V DOMENICA T.O. ANNO C Lc 5,1-11. Sulla tua parola

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1 Comunità Il Mandorlo 4 Febbraio 2019 V DOMENICA T.O. ANNO C Lc 5,1-11 Sulla tua parola E lo stesso evangelista Luca che ci introduce nel giusto clima di ascolto. Nei primi versetti del suo Vangelo esplicita il destinatario della Buona Novella. Egli sta scrivendo a Teofilo: chi è? È un discepolo che ama Dio. A lui scrive l evangelista affinché si possa rendere conto della solidità degli insegnamenti ricevuti. Anche questa sera la parola è rivolta per consolidarci, ossia per ricordare la solidità della roccia su cui stiamo costruendo la nostra vita ed affidarci così, ancor più decisamente, ad essa. Ma per entrare in questa esperienza occorre porsi nell atteggiamento del destinatario di Luca. Possiamo chiediamoci: quanto siamo teofili? Ossia, quanto amiamo Dio? Per essere buoni ascoltatori, il Vangelo ci chiede di essere amanti! Ecco l atteggiamento del cuore in cui porsi per comprendere la parola. CONTESTO Il racconto della pesca miracolosa e della chiamata di Simon Pietro e presente solo in Luca. Gesu ha tracciato il suo programma a Nazareth, ha guarito i malati a Cafarnao. Quelli di Nazareth lo hanno respinto, quelli di Cafarnao volevano tenerlo, sequestrarlo per se. Con questo nuovo episodio sulla riva del lago il contorno della sua missione si va precisando. Il legame tra questi tre momenti e costituito dalla parola di Gesu. All inizio lui annuncia la parola di Dio alla folla che si accalca sulla riva; e sulla parola di Gesu che Pietro getta le reti al largo, ed e ancora sulla sua parola che lascia tutto con i compagni e segue il maestro. Pietro scopre che e Gesu stesso la Parola di Dio per l uomo. IL TESTO la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio Vorrei sottolineare l atteggiamento della folla: vogliono ascoltare Gesù ma sono disposti a seguirlo? Può essere piacevole stare a sentirlo, si può raccogliere una buona parola, ma ancora non si ama. Si possono ascoltare tante parole che scaldano il cuore, ma poi? Se si resta nella folla, nell anonimato, non si sta ancora seguendo Gesù, non si è ancora discepoli, non si è ancora teofili, cioè amanti!. Come e perché ascolto la Parola di Dio? Io sono folla o Pietro? Spettatore o interlocutore di Gesù? Da quale anonimato sono chiamato ad uscire? 1

2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca che era di Simone, e lo pregò di accostarsi un poco da terra. Nell anonimato di questa folla spicca la figura di Simone che era già sul posto; non era di quelli che stavano seguendo Gesù. Si trova lì per il suo lavoro e incontra Gesù casualmente, senza andarlo a cercare. Tutto ha inizio da uno sguardo. Egli vide ; c è uno sguardo di benedizione, di cura, di interesse che si posa su Pietro. Uno sguardo capace di far alzare, che ti porta su, mai ti abbassa, mai ti umilia. Uno sguardo che ti porta a crescere, ad andare avanti, che ti incoraggia, perché ti vuole bene. Sguardo capace di innescare un cammino, una ricerca. Quante vicende nel Vangelo nascono da uno sguardo di Gesù! Sento questo sguardo sulla la mia vita, sulla mia storia? Le due barche sono ormeggiate sulla sponda, quasi parcheggiate, addirittura spente. I pescatori lavano le reti. Hanno passato una notte intera a battere il mare e una mattina intera a contemplare il nulla. Pensano ai fatti loro, alla delusione della pesca. Sembra tutto fuori posto: la barca a terra, i pescatori a terra, le reti vuote che vengono semplicemente lavate; non è una quotidianità normale, ma è una quotidianità che non sembra più avere significato. E su questa quotidianità che Gesù posa lo sguardo, è a questa quotidianità che la sua presenza e la sua Parola donano una nuova luce, un nuovo significato. E incredibile come la svolta di una vita, l inizio dell avventura di Pietro possa avvenire in tanta quotidianità. Il Signore usa vie poco eclatanti, feriali, persino apparentemente causali per farsi incontrare. Che sia un invito a prendere sul serio il lavoro quotidiano? Simone non oppone resistenze, accetta di prendere Gesù nella propria barca, esponendosi di fronte agli altri. Non dice nulla: lo lascia fare. Occorre avere il coraggio di lasciare entrare Gesù nella propria intimità, senza aspettare che tutto sia a posto. Il Signore parte da quello che Simone è: semplicemente chiede di lasciarsi disturbare; gli basta il permesso di entrare nelle nostre cose, nella nostra barca, nella nostra vita e di lasciarlo fare, senza opporre resistenze. E io, Signore, mi lascio disturbare da te? O ti sto forse resistendo? Come ti conosco in questo momento e che spazio hai nella mia vita? Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca. Simone rispose: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. Gesù chiede a Simone di spostarsi, di andare al largo; potremmo dire che chiede di lavorare a gente che, con tutte le ragioni del mondo, ha i nervi a fior di pelle. Tornare su quelle acque vuote quando si è sfiniti e soltanto bisognosi di riposo, era davvero troppo. Imparare a pescare da un falegname? Di giorno, è come dire: sono un pescatore incapace, fallito, incompetente. Simone avrà pensato: "quando si esagera si esagera". E non glielo risparmia: educatamente getta in faccia a Gesù il suo dubbio: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla". "Ma sulla tua parola getterò le reti". 2

3 "Signore, scusaci, ma giunti a questo punto dove vuoi che andiamo? (...) Quando nella nostra vita ci capita di dire una frase di questo genere, qualunque sia la forma letteraria con la quale ci esprimiamo, quando davvero ci rendiamo conto nella nostra esperienza che non abbiamo più alternative, allora il gioco della seduzione è compiuto. Coinvolgersi con un altro significa sempre raggiungere un punto in cui, in un modo o nell'altro, diventiamo consapevoli che, qualsiasi cosa accada da lì in poi, non sarà più come se quella storia non ci fosse stata. C'è un punto in cui scopriamo che non possiamo più tornare indietro. Anche se la storia finirà, potremmo sì andare avanti, ma non "tornare allo stato precedente". E non è l'altro che non ci lascia alternative (anche se a volte lo possiamo accusare di questo), ma siamo noi che non abbiamo più un'alternativa nostra: non abbiamo più una "casa" (un luogo della nostra interiorità) a cui tornare come se non fosse successo nulla. (S. Morra, Parole intorno al pozzo. Conversazioni sulla fede, San Paolo Milano 2013, 56-57) Sulla tua parola, getterò le reti : per questa sola ragione Simone prende il largo. E io dove sono ora? In quale porto mi trovo? Quali sicurezze ancora mi frenano? Quante paure ho a prendere il largo? e avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano La pesca miracolosa dipende sia dalla potenza della Parola sia dall averla messa in pratica; una parola che realizza ciò che dice lì dove trova un accoglienza reale. Ecco la posizione credente di fronte a Gesù: non basta ascoltare, solo vivendolo il Vangelo ti cambia! Ecco la differenza tra Simone e la folla: è piacevole ascoltare la parola di Dio ma non cambia la vita. E come uno spartito musicale: se non trova un artista che lo canta o un interprete che lo suona, rischia di rimanere solo inchiostro sulla carta. Il Vangelo è così: solo quando uno lo fa, gli dà vita e avviene il miracolo. E io, Signore, faccio la tua Parola? Oppure prima pretendo segni e poi mi butto? Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto. Chi vive il Vangelo, vede i miracoli e sperimenta lo stupore: al vedere questo. E in quell incrocio di sguardi che Simone scopre l identità di chi è lì nella sua barca: il Signore! Riconosce la presenza di Dio vicino a lui. Certo, Simone non ha piena consapevolezza del titolo con cui si rivolge a Gesù. Tuttavia Luca gli mette in bocca una professione di fede completa, quasi a dire che nell intuizione degli inizi stava già tutto: il volto di Dio, il suo futuro, la sua umanità. Col tempo comprenderà come Gesù è il Signore. Fare ciò che dice la Parola permette di riconoscere Dio, di imparare a vederne le tracce accanto a noi; non solo.ci porta a scoprire la nostra identità, chi siamo. Simone riconoscere se stesso: al vedere questo Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: Signore, allontanati da me che sono un peccatore. Come posso stare vicino a te se sono un peccatore? Come posso annunciare il vangelo con tutti i miei peccati addosso, che si ripetono, si rincorrono, e non cambia mai niente? Gesù non assolve Simone, non lo umilia, pronuncia una sola parola: non temere. Anche la tua barca va bene. Gesù rialza, dà fiducia, non si lascia deludere dai miei difetti ma mi fa ripartire da là dove mi ero fermato. 3

4 d ora in poi sarai pescatore di uomini. Il Signore parte da ciò che Simone sa fare, da quello che è; dischiude i suoi sogni a misure inimmaginabili, da capogiro, entusiasmanti. Chiama ad un futuro che appartiene alla sua identità, che per questo è suo e realizza proprio ciò che gli piace. Da pescatore di pesci a pescatore di uomini. Gesù non mortifica i desideri, al contrario li assume e li esalta, portandoli a realizzazioni inimmaginabili. Egli realizza la vita di Simone in maniera completa, totale, sovrabbondante. Già con la pesca miracolosa, si può dire che Gesù realizza il sogno di tutta una vita. Simone, umile pescatore di Galilea, cosa poteva desiderare di più? Una pesca eccezionale, che l avrebbe messo a posto per tanto tempo, tranquillo economicamente e soddisfatto dal punto di vista professionale. Eppure Gesù non si accontenta di questo. Alle attese di Pietro dà una risposta nuova: Io vi farò pescatori di uomini. Gesù accoglie il nostro desiderio e lo dilata, al di là di ogni aspettativa: la vocazione non rende meno uomini, ma porta ad esserlo in pienezza! E stupendo costatare che il Signore assume fino in fondo quello che Simone è, la sua identità e i suoi progetti. La vocazione non è qualcosa di esterno da noi, che ci si impone dall alto. Semmai è ciò che prende sul serio il nostro desiderio autentico, che rivela la nostra identità e lo porta alla sua piena realizzazione. La vocazione non rende meno uomini, ma è pienezza di umanità! Come ti conosco Signore? Come mi riconosco? Cosa voglio? Quali sono i miei sogni nel cassetto che la Parola di Dio illumina? Cosa sento che il Signore valorizza della mia umanità, più di quanto potrei fare da solo? è il grande atto d amore che Dio ti chiede, cerca uno spazio più ampio e più adatto al cuore. e apriti come il fiore rosso del melograno, grida invece di seppellire vivi i tuoi gemiti. le parole sono tutte le direzioni e tutto il tempo, le azioni sono una sola direzione e un istante. mentre lentamente il mare solleva le onde, non aver paura di ciò che cambia e di ascoltare ciò di cui il vento parla. Luigi Verdi, Preghiere a Romena, pag.56 Don Luca Lorenzi 4

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