don Ulisse Bresciani Asola, 19 marzo 2005
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- Bartolommeo Simone Natale
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1 don Ulisse Bresciani Asola, 19 marzo 2005 LA PREGHIERA DEL DESERTO 1. IL DESERTO Cogliamo innanzitutto la dimensione umana, antropologica. Partiamo da ciò che sperimentiamo, da ciò che siamo, altrimenti si ha una sfasatura tra le cose grandi, belle, magnifiche, teologiche, spirituali, mistiche e quello che poi noi siamo, dove siamo, come siamo, e allora diciamo cose grandi, ci lasciamo trasportare ma è questione di un attimo e basta il Vescovo, la superiora, una consorella, la parrocchia, il catechismo, il pavimento, uno spiffero della finestra, qualsiasi cosa basta una cosa di questo tipo e noi che ci libravamo nell alto dei cieli, atterriamo precipitosamente, senza paracadute, a terra. Ecco perché parto sempre dal guardare quello che c è dentro. Il deserto, da questo punto di vista antropologico, è un esperienza che è insieme sconcertante ed esaltante, perché il deserto è quel momento, è quella situazione, è quel luogo, è quel tempo, che separa l uscire dall entrare; uscire dall Egitto, dalla schiavitù, entrare nella Terra Promessa, nella libertà. Quindi il deserto è luogo ma anche tempo; luogo e tempo dell attesa, luogo e tempo intermedio. Questo tempo e luogo intermedi, noi li viviamo e li percorriamo mentre ancora non si è profilata all orizzonte la terra che aspettiamo, non la vediamo, c è, dicono che ci sia, ma dove sia non lo si sa ancora. Quindi si profila, ma non c è ancora, lo spazio della libertà che cerchiamo, di cui sentiamo il fascino, l attrattiva, ma noi siamo a qualche punto dell uscita, a qualche punto verso l entrata, ma dove? Credo che anche i santi di cui leggiamo le biografie, anche per loro ci siano stati tanti punti di incertezza, di paura, di angoscia. In sostanza uscire, andare verso, attendere, sono realtà di ogni esperienza umana. È proprio il deserto il segno, il simbolo di un esperienza della nostra esistenza in cui tutti, in varie fasi, passiamo perché è il segno, il luogo e il tempo della provvisorietà umana. Il deserto è uscire da per andare verso, non è per stare lì, dunque è provvisorio, ma quanto dura la provvisorietà? Il deserto è esperienza che segna il farsi progressivo di noi verso uno scopo, verso una meta. È, in qualche modo, la dilatazione del tempo dell attesa; è il tempo dell attesa che si dilata, che non si sa quando finisce. È cominciato, perché siamo usciti da ma non sappiamo quando terminerà il percorso. Tra l altro il deserto ha la capacità di essenzializzare il nostro percorso, perché non è un albergo a cinque stelle, è disagevole e nel deserto si impara a badare molto di più all essenziale, non c è tutto quello che si vorrebbe, ma capite che, in questo senso il deserto non è semplicemente il luogo della provvisorietà, perché è di passaggio, ma è anche il luogo nel quale il percorso stesso ci fa maturare, quindi quando avremo raggiunto la meta, il termine, ciò che nel deserto abbiamo vissuto, cioè il condurre tutto a ciò che è essenziale, questo rimarrà anche quando arriveremo alla meta, se non ce ne dimentichiamo troppo velocemente. Nel deserto si diventa quindi persone essenziali, si bada al sodo, si bada alle necessità fondamentali: acqua e cibo. 1
2 Ecco il deserto come luogo nel quale cadono o si ridimensionano tutte le strutture, i falsi problemi, perché il deserto oppone resistenza ad ogni esistenza facile e scontata. Il deserto è una resistenza forte alla facilità, alla banalità, alla superficialità. Occorre resistenza perché chi è banale, superficiale, incostante, nel deserto ci lascia le piume. È una disciplina interiore questo spazio, questo tempo. Il deserto esige molta attenzione perché tutti i luoghi possono somigliare. Là dove c è tutto comodo noi prestiamo meno attenzione perché si sa già che a portata di mano se non c è questo c è quell altro. Il deserto non è questo o quell altro, ma è solo questo. Quell altro non c è. 2. DIMENSIONE DELLA PREGHIERA NEL DESERTO Nell esodo la cosa più desiderata nel deserto era l acqua. E il popolo d Israele prega per l acqua ma prega con accenti polemici e critici, prega avendo desiderio dell acqua ma mormorando. Il verbo mormorare lo troviamo continuamente nel testo dell Esodo. Leggiamo l episodio di Massa e Meriba: 1 Tutta la comunità degli Israeliti levò l accampamento dal deserto di Sin, secondo l ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò a Refidim. Ma non c era acqua da bere per il popolo. 2 Il popolo protestò contro Mosè: Dateci acqua da bere!. Mosè disse loro: Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?. 3 In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: Perché ci hai fatti uscire dall Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame? - ci hai fatti uscire non per entrare là ma per fare la fine del sorcio qui -. 4 Allora Mosè invocò l aiuto del Signore- ecco la preghiera del deserto -, dicendo: Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno! - siamo alla rivolta -. 5 Il Signore disse a Mosè: Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! 6 Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà. Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d Israele. 7 Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: Il Signore è in mezzo a noi sì o no? (Es 17,1-7). Da subito, appena fuori, dopo il passaggio del Mare dei Giunchi abbiamo Mara, le acque amare, oasi e acque non potabili e anche lì usa il legno terapeutico: butta dentro questo legno e subito le acque diventano buone. E poi ancora c è il verbo invocare l aiuto del Signore, è il verbo tipico di Mosè che è il servo di Dio, che è in mezzo tra Dio e il suo popolo ed è l intercessore per il suo popolo. La preghiera del deserto, da parte del popolo, è una preghiera di lamentazione e di mormorazione. Nel deserto c è una preghiera stravolta, una preghiera che si nega, che diventa stravolta; questo è il popolo. E dall altra parte c è la preghiera di Mosè che è il servo di Dio, che non ha altra arma che Dio, che invocare il nome di Dio. Quando un falegname pialla il legno, il legno ha un gemito, anche una volta che è tagliato dalla pianta rimane vivo e, a seconda che fa caldo, che fa freddo, che c è umido, che c è secco, il legno continua a reagire, ha dentro di sé ancora qualcosa della sua vitalità. Il deserto è per noi duro perché è la piallatura di Dio e allora la nostra preghiera può diventare versante del popolo (negativo) - lamento, mormorazione o può diventare versante del servo di Dio, l intercessore che parla a nome di Dio invocazione e l invocazione è questa: nel deserto che cosa ho? Ho solo il Signore. E il 2
3 deserto non è semplicemente un luogo ma è il percorso stesso della nostra fede. Che cosa ho? Massa e Meriba vuol dire prova e contestazione. Questa è la nostra esperienza. Massa e Meriba è il popolo che resiste a Dio, che lo contesta, che attacca lite con Dio, che discute con Lui, che dubita di Dio, che vuole ritirarsi dal cammino della salvezza. Sei con noi sì o no?. Perché ci hai fatti uscire dall Egitto? Per farci morire?. In questo lamento confluiscono tutti gli elementi costanti delle nostre pretese umane. Perché? Il Signore mi ha deluso magari fossimo morti! Un ulteriore aggravante che ci inquieta è che questa tentazione di resistere a Dio, di contendere, di dubitare, di lamentarsi, di discutere, di attaccare lite con Dio, non è semplicemente del popolo; ci cadono dentro anche i fedelissimi, gli inviati dal Signore: Mosè e Aronne. La cosa non è molto facile da decifrare perché c è quasi un imbarazzo dello scrittore sacro che dà così pochi elementi che noi rimaniamo con la domanda senza aver capito davvero cosa è successo. Però è chiara la dimensione: Mosè e Aronne, pur avendo un passato di permanenza nella via del Signore, di fedeltà a Lui, non sono immuni dalla fragilità umana e quindi è il rischio che il deserto - che non è facoltativo ma fa parte integrante di ogni cammino umano, anche in termini di vita naturale, ma soprattutto è dentro ogni cammino di fede - può condurre, come ha condotto Mosè e Aronne, alla ribellione. Il libro dei Numeri dice che Mosè e Aronne hanno rifiutato di conoscermi Santo, cioè trascendente, non riconducibile alle logiche e ai ragionamenti umani, hanno rifiutato di conoscere che io sono Dio. Il Salmo 106,33 dice: Irritarono lo spirito di Dio e da stolti parlarono con le loro labbra. Anche Mosè ebbe, in quel frangente, una caduta: non si fidò del Signore, non si fidò fino in fondo. La preghiera del deserto, la preghiera del nostro cammino di fede, può giungere a contestare Dio. È proprio questo il punto delicato di ogni esperienza di deserto che il Signore ci faccia passare, perché è a rischio. Quando però la scelta di camminare con il Signore e davanti a Lui, in noi si fa chiara ed esplicita, allora il deserto fiorisce. Quando noi, senza incertezze, non solo sappiamo che il Signore è il Santo, ma che è davvero con noi e noi ci fidiamo, allora il nostro percorso dentro il deserto si trasforma come in una grande processione, come in una grande marcia trionfale tra valli fiorite e paesaggi verdeggianti: 1 Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. 2 Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. 3 Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. 4 Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. 5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. 6 Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. 8 Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa il deserto è una Via santa -; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. 9 Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i redenti. 10 Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto (Is ). Mi chiedo: perché tante volte mi manca la gioia? Perché mi sento così stanco? So già perché sono stanco, ma so già anche perché sono stufo! E non sono due sinonimi perché stanco può essere un fatto fisico, stufo è invece stanchezza del cuore. Perché? Da 3
4 una parte ho l orologio, ho la cronaca della quotidianità è normale, ma dall altra sono nel deserto? Chi lo sa. Il fatto è che, dovunque sia, deserto o no, sono con me, non con Lui; sto scommettendo su di me, perché ho la mia testa, i miei progetti, le mie intenzioni. Credo di far tutto io perché mi riferisco a me. E allora è deserto. Ma quando siamo col Signore, il deserto fiorisce. Io posso anche essere esausto fisicamente, ma fiorito, verdeggiante, pieno di gioia. Ecco la preghiera della fiducia. Quando sono col Signore, comunque sia la mia esistenza, è fiorita, perché la mia esistenza è percorsa da una corrente di vitalità e di gioia. Posso essere chissà dove, ma lì si realizza quello che dice Isaia 11, quando parla del germoglio che fiorirà dal tronco di Iesse, un tronco che sembrava secco. Io posso essere un tronco secco ma il virgulto germoglierà e spunterà da questo vecchio tronco se esso ha le radici nel Signore. 6 Il lupo dimorerà insieme con l agnello, - il lupo fa il lupo e l agnello è il più impreparato, incapace, non è dalla natura dotato di niente per difendersi dai lupi, non ha capacità di offesa e non ha nemmeno capacità di fuga trotterella mentre il lupo è molto veloce. Noi possiamo essere l agnello in compagnia di qualche lupo, non è difficile - la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. 7 La vacca e l orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. 8 Il lattante si trastullerà sulla buca dell aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Questo non fa parte del deserto come tale, è solo la presenza del Signore che trasforma il deserto in questa valle fiorita di speranza. 3. LA PREGHIERA DELLA VITTORIA Sempre nel deserto c è anche la preghiera per la vittoria. 8 Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. 9 Mosè disse a Giosuè: Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio. 10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. 11 Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. 12 Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l altro dall altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. 13 Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. 14 Allora il Signore disse a Mosè: Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo!. 15 Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò Il Signore è il mio vessillo 16 e disse: Una mano s è levata sul trono del Signore: vi sarà guerra del Signore contro Amalek di generazione in generazione! (Es 17,8-16). Non solo il deserto è difficile per se stesso, ma qui troviamo anche un ostacolo, c è un ostacolo di tipo militare. E cosa fa Mosè? Mosè è l intercessore per eccellenza, Mosè prega, Egli invocava il Signore ed Egli gli rispondeva (Sal 99,6), questo è il rapporto di Mosè con Dio. Quella di Mosè è una preghiera quasi liturgica, cultuale: le mani sono alzate, il bastone è lo stesso di quando andava dal faraone e si trasformava in serpente, è lo stesso con cui batte la roccia ed esce l acqua, quindi sono i segni del prodigio. È il deserto: Amalek è potente, Amalek è armato, Amalek fa paura ma qui c è tutta la potenza di Dio, 4
5 quella che nella prima fase dell esodo si era manifestata in tutta la sua magnificenza, con effetti spettacolari. C è anche l ascesa al monte e le alture sono il luogo di Dio, il luogo della vicinanza a Lui; c è l altare e poi c è questa formula conclusiva che è un inno di guerra; e poi il nome dato all altare: Il Signore è il mio vessillo, è la mia bandiera. Ecco che cos è che rende fiorita la via del deserto e dona la vittoria contro i più forti e agguerriti dei nemici: la fiducia nel Signore. È la fiducia nel Signore che impedisce ogni timore, impedisce ogni stanchezza. La stanchezza mi viene quando io ragiono secondo i miei parametri e non vedo più nella povertà dei miei giorni Colui che è davvero l unico regista presente a guidare di tutto il popolo e anche il mio personale, il nostro cammino. È solo questo che impedisce la tristezza, il timore, la stanchezza. È la preghiera per la vittoria, che poi per noi non è contro qualcuno. Non dobbiamo vincere contro nessuno ma dobbiamo vincere contro la stanchezza, contro il peccato della sfiducia che è il peccato più grave. Il peccato è non fidarsi di Dio, non aver fede in Lui, il resto, tutto sommato, è quisquiglia. Il peccato più radicale è questo. La radice di tutti i peccati è quando non ci fidiamo più di Dio, quando contendiamo con Dio, quando resistiamo a Dio. Il deserto ci può condurre proprio togliendoci tutti il resto, all essenzialità totale: io non ho nient altro che Te. Ho i segni del Tuo intervento prodigioso: il bastone ma sono solo segni. Senza la fede questo segno è inerte, non conta niente. Senza la fede e la fiducia in Te, io sono una povera suora all interno di un mondo più grande, più vasto e più potente di me che mi può schiacciare come e quando vuole. Ma se io mi radico e Tu, Signore, sei il mio vessillo, io non ho più paura, non ho più stanchezza. Terminiamo con le parole del Salmo 27: Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. Questo è il nostro Signore. Siamo alla vigilia della Settimana Santa e una lettura semplicemente superficiale ci presenterebbe un Gesù schiacciato e vittima. No! Il regista di tutta la vicenda è Lui, non è quel mattacchione di Erode, quel politico di Ponzio Pilato, quell avido e superbo di Giuda, quell incostante velleitario di Pietro, è Lui: Io do la mia vita, nessuno me la toglie. Anche noi, dovunque siamo, anche là dove pare che qualcuno ci stia togliendo la vita, certe condizioni nelle quali pensiamo e temiamo che sia così, il regista è sempre il Signore. 5
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SOLTANTO ABBI FEDE - 46 - GUIDA PASTORALE 2012/13 LA FEDE DI EZECHIELE ALZATI, TI VOGLIO PARLARE SOLTANTO ABBI FEDE - 48 - GUIDA PASTORALE 2012/13 Mi disse: Figlio dell uomo, àlzati, ti voglio parlare.
Salmi per i più piccoli
Il regalo più grande che potete fare ad un bambino è insegnargli l'amore per la Parola di Dio. Molti genitori si chiedono quale sia il momento giusto per insegnare ai loro figli a pregare...i bambini imparano
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Salmi Responsoriali Domenica delle Palme e della Passione del Signore 58. Salmo Responsoriale Dal Salmo 21 Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? 1. Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono
Un Regno che non può essere scosso
Domenica, 27 maggio Un Regno che non può essere scosso Ebrei 12:22- Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi
Dal Mercoledì delle Ceneri alla domenica delle Palme passano proprio 40 giorni, ossia quasi 6 settimane. L ultima settimana (Santa) rappresenta il
Quaresima 2012 Dal Mercoledì delle Ceneri alla domenica delle Palme passano proprio 40 giorni, ossia quasi 6 settimane. L ultima settimana (Santa) rappresenta il rettilineo di arrivo alla Pasqua. Non si
La Chiamata di Dio e la risposta di Abramo Genesi 12,1-6
La Chiamata di Dio e la risposta di Abramo Genesi 12,1-6 [1]Il Signore disse ad Abram:
FANCIULLI. L apostolo Pietro. I profeti Elia ed Eliseo ETÀ CONSIGLIATA: 6-8 ANNI
FANCIULLI ETÀ CONSIGLIATA: 6-8 ANNI L apostolo Pietro 01 4-2017 Ottobre Novembre Dicembre Lezione 1 Gesù chiama Pietro e Andrea (Matteo 4:18-23; Marco 1:16-20) Lezione 2 La pesca miracolosa (Luca 5:1-11)
Una storia di peccato e di salvezza
Una storia di peccato e di salvezza Ascoltiamo alcuni brani della parola di Dio: Dal Salmo 50 Pietà di me, o Dio, nel tuo grande amore; nella tua misericordia cancella il mio errore. 4 Lavami da ogni mia
Guida: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T: Amen
Introduzione Benvenuti! Qui c è un annuncio di letizia ad attenderci: per tutti noi può iniziare nuovamente il tempo della grazia. È il tempo di accogliere l abbraccio di Dio, che non si è mai dimenticato
Il signor Rigoni DAL MEDICO
5 DAL MEDICO Per i giornali, Aristide Rigoni è l uomo più strano degli ultimi cinquant anni, dal giorno della sua nascita. È un uomo alto, forte, con due gambe lunghe e con una grossa bocca. Un uomo strano,
LUCE PER LE NOSTRE CASE LA LUCE DI CRISTO PER LE NOSTRE CASE. Cristo - Attesa - Luce - Liberazione
GUIDO NOVELLA LUCE PER LE NOSTRE CASE LA LUCE DI CRISTO PER LE NOSTRE CASE Cristo - Attesa - Luce - Liberazione così bene arredate ospitano sovente fredde relazioni. Manca la luce di un incontro accogliente.
LITURGIA DELLA PAROLA
TUTTI I SANTI LITURGIA DELLA PAROLA PRIMA LETTURA (Ap 7,2-4.9-14) Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Dal libro dell
Scritto da Antonio Manco Domenica 03 Gennaio :54 - Ultimo aggiornamento Lunedì 04 Gennaio :09
Prima Lettura La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto. Dal libro del Siràcide (Sir. 24,1-4.12-16) La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo
(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la processione all altare)
(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la processione all altare) Celebriamo la Messa vigiliare della prima domenica dopo la dedicazione del nostro duomo. In questa aula santa, che
SCEGLIERE CRISTO. per il mondo. m'eeqok OCPFC OG } ISAIA 6,8
SCEGLIERE CRISTO per il mondo m'eeqok OCPFC OG } ISAIA 6,8 per mangiare UNA TORTA Di cosa c è bisogno per mangiare una torta? Beh, innanzitutto della torta. Ma poi bisogna rendersi conto che questa torta
II DOMENICA DI QUARESIMA
DI QUARESIMA PRIMA LETTURA Dio stipula l alleanza con Abram fedele. Dal libro della Gènesi 15, 5-12.17-18 I n quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci
PREGHIERA. (a cori alterni) Canto: È bello andar
PREGHIERA (a cori alterni) Canto: È bello andar PAROLA DI DIO Genesi 1, 1-25 1In principio Dio creò il cielo e la terra. 2Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Prima lettura Un cuore solo e un anima sola. Dagli Atti degli Apostoli (At 4,32-35) La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un anima sola e nessuno considerava sua proprietà
GESÙ TENTATO DAL DIAVOLO
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Veniva nel mondo la luce vera
IL SIGNORE È VICINO A CHI HA IL CUORE FERITO Veniva nel mondo la luce vera Domenica 14 Dicembre 2014 DIOCESI DI MILANO SERVIZIO PER LA FAMIGLIA DECANATO SAN SIRO Centro Rosetum Via Pisanello n. 1 h. 16.30
Gesù è l'alfa e l'omega.
Domenica, 29 aprile 2012 Gesù è l'alfa e l'omega. Atti 17:28- In lui viviamo, ci muoviamo, e siamo. Tutto quello che riguarda la vita, tutto quello che facciamo o che siamo, Gesù è il centro, solamente
PARROCCHIA SAN VALENTINIANO VESCOVO BANZANO DI MONTORO (AV)
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COMMEMORAZIONE DI TUTTI I DEFUNTI
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437) ROSARIO DEL PADRE Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo. O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel
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(Messa vigiliare del sabato: la voce guida quando inizia la processione all altare) Celebriamo la Messa vigiliare della quarta domenica di quaresima: 40 giorni per tornare a vivere. Seguendo l antica disciplina
PREGHIERA EUCARISTICA III
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Sabato ore 18.00 (Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la processione all altare) Chiamati anche oggi da Gesù per celebrare il suo Santo Sacrificio, benediciamo il Signore perché
Raccontare la fede con le parole della vita
Raccontare la fede con le parole della vita La cultura da noi incarnata quale fede testimonia? Tra le inquietudini dell Uomo d oggi abbiamo posto l attenzione su tre che ci sembrano significative per interrogarci
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La Pentecoste, il riarmo della nuova creatura
Domenica, 12 agosto 2012 La Pentecoste, il riarmo della nuova creatura Atti 2:39- Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio,
FELICE CHI CREDE. Carlo Maria MARTINI
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(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la processione all altare) Celebriamo la Messa vigiliare della terza domenica di Avvento. In questa aula santa, invochiamo lo Spirito Santo perché
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Partirono da Succoth e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per
Quando il Faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: «altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe
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