Quattro vescovi per la consacrazione della chiesa ortodossa

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1 Quattro vescovi per la consacrazione della chiesa ortodossa Via Litta a Cremona chiusa al traffico per consentire, nella mattinata di sabato 10 settembre, la solenne consacrazione della chiesa della comunità ortodossa romena guidata da padre Doru Fuciu. Fin dalle ore 8 ben quattro vescovi (tra di essi mons. Siluan pastore degli ortodossi rumeni in Italia), una trentina di sacerdoti e molti fedeli si sono radunati in quella che era la vecchia parrocchiale di Borgo Loreto per i suggestivi riti ritmati dai canti di un gruppo di giovani religiosi. Il parroco di Borgo don Giuseppe Ghisolfi e il collaboratore don Achille Baronio hanno rappresentato la Chiesa cremonese durante la Divina Liturgia. A caratterizzare il rito, come in quello cattolico è stato l inserimento di alcune reliquie ai piedi dell altare. Una tradizione ortodossa, invece, vuole che prima della Divina liturgia i fedeli preparino alcuni biglietti con i nomi dei morti e dei vivi, cui dedicare una preghiera particolare. Dalle 8 alle 10 la celebrazione è avvenuta in chiesa, poi vescovi e sacerdoti si sono trasferiti all esterno per continuare la preghiera fino alle ore 12 su un altare sistemato su un palco impreziosito da tappeti, drappi, icone e candele. E mentre all esterno i ministri sacri innalzavano la loro preghiera anche in italiano e latino con abbondante uso dell incenso, all interno i fedeli hanno potuto venerare l altare ricevendo la benedizione da un sacerdote. Al termine ha preso la parola don Giampaolo Maccagni, vicario episcopale per la pastorale, che ha portato il saluto del vescovo Antonio e dell intera Chiesa cremonese e il sindaco di

2 Cremona Gianluca Galimberti. Presente anche don Federico Celini, incaricato diocesano della pastorale ecumenica e del dialogo interreligioso. Photogallery La storia della comunità Dal 2003, con l arrivo in città di padre Doru Fuciu, la comunità ortodossa ha iniziato a riunirsi nella chiesa della Trinità, sussidiaria della parrocchia di S. Michele Vetere, posta all angolo tra via Speciano e corso XX Settembre, grazie alla disponibilità data dalla Parrocchia in accordo con la Diocesi. Sino alla decisione di acquistare da un privato la vecchia chiesa parrocchiale di Borgo Loreto, in via Litta, da tempo abbandonata. L ingente opera di restauro e di adeguamento ai riti orientali è costata 356mila euro. La chiesa della comunità ortodossa si trova nel territorio della parrocchia di Borgo Loreto, che da anni ormai concede gli spazi dell oratorio per organizzare il catechismo con i ragazzi della comunità di padre Fuciu, composta da circa fedeli.da segnalare anche l impegno sociale della comunità ortodossa che, attraverso la società S. Lorenzo (una sorta di San Vincenzo ortodossa), aiuta chi è più in difficoltà. Il Vescovo ad Acqualunga per la festa di Maria Bambina:

3 «La vita va sempre accolta» «Credere in Dio e nella bellezza della vita che va sempre accolta». È questo il messaggio che il vescovo Napolioni ha consegnato alla piccola comunità di Acqualunga Badona durante la messa patronale di S. Maria Nascente celebrata nel tardo pomeriggio di giovedì 8 settembre. Ad accogliere il presule nella bella chiesa circondata dalla campagna cremonese l arciprete di Paderno Ponchielli don Claudio Rasoli, il vicario zonale nonchè guida spirituale di Polengo e Ossolaro don Floriano Scolari, il parocco di Casalbuttano don Marco Fodri e don Carlo Rodolfi, prevosto di Sant Ambrogio in città e padernese doc. In prima fila il sindaco di Paderno Cristiano Strinati, in fascia tricolore, e la vice Mara Vaccari. Nel saluto iniziale don Rasoli ha spiegato che Acqualunga, fino alla fine degli anni Settanta, è stata una comunità autonoma forte di oltre 600 residente tra il centro abitato e le diverse cascine, ma che poi con lo spopolamento delle campagne si è ridotta a poche decine di unità con il conseguente accorpamento alla parrocchia di Paderno: «Oggi camminiamo speditamente insieme, anche se forte è il senso di appartenenza che si manifesta anche nella cura di questa bella chiesa». Mons. Napolioni, nell omelia, ha ricordato che la chiesa è tutto per una comunità: è la casa in cui ciascuno si sente accolto, è la carta d identità del cristiano: «Quando nelle mie terre c è stato il terremoto ha confidato -, la prima cosa che la gente ha chiesto di ricostruire è stata proprio la chiesa». Addentrandosi nelle letture del giorno, in particolare la genealogia di Gesù tratta dal Vangelo di Matteo, il vescovo Antonio ha richiamato la sapienza di Dio che ha preparato la

4 storia alla venuta del suo Figlio. «La nascita della madre di Gesù non solo ci spinge a credere all amore di Dio, ma anche nella bellezza della vita umana che va sempre accolta. Purtroppo ci stiamo sempre di più estraniando da questa bellezza». E poi ancora: «Una volta quando non si aveva niente si nasceva e le nostre cascine erano piene! Oggi che abbiamo tutto non si nasce più!». Da qui l importanta della sfida educativa: «Dobbiamo aiutare i giovani a non aver paura di questa bellissima vocazione: essere padri e madri. Gesù non ci sta solo dietro, nel passato, ma soprattutto ci sta davanti: per cui non dobbiamo temere il futuro. Un uomo e una donna che si amano e che hanno fiducia in Dio non hanno paura di fare figli o di adottarli o di prenderli in affido o di aprire la propria casa ai figli degli altri, magari di genitori in difficoltà su tanti fronti». Infine l invito a guardare a Maria, come modello di vera e perfetta credente, «tutta orientata all amore di Dio». Durante l Eucaristia si è pregato in modo particolare per il prossimo Sinodo dei giovani che proprio nella mattinata dell 8 settembre è stato annunciato ai sacerdoti in un assemblea in Seminario, ma anche per i cristiani perseguitati nel mondo e per i terremotati di Marche e Lazio. Prima della benedizione finale mons. Napolioni ha venerato il simulacro di Maria Bambina con l incenso e ha recitato una preghiera di affidamento. La festa patronale è poi continuata con la cena comunitaria presso la vicina trattoria Zava: qui il Vescovo si è intrattenuto qualche minuto con gli oltre 80 commensali. Photogallery Foto Ernesto Severgnini

5 Il Vescovo a Pizzighettone per la Festa dell Oratorio Serata decisamente insolita quella di giovedì 8 settembre alla Festa dell Oratorio di Pizzighettone. L annuale appuntamento che riunisce le parrocchie della neonata unità pastorale per serate di spettacoli, musica e animazione rivolte a bambini, ragazzi e giovani all inizio dell anno oratoriano ha visto, infatti, la presenza del vescovo Antonio Napolioni. «L idea di questo incontro spiega il vicario, don Andrea Lamperti Tornaghi è nata dal desiderio, espresso in più occasioni dal nostro vescovo, di mettersi in ascolto dei giovani e dialogare con loro». Una possibilità che mons. Napolioni ha però dovuto guadagnarsi nella serata pizzighettonese. Il campo da basket dell oratorio Piergiorgio Frassati di Roggione, infatti, si è trasformato in un vero e proprio terreno di sfida tra il vescovo e alcuni rappresentanti dei giovani presenti. Al termine di ogni match, come spiegato da Nazzarena Bassini e Gianmarco Corbari, che hanno presentato e condotto la serata, il vincitore avrebbe guadagnato il diritto di porre una domanda all interlocutore. Così, tra sfide a calcio, panini con la nutella, nodi da sciogliere, scarponi da allacciare e sacchi a pelo da riavvolgere, adolescenti e giovani dell unità pastorale hanno posto i loro quesiti. Che cosa è fondamentale in oratorio, come ambienti e come proposta educativa? Durante il Grest si sperimenta un entusiasmo particolare: come fare a portare lo stesso entusiasmo anche nelle altre attività dell oratorio? Che ruolo

6 la Chiesa è disposta a cedere ai laici nell attuale contesto culturale con sempre meno sacerdoti? Martina, una giovane che nella scorsa estate ha compiuto il Cammino di Santiago, parlando della propria esperienza ha sottolineato come questa proposta attiri molte persone, credenti e non. Infine ha posto la sua domanda: come rendere «attraenti» le proposte della Chiesa e degli Oratori per i giovani oggi? Il vescovo Antonio si è intrattenuto dialogando con gli adolescenti e i giovani presenti, rivolgendo loro alcune domande. «Perché sei qui, in Oratorio, questa sera?», ha chiesto a Filippo, ventenne studente universitario. «Come si può rendere i preti contenti e perché lo devono essere (e lo sono!) anche quando gli oratori sono vuoti?», è stata la domanda per Camilla, sedicenne, che ha sfidato il vescovo in una gara canora. E ancora: «Qual è l immagine di Chiesa che avete in testa? Se dovreste provare a disegnarla, cosa disegnereste?», rivolgendosi a tutti i giovani presenti. La serata, iniziata con un happy hour in musica, si è conclusa all ombra del Santuario dedicato alla Beata Vergine di Roggione. Volgendo lo sguardo a Maria, il Vescovo ha invitato tutti i presenti a seguirne l esempio per essere sale della terra e luce del mondo (Mt 5,13-14). Photogallery A Rivolta d'adda il festoso

7 benvenuto a mons. Feudatari È con lo sguardo ai patroni di Rivolta d Adda sant Alberto Quadrelli, san Sigismondo e il beato Francesco Spinelli e anche a santa madre Teresa di Calcutta (canonizzata lo stesso giorno) che è iniziato il nuovo ministero di parroco di mons. Dennis Feudatari, piadenese classe 1955 che, dopo diversi incarichi diocesani, dal 2004 era parroco di S. Ilario e dal 2011 anche di S. Agata in città. La grande festa in paese è iniziata intorno alle nella chiesetta intitolata a S. Alberto Quadrelli, vescovo lodigiano originario di Rivolta. Dopo la preghiera di affidamento al patrono, davanti alla sua reliquia, in questa chiesa edificata secondo la tradizione dove sorgeva la casa della famiglia Quadrelli, una festosa camminata ha accompagnato il nuovo parroco verso la chiesa parrocchiale. Ad aprire il corteo la banda civica S. Alberto. Poi i tanti fedeli, e tra loro anche il Consiglio generale delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento che a Rivolta hanno la loro Casa madre. Seguivano i membri della Confraternita del SS. Sacramento e i ministranti, il nuovo parroco, accompagnato dal vicario zonale, mons. Giansante Fusar Imperatore, e dal vicario don Luca Bosio. Molta anche la gente che ha aspettato lungo il percorso il passaggio del corteo, salutato da tanti applausi e saluti di benvenuto. Una grande festa proseguita in piazza Vittorio Emanuele II, in attesa del Vescovo e dell inizio della Messa. Photogallery A precedere la celebrazione, accanto al portone d ingresso della basilica, il saluto del sindaco di Rivolta d Adda, Fabio

8 Calvi, che ha auspicato di instaurare con il nuovo parroco un «proficuo dialogo» «in vista di quei valori di umanità, solidarietà e attenzione al prossimo che sono agire sociale della Chiesa e della missione di un Amministrazione nei confronti dei propri cittadini. Al di là delle scelte di fede personali di ogni cittadino, il primo cittadino si è detto «lieto di aprire le porte a una guida pastorale per chi crede e a un operatore del bene per coloro i quali non hanno il dono della fede». Il saluto del sindaco Quindi l ingresso in Chiesa del Vescovo e del nuovo parroco insieme ai diversi concelebranti presenti, tra i quali i sacerdoti della comunità di S. Agata e S. Ilario con anche il successore di mons. Feudatari don Irvano Maglia e il collaboratore parrocchiale don Mauro Felizietti. Dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale, mons. Giansante Fusar Imperatore, ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, percorrendo la navata centrale, ha asperso l assemblea con l acqua benedetta, prima di incensare la mensa eucaristica. Ha quindi preso la parola Massimo Serina che, a nome della comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto al vescovo e al nuovo parroco, senza tralasciare un ricordo del predecessore, il compianto mons. Alberto Pianazza. In dono al nuovo parroco

9 un icona dipinta a mano raffigurante sant Alberto Quadrelli nella tipica iconografia di uomo di carità e con le immagini delle chiese di Lodi e Rivolta. L immagine sacra è stata realizzata dall artista rivoltana Donatella Beltrami. Il saluto del rappresentante parrocchiale Aprendo l omelia il Vescovo ha ricordato la sua prima visita a Rivolta, nella triste occasione dei funerali di mons. Pianazza. Come allora, anche in questa giornata di festa la comunità si è mostrata tutta unita. Un fatto che ha commosso il presule. Poi lo sguardo alla Parola di Dio, di cui «abbiamo bisogno per non fermarci a commenti puramente umani», ricordando a ciascuno che è il «pezzo di un unica realtà, membra dello stesso corpo». Guardando poi all ingresso del nuovo parroco, mons. Napolioni ha focalizzato l attenzione sui tanti «sì» di sacerdoti che hanno accettato la sfida di un nuovo incarico pastorale: «La Chiesa ha sottolineato il Vescovo cammina e la società ha un futuro se diciamo tanti sì. Tanti sì al Signore, tanti sì alla chiamata, tanti sì alle nuove responsabilità, tanti sì alla fiducia». Fiducia data da una consapevolezza: «Cambia tutto ha evidenziato mons. Napolioni se noi prendiamo sul serio quell amare più lui di tutto. Non è un Dio che ci toglie la vita: ci dà il centuplo se noi ci fidiamo di lui. Lo capiscono in modo speciale i consacrati e le consacrate. Ma hanno bisogno di saperlo e assaporarlo anche gli sposi, i

10 giovani, i malati In ogni condizione della vita quel più amore a Cristo ci tira fuori dal nostro io». E ancora: «Lui ci insegna ad amare, dilata il nostro cuore, rende possibile per don Dennis non dimenticare nessuno di coloro che ha incontrato negli anni scorsi: non se li porta dietro, non se li lega a sé, ma se li porta dentro. E portandoseli dentro li riconosce anche nei volti nuovi che ora gli vengono affidati, perché è sempre Gesù che ci viene incontro se abbiamo messo lui al primo posto. E ci affascina la sua regia sulla nostra vita, il suo prendersi cura della sua Chiesa, attraverso uomini fragili come noi». Una fiducia, quella nel Signore, che permette anche di instaurare con lui quella familiarità che permette di immedesimarsi in Cristo stesso, come la seconda lettura ricordava di san Paolo. «Concludo ha detto il Vescovo facendo mia e vostra questa bellissima preghiera con cui si conclude il salmo (Sal 89): la affido al cuore di don Dennis e degli altri sacerdoti con i quali, certamente, giorno per giorno, ci sarà un cammino di condivisione e di responsabilità e a tutti voi. Saziaci al mattino con il tuo amore: siamo affamati, Signore, la tua parola e la tua grazia ci danno pace. Esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l opera delle nostre mani. Sia in particolare su di te, don Dennis, la dolcezza del Signore. E lui renderà salda l opera delle tue mani». L omelia del vescovo Antonio

11 Al termine dell omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Alla fine della celebrazione, supportata con il canto della corale parrocchiale diretta da Dario Pettenon, mons. Feudatari ha preso la parola per il saluto ai vecchi e nuovi parrocchiani. Il pensiero è partito dal pellegrinaggio svolto due anni fa con l Azione Cattolica proprio a Rivolta d Adda: il ringraziamento a mons. Pianazza per l accoglienza offerta allora ha assunto in questa occasione un nuovo significato. Nelle parole del nuovo parroco nessun particolare indirizzo pastorale, se non le linee diocesane, faro anche per il cammino parrocchiale. Alcune attenzioni particolari il nuovo parroco le ha tracciate guardando alla figura dei patroni: sant Alberto che ha insegnato a considerare l uomo come fratello e presenza di Cristo, a cui occorre sempre guardare ricorda san Sigismondo proprio per non schiacciare l uomo. E poi guardando al beato Spinelli il cuore della Messa domenicale: l Eucaristia. Senza tralasciare nemmeno un pensiero per Maria Assunta, patrona anche della comunità d origine di mons. Feudatari. Il saluto del nuovo parroco Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Omobono

12 Alessandro Variani e Laura Pettenon. Quindi la festa è continuata in piazza, dove era stato preparato un ricco rinfresco. L occasione per salutare in amicizia il nuovo parroco e rinnovargli il benvenuto, anche attraverso la proiezione di suggestive immagini del paese realizzate con i droni da un gruppo di appassionati. Da segnalare anche la sottoscrizione promossa in paese in occasione dell ingresso di mons. Feudatari: il ricavato a favore di Medici con l Africa CUAMM. Successivo appuntamento la mattina di lunedì 5 settembre, alle 8.30, con la Messa presieduta da mons. Feudatari al cimitero in memoria di tutti i parroci e fedeli defunti. Photogallery Biografia del nuovo parroco Mons. Dennis Feudatari è nato il 1 giugno 1955 a Voltido. Originario della parrocchia di Piadena è stato ordinato sacerdote il 21 giugno Ha iniziato il suo ministero pastorale come vicario a Pomponesco, quindi nel 1987 è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia pastorale. Rientrato in diocesi nel 1990 ha ricoperto gli incarichi di delegato provinciale Fidae (Federazione istituti di attività educativa) fino al 1994 e vicedirettore del Centro pastorale diocesano fino al Tra il 1994 e il 1996 è stato anche segretario generale del Sinodo. Dal 1997 al 2004 ha ricoperto l incarico di delegato episcopale per la Pastorale e, tra il 1999 e il 2000 è stato anche direttore della FOCr. Proprio nel 2000 è stato insignito

13 del titolo di cappellano di Sua Santità. Dal 1990 al 2013 è stato insegnante in Seminario. Nel 2004 è stato nominato parroco e destinato alla parrocchia Ss. Apollinare e Ilario; dal 2011 è diventato parroco anche della vicina parrocchia di S. Agata. Ora mons. Napolioni, con decreto del 9 giugno, l ha trasferito a Rivolta d Adda come parroco di S. Maria Assunta e S. Sigismondo, succedendo a don Alberto Pianazza, deceduto l 8 febbraio scorso. Il saluto del nuovo parroco Carissimi, mi è stato chiesto un saluto sul foglio che raggiunge tutte le famiglie della comunità di Rivolta in attesa di incontravi e di dare un volto e un nome a ciascuno di voi. Da subito vi assicuro, nella preghiera, la mia disponibilità ad intraprendere un cammino che spero spedito e fruttuoso. Vengo da un esperienza cittadina ove i contorni dell appartenenza alla comunità cristiana non sono geograficamente garantiti e dove l identità è data dal tracciato pastorale più che dai rapporti sociali. Spero che arrivando da voi, la reciproca conoscenza sarà favorita dalla consuetudine al luogo e all unitarietà del tessuto umano. Vengo segnato dalla storia pastorale di Sant Ilario che unendosi a quella di Sant Agata, in questi anni ha camminato nel confronto, nel servizio reciproco, nella necessità di ridimensionare false percezioni, riportando i credenti e me stesso alla verità della fede. Questo percorso di purificazione ha fatto del bene alla mia vita di prete e di parroco, rimotivandola. Vengo, perciò, convinto che determinante nella vita di una parrocchia non sono semplicemente le cose fatte o da farsi, i sentimenti o i gesti

14 della quotidianità, i desideri o le speranze, le tradizioni o le novità, bensì la capacità di percepire con chiarezza l agire del Signore in noi e intorno a noi. La verità sta dietro l evidenza e oltre le nostre stesse intenzioni. Lo Spirito del Signore va da subito invocato e pregato affinché suggerisca questa comprensione all intelligenza del cuore, come assicura San Paolo. Questo deve essere il livello dell incontro e dell intesa, almeno così a me pare, e di questo livello a me è chiesto di essere ministro affinché ognuno possa offrire la vita a Dio per il bene di tutti i suoi figli. Il Signore ci conceda questo incontro e questa intesa. A presto. L'ingresso di mons. Feudatari a Rivolta d'adda Dopo la celebrazione con cui in mattinata mons. Napolioni darà ufficialmente avvio all unità pastorale di Pizzighettone con l insediamento dei nuovi parroci, nel pomeriggio di domenica 4 settembre l appuntamento è a Rivolta d Adda per l ingresso di mons. Dennis Feudatari. Il programma dell ingresso Tutto avrà inizio alle 17 dalla chiesa intitolata a S. Alberto Quadrelli, vescovo lodigiano originario di Rivolta. Da qui partirà il corteo che accompagnerà il nuovo parroco sino a piazza Vittorio Emanuele II. Presente la banda civica S.

15 Alberto. La Messa di ingresso del nuovo parroco (ore 17.30) sarà preceduta sul sagrato della chiesa parrocchiale dalle parole del sindaco Fabio Calvi, che porgerà al Vescovo e al nuovo parroco il saluto della comunità civile. Quindi in chiesa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale, mons. Giansante Fusar Imperatore, darà lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, aspergerà l assemblea con l acqua benedetta e incenserà la mensa eucaristica. Poi un rappresentante del Consiglio pastorale parrocchiale, porgerà il saluto della comunità parrocchiale. In dono al nuovo parroco un icona dipinta a mano raffigurante sant Alberto Quadrelli nella tipica iconografia di uomo di carità e con le immagini delle chiese di Lodi e Rivolta. L immagine sacra è stata realizzata dall artista rivoltana Donatella Beltrami. Alla celebrazione saranno presenti le autorità civili e militari. E naturalmente non mancheranno neppure le Suore Adoratrici del SS. Sacramento, che a Rivolta d Adda hanno la Casa madre. Tra i concelebranti, invece, il vicario don Luca Bosio e il collaboratore parrocchiale don Mauro Felizietti. Al termine dell omelia, tenuta da mons. Napolioni, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Alla fine della celebrazione, supportata con il canto della corale parrocchiale diretta da Dario Pettenon, mons. Feudatari prenderà la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani e i ringraziamenti. Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni. La festa continuerà quindi in piazza, dove sarà offerto un

16 rinfresco che alle 21 culminerà con un benvenuto attraverso le suggestive immagini del paese realizzate con i droni da un gruppo di appassionati. Da segnalare anche la sottoscrizione promossa in paese in occasione dell ingresso di mons. Feudatari: il ricavato a favore di Medici con l Africa CUAMM. Altri eventi in programma L ingresso di mons. Feudatari è stato preparato la sera di giovedì 1 settembre con l adorazione eucaristica; quella successiva in programma la celebrazione penitenziale. Lunedì 5 settembre, invece, alle 8.30 il nuovo parroco presiederà l Eucaristia al cimitero in memoria di tutti i parroci e fedeli defunti. Biografia del nuovo parroco Mons. Dennis Feudatari è nato il 1 giugno 1955 a Voltido. Originario della parrocchia di Piadena è stato ordinato sacerdote il 21 giugno Ha iniziato il suo ministero pastorale come vicario a Pomponesco, quindi nel 1987 è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia pastorale. Rientrato in diocesi nel 1990 ha ricoperto gli incarichi di delegato provinciale Fidae (Federazione istituti di attività educativa) fino al 1994 e vicedirettore del Centro pastorale diocesano fino al Tra il 1994 e il 1996 è stato anche segretario generale del Sinodo. Dal 1997 al 2004 ha ricoperto l incarico di delegato episcopale per la Pastorale e, tra il 1999 e il 2000 è stato anche direttore della FOCr. Proprio nel 2000 è stato insignito

17 del titolo di cappellano di Sua Santità. Dal 1990 al 2013 è stato insegnante in Seminario. Nel 2004 è stato nominato parroco e destinato alla parrocchia Ss. Apollinare e Ilario; dal 2011 è diventato parroco anche della vicina parrocchia di S. Agata. Ora mons. Napolioni, con decreto del 9 giugno, l ha trasferito a Rivolta d Adda come parroco di S. Maria Assunta e S. Sigismondo, succedendo a don Alberto Pianazza, deceduto l 8 febbraio scorso. Il saluto del nuovo parroco Carissimi, mi è stato chiesto un saluto sul foglio che raggiunge tutte le famiglie della comunità di Rivolta in attesa di incontravi e di dare un volto e un nome a ciascuno di voi. Da subito vi assicuro, nella preghiera, la mia disponibilità ad intraprendere un cammino che spero spedito e fruttuoso. Vengo da un esperienza cittadina ove i contorni dell appartenenza alla comunità cristiana non sono geograficamente garantiti e dove l identità è data dal tracciato pastorale più che dai rapporti sociali. Spero che arrivando da voi, la reciproca conoscenza sarà favorita dalla consuetudine al luogo e all unitarietà del tessuto umano. Vengo segnato dalla storia pastorale di Sant Ilario che unendosi a quella di Sant Agata, in questi anni ha camminato nel confronto, nel servizio reciproco, nella necessità di ridimensionare false percezioni, riportando i credenti e me stesso alla verità della fede. Questo percorso di purificazione ha fatto del bene alla mia vita di prete e di parroco, rimotivandola. Vengo, perciò, convinto che determinante nella vita di una parrocchia non sono semplicemente le cose fatte o da farsi, i sentimenti o i gesti

18 della quotidianità, i desideri o le speranze, le tradizioni o le novità, bensì la capacità di percepire con chiarezza l agire del Signore in noi e intorno a noi. La verità sta dietro l evidenza e oltre le nostre stesse intenzioni. Lo Spirito del Signore va da subito invocato e pregato affinché suggerisca questa comprensione all intelligenza del cuore, come assicura San Paolo. Questo deve essere il livello dell incontro e dell intesa, almeno così a me pare, e di questo livello a me è chiesto di essere ministro affinché ognuno possa offrire la vita a Dio per il bene di tutti i suoi figli. Il Signore ci conceda questo incontro e questa intesa. A presto. don Dennis Venerdì in Comune l'incontro sulle riforme costituzionali Venerdì 2 settembre, alle 21, nel salone dei Quadri del palazzo comunale di Cremona, si terrà l atteso convegno Rappresentanza, partecipazione, governabilità dedicato alle riforme costituzionali che tanto fanno discutere in questi mesi. Alla serata, promossa dalla pastorale sociale diretta da Sante Mussetola, interveranno il senatore Luciano Pizzetti, sottosegretario alle riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento e il prof. Paolo Sabbioni, docente di istituzioni del diritto presso l Università Cattolica del Sacro Cuore. Ad introdurre i relatori don Giampaolo Maccagni,

19 nuovo vicario episcopale per il coordinamento pastorale e per il clero. L incontro, promosso anche dalla zona pastorale sesta, gode del patrocinio e della collaborazione del Comune di Cremona. «L iniziativa spiega Mussetola conclude un percorso iniziato a giugno e che ha come obiettivo non certo quello di fornire indicazioni di voto per il prossimo referendum, ma piuttosto di sviluppare un dibattito su temi che, senza un adeguata informazione, rischiano di essere strumentalizzati a fini ideologici. Si tratta, dunque, di un contributo prettamente informativo, formativo e culturale che intendiamo offrire alle comunità parrocchiali, in modo particolare a quelle della città». «Pizzetti e Sabbioni prosegue il responsabile della pastorale sociale avranno il compito di evidenziare effetti, difetti e potenzialità di tali riforme, con riferimento ai tre pilastri della convivenza civile partecipazione, rappresentanza e governabilità nel nostro contesto storico, economico e sociale». Domenica a Pizzighettone l'insediamento dei preti della nuova unità pastorale Doppio appuntamento domenica 4 settembre nel calendario degli ingressi dei nuovi parroci nominati nei mesi estivi dal vescovo Antonio Napolioni. Il primo appuntamento in mattinata a Pizzighettone dove, con l insediamento di don Andrea

20 Bastoni, don Attilio Spadari e don Gabriele Battaini, sarà ufficialmente aperto il cammino della neonata unità pastorale composta dalle comunità di S. Bassano in Pizzighettone, S. Rocco e S. Pietro nella frazione di Gera, S. Patrizio vescovo in quella di Regona e Beata Vergine del Roggione. Programma dell insediamento La Messa di ingresso dei nuovi sacerdoti si svolgerà alle nella chiesa parrocchiale di S. Bassiano. La processione d ingresso, che prenderà il via dalla casa parrocchiale, sarà accolta sul sagrato da un momento musicale a cura del Corpo Bandistico Pizzighettonese diretto da Alberto Spelta. Quindi a dare il saluto ufficiale della comunità civile al presule e ai sacerdoti sarà il sindaco Luca Moggi. In chiesa, dopo il saluto liturgico da parte del Vescovo, il vicario zonale, don Pietro Samarini, darà lettura del decreto di nomina: don Andrea Bastoni, parroco in solido e moderatore dell unità pastorale, e i parroci in solido don Attilio Spadari e don Gabriele Battaini. Al termine don Bastoni aspergerà l assemblea con l acqua benedetta e incenserà la mensa eucaristica. Quindi Giancarlo Bissolotti, a nome del Consiglio pastorale unitario porgerà il saluto delle cinque comunità pizzighettonesi. Alla Messa saranno presenti non solo i fedeli di Pizzighettone, ma anche molte persone di Soresina e Covo, parrocchia di provenienza rispettivamente di don Spadari e don Battaini. Proprio per garantire a tutti di poter seguire la celebrazione sarà predisposto un maxi-schermo all interno del saloncino comunale antistante la chiesa. Presenti le autorità civili e militari del territorio. Tra i concelebranti anche il missionario pizzighettonese padre Claudio Marinoni. Il vicario

21 uscente, don Andrea Lamperti Tornaghi, coordinerà invece il gruppo dei ministranti. Al termine dell omelia, tenuta da mons. Napolioni, i nuovi parroci reciteranno la professione di fede (il Credo). Alla fine della celebrazione, animata dalle scholae cantorum delle cinque parrocchie dirette dal maestro Marco Molaschi, don Bastoni prenderà la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani e i ringraziamenti. Al termine della Messa, dopo le firme da parte dei testimoni, per tutti l appuntamento sarà nella casamatta 26 per un momento conviviale di festa. Dalle 21, quindi, all oratorio di Regona (dove nel pomeriggio prenderà ufficialmente avvio la Festa dell Oratorio, che nei giorni successivi coinvolgerà anche le altre località pizzighettonesi) sarà proposto PartyAmo!, lo spettacolo d animazione ideato e animato da Stefano Priori, musicato e cantato da Marco Bonini, con il coordinamento di Sonia Ballestriero: si tratta della vicenda di un viaggiatore improbabile che coinvolge il pubblico quali compagni ideali di un viaggio verso una meta non ben definita. Eventi preparatori Diverse le occasioni, rivolte alle diverse età, programmate in settimana per prepararsi all ingresso dei nuovi parroci e pregando per il loro nuovo ministero. Nelle serate di martedì 30 e mercoledì 31 agosto all oratorio S. Vincenzo momento di attività e riflessione per i ragazzi delle superiori con l equipe della FOCr. Nella mattinata di mercoledì 31 agosto e giovedì 1 settembre, invece, momenti riservati rispettivamente ai bambini delle elementari e i ragazzi delle medie. Liturgia della Parola per giovani e adulti la sera di giovedì 1 settembre al Roggione. Doppio appuntamento venerdì

22 2 settembre per gli adulti: alle 16 e alle 21 nella chiesa di S. Giuseppe con don Primo Margini. Ultimi appuntamenti alla vigilia dell ingresso: nel pomeriggio del 3 settembre adorazione eucaristica a S. Rocco guidata dal Gruppo Maria Regina della Pace e della Famiglia; in serata a S. Bassiano con le Sentinelle del mattino. Biografia dei sacerdoti Don Andrea Bastoni è nato a Cremona il 31 marzo 1972 ed è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva nella comunità di Piadena. Dal 1997 al 2001 è stato studente a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e in Liturgia. Dal 2001 al 2010 è stato vicario a San Bernardo in città, mentre dal 2010 al 2014 è stato vicario a Caravaggio. Nel 2014 la nomina a collaboratore delle parrocchie di Pizzighettone, Regona e Roggione. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido e moderatore della nuova unità pastorale costituita dalle comunità di S. Bassano in Pizzighettone, S. Rocco e S. Pietro nella frazione di Gera, S. Patrizio vescovo in quella di Regona e Beata Vergine del Roggione. Don Gabriele Battaini è nato a Treviglio il 13 luglio 1970 ed è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva nella comunità di Caravaggio. È stato vicario a Mozzanica dal 2000 al Nel 2006 il trasferimento, sempre in qualità di vicario, a Covo. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone. Don Attilio Spadari è nato a Castelleone il 23 settembre 1958 ed è stato ordinato il 23 giugno È stato vicario a S. Imerio in città ( ), Caravaggio ( ), San Sigismondo in città ( ). Dal 1996 al 2000 è stato amministratore parrocchiale di Gera di Pizzighettone, mentre

23 dal 2000 al 2005 è stato parroco di Formigara e Cornaleto. Dal 2005 al 2014 ha ricoperto l incarico di collaboratore parrocchiale a Caravaggio. Da allora è stato collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone. Il saluto dei nuovi parroci La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Saluti a voi! Noi tre sacerdoti, don Andrea, don Attilio e don Gabriele, stiamo per iniziare un cammino insieme e proseguiamo o stiamo per iniziare un cammino con le comunità della Beata Vergine del Roggione, di S. Bassiano in Pizzighettone, di S. Pietro e S. Rocco in Gera, di S. Patrizio in Regona; anche le comunità sono chiamate a proseguire un cammino insieme, iniziato da qualche anno. Le parole iniziali dell Esortazione Evangelii Gaudium (citate all inizio dell articolo) richiamano, con l essenzialità e la chiarezza tipiche di papa Francesco, l origine, la direzione, il fine del nostro camminare insieme: aiutarci e sostenerci nell incontro con il Cristo vivente. E questo il cuore pulsante delle comunità cristiane, irrorato da una Parola che ci chiama costantemente a uscire da noi stessi e dalle nostre prospettive a volte troppo umane; tonificato dai sacramenti che rendono vicina a noi la perenne vitalità del dono di Cristo; capace di dilatarsi in scelte e stili di carità. Cercare di tenere presente, come comunità cristiane, quale sia l origine, la direzione e il fine consente di sperimentare l ariosità e la freschezza che promana dalle parole del papa. Presentandoci a voi, vorremmo brevemente soffermarci sulla

24 missione che il Vescovo ci ha affidato e che troviamo delineata nel decreto della nostra nomina: Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra sacerdoti, già raccomandata dal Concilio Vaticano II, i Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra sacerdoti. Il Vescovo ci chiama ad una missione affascinante e difficile: vivere una collaborazione fraterna; è più che un semplice rapporto professionale, si tratta di cercare uno stile che sia quello dell unità e della condivisione, facendosi carico, prima ancora che del lavoro pastorale, della vita stessa dei confratelli, sostenendosi nella fede e nel ministero. Il pensiero del Vescovo è estremamente chiaro: la ricerca di unità che viene chiesta alle comunità cristiane non può che partire dall unità tra i sacerdoti. Tutti e tre sappiamo quanto sia evangelica questa prospettiva, ma anche quanto sia alta ed esigente: il nostro sì al Vescovo implica la conversione quotidiana, per uscire dai noi stessi, staccarsi dalle abitudini personali, dalle proprie personali sicurezze, dalle prospettive e dalle convinzioni individuali per entrare nella logica evangelica: farsi carico della vita dell altro, così come è, con la bellezza dei suoi pregi, ma anche con il peso dei suoi difetti. Un lavorio su se stessi che chiede di mettere continuamente al centro il Signore, simile a quello che avviene nella quotidianità della vita delle famiglie, ma che per noi sacerdoti è un po nuovo. Nel tempo, consapevoli dei nostri limiti, proveremo a far sì che la fraternità sacerdotale si incarni in scelte e gesti concreti. Non vogliamo predefinire tempi ed esiti: partiamo, vediamo dove il Signore ci vorrà man mano condurre. Questo uscire da sé, questo esodo che da sempre il Signore chiede alla Chiesa e

25 ai credenti va ben oltre le risorse e le capacità umane: ci vuole la Grazia. Perciò, sin dall inizio, ci siamo affidati alle vostre preghiere e vi chiediamo di continuare a pregare e di pregare tanto per noi. I Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Dallo stile di fraternità chiesto ai sacerdoti sgorga, nelle parole del Vescovo, uno stile di condivisione e di corresponsabilità che, a cascata, dovrebbe riverberarsi su tutta la comunità cristiana: sulla comunità delle Suore Figlie dell Oratorio, presenza che tutti dobbiamo essere ben contenti di avere, stimare e valorizzare (secondo la vocazione che è loro propria); sugli organismi di partecipazione (Consiglio pastorale unitario e Consigli affari economici), come pure sui collaboratori in ogni ambito di vita parrocchiale e su tutti i fedeli. Il Vescovo ha ribadito la scelta che le cinque parrocchie di S. Bassiano in Pizzighettone, Beata Vergine del Roggione, S. Pietro e S. Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona costituiscano una Unità pastorale. Siamo ben consapevoli che non basta un decreto vescovile a creare un cammino d insieme tra le parrocchie, e nemmeno un progetto disegnato a tavolino. La Diocesi intera si interrogherà, nei prossimi mesi, su quale sia il significato e il valore delle Unità pastorali, su come si possano articolare al loro interno, quali forme concrete possano assumere. Pensiamo che le parole del Vescovo intendano avviare un processo del quale non ci sentiamo di predefinire tempi, forme, modi: sarà importante, come comunità cristiane, prima ancora di pensare a delle forme o a delle iniziative concrete, domandarci insieme, preti, suore e laici quali siano gli elementi di unità tra le parrocchie, quali siano gli stili che sostengono un cammino unitario, quali le forme che consentono di valorizzare al meglio i doni che l azione dello

26 Spirito ha suscitato nella vita delle comunità, quali i tempi e i modi di presenza dei preti, ma anche come i laici (giovani compresi) possano maturare una corresponsabilità secondo lo Spirito della Chiesa. Siamo tutti ben consapevoli che la sfida posta davanti a noi è affascinante e ardua: un po come per il popolo d Israele appena uscito dall Egitto, sperimenteremo la tentazione del ritorno ad un passato che ci appare più rassicurante rispetto ad un cammino che percepiamo incerto e faticoso. Come il popolo di Israele, sperimenteremo la tentazione della lamentela e della spinta a tornare indietro. La assumiamo come propria di un popolo che, insieme, è chiamato a percorrere un esodo certamente non facile e scontato, che impegnerà in un discernimento comunitario (che non dovrà essere guidato dai criteri umani o da pregiudizi e visioni parziali, ma dai criteri del Vangelo) in modo che il cammino unitario di queste parrocchie sia il più possibile nella linea della condivisione e della corresponsabilità tra preti, suore, laici. Ma la strada, da percorrere, insieme, sostenendoci, con pazienza, facendoci carico gli uni degli altri, mettendoci in gioco e in dialogo, è chiaramente e inderogabilmente indicata: è proprio quella dell Esodo, dell uscita da sé; vale per il singolo credente, come per le comunità cristiane. Anche questo cammino che si profila è ben oltre le capacità e le bravure o le lentezze di noi umani: serve che la Grazia ne guidi i passi. Al di là dei progetti, dei calcoli, delle strategie e delle valutazioni umane, dovremo quindi essere attenti a fidarci dell azione di Dio che guida la storia, cogliere ciò che lo Spirito opererà e da Lui lasciarci condurre. Ci affidiamo, per questo all intercessione dei Santi patroni delle nostre comunità. All inizio del nostro cammino insieme, oltre che affidarci alle vostre preghiere, vi chiediamo anche di avere pazienza con noi e ci scusiamo in anticipo per lentezze o dimenticanze che potremo fare e per i disagi che ciò potrebbe suscitare. Ci

27 affidiamo alla vostra comprensione. Grazie per questo come per la vostra accoglienza e buon cammino a tutti! don Andrea, don Attilio, don Gabriele Il Vescovo a Pizzighettone: «L'unità pastorale sia un laboratorio di comunione» Un unità pastorale che sia anzitutto un «laboratorio di comunione» e che contagi tutta la diocesi perchè l anno prossimo molte altre parrocchie saranno interessate a questo nuovo assetto ecclesiale che investe sulla collaborazione stretta al di là dei campanili. Il vescovo Antonio conta molto sui sacerdoti e i fedeli delle cinque parrocchie di Pizzighettone S. Bassiano, S. Patrizio in Regona, Beata Vergine del Roggione, S. Rocco e S Pietro in Gera che da domenica 4 settembre camminano più speditamente insieme sotto la guida di tre nuovi parroci: il moderatore don Andrea Bastoni e quelli in solido don Attilio Spadari e don Gabriele Battaini. Il primo era già presente in Pizzighettone nella veste di collaboratore, gli altri due invece giungono rispettivamente da Soresina e da Covo. Il rito di ingresso, semplice e solenne, partecipato da centinaia di persone molti hanno seguito da un teleschermo allestito nella sala del Consiglio comunale ha avuto inizio sul sagrato dell antica e insigne chiesa di San Bassiano. Qui

28 il vescovo è stato accolto dalle note del Corpo Bandistico Pizzighettonese diretto da Alberto Spelta. L abbraccio caloroso con i tre nuovi parroci ha sciolto fin da subito la tensione per una giornata che certamente resterà nella memoria dei pizzighettonesi, compresi i più giovani: folta la schiera degli animatori del Grest con la tipica divisa, a loro il compito di indirizzare i fedeli delle altre comunità, soprattutto di Covo e Caravaggio intervenuti in massa. Dalla casa parrocchiale è poi partita la processione introitale aperta dai ministranti guidati dall ormai ex vicario don Andrea Lamperti Tornaghi che settimana prossima si trasferirà a Pandino. Seguivano i sacerdoti concelebranti: il vicario zonale don Pietro Samarini, il missionario pizzighettonese padre Claudio Marinoni, il parroco di Soresina, don Angelo Piccinelli e l arciprete di Paderno Ponchielli nonchè direttore del nostro portale, don Claudio Rasoli. Sul portale della parrocchiale, accanto al gonfalone comunale, Luca Moggi, giovanissimo primo cittadino, ha dato il benvenuto al Vescovo e ai nuovi sacerdoti. «Grazie Eccellenza per averci donati questi nuovi pastori. Vi accogliamo come padri, come guide e come fratelli, vi chiediamo di sostenerci continuamente nella fede, nella speranza e nella carità: aiutateci a vivere in comunione con Dio e tra di noi». E poi ancora: «Desidero fin da oggi dichiarare il mio personale impegno e quello dell intera amministrazione comunale a renderci disponibili con spirito di servizio e incondizionata collaborazione a tutte quelle iniziative religiose, sociali e aggregative che vorrete mettere in campo. Ci anima la consapevolezza di essere stati tutti chiamati a rendere un servizio alla nostra comunità con senso di responsabilità e del dovere. Tuttavia sappiamo quanto scarsi e limitati siano i mezzi che abbiamo a disposizione e questo senso di limitatezza dovrebbe indurci a sentire come urgente e impellente il bisogno di collaborare con chi è quotidianemnte

29 impegnato a conseguire il bene comune e voi indubbiamente appartenete a questa categorie». Moggi ha infine ricordato la figura di San Vincenzo Grossi nato a Pizzighettone e battezzato proprio nella chiesa di San Bassiano. Saluto del sindaco Moggi Mons. Napolioni e i nuovi parroci hanno poi fatto il loro ingresso accolti da una chiesa straripante di persone e resa ancora più solenne da un tripudio di fiori rossi, gialli e bianchi. Ad impreziosire la celebrazione i canti polifonici del coro interparrocchiale diretto dal maestro Marco Molaschi e accompagnato oltre che dall organo anche da due fiati. Dopo il saluto liturgico da parte del Vescovo, il vicario zonale, don Samarini, ha dato lettura del decreto di costituzione della nuova unità pastorale con la nomina dei tre nuovi parroci. Al termine don Bastoni ha asperso l assemblea con l acqua benedetta in ricordo del Battesimo e ha incensato la mensa eucaristica, centro della vita della comunità. Quindi Giancarlo Bissolotti, a nome del Consiglio pastorale unitario ha espresso il saluto delle cinque comunità pizzighettonesi. «Oggi presentiamo a Lei e ai nuovi parroci il nostro quotidiano camminare, la gioia di appartenere a Cristo e la soddisfazione di poter fare tutto insieme. Certo, a Lei come a loro, non nascondiamo le fatiche e le difficoltà, le incompresioni e i passi lenti ma, siatene certi, c è sempre in ciascuno di noi, un cuore innamorato che palpita e una

30 grande amore per le nostre comunità». E citando una canzone di Marco Mengoni, Bissolotti ha così concluso: «Questo rito sia per noi l occasione di comporre nuovi spazi e di far nascere straordinari desideri, che sanno di bene perchè originati nel bene e per il bene delle nostre comunità e della nostra diocesi, desideri che ci richiamano a tornare all essenziale e che fanno dell essenziale la nostra ragione di vita». Saluto di Giancarlo Bissolotti, rappresentante del Consiglio pastorale interparrocchiale Nell omelia mons. Napolioni ha iniziato ringraziando cinque preti che, con il loro sì, hanno reso possibile la ripartenza delle comunità pizzighettonesi, ma anche l esercizio del ministero episcopale: don Enrico Maggi e don Andrea Lamperti Tornaghi che hanno iniziato a dissodare il terreno per costituire l unità pastorale e le nuove guide don Bastoni, don Spadari e don Battaini. Un sì, non ha nascosto il Vescovo, che per molti è stato portatore di sofferenze e lacerazioni, ma che trova il suo senso ultimo in quell amore a Cristo che sovrasta ogni altro amore: «È bello amare una comunità ha spiegato il presule ma non bisogna mai chiudersi dentro un frammento. Vince chi è più libero, meno attaccato, più pronto ad amare e a fidarsi di Cristo». Il Vescovo, rivolgendosi ai nuovi sacerdoti, ha chiesto di non difendere le prerogative di ogni singola parrocchia, ma di andare incontro ai volti concreti delle persone. Da qui l appello a lavorare insieme, a fare dell unità pastorale un laboratorio di comunione, dove gli ultimi e i più fragili

31 godono di una attenzione in più. Il ricordo non poteva poi non andare a San Vincenzo Grossi, ma anche a madre Teresa che proprio in quelle ore veniva canonizzata da papa Francesco in piazza San Pietro: «La nostra pastorale ha commentato mons. Napolioni sia caratterizzata dalla maternità e dalla paternità di Dio che si preoccupa di chi è scartato dalla società». Infine l invito tratto dal salmo a saziarsi fin dal mattino dell amore del Signore e ad esultare e gioire insieme tutti i giorni per le sue meraviglie. Omelia di mons. Napolioni Inaspettatamente al termine delle preghiera dei fedeli il Vescovo ha chiesto al Signore che la nuova unità pastorale contagi tutta la diocesi dato che nel prossimo anno l intero territorio cremonese sarà interessato alla costituzione di nuove e più intense collaborazioni tra parrocchie. La celebrazione è poi continuata con la liturgia eucaristica e i riti di comunione. Solo al termine, prima della benedizione episcopale, ha preso la parola don Bastoni per i ringraziamenti. A tratti commosso il nuovo moderatore ha espresso gratitudine a Dio, al Vescovo, alle famiglie di origine, alle comunità servite in questi anni di ministero e ai fedeli delle cinque parrocchie pizzighettonesi. Brevemente hanno poi salutato anche don Spadari e don Battaini.

32 Il saluto dei Parroci Quindi la famiglia Foglia, a nome di tutti, ha donato ai tre sacerdoti una tovaglia, simbolo di fraternità: chiaro l invito a vivere nella comunione prima tra presbiteri e poi con i fedeli laici. Intervento della famiglia Foglia Al termine della Messa le firme da parte dei testimoni, uno per ciascuno delle cinque comunità: Benito Massari (Regona), Martina Fregoni (Roggione), Miriam Capelli (Gera S. Pietro), Carlo Morresi (Gera S. Rocco) e Antonino Passalacqua (Pizzighettone). Poi per tutti l appuntamento è stato nella casamatta 26 per un momento conviviale di festa al quale non si è sottratto il vescovo Antonio. Photogallery Dalle 21, quindi, all oratorio di Regona (dove nel pomeriggio ha preso ufficialmente avvio la Festa dell Oratorio, che nei giorni successivi coinvolgerà anche le altre località pizzighettonesi) sarà proposto PartyAmo!, lo spettacolo d animazione ideato e animato da Stefano Priori, musicato e

33 cantato da Marco Bonini, con il coordinamento di Sonia Ballestriero: si tratta della vicenda di un viaggiatore improbabile che coinvolge il pubblico quali compagni ideali di un viaggio verso una meta non ben definita. Biografia dei sacerdoti Don Andrea Bastoni è nato a Cremona il 31 marzo 1972 ed è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva nella comunità di Piadena. Dal 1997 al 2001 è stato studente a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e in Liturgia. Dal 2001 al 2010 è stato vicario a San Bernardo in città, mentre dal 2010 al 2014 è stato vicario a Caravaggio. Nel 2014 la nomina a collaboratore delle parrocchie di Pizzighettone, Regona e Roggione. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido e moderatore della nuova unità pastorale costituita dalle comunità di S. Bassano in Pizzighettone, S. Rocco e S. Pietro nella frazione di Gera, S. Patrizio vescovo in quella di Regona e Beata Vergine del Roggione. Don Gabriele Battaini è nato a Treviglio il 13 luglio 1970 ed è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva nella comunità di Caravaggio. È stato vicario a Mozzanica dal 2000 al Nel 2006 il trasferimento, sempre in qualità di vicario, a Covo. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone. Don Attilio Spadari è nato a Castelleone il 23 settembre 1958 ed è stato ordinato il 23 giugno È stato vicario a S. Imerio in città ( ), Caravaggio ( ), San Sigismondo in città ( ). Dal 1996 al 2000 è stato amministratore parrocchiale di Gera di Pizzighettone, mentre dal 2000 al 2005 è stato parroco di Formigara e Cornaleto. Dal 2005 al 2014 ha ricoperto l incarico di collaboratore parrocchiale a Caravaggio. Da allora è stato collaboratore

34 parrocchiale a Soresina. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone. Il saluto dei nuovi parroci sul giornalino parrocchiale La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Saluti a voi! Noi tre sacerdoti, don Andrea, don Attilio e don Gabriele, stiamo per iniziare un cammino insieme e proseguiamo o stiamo per iniziare un cammino con le comunità della Beata Vergine del Roggione, di S. Bassiano in Pizzighettone, di S. Pietro e S. Rocco in Gera, di S. Patrizio in Regona; anche le comunità sono chiamate a proseguire un cammino insieme, iniziato da qualche anno. Le parole iniziali dell Esortazione Evangelii Gaudium (citate all inizio dell articolo) richiamano, con l essenzialità e la chiarezza tipiche di papa Francesco, l origine, la direzione, il fine del nostro camminare insieme: aiutarci e sostenerci nell incontro con il Cristo vivente. E questo il cuore pulsante delle comunità cristiane, irrorato da una Parola che ci chiama costantemente a uscire da noi stessi e dalle nostre prospettive a volte troppo umane; tonificato dai sacramenti che rendono vicina a noi la perenne vitalità del dono di Cristo; capace di dilatarsi in scelte e stili di carità. Cercare di tenere presente, come comunità cristiane, quale sia l origine, la direzione e il fine consente di sperimentare l ariosità e la freschezza che promana dalle parole del papa. Presentandoci a voi, vorremmo brevemente soffermarci sulla missione che il Vescovo ci ha affidato e che troviamo delineata nel decreto della nostra nomina: Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra

35 sacerdoti, già raccomandata dal Concilio Vaticano II, i Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra sacerdoti. Il Vescovo ci chiama ad una missione affascinante e difficile: vivere una collaborazione fraterna; è più che un semplice rapporto professionale, si tratta di cercare uno stile che sia quello dell unità e della condivisione, facendosi carico, prima ancora che del lavoro pastorale, della vita stessa dei confratelli, sostenendosi nella fede e nel ministero. Il pensiero del Vescovo è estremamente chiaro: la ricerca di unità che viene chiesta alle comunità cristiane non può che partire dall unità tra i sacerdoti. Tutti e tre sappiamo quanto sia evangelica questa prospettiva, ma anche quanto sia alta ed esigente: il nostro sì al Vescovo implica la conversione quotidiana, per uscire dai noi stessi, staccarsi dalle abitudini personali, dalle proprie personali sicurezze, dalle prospettive e dalle convinzioni individuali per entrare nella logica evangelica: farsi carico della vita dell altro, così come è, con la bellezza dei suoi pregi, ma anche con il peso dei suoi difetti. Un lavorio su se stessi che chiede di mettere continuamente al centro il Signore, simile a quello che avviene nella quotidianità della vita delle famiglie, ma che per noi sacerdoti è un po nuovo. Nel tempo, consapevoli dei nostri limiti, proveremo a far sì che la fraternità sacerdotale si incarni in scelte e gesti concreti. Non vogliamo predefinire tempi ed esiti: partiamo, vediamo dove il Signore ci vorrà man mano condurre. Questo uscire da sé, questo esodo che da sempre il Signore chiede alla Chiesa e ai credenti va ben oltre le risorse e le capacità umane: ci vuole la Grazia. Perciò, sin dall inizio, ci siamo affidati alle vostre preghiere e vi chiediamo di continuare a pregare e

36 di pregare tanto per noi. I Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Dallo stile di fraternità chiesto ai sacerdoti sgorga, nelle parole del Vescovo, uno stile di condivisione e di corresponsabilità che, a cascata, dovrebbe riverberarsi su tutta la comunità cristiana: sulla comunità delle Suore Figlie dell Oratorio, presenza che tutti dobbiamo essere ben contenti di avere, stimare e valorizzare (secondo la vocazione che è loro propria); sugli organismi di partecipazione (Consiglio pastorale unitario e Consigli affari economici), come pure sui collaboratori in ogni ambito di vita parrocchiale e su tutti i fedeli. Il Vescovo ha ribadito la scelta che le cinque parrocchie di S. Bassiano in Pizzighettone, Beata Vergine del Roggione, S. Pietro e S. Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona costituiscano una Unità pastorale. Siamo ben consapevoli che non basta un decreto vescovile a creare un cammino d insieme tra le parrocchie, e nemmeno un progetto disegnato a tavolino. La Diocesi intera si interrogherà, nei prossimi mesi, su quale sia il significato e il valore delle Unità pastorali, su come si possano articolare al loro interno, quali forme concrete possano assumere. Pensiamo che le parole del Vescovo intendano avviare un processo del quale non ci sentiamo di predefinire tempi, forme, modi: sarà importante, come comunità cristiane, prima ancora di pensare a delle forme o a delle iniziative concrete, domandarci insieme, preti, suore e laici quali siano gli elementi di unità tra le parrocchie, quali siano gli stili che sostengono un cammino unitario, quali le forme che consentono di valorizzare al meglio i doni che l azione dello Spirito ha suscitato nella vita delle comunità, quali i tempi e i modi di presenza dei preti, ma anche come i laici (giovani compresi) possano maturare una corresponsabilità secondo lo

37 Spirito della Chiesa. Siamo tutti ben consapevoli che la sfida posta davanti a noi è affascinante e ardua: un po come per il popolo d Israele appena uscito dall Egitto, sperimenteremo la tentazione del ritorno ad un passato che ci appare più rassicurante rispetto ad un cammino che percepiamo incerto e faticoso. Come il popolo di Israele, sperimenteremo la tentazione della lamentela e della spinta a tornare indietro. La assumiamo come propria di un popolo che, insieme, è chiamato a percorrere un esodo certamente non facile e scontato, che impegnerà in un discernimento comunitario (che non dovrà essere guidato dai criteri umani o da pregiudizi e visioni parziali, ma dai criteri del Vangelo) in modo che il cammino unitario di queste parrocchie sia il più possibile nella linea della condivisione e della corresponsabilità tra preti, suore, laici. Ma la strada, da percorrere, insieme, sostenendoci, con pazienza, facendoci carico gli uni degli altri, mettendoci in gioco e in dialogo, è chiaramente e inderogabilmente indicata: è proprio quella dell Esodo, dell uscita da sé; vale per il singolo credente, come per le comunità cristiane. Anche questo cammino che si profila è ben oltre le capacità e le bravure o le lentezze di noi umani: serve che la Grazia ne guidi i passi. Al di là dei progetti, dei calcoli, delle strategie e delle valutazioni umane, dovremo quindi essere attenti a fidarci dell azione di Dio che guida la storia, cogliere ciò che lo Spirito opererà e da Lui lasciarci condurre. Ci affidiamo, per questo all intercessione dei Santi patroni delle nostre comunità. All inizio del nostro cammino insieme, oltre che affidarci alle vostre preghiere, vi chiediamo anche di avere pazienza con noi e ci scusiamo in anticipo per lentezze o dimenticanze che potremo fare e per i disagi che ciò potrebbe suscitare. Ci affidiamo alla vostra comprensione. Grazie per questo come per la vostra accoglienza e buon cammino a tutti!

38 don Andrea, don Attilio, don Gabriele Biografia dei sacerdoti Don Andrea Bastoni è nato a Cremona il 31 marzo 1972 ed è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva nella comunità di Piadena. Dal 1997 al 2001 è stato studente a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e in Liturgia. Dal 2001 al 2010 è stato vicario a San Bernardo in città, mentre dal 2010 al 2014 è stato vicario a Caravaggio. Nel 2014 la nomina a collaboratore delle parrocchie di Pizzighettone, Regona e Roggione. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido e moderatore della nuova unità pastorale costituita dalle comunità di S. Bassano in Pizzighettone, S. Rocco e S. Pietro nella frazione di Gera, S. Patrizio vescovo in quella di Regona e Beata Vergine del Roggione. Don Gabriele Battaini è nato a Treviglio il 13 luglio 1970 ed è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva nella comunità di Caravaggio. È stato vicario a Mozzanica dal 2000 al Nel 2006 il trasferimento, sempre in qualità di vicario, a Covo. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone. Don Attilio Spadari è nato a Castelleone il 23 settembre 1958 ed è stato ordinato il 23 giugno È stato vicario a S. Imerio in città ( ), Caravaggio ( ), San Sigismondo in città ( ). Dal 1996 al 2000 è stato amministratore parrocchiale di Gera di Pizzighettone, mentre dal 2000 al 2005 è stato parroco di Formigara e Cornaleto. Dal 2005 al 2014 ha ricoperto l incarico di collaboratore parrocchiale a Caravaggio. Da allora è stato collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in solido dell unità pastorale di Pizzighettone.

39 Il saluto dei nuovi parroci La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Saluti a voi! Noi tre sacerdoti, don Andrea, don Attilio e don Gabriele, stiamo per iniziare un cammino insieme e proseguiamo o stiamo per iniziare un cammino con le comunità della Beata Vergine del Roggione, di S. Bassiano in Pizzighettone, di S. Pietro e S. Rocco in Gera, di S. Patrizio in Regona; anche le comunità sono chiamate a proseguire un cammino insieme, iniziato da qualche anno. Le parole iniziali dell Esortazione Evangelii Gaudium (citate all inizio dell articolo) richiamano, con l essenzialità e la chiarezza tipiche di papa Francesco, l origine, la direzione, il fine del nostro camminare insieme: aiutarci e sostenerci nell incontro con il Cristo vivente. E questo il cuore pulsante delle comunità cristiane, irrorato da una Parola che ci chiama costantemente a uscire da noi stessi e dalle nostre prospettive a volte troppo umane; tonificato dai sacramenti che rendono vicina a noi la perenne vitalità del dono di Cristo; capace di dilatarsi in scelte e stili di carità. Cercare di tenere presente, come comunità cristiane, quale sia l origine, la direzione e il fine consente di sperimentare l ariosità e la freschezza che promana dalle parole del papa. Presentandoci a voi, vorremmo brevemente soffermarci sulla missione che il Vescovo ci ha affidato e che troviamo delineata nel decreto della nostra nomina: Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra sacerdoti, già raccomandata dal Concilio Vaticano II, i Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo

40 coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Nell intento di avviare un esperienza di collaborazione fraterna tra sacerdoti. Il Vescovo ci chiama ad una missione affascinante e difficile: vivere una collaborazione fraterna; è più che un semplice rapporto professionale, si tratta di cercare uno stile che sia quello dell unità e della condivisione, facendosi carico, prima ancora che del lavoro pastorale, della vita stessa dei confratelli, sostenendosi nella fede e nel ministero. Il pensiero del Vescovo è estremamente chiaro: la ricerca di unità che viene chiesta alle comunità cristiane non può che partire dall unità tra i sacerdoti. Tutti e tre sappiamo quanto sia evangelica questa prospettiva, ma anche quanto sia alta ed esigente: il nostro sì al Vescovo implica la conversione quotidiana, per uscire dai noi stessi, staccarsi dalle abitudini personali, dalle proprie personali sicurezze, dalle prospettive e dalle convinzioni individuali per entrare nella logica evangelica: farsi carico della vita dell altro, così come è, con la bellezza dei suoi pregi, ma anche con il peso dei suoi difetti. Un lavorio su se stessi che chiede di mettere continuamente al centro il Signore, simile a quello che avviene nella quotidianità della vita delle famiglie, ma che per noi sacerdoti è un po nuovo. Nel tempo, consapevoli dei nostri limiti, proveremo a far sì che la fraternità sacerdotale si incarni in scelte e gesti concreti. Non vogliamo predefinire tempi ed esiti: partiamo, vediamo dove il Signore ci vorrà man mano condurre. Questo uscire da sé, questo esodo che da sempre il Signore chiede alla Chiesa e ai credenti va ben oltre le risorse e le capacità umane: ci vuole la Grazia. Perciò, sin dall inizio, ci siamo affidati alle vostre preghiere e vi chiediamo di continuare a pregare e di pregare tanto per noi. I Parroci concorderanno la concreta organizzazione

41 dell attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della zona pastorale. Dallo stile di fraternità chiesto ai sacerdoti sgorga, nelle parole del Vescovo, uno stile di condivisione e di corresponsabilità che, a cascata, dovrebbe riverberarsi su tutta la comunità cristiana: sulla comunità delle Suore Figlie dell Oratorio, presenza che tutti dobbiamo essere ben contenti di avere, stimare e valorizzare (secondo la vocazione che è loro propria); sugli organismi di partecipazione (Consiglio pastorale unitario e Consigli affari economici), come pure sui collaboratori in ogni ambito di vita parrocchiale e su tutti i fedeli. Il Vescovo ha ribadito la scelta che le cinque parrocchie di S. Bassiano in Pizzighettone, Beata Vergine del Roggione, S. Pietro e S. Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona costituiscano una Unità pastorale. Siamo ben consapevoli che non basta un decreto vescovile a creare un cammino d insieme tra le parrocchie, e nemmeno un progetto disegnato a tavolino. La Diocesi intera si interrogherà, nei prossimi mesi, su quale sia il significato e il valore delle Unità pastorali, su come si possano articolare al loro interno, quali forme concrete possano assumere. Pensiamo che le parole del Vescovo intendano avviare un processo del quale non ci sentiamo di predefinire tempi, forme, modi: sarà importante, come comunità cristiane, prima ancora di pensare a delle forme o a delle iniziative concrete, domandarci insieme, preti, suore e laici quali siano gli elementi di unità tra le parrocchie, quali siano gli stili che sostengono un cammino unitario, quali le forme che consentono di valorizzare al meglio i doni che l azione dello Spirito ha suscitato nella vita delle comunità, quali i tempi e i modi di presenza dei preti, ma anche come i laici (giovani compresi) possano maturare una corresponsabilità secondo lo Spirito della Chiesa. Siamo tutti ben consapevoli che la sfida posta davanti a noi è

42 affascinante e ardua: un po come per il popolo d Israele appena uscito dall Egitto, sperimenteremo la tentazione del ritorno ad un passato che ci appare più rassicurante rispetto ad un cammino che percepiamo incerto e faticoso. Come il popolo di Israele, sperimenteremo la tentazione della lamentela e della spinta a tornare indietro. La assumiamo come propria di un popolo che, insieme, è chiamato a percorrere un esodo certamente non facile e scontato, che impegnerà in un discernimento comunitario (che non dovrà essere guidato dai criteri umani o da pregiudizi e visioni parziali, ma dai criteri del Vangelo) in modo che il cammino unitario di queste parrocchie sia il più possibile nella linea della condivisione e della corresponsabilità tra preti, suore, laici. Ma la strada, da percorrere, insieme, sostenendoci, con pazienza, facendoci carico gli uni degli altri, mettendoci in gioco e in dialogo, è chiaramente e inderogabilmente indicata: è proprio quella dell Esodo, dell uscita da sé; vale per il singolo credente, come per le comunità cristiane. Anche questo cammino che si profila è ben oltre le capacità e le bravure o le lentezze di noi umani: serve che la Grazia ne guidi i passi. Al di là dei progetti, dei calcoli, delle strategie e delle valutazioni umane, dovremo quindi essere attenti a fidarci dell azione di Dio che guida la storia, cogliere ciò che lo Spirito opererà e da Lui lasciarci condurre. Ci affidiamo, per questo all intercessione dei Santi patroni delle nostre comunità. All inizio del nostro cammino insieme, oltre che affidarci alle vostre preghiere, vi chiediamo anche di avere pazienza con noi e ci scusiamo in anticipo per lentezze o dimenticanze che potremo fare e per i disagi che ciò potrebbe suscitare. Ci affidiamo alla vostra comprensione. Grazie per questo come per la vostra accoglienza e buon cammino a tutti! don Andrea, don Attilio, don Gabriele

43 Pellegrinaggio giubilare alla Cattedrale con l'associazione Il Cireneo Si svolgerà domenica 11 settembre il consueto pellegrinaggio di inizio anno dell associazione Il Cireneo. In occasione del Giubileo della Misericordia, meta del cammino sarà la Cattedrale di Cremona, dove si trova l unica Porta Santa della diocesi. L appuntamento è di buon mattino a Stagno Lombardo, dove il ritrovo è previsto per le Dopo la benedizione da parte del parroco, don Giuseppe Galbignani, perderà il via il pellegrinaggio a piedi su un percorso di circa 16 chilometri che si snoderà lungo gli argini che, attraverso Brancere e il Bosco ex Parmigiano, conducono a Cremona. A guidare questa intensa esperienza di fede il nuovo rettore del Seminario di Cremona, don Marco D Agostino. L arrivo in Cattedrale è previsto poco prima delle 11, in modo da permettere ai pellegrini di partecipare alla Messa. Oltre alle intenzioni particolari e personali, quest anno il pellegrinaggio intende essere chiedere la grazia di essere fedeli all incontro con Cristo che ci è accaduto e continua ad accadere. L associazione Il Cireneo Il Cireneo è un associazione nata dall iniziativa di alcune famiglie per sostenere e accompagnare i nuclei familiari con

44 bambini con handicap, offrendo loro uno spazio di dialogo, di accoglienza e di scambio di esperienze. Oltre ad essere la principale promotrice di Casa d oro, in via Litta a Cremona, Il Cireneo, direttamente o in collaborazione con altri organismi senza scopo di lucro, offre servizi e iniziative di sostegno economico per famiglie meno abbienti, con particolare attenzione a quelle con figli disabili, che rischiano quotidianamente di vivere situazioni di solitudine, abbandono ed emarginazione sociale. L associazione promuove inoltre attività culturali, educative e ricreative, iniziative di solidarietà, momenti di incontro, formazione e sensibilizzazione, collaborando con enti pubblici e privati con finalità analoghe. Casa d Oro Casa d oro, realizzata nell immobile di via Litta della Caritas diocesana (che ha messo a disposizione la struttura), nasce per offrire un ambiente adatto a minori affetti da gravissime disabilità in area motoria, sensoriale, cognitiva e psichica e si offre come luogo più funzionale alla loro cura fisica e allo svolgimento di attività rispettose dei tempi scanditi dalla loro fisionomia. Obiettivi del centro sono: inserire i minori in un contesto educativo e assistenziale di massima flessibilità e accessibilità; potenziarne e recuperarne le capacità cognitive, sensoriali e comunicative; favorire l assolvimento dell obbligo scolastico e l inserimento nella comunità scolastica elaborando sinergie e strategie specializzate; realizzare un punto di mutuo aiuto per le famiglie, per favorire incontri, scambi di esperienze e valorizzare il loro sapere pratico e di competenza di cure maturate nel tempo. La Casa d oro può ospitare un massimo di 15 bambini con disabilità gravi-gravissime tra i 6 e i 17 anni, a cui sono

45 garantiti percorsi di cura personalizzati. A gestirle i diversi servizi è la cooperativa Il Cortile di Cremona. Il vescovo Antonio al clero bresciano: «Non è bene che il prete sia solo!» Mercoledì 7 settembre il vescovo Napolioni ha presieduto, nella Cattedrale di Brescia, una celebrazione penitenziale in occasione del Giubileo del clero bresciano. Alle 9.30 il presule ha dettato la meditazione dal titolo «Evangelii Gaudium: una provocazione alla nostra pastorale», quindi alle c è stato il passaggio dei presbiteri per la porta della Misericordia e a seguire la concelebrazione Eucaristica nel corso della quale sono stati ricordati il 70 di ordinazione sacerdotale di mons. Bruno Foresti, vescovo di Brescia dal 1983 al 1998, e il 30 di ordinazione episcopale di mons. Vigilio Mario Olmi, vescovo ausiliare dal 1986 al 2003 e primo collaboratore dello stesso mons. Foresti e del suo successore Giulio Sanguineti. Mons. Napolioni ha offerto ai sacerdoti presenti un vero e proprio esame di coscienza a partire da alcune pagine bibliche soprattutto il discorso di congedo di Paolo ai presbiteri di Efeso tratto dagli Atti degli Apostoli e dall esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco senza tralasciare altri documenti magisteriali e interventi di Pontefici come Paolo VI e Benedetto XVI. Il Vescovo ha esordito ricordando che la «carità pastorale,

46 cuore della nostra identità e missione, è una meta, non si improvvisa, nè può darsi per scontata. È un principio dinamico, di cui sperimentare la concretezza esistenziale, coi suoi momenti fecondi e coi suoi drammatici ingorghi e cadute. Ce lo dice la gente, con il suo modo di considerarci, spesso di criticarci, eppure di volerci ancora». Insistendo sul prete come «testimone e ministro della misericordia di Dio» mons. Napolioni ha ricordato che il fondamento teologico dell impeto missionario sta «nell iniziativa d amore di Dio, nella teologia della grazia preveniente, gratis data, perennemente all opera nella natura e nella storia, negli uomini e nelle comunità». Da qui la domanda della fede: «l essere credenti ci rende capaci di adattamento e cambiamento, in una relazione aperta con la differenza, che altrimenti ci infastidisce o ci fa paura». Il presule ha poi stigmatizzato alcune tentazioni della vita del prete come il funzionalismo o la superficialità spirituale frutto di un quotidiano grigio o schiacciato dalla sconfitta: «La conformazione a Cristo pastore richiede un viaggio alle proprie profondità umane, affettive, spirituali». Decisivo è il contatto reale con la gente, in una pastorale «che non privilegia l organizzazione rispetto alle persone, che non si ammala per l ansia di arrivare a risultati immediati. Una pastorale ben fatta, perchè umile e fiduciosa, fa bene al pastore! Fare il bene per amore del bene, non per altre convenienze». Quel senso di smarrimento e sconfitta di cui soffre la Chiesa d Occidente può e deve essere superato dalla gioia del credere come affermava Benedetto XVI e dalla mistica del vivere insieme, «di mescolarci, incontrarci, prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio». Un esperienza costante di «corpo a corpo» tra preti e con i fedeli che

47 allontana da quei sottoprodotti umani quale la gelosia e la calunnia, la divisione e la violenza che ostacolano la corsa del Vangelo. Riprendendo l invito di papa Francesco nell Evangelii Gaudium di essere Evangelizzatori con Spirito mons. Napolioni ha ricordato tre urgenze: anzitutto l incontro personale con l amore di Gesù che salva, poi il gusto spirituale di rimanere vicino alla vita della gente fino ad arrivare a toccare la miseria umana e infine sapere abbracciare anche l esperienza del fallimento «imparando a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa». Quindi, dopo aver ribadito l attualità e centralità della parrocchia «famiglia di famiglie» -, il presule ha ricordato la necessità di un rapporto corretto e dinamico tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune, in particolare tra preti e sposi. «Non è bene che il prete sia solo ha concluso -, esistenzialmente e pastoralmente, e tanto meno che debba avere la sintesi dei carismi e dei ministeri. Credere nel valore del discernimento comunitario è veramente necessario e fruttuoso: trovarsi insieme a leggere la Parola e i segni dei tempi non può essere esercizio episodico in qualche occasione straordinaria, ma stile abituale di affronto della realtà». Leggi la meditazione integrale del vescovo Antonio

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