A te, e alla Madre Terra : Tutta la verità, solo la verità vostro onore, lo giuro. Tutto ciò che è separato è da escludere (Goethe)

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1 La storia narrata è opera di fantasia ed ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale. Poiché l uomo è libero, libero è il suo amore A te, e alla Madre Terra : Tutta la verità, solo la verità vostro onore, lo giuro Tutto ciò che è separato è da escludere (Goethe)

2 VALENTINA ROSARONI TERRA IN TE

3 1. Parlo di un incontro strano, fatto di scoperta, di meraviglia e di stupore, che arrivò in piena primavera in una città piena di sole,alla stazione degli autobus, il 9 marzo Per lui non sono stato l'amore della vita, ma uno spunto di introspezione, un'emozione intensa,un tentativo di ricerca interiore, dalla quale come una lepre stupita e affascinata, è scappato quando la faccenda è diventata seria. La piazza era quasi deserta e assolata e non sapevo in quale direzione andare per raggiungere la sala prove di Francoforte, dove avrebbe avuto inizio la tournée di teatro danza. Chiesi informazioni a un uomo il cui viso non rimase mai impresso nella mia mente perché fu il volto di lui che vidi per primo, perché lui mi parlò come si parla alla propria anima che incontri per la prima volta e ti fa così paura, così terribilmente paura. " Anch'io sto andando lì " Chi aveva parlato in italiano era dunque un ragazzo alle mie spalle,un danzatore della compagnia con cui avrei lavorato. Lo guardai in silenzio. Aveva i tratti dell'est, della Slovenia, che è la terra che confina con la mia città, Trieste, perciò i suoi capelli chiarissimi, gli occhi blu oltremare, le braccia un po sottili ma forti, l'aria fiera degli uomini nordici mi furono subito famigliari, mi ricordarono la mia gente di confine, orgogliosa e combattiva. Mi disse in seguito che gli sembrai più strano di quanto lui si sentisse tale per se stesso, e questo lo colpì nel bene e nel male. Non ci furono sorrisi, ma quello sguardo dritto e franco tra noi, che caratterizzò sempre i nostri dialoghi muti, quelli d'amore,quelli di risanamento,quelli del

4 perdono per il male che volevamo sempre inspiegabilmente farci. Gli chiesi di dove fosse: "Di origine abruzzese". "Ah,risposi. "Sì, ci sono stato per uno stage su Amleto" dissi velocemente. ah, dell Abruzzo ripetei. Vicino Pescara. Era nato in una zona di mare anche lui quindi, ma nel centro dell'italia,dove le persone forse sono più accoglienti di noi triestini, cosi timidi e schivi. Ma niente era vero. Lui non era del Nord come me, non era accogliente, non era meno strano di me,e forse, non voleva parlarmi come alla sua anima più di quanto non lo facesse con il lattaio sotto casa. Ma quel mattino di sole in Germania,davanti alla Paulskirche, così mi parve, e come la chiesa sconsacrata, fui investito di un nuovo senso del sacro. Mio caro,quando ti guardo oggi e dimentico i nostri peccati, il non aver saputo portare a compimento un compito che ci era stato dato come un dono divino,e la noncuranza con cui a volte dimentichiamo di prenderci cura l'uno dell'altro, nell'oblio di queste colpe io sento che niente è perduto,che ancora sei quello che eri, una pasta diversa dalla mia, come l'argilla e la creta forse, qualcosa di resistente e modellabile, di flessibile ed energico. Qualcosa di indicibilmente forte. Salimmo sul pullman e lui mi aiutò a sollevare le valigie. Il suo gesto fu seducente come quello di una donna di qualche paese freddo, non avevo mai provato attrazione per gli uomini, ma lui fece qualcosa in un modo che mi parve il più femminile in assoluto tra tutte le donne che avevo incontrato nella vita.

5 Scrivo nel 2007, nella casa dove sei venuto a festeggiare il mio compleanno circa sei mesi fa, e ciò che so bene oggi è che tu non credi più in noi. Non so ancora se il testo vedrà gli sviluppi del distacco che di lì a poco avvenne, complice Saturno in opposizione a te, e un gran miscuglio di Urano in Pesci e Lune varie contro il mio ascendente in Cancro. So oggi perché in una recente telefonata me l'hai detto, che il giorno del nostro primo incontro ti guardai in strano modo, ma ciò che davvero hai omesso di esprimere, è l'emozione che ci legò. Mi hai parlato con tono glaciale, stendendo un bianco lembo di stoffa su quel riconoscersi anime in ricerca, bollandomi come uno che ti guardava in modo ambiguo, io, che non sapevo neanche di poter rischiare la mia salute psichica per te. E tu sai bene, che tu, non io, hai compiuto un atto di sguardo, perché io non so guardare, di questo mi hai sempre giustamente rimproverato negli anni a seguire...