Dal policentrismo alle reti di città? Sabrina Iommi

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1 Dal policentrismo alle reti di città? Sabrina Iommi

2 Schema dell intervento L INTERVENTO E COSI ARTICOLATO: perché si parla di policentrismo e reti di città in che cosa si distinguono l uno dall altro come si misurano i due fenomeni risultati e considerazioni per la Toscana

3 Le ragioni del successo di policentrismo e reti di città IL POLICENTRISMO E LE RETI DI CITTÀ SONO LE MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEGLI INSEDIAMENTI PIÙ STUDIATE DEGLI ULTIMI ANNI L interesse scientifico e politico ha almeno tre ragioni, di cui una positiva e due normative: il miglioramento dei sistemi di trasporto e l introduzione di nuove modalità produttive e nuovi stili di vita che hanno permesso la diffusione sul territorio di molte attività umane prima necessariamente più concentrate nello spazio; l individuazione, da parte dei policy makers del modello policentrico come sistema insediativo più equilibrato sotto il profilo ambientale e sociale, rispetto sia al modello monocentrico che a quello dello sprawl urbano l individuazione, da parte dei policy makers, delle reti di città (dette anche aree metropolitane policentriche) quale modello urbano contemporaneo in grado di rilanciare la competitività di un territorio

4 Perché il policentrismo è diverso dalle reti di città IL POLICENTRISMO È UNA COMPONENTE NECESSARIA, MA NON SUFFICIENTE DI UNA RETE DI CITTÀ POLICENTRISMO Modalità di insediamento territoriale basata su una pluralità di centri di dimensione simile: approccio morfologico RETE DI CITTÀ Divisione dei compiti (specializzazione funzle) e connessione (scambi di persone, beni, informazioni) tra i poli: approccio funzionale Minore concentrazione territoriale delle pressioni ambientali (inquinamento, sfruttamento delle risorse)ed economiche (prezzi, congestione) Raggiungimento della massa critica minima necessaria per beneficiare delle economie di scala tipiche delle grandi città (attivazione di funzioni rare)

5 Come si misura il policentrismo Sulla scorta degli studi territoriali promossi dalla UE (Progetto ESPON), la misura del policentrismo richiede: l individuazione dell unità territoriale minima di riferimento l unità scelta è la FUA (Functional Urban Area), cioè il bacino territoriale di massimo contenimento degli spostamenti giornalieri casa-lavoro, che superi però una determinata soglia demografica (50mila abitanti nel complesso e 15mila nel centro principale) l individuazione della scala territoriale di analisi negli studi UE la scala è di solito sovraregionale, nel nostro caso utilizziamo quella regionale, per confrontare il grado di policentrismo della Toscana con quello delle altre regioni italiane l individuazione degli aspetti del fenomeno da considerare negli studi UE si guarda di solito alla distribuzione territoriale della popolazione (indice di Gini) e alla vicinanza geografica tra i poli (tempi di spostamento)

6 Ranking Parziale 1 Friuli VG Marche Basilicata Calabria Abruzzo Trentino AA TOSCANA Umbria Emilia-R Veneto Sicilia Puglia Sardegna Piemonte Liguria Campania Lombardia Lazio Indice di Gini 13,8 20,2 27,2 31,6 33,2 34,2 36,4 37,6 40,5 43,3 45,4 45,4 49,7 56,0 58,0 59,9 60,9 77,6 Ranking Parziale 2 Marche Umbria Emilia-R Veneto TOSCANA Sicilia Campania Trentino AA Piemonte Puglia Friuli VG Lombardia Abruzzo Calabria Liguria Lazio Basilicata Sardegna Indice Distanza Tempo 31,8 33,5 34,7 36,0 38,5 40,1 40,5 40,9 41,0 41,8 42,1 42,3 46,8 52,5 55,3 55,6 61,2 73,1 Indici parziali di policentrismo Il policentrismo della Toscana Indice sintetico di policentrismo Marche Friuli VG Umbria Emilia-R TOSCANA Trentino AA Veneto Abruzzo Sicilia Puglia Calabria Piemonte Basilicata Campania Lombardia Liguria Sardegna Lazio TOSCANA MAX POLIC MAX MONOC

7 Come si misura la rete di città Il passaggio dalla condizione di area urbana policentrica a rete di città richiede il soddisfacimento delle seguenti condizioni: un certo scarto tra dimensione demografica e funzioni offerte, ovvero una certa neutralità della dimensione una soglia minima di integrazione funzionale, ovvero la presenza di scambi bidirezionali di persone, beni e informazioni un livello minimo di complementarità, che è dato dalla differenziazione funzionale delle città e dalla sovrapposizione dei bacini territoriali di domanda delle diverse funzioni MISURIAMO LA RETE DI CITTÀ ATTRAVERSO: 1) FLUSSI PENDOLARI, 2) SPECIALIZZAZIONI FUNZIONALI, 3) SALDI COMMERCIALI

8 La rete di città in Toscana: i flussi pendolari La rete di città presenta livelli diversi di connessione tra i poli Un forte interscambio (flussi >2500) si registra nell area Firenze-Prato- Pistoia-Empoli e in quella Pisa-Livorno oltre

9 La rete di città in Toscana: le specializzazioni funzionali Aree urbane (SEL) Nr di specializzazioni urbane % addetti funzioni urbane su totale reg Indice di specializzazione delle città Manifattura 1,5 Firenze Pisa Siena Livorno Lucca Pistoia Prato Arezzo Massa-C Empoli Grosseto ,5 6,7 3,6 5,9 4,9 3,4 6,4 3,9 3,4 2,6 2,1 Specializzazione terziaria Specializzazione manifatturiera LE FUNZIONI URBANE SONO: ricerca e formazione servizi logistici servizi finanziari attività ICT manifattura alta e media tecnologia 1 GR EMP 0,5 AR PO PT MS 0 PI LU -1,5 SI -1-0,5 FI 0 0,5 1 1,5 Innovativo -0,5-1 -1,5 Servizi Tradizionale Maggiore è la distanza delle città dall origine degli assi, maggiore è la loro specializzazione Si evidenziano 3 gruppi: le città universitarie, il polo logistico e le aree manifatturiere LI

10 La rete di città in Toscana: i saldi commerciali MS PI LU PT PO EMP FI LI SI AR GR Saldo + terziario Saldo + industriale Saldo + agricolo Nessun saldo positivo Saldo interno+/saldo esterno+ Saldo interno-/saldo esterno+ (+) Saldo interno+/saldo esterno (-) Saldo interno-/saldo esterno -

11 Conclusioni SECONDO LA LETTERATURA LE CITTÀ DI MEDIE DIMENSIONI POSSONO GIOCARE UN RUOLO DI RILIEVO NELLA COMPETITIVITÀ REGIONALE A DUE CONDIZIONI: se rinunciano ad essere città generaliste, specializzandosi in poche, diverse, funzioni di eccellenza (in particolare, legate a economia della conoscenza e qualità urbana) se riescono a creare sinergie tra loro, costituendo appunto una rete con connessioni locali e sovralocali SE QUESTO È DUNQUE L OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE, COME STA LA TOSCANA? Ha buone opportunità, perché vanta tradizionalmente un assetto policentrico, ma ha bisogno di potenziare la rete di città La connessione in rete riguarda solo una parte dei poli, la specializzazione funzionale è ancora bassa, come pure la capacità di esportare servizi urbani avanzati

12 Dal policentrismo alle reti di città? Per informazioni

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