Scuola di preghiera - Sesto incontro - 13 maggio 2013 Ricevi il sigillo dello Spirito (At 2,1-11)

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1 Scuola di preghiera - Sesto incontro - 13 maggio 2013 Ricevi il sigillo dello Spirito (At 2,1-11) Dagli atti degli apostoli (2, 1-11) Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'asia, della Frigia e della Panfilia, dell'egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Abbiamo dedicato un anno intero al sacramento della cresima. Stasera vogliamo guardare a Colui che è il protagonista non solo della nostra confermazione ma anche della nostra vita di cristiani oggi e del cammino della Chiesa dal giorno in cui Gesù è salito al cielo promettendoci che sarebbe sempre rimasto con noi. 1. Lo Spirito Il Dio con noi Non è facile parlare dello Spirito Santo; la Bibbia e la tradizione cristiana usano dei simboli: il fuoco, il vento, la colomba. La Parola di Dio ci dice che lo Spirito Santo è Dio stesso che noi adoriamo come Padre, Figlio e Spirito. Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Ecco il primo volto dello Spirito. Gesù continua a essere presente non più fisicamente ma attraverso lo Spirito. Un Dio nascosto, rispettoso, delicato, ma presente. 1

2 Se tu credi è anche perché lo Spirito ti dona di credere. Se sei capace di amare e perdonare è anche perché lo Spirito che te ne dà la forza. La tua fedeltà e la tua perseveranza nel bene sono sostenute dallo Spirito. La Chiesa che dopo 2000 anni, nonostante tutto, è viva e vitale è opera dello Spirito. Non siamo soli, Dio è con noi. 2. Lo Spirito Il consigliere interiore Lo Spirito poi agisce dentro di noi. E la nostra guida, il nostro consigliere interiore, è colui che istruisce la nostra coscienza credente, che ci accompagna nelle scelte e illumina le decisioni. E luce e guida nel discernimento, nelle scelte piccole e grandi. Il pensiero va a quelli di voi che quest anno hanno scelto di continuare la preghiera nel laboratorio dedicato al discernimento. Se sei qui stasera e hai superato qualche resistenza è anche perché un delicata voce interiore ti ha chiamato e spinto. Se hai saputo dire quel sì e quel no per essere coerente con la tua fede è perché dentro di te la voce dello Spirito ti ha consigliato. Quanta fatica oggi a compiere scelte giuste. Discernere è distinguere, è capacità di capire, giudicare, conoscere il bene e il male. Paolo in un testo bellissimo ci dice che l uomo spirituale giudica ogni cosa (1 Cor 2,16); il cristiano cioè sa leggere e giudicare i fatti alla luce del Vangelo. A insegnare questa difficile materia è lo Spirito santo. Lo Spirito ci dona il consiglio cioè la capacità di scegliere di fronte a diverse alternative. E fuoco che purifica ciò che non è vero, che svela ciò che è nascosto. Ci ricorda che la verità non è mai staccata dall amore. Il consiglio è un istinto interiore che il credente maturo ha dentro di sé per cui gli viene spontaneo giudicare i fatti e le cose alla luce del vangelo per cercare prima di tutto ciò che Dio vuole. 3. Lo Spirito Il dna cattolico La lunga e dettagliata elencazione di popoli fatta dall autore degli Atti sta a significare la presenza del mondo intero davanti alla 2

3 porta del cenacolo: sono ebrei venuti per la festa ebraica da tutti i luoghi della diaspora, dall Asia, dall Africa, da Roma; ci sono anche dei proseliti, ossia pagani vicini alla Legge di Mosè. Ebbene, mentre i discepoli di Gesù parlano, tutti li capiscono nella propria lingua: Li sentiamo annunciare ciascuno nelle nostre lingue le grandi cose che Dio ha fatto, dicono stupiti. Si potrebbe dire che questo è un altro miracolo della Pentecoste. Da quel giorno lo Spirito del Signore ha iniziato a superare limiti che sembravano invalicabili; sono quei limiti che legano pesantemente ogni uomo e ogni donna alla propria terra e cultura, alla famiglia, al piccolo contesto in cui si è nati e vissuti. Lo Spirito ci porta il dono delle lingue, la capacità di far incontrare i diversi, di unire le persone. E lo Spirito che fa la chiesa universale, cattolica. E lo Spirito che ci ha regalato un Papa che viene dalla fine del mondo ma che sentiamo uno di noi. Questo volto dello Spirito è particolarmente provocante e attuale oggi. Nella chiesa come nella società ci sono bambini e adulti, uomini e donne, mariti e mogli, genitori e figli, lavoratori e imprenditori, preti, laici e religiosi, studenti e insegnati Quanta fatica a capirci, a incontrarci, a entrare nel mondo dell altro; quanti conflitti, quanti silenzi, quanta solitudine. Se allarghiamo lo sguardo a questa nostra umanità vediamo lotte, divisioni, ingiustizie quanto abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste, per poterci incontrare come persone, come figli di Dio, come fratelli. Quanto abbiamo bisogno di capire la lingua dell altro. Lo Spirito ci aiuta a incontrarci non azzerando la nostra lingua, la nostra diversità, ma permette che pur con lingue diverse ci possiamo capire. Lo ricorda anche Paolo: vi sono diversità di carismi e ministeri, ma uno solo è lo Spirito. Come un corpo ha molte membra, così noi pur essendo diversi possiamo essere uno. Il sogno di Dio è che tutti gli uomini formino una vera famiglia umana; lo Spirito attraverso di noi è il regista dei sogni di Dio. 3

4 4. Lo Spirito Il coraggio di essere cristiani Quella prima e piccola comunità aveva bisogno della Pentecoste, ossia di un evento che sconvolgesse profondamente il cuore di ciascuno. Una forte energia li avvolse e una specie di fuoco li divorava nel profondo. La paura crollò e cedette il passo al coraggio. Era la prima Pentecoste. La Chiesa iniziava il suo cammino nella storia degli uomini. Il terremoto interiore che aveva cambiato il cuore e la vita dei discepoli non poteva non avere riflessi anche al di fuori del cenacolo. Quella porta tenuta sbarrata per cinquanta giorni per paura dei giudei finalmente viene spalancata e i discepoli, non più piegati su se stessi, non più concentrati sulla loro vita, iniziano a parlare alla numerosa folla sopraggiunta. Un altro miracolo dello Spirito è liberare dalla paura, dare la forza di uscire senza temere per la propria vita. Lo Spirito è forza e coraggio che ci permette di essere oggi testimoni del Risorto. Potremo dire che è il volto laico di Dio che ci fa diventare sale e lievito della storia. Il testimone che ci fa essere testimoni della nostra fede. E voce e silenzio, attesa, pazienza e decisione. Lo Spirito accompagna la Chiesa ad essere nel mondo colei che serve, è il Dio col grembiule che si china a lavare i piedi dell umanità. E anche la forza di non sedersi, di riprendere sempre il cammino, di rialzarsi quando cadiamo. David Turoldo ha scritto che lo Spirito è il vento che non lascia dormire la polvere. E la giovinezza della Chiesa e anche la nostra giovinezza spirituale. 5. Lo Spirito Il volto materno di Dio Lo Spirito è Dio che si fa prossimo verso di noi e ci permette di esserlo verso gli altri. Il Dio che asciuga le nostre lacrime e che moltiplica la gioia. Spirito. Fuoco che riscalda il cuore, riparo, riposo, conforto. E il volto materno di Dio. E la mano che ti tiene e ti scalda finché tu non sei in grado di riprendere a volare. 4

5 Il cristiano non è uno che gode di un assicurazione contro gli imprevisti della vita, ma come tutti soffre, si ammala e fa i conti con tante situazioni dolorose e incomprensibili. Il cristiano è colui che, grazie alla consolazione dello Spirito, è capace di dire beati i poveri, gli afflitti, i perseguitati. E colui che sa che il venerdì santo è solo la vigilia della pasqua e per questo ha la forza di rialzarsi sempre in piedi. 6. Lo Spirito La nostalgia di Dio Lo Spirito ci dona il Timor di Dio, come capacità agire solo per piacere a Dio. Il timore di Dio non è la paura di Dio ma il riconoscersi creature amate ma sempre creature. E l umiltà di non usare Dio per secondi fini né di farcelo a nostra misura. E la medicina che cura il nostro narcisismo che ci porta sempre a dire: io penso, io voglio, mi piace e non mi piace. Quando ti dispiace di esserti allontanato dal Signore, quando riconosci il tuo peccato è lo Spirito che ti illumina. Quando smetti di pregare o fai fatica è lo Spirito che ti fa gridare Abbà Padre. Nemmeno sapremmo pregare se lo Spirito non pregasse in noi con gemiti inesprimibili. Lo Spirito sostiene la tua ricerca della verità. Noi sappiamo che Gesù è la verità, la via, la vita. Ma non abbiamo mai capito tutto di Gesù. Lo Spirito ci dona l intelletto per capire e il cuore per amarlo e cercarlo sempre. Un dono necessario per noi Lo Spirito lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, il sacramento delle sementi. Lo abbiamo ricevuto nella Cresima, il sacramento dei primi frutti come abbiamo detto la volta scorsa. Lo ricevono gli sposi nel giorno del Matrimonio. L abbiamo ricevuto nel momento della consacrazione religiosa. Lo riceviamo ogni volta che preghiamo: Chiedete e il padre vi darà lo Spirito ; abbiamo la certezza che la nostra preghiera viene ascoltata, anche se spesso non come vorremmo noi. 5

6 Lo Spirito lo riconosciamo dagli effetti. Il peccato che possiamo fare: negare che Dio agisca, farci accecare dalla presenza del negativo. La preghiera che facciamo stasera è riconoscere la sua presenza delicata e discreta ma anche forte ed efficace. In questo mese di maggio, quando in tutte le nostre parrocchie si prega Maria anche noi guardiamo a lei che ha concepito per opera dello Spirito; che ha vissuto accanto a quel Figlio che per nove mesi ha custodito dentro di sé. A lei che ha conservato nel cuore quello che non capiva e lo ha seguito fin sotto la croce. Lo Spirito ha asciugato le lacrime della madre, lo Spirito le ha dato la forza di stare in piedi sotto la croce. Lo Spirito l ha educata ad essere figlia del suo figlio e discepola del suo Signore. 6