Sulla via di Emmaus. E io, da dove vengo? Cosa mi preoccupa? Cosa riempie la mia vita? Come sto camminando?

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Geronima Torre
7 anni fa
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1 Sulla via di Emmaus Ed ecco in quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, due discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Ed essi si fermarono, col volto triste. Lc 24,13 17 I due discepoli camminano verso Emmaus, non come persone felici ma come chi si sente sconfitto. Sono confusi e tristi... Hanno sperimentato, come tante volte anche noi, che non esiste una notizia peggiore di una buona notizia falsa. Il loro cammino diventa così cammino di fuga e quello che cercano, il posto dove ritornano, è in fondo un rifugio. Ma, nonostante tutto la vita continua... e devono continuare a camminare, perché, alla fine la vita è una realtà dinamica, in continuo divenire. Anche per noi VIVERE È CAMMINARE, muoversi. Il grande cammino della vita si concretizza in tanti piccoli cammini quotidiani: a casa, a scuola, al lavoro, con gli amici. In questi cammini viviamo la nostra ricerca e la nostra fuga da Gesù. Allora, vale la pena domandarsi: E io, da dove vengo? Cosa mi preoccupa? Cosa riempie la mia vita? Come sto camminando? Anche oggi, nel nostro cammino, qualunque esso sia, quando usciamo da noi stessi, dal castello di convinzioni, di problemi, di bisogni... che ci siamo costruiti, Gesù continua ad avvicinarsi a noi e cammina con noi. Anche se facciamo fatica a riconoscerlo. Egli non ci abbandona, si interessa di tutto ciò che viviamo e portiamo con fatica. È il piccolo grande miracolo che accade quando ci avviciniamo per incontrarci, insieme, nella celebrazione dell'eucaristia, punto di partenza e di arrivo di tutta l'esperienza cristiana.

2 Scrivi i pensieri, le paure, i desideri che in questo tempo riempiono i tuoi giorni Chi sono i tuoi compagni di strada? Qual è, adesso, l'orizzonte (la meta più prossima che vuoi raggiungere) della tua vita? C'è qualcosa che ti impedisce di riconoscerlo? Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino Egli entrò per rimanere con loro. Ma Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero lʹun lʹaltro. «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». Lc 24,28 32 Camminare, parlare, ascoltare... e adesso arriva il tempo di condividere i pasti. I due discepoli chiedono al misterioso viandante di restare e Lui entra con loro nella locanda per rimanere. Seduti attorno alla mensa vivono un'esperienza forte di comunione, tanto da diventare l'esperienza decisiva per la loro vita. Davanti al gesto di prendere, benedire, spezzare e condividere il pane, i due di Emmaus capiscono che quel viandante, che si era affiancato a loro lungo la strada, non poteva che essere Gesù. In quel gesto di Gesù, in quella Eucaristia in cui Lui si rivela, i due discepoli percepiscono il senso del loro cammino: un viaggio che non solo arriva al riconoscimento del Maestro, ma anche al riconoscimento di se stessi: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, mentre ascoltava le nostre fatiche, mentre condivideva il peso del non senso della morte?».

3 Il pane e il vino che Gesù condivide sono due alimenti così semplici eppure così importanti per la vita di ogni uomo! Spesso non ci rendiamo conto, ma quanto tempo, quante forze, quante speranze e quante fatiche entrano in gioco per produrli! Anche noi siamo chiamati ad essere pane e vino nelle mani di Dio, perché è dentro la nostra vita condivisa, messa in gioco, che Gesù si fa presente e può farsi riconoscere come Signore della Vita che si consegna. Si può, forse camminare sulle strade della vita senza fermarsi un istante per mangiare il pane dell'eucaristia? In essa possiamo riconoscere il Signore perché è il sacramento della sua presenza: in essa troviamo il coraggio di condividere la nostra vita, e attraverso il servizio, vedere nei fratelli un tratto del Suo volto. Condividere e servire è come accendere una luce che illumina l'orizzonte della vita!...allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero lʹun lʹaltro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senzʹindugio, e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano. «Davvero il Signore c risorto ed è apparso a Simone!». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come lʹavevano riconosciuto dallo spezzare il pane. Lc 24,31 35 Quando il riconoscimento di Gesù c'è stato, quando gli occhi del cuore dei discepoli si sono aperti... Lui, il Risorto, sparisce dalla loro vista. Ma non li lascia soli! È con loro e in loro, proprio grazie a quel pane condiviso e a quella parola che ha scaldato il loro cuore. I due discepoli ormai sono persone capaci di decidere cosa fare e come vivere: scelgono, così, di ritornare a Gerusalemme da dove erano fuggiti; scelgono di ritornare a casa per raccontare le esperienze vissute durante il cammino. Se il parlare iniziale era stato la via per togliere le frustrazioni, ora il raccontare ha a che fare col condividere gli incontri e la speranza... * Il cammino di di-missione diventa cammino di missione. * La discesa da Gerusalemme a Emmaus diventa salita!

Per i due discepoli, salire verso Gerusalemme non sarà più avvicinarsi ad un mistero incomprensibile e carico di paura, ma raccontare un'esperienza vissuta.

4 Per i due discepoli, salire verso Gerusalemme non sarà più avvicinarsi ad un mistero incomprensibile e carico di paura, ma raccontare un'esperienza vissuta. IL MIRACOLO DELL'EUCARISTIA ci riporta alla nostra vita quotidiana carichi di nuove energie e ci aiuta a trasformare i nostri giorni, a volte pesanti e senza senso, in giorni di speranza. L'Eucaristia ci annuncia che un altro mondo è possibile e che la felicità è per noi. Tutto ciò che siamo: doni, limiti, capacità, sentimenti, desideri, progetti... trovano un significato nella risurrezione di Gesù. Prendi nota! Va' e racconta a tutti le meraviglie che Dio ha compiuto per te!!! a cura di sr. Maria Rosa Barison

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