La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa

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1 La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa Consuntivo II trimestre 2012 aspettative III trimestre 2012 Pisa, 13 settembre Il perdurare della crisi aumenta l incertezza sul futuro e, soprattutto, il timore di perdere il lavoro, incidendo sulle decisioni di spesa dei consumatori italiani. Anche la diminuzione del potere d acquisto di salari e stipendi ed il previsto aumento della pressione fiscale portano ad una maggiore cautela sul versante della spesa contribuendo all ulteriore contrazione delle vendite al dettaglio che, dopo il momentaneo rallentamento della caduta registrato ad inizio 2012, fanno segnare a Pisa un -5,8%. A questo proposito non è di particolare consolazione registrare come, tanto a livello nazionale quanto regionale, i dati siano decisamente peggiori, con cadute delle vendite dettaglio pari, rispettivamente, al 7,5% e al 6%. Come rilevato nel corso delle precedenti indagini la crisi colpisce duramente le imprese che commercializzano prodotti considerati voluttuari come quelli non alimentari, soprattutto beni per casa, elettrodomestici e abbigliamento, così come le strutture di minore dimensione. Una disoccupazione che, a livello nazionale, veleggia oltre il 10%, un inflazione che non molla la presa ed una fiscalità in aumento, si pensi soprattutto al saldo IMU di fine 2012, contribuiscono a deprimere fortemente le attese delle imprese commerciali per la seconda parte dell anno. Il quadro generale Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Redazione Alberto Susini La crisi si espande a macchia d olio all interno del commercio al dettaglio. Oltre ad un tasso di variazione delle vendite, in terreno negativo ormai da inizio 2008, desta notevole preoccupazione il grado di diffusione della recessione: la quota di imprenditori che registrano un aumento del proprio giro d affari continua a rimanere sui minimi storici (circa l 8% del totale delle aziende) mentre la percentuale di coloro che registrano una 1

2 contrazione (il 45% del totale) continua a crescere superando i massimi toccati tra la fine del 2009 e l inizio del Anche dal versante dei prezzi non vengono buone notizie per il commercio al dettaglio. La variazione tendenziale dell indice generale dei prezzi al consumo di beni e servizi in provincia di Pisa 1 fa registrare, nella media del secondo trimestre 2012, una crescita del 3,4%. Pur segnando un leggero rallentamento rispetto alla prima parte del 2012 (+3,7%) questo dato non può che intaccare il potere di acquisto dei consumatori. Andamento dei prezzi al consumo Fonte: elaborazioni su dati Istat Anche per questo trimestre, la provincia di Pisa continua a segnare un tasso di inflazione che la pone sia davanti alla Toscana, dove questa cresce del 3,0%, sia dell Italia dove questa avanza del 3,4%. A determinare questi tassi, in provincia di Pisa come del resto nel resto del paese, contribuiscono soprattutto la divisione dei trasporti (+6,9%) e quella delle bevande 1 L indice dei prezzi qui analizzato è il NIC (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l Intera Collettività). Un indice che considera la collettività nazionale come se fosse un unica grande famiglia di consumatori, all interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. All interno della nota sul primo trimestre 2012, diffusa lo scorso 20 giugno, i dati relativi all andamento dell inflazione della provincia di Pisa sono stati erroneamente riportati e commentati, ce ne scusiamo con i lettori. 2

3 alcoliche e tabacchi (+7,7%) all interno delle quali giocano un ruolo fondamentale le quotazioni dei carburanti e la tassazione. Per quanto riguarda le divisioni di spesa che più direttamente possono essere ricondotte ai comparti del commercio al dettaglio, il secondo trimestre, rispetto al primo, fa segnare un accelerazione soprattutto per le bevande alcoliche e tabacchi mentre un rallentamento si registra per l Abbigliamento e calzature (passato dal +4,1% al +2,7%). Per le divisioni mobili e prodotti per la casa (+1,9%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,1%) l accelerazione è invece nell ordine di qualche decimo di punto. Considerando le diverse tipologie di struttura distributiva, il secondo trimestre del 2012 fa segnare un vero e proprio tracollo per le medie strutture (6-19 addetti) con una caduta tendenziale delle vendite al dettaglio nell ordine dei dieci punti percentuali. Tale risultato, veramente molto negativo, conferma la crisi della media struttura pisana che a partire dal secondo trimestre del 2011 continua a registrare performance peggiori rispetto alle piccole strutture commerciali (1-5 addetti) che, nel secondo trimestre 2012, si contraggono del 5,9%. Pur in posizione relativamente migliore rispetto alle imprese più piccole la grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre) continua a perdere terreno ( 2,5%). La crisi, anche in termini di quote percentuali di imprese, coinvolge pesantemente tutte le diverse categorie dimensionali: le aziende che dichiarano un aumento del proprio giro d affari, intorno al 5% tra le piccole unità, risultano comunque poche anche tra le medie (l 8%) e le grandi strutture commerciali (il 13%). Vendite per tipologia distributiva Il dato più significativo di questa tornata di indagine, sebbene necessiti di essere confermata nelle prossime rilevazioni, riguarda gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini che, dopo l andamento stagnante e a Vendite per comparto merceologico 3

4 tratti recessivo degli ultimi trimestri torna, nel periodo aprile-giugno 2012, in terreno positivo (+2,5%). Tra gli altri comparti merceologici, a causa della contrazione delle spese meno necessarie, soffrono molto gli afferenti al non alimentare (-7,2%) anche se i negozi nell alimentare, che più di altri scontano sia la crisi che la concorrenza dei centri commerciali, fanno segnare un -5,3%. Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per settore d'attività in provincia di Pisa Var. % tendenziali Esercizi Trimestri Alimentare Non Alimentare Ipermercati, Supermercati e grandi magazzini Totale ,2-2,3 1,1-2, ,4-2,8 0,7-2, ,1-2,2-0,1-1, ,1-5,4 0,0-4, ,4-7,7-0,2-6, ,0-5,7-1,5-5, ,3-7,2 2,5-5,8 L andamento delle vendite degli esercizi non alimentari non solo conferma la strategia di contenimento di tutte le spese considerate non necessarie da parte delle famiglie, come quelle in beni di consumo durevoli o semi durevoli, ma anche il probabile effetto della ricomposizione della struttura occupazionale a favore dei lavoratori meno giovani. Si tratta di una tendenza che porta all aumento della quota di spesa detenuta da soggetti che, mediamente, mostrano profili di consumo meno orientati all acquisto di beni durevoli e di prodotti innovativi con effetti depressivi sulle imprese che questi prodotti commercializzano. All interno di questo quadro, certamente poco edificante, vanno lette flessioni degli esercizi che vendono prodotti per la casa ed elettrodomestici (-15,0%) ma anche abbigliamento e accessori (-9,7%). Segnano un peggioramento rispetto al primo quarto del 2012 anche le vendite di altri prodotti non alimentari 2 (-3,4%). 2 Si tratta di un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano. 4

5 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio dei prodotti non alimentari in provincia di Pisa Var. % tendenziali Abbigliamento e accessori Prodotti per la casa ed elettrodomestici Altri non alimentari Totale non Alimentare ,4-4,8-0,7-2, ,4-3,4-1,7-2, ,0-6,2-0,2-2, ,2-8,6-2,7-5, ,1-11,4-4,8-7, ,9-11,1-2,2-5, ,7-15,0-3,4-7,2 Per il terzo trimestre del 2012, le aspettative imprenditoriali 3 in merito all evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori, conferma lo stato catatonico in cui versa il commercio. Il prossimo arrivo del conguaglio dell'imu, che andrà ad alleggerire le tasche dei consumatori, i problemi occupazionali e l inflazione ancora su livelli elevati allontanano la prospettiva di un recupero delle vendite a breve. Per quanto riguarda le vendite, il saldo tra coloro che si attendono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione, risulta negativo per 7 punti percentuali. Decisamente peggiore, in linea con le attese sulle vendite, anche il saldo aumenti-diminuzioni relativo agli ordinativi rivolti ai propri fornitori che, per il periodo luglio-ottobre, si attesta a -14 punti percentuali. Aspettative per il II trimestre La domanda sulle aspettative posta agli intervistati è di carattere strettamente congiunturale, essendo richiesta una previsione sull andamento delle vendite (o degli ordinativi fatti ai propri fornitori) nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento dell indagine. I dati sulle aspettative qui presentati sono stati depurati (tramite una media mobile a quattro termini), in modo da rendere possibile confronti in serie storica anche fra trimestri che corrispondono a periodi diversi dell anno. 5

6 Tra il trenta giugno 2011 ed il 30 giugno 2012 le unità locali pisane attive nel settore del commercio al dettaglio, pur confermando il rallentamento degli scorsi trimestri, continuano a segnare tassi di crescita positivi (+1,7% pari a 136 unità aggiuntive). Anche nel secondo trimestre, è il commercio al dettaglio ambulante (+178 unità pari ad un +8,6%) a far segnare la crescita più consistente fornendo un contributo che più che controbilancia le flessioni del commercio al dettaglio alimentare (-28, -1,9%). A crescere, tra gli altri comparti, troviamo gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+4 unità, +4,6%) ma anche il commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (per corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) che fa segnare una crescita di 14 unità pari ad un +5,8%. La concorrenza dei grandi magazzini contribuisce invece al processo di ridimensionamento dei negozi operanti nel comparto dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-21 unità, -2,1%). Dinamica delle unità locali commerciali Fonte: elaborazioni su dati Infocamere-Stockview L andamento delle unità locali, considerando i SEL 4 in cui è divisa la provincia, disegna un quadro dove le unità commerciali crescono in modo sostenuto nell Area Pisana (+2,7%, +103 unità) così come nel Valdarno Inferiore (+2,7%, +31 unità) ed in Val d Era (+0,8%, +20). Contrazione di 2,8 punti percentuali invece per le unità locali commerciali della Val di Cecina (-2,6%, -18 unità). 4 I SEL (Sistemi Economici Locali) sono raggruppamenti di comuni individuati con deliberazione del Consiglio Regionale n. 219 del Luglio 1999 sulla base di uno studio effettuato nel 1994 da Istat ed Irpet partendo dai Sistemi Locali del Lavoro. La provincia di Pisa è stata suddivisa in quattro SEL: Val d'era (Pontedera, Ponsacco, Crespina, Lari, Palaia, Capannoli, Peccioli, Calcinaia, Bientina, Lajatico, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Vicopisano), Valdarno Inferiore (San Miniato, Santa Croce, Montopoli, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte), Val di Cecina (Casale Marittimo, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Volterra) e Area Pisana (Buti, Calci, Cascina, Fauglia, Lorenzana, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano). 6

7 NOTA METODOLOGICA L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio si rivolge trimestralmente ad un campione di circa aziende toscane con dipendenti di cui 114 localizzate in provincia di Pisa. A partire dal primo trimestre 2010 la rilevazione è stata sottoposta ad una profonda revisione per tener conto della nuova classificazione delle attività economiche introdotta con ATECO2007, versione italiana della Nace Rev. 2. Inoltre, a partire dal primo trimestre 2012, le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio sono state effettuate sulla base del numero di addetti di ciascuna impresa/cluster d appartenenza (sempre desunto dal Registro Imprese opportunamente integrato) abbandonando le procedure di ponderazione utilizzate fino al 4 trimestre 2011, che facevano riferimento alle variabili di bilancio. Il raffronto con i risultati degli anni precedenti deve essere quindi effettuato con cautela. Le interviste relative al primo trimestre 2012 sono state realizzate nel mese di luglio GLOSSARIO Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In formula: Dove X rappresenta il valore della variabile (ad esempio le vendite) e t il periodo temporale di riferimento. 7

8 CLASSIFICAZIONE DELLE DIVISIONI E DEI GRUPPI DI ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2007) NEI SETTORI DI INDAGINE SETTORI DI INDAGINE ATECO 2007 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari Commercio al dettaglio di prodotti non alimentari Discount di alimentari Minimercati ed altri esercizi non di alimentari vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 47.2 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi Abbigliamento ed accessori Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi Commercio al dettaglio di articoli per l'abbigliamento in esercizi Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi Prodotti per la casa ed elettrodomestici Commercio al dettaglio in esercizi non di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di apparecchi audio e video in esercizi Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione in esercizi Commercio al dettaglio di tappeti Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi Altri prodotti non alimentari Empori ed altri negozi non di vari prodotti non alimentari Commercio al dettaglio di computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio in esercizi Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, compresi quelli elettronici Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 47.8 Commercio al dettaglio ambulante 47.9 Commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, banchi e mercati Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Ipermercati Supermercati Grandi magazzini 8

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