COMUNE CAPRIE Piano di razionalizzazione delle società partecipate

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1 COMUNE CAPRIE Piano di razionalizzazione delle società partecipate (articolo 1 commi 611 e seguenti della legge 190/2014)

2 I Introduzione generale 1. Premessa Dopo il Piano Cottarelli, il documento dell agosto 2014 con il quale l allora commissario straordinario alla spending review auspicava la drastica riduzione delle società partecipate da circa a circa 1.000, la legge di stabilità per il 2015 (legge 190/2014) ha imposto agli enti locali l avvio un processo di razionalizzazione che possa produrre risultati già entro fine Il comma 611 della legge 190/2014 dispone che, allo scopo di assicurare il coordinamento della finanza pubblica, il contenimento della spesa, il buon andamento dell'azione amministrativa e la tutela della concorrenza e del mercato, gli enti locali devono avviare un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni, dirette e indirette, che permetta di conseguirne una riduzione entro il 31 dicembre Lo stesso comma 611 indica i criteri generali cui si deve ispirare il processo di razionalizzazione : a) eliminare le società e le partecipazioni non indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali, anche mediante liquidazioni o cessioni; b) sopprimere le società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; c) eliminare le partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; d) aggregare società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; e) contenere i costi di funzionamento, anche mediante la riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, ovvero riducendo le relative remunerazioni. 2. Piano operativo e rendicontazione Il c. 612 dell art. 1 della L. 190/2014, indica quale organo competente alla definizione ed all approvazione del Piano di razionalizzazione, il vertice dell Amministrazione; tale impostazione attribuisce certamente un taglio esecutivo al documento in oggetto, tuttavia, i temi che il Piano di razionalizzazione deve analizzare e sviluppare afferiscono a decisioni di competenza dell organo di indirizzo politico di massima rappresentanza di ogni singola amministrazione, in tal senso è utile richiamare la lett. E) del c. 2 dell art. 42 del D.Lgs. 267/2000, che dispone quanto segue: 2.. Il consiglio (comunale o provinciale, ndr) ha competenza limitatamente ai seguenti atti fondamentali:.. f) organizzazione dei pubblici servizi, costituzione di istituzioni e aziende speciali, concessione dei pubblici servizi, partecipazione dell ente locale a società di capitali, affidamento di attività o servizi mediante convenzione ; 2

3 Rispetto al suddetto riferimento normativo si ritiene opportuno che il Piano di razionalizzazione, ancorchè adottato dall Organo di vertice dell amministrazione ( il Sindaco) venga condiviso attraverso una deliberazione di indirizzo sugli obiettivi da conseguire tramite il piano con il Consiglio dell Ente. Il piano quindi definisce modalità, tempi di attuazione, l'esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Allo stesso è allegata una specifica relazione tecnica. Il piano è trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e pubblicato nel sito internet dell'amministrazione. La pubblicazione è obbligatoria agli effetti del decreto trasparenza (d.lgs. 33/2013). Pertanto nel caso sia omessa è attivabile da chiunque l istituto dell accesso civico. I sindaci e gli altri organi di vertice delle amministrazioni, in relazione ai rispettivi ambiti di competenza, entro il 31 marzo 2016, hanno l onere di predisporre una relazione sui risultati conseguiti. Anche tale relazione a consuntivo deve essere trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e, quindi, pubblicata nel sito internet dell'amministrazione interessata. La pubblicazione della relazione è obbligatoria agli effetti del decreto trasparenza (d.lgs. 33/2013). Come sopra precisato la legge di stabilità 2015 individua nel sindaco e negli altri organi di vertice dell amministrazione, in relazione ai rispettivi ambiti di competenza, i soggetti preposti ad approvare il piano operativo e la relazione a consuntivo. E di tutta evidenza che l organo deputato ad approvare tali documenti per gli E.L. è il Consiglio Comunale. Lo si evince dall art. 42 secondo comma lettera e) del TUEL che conferisce al Consiglio Comunale competenza esclusiva in materia di partecipazione dell ente locale a società di capitali. Per osservare alla lettera - il comma 612, che sembra volere coinvolgere anche la figura del sindaco nel processo decisionale, la deliberazione consiliare di approvazione del piano operativo e della relazione potranno essere assunte su proposta proprio del sindaco. 3. Attuazione Approvato il piano operativo questo dovrà essere attuato attraverso ulteriori deliberazioni del consiglio che potranno prevedere cessioni, scioglimenti, accorpamenti, fusioni. Il comma 613 della legge di stabilità precisa che, nel caso le società siano state costituite (o le partecipazioni acquistate) per espressa previsione normativa, le deliberazioni di scioglimento e di liquidazione e gli atti di dismissione sono disciplinati unicamente dalle disposizioni del codice civile e non richiedono né l'abrogazione né la modifica della previsione normativa originaria. Il comma 614 della legge 190/2014 estende l applicazione, ai piani operativi in esame, dei commi ter della legge 147/2013 in materia di mobilità del personale, gestione delle eccedenze e di regime fiscale agevolato delle operazioni di scioglimento e alienazione. Riassumiamo i contenuti principali di tale disciplina: 3

4 (co. 563) le società controllate direttamente o indirettamente dalle PA o da loro enti strumentali (escluse quelle che emettono strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati e le società dalle stesse controllate) possono realizzare processi di mobilità del personale sulla base di accordi tra società senza il consenso del lavoratore. La norma richiede la preventiva informazione delle rappresentanze sindacali e delle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo. In ogni caso la mobilità non può mai avvenire dalle società alle pubbliche amministrazioni. (co. 565) Nel caso di eccedenze di personale, nonché qualora l'incidenza delle spese di personale sia pari o superiore al 50% delle spese correnti, le società inviano un'informativa preventiva alle rappresentanze sindacali ed alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo. Tale informativa reca il numero, la collocazione aziendale e i profili professionali del personale in eccedenza. Tali informazioni sono comunicate anche al Dipartimento della funzione pubblica. (co. 566) Entro dieci giorni, l ente controllante procede alla riallocazione totale o parziale del personale in eccedenza nell'ambito della stessa società mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro, ovvero presso altre società controllate dal medesimo ente o dai suoi enti strumentali. (co. 567) Per la gestione delle eccedenze di personale, gli enti controllanti e le società possono concludere accordi collettivi con le organizzazioni sindacali per realizzare trasferimenti in mobilità dei dipendenti in esubero presso altre società, dello stesso tipo, anche al di fuori del territorio della regione ove hanno sede le società interessate da eccedenze di personale. (co. 568-bis) Le amministrazioni locali e le società controllate direttamente o indirettamente beneficiano di vantaggi fiscali se procedono allo scioglimento o alla vendita della società (o dell azienda speciale) controllata direttamente o indirettamente. Nel caso di scioglimento, se è deliberato entro il 6 maggio 2016 (24 mesi dall entrata in vigore della legge 68/2014 di conversione del DL 16/2014) atti e operazioni in favore di pubbliche amministrazioni in conseguenza dello scioglimento sono esenti da imposte. L esenzione si estende a imposte sui redditi e IRAP. Non si estende all'iva, eventualmente dovuta. Le imposte di registro, ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa. Se lo scioglimento riguarda una società controllata indirettamente: le plusvalenze realizzate in capo alla controllante non concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta; le minusvalenze sono deducibili nell'esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi. Nel caso della cessione del capitale sociale, se l'alienazione delle partecipazioni avviene ad evidenza pubblica deliberata entro il 6 maggio 2015 (12 mesi dall entrata in vigore della legge 68/2014 di conversione del DL 16/2014), ai fini delle imposte sui redditi e dell IRAP, le plusvalenze non concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta e le minusvalenze sono deducibili nell'esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi. L evidenza pubblica, a doppio oggetto, riguarda sia la cessione delle partecipazioni che la contestuale assegnazione del servizio per cinque anni. In caso di società mista, al socio privato detentore di una quota di almeno il 30% deve essere riconosciuto il diritto di prelazione. 4

5 4. Finalità istituzionali La legge 190/2014 conserva espressamente i vincoli posti dai commi dell articolo 3 della legge 244/2007, che recano il divieto generale di costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. E sempre ammessa la costituzione di società che producano servizi di interesse generale, che forniscano servizi di committenza o di centrali di committenza a livello regionale a supporto di enti senza scopo di lucro e di amministrazioni aggiudicatrici. L acquisto di nuove partecipazioni e, una tantum, il mantenimento di quelle in essere, devono sempre essere autorizzate dall organo consiliare con deliberazione motivata da trasmettere alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti. 5

6 1. Le partecipazioni societarie II Le partecipazioni dell ente Il comune di Caprie partecipa al capitale delle seguenti società: 1. G.A.L. Gruppo Azione Locale Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone con una quota di partecipazione del 1%: 2. Società Metropolitana acque SMAT Spa con una quota dello 0,00003%; 3. A.C.S.E.L. con una quota del 2,15%; 2. Altre partecipazioni e associazionismo Per completezza, si precisa che il comune di Caprie partecipa ai seguenti consorzi, che essendo forme associative di cui al Capo V del Titolo II del D.lgs. 267/2000 non sono oggetto del presente piano.: 1. C.A.D.O.S. Consorzio Ambiente Dora Sangone con una quota dello 0,58%; 2. CON.I.S.A. Consorzio Intecomunale Socio Assistenziale Valle di Susa con una quota del 2,31%; 3. C.E.V. Consorzio Energia Veneto con una quota di partecipazione dello 0,09% ( costituita ai sensi dell art del Codice Civile e non come società partecipata nota 1663/2014) 6

7 III Il Piano operativo di razionalizzazione Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone Gruppo di Azione Locale Società Consortile a responsabilità Limitata. La Società ha lo scopo mutualistico di promuovere lo sviluppo sociale ed economico del territorio, come definito dai confini amministrativi degli Enti Locali soci, nonché di tutelarne e valorizzarne i patrimoni culturali, ambientali e paesaggistici. Il Comune è entrato a far parte della Società G.A.L. con con DCC. N.12 del 30 aprile 2009, approvando lo statuto. La partecipazione del comune di Caprie 1%. I criteri proposti dal comma 611 della legge 190/2014, riguardo alle società di gestione dei servizi, prevedono l aggregazione delle società di servizi pubblici locali di rilevanza economica. La norma, quindi, non obbliga alla soppressione di tali Consorzi (lett. d). E intenzione dell amministrazione mantenere la Partecipazione Società Consortile a r.l. Gruppo di Azione Locale, tenendo conto del fatto che per norma statutaria il Comune di Caprie è un comune a vocazione turistica e che a norma statutaria: Il Comune tutela il paesaggio, il patrimonio linguistico, storico, artistico e culturale della comunità e ne promuove l approfondimento e la conoscenza promuove lo sviluppo del patrimonio culturale anche nelle sue espressioni di lingua, di costume e di tradizioni locali; omissis Attua misure necessarie per migliorare la qualità del contesto urbano, per tutelare le zone agricole, boschive e per salvaguardare l assetto territoriale. Omissis Inoltre la partecipazione alla Società è irrisoria e comporta una spesa annua di circa 967,00 nel 2013 a fronte della possibilità di poter beneficiare dei piani strategici per lo sviluppo del territorio, destinati ad avere una ricaduta positiva e diffusa per la valorizzazione dell economia locale. Pur non essendo la quota di partecipazione societari significativa, in quanto non superiore al 5-10%, ed in ogni caso tale da garantire il controllo del comune sulla società, concludiamo l analisi con ulteriori dati: Risultato d esercizio euro +262 euro +628 euro SOCI PUBBLICI Comunità Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone Comune di Rubiana SOCI PRIVATI Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo Confederazione Italiana Agricoltori Torino C.I.A. Federazione Provinciali Coltivatori Diretti 7

8 CCIAA di Torino Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola Media Impresa Associazione Provinciale di Torino Unione Provinciale degli Agricoltori di Torino Associazione Artigiani Montagna Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone Consorzio di Promozione Prodotti Tipici di Montagna Valli di Lanzo, Ceronda, Casternone ConfCooperative Unione Provinciale di Torino Uffici e Sede Legale Frazione Fe n CERES (TO) - Tel. Fax 0123/ Sito web: info@gal-vallilanzocerondacasternone.it Consiglio Direttivo: Presidente Claudio Amateis Vice Presidente Mauro Garbano Consigliere Adriano Bonadè Bottino Consigliere Massimo Vannelli Consigliere Livio Barello Consigliere Stefania Fumagalli Consigliere Giorgio Magrini Consigliere Mirella Riassetto 2. Società SMAT SOCIETA METROPOLITANA ACQUE TORINO S.P.A Ragione Sociale Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. Data di costituzione 17/02/2000 Durata della società fino al 31/12/2050 Sede legale corso XI Febbraio n. 14, Torino La Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. (SMAT) nasce il 1 aprile 2001, dal conferimento dell Azienda Acque Metropolitane Torino S.p.A. e dell Azienda Po Sangone. 8

9 Da quella data SMAT si impegna a perfezionare il programma di gestione integrata delle risorse idriche come previsto dalla Legge 36/94 e a partire dal 2004, insieme con la Società ACEA di Pinerolo, ottiene da parte dell Autorità d Ambito Territoriale Torinese (ATO 3) l affidamento della gestione di tutto il ciclo dell acqua sul territorio dell ATO 3. Nel 2005 SMAT, unitamente ad AMGA di Genova (ora IRIDE S.p.A), acquista la maggioranza del pacchetto azionario della SAP (Società Acque Potabili S.p.A.), una Società quotata in Borsa che opera su tutto il territorio nazionale e che, con il supporto delle controllanti, sta acquisendo un ruolo di azienda di riferimento per lo sviluppo dei servizi idrici sul mercato nazionale. Nel 2004 l Autorità d Ambito 3 Torinese ha affidato la titolarità della gestione del servizio a SMAT e Acea Pinerolese con l intento di arrivare poi ad un unico soggetto gestore. Nel 2007 la Conferenza dell Ambito 3 Torinese ha confermato SMAT quale Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato nell ambito ottimale Torinese e di ACEA quale gestore salvaguardato operativo nel territorio storicamente di riferimento. Il 3 luglio 2008 SMAT ha sottoscritto, unitamente all Autorità d Ambito 3 Torinese e alla controllata Società Acque Potabili S.p.A., l accordo quadro per la disciplina delle gestioni operate dalla Società Acque Potabili S.p.A. nel territorio dell Ambito Territoriale Ottimale 3 Torinese per l ulteriore completamento della citata riunificazione gestionale. Per effetto di tale Accordo SMAT dal 1 luglio 2008, e sino al 30 giugno 2022, ha assunto la qualità di Gestore Unico d Ambito del Servizio Idrico Integrato anche per i territori dei Comuni sinora serviti da Acque Potabili S.p.A.. Il Gruppo SMAT attualmente gestisce le fonti d approvvigionamento idrico, gli impianti di potabilizzazione e distribuzione di acqua potabile, le reti di raccolta, depurazione e riuso dei reflui urbani, per un bacino d utenza che alla fine del 2010 ha raggiunto 286 Comuni e oltre 2 milioni di abitanti serviti. La Società per azioni SMAT è di proprietà del comune per lo 0,0009%. Il comune ha aderito alla società con deliberazione del consiglio comunale N. 38 del 1 luglio 2002 mediante l approvazione dello statuto e l acquisto di n. 5 azioni iniziali. Il comune riceve, ogni anno una partecipazione agli utili di gestione. Risultato d esercizio , Fatturato Società SMAT s.p.a. di fatto, è lo strumento operativo dei comuni associati per assicurare l esercizio sovracomunale di funzioni istituzionali (servizio idrico integrato ) L amministrazione deve, per legge, mantenere la partecipazione, seppur minoritaria, nella società, trattandosi di società di diritto privato a totale capitale pubblico indispensabile al perseguimento delle proprie finalità istituzionali 9

10 3. Società ACSEL SPA Ragione Sociale ACSEL SpA Sede Legale Via delle Chiuse Sant Ambrogio di Torino Data di costituzione 2004 Oggetto sociale: La Società ha per oggetto l esercizio in proprio e/o per conto terzi, sia in Italia che all estero, sia in via diretta che attraverso Società partecipate e/o collegate, delle attività nel settore dei servizi pubblici locali e dei servizi ai comuni: gestione dei segmenti del ciclo idrico integrato anche su incarico del Soggetto Gestore del servizio idrico integrato come tale riconosciuto dall Autorità di Ambito Torinese, la gestione dei rifiuti di qualunque genere e natura, gestione progettazione e realizzazione servizi in genere a favore dei Comuni quali fra gli altri, la predisposizione e la gestione di archivi, la riscossione di tariffe canoni ed imposte, la gestione di banche dati, la gestione di canili. Durata della società: (costituzione Società , variazione sede legale in data ). Quota di partecipazione del Comune di Caprie: 2,15 % Consiglio di Amministrazione: nominato con deliberazione assembleare del e composto da: Presidente: dr Fabrizio Zandonatti Amministratore Delegato: dr Paolo Borbon Consigliere: ing. Giovanni Periale Risultato economico ultimo bilancio approvato: euro Spese per il personale bilancio 2012: euro ,00 Esercizio di riferimento (ultimo bilancio approvato): 2012 Numero Società controllate: 1 (Acsel Energia srl) Numero attività svolte: 4 (raccolta e trasporto rifiuti, depurazione e fognatura, canile sanitario rifugio, gestione discarica) attività principali Codici ATECO: raccolta rifiuti non pericolosi; raccolta e depurazione delle acque di scarico; gestione canile. 10

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