NELLA CURVA OVEST DEL MILLEPIEDI di Christiana De Caldas Brito

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1 1 NELLA CURVA OVEST DEL MILLEPIEDI di Christiana De Caldas Brito 1. Ogni notte, quando il signor Pipistrello chiamava la famiglia per andare a caccia di cibo, Rocco si nascondeva ben in fondo alla grotta e squittiva: Non voglio venire, papà, ho paura del buio! Il signor Pipistrello si arrabbiava: Ma sono i bambini ad aver paura del buio, Rocco, non i pipistrelli. Sei proprio un fifone! La situazione si mostrò veramente grave quando Rocco chiese a mamma-pipistrello di mettere un lampadario nella loro grotta. Mamma Pipistrello si era scandalizzata: Quando mai in vita tua hai visto un lampadario in casa di pipistrelli? Rocco ne aveva visto uno nella vetrina della fabbrica di lampadari, vicino al Millepiedi, lo stadio di calcio. Non poteva però raccontare ai suoi genitori che lui usciva di giorno, mentre l intera famiglia dormiva. Non era un fifone, come diceva suo padre: diventava un super-rocco nei suoi voli diurni, affrontando da solo tutti i pericoli della luce. Un altro particolare curioso nella vita di Rocco è che nessun pipistrello della sua famiglia aveva mai cantato. Lui, invece, era un pipistrello cantautore. Si divertiva a comporre e a cantare le sue canzoni. Nella grotta, sbatteva le ali su e giù, su e giù, sembrava che volasse, ma stava solo creando un ritmo. La paura del buio diminuiva quando lui cantava. 2. Lu, una simpatica lucertola, abitava con la nonna in una crepa del grande muro arancione, nella curva ovest del Millepiedi. La cosa che più le piaceva era il sole. Cresciuta lì, nel muro dello stadio, in occasione delle partite di calcio, tifava nel primo tempo per una squadra, e nel secondo, per la squadra opposta. A dire la verità, non è che capisse molto le regole del calcio. Al tramonto, Lu e sua nonna si ritiravano nella crepa. Prima che Lu si addormentasse, nonna-lucertola inforcava i suoi occhiali e, con un aria un po preistorica, le raccontava una favola. La storia della lucertola ballerina che si innamorava di un soldatino di biscotto era la favola che Lu preferiva. La chiedeva sempre a nonna-lucertola. Lu si muoveva con grazia e sapeva saltare molto in alto. Il suo sogno era diventare ballerina. Ma come si fa a ballare senza musica? Dallo stadio arrivavano solo le grida dei tifosi. Se il Millepiedi fosse stato in una grande città, ci sarebbero state delle partite fra squadre di nazioni diverse e allora Lu avrebbe potuto ballare al suono degli inni nazionali, ma la realtà è che nel Millepiedi giocavano solo le squadre locali. Vicino alla casa di Lu c era solo una fabbrica di lampadari dove tutti lavoravano e nessuno mai ascoltava musica. 3. A Rocco piaceva sorvolare lo stadio Millepiedi. Poi, scendeva a guardare le vetrine della fabbrica di lampadari. Lo stadio gli sembrava un grande lampadario rovesciato. Chissà se sarebbe mai riuscito a convincere i suoi genitori a mettere un lampadario nella grotta. Atterrato nella curva ovest dello stadio, davanti al muro arancione, super-rocco vide Lu che si abbronzava. Ecco una che ama il sole come me, pensò. Desideroso di fare amicizia, si avvicinò ma Lu, impaurita, si nascose nella crepa. Rocco aprì le ali e cantò:

2 2 Sono Rocco, il pipistrello, senti un po' quel che ti dico: anche se non sono bello, vorrei essere tuo amico. Lu mise la testa fuori dalla crepa. Rocco proseguì: Non guardarmi con stupore! Ti spiego proprio perché: io sono un buon cantautore, voglio cantare con te! Non so cantare disse Lu. Per cantare basta cominciare replicò Rocco. Lo stesso vale per il ballo? chiese Lu. Certo! disse Rocco. Ballare è il mio sogno spiegò Lu. Non bisogna mai abbandonare i sogni disse Rocco, io canterò e tu ballerai, se ti fa piacere. Lu notò che Rocco era gentile, diceva se ti fa piacere e, come lei, amava la musica. Uscì dalla crepa. Ti sei messa un vestito tutto verde esclamò Rocco. L ho messo perché è l unico che ho. Ah, disse Rocco, io, invece, canto con un mantello nero. È l unico che hai? chiese Lu. Sì rispose Rocco. Ti sta proprio bene disse Lu. Da quel giorno, la lucertola che voleva essere ballerina, e il pipistrello cantautore, si ritrovarono sempre verso le due del pomeriggio, davanti al muro arancione, nella curva ovest del Millepiedi. Al ritmo delle canzoni di Rocco, Lu inventava i suoi primi balletti. Da quando aveva trovato Lu - che strano! Rocco aveva meno paura del buio. E Lu aspettava con ansia che arrivassero le due del pomeriggio, l ora più bella di tutta la giornata. 4. A Rolando, un ragazzo dai capelli molto ricci e dagli occhi del color dell uva fragola, piaceva suonare la chitarra elettrica. La suonava sempre, anche quando mangiava: la mattina, con la bocca piena di pane, all ora di pranzo masticando la pastasciutta, e la sera ingoiando la minestrina. Non lasciava mai la sua chitarra. Basta Rolando, non è possibile! gli diceva la madre. E suo padre: Smettila, non ce la facciamo più! Pure i vicini reclamavano per il rumore. Dopo tanti avvertimenti, proibizioni e punizioni, Rolando si disse: suonare non è bello. Chiuse la chitarra in un armadio e uscì. Camminò fino al Millepiedi e si sedette con la schiena appoggiata al muro arancione, proprio dove abitava Lu. Appena lo vide, Lu domandò: Che fai, qui?. Rolando non rispose subito, ma Lu insistette: Io mi chiamo Lu. Il ragazzo la guardò: Io sono Rolando. Non hai l aria molto allegra disse Lu. Come posso essere allegro se ho deciso di non suonare più la mia chitarra?. Perché hai preso questa decisione? volle sapere Lu. La mia chitarra dà fastidio a tutti rispose Rolando. Lu rimase senza muoversi per qualche minuto. Poi, di scatto, domandò: A te piace la tua chitarra? Tantissimo rispose Rolando, sono felice quando la suono. Un mio amico ha detto che non bisogna abbandonare le cose che ci rendono felici continuò Lu. Chi è questo amico? domandò Rolando. È un pipistrello. Per carità, non mi piacciono i pipistrelli!. Ne hai mai conosciuto uno? domandò Lu. No, mai. Se non li hai conosciuti, come fai a dire che non ti piacciono?. Rolando rimase un po confuso. Lu continuò: Domani ti farò conoscere Rocco, il mio amico. Ma se ti ho detto che non mi piacciono i pipistrelli. Non dirlo prima di conoscerlo proseguì Lu, vieni domani pomeriggio e porta la tua chitarra!.

3 3 5. Il giorno seguente, Lu disse al suo amico pipistrello che gli avrebbe presentato un bambino. Perché me lo vuoi presentare? Tu sai che i pipistrelli non piacciono ai bambini. Prima di conoscerti, anche a me i pipistrelli non piacevano. Non vedo perché non dovresti piacere anche a Rolando. Vuoi scommettere che, nel vedermi, Rolando griderà?. Quando Rolando arrivò con la sua chitarra, Rocco cantava e Lu ballava. Dopo aver osservato i due per qualche minuto, Rolando diede un grido. Rocco smise subito di cantare: Che ti avevo detto, Lu? I bambini non amano i pipistrelli. Cosa? disse Rolando, ho gridato perché mi piace la tua canzone. E mi piace come balli, Lu! Posso accompagnarvi con la mia chitarra?. Rolando fece vibrare in aria i suoni della sua chitarra elettrica. Sei forte! esclamò Rocco. E fu così che Rolando iniziò a suonare con Rocco che cantava e Lu che si divertiva con il rock acrobatico. Ogni giorno, alle due del pomeriggio, si trovavano davanti al muro arancione, nella curva ovest del Millepiedi. 6. La piccola città, dove vivevano i tre amici, si preparava per la finalissima del campionato locale di calcio. Nel Millepiedi, i Quadrati e i Rotondi dovevano battersi per la coppa, domenica 27 luglio. Dopo la partita, ci sarebbe stata una grande festa. Tonino, l organizzatore, era entrato in contatto con la rockstar Big Gianni che sarebbe venuto da Roma per esibirsi dopo la partita. Tonino, però, era preoccupato: Big Gianni non aveva ancora firmato il contratto e continuava a chiedere più soldi per presentarsi domenica. Quella mattina, lui e Big Gianni dovevano incontrarsi nello stadio. Scendendo dalla macchina,, Tonino vide un gruppo di gente radunata nella curva ovest del Millepiedi. Stavano tutti a sentire una chitarra e battevano le mani accompagnando le canzoni. Tonino si avvicinò e sbirciò tra le spalle delle persone. La chitarra apparteneva ad un ragazzo dai capelli molto ricci e dagli occhi del color dell uva fragola. Suonava benissimo! Il cantante era un pipistrello dal mantello nero, con una voce assai gradevole. E c era pure una lucertola che si esibiva in fantastiche contorsioni ritmate. Colpito dall entusiasmo con cui i tre si esibivano, Tonino applaudì calorosamente. Sarebbe rimasto ancora lì, se non avesse avuto l incontro con Big Gianni all interno dello stadio. Dopo molto aspettare, Tonino telefonò a Big Gianni. L uomo che doveva essere lì per la prova acustica, era ancora a Roma. Esigeva più soldi per venire. Ma se si erano già messi d accordo, come poteva la rockstar comportarsi in quel modo? Tonino cercò di spiegare a Big Gianni che la gente lo aspettava, mancavano solo due giorni! Niente da fare, il signor Gianni voleva più soldi. Tonino non sapeva come agire: andare in amministrazione e darla vinta alla rockstar o lasciare senza musica la festa del 27? Scoraggiato, usciva dallo stadio quando sentì i suoni della chitarra elettrica di prima. In un lampo, capì che la soluzione del problema era lì, nella curva ovest del Millepiedi. Nell intervallo tra una canzone e l altra, domandò ai tre artisti: Domenica, siete liberi? Lu rispose: Noi siamo sempre liberi. A Tonino piacque quella risposta. Sto organizzando la festa di domenica. Ho una proposta da farvi. 7. Di che si tratta? chiese Rolando che aveva appena messo la chitarra dentro la custodia. Vorrei invitarvi a suonare domenica, dopo la partita dei Quadrati contro i

4 4 Rotondi. Qui, nello stadio? domandò Rocco. Sì continuò Tonino, il cantante che doveva venire, non viene più. Rocco, Lu e Rolando si guardarono. Lei ci sta invitando davvero? chiese Rocco. Certamente disse Tonino come si chiama il vostro gruppo? I tre nuovamente si guardarono. Il nostro gruppo non ha un nome rispose Rolando. Come vi chiamate? chiese Tonino. Fu Lu a rispondere: Lu, Rocco e Rolando. Tonino prese un foglio di carta e dopo aver scarabocchiato alcune lettere, disse a Rolando: Il tuo nome d arte sarà Rol, ti piace? Il ragazzo pensò un momento: Sì, mi piace. E il tuo, sarà Roc, sei d accordo?. Sono d accordo disse Rocco. E io, quale sarà il mio nome d arte? chiese Lu. Non hai bisogno di un nome d arte disse Tonino. Ma Lu non era convinta: Voglio avere un nome d arte anch io!. Tonino sorrise: Il tuo nome, Lu, ha una sonorità tutta speciale e sarà il primo a comparire nel nome della vostra band. Tonino mostrò a Lu quel che aveva scritto sul foglio di carta: Lu, Roc & Rol. Hai ragione, Tonino disse Lu, va bene così!. 8. Quando Rocco uscì dalla grotta per andare alla prova generale la mattina di domenica, il sole per lui era un enorme lampadario acceso in cielo. A Lu, invece, un immenso spot pronto ad illuminare la sua disco dance. E Rolando, quando guardò in alto, già nelle vicinanze dello stadio, capì che la sua chitarra era sempre stata un sole per lui. Nell ingresso del Millepiedi, Tonino aveva messo uno striscione: Questa sera, dopo la partita Quadrati contro Rotondi, non perdete i favolosi Lu, Roc & Rol. I genitori di Rocco avevano promesso che all imbrunire, ma solo all imbrunire, sarebbero andati allo stadio. Per non perdere neanche uno dei movimenti di Lu, nonna-lucertola aveva comprato un paio di occhiali nuovi, con lenti più forti. Rolando invitò al Millepiedi tutti i vicini che reclamavano per il rumore della sua chitarra. I tre amici si accomodarono sul palco allestito apposta per loro e incominciarono la prova generale. Rocco era molto nervoso. Temeva tanto il giudizio di suo padre, che la sua voce a stento usciva. Rocco, gli disse Lu, cosa vorresti che tuo padre ti dicesse?. Vorrei che lui fosse orgoglioso di me rispose Rocco. Lotta per ottenere questo risultato disse Lu, non lasciare che la tua emozione lavori contro di te. Durante la prova, Rocco pensava alle parole di Lu. 9. Alle ore venti, lo stadio era gremito. Come previsto, la serata ebbe inizio con la partita dei Rotondi contro i Quadrati. Ambedue le squadre erano forti e possedevano una buona tecnica. Il primo tempo finì zero a zero. Nel secondo tempo, quando mancavano cinque minuti alla fine, i Rotondi fecero un gol, conquistando la vittoria. Quando Tonino presentò la band Lu, Roc & Rol, ci fu un gran brusio nel Millepiedi. Erano tutti un po delusi per l assenza di Big Gianni. Non conoscevano né Lu né Roc né Rol. C era da fidarsi di quei tre?

5 5 Rolando fece vibrare la sua chitarra. Il cuore di Lu batté forte. Rocco doveva iniziare a cantare ma la sua voce non usciva. Rolando tirò nuovamente le corde della sua chitarra e niente, la voce di Rocco semplicemente non usciva. In quel momento, Lu saltò in avanti, in una doppia capriola. Il pubblico reagì: Oh! La capriola non era parte del loro numero, ma permise a Lu di avvicinarsi e dire a Rocco: Per cantare, basta cominciare! Per qualche secondo il pipistrello restò immobile. Il pubblico già si mostrava inquieto quando Rocco iniziò a sbattere le ali su e giù, su e giù per crearsi un ritmo. Temeva sì il giudizio di suo padre ma non poteva deludere i suoi amici. Guardò prima Lu, e poi, Rolando. Si pulì la gola e pensò alla sua voce come a un passero prigioniero che doveva liberarsi. Si concentrò. La sua voce volò in alto, chiara e forte. Dopo le esitazioni di prima, nessuno si aspettava una voce così. Con le vibrazioni della sua chitarra, Rolando accompagnò il volo della voce di Rocco. Il pubblico capì che la band era buona, anzi, più che buona. Quando Lu iniziò le sue acrobazie, in assoluta sintonia con la musica, lo stadio intero era un solo applauso. Tutti si lasciarono trasportare dal ritmo della band, si alzarono e, come se un gradevole vento soffiasse su di loro, dondolarono le braccia verso destra e verso sinistra. Rocco, Lu e Rolando dovettero fare il bis di ben tre canzoni. Tonino, contentissimo, salì sul palco. Aveva in mano delle rose verdi per Lu. Lei lo ringraziò con una triplice capriola. I fuochi d artificio portarono una tempesta di colori al Millepiedi: cascate fosforescenti, immensi fiori di luce, alberi luminosi che crescevano in cielo. Erano tutti contenti, forse un po meno i Quadrati che dicevano che i Rotondi avevano vinto solo perché la palla era rotonda. 10. Ognuno tornò a casa sua. Lu, molto avvantaggiata perché per essere a casa bastava arrivare alla curva ovest del Millepiedi. Rocco, nella grotta, fu abbracciato dal padre. Mamma Pipistrello aveva una sorpresa per lui. Un giornalista del Corriere della Notte telefonò al signor Pipistrello e gli chiese di dire alcune parole sul figlio cantautore. Il signor Pipistrello parlò del coraggio di Rocco che volava di giorno, in piena luce del sole! Quando andò a dormire, Rocco trovò, la sorpresa che gli aveva fatto sua madre: c era, in fondo alla grotta, un bel lampadario con tutte le lampadine accese. I vicini di Rolando si presentarono a casa sua per chiedergli un autografo. Dissero che d ora in poi si sarebbero dilettati nel sentire la chitarra a qualunque ora del giorno e della notte. Prima di addormentarsi, Lu chiese a nonna-lucertola che le raccontasse, come sempre, la favola della lucertola-ballerina innamorata del soldatino di biscotto. Nonna- Lucertola si tolse gli occhiali nuovi e quella sera raccontò a Lu una storia ancora più bella, di una lucertola che aveva imparato a farsi guidare dai propri sogni ed era diventata ballerina. FINE

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