L IMU STA UCCIDENDO LE PICCOLE IMPRESE
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- Fausto Baldi
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1 ANALISI/STUDIO DELLA CNA L IMU STA UCCIDENDO LE PICCOLE IMPRESE L IMU sugli immobili strumentali delle imprese sta distruggendo la piccola impresa. Da un analisi effettuata dalla CNA, emerge che su un piccolo capannone industriale di valore catastale inferiore a 1 milioni di euro, l imposta comunale è arrivata a superare gli euro, segnando, quindi, un incremento medio di circa 5 mila euro a cui corrisponde un incremento percentuale superiore al 77%. Sullo stesso immobile, gli aumenti sono stati diversificati sui 21 capoluoghi di su cui è stata fatta l analisi. L incremento maggiore si registra a Milano con oltre euro di aumento (più 154,4%) mentre la crescita più bassa si registra a L Aquila con poco più di 2mila euro di incremento. Le cose non cambiano per un piccolo laboratorio artigiano di valore catastale di circa 270mila euro. In questo caso si è registrato un incremento medio di circa euro a cui anche qui corrisponde un più 101%. Passando all esame territoriale, il massimo incremento si registra ad Aosta con un più 166%, mentre il record di incremento in valore assoluto è di Torino con un più euro. Per gli uffici e i negozi è andata anche peggio. Un piccolissimo negozio di valore catastale di 56mila euro nel 2012 ha dovuto pagare mediamente 850 euro di IMU, segnando un più 480 euro, ossia un incremento medio del 132%. A livello territoriale, in questo caso si è registrato un più 207% ad Aosta; il record in valore assoluto è sempre di Torino con un più 630 euro circa. Si tratta di un autentico salasso per le imprese già duramente colpite da una pressione fiscale generare insostenibile. Nei periodi di crisi economica, i tributi che pesano maggiormente sull economia delle imprese sono proprio quelli che prescindono dalla produzione del reddito. Inoltre, occorre considerare che gli immobili strumentali delle imprese non rappresentano un accumulo di patrimonio, ma sono destinati alla produzione. E, in quanto tali, sono già sottoposti a imposizione attraverso la tassazione IRPEF od IRES del reddito d impresa o di lavoro autonomo che contribuiscono a generare. Senza poi considerare che l indeducibilità dell imposta comunale dal reddito d impresa fa pagare imposte anche se si è in perdita. La penalizzazione diventa ancora più evidente se si considera che il tributo comunale si applica anche agli immobili realizzati dalle imprese di costruzione in attesa di vendita. La CNA ritiene, pertanto, che gli immobili strumentali siano esclusi dalla tassazione IMU o che, quantomeno, le aliquote applicate siano allineate a quelle previste per le abitazioni principali.
2 Le tabelle dello studio CNA su l incremento IMU su immobili strumentali delle imprese e professionisti 1. La nascita dell imposizione sugli immobili in Italia: dall ISI all IMU passando per l ICI L imposizione fiscale sugli immobili in Italia nasce nel lontano 1992 con l ISI (Imposta straordinaria sugli Immobili), introdotta dal governo allora presieduto da Giuliano Amato, all epoca ritenuta necessaria per salvare l Italia dal baratro finanziario in cui stava inabissandosi. L anno seguente, ossia il 1993, è stata trasformata e introdotta a regime in ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Dal 2012 tale imposta è stata trasformata in IMU (Imposta Municipale Unica). Si tratta di una imposta di stampo federale in quanto gestita quasi interamente a livello comunale ed è finalizzata a coprire i costi indivisibili dei comuni: costi del personale comunale, della politica comunale, delle strade, dell illuminazione pubblica ecc. Nei vari passaggi il meccanismo di applicazione non è mai cambiato: si tratta sempre di un aliquota da applicare sul valore catastale del beni immobile; valore catastale e aliquota variano in ragione della tipologia di bene immobile, per categoria e utilizzo. Oltre alle misure di aliquota si registrano due impostanti passaggi nell evoluzione del tributo. Il primo nel 2008 quando fu abolita l imposta (ICI) sulla prima casa. Il secondo passaggio si è registrato nello scorso 2012 con la nascita dell IMU, nel quale si sono registrati diverse ed importanti innovazioni nella disciplina: 1. l imposta è stata estesa nuovamente alle prime case, sebbene con aliquota ridotta (aliquota base del 4 per mille con variazione +/- 2 per mille); 2. l aliquota base del 7,6 per mille su seconde case e immobili strumentali delle imprese è più alta dell aliquota media ICI del 2011, pari al 6,4 per mille. Inoltre i comuni hanno la facoltà di aumentarla ulteriormente o ridurla di 3 punti base, ossia la possibilità di arrivare al 10,6 per mille; 3. aumento non indifferente dei coefficienti moltiplicativi da applicare alle rendite catastali degli immobili, per definite il valore catastale su cui applicare l imposta. Il D.Lgs n. 206/2010, di attuazione della delega sul federalismo fiscale (legge n. 42/2009) prevede l avvio dei costi standard proprio nei comuni e nelle province anche al fine di assegnare delle responsabilità alle amministrazioni comunali nella gestione della cosa pubblica. Costi standard che, tuttavia, ancora non sono applicati, sebbene siano in via di definizione (vedi da ultimo il DPCM 21 dicembre 2012). In estrema sintesi, una volta definiti i costi standard, lo Stato riconoscerà ai comuni dei trasferimenti dal fondo perequativo, solamente se i comuni stessi con le proprie risorse, non riescono a finanziare le spese valutate a costo standard. In altre parole se il comune spreca risorse pubbliche la copertura dovrà essere chiesta ai cittadini del comune e non alla collettività.
3 2. Gli obiettivi dell analisi L approfondimento sugli effetti derivanti dall applicazione dell IMU sugli immobili strumentali delle imprese, più dettagliatamente illustrata nelle tavole che seguono, è stato portato a termine ipotizzando degli immobili strumentali all attività d impresa diversi per tipologie e dimensioni. Partendo da immobili realmente esistenti, quali: immobili industriali, laboratori artigiani, negozi, uffici, a valore catastale dato ai fini ICI, si è calcolata prima l ICI pagata nel 2011 nei comuni capoluogo di e poi l IMU realmente pagata nel 2012, con riferimento ai medesimi capoluoghi di. L obiettivo dell analisi è quello di mettere in evidenza l incremento di imposizione subito a seguito dell introduzione dell IMU. Pertanto, la distinzione della rendita catastale che potrebbero avere gli immobili nei diversi comuni capoluogo di considerati appare irrilevante ai fini di questa analisi. La variazione della rendita catastale, infatti, si renderebbe applicabile nella tessa misura sia con riferimento al 2011 che al Si tenga, inoltre, presente che l analisi, mettendo in risalto solamente il valore catastale e non anche i metri quadri dell immobile, può essere usata per valutare gli incrementi dell imposta dovuta in misura assoluta, con riferimento a tutti gli immobili che hanno quel dato valore catastale. Categoria Descrizione ICI IMU A10 Uffici e studi privati - Rientrano in questa categoria quelle unità immobiliari che per tipologia, dotazione di impianti e finiture sono destinate all'attività professionale. Rendita per 50 Rendita per 80 C1 Negozi e botteghe Rendita per 34 Rendita per 55 C3 Laboratori per arti e mestieri Rendita per 100 Rendita per 140 D1 Opifici Rendita per 50 Rendita per 60 D7 Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un'attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni Rendita per 50 Rendita per 60 Tav. 1 - Incrementi della base di commisurazione dell IMU Al contrario, ai fini dell analisi, sono stati presi in considerazione gli incrementi dei coefficienti moltiplicativi delle rendite catastali, prima applicati ai fini dell ICI, appresso esemplificati nella seguente tabella. Occorre, infatti, ricordare che l applicazione dell IMU ha segnato un aumento sia nelle aliquote d imposta applicate sia nella determinazione della base imponibile. Nella stessa tabella è riportata anche una descrizione sintetica delle tipologie di beni strumentali all esercizio dell attività d impresa, prese in esame nelle tabelle seguenti.
4 3. Analisi degli incrementi di imposta dovuta Nelle tabelle che seguono sono illustrati gli aumenti per tipologia particolare di beni strumentale afferente a un determinato valore catastale di partenza. Ossia Il valore catastale ipotizzato e presente nell intestazione di ogni tabella è quello di partenza, quello valido per l ICI fino al Per quel dato valore catastale di riferimento e tipologia di immobile si è calcolata l IMU effettivamente pagata nel 2012 e l ICI effettivamente pagata nel 2011 in ciascuno dei 21 capoluoghi di. Fatta la differenza si è calcolata, sempre con riferimento a ogni tipologia di bene immobile strumentale: 1) l IMU mediamente dovuta nel 2012 nei 21 capoluoghi di ; 2) l incremento medio di imposta dovuta nel 2012 rispetto al 2011; 3) l incremento percentuale di pressione fiscale subito su quel bene strumentale. Subito dopo sono riportati i valori particolari di incremento di imposta dovuta in misura assoluta e percentuale per ogni capoluogo di, in ordine decrescente di incremento percentuale. Rinviando alle tabelle appresso riportate per analizzare i valori di riferimento, appare importante sottolineare che le eventuali differenze tra ordine di incrementi in misura assoluta e in misura percentuale emergono dall aliquota ICI applicata nel E evidente, infatti, che se l incremento dell imposizione assoluta dipende da una aliquota ICI applicata molto bassa, rispetto all applicazione di una aliquota IMU nella media, l incremento in misura percentuale risulta più alto della misura assoluta di incremento, in relazione alle altre situazioni nelle quali l incremento dell imposizione è segnato dalla scelta del comune di un aliquota IMU di molto superiore a quella media piuttosto che da una aliquota ICI 2011 molto bassa. Da ultimo è importante sottolineare che la linea in rosa nelle varie tabelle, segna il comune dei 21 analizzati che si pone esattamente alla metà della serie in termini di incremento dell imposizione in misura assoluta, tecnicamente definito mediana.
5 Immobile industriale (D7) di valore catastale di IMU mediamente pagata (2012) ,05 Medio 4.991,21 77,18% (2012 su 2011) % Milano 7.619,64 154,40% Aosta 5.053,44 128,00% Torino 6.632,64 112,00% Cagliari 5.448,24 92,00% Campobasso 5.744,34 84,35% Potenza 5.645,64 Napoli 5.645,64 Roma 5.645,64 Genova 5.645,64 Bari 5.645,64 Palermo 5.645,64 Firenze 5.645,64 Perugia 5.645,64 Venezia 5.645,64 Bologna 4.757,34 71,94% Trieste 4.579,68 66,29% Catanzaro 4.461,24 64,57% Trento 3.351,85 56,60% Bolzano 3.079,44 52,00% Ancona 3.276,84 47,43% L'Aquila 2.092,44 Laboratorio artigiano (C3) di valore Catastale di ,3 IMU mediamente pagata (2012) 1.681,67 Medio 751,70 82,10% (2012 su 2011) % Roma 1.154,81 176,52% Milano 1.097,93 154,40% Aosta 728,16 128,00% Torino 955,71 112,00% Cagliari 785,05 92,00% Campobasso 827,71 84,35% Potenza 813,49 Napoli 813,49 Genova 813,49 Ancona 813,49 Bari 813,49 Palermo 813,49 Firenze 813,49 Perugia 813,49 Venezia 813,49 Bologna 685,49 71,94% Trieste 659,89 66,29% Catanzaro 642,83 64,57% Trento 482,97 56,60% Bolzano 443,72 52,00% L'Aquila 301,50
6 Ufficio (A10) di valore Catastale di ,15 IMU mediamente pagata (2012) 733,88 Medio 417,44 136,87% (2012 su 2011) % Milano 556,72 239,20% Aosta 379,83 204,00% Torino 510,17 182,67% Cagliari 435,69 156,00% Campobasso 468,27 145,80% Potenza 463,62 142,29% Napoli 463,62 142,29% Roma 463,62 142,29% Genova 463,62 142,29% Ancona 463,62 142,29% Bari 463,62 142,29% Palermo 463,62 142,29% Firenze 463,62 142,29% Perugia 463,62 142,29% Venezia 463,62 142,29% Bologna 403,11 129,25% Trieste 396,59 121,71% Catanzaro 389,14 119,43% Trento 303,87 108,80% Bolzano 286,74 102,67% L'Aquila 240,19 73,71% Opificio artigianale (D1) di valore Catastale di ,80 IMU mediamente pagata (2012) 6.724,86 Medio 2.934,28 77,41% (2012 su 2011) % Milano 4.466,05 154,40% Aosta 2.961,94 128,00% Torino 3.887,55 112,00% Cagliari 3.193,34 92,00% Campobasso 3.366,89 84,35% Potenza 3.309,04 Napoli 3.309,04 Roma 3.309,04 Ancona 3.309,04 Palermo 3.309,04 Firenze 3.309,04 Perugia 3.309,04 Venezia 3.309,04 Genova 2.961,94 73,14% Bologna 2.788,39 71,94% Trieste 2.684,26 66,29% Catanzaro 2.614,84 64,57% Trento 1.964,60 56,60% Bolzano 1.804,93 52,00% L'Aquila 1.226,43 Bari 1.226,43
7 Negozio (C1) di valore Catastale di ,80 IMU mediamente pagata (2012) 858,74 Medio 480,88 132,25% Maggiore IMU pagata (2012 su 2011) % Aosta 468,45 207,35% Torino 629,58 185,78% Milano 512,47 181,47% Roma 434,56 167,26% Cagliari 538,22 158,82% Campobasso 578,75 148,51% Potenza 573,10 144,96% Napoli 573,10 144,96% Bari 573,10 144,96% Palermo 573,10 144,96% Perugia 573,10 144,96% Venezia 573,10 144,96% Firenze 554,83 140,34% Bologna 480,41 126,95% Catanzaro 481,74 121,85% Genova 481,74 121,85% Trento 376,50 111,10% Bolzano 355,49 104,90% Ancona 390,38 98,74% Trieste 376,67 95,27% L'Aquila 299,01 75,63% Laboratorio artigiano (C3) di valore Catastale di ,05 IMU mediamente pagata (2012) 3.702,64 Medio 1.863,10 101,28% (2012 su 2011) % Aosta 1.897,23 166,00% Torino 2.525,83 147,33% Milano 2.051,52 143,60% Roma 1.725,79 131,30% Cagliari 2.125,81 124,00% Campobasso 2.268,67 115,07% Potenza 2.240,10 112,00% Napoli 2.240,10 112,00% Palermo 2.240,10 112,00% Perugia 2.240,10 112,00% Venezia 2.240,10 112,00% Firenze 2.160,10 108,00% Bologna 1.845,80 96,42% Catanzaro 1.840,08 92,00% Genova 1.840,08 92,00% Trento 1.417,78 82,70% Bolzano 1.325,77 77,33% Ancona 1.440,06 72,00% Trieste 1.380,06 69,00% L'Aquila 1.040,05 52,00% Bari 1.040,05 52,00%
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