Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Centro Studi CNA OSSERVATORIO ENERGIA 2018 ENERGIA
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1 ENERGIA Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola e Media Impresa Centro Studi CNA OSSERVATORIO ENERGIA 2018 OTTOBRE 2018
2 SOMMARIO E CONCLUSIONI 1. Il prezzo della bolletta elettrica pagato dalle imprese italiane continua ad essere tra i più alti in Europa, sebbene tra il 2016 e il 2017 esso sia diminuito in maniera significativa. Il divario tra l Italia e la media europea rimane infatti ancora ampio e supera i 27 punti percentuali, con differenziali che vanno dal +11,8% per le imprese di grandi dimensioni (classe di consumo MWh annui) al +44,2% per le imprese che operano nella fascia di consumo immediatamente più bassa (classe di consumo compresa tra i MWh). 2. Le imprese italiane sono svantaggiate rispetto a quelle europee non solo per l alto prezzo finale ma, più in generale, per una bolletta mal strutturata. Oltre a dover sostenere un costo della componente Energia molto elevato, le imprese italiane sopportano un prelievo fiscale che è tra i più alti d Europa. 3. Nel sistema produttivo nazionale, le micro e piccole imprese sono sicuramente le più penalizzate: oltre a pagare un prezzo decisamente maggiore rispetto alle imprese europee aventi la stessa dimensione, sono fortemente svantaggiate anche rispetto alle imprese più strutturate e con maggiori consumi. 1 L Osservatorio Energia della CNA propone un confronto annuale delle bollette dell energia elettrica nei sistemi produttivi dell Unione Europea. L analisi consente di valutare separatamente il peso delle diverse voci che concorrono alla formazione del prezzo finale (Energia, Rete di distribuzione, Oneri e Imposte) ed è dettagliata per sei fasce di consumo. Una attenzione particolare è riservata alle tre classi di consumo più basse (< 20 MWh/a; MWh/a; MWh/a) nelle quali rientrano le imprese micro, piccole e artigiane. I dati elaborati, di fonte Eurostat diffusi solo a fine settembre, fanno riferimento al secondo semestre di ogni anno e riguardano i prezzi valutati al netto dell IVA. Purtroppo la pubblicazione tardiva e non completa dei dati non ha consentito un approfondimento efficace dell andamento del costo dell energia per il 2018.
3 LA BOLLETTA ELETTRICA PAGATA DALLE IMPRESE ITALIANE CONTINUA A ESSERE TRA LE PIÙ CARE D EUROPA. Il differenziale di prezzo rispetto ai competitor europei si è ridotto rispetto al 2016 ma è ancora troppo penalizzante per le imprese italiane Per le imprese italiane la bolletta elettrica continua ad essere tra le più care dell Unione Europea. Il prezzo pagato dalle nostre imprese, infatti, è mediamente più alto di quello applicato nel resto dei Paesi europei di circa 27 punti percentuali. Il maggior prezzo pagato rispetto alle altre imprese europee è compreso tra il +44,2% (classe di consumo MWh) e il +11,8% ( classe di consumo MWh MWh). 2 Queste differenze permangono nonostante che tra il 2016 ed il 2017, nel nostro Paese i prezzi siano diminuiti sensibilmente per tutte le fasce di consumo e più che negli altri Paesi dell Unione Europea.
4 Per la prima fascia di consumo ( < 20MWh) il prezzo finale della bolletta elettrica è diminuito del 18% e il divario tra l Italia e la media dell Unione Europea si è praticamente dimezzato passando dal 45,5% del 2016 al 20,8% del Riduzioni significative si sono registrate anche nella fascia di consumo più alta (quella compresa tra e MWh) dove il prezzo è sceso del 12,8% e il differenziale si è ridotto da +23,6% a +11,8%. 3
5 La riduzione del prezzo finale è stata determinata da tutte le voci che vanno a comporre la bolletta elettrica pagata dalle imprese. Fatta eccezione, infatti, per alcune fasce di consumo in cui il costo della componente Rete di distribuzione è rimasto invariato (in particolare nelle fasce di consumo MWh, MWh e MWh), in tutte le altre classi il costo delle voci Energia, Rete di distribuzione e Oneri e Imposte è diminuito. 4 Rispetto alle principali economie europee in Italia si è registrata una diminuzione del costo della componente Oneri e Imposte molto più marcata, soprattutto nella classe di consumo fino a 20 MWh annui. Questo calo è stato in parte determinato dalla riduzione della componente A3 (attraverso la quale si finanziano le energie rinnovabili) registrata nella seconda metà del Secondo il GSE (Rapporto GSE 2017), infatti, tra il 2016 e il 2017 le risorse destinate al finanziamento di questa componente sono state ridotte di 1,7 miliardi di euro, passando dai 15,9 del 2016 ai 14,2 del 2017 a causa dell esaurimento delle attività di ritiro dei Certificati Verdi. Un altro effetto di riduzione potrebbe essere stato prodotto dalla cosiddetta disposizione spalmaincentivi, che ha di fatto rimodulato l entità degli incentivi a favore del fotovoltaico a partire dal 2015.
6 Per quanto riguarda invece la voce imposte, questa include l IVA e le accise. Al contrario della prima, le accise sull energia rappresentano delle percentuali definite dall amministrazione centrale sulla base dei consumi e dei settori di utilizzo (es. civile o industriale). In questo caso, potrebbero rilevare non tanto per la loro incidenza sulle diverse fasce di consumo, quanto piuttosto per la loro natura: sono infatti soggette a modifiche frequenti e non programmate da parte dell amministrazione (le accise possono dipendere anche dalle regioni o dai comuni di residenza) perché più flessibili ed immediate per il finanziamento di qualche impegno di bilancio. FOCUS: I PREZZI DELLA BOLLETTA ELETTRICA NEL 2018 TORNANO A CRESCERE Nonostante il calo registrato nel 2017, già nel 2018 i prezzi della bolletta elettrica sono tornati a crescere. Il rialzo è stato determinato in parte dall aumento del prezzo del petrolio (causato dalla crescente domanda asiatica) e in parte dalla difficoltà nell approvvigionamento (la sopravvenuta difficoltà del nucleare francese ha comportato il ricorso agli impianti alimentati a carbone, che hanno costi di produzione molto più alti). Già a giugno 2018 nelle bollette si sono registrati aumenti riguardanti la componente Energia e gli oneri generali (compresi nella componente Oneri e Imposte ) particolarmente accentuati per le fasce di consumo più basse. 5 In risposta a questo rialzo, l Autorità per l energia ha disposto il congelamento dell aumento degli oneri fino alla fine del Si tratta di un intervento eccezionale, che ha in parte neutralizzato l incremento di spesa per imprese e cittadini. In assenza di interventi normativi tesi a riformare il sistema degli oneri generali, tramite una traslazione del finanziamento dalla bolletta alla fiscalità generale, è plausibile che dal 2019 torni ad aumentare il costo dell energia per i clienti finali.
7 1. Per le imprese micro, piccole e artigiane italiane i costi dell energia elettrica e la componente fiscale sono ancora tra i più elevati d Europa. 1.1 Classe di consumo inferiore ai 20 MWh annui Il costo dell energia al netto dell Iva per le imprese con consumi annui inferiori a 20 MWh (21,7 c /kwh) è il terzo più alto d Europa dopo quelli di Germania e Malta. Rispetto alle altre maggiori economie europee il prezzo pagato in Italia è poco più alto di quello della Spagna (+4,3%) ma risulta del tutto non competitivo se comparato con quelli di Regno Unito (+35,8%) e Francia (+43,6%). 6 Dalla scomposizione del prezzo dell energia elettrica secondo le sue componenti 1 emerge che, nel nostro Paese, il costo della componente Energia sopportato dalle micro e piccole imprese (9,5 1 La scomposizione dei prezzi dell energia nelle tre componenti Energia, Rete di Distribuzione, Oneri e Imposte è definita dal regolamento (UE) 1952/2016 in materia di statistiche europee dei prezzi dell energia elettrica e del gas naturale. Secondo tale Regolamento la componente Rete di Distribuzione comprende i costi di trasmissione e
8 c /kwh) è il quinto più elevato d Europa. Rispetto all Italia solo Malta (25,3 c /kwh), Spagna (15,4 c /kwh), Cipro (11,9 c /kwh) e Irlanda (9,6 c /kwh) hanno costi dell energia maggiori, mentre le imprese residenti in Germania, Francia e Regno Unito pagano per la componente energia prezzi ben più bassi (Germania 4,7 c /kwh; Francia 6,5 c /kwh; Regno Unito 8,7 c /kwh). A differenza di altri Stati Membri, inoltre, in Italia l alto costo dell energia non è compensato da un regime fiscale vantaggioso. Tutt altro: la componente Oneri e Imposte della bolletta italiana, pari a 7,8 c /kwh per la classe di consumo delle micro e piccole imprese, è la terza più alta d Europa e pone le nostre imprese in una situazione di forte svantaggio rispetto ai competitor europei. 7 Le piccole imprese italiane pagano più del doppio delle imposte sull energia pagate dalle imprese di stessa dimensione che operano in Francia e Regno Unito (rispettivamente 3,6 c /kwh e 3,4 c /kwh) e quasi sette volte di più di quelle spagnole dove il costo della componente Oneri e Imposte ammonta a 1,0 c /kwh. distribuzione dell energia. Invece, la componente Oneri e Imposte comprende, oltre alle tasse e alle imposte, gli oneri pagati per il sostegno alle fonti rinnovabili e all efficienza energetica, gli oneri per il sistema energetico (per esempio i costi di stoccaggio), gli oneri ambientali, oneri per il nucleare (solo nel settore elettrico).
9 Questa componente in Italia incide, di conseguenza, per il 35,9% sull ammontare totale del prezzo finale, una quota che viene superata solo dalla Germania (45,0%) e dalla Danimarca (51,6%). Se si considera, poi, che oltre alla componente fiscale va aggiunta anche la componente Rete di Distribuzione, che in Italia incide per il 20,5% sul prezzo finale, è evidente che le imprese italiane pagano una bolletta che solo per il 43,7% riguarda il consumo effettivo di energia. 1.2 Classe di consumo MWh annui Nella classe di consumo MWh, il prezzo dell energia pagato dalle imprese italiane (17,0 c /kwh) supera di 24,1 punti percentuali quello applicato mediamente nell Unione Europea e risulta in assoluto il più alto preceduto solamente da quello della Germania (17,6 c /kwh). 8 Il prezzo italiano supera di circa venti punti percentuali quelli del Regno Unito (+19,4%) e della Spagna (+22,9%) e addirittura di oltre quaranta punti quello della Francia (+44,1%). Dalla disaggregazione del prezzo finale secondo le sue componenti emerge che in Italia il costo della componente energia è tra i più alti d Europa preceduto da quelli di Malta (13,2 c /kwh),
10 Cipro (10,3 c /kwh) e Spagna (10,3 c /kwh). Nel raffronto con i principali competitor europei, esso è allineato a quello del Regno Unito mentre risulta decisamente maggiore rispetto a quelli di Francia (+41,2%) e a quello della Germania (+78,6%). In maniera analoga a quanto accade per le utenze inferiori ai 20 MWh, la tassazione per le imprese italiane appartenenti alla classe MWh non compensa l alto costo della componente energia. Anche in questo caso, infatti, la componente Oneri e Imposte della bolletta italiana, pari a 7,4 c /kwh, è di gran lunga la più alta nell Unione Europea. Si tratta di una situazione anomala considerando che, fatta eccezione per la sola Germania (7,8 c /kwh), nelle altre principali economie europee il prelievo fiscale è decisamente più contenuto (0,7 c /kwh in Spagna, 2,7 c /kwh in Francia e 3,3 c /kwh nel Regno Unito). 1.3 Classe di consumo MWh annui Anche nella classe di consumo MWh si confermano alcune evidenze emerse in precedenza. La più rilevante riguarda il prezzo finale che, come nella classe di consumo MWh, risulta il secondo più alto nell Unione Europa (14,5 c /kwh) preceduto soltanto da quello tedesco (15,1 c /kwh). Considerando la posizione italiana rispetto a quella degli altri paesi che presentano una struttura produttiva più simile alla nostra, emerge che, anche per questa classe di consumo, vi sono distanze significative nei confronti del Regno Unito (+16,3%), della Spagna (+40,4%) e della Francia (+57,5%). 9 Il costo che le imprese italiane sono chiamate a sostenere non è ascrivibile solo al prezzo della componente energetica dato che, anche in questa classe di consumo, la tassazione risulta molto elevata.
11 10 Dai dati appena commentati risulta quindi che anche le imprese italiane rientranti in questa classe di consumo sono svantaggiate rispetto a quelle europee sia per l alto prezzo finale pagato ma sia per una bolletta mal strutturata. 2. In Italia, tasse e costo energia alle stelle per le micro e piccole imprese Dall analisi dei dati relativi ai prezzi dell energia elettrica, si evince che le imprese micro, piccole e artigiane oltre a pagare un prezzo decisamente maggiore rispetto alle imprese europee aventi la stessa dimensione, sono fortemente svantaggiate anche rispetto alle imprese italiane più strutturate e con maggiori consumi. I prezzi dell energia elettrica, infatti, diminuiscono all aumentare delle dimensioni aziendali in relazione a ciascuna delle tre le componenti.
12 11 Il prezzo finale dell energia elettrica pagato da una impresa italiana con consumi medi annui inferiori ai 20 MWh (21,7 c /kwh) è infatti più che doppio rispetto a quello pagato da una impresa energivora con consumi annui compresi tra i e i MWh (8,3 c /kwh). Il maggior prezzo pagato dalle piccole imprese rispetto alle grandi è determinato in larga parte da fattori che non riguardano direttamente il consumo effettivo di energia. Al diverso costo della componente Energia, infatti, si aggiunge anche una più pesante fiscalità. Se il costo della componente Energia a carico delle piccole imprese con consumi annui inferiori ai 20 MWh è circa due volte quello applicato alle imprese energivore con consumi compresi tra i e i MWh annui (rispettivamente 9,5 c /kwh contro 5,5 c /kwh), scostamenti più ampi sono riscontrabili per le altre componenti che concorrono a determinare il prezzo finale. Per la componente Oneri e Imposte il prezzo pagato dalle micro imprese è circa tre volte quello applicato alle imprese energivore (rispettivamente 7,8 c /kwh contro 2,4 c /kwh), per la componente Rete di Distribuzione il rapporto è addirittura dieci a uno (4,5 c /kwh contro 0,5 c /kwh).
13 Le piccole imprese sono infatti i maggiori finanziatori del sistema degli oneri generali che presiedono alla bolletta, contribuendo con circa 5 miliardi di euro annui su un totale di quasi tredici; una cifra non giustificata da un consumo che, al contrario, è contenuto rispetto a quello delle imprese energivore connesse in Alta ed Altissima tensione. Queste ultime, al contrario, versano circa un miliardo di oneri a fronte, però, di consumi di energia assai elevati e di alti livelli emissivi, in pieno contrasto col principio del chi inquina paga. CONCLUSIONI Nel 2017 la bolletta elettrica pagata dalle imprese italiane ha registrato significative diminuzioni in tutte le fasce di consumo. Particolarmente accentuato è stato il calo per le micro e piccole imprese (fascia di consumo fino a 20 MWh annui). Nonostante queste riduzioni, il prezzo della bolletta elettrica continua ad essere tra i più alti d Europa e le nostre micro e piccole imprese risultano le più svantaggiate, sia rispetto ai competitor europei che rispetto alle imprese connazionali più strutturate. Continua a persistere l iniqua e sproporzionata distribuzione del finanziamento degli oneri generali di sistema tra le diverse classi di contribuenti, che vede le PMI penalizzate a sfavore delle grandi imprese energivore. 12 In particolare, il peso gravoso degli oneri generali contribuisce a frenare lo sviluppo delle PMI; al contrario le grandi imprese possono giovarsi di costi più contenuti determinati sia da una fiscalità più vantaggiosa, che da una riforma del sistema delle agevolazioni sull energia che, a partire da quest anno, prevede forti riduzioni a loro favore in virtù dei maggiori consumi e della loro esposizione sui mercati internazionali. CNA esprime forti perplessità rispetto agli interventi destinati alla riduzione del costo dell energia finora messi in atto. Sebbene si tratti di un tema strategico per il recupero di competitività delle imprese - la SEN 2017 vi ha dedicato un ampio approfondimento le misure fin qui realizzate confermano un approccio sbilanciato a favore della grande industria. A tal proposito, CNA ribadisce la necessità di una riforma del finanziamento degli oneri generali di sistema con il coinvolgimento, anche parziale, della fiscalità generale. Tale intervento potrebbe trovare spazio già nella Legge di Bilancio attualmente al vaglio di Governo e Parlamento. Inoltre, CNA segnala l urgenza di portare a compimento la realizzazione delle condizioni essenziali di concorrenza e trasparenza propedeutiche alla completa liberalizzazione del mercato al dettaglio dell energia, in attuazione delle disposizioni contenute nella Legge annuale per la concorrenza ed il mercato (L.124/2017).
14 La recente proroga del termine entro cui si realizzerà la definitiva liberalizzazione dovrà servire a realizzare e mettere a sistema gli strumenti necessari a garantire l effettiva concorrenza e a stimolare la competizione tra i diversi fornitori non solo per migliorare le condizioni di prezzo dell energia, ma anche per qualificare meglio il servizio di fornitura di energia offerto alle imprese. Al luglio 2020, infatti, saranno circa venti milioni gli utenti tra cui moltissime imprese che dovranno scegliere un operatore nel mercato libero e che necessitano, pertanto, di adeguati strumenti in grado di affiancarli nella interpretazione delle condizioni di prezzo dell energia praticate dai venditori. 13
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