umidità quindi 6.1 t/ha s.s. Produzione mais: 10.2 t/ha al 13% di umidità quindi 8.9 t/ha s.s. TIPOLOGIA DI FLUSSO Flusso in entrata o in uscita (kg o tonnellate all ettaro) Concentrazione in azoto del flusso (kg N / kg o tonnellata) Azoto totale moltiplicazione del flusso per la sua concentrazione (kg N/ha) Entrate A B C = A x B 7.1 t/ha s.s. Residui colturali del mais 0.7 % calcolato come: Kg N/ha da granella 7 kg N/t s.s. di residuo t/ha s.s. x 0.8 (indice) Concimi minerali 328 kg /ha di urea Deposizioni atmosferiche 30 kg N/ha SOMMA ENTRATE Uscite Asporto colturale della granella di frumento 6.1 t/ha s.s. 46% 46 kg N per 100 kg di urea 2.3 % 23 kg N /tonnellata s.s. di granella SOMMA USCITE Entrate Uscite (Surplus) 88 kg N/ha Uscite/Entrate (Efficienza) kg N/ha 230 kg N/ha 142 kg N/ha 142 kg N/ha

13 USO DEL BILANCIO COLTURALE Una volta calcolato il bilancio colturale per ogni singolo appezzamento o per UPA relativamente alla coltura presente è possibile: Ricavare un valore medio di surplus (o carenza) aziendale, attraverso la media pesata dei bilanci di ciascun appezzamento o UPA che può essere confrontato con il risultato ottenuto dal calcolo del bilancio dell azoto effettuato a livello aziendale. Comparare i bilanci di aziende simili per ordinamento colturale e gestione. Valutare nel tempo, di anno in anno, l andamento del surplus di azoto. valutare nello spazio, in aree diverse dell azienda, l eventuale presenza di surplus. mettere in relazione il bilancio colturale dell azoto con la produttività delle colture e in generale con i risultati economici. VANTAGGI semplicità di calcolo, senza necessità di fare misure dirette. possibilità di fare confronti nel tempo e nello spazio. evidenzia le situazioni di criticità (per quali colture si registra un eccedenza nell utilizzo dell azoto e di quale entità). fornisce indicazioni su come e dove intervenire per migliorare l efficienza della gestione dell azoto. SVANTAGGI Il risultato dipende dall accuratezza dei dati in ingresso. Non considera i processi dinamici complessi che incidono sulle eventuali perdite di azoto dai sistemi colturali agricoli (dinamica dell acqua, mineralizzazione, rapporto carbonio/azoto dei residui colturali e dei reflui zootecnici, lavorazioni del terreno, caratteristiche pedoclimatiche).

14 Impiego del digestato come fertilizzante Negli ultimi anni sta assumendo sempre maggiore importanza l uso di effluenti di allevamento, generalmente in miscela con biomassa vegetale, per la produzione di energia. Il processo di digestione anaerobica degli effluenti, oltre a garantire la produzione di biogas, permette di un ottenere un materiale di risulta, denominato digestato, che conserva elevato valore fertilizzante e il cui utilizzo come concime, nel rispetto delle regole di buona pratica agronomica, può risultare importante. OBIETTIVO Descrivere le principali caratteristiche del digestato sotto il profilo del suo valore fertilizzante e fornire indicazioni per la sua utilizzazione agronomica. DI COSA PARLIAMO Il processo di digestione anaerobica consiste nella degradazione, in assenza di ossigeno, della sostanza organica contenuta nell ingestato (materiale in ingresso costituito da effluenti di allevamento e/o biomassa vegetale). Il digestato, con il metano, la CO 2 ed altri gas minori è uno dei sottoprodotti di questo processo. Durante la digestione anaerobica peraltro i composti azotati presenti nell ingestato non vengono eliminati, ma solo parzialmente trasformati da una forma in un'altra e si ritrovano quindi integralmente nel digestato. IN SINTESI La valorizzazione del digestato come concime/ammendante in agricoltura per il suo significativo contenuto in nutrienti minerali e sostanza organica è opportuna, ma richiede la distribuzione del materiale in pre-semina e il suo immediato interramento per evitare perdite in atmosfera di ammoniaca. DIGESTATO PROPRIETA AMMENDANTE PROPRIETA FERTILIZZANTE

15 CARATTERISTICHE AGRONOMICHE DEL DIGESTATO Il digestato è un prodotto ottenuto in seguito a profonde modificazioni biologiche e chimiche. Rispetto al materiale di origine il digestato è caratterizzato da: sostanza organica ad alta stabilità biologica; sostanza organica con alta concentrazione di molecole cosiddette recalcitranti (humusprecursori); azoto prontamente disponibile (alta concentrazione di azoto ammoniacale: % sull azoto totale); azoto organico contenuto in molecole complesse. La dinamica di decomposizione della sostanza organica contenuta nel digestato è ancora oggetto di studio, tuttavia è ormai certo che si tratta di una matrice organica stabilizzata, igienizzata e pulita, di alto valore agronomico. UTILIZZAZO AGRONOMICO DEL DIGESTATO Prove sperimentali di campo hanno dimostrato che non ci sono differenze tra effluente di allevamento conservato in vasche di stoccaggio e effluente di allevamento digerito anaerobicamente per quanto riguarda la potenzialità a fornire azoto per la crescita delle colture. L alta concentrazione di azoto ammoniacale presente nel digestato comporta tuttavia la necessità di distribuzione in pre-semina con immediato interramento per limitare le perdite di volatilizzazione dell ammoniaca. SEPARAZIONE SOLIDO-LIQUIDA Il digestato tal quale in uscita dall impianto di digestione anaerobica andrebbe preferibilmente sottoposto ad un processo di separazione solido/liquida. La frazione liquida può essere utilizzata per fertirrigazione, avendo tale frazione caratteristiche simili a quelle di un concime di sintesi a pronto effetto, mentre la frazione solida deve essere gestita come un effluente di allevamento con un immediato interramento a seguito della distribuzione. La diversificata gestione dei due sottoprodotti (frazione liquida e solida) consente di ottenere migliori risultati agronomici, favorendo una migliore utilizzazione dell azoto da parte delle colture, e di conseguenza, la sua minore potenziale dispersione nell ambiente.

16 DIGESTATO E DIRETTIVA NITRATI Dal punto di vista legislativo nell ambito della Direttiva Nitrati il digestato è equiparato ad un effluente di allevamento. La normativa regionale (D.G.R. n. VIII/5868 del 7 novembre 2007) prevede in generale che il digestato, [.] possa essere utilizzato nel rispetto del bilancio dell azoto, purché le epoche e le modalità di distribuzione siano tali da garantire un efficienza media aziendale dell azoto pari a quella prevista per gli effluenti di allevamento. (Capo III, art. 14) e in particolare che: 1. Qualora il digestato sia il risultato della fermentazione anaerobica di effluenti di allevamento, il limite d uso agronomico è 170 kg/n/ha per anno inteso come quantitativo medio aziendale. 2. Qualora il digestato sia il risultato della fermentazione anaerobica di sola componenete vegetale, il limite d uso agronomico è 340 kg/n/ha per anno inteso come quantitativo medio aziendale. UTILIZZAZIONE DEL DIGESTATO IN UN PIANO DI CONCIMAZIONE VANTAGGI Valorizzazione di uno scarto di lavorazione, con produzione di energia e recupero parziale dei costi di gestione dei reflui zootecnici. Maggiore efficienza nella gestione dell azoto (materiale ricco di azoto ammoniacale). Possibilità di disporre di un materiale con proprietà ammendanti, stabilizzato ed igienizzato. Possibilità di trasporto a distanza della frazione solida, data l elevata concentrazione di sostanza secca, e quindi maggiore adattabilità ad un uso consortile degli effluenti di allevamento. Possibilità di combinare digestione anaerobica con tecniche di rimozione e abbattimento dell azoto. SVANTAGGI Elevati investimenti per la realizzazione degli impianti di digestione anaerobica. Complessità gestionale e necessità di competenze tecniche adeguate. La digestione anaerobica non permette di rimuovere l azoto, ma lo concentra. Maggiori rischi di perdita di ammoniaca se il digestato non viene immediatamente interrato in presemina.

17 Nitrati e fertilizzazione La nutrizione azotata delle colture è fondamentale per la produzione agricola. Le piante asportano infatti dal terreno grandi quantità di azoto che deve essere integrato con l apporto di concimi, minerali e organici, e/o di altri materiali aventi valore fertilizzante, quali in particolare gli effluenti di allevamento. Per limitare il rilascio dai sistemi agricoli è necessario programmare ed eseguire correttamente la fertilizzazione. OBIETTIVO Descrivere come massimizzare l efficienza di utilizzazione dell azoto contenuto nei concimi e nei materiali organici a valore fertilizzante. DI COSA PARLIAMO Per ottimizzare la fertilizzazione azotata e conoscere i rilasci ambientali è necessario compilare il piano di concimazione, un documento tecnico che, sulla base delle colture e delle loro produzioni, delle caratteristiche dei terreni e del contesto climatico, pianifica date, quantità, modalità d impiego e tipi di concimi e materiali organici con valore fertilizzante da apportare per ogni appezzamento aziendale. Concimi azotati Un concime minerale è un prodotto che contiene azoto (N) in forma minerale (generalmente nitrica e/o ammoniacale), di origine inorganica o di sintesi. Esistono differenti tipi di concimi minerali azotati: nitrici; ammoniacali; nitrico ammoniacali; con azoto organico di sintesi (es. urea); a lento effetto. Un concime organico è un prodotto che contiene carbonio organico di origine biologica in quantità non inferiore al 7,5% sul tal quale (D.lgs 217/2006). In tale categoria sono presenti diversi composti tra i quali: cuoio e scarti di lavorazione delle pelli, sangue secco, farine animali ecc.. Materiali organici a valore fertilizzante Un materiale organico a valore fertilizzante è un prodotto che contiene carbonio (C) di origine animale o vegetale, nel quale l azoto (N) fa parte della sostanza organica, oppure è presente in forma inorganica (quasi esclusivamente ammoniacale). Esistono diversi tipi di concimi organici: effluenti di allevamento miscela di feci, urine, lettiera ed acqua in proporzioni variabili (liquame, letame, pollina); digestato da fonte agricola (prodotto della digestione anaerobica di effluenti di allevamento e di biomasse); fanghi di depurazione da impianti civili, industriali o misti; colture da sovescio; ammendanti compostati. IN SINTESI Il piano di concimazione è lo strumento che consente la corretta gestione della fertilità dei terreni, dal punto di vista agronomico, economico e ambientale.

18 CRITICITA Una utilizzazione non corretta dei concimi e dei materiali organici a valore fertilizzante può portare a lisciviazione dei nitrati nell acqua di falda, oltre a perdite di azoto per volatilizzazione e ruscellamento. SOLUZIONE Una corretta gestione dei concimi e dei materiali organici con valore fertilizzante può essere effettuata con l ausilio del piano di concimazione; a tal proposito la Regione Lombardia mette a disposizione il software GestA e la Procedura Gestione Nitrati (PGN) attraverso il SIARL, che agevolano una corretta compilazione del piano e permettono l'ottemperanza delle normative regionali stabilite dal Programma d'azione Nitrati. PRINCIPI DEL PIANO DI CONCIMAZIONE Nel piano di concimazione sono tre gli aspetti su cui è indispensabile concentrarsi: Dose di fertilizzante: si tratta del volume (nel caso di effluenti liquidi) o della massa (nel caso di effluenti solidi e concimi minerali) effettivamente distribuita in pieno campo. Concentrazione di azoto: rappresenta il contenuto di azoto del concime o dell effluente espresso in percentuale sulla massa. La conoscenza della quantità di azoto che si apporta con gli effluenti di allevamento rappresenta un aspetto rilevante nell ottica di una buona pratica di concimazione. A tal proposito la Regione Lombardia mette a disposizione un documento in cui sono rintracciabili i valori di azoto prodotto dagli animali di interesse zootecnico D.G.R. n. VIII/5868 del 21 novembre 2007, Allegato 3, Tabella 2, a pagina 26. Tali valori di concentrazione però non rispecchiano la grande variabilità di composizione tipica di tali materiali. Di conseguenza sarebbe molto importante fare analizzare gli effluenti immediatamente prima della distribuzione in campo. Attualmente si sta cercando di sviluppare tecniche di misura rapida, utilizzabili in prospettiva anche direttamente in azienda, che potrebbero consentire una gestione più razionale dei reflui zootecnici, con sforzi economici ed organizzativi non eccessivi. Tali tecniche si basano sulla misura della sostanza secca, della conducibilità elettrica e della densità che sono considerati dei buoni predittori della concentrazione di azoto nei reflui; si stanno inoltre sperimentando metodi analitici ancora più affidabili come la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIR) per la stima della composizione di liquami e letami tal quali in laboratorio. In conclusione tale stima è importantissima, perché, se nel piano di concimazione si fa riferimento ad una valutazione non accurata dell azoto contenuto negli effluenti, la dose calcolata di concimi minerali da apportare potrebbe risultare inadeguata (con diminuzione della produttività) o eccessiva (con aumento dei costi e del potenziale impatto inquinante su suolo, acqua e atmosfera). Efficienza della concimazione: rappresenta la percentuale dell azoto apportato che viene effettivamente assimilato dalle colture. I valori di efficienza sono condizionati da molti fattori ambientali e soprattutto gestionali. Per semplicità espositiva negli approfondimenti che seguono si fa riferimento esclusivamente ai concimi minerali e agli effluenti di allevamento; peraltro i principi esposti hanno una validità generale e possono quindi essere facilmente estesi a tutte le sostanze usate in agricoltura a scopo fertilizzante, una volta che ne sia conosciuta la composizione chimico-fisica.

19 PRINCIPI DEL PIANO DI CONCIMAZIONE Concimi minerali Tipo di fertilizzante impiegato Ogni tipo di concime minerale azotato presenta differenti caratteristiche che possono incidere sul livello di efficienza. In generale i concimi nitrici (es. nitrato di calcio) sono immediatamente assimilabili, non determinano perdite per volatilizzazione se usati in copertura, ma sono a basso titolo e alto costo, e più facilmente lisciviabili. I concimi ammoniacali (es. solfato ammonico) hanno un assimilabilità vincolata al tempo di nitrificazione e se usati in copertura su terreni alcalini possono subire volatilizzazione; per cui se possibile, è utile l interramento immediato. I concimi nitrico - ammoniacali (es. nitrato ammonico) hanno caratteristiche intermedie. I concimi con N organico di sintesi (es. urea) hanno un assimilabilità vincolata al tempo di idrolisi e nitrificazione e possono subire volatilizzazione se usati in copertura senza interramento. Situazioni di elevata volatilizzazione si verificano in terreni acidi e calcarei. Prima dell idrolisi l urea può essere inoltre trasportata dall acqua con possibilità di lisciviazione. I concimi a lento rilascio sono realizzati adottando strategie inibitorie (chimiche, fisiche e biologiche) per rallentare il rilascio di azoto; ovviamente l efficacia dell inibizione è legata a fattori ambientali. Effluenti di allevamento In generale il liquame suino e la pollina presentano maggiore efficienza a breve termine; segue il liquame bovino, ed infine il letame. Questo è dovuto al fatto che in generale le deiezioni liquide hanno concentrazioni più elevate di azoto ammoniacale, che è molto più facilmente utilizzabile dalle piante rispetto a quello in forma organica, che deve essere mineralizzato prima di poter essere assimilato dagli apparati radicali.

20 Produzione (t/ha) % PRINCIPI DEL PIANO DI CONCIMAZIONE Concime minerale Effluenti di allevamento Dose di Aumentando la dose di azoto la resa della coltura prima aumenta linearmente e fertilizzante poi si assesta intorno un valore massimo. Contemporaneamente l efficienza apportata diminuisce all aumentare della dose Produzione granella di mais Efficienza Dose (kg N/ha) Dose (kg N/ha) E importante concimare sempre avendo prima determinato le dosi più adeguate dei concimi ed effluenti da impiegare, in base alla produttività attesa della coltura, ricordando che dosi appropriate spesso garantiscono efficienze più alte. In merito alla definizione di una corretta dose di concime la ricerca scientifica sta indirizzando i propri sforzi verso lo sviluppo di strumenti pratici ed immediati di diagnosi della condizione azotata del sistema suolo-pianta in grado di evidenziare una carenza o un eccesso di azoto, tali da fornire agli agricoltori indicazioni per poter intervenire tempestivamente nella gestione delle concimazioni minerali (es. indicatore PSNT). Il test PSNT consiste nella misura del contenuto di nitrati nel suolo in corrispondenza della fase vegetativa V6 per il mais (emissione della sesta foglia) e alla profondità 0-30 cm. Il sistema si basa sulla rilevazione di un valore critico (che studi condotti in diversi ambienti collocano tra 17 e 25 mgn/kg suolo secco), sito-specifico, che rappresenta la soglia al di sopra della quale non è consigliata alcuna concimazione di copertura. La principale controindicazione di questo approccio è esclusivamente logistica e organizzativa, perché occorre avere un risultato immediato del test, prima che l agricoltore intervenga con la concimazione.

21 PRINCIPI DEL PIANO DI CONCIMAZIONE Concime minerale Effluenti di allevamento Momento Ogni coltura nelle sue diverse fasi di sviluppo necessita di quantità di azoto della differenti. In genere nelle fasi iniziali della crescita si ha poco assorbimento, distribuzione nella fase di levata e fioritura si ha l assorbimento massimo, mentre alla in campo maturazione l assorbimento è normalmente rallentato. Preferire distribuzioni sincronizzate al fabbisogno di N della coltura nelle diverse fasi del ciclo colturale. Preferire distribuzioni in presemina, quanto più la distribuzione avviene in un periodo lontano dalla semina, tanto più diminuisce l efficienza dell azoto. Questo perché l azoto minerale contenuto nell effluente inizia ad essere disponibile già a partire dal momento dell applicazione. Quanto più l applicazione è lontana dalla semina, tanto meno l azoto sarà utilizzato dalla pianta, e viceversa sarà più facilmente soggetto a perdite. D altra parte l azoto organico contenuto nei reflui inizia a mineralizzare a temperature del terreno di circa 4 C, pertanto le distribuzioni autunnali sulle stoppie e sui residui colturali, purché i terreni non siano saturi d acqua o gelati, sono da considerare una pratica corretta, perché in presenza di un rapporto C/N elevato l azoto nitrico presente nei reflui viene assorbito dai microrganismi del terreno, mentre la mineralizzazione di quello contenuto nella frazione organica riprende solo con il rialzarsi delle temperature all avvicinarsi della primavera. Quindi sono da preferire distribuzioni vicine nel tempo alla semina della coltura. Tipo di coltura Colture principali che risiedono in campo per un breve periodo di tempo sono meno efficienti di quelle che coprono il suolo per un periodo di tempo più lungo, dando in genere luogo a maggiori perdite di azoto per lisciviazione. La distribuzione su prato risulta essere più efficiente rispetto alla distribuzione sui seminativi, poiché il prato è in attività vegetativa per gran parte dell anno e riesce quindi a sfruttare meglio l azoto messo a disposizione dal terreno anche nei mesi in cui i seminativi non sono presenti o non sono ancora in fase di attiva crescita.

22 PRINCIPI DEL PIANO DI CONCIMAZIONE Concime minerale Effluenti di allevamento Modalità Se la distribuzione a pieno campo è caratterizzata da disomogeneità spaziale della (aree più concimate di altre), vi possono essere conseguenti carenze o eccessi distribuzione di azoto che possono incidere significativamente sulla produzione e in campo sull ambiente. Spesso le lisciviazioni o ruscellamenti localizzati possono causare danni più gravi rispetto a distribuzioni elevate, ma uniformi. Adottare distribuzioni uniformi con una regolazione accurata della macchina in base al tipo di concime (solido o liquido), è aspetto da non sottovalutare. La regolarità di distribuzione è fondamentale per il contenimento del rischio ambientale e l ottimizzazione delle produzioni; infatti va assolutamente evitato di creare zone a eccessiva concentrazione di concime, con rischio di lisciviazione, e zone dove la concentrazione del fertilizzante è insufficiente per garantire rese adeguate. Adottare i metodi che permettono un maggior contatto tra aria ed effluente causano inoltre maggiore volatilizzazione in atmosfera ed un minor apporto di nutrienti al campo abbassando l efficienza di utilizzazione. Infatti una buona pratica è quella di usare iniettori o eseguire l immediato interramento (entro 24 ore) dopo la distribuzioni in campo dell effluente. Valori di efficienza Nei piani di concimazione l'efficienza della concimazione minerale si assume pari a 1, in quanto un'azienda ha la possibilità, dal punto di vista logistico, di gestire al meglio gli apporti, sincronizzandoli con l'assorbimento della coltura. I valori di efficienza della concimazione organica rientrano in un intervallo molto ampio rispetto a quello dei concimi minerali, poiché l'asportazione colturale risente in maniera complessa di molti fattori ambientali e soprattutto gestionali. Gli asporti colturali e i valori medi di efficienza in funzione del tipo di coltura, del tipo di effluente e relativa modalità di distribuzione, sono consultabili sul sono consultabili sul Programma di Sviluppo Rurale misura 214. PERCHE ADOTTARE UN PIANO DI CONCIMAZIONE (CORRETTA GESTIONE DELLA CONCIMAZIONE) VANTAGGI del piano di concimazione: Miglioramento dell efficienza d uso dell azoto e, quindi, diminuzione di emissioni e perdite. Contenimento dei costi di produzione (uso razionale dei concimi minerali). Miglioramento delle caratteristiche fisiche del suolo (per l effetto della frazione palabile dei materiali organici a valore fertilizzante). Aumento della fertilità complessiva dei terreni, con possibili benefici anche per la produttività. SVANTAGGI a non adottare il piano di concimazione: Minori possibilità di controllo della lisciviazione dei nitrati in falda e delle emissioni di azoto in atmosfera. Accumulo di nitrati nei prodotti e potenziale tossicità. Scarso apporto nutritivo alla coltura per una gestione non corretta. Aumento dei costi di produzione (uso inadeguato dei concimi minerali) senza ottenere un proporzionale aumento delle produzioni.

23 Lisciviazione (kg ha -1 N-NO3) Irrigazioni (m 3 ha -1 ) Nitrati e irrigazione L irrigazione può diventare una pratica colturale in grado di influenzare negativamente l ambiente mediante il movimento dell'acqua irrigua sia in verticale, dalla superficie agli strati più profondi, sia in orizzontale per scorrimento superficiale, determinando, rispettivamente, la lisciviazione ed il ruscellamento dei nitrati. OBIETTIVO Spiegare come diminuire le perdite di azoto dovute alla pratica irrigua. DI COSA PARLIAMO Con l irrigazione viene apportata acqua ad un terreno che ne difetta per compensare lo squilibrio che si crea tra gli apporti idrici naturali e le perdite per evapotraspirazione e percolazione. Esistono due principali tipologie di irrigazione: per gravità (scorrimento superficiale, sommersione, infiltrazione laterale); per pressione (aspersione, localizzata). IN SINTESI Una buona pratica irrigua diminuisce il rischio di lisciviazione ed il ruscellamento di elementi fertilizzanti. Va in ogni caso tenuto presente che le perdite di nitrati sono generalmente proporzionali ai volumi di adacquamento utilizzati Irrigazioni Lisciviazione giornaliera Grafico dell andamento della lisciviazione giornaliera dei nitrati misurata in un campo coltivato a mais da granella, a seguito della pratica irrigua; si osserva, in particolare, come il primo evento di lisciviazione sia strettamente correlato con l irrigazione.

24 CRITICITA La lisciviazione dei nitrati dai terreni è in parte controllata dai movimenti dell acqua nel suolo e quindi dipende in larga misura anche dal tipo e dalla quantità dell apporto irriguo. Le irrigazioni, soprattutto se abbondanti, possono causare eventi di percolazione dell acqua e conseguente lisciviazione dell azoto presente nel terreno in forma nitrica che può raggiungere gli strati più profondi di suolo e in seguito le falde. Una buona pratica irrigua può quindi diminuire il rischio di lisciviazione: nella valutazione della pratica irrigua bisogna considerare la quantità d acqua effettivamente distribuita e l efficienza dell irrigazione. L efficienza di irrigazione è data dal rapporto tra il volume di acqua trattenuta dallo strato di terreno ed utilizzabile dalla coltura e il volume di acqua prelevata nel punto di approvvigionamento. Maggiore è l efficienza di irrigazione e minori sono i rischi di perdite per lisciviazione. Questo rapporto è funzione di fattori sia ambientali sia gestionali: volume di acqua apportato; metodo di irrigazione adottato; momento della distribuzione in campo; tipologia di suolo; tipologia di coltura interessata dell irrigazione.

25 SOLUZIONE Effetto del volume di acqua apportato alla coltura Irrigazione per gravità Irrigazione per pressione Aumentando il volume di adacquamento oltre la capacità del suolo di trattenere l acqua (capacità di campo), si determinano perdite idriche e di nitrati in profondità verso le falde. La relazione tra perdite di nitrati e volumi di acqua impiegati, è generalmente lineare. Di conseguenza è importante utilizzare volumi appropriati di acqua e, se possibile, distribuzioni più frequenti nel tempo, piuttosto che fare pochi interventi con grossi volumi. Per calcolare un corretto volume d adacquamento (V) e riportare il suolo alla capacità di campo, bisogna considerare: lo spessore dello strato di suolo da bagnare, che è dipendente dalla profondità radicale (H; in metri); il contenuto idrico del suolo al momento dell intervento (CI; in m 3 m -3 ); la capacità idrica di campo del suolo (CC; in m 3 m -3 ); l umidità critica di intervento, che è definita come il contenuto d acqua nel suolo al di sotto del quale non si deve scendere per non provocare situazioni di stress alla coltura; l efficienza del metodo irriguo adottato (Eff; riferimento tabella valori efficienza ). 3 1 ( CC CI) H V ( m ha ) ( Eff /100) Esempio: si abbia un terreno con le seguenti caratteristiche: CC=0.35 m 3 m -3, CI=0.20 m 3 m -3. Si voglia intervenire bagnando i primi 0,50 m di suolo con un sistema per scorrimento (Eff=0.40): Valori orientativi di efficienza dei vari metodi di irrigazione ( ) V m ha equivalenti a 175 mm Metodo irriguo Efficienza massima di distribuzione acqua (Eff) Sommersione < 25% Scorrimento 30-40% Infiltrazione laterale a solchi 50-60% Aspersione 70-80% Goccia 85-90% Effetto del momento della distribuzione dell acqua Simulazioni quindicinali per sistemi maidicoli della pianura padana indicano, in terreni a medio impasto, valori di lisciviazione dei nitrati inferiori del 5-10% con una irrigazione ad aspersione rispetto ad una a scorrimento; nel caso di terreni sciolti la lisciviazione dei nitrati può risultare inferiore anche del 15-20%. Per limitare la lisciviazione consigliabile risulta importante irrigare lontano da eventi piovosi, per non dilavare ulteriormente il quantitativo di azoto rimasto Nel caso di irrigazione a scorrimento caratterizzata da bassa efficienza è consigliabile irrigare il più possibile lontano dalle concimazioni.

26 Effetto del metodo di irrigazione adottato Effetto della tipologia di suolo Effetto della tipologia della coltura Irrigazione per gravità L irrigazione per scorrimento superficiale, caratterizzata da un movimento dell'acqua sia verticale, che orizzontale sul terreno può dare luogo a perdite di nitrati per lisciviazione e per colature terminali soprattutto quando grandi volumi d acqua vengono apportati con un singolo intervento. L irrigazione per sommersione, tipica della risaia, determina nel terreno un moto dell'acqua verticale, dalla superficie verso gli strati profondi, spostando nella stessa direzione sostanze solubili, con possibilità d'inquinamento delle acque di falda. Per lo scorrimento superficiale e per l infiltrazione laterale, allo scopo di evitare colature terminali, è bene rispettare la norma di interrompere l irrigazione prima che la lama d acqua raggiunga il termine del campo; la distanza di interruzione è variabile da 2/3 (terreni poco permeabili) a 3/4 (terreni permeabili) della lunghezza del campo. Si deve pertanto dimensionare l appezzamento sia in funzione del corpo idrico utilizzato per l approvvigionamento, sia in funzione della permeabilità del suolo, o ricorrere a turbine che concentrino il flusso su una sola parte dell appezzamento. Irrigazione per pressione L irrigazione per aspersione prevede l'applicazione dell'acqua in modo più omogeneo e con volumi ridotti rispetto agli altri metodi irrigui. In questo caso il rischio di lisciviazione dei nitrati in falda risulta inferiore e le colature terminali sono assenti. Nel caso si pratichi una irrigazione per aspersione, allo scopo di evitare perdite di nitrati per lisciviazione e ruscellamento superficiale bisogna porre particolare attenzione all'intensità di pioggia rispetto alla permeabilità del terreno e, nel caso di impianti fissi, alla distribuzione degli irrigatori sull appezzamento. L irrigazione localizzata a bassa pressione (irrigazione a goccia e con spruzzatori) si adatta a tutte le situazioni di terreno e non dà generalmente luogo a perdite di nitrati. In funzione del tipo di suolo esistono differenti livelli di rischio di inquinamento per i corpi idrici recettori. Per la lisciviazione, l elevata permeabilità del suolo, associata principalmente alle caratteristiche di tessitura, è il fattore che incide maggiormente sul flusso di nutrienti in profondità verso la falda. Il ruscellamento è invece favorito da una bassa permeabilità e dalla maggior pendenza dei suoli. Per queste ragioni i suoli a granulometria grossolana (sabbiosi, sabbiososcheletrici) sono più suscettibili a fenomeni di lisciviazione in profondità dei nitrati, mentre i suoli a granulometria fine (argillosi, limoso-argillosi) e in pendio tendono maggiormente ad essere soggetti a ruscellamento e trasporto di nutrienti nelle acque di superficie. Le reali esigenze idriche e lo sviluppo dell apparato radicale delle colture variano in funzione della fase di sviluppo delle piante; il volume di acqua apportato deve pertanto essere calibrato anche in funzione della fase di sviluppo della coltura e dello strato esplorato dalle radici.

27 IRRIGAZIONE PER GRAVITA VANTAGGI: Minore dispendio energetico per l irrigazione; Bassi investimenti iniziali. SVANTAGGI: Bassa efficienza di irrigazione (utilizzo di alti volumi di adacquamento); Maggiori rischi di lisciviazione di nitrati in falda; Erosione superficiale; Richiede sistemazioni idraulico agrarie. IRRIGAZIONE PER PRESSIONE VANTAGGI: Alta efficienza di irrigazione (utilizzo di bassi volumi di adacquamento). Minore lisciviazione di nitrati in falda. Bassa erosione superficiale. SVANTAGGI: Alti investimenti iniziali. Alto dispendio energetico per la pratica irrigua.

28 Nitrati e lavorazione del terreno Le lavorazioni intervengono sulle condizioni fisico-meccaniche del terreno e allo stesso tempo condizionano le proprietà chimiche e biologiche del suolo, influenzando i processi di degradazione della sostanza organica, l assorbimento radicale e dei nutrienti, la stabilità della struttura del suolo e la circolazione di aria e acqua. OBIETTIVO Definire le relazioni che intercorrono tra la dinamica dei nitrati e le differenti tipologie di lavorazione del terreno. DI COSA PARLIAMO Le lavorazioni sono un complesso di operazioni agronomiche eseguite sul terreno attraverso l utilizzo di macchine o attrezzi. IN SINTESI Le lavorazioni influenzano la lisciviazione dei nitrati nelle acque sotterranee: ridurre la profondità di aratura e la intensità delle lavorazioni può contribuire a limitare le perdite di azotato dal terreno oltre a consentire risparmi energetici ed economici. CRITICITA Le lavorazioni hanno effetti sull arieggiamento del suolo, influenzando la mineralizzazione della sostanza organica, e sulla formazione della struttura che agisce sulla circolazione dell acqua e quindi sui tempi e sui modi del rilascio dei nitrati nella falda acquifera. Tali effetti hanno entità diversa in base al tipo di lavorazione eseguita, alla profondità e al momento di esecuzione e alla morfologia e alle caratteristiche dei suoli. Le lavorazioni che coinvolgono ampi volumi di terreno (arature profonde) possono portare a: destrutturazione del suolo (con formazione di una struttura dovuta alla sola azione meccanica e quindi di scarsa stabilità); intensa aerazione del terreno con conseguente rapida mineralizzazione della sostanza organica presente e quindi con una perdita del principale fattore della fertilità fisicochimico-biologica del terreno; innesco di fenomeni erosivi sia idrici, soprattutto nei terreni in pendio, sia eolici, nei terreni mal strutturati; formazione di una soletta di lavorazione che ostacola l approfondimento delle radici; maggior compattamento del terreno a causa sia di operazioni eseguite in condizioni di umidità del suolo non ottimali, sia del frequente passaggio delle macchine agricole.

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