Procedimento monitorio e compenso dell avvocato: il preavviso di parcella non basta

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1 Procedimento monitorio e compenso dell avvocato: il preavviso di parcella non basta Tribunale, Verona, decreto 03/07/2018 di Redazione Altalex Pubblicato il 07/09/2018 Il preavviso di parcella (o parcella pro forma) non costituisce prova scritta sufficiente per l emissione di decreto ingiuntivo avente ad oggetto il pagamento di compensi professionali (Tribunale di Verona, decreto 3 luglio 2018). Con questo provvedimento il Tribunale di Verona affronta uno dei temi che risultano tuttora più incerti in materia di prova scritta ai fini dell emissione del decreto ingiuntivo, ossia quello della prova dei crediti professionali dell avvocato. Il fatto La vicenda presa in esame dal Tribunale di Verona ha ad oggetto la richiesta di ingiunzione di pagamento da parte di un avvocato nei confronti di un proprio ex cliente in relazione a diversi incarichi professionali. In particolare, la richiesta concerne attività sia giudiziale che stragiudiziale, solo nel primo caso fondata sulla preventiva accettazione di un preventivo scritto formulato dall avvocato. La domanda Come detto, la domanda è semplice; ossia la richiesta di condanna del dell ex cliente al pagamento dei corrispettivi dovuti per due incarichi professionali, uno giudiziale e uno stragiudiziale (anche se collegato ad un altro giudiziale di cui, però, il compenso parrebbe essere già stato saldato prima dell azione giudiziale). La decisione Nel decreto annotato il Tribunale accoglie parzialmente la domanda proposta dall avvocato. In particolare, emette l ingiunzione di pagamento esclusivamente per il credito giudiziale fondato sull accordo sottoscritto dal cliente al momento del conferimento dell incarico, mentre rigetta per il resto la pretesa dell avvocato. La decisione presa dal Tribunale di Verona è certamente condivisibile.

2 Nessun dubbio che l accordo scritto contenente la determinazione del compenso (o, si deve ritenere, anche solo il preventivo scritto accettato dal cliente) costituisca prova scritta idonea all emissione del decreto ingiuntivo. Certamente più interessanti sono le considerazioni svolte in merito alla parte residua della domanda monitoria. Il Tribunale, infatti, ritiene che la mera produzione del preavviso di parcella non sia sufficiente per ottenere l emissione di un decreto ingiuntivo. Tale decisione appare condivisibile, anche se vi sono alcune incertezze con specifico riferimento al caso concreto oggetto di decisione (come, ad esempio, il riferimento all avvenuta produzione dell estratto autentico, non essendo chiara la ragione della relativa produzione, visto che i preavvisi di parcella non sono soggetti all obbligo di annotazione). Come noto, il legislatore italiano del 1940 ha optato per un modello di procedimento monitorio documentale, limitando a poche eccezioni (come quelle previste dall art. 633, nn. 2 e 3 c.p.c.) l ammissibilità del modello puro, ossia basato sulla mera dichiarazione unilaterale del creditore. Tali isolate eccezioni, tuttavia, riguardano casi in cui la dichiarazione unilaterale del creditore è dotata di particolare affidabilità in considerazione di altri circostanze. Ciò accade, ad esempio, per i compensi professionali dell avvocato, il quale è legittimato a richiedere un decreto ingiuntivo anche solo sulla base della propria parcella. In tal caso, però, l ammissibilità di un procedimento monitorio puro viene giustificata dalla predeterminazione delle tariffe professionali dalla legge e dal necessario accompagnamento della parcella con l opinamento del competente ordine professionale. Ovviamente, l abrogazione delle tariffe professionali ha radicalmente modificato questa situazione, mettendo anche in dubbio la stessa possibilità di richiedere ancora un opinamento al consiglio dell ordine e di ottenere, sulla base della stessa, l emissione di un ingiunzione di pagamento. Al di là di questi dubbi più generali (che in realtà sembrano superati in senso positivo dalla giurisprudenza), nel caso analizzato dal Tribunale di Verona sembra che la parcella non fosse accompagnata da alcun parere da parte dell ordine competente. A maggior ragione, quindi, la posizione assunta dal Tribunale appare corretta: per quanto la nozione di prova scritta prevista dall art. 634 c.p.c. sia certamente estesa, essa non può ricomprendere documenti di formazione esclusivamente unilaterale da parte del creditore, ad eccezione dei casi in cui espressamente la legge lo consenta (ossia appunto qualora sia accompagnata dal necessario parere dell associazione professionale). A questo proposito, risulta superfluo il rilievo, svolto dal Tribunale, secondo cui la parcella non conterebbe neppure il dettaglio delle attività svolte; qui il problema sta nella mancanza del parere del competente ordine professionale (al quale sarebbe spettata una valutazione preliminare della congruità dei compensi indicati nella parcella). In definitiva, come emerge dal provvedimento qui annotato, l avvocato può ricorrere al procedimento monitorio per il recupero dei propri compensi se il compenso è stato espressamente concordato per iscritto, se fonda la pretesa su un preavviso di parcella debitamente opinato dall ordine professionale oppure se emette regolare fattura e la annota regolarmente nel registro Iva (al pari di qualsiasi altro creditore non professionista). In ogni caso, lo stesso non potrà mai fondare tale richiesta sulla sola parcella pro forma. La decisione in sintesi Il preavviso di parcella emesso da un avvocato, da solo, non consente l emissione di un ingiunzione di pagamento dei relativi compensi professionali.

3 Esito della domanda: Accoglie parzialmente la domanda e ingiunge il pagamento del corrispettivo dovuto Precedenti giurisprudenziali: Cass. civ. sez. II, 11 gennaio 2016, n. 230 Cass. civ. sez. II, 31 ottobre 2011, n Riferimenti normativi: Art. 633 c.p.c. Art. 634 c.p.c. (Altalex, 7 settembre Nota di Paolo Comoglio tratta da Il Quotidiano Giuridico Wolters Kluwer) ( da )

4 N. R.G. 4269/2018 Firmato Da: VACCARI MASSIMO Emesso Da: ArubaPEC S.p.A. NG CA 3 Serial#: 5b3c83af866d5267fe d TRIBUNALE ORDINARIO di VERONA DECRETO INGIUNTIVO TELEMATICO PROVVISORIAMENTE ESECUTIVO Il Giudice dott. Massimo Vaccari, letto il ricorso per la concessione di decreto ingiuntivo depositato da: MARY POZZATI (C.F. PZZMRY73R69H783H) rilevato che il ricorso è fondato solo in parte, ovvero con riguardo al compenso maturato dalla ricorrente per l assistenza giudiziale prestata in favore del Grande nella causa contro Merlini e pari ad euro 3.000,00; che infatti la ricorrente ha prodotto prova scritta di tale credito, producendo copia dell accordo scritto che aveva concluso a suo tempo con il Grande, nel quale erano stati indicati gli importi che il professionista avrebbe maturato in relazione alle diverse fasi di quel giudizio, e copia dell atto di transazione che vi ha posto termine; che pertanto deve ritenersi dimostrato un credito per l attività di studio e introduttiva della controversia, avuto riguardo al momento in cui è stato raggiunto il predetto accordo; che per contro la ricorrente non ha descritto, né precisato, l impegno profuso per l assistenza nella attività stragiudiziale che ha portato a quell accordo cosicchè manca la prova di essa; che, per quanto attiene invece al compenso richiesto per l assistenza stragiudiziale prestata nel corso di un altro giudizio, che non è stata resa in esecuzione di un mandato professionale scritto, a comprova del dedotto credito la ricorrente ha prodotto un preavviso di parcella, e, a seguito di invito da parte di questo giudice a produrre la fattura corrispondente, ha sostenuto che la parcella equivale alla fattura e anzi ne costituirebbe una sua forma, anche perchè contiene tutte le indicazioni prescritte dal DPR n. 633/72 per la fatturazione e che, in ogni caso, ha prodotto l estratto autentico del registro Iva che integra la prova scritta di cui all art. 634, comma 2, c.p.c. come modificato dall art. 15 l.8/2017; Che peraltro deve osservarsi che tale norma richiede che gli estratti autentici delle scritture contabili siano regolarmente tenuti e nel caso di specie ciò deve escludersi perché la ricorrente, secondo quanto da lei stessa riferito, non ha emesso una fattura per la predetta prestazione cosicchè la registrazione di una fattura che risulta dall estratto appare irregolare; che ancora deve osservarsi come la parcella prodotta non descriva nel dettaglio l attività prestata cosicchè non consente nessuna verifica al riguardo; che poiché la ricorrente ha ricevuto acconti per euro 1.305,00 tale somma va detratta da quella come sopra quantificata;

5 considerato ulteriormente che ricorrono i presupposti per ingiungere il pagamento senza dilazione ex art. 642 c.p.c.; P.Q.M In parziale accoglimento del ricorso INGIUNGE A GIUSEPPE GRANDE, C.F. (GRNGPP39E10H807Q) Firmato Da: VACCARI MASSIMO Emesso Da: ArubaPEC S.p.A. NG CA 3 Serial#: 5b3c83af866d5267fe d di pagare alla parte ricorrente per le causali di cui al ricorso, immediatamente: 1. la somma di 1.695,00, oltre Iva e Cpa; 2. gli interessi come da domanda; 3. le spese di questa procedura di ingiunzione, liquidate in 76,00 per esborsi e in 450,00 per compenso, oltre rimborso i.v.a. (se dovuta) e c.p.a.; AVVERTE il debitore ingiunto che ha diritto di proporre opposizione contro il presente decreto avanti questo Tribunale nel termine perentorio di quaranta giorni dalla notifica e che in mancanza il decreto diverrà definitivo. AUTORIZZA IN MANCANZA DEL DISPOSTO PAGAMENTO LA PROVVISORIA ESECUZIONE DEL PRESENTE DECRETO. Rigetta nel resto Verona, 3 luglio 2018 Il Giudice dott. Massimo Vaccari