Birmania - Bagan La piana delle 2000 Pagode

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Evaristo Coppola
5 anni fa
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Ci sono paesaggi al mondo che ti conciliano con la vita, che ti fanno sentire in pace con te stesso, paesaggi che non ti stancheresti mai di ammirare.

1 Ci sono paesaggi al mondo che ti conciliano con la vita, che ti fanno sentire in pace con te stesso, paesaggi che non ti stancheresti mai di ammirare.. E ad ogni sguardo si scopre qualcosa di nuovo.. Questa è la piana di Bagan in Birmania: un' immensa pianura da cui si ergono le sagome di centinaia e centinaia di templi.

Con l'immaginazione impegnata nella contemplazione di quella distesa infinitamente ampia e illimitata, si trascende il contingente, diventando quasi

2 Con l'immaginazione impegnata nella contemplazione di quella distesa infinitamente ampia e illimitata, si trascende il contingente, diventando quasi insensibili al presente: le cupole dorate dei templi, coniche, imprecise o svettanti al cielo, sembrano fondersi con l'armoniosa linea dell'orizzonte.

3 Sono eleganti, leggere, si tingono di rosa al tramonto e risplendono sotto i raggi del sole, sono tutte edicate a Buddha e spesso raggiungere i vari siti non è facile.

4 Si può andare con una carrozzina traballante, attraverso le strade sterrate e decisamente polverose alcuni templi sono ben conservati, altri risentono del tempo, altri sono ridotti a cumuli di ruderi, eppure da tutti traspare non solo una forte religiosità, ma anche il ricordo della passata grandezza. Ed è proprio questo profondo misticismo ad essere respirato ovunque, non solo tra le sagome chiare dei templi, ma anche nella stupenda campagna che li avvolge, che tenta quasi di sopraffarli, tra le innumerevoli pagode sparse nell infinito. Esso cancella, forse solo apparentemente, i vivi problemi del presente, legati ad una povertà ancestrale, orgogliosa e sofferta, all oppressione di una casta militare dominatrice e di un clero ad essa asservito Infatti i birmani hanno voluto mantenere viva la loro identità culturale, le loro tradizioni, il loro pensiero, dato che è l'unico valore che nessuna dittatura può loro togliere.

Il fascino primordiale di un passato remoto glorioso compare ad ogni angolo, non solo tra i templi, ma anche lungo il fiume Irrawadi, dove alcuni contadini vanno, con i loro

6 Il fascino primordiale di un passato remoto glorioso compare ad ogni angolo, non solo tra i templi, ma anche lungo il fiume Irrawadi, dove alcuni contadini vanno, con i loro carri traballanti e vecchie botti, a raccogliere l acqua, e allora ci stupiamo nel vedere un popolo, in fondo oppresso, così sereno e così pregno di vita e di fervore religioso!

8 Entrando poi in alcuni templi restiamo stupiti dalla raffinata ricchezza artistica. Le statue del Buddha sono tante, all apparenza paiono simili, eppure ognuna ha una propria originalità, un qualcosa che ce la fa apprezzare e ci soffermiamo a guardarle, studiandone le varie posizioni del corpo e delle mani

Nel tempio di Ananda, per esempio, il più bello ed il più elegante della piana, che già affascina all esterno con la sua cupola dorata e i vari pinnacoli che le fanno da contorno, sopravvivono degli

9 Nel tempio di Ananda, per esempio, il più bello ed il più elegante della piana, che già affascina all esterno con la sua cupola dorata e i vari pinnacoli che le fanno da contorno, sopravvivono degli altari con quattro bellissime statue di Buddha eretto, statue maestose, ma mistiche. Guardarle è un piacere, emanano potenza, ma anche pace, paiono invitare alla preghiera, al distacco dalla realtà, alla rinascita in un altra dimensione e alla speranza nel nirvana!

10 Ma non c è sempre serenità se infatti entriamo nel tempio di Manuha, appena fuori le mura di Bagan, avvertiamo una sensazione nuova, quasi di oppressione, forse il simbolo di quella che è in fondo la condizione politica dei birmani. Il tetto del tempio di Manuha preme sulla testa di enormi Buddha di pietra, eretti e distesi, le pareti stringono le spalle, tanto che le povere statue paiono non avere spazio nemmeno per respirare, sono soffocate, prigioniere in una specie di cella. E difficile anche guardarle, bisogna piegare la testa e allora il loro triste sorriso, vecchio di più di mille anni, ci penetra nel cuore, trasmettendoci una sensazione di disagio, perché ci ricorda la sofferenza di un re che aveva perso la libertà e che aveva voluto ricordare al suo popolo tutta la pena di una simile condizione.

11 Ma il turista sorvola su questi stati d animo perché la bellezza dell insieme sopraffà il particolare e immediatamente lo riconquista

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