CIRCOSCRIZIONE 6 - ITINERARIO N.2

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1 CIRCOSCRIZIONE 6 - ITINERARIO N.2 ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI CARATTERISTICI DEI QUARTIERI FALCHERA, REBAUDENGO, BARRIERA di MILANO 4^ TAPPA: dalla Cascina Marchesa a via San Benigno 22 Dopo la visita del complesso della Cascina Marchesa si percorreranno, con molta attenzione, alcune strade del quartiere Barriera di Milano, alla scoperta dapprima della zona Montebianco (l attuale via Banfo era denominata via Montebianco perché posta in direzione di tale monte e da ciò l origine del nome della zona) e successivamente della zona Monterosa (anche in questo caso esiste una via posta in direzione del monte omonimo). Non sono presenti in queste zone piste ciclabili (ad eccezione di quella di Corso Taranto) per cui occorre prestare particolare attenzione agli incroci ed al traffico proveniente dalle varie traverse, anche se si è cercato di percorrere strade con limite di 30 chilometri orari. Si attraversa Corso Vercelli e si gira a sinistra, sulle strisce pedonali, e si percorre il corso fino al semaforo di Via Sempione. Si svolta a destra in Via Sempione e di nuovo a destra in Via Martorelli. La si percorre tutta fino a giungere al semaforo di Largo Giulio Cesare. Dopo l attraversamento si imbocca, sulla destra, Via Volpiano fino all incrocio con via Soana. Qui giriamo a sinistra e raggiungiamo Via Malone. Giriamo a destra ed attraversiamo Corso Vercelli sulle strisce pedonali, per svoltare a sinistra e raggiungere Piazza Crispi. In questa piazza erano presenti i due porticati della cinta daziaria del Attraverso questa piazza passava la Strada reale di Italia, che collegava Torino con Milano, e che oggi è denominata Corso Vercelli. Attorno alla piazza si sviluppò il primo nucleo abitativo, ampliatosi successivamente durante lo sviluppo industriale degli anni ed ancora nel secondo dopoguerra (si possono ancora vedere i grandi caseggiati della FIAT Grandi Motori). Ora in Piazza Crispi è presente un mercato rionale.

2 fig Barriera di Milano corso Vercelli e mercato in Piazza Crispi Ripercorriamo a ritroso Corso Vercelli fino all incrocio, sulla sinistra, con Via Cervino che ci condurrà fino ai Dock Dora. Dapprima, però, passiamo davanti alla Scuola materna Tommaso di Savoia, che presenta una bella facciata con timpano ed una targa della Società Operaia Mutua Previdenza della Barriera di Milano (v. fig. nella pagina precedente). fig Scuola materna Tommaso di Savoia Questa scuola rientrava nel programma di servizi per l istruzione realizzato a partire dall ultimo decennio dell Ottocento, che portò anche alla costruzione della Scuola elementare G. E. Pestalozzi, situata poco più avanti all incrocio con via Banfo, che è la prima scuola costruita nel borgo nel 1904, per dare risposta alle proteste degli abitanti della zona, per conto del Comune su progetto dell Ing. Scannagatta, che fu sede di biblioteca del quartiere (una delle quattro presenti nel quartiere).

3 fig Scuola elementare G. E. Pestalozzi fig Edilizia moderna in via Cigna Proseguendo giungiamo ad una grande rotonda, dominata oggi da una grande realizzazione di edilizia, sorta dove in passato esistevano stabilimenti industriali. Al di là della rotonda prosegue via Cervino, dalla quale, svoltando a destra, imbocchiamo Via Gressoney che conduce ai Docks Dora, situati in Via Valprato, unico esempio di struttura attrezzata a magazzino (sorta nel nei pressi della ferrovia) rimasta a Torino. La particolarità di questa struttura, progettata dall ing. Fantini nel 1912, sta nel metodo utilizzato per la sua costruzione, che prevedeva uno scheletro in calcestruzzo (sistema francese Hennebique). Oggi sono sede di uffici e negozi vari. fig I Docks Dora: l ingresso e la struttura esterna dei magazzini

4 Ripercorriamo ora a ritroso il percorso per passare davanti a ciò che rimane della ex fabbrica INCET (Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino), nata nel fig ex fabbrica INCET esterno ed interno Nel suo interno la Direzione della stessa fabbrica aveva costruito case per i propri dipendenti e strutture di servizi; al tempo, all interno della fabbrica, era addirittura presente un Nido di infanzia. La fabbrica, nel 1943, venne bombardata e fu teatro di combattimenti durante l insurrezione dell aprile Dopo aver svoltato in Via Mottarone e, alla fine della stessa, a sinistra in via Lauro Rossi possiamo osservare un complesso di 18 fabbricati di edilizia popolare dello IACP, tipica del periodo Anche questo complesso venne bombardato nel 1943 e, successivamente, ricostruito nel 1946, con la sopraelevazione di un piano oggi ben visibile. fig edilizia popolare IACP

5 Abbiamo concluso la visita della zona Montebianco ed attraverso via Rondissone e poi, svoltando a sinistra, via Martorelli giungiamo a via Boccherini. Qui svoltiamo a destra e subito dopo a sinistra in Via Arborio che ci condurrà all inizio della pista ciclabile di Corso Taranto. Percorriamo la pista ciclabile di Corso Taranto fino all incrocio semaforico di Via Saverio Mercadante. Da qui procederemo col nostro giro su varie strade alla scoperta della zona Monterosa (l attuale via Monterosa é posta in direzione di tale monte e da ciò l origine del nome della zona). Percorriamo via Mercadante fino a svoltare a sinistra in via Cimarosa e raggiungiamo la rotonda di piazza Respighi. Prendiamo sulla destra via Paisiello, passando davanti alla chiesa di San Domenico Savio ed all oratorio Michele Rua. fig Chiesa di San Domenico Savio ed Oratorio Michele Rua Nel 1917 l impresario Luigi Grassi, costruttore di varie case in Barriera di Milano, mise a disposizione del sacerdote salesiano Don Lunatti un capannone in via Candia (al tempo nella zona vi erano solo sterpaglie), che diventò poi il ricreatorio Mamma Margherita Bosco. Nel 1921 il cardinale Richelmy pose la prima pietra della cappella della chiesa di San Domenico Savio e dell oratorio Michele Rua in via Paisiello. Nel 1932 il Fascismo chiuse la sede dell oratorio, mentre i Salesiani proseguirono le loro attività alla Fontana dei Francesi, posta in collina. Dopo la guerra questo complesso diede un forte contributo alla rinascita della zona Monterosa, con scuole, attività sportive, musicali e teatrali.

6 Proseguendo su via Paisiello giungiamo in piazza Bottesini, dove si trova un bel giardino pubblico e tramite la via Ternengo posta di fronte e poi svoltando a sinistra in via Leoncavallo raggiungiamo l area dell ex stabilimento CEAT Gomma. fig area ex CEAT Questa fabbrica è nata nel 1939 per la produzione di maschere antigas e venne, come molte altre, bombardata nel Dopo la guerra avvenne la riconversione industriale e nel 1946 iniziò la produzione di gomme per auto e, successivamente nel 1948, quella per gli autocarri. Dopo una forte espansione produttiva avvenuta negli anni , a causa delle proteste degli abitanti della zona per l inquinamento prodotto le produzioni vennero trasferite nel comune di Settimo Torinese. Questa area è rimasta, quindi, abbandonata fino al 1992 e poi oggetto, in parte di costruzione edilizia ed in parte di servizi sociali del quartiere. Presa a sinistra via Leoncavallo, dopo aver svoltato in via Pacini, ritorniamo in Piazza Bottesini. Qui sulla destra imbocchiamo via Petrella che ci conduce in Via Maddalene. Con quest ultima arteria perveniamo in via San Benigno, meta finale del nostro itinerario.