VIGONZA piano guida per il Programma Complesso n. 3

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1 VIGONZA piano guida per il Programma Complesso n. 3 rev..1 giugno 14 antonio buggin

2 INDICE Premessa PARTE PRIMA INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMBIENTALE 1. Inquadramento dell area. Lo stato dell ambiente.1 Clima. Aria.3 Acqua.1.1 Indicatori di stato e relazione con l area di studio Temperatura.1.1. Precipitazioni Umidità relativa Direzione e velocità del vento Radiazione solare..1 I riferimenti normativi per la valutazione della qualità dell aria.. Rete di monitoraggio..3 Indicatori di stato e relazione con l area di studio..4 La qualità dell aria..4.1 Biossido di zolfo..4. Monossido di carbonio..4.3 Ozono..4.4 Biossido di azoto..4.5 Polveri sottili..4.6 Idrocarburi policiclici aromatici..4.7 Concentrazioni di Pb, As, Cd, Ni, Hg nel PM 1..5 Analisi delle tendenze nel periodo Ozono..5. Biossido di azoto..5.3 Polveri sottili..5.4 Idrocarburi policiclici aromatici.3.1 Riferimenti normativi.3. Indicatori di stato e relazione con l area di studio.3.3 Acque superficiali Il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori.3.3. LIMeco Stato ecologico.3.4 Acque sotterranee Stato Quantitativo.3.4. Stato chimico puntuale Concentrazione di nitrati.3.5 Acque potabili Qualità delle risorse idriche.3.5. Concentrazione di nitrati.3.6 Acque reflue urbane.4 Suolo e Sottosuolo.4.1 Caratteri generali del territorio Assetto geomorfologico, geologico, stratigrafico ed idrogeologico locale.4. Nuove verifiche eseguite nell Area PC Risultati delle nuove verifiche eseguite nell Area PC3.4.3 Caratteristiche geotecniche e sismiche di massima dell Area.4.4 Compatibilità geomorfologica, geologica ed idrogeologica delle urbanizzazioni delle Aree PC3.4.5 Indicatori di stato e relazione con l area di studio.5 Biodiversità.5.1 I siti della Rete Natura.5. Indicatori di stato e relazione con l area di studio.5..1 La Rete Ecologica.6 Paesaggio.6.1 Il paesaggio della pianura.6. Indicatori di stato e relazione con l area di studio.6..1 Aree tutelate.6.. I beni storicoculturali.7 Agenti fisici.7.1 Indicatori di stato e relazione con l area di studio Aree a rischio Radon.7.1. Elettrodotti Impianti fissi per telecomunicazioni Livello di Criticità Acustica Piano di Classificazione Acustica Comunale Piano Comunale dell Illuminazione Pubblica PARTE SECONDA PROPOSTA PER LE FUNZIONI E GLI USI DELL AREA 3. L assetto del territorio 3.1 La viabilità interna 3. Le funzioni pubbliche 3.3 Le proprietà interessate 3.4 Le aree di ricaduta dei crediti edilizi 3.5 I dati del PC3 3.6 Normativa 1

3 Premessa L'Amministrazione ha inteso predisporre il Piano Guida dell area PC3, previsto dal Piano di Assetto del Territorio, al fine di organizzare e coordinare le possibili trasformazioni, che verranno attuate successivamente, mediante Accordi PubblicoPrivato, varianti al Piano degli Interventi e Piani Attuativi. Il Piano Guida non cambia la destinazione urbanistica dell'area, ma detta schemi planimetrici, volumetrici e organizzativi al fine del coordinamento dei successivi PI/PUA. controindicazioni. Il Piano Guida sarà poi illustrato in Consiglio Comunale per una presa d'atto della volontà della Amministrazione e successivamente raccolti suggerimenti e contributi per definire meglio la proposta progettuale. La presentazione da parte di privati od aziende, di effettive manifestazioni di interesse, permetteranno la sottoscrizione di Accordi e la successiva presentazione di PI tematici. I PI dovranno essere adottati ed approvati in Consiglio Comunale. Le aree saranno poi attuate con PUA, i cui ambiti sono stati preventivamente definiti appunto dai PI, che dovranno comunque rispondere agli obiettivi, direttive e prescrizioni dettate dal Piano Guida. Il Piano Guida non è tra gli strumenti previsti dall'articolo 19 della L.R. 11/4 per l'attuazione della pianificazione urbanistica; esso riveste comunque un importante valore teorico ed operativo nel processo di coordinamento delle trasformazioni delle aree più complesse e significative del sistema urbano: quello di affrontare con anticipo il tema della forma dei luoghi come elemento prevalente sul complesso delle norme e delle indicazioni di PI e PUA necessariamente ancora prive di una forma. Il Piano Guida viene costruito sulle condizioni reali dell'area e sulla conoscenza del suo grado di trasformabilità, misurato sulle aspettative di crescita e di sviluppo programmato in un ambito più vasto, attento alle condizioni morfologiche di un contesto già segnato dai sistemi infrastrutturali e dalle reti tecnologiche e prossimo alle aree urbane del tessuto urbano consolidato. Il Piano Guida costituisce non solo il passaggio logico e necessario per la verifica degli obbiettivi di sviluppo, ma anche la possibilità di valutare gli aspetti morfologici e funzionali che quegli obbiettivi comportano e le trasformazioni ambientali da queste determinate. Il Piano Guida è per sua natura un piano sul quale si definiscono alcune scelte generali che non si presentano sotto forma di zoning, ma che riguardano piuttosto i caratteri principali di una struttura non ancora formata di raggiungere i livelli di complessità funzionale prefigurate per le singole zone. Il Piano Guida si compone di tutti gli elementi ritenuti funzionali ad una attenta lettura del territorio ed alla determinazione dei scenari futuri. Prefigura ambienti complessi secondo le funzioni ammesse nell'area ed organizza la sistemazione delle infrastrutture a rete in modo da ottenere una trasformazione organica programmata. A sua volta è uno strumento flessibile che può essere aggiornato e corretto secondo nuovi indirizzi ed obbiettivi senza dover affrontare varianti strutturali. Gli scenari prefigurati dal Piano Guida vengono presentati prima ai proprietari, poi in incontri pubblici ai cittadini agli enti ed associazioni economiche in modo da attivare la fase della consultazione per conoscere attrattive e

4 PARTE PRIMA INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMBIENTALE 1. Inquadramento dell area L area oggetto di studio, identificata dal PAT come Piano Complesso PC3, è localizzata a sudovest del centro abitato di Vigonza, in località Peraga. È compresa tra il fiume Tergola a nordest, a ovest da via Arrigoni e a sudest è chiusa dalla SS515, tranne una piccola porzione di quest area, che è localizzata sud della SS515, in adiacenza a via Consorti. Area di forma irregolare, ha un estensione massima da est a ovest di circa 81 metri e un estensione massima da nord a sud di circa 1 metri, per un area complessiva di 1 ettari. Fig. 1. Inquadramento territoriale dell Area PC3. (Fonte: Fig.. Estratto della carta I.G.M. scala1:5. con individuazione dell Area PC3. 3

5 . Fig. 3. Estratto del Piano degli Interventi riguardante l area PC3 Peraga di Vigonza Fig. 4. Confronto tra i due perimetri dell area PC3 su foto aerea. Rispetto all area del PC3 indicata nel PAT, si è ritenuto utile ampliare il perimetro inglobando anche il parco pubblico comunale di Villa Bettanini, al fine di avere un inquadramento appropriato a disegnare le funzioni dell area. Nell immagine seguente sono indicati i due perimetri: in colore giallo quello del PAT e in colore rosso quello ampliato, che verrà usato per lo studio del presente Piano Guida. 4

6 Fig. 5. Perimetrazione dell area PC3 su foto aerea. 5

7 . LO STATO DELL AMBIENTE Le informazioni di sintesi, sono state ottenute dall interpolazione dei dati pluviometrici e la stima successiva in m3 di precipitazione caduti su superfici di 1 km aggregate per bacino idrografico e per l intero territorio regionale e infine ritrasformato il dato da m3 a mm..1 Clima Umidità relativa: l umidità è la misura della quantità di vapore acqueo presente nell atmosfera o in generale in una massa d aria. L umidità relativa indica il rapporto percentuale tra la quantità di vapore contenuto da una massa d aria e la quantità massima (cioè a saturazione) che il volume d aria può contenere nelle stesse condizioni di temperatura e pressione. Si sceglie come riferimento il valore minimo giornaliero di umidità, il quale si osserva nelle ore più calde della giornata, in quanto il valore massimo di umidità assume sempre valori elevati. Il clima del Veneto pur rientrando nella fascia geografica del clima mediterraneo presenta caratteristiche di tipo continentale, dovute principalmente alla posizione climatica di transizione e quindi sottoposto a influenze continentali centroeuropee e all azione mitigatrice del mare Adriatico e della catena delle Alpi. Nel Veneto si distinguono due regioni climatiche: la zona alpina con clima montano di tipo centroeuropeo e la Pianura Padana con clima continentale, nella quale si distinguono altre due subregioni climatiche a carattere più mite, la zona gardesana e la fascia adriatica. Il comune di Vigonza appartiene territorialmente, alla zona di pianura. Nell area della pianura prevale un notevole grado di continentalità, con inverni rigidi ed estati calde; il dato più caratteristico è l elevata umidità, specialmente sui terreni irrigui, che rende afosa l estate e può dar origine a nebbie frequenti e fitte durante l inverno. Le precipitazioni sono distribuite abbastanza uniformemente durante l anno, ad eccezione dell inverno che è la stagione più secca. Nelle stagioni intermedie prevalgono le perturbazioni atlantiche, mentre in estate vi sono frequenti temporali e spesso grandinigeni. In inverno prevale una situazione di inversione termica, accentuata dalla ventosità limitata con accumulo di aria fredda in prossimità del suolo che favorisce l accumulo dell umidità che dà luogo alle nebbie. Nel corso dell anno il numero medio di giorni con precipitazione nevosa è molto limitato e generalmente inferiore a due..1.1 Indicatori di stato e relazione con l area di studio Direzione e velocità del vento: i dati della direzione sono di provenienza del vento, il settore è ampio,5 gradi con asse nella direzione indicata, i calcoli sono effettuati con i dati ogni 1 minuti della direzione, a 1 metri da terra. La velocità del valore mensile è il valore medio del mese, il valore medio annuale è il valore medio dei valori mensili dell anno. Radiazione solare: la radiazione solare è l energia radiante emessa dal Sole di cui una parte, per convenzione chiamata costante solare, perviene in prossimità dell atmosfera terrestre e circa un quarto ne raggiunge la superficie. Comprende la radiazione solare diretta, e la radiazione solare indiretta, che è la parte di radiazione diffusa dall atmosfera e che raggiunge la superficie terrestre dopo essere stata deviata dalle particelle atmosferiche. È un parametro utilizzato nei modelli climatici: la radiazione solare influisce direttamente sulla temperatura dell'aria e del terreno e sul processo di evapotraspirazione, e indirettamente sul valore dell'umidità atmosferica, sul movimento delle masse d aria e sulle precipitazioni. Nella presente relazione sono stati utilizzati i dati climatici riguardanti le Stazioni prossime al comune di Vigonza, le cui specifiche sono indicate nella tabella che segue. Per descrivere in modo sintetico lo stato del clima sono stati utilizzati i seguenti indicatori: Temperatura: la temperatura media di riferimento, determinata dalla media calcolata sui dati delle stazioni ARPAV su tutto il territorio regionale, fornisce il valore medio annuo assunto da ogni singola variabile in un dato anno, in una data area. I dati di temperatura sono, per ciascuna stazione disponibile, le minime, medie e massime giornaliere, espresse in gradi centigradi, calcolate dai dati rilevati automaticamente ogni 15 minuti. Precipitazione annua: i dati di precipitazione annuale sono la somma, espressa in millimetri, delle rilevazioni della pioggia caduta o dell equivalente in acqua della neve caduta, effettuate dai pluviometri nel corso dell anno. Nella regione Veneto sono localizzati 16 pluviometri automatici in telemisura che acquisiscono un dato di precipitazione ogni 5 minuti. Stazione Quota m s.l.m. Gauss X Gauss Y Campodarsego Orto Botanico di Padova Legnaro Mira Distanza indicativa in km della stazione dal centroide del Comune di riferimento Tab. 1. Specifiche delle stazioni meteorologiche prossime al comune di Vigonza. (Fonte: 6

8 Temperatura I valori delle temperature medie estive variano da C a 3,8 C, con una media massima di 34 C (agosto 3). Le temperature medie annue variano da 1 C a 14 C. Le minime annue sono comprese tra 7 e 9 C (Tabella ) e quelle massime tra 18 e C (Tabella 4). In estate le temperature minime oscillano circa tra 15 e 17 C; le massime che sono comprese tra 8 e 3 C. Nel periodo invernale le temperature medie variano da circa,7 C (gennaio) a 8,7 C nel mese di marzo, con una media minima di 3,8 C raggiunta nel mese di gennaio e di 3,6 C nel mese di dicembre 1. Per quanto riguarda le medie mensili si osserva che i mesi a temperatura più mite sono quelli di aprile e ottobre. I mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre, con temperatura media mensile superiore a quella annua, sono da considerarsi mesi caldi; mentre novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo avendo una temperatura media inferiore a quella annuale, sono considerati freddi. Stazione Campodarsego Temperatura aria a m ( C) media delle medie Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 Stazione Campodarsego Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio annuale Temperatura aria a m ( C) media delle minime Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio annuale Medio mensile Medio mensile Tab. 3. Temperatura: media delle medie. (Fonte: Tab.. Temperatura: media delle minime. (Fonte: 7

9 Stazione Campodarsego Temperatura aria a m ( C) media delle massime Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio mensile Tab. 4. Temperatura: media delle massime. (Fonte: Medio annuale 8

10 I temporali estivi sono in prevalenza di tipo termoconvettivo dovuti al cedimento dell alta pressione e alle infiltrazioni di aria più fresca provenienti dal nord atlantico Precipitazioni L andamento annuale medio delle precipitazioni presenta quantitativi compresi tra circa mm 6 e mm 15. Stazione Campodarsego Stazione Campodarsego Precipitazione (giorni piovosi) Precipitazione (mm) somma Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma annuale Medio mensile Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma annuale L umidità relativa minima dell aria media annuale è compresa tra 45 e 59%, con il valore minimo di 3% nel mese di maggio Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre Medio mensile Tab. 5. Somma precipitazioni in mm. (Fonte: Per quanto riguarda la precipitazione media stagionale, il regime pluviometrico dipende da due principali fattori: il primo riguarda le perturbazioni provenienti dall Atlantico in primavera e autunno, il secondo si riferisce ai temporali estivi di origine termoconvettiva. Più rare sono le piogge invernali associate ai venti sciroccali o all incontro tra masse d aria fredda polare o artica e l aria più calda e umida stagnante localmente sul mediterraneo. Tab. 6. Numero dei giorni piovosi. Media dei valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 (Fonte: Umidità relativa Stazione Campodarsego Umidità relativa a m (%) media delle minime Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio annuale Medio mensile Tab. 7. Umidità relativa minima. Media dei valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 (Fonte: Direzione e velocità del vento La direzione del vento prevalente è nordorientale, con venti provenienti dall Adriatico che apportano piogge abbondanti. La velocità media del vento varia da,1 m/s, alla velocità minima di 1,4 m/s. Il mese più ventoso è aprile. Stazione Legnaro Direzione vento prevalente a 1m (SETTORE) 9

11 In Tabella 1 sono riportati i valori di radiazione solare, espressi in mega joule al metro quadrato (MJ/m), rilevati dalla stazione di Campodarsego tra il 1 gennaio 5 e il 31 dicembre 1. Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio annuale 1 >> >> >> >> >> >> >> >> N N N N N N NE NE NE ESE Stazione Campodarsego 3 ESE NE ESE NE 4 N NE NE NE ESE NE NE N Radiazione solare globale (MJ/m) Valori dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1 5 NE Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma annuale 6 S NE NO N SSO NE ESE N N NE NE ESE NE NE NE N SSO N 1 N NE SO N NE N ENE N N NE NO N ENE S E N N NO Medio mensile NE Tab. 8 Direzione del vento prevalente. Velocità vento 1m media aritm. (m/s) media delle medie Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio annuale >> >> >> >> >> >> >> >> Medio mensile Medio mensile Tab. 1. Radiazione solare globale. (Fonte: Per quanto riguarda gli indicatori significativi per l area di studio si ritiene che l attività che ne deriva influisca in modo marginalmente sul clima. Pertanto non si reputa necessario definire indicatori di piano conseguenti all attività riguardante l area. Tab. 9. Velocità media del vento. Valori dal 1 settembre 1 al 31 dicembre 1. (Fonte: Radiazione solare 1

12 . Aria L aria atmosferica è composta prevalentemente da azoto (78%), ossigeno (3%), anidride carbonica (,3%) e altri gas (costituenti secondari); sono presenti inoltre sostanze in concentrazione variabile secondo le zone e il mutare delle condizioni meteorologiche, compresi molti altri composti derivanti dall attività antropica (inquinanti di varia natura). L inquinamento atmosferico è definito dalla normativa italiana come ogni modificazione dell aria atmosferica, dovuta all introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell ambiente.1 Le cause principali dell inquinamento dell aria sono riconducibili alle emissioni in atmosfera di sostanze, derivanti da diverse fonti di origine antropica (trasporto stradale, processi industriali e per la produzione energetica, impianti per il riscaldamento, uso di solventi, smaltimento e trattamento dei rifiuti); talvolta le condizioni meteorologiche possono influenzare negativamente le concentrazioni degli inquinanti, come nel caso di periodi di siccità o in condizioni di calma di vento. Inquinante SO PM1 Parametro statistico Valore limite Massima concentrazione media oraria (da non superare più di 4 volte per anno) 35 µg/m3 Soglia di allarme Media 3 ore consecutive 5 µg/m3 Concentrazione media giornaliera (da non superare più di 3 volte per anno) 15 µg/m3 Valore limite per la protezione degli ecosistemi Concentrazione media annua e Media invernale µg/m3 Valore limite per la protezione della salute Massima concentrazione media oraria (da non superare più di 35 volte per anno) 5 µg/m3 Concentrazione media annua 4 µg/m3 Media annuale 5 µg/m3 (dal 15) Massima concentrazione media oraria (da non superare più di 18 volte per anno) µg/m3 Soglia di allarme Media 3 ore consecutive 4 µg/m3 Concentrazione media annua 4 µg/m3 Valore limite per la protezione della salute umana PM,5 Valore obiettivo per la protezione della salute umana NO Valore limite per la protezione della salute umana NOx Valore limite per la protezione degli ecosistemi Concentrazione media annua 3 µg/m3 CO Valore limite per la protezione della salute umana Media massima giornaliera su 8 ore consecutive 1 mg/m3 C6H6 Valore limite per la protezione della salute umana Concentrazione media annua 5, µg/m3 BaP Valore obiettivo Concentrazione media annua 1, ng/m3 Pb Valore limite per la protezione della salute umana Concentrazione media annua,5 µg/m3 Soglia d informazione Media di 1 ora 18 µg/m3 Soglia di allarme Media di 1 ora 4 µg/m3 Obiettivo a lungo termine Massimo giornaliero della media mobile di 8 ore 1 µg/m3 Valore bersaglio Media massima di 8 ore nell arco di 4 ore da non superare più di 5 volte l anno come media su 3 anni Valore bersaglio AOT4 calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio e luglio 18. µg/m3/h come media su 5 Obiettivo a lungo termine AOT4 calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio e luglio 6 µg/m3/h..1 I riferimenti normativi per la valutazione della qualità dell aria La normativa di riferimento è costituita dal D.Lgs. 155/1, in attuazione della Direttiva 8/5/CE relativa alla Qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa. Tale Decreto, entrato in vigore il 3 settembre 1 in sostituzione della normativa precedente (Legge Quadro D.Lgs. 351/99, DM 6/, D.Lgs. 183/4, D.Lgs. 15/7, DM 61/), regolamenta i livelli in ariaambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, monossido di carbonio, particolato (PM1 e PM,5), benzene, ozono e le concentrazioni di metalli (piombo, cadmio, nichel, arsenico) e BaP nel particolato. Il D.Lgs.155/1 è stato integrato e aggiornato dal Decreto Legislativo n. 5/1. Tipo di limite Protezione per la salute umana O3 In Tabella 11 si riporta l elenco dei valori limite in vigore, suddivisi per inquinante. Protezione della vegetazione 1 µg/m3 anni Ni Valore obiettivo Media Annuale ng/m3 As Valore obiettivo Media Annuale 6, ng/m3 Cd Valore obiettivo Media Annuale 5, ng/m3 Tab. 11 Valori limite per la protezione della salute umana, degli ecosistemi, della vegetazione e valori obiettivo secondo il D.Lgs. 155/1. 1 D.L. 3 aprile 6 n. 15 Parte V Norme in materia di tutela dell aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera. 11

13 .. Rete di monitoraggio La qualità dell aria è costantemente monitorata attraverso la rete regionale di centraline istallate su tutto il territorio da ARPAV. Per la valutazione della qualità dell aria nel comune di Vigonza sono stati utilizzati i dati del monitoraggio effettuato da ARPAV in via A. Moro, dal 5//11 al 5/3/11 e dal 15/9/11 al 4/1/11, per un totale di 69 giorni di monitoraggio. Considerando che il monitoraggio con stazione mobile e/o campionatori passivi non garantisce tutte le condizioni di rappresentatività spaziale (ubicazione rispetto alle principali fonti di pressione) e temporale (numero di campioni raccolti) previste dalla normativa vigente per le stazioni di tipo fisso, la verifica del rispetto dei limiti, in particolare quelli a lungo termine, per i dati raccolti nel comune di Vigonza deve essere considerata con valore indicativo. È evidente che il giudizio riferito ai valori limite a lungo termine è di tipo presuntivo perché può essere confermato solo dall analisi dei dati rilevati con un monitoraggio in continuo di durata almeno annuale. Inoltre le conclusioni presentate sono riferite esclusivamente al punto di monitoraggio con la stazione mobile e quindi solo parzialmente allo stato di qualità dell aria presente in tutto il comune di Vigonza (la cui valutazione complessiva richiede un analisi molto più approfondita), soprattutto per quanto riguarda gli inquinanti primari che evidenziano una forte localizzazione quali, ad esempio, il benzene e/o il monossido di carbonio mentre, per gli inquinanti secondari ad ampia diffusione quali, ad esempio, il PM1 e i correlati IPA, la valutazione riferita ad uno specifico punto di monitoraggio rappresenta un buon indicatore dello stato generale di qualità dell aria presente nel comune considerato. Mancando i dati storici di Vigonza e con lo scopo di proporre un confronto con una realtà urbana costantemente monitorata, i dati di qualità dell aria del monitoraggio con l unità mobile sono stati comparati con quelli rilevati nei medesimi periodi nell area urbana di Padova dalle stazioni fisse di Arcella e Mandria...3 Indicatori di stato e relazione con l area di studio Gli indicatori utilizzati per descrivere lo stato della componente Aria sono i seguenti: Biossido di zolfo: normalmente gli ossidi di zolfo presenti in atmosfera sono l anidride solforosa (SO) e l anidride solforica (SO3), indicati anche con il simbolo SOx. Il biossido di zolfo o anidride solforosa, è un gas incolore, irritante, non infiammabile e dall odore pungente, la cui presenza in atmosfera deriva dall ossidazione dello zolfo nel corso dei processi di combustione di prodotti organici di origine fossile, quali carbone, petrolio e i suoi derivati. Dall ossidazione dell anidride solforosa si origina l anidride solforica o triossido di zolfo che reagendo con l acqua, sia liquida sia allo stato di vapore, origina l acido solforico, responsabile in gran parte del fenomeno delle piogge acide. Ossido di carbonio: l ossido di carbonio (CO) o monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, infiammabile, e molto tossico. Si forma durante le combustioni delle sostanze organiche, quando sono incomplete per difetto di aria (cioè per mancanza di ossigeno). La quantità emessa dipende dal rapporto ariacombustibile nella camera di combustione, dalle caratteristiche tecniche e dallo stato di usura del motore, dai sistemi di controllo delle emissioni e dalle condizioni di marcia del veicolo. Il monossido di carbonio è molto diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell inquinamento prodotto dagli scarichi degli autoveicoli. Ozono: l ozono è un gas tossico di colore bluastro, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno (O3); queste molecole si scindono facilmente liberando ossigeno molecolare (O) e un atomo di ossigeno estremamente reattivo. Per queste sue caratteristiche l ozono è un energico ossidante in grado di demolire sia materiali organici sia inorganici. L ozono è presente per più del 9% nella stratosfera, dove è prodotto dall ossigeno molecolare per azione dei raggi ultravioletti. In stratosfera costituisce una fascia protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. L ozono stratosferico si concentra in una particolare fascia detta ozonosfera posta fra i e i 3 Km di altezza. Nella troposfera in genere è presente a basse concentrazioni e rappresenta un inquinante secondario particolarmente insidioso. È prodotto nel corso di varie reazioni fotochimiche dagli inquinanti precursori prodotti dai processi di combustione (NOx, idrocarburi, aldeidi). Nella troposfera la sorgente principale di ozono è data dal biossido di azoto che in presenza della luce solare dà origine per fotolisi all ossigeno atomico (che produce l ozono reagendo con l ossigeno molecolare). Una notevole quantità di ozono viene anche prodotta nel corso delle ossidazioni degli idrocarburi presenti nell aria. La produzione di ozono da parte dell uomo è, quindi, indiretta. Biossido di azoto: gli ossidi di azoto (NOx) più rappresentativi dal punto di vista dell inquinamento atmosferico sono il monossido di azoto (NO) e il biossido di azoto (NO), un gas dal colore rossobruno caratterizzato ad alte concentrazioni da un odore pungente e soffocante. La loro presenza in atmosfera è dovuta ai processi di combustione le cui sorgenti sono costituite dal settore dei trasporti (soprattutto motori diesel), dalle centrali termoelettriche e dal riscaldamento domestico. Gli ossidi di azoto contribuiscono alla formazione delle piogge acide, all accumulo di nitrati nel terreno e nelle acque e alla formazione dello smog fotochimico, una particolare condizione di inquinamento atmosferico prodotto da un sistema di reazioni fotochimiche indotte dai raggi UV con conseguente formazione di inquinanti secondari quali l ozono, perossiacetil nitrato (PAN), perossibenzoil nitrato (PBN), aldeidi e particelle carboniose che entrano nella composizione delle polveri fini. Polveri sottili: con il termine PTS (Particolato Totale Sospeso) o PM (Particulate Matter) si identificano tutte le particelle solide o liquide che restano in sospensione nell aria. Il particolato è costituito da un insieme eterogeneo di sostanze la cui origine può essere primaria (emesse come tali da processi di combustione e industriali) o derivata, originate da una serie di reazioni chimicofisiche ma anche da processi naturali, quali l erosione dei suoli e le eruzioni vulcaniche. Una caratterizzazione esauriente del particolato sospeso si basa oltre che sulla misura della concentrazione e l identificazione delle specie chimiche coinvolte, anche sulla valutazione della dimensione media delle particelle. 1

14 Quelle di dimensioni inferiori a 1 micron hanno un tempo medio di vita (permanenza in aria) che varia da pochi giorni fino a diverse settimane e possono essere veicolate dalle correnti atmosferiche anche per lunghe distanze. La dimensione media delle particelle determina il grado di penetrazione nell apparato respiratorio e la conseguente pericolosità per la salute umana. Con il termine PM1 si indica la frazione di particolato con diametro aerodinamico inferiore a 1 micron e con il termine PM,5 le polveri con diametro inferiore a,5 micron. Le polveri sottili (PM1 e PM,5) costituiscono la frazione più dannosa per l uomo perché non è trattenuta dalle vie aeree superiori e può penetrare fino agli alveoli polmonari. IPA: gli idrocarburi policiclici aromatici, noti anche con l acronimo IPA, comprendono una classe numerosa di composti organici tutti caratterizzati strutturalmente dalla presenza di due o più anelli benzenici condensati fra loro, in un unica struttura piana, attraverso coppie di atomi di carbonio condivisi fra anelli adiacenti. Sono conosciuti più di cento IPA, diversi ne sono stati classificati dall International Agency for Research on Cancer (IARC 1987) come probabili cancerogeni, tra i quali: l acenaftene, l acenaftilene, l antracene, il benzo(a)antracene, il dibenzo(a,h)antracene, il crisene, il pirene, il benzo(a)pirene, l indeno(1,,3c,d)pirene, il fenantrene, il fluorantene, il benzo(b)fluoroantene, il benzo(k)fluoroantene, il benzo(g,h,i)perilene e il fluorene. Solitamente nell aria non si ritrovano mai come composti singoli, ma all interno di miscele, dove sono presenti diversi IPA in proporzione variabile. Questa miscela di idrocarburi rende difficile l attribuzione delle conseguenze sulla salute pubblica di uno specifico IPA. Fig. 6. Punto di stazionamento del mezzo mobile in via A. Moro. (Fonte: ARPAV, La qualità dell aria nel Comune di Vigonza. Campagna di monitoraggio in via A. Moro, dal 5//11 al 5/3/11 e dal 15/9/11 al 4/1/11) Concentrazioni di Pb, As, Cd, Ni, Hg nel PM1: tra i metalli pesanti con densità maggiore di 5 g/cm3, alcuni (piombo, cadmio, mercurio, antimonio, selenio, nichel, vanadio e altri) sono immessi nell ambiente sotto forma di ossidi o di solfuri attraverso la combustione di olio combustibile, di carbone o rifiuti (che ne contengono tracce), oppure nel corso di processi industriali. Questi composti, dopo una certa permanenza in atmosfera possono entrare nella catena alimentare, dando luogo a pericolosi fenomeni di bioaccumulo negli organismi viventi. Una via preferenziale è inoltre costituita dalle particelle di polvere che possono fungere da vettore per questi metalli. Biossido di zolfo I livelli ambientali di biossido di zolfo sono stati sempre ampiamente inferiori ai valori limite previsti dal D.Lgs. n.155/1, per la protezione della salute (35 μg/m3, media 1h; 15 μg/m3, media 4h) e per la soglia di allarme (5 μg/m3, persistenza per 3 h consecutive). In Tabella 1 sono riportate alcune statistiche descrittive della concentrazione di biossido di zolfo rilevata nel comune di Vigonza e per confronto nelle stazioni fisse di Arcella e Mandria. Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Vigonza..4 La qualità dell aria La stazione mobile posizionata in via A. Moro è da considerarsi un sito di misura di tipo background urbano3, le stazioni fisse di Arcella e Mandria sono classificate rispettivamente come traffico urbano e background urbano. I grafici e le tabelle riportate nel presente paragrafo sono stati estratti da: ARPAV, La qualità dell aria nel Comune di Vigonza. Campagna di monitoraggio in via A. Moro, dal 5//11 al 5/3/11 e dal 15/9/11 al 4/1/11. 3 Le stazioni background rappresentano le aree di misura più appropriate per stimare il livello medio di concentrazione degli inquinanti in una specifica area urbana. Arcella Mandria Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Min (medie 1h) < 1, < 1, < 1, Media (medie 1h) (35 μg/m3),, 1, Max (medie 1h) 1, 13, 4, Tab. 1. Concentrazione di Biossido di zolfo media oraria...4. SO Concentrazione (µg/m3) Monossido di carbonio Il monitoraggio del monossido di carbonio non ha evidenziato alcun superamento dei valori limite fissati dal D.Lgs. n.155/1 (1 mg/m3, media 8h). 13

15 ..4.4 CO concentrazione (mg/m3) Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione Vigonza Arcella Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Mandria 153 Min (medie 1h) <,1,1 <,1 Media (medie 1h),3,4,6 Max (medie 1h),9,4, Biossido di azoto Nel comune di Vigonza non sono mai stati registrati superamenti del limite di protezione della salute a breve termine ( mg/m3, media 1h). Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Tab. 13. Concentrazione di Monossido di carbonio media oraria. Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Min (medie 1h) Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Vigonza Arcella Mandria <5 5 <5 Media (medie 1h) (media annuale 4 µg/m ) Max (medie 1h) Ozono I superamenti della massima media mobile giornaliera della soglia di protezione della salute pari a 1 µg/m3, sono stati. Nessun superamento del livello di attenzione pari a 18 µg/m3 o della soglia di allarme (4 µg/m3 per tre ore consecutive). NO concentrazione (µg/m3) Tab. 16 Concentrazione di Biossido di azoto media oraria. Rispetto alla valutazione dei parametri a lungo termine il monitoraggio ha evidenziato una concentrazione media di 4 µg/m3 e cioè indicativamente superiore al valore limite annuale di protezione della salute (4 μg/m3). I valori medi registrati nel corrispondente periodo di monitoraggio presso le stazioni fisse di Arcella e di Mandria sono rispettivamente 53 μg/m3 e 38 μg/m3. O3 numero di eventi critici Vigonza Arcella Mandria Superamenti soglia di informazione 18 µg/m3 Superamenti soglia di allarme 4 µg/m3 (conc. per 3h consecutive) Superamenti valore limite protezione salute 1 µg/m3 (max die media mobile su 8 h) Polveri sottili Rispetto al valore limite giornaliero sono stati rilevati complessivamente 14 superamenti (su 6 campioni) del limite di protezione della salute di 5 µg/m3. Nei corrispondenti periodi presso le stazioni fisse di Padova sono stati registrati un numero analogo di superamenti: 14 ad Arcella (su 66 campioni) e 13 a Mandria (su 54 campioni ). Tab. 14. Ozono: numero di superamenti dei parametri di valutazione a breve termine. Tuttavia, poiché la problematica emerge durante i mesi estivi, i dati raccolti durante il monitoraggio in via A. Moro non forniscono informazioni esaustive per una valutazione dello stato di qualità dell aria per l ozono. Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo O3 concentrazione (µg/m3) Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione Vigonza Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Tab. 15. Concentrazione di Ozono media oraria. Arcella Mandria Min (medie 1h) <4 5 6 Media (medie 1h) Max (medie 1h) PM1 N. eventi critici Vigonza Arcella Mandria Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Superamenti valore limite protezione salute 5 µg/m3 (media 4 h) Tab. 17. Polveri fini: numero di superamenti dei parametri di valutazione a breve termine. Il valore medio delle polveri fini registrato nel comune di Vigonza è risultato uguale a 4 µg/m3 e quindi coincide con il limite annuale di protezione delle salute previsto dal D.Lgs. 155/1 (4 µg/m3). Concentrazioni medie analoghe sono state registrate, nei medesimi periodi, presso le stazioni fisse di Arcella (4 µg/m3) e Mandria (41 µg/m3). 14

16 Media (media annuale 5 µg/m3) 1,8,,1 Max 3,7 3,6 3, 3 Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Numero di campioni analizzati (medie 1h) durante il periodo di monitoraggio PM1 concentrazione (µg/m ) Vigonza Arcella Mandria Min (medie 1h) 3 1 Media (medie 4 h) (media annuale 4 µg/m3) Max (medie 4h) Tab. 18. Concentrazione di Polveri fini Concentrazioni di Pb, As, Cd, Ni, Hg nel PM1 In Tabella 1 è riportata la media della concentrazione di piombo, il confronto indicativo con i valori limite previsti dalla normativa vigente e le medie registrate nel corrispondenti periodi presso le stazioni di fisse di Arcella e Mandria. Come è evidente dai valori riportati, la concentrazione media di piombo è stata largamente inferiore ai limiti previsti dal D.Lgs. 155/1. Idrocarburi policiclici aromatici Concentrazioni di B(a)P Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Il monitoraggio del benzo(a)pirene ha evidenziato un valore medio di concentrazione uguale,7 ng/m3 e, quindi, indicativamente inferiore al limite annuale di 1 ng/m3 stabilito dal D.Lgs. 155/1. Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio B(a)P concentrazione (ng/m3) Vigonza Arcella Mandria Min (medie 4h) <,1 <,1,1 Media (medie 4 h) (media mobile annuale 1 ng/m3),7,6,7 Max (medie 4h),7,5,7 Tab. 19. Concentrazione di B(a)P media 4 ore. Si osserva che il monitoraggio non ha interessato il periodo invernale, il più critico per questo inquinante. Concentrazioni di Benzene Le concentrazioni di benzene non sembrano destare problemi per il rispetto del limite annuale di protezione della salute. I dati medi ambientali rilevati durante il monitoraggio in via A. Moro sono risultati uguali a 1, µg/m3 e quindi inferiori al limite di 5 µg/m3 previsto dal D.Lgs. 155/1. Descrizione parametro, statistica, tempo di mediazione e riferimento normativo Numero di campioni analizzati durante il periodo di monitoraggio Min. Tab.. Concentrazione di Benzene. C6H6 concentrazione (µg/m3) Vigonza Arcella Mandria , 1, 1, Numero di campioni analizzati sul PM1 durante il periodo di monitoraggio Concentrazione Pb (µg/m3) Vigonza Arcella Mandria Min (medie 4 h),4,,3 Media (medie 4 h) (media annuale,5 µg/m3),11,1,1 Max (medie 4 h),6,17,17 Tab. 1. Concentrazione di Piombo. Per gli altri metalli, il D.Lgs. 155/1 stabilisce dei valori obiettivo per le concentrazioni annuali di As (6 ng/m3), Cd (5 ng/m3) e Ni ( ng/m3). La concentrazione media di metalli rilevati nel comune di Vigonza è stata bassa: Arsenico (1, ng/m3), Cadmio (,4 ng/m3), Nichel (4, ng/m3). I valori medi di concentrazione sono stati in linea con quelli rilevati nelle stazioni fisse di Arcella (As 1, ng/m3, Cd,4 ng/m3, Ni 4,6 ng/m3) e di Mandria (As 1, ng/m3, Cd,4 ng/m3, Ni 6,8 ng/m3). Per quanto riguarda il mercurio, il D.Lgs. 155/1 non indica un valore obiettivo da rispettare. Il monitoraggio ha registrato quantitativi medi di Hg <1 ng/m3 (valore inferiore al limite di rilevabilità dello strumento), pari a quelli monitorati negli stessi periodi presso le stazioni fisse di Arcella (<1 ng/m3) e Mandria (<1 ng/m3); tale valore è sensibilmente inferiore al valore di 1 ng/m3 indicato dalla linea guida dell Organizzazione Mondiale della Sanità per la concentrazione di mercurio nell aria (WHO, ). In sintesi, il monitoraggio dello stato di qualità dell aria nel comune di Vigonza, considerando i pochi dati disponibili di breve periodo, relativi a un solo punto di monitoraggio, ha evidenziato gli elementi di criticità tipici delle principali aree urbane del Veneto, in particolare per le polveri fini. Per il benzo(a)pirene e l ozono, il monitoraggio non ha interessato i periodi più critici ossia il pieno inverno per il primo e l estate per il secondo. Si rileva inoltre che la concentrazione media di biossido di azoto ha superato il valore limite annuale. 15

17 Centralina Tipo stazione Este Industriale suburbana Parco Colli Euganei Fondo rurale S. Giustina in Colle Fondo rurale PD Arcella PD Mandria PD Granze Trafficourbano Fondo urbano Industriale urbana Parametri analizzati NOx, CO, SO, O3, PM1, HS NOx, O3, PM1 NOx, CO, O3, PM1, BaP, Pb, Cd, Ni, As NOx, CO, O3, SO, PM1, BaP, Pb, Cd, Ni, As NOx, CO, O3, SO, PM1, PM,5, BaP, C6H6, Pb, Cd, Ni, As PM1, BaP, Pb, Cd, Ni, As Tab.. Elenco delle stazioni appartenenti al Programma di Valutazione della qualità dell aria in provincia di Padova e dei parametri analizzati. Nel presente paragrafo saranno considerate le due centraline di riferimento pe il comune di Vigonza: PD_Arcella e PD_Mandria Ozono Fig. 11. Sintesi degli indicatori della matrice Aria. (Fonte: ARPAV, La qualità dell aria nel Comune di Vigonza. Campagna di monitoraggio in via A. Moro, dal 5//11 al 5/3/11 e dal 15/9/11 al 4/1/11)...5 Analisi delle tendenze nel periodo 814 In questo paragrafo si presenta l andamento degli inquinanti che destano le maggiori preoccupazioni nelle aree urbane: polveri fini, biossido di azoto, ozono e benzo(a)pirene. Il periodo considerato è dal 8 al 1, ciò permette di valutare, come richiesto dal D.L. 155/1, la qualità dell aria su archi temporali più lunghi rispetto al singolo anno. Il monitoraggio è stato compiuto da ARPAV su tutto il territorio provinciale, mediante l analisi della media ottenuta per le stazioni di tipologia background e per quelle di tipologia traffico/industriale. Ogni stazione di monitoraggio è classificata in base alla tipologia di esposizione: Traffico, Industriale, Fondo e alla tipologia di zona: Urbana, Suburbana, Rurale. Le centraline Arpav provinciali sono sei, le caratteristiche sono elencate nella tabella che segue. 4 Nelle due centraline di riferimento, dal, non sono mai stati registrati superamenti della soglia di allarme (4 µg/m3), definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata. La soglia di informazione (18 µg/m3) è il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana, in caso di esposizione di breve durata e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione. Raggiunta tale soglia, è necessario comunicare al pubblico una serie dettagliata di informazioni inerenti il luogo, l ora del superamento, le previsioni per la giornata successiva e le precauzioni da seguire per minimizzare gli effetti di tale inquinante. Sono sempre stati registrati numerosi superamenti della soglia di informazione, come riportato in Tabella 3. Gli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione, rappresentano la concentrazione di ozono al di sotto della quale si ritengono improbabili effetti nocivi diretti sulla salute umana o sulla vegetazione e devono essere conseguiti nel lungo periodo, al fine di fornire un efficace protezione della popolazione e dell ambiente. L obiettivo a lungo termine per la protezione della salute si considera superato quando la massima media mobile giornaliera su otto ore supera 1 µg/m3; il conteggio è effettuato su base annuale. Si evidenzia un numero di giorni di superamento piuttosto elevato, soprattutto nella stazione di Mandria. Il valore bersaglio è in vigore dal 1 con prima verifica nel 13 ed è pari a 1 µg/m3, da non superare per più di 5 giorni per anno civile come media su 3 anni. Nel triennio 11 il valore obiettivo non è stato rispettato nella stazione di Mandria (81 superamenti). Considerando il monitoraggio a scala regionale, il valore obiettivo non è stato rispettato in nessuna stazione, eccettuata San Donà di Piave con superamenti. Tale dato indica che le concentrazioni medie di fondo dell ozono su scala regionale sono ancora troppo elevate rispetto agli standard imposti dalla Comunità Europea. ARPAV: Relazione annuale della qualità dell aria ai sensi della L.R. n. 11/1. Anno di riferimento: 1. 16

18 Stazione di monitoraggio..5.3 Polveri sottili Anno Tipologia stazione PM1 O3 N. superamenti della Soglia di informazione PD_Arcella TU/TU PD_Mandria BU Nelle tabelle che seguono, è riportato il numero di superamenti del limite giornaliero di 5 µg/m3 e la media annuale 1. Sono evidenziate in rosso le stazioni che eccedono i 35 superamenti consentiti e i superamenti del limite annuale. O3 N. superamenti della Soglia di allarme PD_Arcella TU/TU PD_Mandria BU 3 Nelle due stazioni di monitoraggio il numero dei superamenti del valore limite giornaliero è stato superiore a 35. Il valore limite della media annua di 4 µg/m3 è stato rispettato solo nel 1 e 1. L andamento delle concentrazioni medie annuali è in lieve decrescita. O3 N. superamenti Obiettivo a lungo termine PD_Arcella TU/TU PD_Mandria BU Stazione di monitoraggio Tab. 3. Indicatori di O3 (Fonte: Considerando il limite annuale di 4 μg/m3, il valore è sempre stato superato in corrispondenza della stazione PDArcella. Le concentrazioni sono in leggera decrescita rispetto agli anni precedenti. Il numero dei superamenti del valore limite orario di μg/m3 non dovrebbe essere superato più di 18 volte l anno, la stazione PD_Arcella registra alcuni superamenti del limite orario. Non vi sono stati superamenti della soglia di allarme di 4 μg/m3. Tipologia stazione PD_Arcella PD_Mandria * TU/TU BU PD_Arcella PD_Mandria NO n. superamenti del limite orario TU/TU BU 1 1 Tab. 4.Indicatori di NO (Fonte: PD_Arcella TU/TU PD_Mandria BU PD_Arcella TU/TU PD_Mandria BU PM1 media annua µg/m3 Tab. 5. Indicatori di PM1. (Fonte: Con il D.Lgs.155/1, per il PM,5 è previsto un valore limite (5 g/m3) calcolato come media annua da raggiungere entro il 1 gennaio 15. Il D.Lgs. 5/1 fissa il margine di tolleranza da applicare al valore limite fino al 15 a 7 μg/m3 per l anno 1. Nella centralina di Mandria, dove il PM,5 è monitorato dal 7, la concentrazione misurata eccede il valore limite aumentato del margine di tolleranza. Anno 5: 5 µg/m3 media annua/ora Anno 7: 46 µg/m3 media annua/ora Anno 1: 4 µg/m3 media annua/ora Tipologia stazione 3 PM,5 NO media* annua µg/m3 Stazione di monitoraggio PM1 n. superamenti del limite giornaliero..5. Biossido di azoto Stazione di monitoraggi o Anno Tipologia stazione Stazione di monitoraggi o Tipologia stazione PD_Arcella PD_Mandria TU/TU BU PM,5 media annua µg/m Tab. 6. Indicatori di PM,5. (Fonte: 17

19 Gli obiettivi di qualità devono essere raggiunti entro i seguenti termini:..5.4 Idrocarburi policiclici aromatici dicembre 15, nei corpi idrici significativi superficiali e sotterranei, lo stato di qualità ambientale buono, salvo già sussista lo stato di qualità ambientale elevato ; dicembre 15, nei corpi idrici a specifica destinazione funzionale, salve le ipotesi di deroga, gli obiettivi di qualità stabiliti nell Allegato alla Parte Terza. Concentrazione di B(a)P Nella tabella che segue, sono riportate le medie annuali di benzo(a)pirene registrate nelle due stazioni di riferimento; si osserva che le concentrazioni superano il valore obiettivo di 1, ng/m 3 stabilito dal D.L. 155/1 durante tutto il periodo 1, ad esclusione dell anno 1 e 7 per Arcella (tuttavia è da notare che i valori sono prossimi o coincidono a 1 ng/m3). Si evidenzia che i livelli di benzo(a)pirene nel 1 sono in aumento rispetto al 11. Stazione di monitoraggio Tipologia stazione PD_Arcella PD_Mandria TU/TU BU Benzo(a)pirene media annua ng/m ,4 1,5 1,6 1,7 1,5 1,4 1,3 1,5 1,4,9 1,6 1,5 1,3 1,3 1,1,9 1, 1,3 1,5 1,4 1,6 Tab. 7. Indicatori di B(a)p. (Fonte: Acqua Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità ambientale, l agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici.5.3. Indicatori di stato e relazione con l area di studio Il grado di impatto sulle acque superficiali e sotterranee può essere molto variabile in base alle condizioni naturali presenti e alle attività presenti nell area. Per quanto riguarda le acque superficiali, i corsi d acqua possono essere i recettori finali degli scarichi provenienti dalle attività di produzione e del ruscellamento delle acque meteoriche. Nel caso degli acquiferi sotterranei gli effetti potenzialmente più significativi sono legati all aumento della vulnerabilità degli acquiferi a causa della riduzione della soggiacenza. Infine vanno considerati gli sversamenti accidentali e le perdite di carburanti, ecc. che possono sommarsi ai fenomeni descritti in precedenza. Gli indicatori utilizzati per descrivere la componente Acqua sono suddivisi per tipologia (acque superficiali, sotterranee potabili e reflue) ed elencati di seguito. Livello di Inquinamento da Macrodescrittori: il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) esprime lo stato di qualità globale delle acque, dal punto di vista chimico e microbiologico. Si ottiene sommando i punteggi derivanti dal calcolo del 75 percentile dei sette parametri previsti dall Allegato I al D.L. 15/99. Parametro Livello 1 Livello Livello 3 Livello 4 Livello < 6 Giudizio Ottimo Buono Sufficiente Scarso Pessimo Colore attribuito Azzurro Verde Giallo Arancio Rosso LIM.3.1 Riferimenti normativi Tab. 8 Classificazione di qualità secondo i valori LIM. (D.L. 15/99 All.to I). Il Decreto Legislativo 3 aprile 6, n. 15 Norme in materia ambientale, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 96 alla Gazzetta Ufficiale del 14 aprile 6, n. 88, costituisce il recepimento della Direttiva Quadro europea in materia di acque, Dir. /6/CE. Il D.Lgs. 15/6 è stato integrato con decreti attuativi per gli aspetti operativi, tra i quali il D.M. 6/1 che riporta le modalità di classificazione e monitoraggio delle acque. Il D.L. 15/6 nella Parte III, detta le norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall inquinamento e di gestione delle risorse idriche. Il titolo II tratta degli obiettivi di qualità ambientale i cui standard sono descritti nel relativo Allegato I. 5 Per le varie tipologie di acque superficiali, lo stato complessivo di un corpo idrico è valutato sulla base del risultato peggiore tra lo Stato ecologico e lo Stato chimico nell arco temporale di un triennio. Lo stato ecologico è definito dalla composizione e abbondanza degli elementi di qualità biologica (EQB), dallo stato trofico (LIMeco per i fiumi e LTLeco per i laghi), della presenza di specifici inquinanti (tabella 1/B, allegato 1 del D.M. 6/1) e dalle condizioni idromorfologiche che caratterizzano l ecosistema acquatico. Considerando la necessità di un confronto con i risultati dei monitoraggi passati, eseguiti secondo il D.Lgs. 15/99, ARPAV ha calcolato l indice LIM (D.Lgs. 15/99 e s.m.i.) unitamente alla classificazione delle acque secondo le nuove indicazioni normative. Legge 5 gennaio 1994 n

20 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico: il LIMeco introdotto dal D.M. 6/1 (che modifica le norme tecniche del D.Lgs. 15/6), è un descrittore che considera quattro parametri: tre nutrienti (azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale) e il livello di ossigeno disciolto espresso come percentuale di saturazione. Parametro Livello 1 Livello Livello 3 Livello 4 Livello 5,66,5,33,17 <,17 Giudizio Ottimo Buono Sufficiente Scarso Pessimo Colore attribuito Azzurro Verde Giallo Arancio Rosso LIMeco Tab. 9. Classificazione di qualità secondo i valori LIMeco. (D.M. 6/1). Il calcolo del LIMeco da attribuire al sito è dato dalla media dei valori ottenuti per il periodo pluriennale di campionamento considerato. L attribuzione della classe di qualità al sito avviene secondo i limiti previsti dalla tabella 4.1./b del D.M. 6/1. La qualità, espressa in cinque classi, può variare da Ottimo a Pessimo..3.3 Acque superficiali Nella direttiva n. 6/, le acque superficiali sono definite: le acque interne, ad eccezione delle acque sotterranee; le acque di transizione e le acque costiere, tranne per quanto riguarda lo stato chimico, in relazione al quale sono incluse anche le acque territoriali. Dal punto di vista delle risorse idriche superficiali, il territorio della Regione Veneto è suddiviso in 11 bacini idrografici, tributari del Mare Adriatico, identificati e descritti nel Piano di Tutela delle Acque. La conoscenza e la verifica dello stato di qualità ambientale delle acque superficiali all interno di ciascun bacino idrografico sono compiute dalla Regione con il supporto di ARPAV, mediante i programmi di monitoraggio previsti dalla Direttiva Comunitaria 6/ e dal D.Lgs. 15/6. In applicazione della direttiva /6/CE, ARPAV ha identificato su tutto il territorio regionale, i corsi d acqua di interesse che devono essere costantemente monitorati al fine del raggiungimento degli obiettivi della Direttiva. In Figura 7, sono indicati i corsi d acqua di interesse per la Direttiva /6/CE, che riguardano l area di studio nel territorio di Vigonza e di cui saranno riportati i risultati del monitoraggio ARPAV. Sostanze pericolose previste dal D.M. 6/1: il D.M. 6/1 prevede il controllo di 76 pesticidi (erbicidi, biocidi e fungicidi), dei nitrati, dei metalli e di 53 composti appartenenti ai seguenti gruppi di sostanze: Alofenoli, Aniline e derivati, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Organici volatili e semivolatili e altri composti (Nitroaromatici, Nonilfenolo, Dietilesilftalato e Ottilfenolo) previsti dal D.M.6/1 allegato 1 tabelle 1/A e 1/B. Stato di qualità ambientale delle acque sotterranee: lo Stato di qualità Ambientale delle Acque Sotterranee (Indice SAAS) è definito sulla base dello Stato Chimico (Indice SCAS) e Stato Quantitativo (Indice SQuAS), la valutazione secondo il D.L. n. 3/9 è basata su due livelli (buono o scadente). La /6/CE fissa il raggiungimento del buono stato di qualità per tutti i corpi idrici nel territorio dell Unione Europea entro il 15. Qualità delle acque potabili: ARPAV Servizio Acque interne, elabora ogni anno, statistiche sui dati di qualità dell acqua potabile distribuita nel Veneto. Tali statistiche illustrano per classi di parametri il numero di comuni monitorati, il numero di analisi effettuate, il numero di non conformità ai valori di parametro del D.Lgs. 31/1. Acque reflue urbane (stima del collettamento agli impianti di fognatura): in base alle indicazioni ministeriali si pone come soglia limite sulla quale valutare la conformità degli agglomerati, il 98% di collettamento a fognatura del carico generato. Fig. 7 Corpi idrici fluviali e lacustri di interesse per la Direttiva /6/CE. (Fonte: Corpo idrico Stazione Comune Tratto Rio Serraglio 135 Vigonza dalla foce nel Naviglio Brenta alla confluenza con il fiume Tergola Fiume Tergola 117 Vigonza dalla confluenza nel rio Serraglio alla stazione ARPAV n. 485 Nell ambito dell area di studio sono stati individuati il rio Serraglio (Codice tratto 633_1) e il fiume Tergola, corso d acqua significativo, di cui saranno analizzati i dati che si riferiscono al periodo 1, con stazione 19

21 Il fiume Tergola è incluso nel Bacino Scolante in Laguna. Il Bacino Scolante rappresenta il territorio la cui rete idrica superficiale scarica, in condizioni di deflusso ordinario, nella laguna di Venezia. Il territorio del Bacino Scolante conta una superficie complessiva di circa.38 km, è delimitato a Sud dal canale Gorzone, che segue la sponda sinistra del fiume Adige per lunga parte del tratto terminale di quest ultimo, a SudOvest dai Colli Euganei, a Ovest dal canale Roncajette, a NordOvest dal fiume Brenta, a Nord dalle Prealpi Asolane, a NordEst dal fiume Sile. Il fiume Tergola nasce da fosse di risorgiva, dette Le Sansughe, circa un chilometro a valle di Cittadella. Il corso d acqua entra successivamente nella Palude di Onara, da cui riceve ulteriori apporti idrici. All altezza di Villa del Conte, dal Tergola si diparte un ramo secondario che prende il nome di Canale Piovego e che si immette nel Brenta a Tavo di Vigodarzere. Il ramo principale prosegue in direzione SudEst ricevendo, in corrispondenza di Torre di Burri, il fosso Vandura. Subito dopo la confluenza di quest ultimo una frazione delle acque del Tergola finisce nel torrente Muson dei Sassi mentre la gran parte lo sottopassa e, immediatamente a valle, riceve le acque del Fosso Tergolino. All altezza di S. Andrea di Codiverno il Tergola si sdoppia per ricongiungersi, dopo alcuni chilometri, in località Ca Bettanini. Prosegue poi verso valle fino a Vigonza dove dà origine a due corsi d acqua, lo scolo Veraro e il Rio Serraglio, che confluiscono entrambi nel Naviglio Brenta, il primo a Strà, il secondo a Mira Il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori Rio Serraglio Fiume Tergola LIMeco Codice tratto Corpo idrico Fiume Tergola Serraglio Punteggio Giudizio,44 Sufficiente 636_3 Tab. 31. Fiume Tergola (tratto 636_3): LIMeco (triennio 11). (Fonte: Stato ecologico Gli EQB monitorati da ARPAV nel triennio 11 sono: macroinvertebrati, macrofite e diatomee. Allo stato attuale non sono disponibili le metriche di riferimento degli EQB per i corpi idrici fortemente modificati, che in questa fase sono classificati come fossero naturali, introducendo una sottostima della classe di qualità biologica. I corpi idrici artificiali sono classificati solo con gli elementi di qualità chimici. Nel triennio 11, il fiume Tergola, identificato nel tratto 636_3 come corpo idrico fortemente modificato, presenta uno Stato Ecologico, rispettivamente Cattivo. Non raggiunge lo stato Buono perché presenta EQB, LIMeco e/o inquinanti specifici non compresi nell elenco delle priorità, non conformi (Sufficiente, Scadente o Cattivo). Lo scolo Perarolo Salgarelli Tergolino, classificato solo con il monitoraggio chimico, ottiene uno stato ecologico Sufficiente. Corpo idrico Dal 7 prevale il livello (Buono, colore verde) per il fiume Tergola e dal 11 in tutte e due le stazioni il giudizio è Buono. Casi di livello 4 (Scadente, colore arancio) si rilevano negli anni 5 e 6 per il Rio Serraglio; non è mai stato rilevato il livello 5 (Pessimo colore rosso). In generale, dal al 1 la situazione per le due stazioni monitorate è mediamente più che sufficiente, con una tendenza al miglioramento. Corpo idrico Nel triennio 11 il Tergola lungo il tratto dalla confluenza nel rio Serraglio alla stazione ARPAV n. 485 codificato 636_3, presenta un valore di LIMeco corrispondente a una classe di qualità Sufficiente. Scolo Perarolo Salgarelli Tergolino Fiume Tergola Serraglio Caratteristiche tratto LIMeco Inq. specifici Stato ecologico Note Suff. Suff. Suff. Corpo idrico artificiale classificato solo con la chimica Cattivo Suff. Suff. Cattivo Classificato con metriche EQB per corpi idrici naturali EQ B Diat ome EQ e B Mac rofit B e Mac roin vert di monitoraggio a Vigonza in località Molini (Cod. 117, Tratto 636_3). Si tratta di una stazione il cui corso d acqua è isolato idrologicamente dal territorio circostante densamente urbanizzato, si presenta canalizzato, arginato e rettificato. Tipologia Codice Da A Artificiale 633_1 Inizio corso Confluenza nello Scolo Pionca Fortemente modificato 636_3 Cambio tipo (affluenza dello Scolo Negrisia) Confluenza nel Naviglio Brenta Tab. 3. Stato ecologico triennio 11, secondo il D.lgs. 15/6, dei corsi d acqua monitorati nell Area PC3. (Fonte: Somme LIM Tab. 3. Somme LIM dei corsi d acqua monitorati nell Area PC3. (Fonte: LIMeco

22 .3.4 Acque sotterranee Fig. 9. Corpi idrici sotterranei, particolare area di studio. (Fonte: Le acque sotterranee sono le acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno, nella zona di saturazione e in diretto contatto con il suolo e il sottosuolo. (art. D.L. 15/99) Al fine della classificazione delle acque sotterranee in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, è necessario individuare i corpi idrici significativi. Ai sensi del D.L. 15/99 sono significativi gli accumuli d acqua contenuti nel sottosuolo permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione permanente. Fra esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde, in pressione o meno, contenute in formazioni permeabili e, in via subordinata, i corpi d acqua intrappolati entro formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso. Appartengono a questo gruppo anche le manifestazioni sorgentizie, concentrate o diffuse e anche subacquee, in quanto affioramenti della circolazione idrica sotterranea. Non sono significativi gli orizzonti saturi di modesta estensione e continuità posti all interno o sulla superficie di una litozona poco permeabile e di scarsa importanza idrogeologica e irrilevante significato ecologico.6 Nel comune di Vigonza non vi sono falde acquifere pregiate da sottoporre a tutela7. Legenda Corsi d acqua significativi (D.Lgs. 15/6) Corsi d acqua di rilevante interesse ambientale o potenzialmente influenti su corsi acqua significativi (D.Lgs. 15/6) Altri corsi d acqua Comuni con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela Fig. 8. Comuni con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela. Particolare comune di Vigonza. (Fonte: Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto, 7) In applicazione delle direttive /6/CE e 6/118/CE per le acque sotterranee sono stati identificati i corpi idrici sotterranei (unità di gestione) nell ambito dei Distretti Idrografici e la relativa caratterizzazione attraverso l analisi delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici sotterranei. Il comune di Vigonza ricade nel settore della Bassa Pianura Settore Brenta (GWB BPSB). Legenda BPV BPSB 6 La valutazione dello stato quantitativo, basata sull analisi dei trend dei livelli piezometrici per il periodo 19998, ha assegnato al bacino sotterraneo Bassa Pianura Settore Brenta la classificazione stato buono. Corpo idrico sotterraneo Stato chimico 38 Stato quantitativo Bassa Pianura Settore Brenta Buono Buono (Fonte: Stato chimico puntuale Nel comune di Vigonza non sono localizzati pozzi di monitoraggio delle acque sotterranee, quindi saranno analizzati i monitoraggi effettuati nei comuni confinanti di Cadoneghe, Campodarsego e Pianiga. Comune Cod. Tipologia pozzo Prof. m Anno Stato chimico Cadoneghe Campodarsego Pianiga Falda semiconfinata Falda confinata Falda confinata Buono Buono Buono Cadoneghe Campodarsego Pianiga Falda semiconfinata Falda confinata Falda confinata Buono Buono Buono Cadoneghe Campodarsego Pianiga Falda semiconfinata Falda confinata Falda confinata Buono Buono Buono Cadoneghe Campodarsego Pianiga 6 Falda confinata 3 1 Buono Tab. 33. Stato chimico puntuale. (Fonte: ) Le acque monitorate durante il periodo 91 sono state classificate in stato buono Concentrazione di nitrati Acquiferi profondi del sistema differenziato Bassa Pianura Settore Brenta Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 15: Allegato 1 Monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale. 7 Tra tutte le falde, sono considerate le falde confinate destinate alla produzione di acqua potabile ad uso pubblico acquedotto Stato Quantitativo La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli, eseguita attraverso lo spandimento degli effluenti è oggetto di una specifica regolamentazione volta a salvaguardare le acque sotterranee e superficiali dall inquinamento causato, in primo luogo, dai nitrati presenti nei reflui. La direttiva comunitaria 91/676/CEE ha dettato i principi fondamentali cui si è uniformata la successiva normativa nazionale: il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 15 e il decreto ministeriale 7 aprile 6. 1

23 La Direttiva 91/676/CE prevede: Una designazione di Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN), nelle quali vi è il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari, fino un limite massimo annuo di 17 kg di azoto per ettaro; La regolamentazione dell utilizzazione agronomica dei reflui con definizione dei Programmi d Azione, che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali spandimenti. Pianiga 9 Falda confinata 1 1 <1, costante Cadoneghe Campodarsego Pianiga Falda semiconfinata Falda confinata Falda confinata <1, stazionario stazionario Tab. 34. Concentrazione media annua di nitrati nelle acque sotterranee 11 e risultati del test di MannKendall anni 31. (Fonte: ) Il D.M. 7/4/6, ha definito i criteri generali e le norme tecniche sulla base dei quali le Regioni elaborano i Programmi d Azione per le Zone Vulnerabili ai Nitrati. La Giunta regionale del Veneto, con la D.G.R. n. 495 del 7 agosto 6, Recepimento regionale del D.M. 7 aprile 6 Programma d azione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola del Veneto, ha disciplinato le attività di spandimento dei reflui sia per le zone vulnerabili sia per le rimanenti aree agricole del Veneto. La designazione delle ZVN del Veneto è stata portata a termine con delibera del Consiglio regionale n. 6 del 17 maggio 6. Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola Legenda Bacino Scolante nella Laguna di Venezia (DCR n. 3 del 7/5/3) Fig. 1. Carta delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola. Particolare comune di Vigonza. (Fonte: Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto, 7) Nel comune di Vigonza il grado di vulnerabilità ai nitrati è totale (Figura 1). La Direttiva nitrati (91/676/CEE) fissa a 5 mg/l la concentrazione oltre la quale le acque sotterranee sono da considerarsi inquinate da nitrati, definendo vulnerabili le zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente su tali acque. I valori misurati nel 1 e 1 sono stati inferiori al limite di 5 mg/l. L analisi delle serie storiche, relative al periodo 31 rileva che l andamento è stazionario nei comuni di Campodarsego e Pianiga. Il trend nel comune di Cadoneghe non è valutabile. Comune Cod. Tipologia pozzo Prof. m Anno NO3 mg/l Trend 31 Cadoneghe Campodarsego Falda semiconfinata Falda confinata <1 <1 non valutabile costante

24 .3.5 Acque potabili La definizione comune di acque potabili comprende diverse tipologie di acque disciplinate da normative differenti. Le acque destinate al consumo umano sono: le acque destinate a uso potabile, alla preparazione di cibi e bevande o ad altri usi domestici, le acque usate nelle industrie alimentari per la preparazione di prodotti destinati al consumo umano. Le acque destinate al consumo umano devono rispondere ai requisiti di qualità definiti nel D.L. del febbraio 1 n. 31. Le acque minerali naturali hanno origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, hanno caratteristiche igieniche e chimico fisiche particolari e proprietà favorevoli alla salute. L utilizzazione e il commercio delle acque minerali sono disciplinati dal D.L. n. 15 del 5 gennaio 199, mentre i criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali sono riportati nel Decreto del 1 novembre 199 n. 54. Le acque superficiali da destinare alla produzione di acqua potabile sono classificate secondo i criteri generali e le metodologie di rilevamento della qualità previsti nel D.L. 15/6. Metalli La presenza naturale di alti livelli di ferro non è motivo di preoccupazione per la salute ma altera l aspetto, l odore e il sapore dell acqua rendendola non accettabile. Il limite normativo è µg/l, a Vigonza è stata rilevata una concentrazione compresa tra 31 e 1 µg/l Concentrazione di nitrati Fra i parametri chimici, i nitrati sono naturalmente presenti a concentrazioni molto basse nelle acque. Concentrazioni superiori a 9 mg/l per le acque sotterranee e 18 mg/l per le acque superficiali, indicano la presenza di apporti antropici derivanti dall attività agricola Qualità delle risorse idriche L indicatore è stato calcolato da ARPAV a partire dal 7, considerando le mediane annuali delle concentrazioni misurate nei punti scelti lungo le reti acquedottistiche in ogni comune veneto. Il limite di questa misurazione consiste nel fatto che alcuni comuni sono serviti da più reti, alimentate da diverse fonti di approvvigionamento, con caratteristiche qualitative diverse. La normativa di riferimento (D.Lgs. 31/1) prevede che la concentrazione di nitrati nelle acque utilizzate per il consumo umano, non deve superare i 5 mg/l. Il monitoraggio dei nitrati e nitriti ha dato risultati positivi, poiché le quantità rilevate sono molto basse. Nelle acque distribuite nel comune di Vigonza, la concentrazione di NO3 è compresa tra 15 e 5 mg/l. L approvvigionamento idrico della provincia di Padova è basato su captazioni da acqua superficiale (fiume Adige, Bacchiglione, canale Brentella) e da acque sotterranee provenienti da pozzi; frequente è il caso di perforazioni da subalveo. Nella figura che segue, è rappresentata la mappa della concentrazione di nitrati nei comuni della provincia di Padova. L analisi è stata limitata ai comuni con almeno 5 anni di dati nel periodo 71. In tutte le province, le Aziende ULSS hanno predisposto piani annuali di controlli analitici eseguiti in punti significativi delle reti di distribuzione acquedottistiche. I referti analitici dei campioni, analizzati presso i laboratori ARPAV, segnalano all Azienda ULSS gli eventuali superamenti di limite. Sulla base dei referti analitici e di altre valutazioni tecnicosanitarie l Azienda ULSS emette il giudizio di idoneità. Nei campioni prelevati, sono misurati elementi chimici che descrivono le caratteristiche dell acqua, il suo contenuto di minerali e alcuni altri elementi nutrienti che monitorano eventuali apporti antropici. In tutti i campioni sono misurati il ph, la conducibilità, le concentrazioni di cloruri, solfati, ione ammonio, nitriti e nitrati. Parametri chimici inorganici Le acque distribuite nel comune di Vigonza sono caratterizzate da un valore di conducibilità elettrica medio compreso tra µs/cm, un contenuto di cloruri <8,5 mg/l e solfati di valore compreso tra 13,931, mg/l (i valori guida dettati dal D.P.R. n. 36/88 sono 5 mg/l per entrambi i parametri) e ph compreso tra 7,6 e 7,7. Per quanto riguarda lo ione ammonio è stato rilevato che è presente, anche in concentrazioni superiori ai limiti consentiti dalla normativa, nelle zone dove l acqua è attinta da falde alloggiate in terreni di natura torbosa. Sono zone dove ancora sono molto frequenti gli approvvigionamenti autonomi perché non servite da rete acquedottistica. Non ci sono aree di significativa presenza di fluoruri. Legenda Mg/l NO3 <5 5 <15 15 <5 5 <5 Fig. 11. Mediana della concentrazione di nitrati nelle acque distribuite per il consumo umano nell anno 1. (Fonte: 3

25 .3.6 Acque reflue urbane Nel D.Lgs. 156/6 (Parte III., Sezione II le acque reflue sono definite come: il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali, e/o di quelle meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato. Nel comune di Vigonza in via Barbarigo è localizzato il depuratore consortile (con potenzialità di 7. A.E.), per il trattamento delle acque di fognatura di tutto il territorio comunale collocato in sinistra Brenta, con l esclusione della zona di San Vito, situata in destra Brenta, che fa riferimento al depuratore di Ca Nordio. Al depuratore di Vigonza sono collettate tutte le acque di Villanova, Borgoricco e Massanzago, parte delle acque dei comuni di Campodarsego, Trebaseleghe, Piombino Dese e Resana. Conformità degli agglomerati ai requisiti di collettamento In base alle indicazioni ministeriali si pone come soglia limite sulla quale valutare la conformità degli agglomerati il 98% di collettamento a fognatura del carico generato. Si considera inoltre come obiettivo intermedio, utile per una valutazione del percorso in atto, il 95%. In base alla Direttiva 91/71/CEE, l agglomerato è l area in cui la popolazione e/o le attività economiche sono sufficientemente concentrate in modo da rendere tecnicamente ed economicamente possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento o un punto di scarico finale. Il carico generato è il carico organico biodegradabile dell agglomerato espresso in AE, costituito dalle acque reflue domestiche (escluso il carico delle case sparse) e industriali (ad esclusione di quelle scaricate direttamente in acque superficiali). Denominazione unità locale Ragione sociale Indirizzo unità locale Tipo Scarico Corpo Idrico ricettore N. AE Classificazione Dep. Impianto Complesso (Dep. Vigonza e compostaggio) ETRA S.p.a. ETRA S.p.a. Energia Territorio Risorse Ambientali Via Barbarigo Acque reflue urbane Rio dell Arzere 5 1^ Categoria >13. AE Potenzialità dei depuratori Agglomerati Comuni Fig. 1. Localizzazione del depuratore secondo la potenzialità in AE nel comune di Vigonza. (Fonte: Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto, 7) 4

26 .4 Suolo e Sottosuolo Il suolo è una risorsa vitale e in larga misura non rinnovabile, sottoposta a crescenti pressioni. L importanza della protezione del suolo è riconosciuta a livello internazionale e nell Unione Europea8. L obiettivo del VI Programma d Azione in materia di ambiente, pubblicato dalla Commissione nel 1, è proteggere il suolo da erosione e inquinamento, mentre nella Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, (1), si rileva che perdita di suolo e riduzione della fertilità del suolo, compromettono la redditività dei terreni agricoli affinché il suolo possa svolgere le sue diverse funzioni, è necessario preservarne le condizioni..4.1 Caratteri generali del territorio9 L area del Comune di Vigonza appartiene alla Bassa pianura veneta caratterizzata da un territorio ad andamento pianeggiante, dotato di debolissima pendenza verso SudEst in cui le uniche forme morfologiche di rilievo sono originate dai corsi d acqua e dall opera dell uomo ed il cui sottosuolo è costituito per uno spessore di varie centinaia di metri da materiali sciolti limosoargillosi e sabbiosi. Tale territorio, convenzionalmente compreso tra il limite inferiore della fascia delle risorgive e la linea costiera, presenta un sottosuolo costituito da un potentissimo deposito di sedimenti a granulometria fine, compresa tra le argille e le sabbie, talora con sensibile presenza di livelli di materiali organici (torbe). La genesi di questo deposito deriva dall attività di deposizione dei sedimenti ad opera dei fiumi provenienti dai rilievi alpini durante le fasi glaciali e interglaciali del Quaternario, in concomitanza delle quali si verificavano importanti spostamenti delle linee di costa derivanti dalle oscillazioni del livello marino che hanno avuto come conseguenza la diffusa presenza in profondità di sedimenti di origine lacustre e marina. Tale situazione ha determinato la formazione di una pianura ad andamento pressoché planare, solcata da importanti alvei fluviali, dove le uniche forme morfologiche di rilievo sono costituite dai paleoalvei sabbiosi che si identificano con tratti d alveo relitti dei fiumi formatisi a seguito delle frequenti divagazioni d alveo prima della loro arginatura. A livello generale la miglior rappresentazione disponibile per la litologia di superficie deriva dalla Carta dei suoli della Provincia di Padova (anno 13, scala 1:4.) edita da ARPAV e Regione Veneto di cui si riporta un estratto in Figura 13. Fig. 13. Estratto dalla Carta dei suoli della Provincia di Padova. Nella Carta dei suoli si nota come l area PC3 sia interessata dalla presenza di tre diverse tipologie di suoli, appartenenti al gruppo B ( Pianura alluvionale del Fiume Brenta a sedimenti fortemente calcarei ). Più precisamente da due sotto gruppi: 8 9 Comunicazione della Commissione Europea n. 179/. Fonte: Analisi geologica, geomorfologica ed idrogeologica, Piano Interventi del Comune di Vigonza, 13. B3 Bassa pianura antica (pleniglaciale) con suoli decarbonatati e con accumulo di carbonati negli orizzonti profondi, B3. 5

27 B4 Bassa pianura recente (olocenica) con suoli a iniziale decarbonatazione B4.1, B4.5. Quindi, in dettaglio, la porzione di area a nord presenta suoli tipici di pianura alluvionale indifferenziata costituita prevalentemente da limi (B3.), nell area centrale e meridionale, i suoli identificati sono quelli caratteristici dei dossi fluviali (B4.1), costituiti prevalentemente da sabbie e limi, e dalle divagazioni a meandri della pianura alluvionale (B4.5) costituite da limi e sabbie. Altre utili informazioni inerenti alla permeabilità dei suoli possono essere desunte dalla Carta della permeabilità dei suoli pubblicata all interno dello studio della Carta dei Suoli della Provincia di Padova nel 13 (Figura 14). Secondo tale fonte, il territorio provinciale è suddiviso in sette classi a differenti permeabilità, l area PC3 si colloca tra due aree a diversa classificazione di permeabilità: nella porzione nord occidentale si hanno suoli a permeabilità moderatamente bassa mentre a sudest, si trovano terreni con permeabilità da moderatamente bassa a moderatamente alta. Dal punto di vista idrogeologico, ricadendo l area in quella unità idrogeologica definita come Bassa Pianura Veneta, essa risulta caratterizzata dalla presenza di falde acquifere profonde alloggiante in corpi acquiferi sabbiosi e da un falda acquifera superficiale, alimentata da fattori locali ed in stretto collegamento idraulico con i corsi d acqua. Sia le falde acquifere in pressione che quella superficiale di tipo freatico, risultano generalmente dotate di scarsa potenzialità ed eroganti acque per loro natura piuttosto scadenti dal punto di vista idrochimico. Per quanto riguarda la zonazione sismica, rispetto alla classificazione sismica nazionale il territorio comunale viene indicato in classe IV delle quattro previste, ovverosia in zona a più bassa sismicità. Fig. 14. Estratto dalla Carta della permeabilità dei suoli della provincia di Padova Assetto geomorfologico, geologico, stratigrafico ed idrogeologico locale La migliore definizione disponibile delle caratteristiche locali riguardo agli aspetti geologici in senso lato del territorio deriva dalla cartografia prodotta per il PAT Comunale. 6

28 Detta cartografia si ricorda essere derivata dalle carte di analisi geologica del precedente PRG, previa revisione sulla base di numerosi dati stratigrafici reperiti e confronto con analoga cartografia del PATI e dei PAT e PRG dei Comuni confinanti. Secondo la Carta Geomorfologica prodotta per il PAT di Vigonza, di cui si propone un estratto relativo in Figura 15, l area interessata dal PC3 presenta quote altimetriche che si attestano attorno a 91 metri s.l.m., come evidenziato dalle isoipse del microrilievo indicate in carta. Fig. 15. Estratto della Carta Geomorfologica del P.A.T. di Vigonza per l area PC3 7

29 Fig. 16 Estratto della Carta Geolitologica del P.A.T. di Vigonza per l area PC3 Le uniche forme morfologiche rilevabili, se si eccettua il modesto rilevato arginale del Tergola, sono costituite da tracce poco evidenti e prive di rilievo morfologico, di paleoalvei fluviali Dal punto di vista geologicostratigrafico, come già accennato in relazione alle caratteristiche generali del territorio, il sottosuolo è caratterizzato dalla presenza, fino a diverse centinaia di metri di profondità, ovverosia fino al substrato roccioso profondo, da un deposito di materiali sciolti che risulta costituito dalla sovrapposizione di banchi limosoargillosi alternati a strati sabbiosi. La continuità laterale dei singoli strati è assai variabile ed i materiali si presentano frequentemente in termini granulometricamente misti e variabili. In riferimento agli orizzonti più superficiali, secondo gli estratti della Carta Geolitologica prodotta nell ambito del PAT di Vigonza, l area PC3 risulta caratterizzata da terreni di natura alluvionale a tessitura prevalente sabbiosa (Figura 16), ove con questo termine vengono indicati terreni a matrice limososabbiosa in cui la frazione sabbiosa risulta prevalente rispetto a quella limosoargillosa. Come già accennato in ordine ai caratteri generali del territorio, l assetto geologicostratigrafico condiziona e determina evidentemente l assetto idrogeologico. Il territorio del Comune di Vigonza, appartenendo interamente alla cosiddetta fascia di Bassa Pianura è caratterizzata dalla presenza di falde acquifere profonde ed in pressione confinate entro livelli sabbiosi piuttosto rari e sottili. Risulta inoltre presente una falda acquifera superficiale, che in realtà è costituita da diverse falde acquifere locali ospitate in livelli a permeabilità variabile (ma comunque generalmente piuttosto bassa) variamente interconnesse tra loro e spesso in rapporto di connessione idraulica con i corpi idrici superficiali. Nell area PC3, come si può osservare dall estratto della Carta Idrogeologica del PAT di Vigonza (Figura 17), la falda acquifera superficiale si pone ad una profondità superiore ai m dal p.c., inoltre la direzione di deflusso della falda risulta essere all incirca orientata lungo la direzione NESO. Di particolare rilievo rispetto alle condizioni dell area risulta invece la situazione delle acque superficiali: oltre il Fiume Tergola (corso d acqua di risorgiva caratterizzato da portate significative in tutto il corso dell anno), l area risulta praticamente contornata da canali di scopo dotati di sezione e portate piuttosto significative (Foto 1, e 3) Fig. 17. Estratto della Carta Idrogeologica del P.A.T. di Vigonza per l area PC3 8

30 .4. Nuove verifiche eseguite nell Area PC31 Foto1: Canale dell Arzere e parte dell area PC3 (vista verso Est da Via Paolo VI Papa) Al fine di verificare le caratteristiche geologicostratigrafiche ed idrogeologiche relative al primo sottosuolo delle due aree in oggetto, con maggior dettaglio rispetto alle determinazioni raggiunte in sede di analisi del PAT, sono state eseguite diversi sondaggi, spinti alla profondità di circa tre metri rispetto al piano campagna, con prelievo di campioni rappresentativi dei terreni presenti nel primo sottosuolo, associati a due prove penetrometriche statiche più profonde. Tali indagini, peraltro espressamente previste nella Determinazione di incarico, sono risultate utili alla verifica delle caratteristiche granulometriche dei terreni presenti nel primo sottosuolo e, conseguentemente, alla definizione della permeabilità degli stessi intesa come attitudine intrinseca ad assorbire e veicolare in falda le acque di percolazione derivanti da afflussi meteorici. Le ubicazioni ed il numero delle trincee eseguite, sono state condizionate dalla disponibilità delle aree riguardo alla loro accessibilità. Ciò nonostante si ritiene di aver ottenuto una sufficiente caratterizzazione utile agli scopi prefissati. All interno dell area denominata PC3 sono stati eseguiti nove sondaggi tramite trivella leggera, spinti a tre m di profondità dal piano campagna, in tre dei quali sono stati prelevati altrettanti campioni di terreno da sottoporre a verifica granulometrica da parte di un laboratorio geotecnico accreditato. Oltre ai sondaggi eseguiti tramite trivella leggera, sono state svolte due prove penetrometriche statiche a 15 m di profondità. Le ubicazioni delle trincee (T1T9) e delle prove penetrometriche (CPT1 e CPT) eseguite nell area PC3 sono riportate nella Figura 18. In particolare i sondaggi denominati T4, T5 e T6 e la prova penetrometrica CPT1 sono stati realizzati nell area interessata dallo scavo del nuovo tratto del canale di scolo attualmente intubato presente sotto l area immediatamente a sud, attualmente interessata dalla presenza di un piazzale annesso a capannone industriale. I campioni prelevati sono stati recapitati al laboratorio geotecnico Geodata di Ponte San Nicolò, Pd, il quale ha eseguito la classificazione granulometrica dei terreni, dalla quale è possibile dedurne con maggior attendibilità la permeabilità. Foto : Canale dell Arzere e parte dell area PC3 (vista verso Ovest dalla SS 515) Foto 3: Fiume Tergola (vista da Via Paolo VI Papa verso sud) 1 Fonte: Analisi geologica, geomorfologica ed idrogeologica, Piano Interventi del Comune di Vigonza, 13. 9

31 .4..1 Risultati delle nuove verifiche eseguite nell Area PC3 I sondaggi eseguiti hanno consentito di verificare visivamente ed in modo diretto, la natura granulometrica ed il grado di compattazione dei terreni presenti nel primo sottosuolo, oltre all esatto livello di falda (se pur limitato alla sola osservazione nella data di esecuzione dei sondaggi). Le colonne stratigrafiche desunte dai sondaggi, riportanti l indicazione della profondità di prelievo dei campioni e del livello di falda, sono riportate in allegato 1. La documentazione fotografica sono riportate in allegato. I certificati d analisi del Laboratorio Geotecnico delle prove granulometriche classificative eseguite sui campioni rappresentativi prelevati sono riportati in allegato 3, mentre i grafici delle prove penetrometriche sono riportate in allegato 4. Composizione del sottosuolo Nell area sono stati eseguiti nove sondaggi profondi 3 metri rispetto al piano campagna, distribuiti all interno dell area PC3, in particolare le ubicazioni sono state scelte sulla base delle aree accessibili per il consenso dei proprietari e sgombre da coltivazioni. Come già detto, tali sondaggi sono stati denominati T1 T9. Inoltre sono state eseguite due prove penetrometriche spinte a profondità di 15 m dal piano campagna e denominate CPT1 e CPT. I risultati ottenuti consentono di suddividere a grandi linee l area in due parti in funzione della diversa granulometria del primo sottosuolo, presente fino a circa 15 cm rispetto al p.c.. Il settore Ovest, interessato dai sondaggi T1, T, T3, T4, T5 e dalle prove penetrometriche CPT1 e CPT presenta un primissimo sottosuolo maggiormente interessato da termini granulometrici sabbiosi (limi sabbiosi e sabbie fini). Nella restante zona Est i termini granulari sono assenti (T6 e T8) o presenti solo al di sotto del primo metro abbondante di profondità (T7 e T9) La stratigrafia del sottosuolo a profondità maggiore è desumibile dalle due prove penetrometriche CPT1 e CPT. Tali prove, in accordo con le stratigrafie dei sondaggi più superficiali, indicano generalmente una successione di terreni a granulometria fine e medio fine, in particolare alternanze di terreni sabbiosi, limosi e argillosi, spesso in termini misti. Una precisa classificazione della granulometria dei terreni più rappresentativi presenti in loco, utile come già detto a definirne la permeabilità e quindi l attitudine a drenare e disperdere in falda le acque derivanti dagli afflussi meteorici, è stata eseguita mediante prelievo ed analisi granulometrica di tre campioni di terreno prelevati durante l esecuzione dei sondaggi T1T4 e T6 come indicato nella Tabella 1. Fig

32 Tabella 1 TRINCEA CAMPIONE PROFONDITA PRELIEVO CLASSIFICAZIONE GEOTECNICA T1 C1 Da. a.3 m dal p.c. Limo argilloso grigio marrone con poca sabbia T4 C4 Da.5 a.8 m dal p.c. Limo argilloso marrone con rara sabbia T6 C6 Da 1. a1.4 m dal p.c. Limo debolmente argilloso marrone con sabbia e rari elementi litoidi Nella CPT invece, si registra la presenza di livelli sabbiosi con spessori maggiori rispetto alla CPT1, spessori che variano tra 1, e 1,5 m, alternati a livelli di limi e argille talora torbose, fino a circa 9 metri di profondità. Al di sotto di questi, e fino a fine prova, si trovano terreni a granulometria fine, come limi e argille talora limi sabbiosi. A titolo indicativo si può fornire un intervallo di portanza dei terreni investigati, ovviamente in riferimento ai dati ottenuti dalle sole due prove penetrometriche eseguite nell area, in termini di capacità portante ammissibile derivata dalla vecchia normativa (DM ) tale intervallo è posto tra circa,7 e,8 Kg/cmq. Non risulta ovviamente possibile eseguire alcuna valutazione ai sensi delle NTC di cui al D.M. 14 gennaio 8 in quanto tali valutazioni non possono essere scollegate rispetto agli specifici progetti. Ai fini della definizione dell azione sismica dell area investigata, in linea generale e in particolare ai fini della valutazione dell effetto delle risposta sismica locale, secondo la normativa vigente, si può fare riferimento a un approccio semplificato che si basa sull individuazione di categorie di sottosuolo predefinite in cinque classi standard più due classi aggiuntive (Tabella seguente). In tutti e tre i casi trattasi quindi di termini misti in cui una prevalente matrice limosoargillosa contiene livelletti parzialmente sabbiosi. Livello di falda e stima della permeabilità Il livello della falda freatica registrato nei sondaggi eseguiti con trivella leggera, alla data di esecuzione di quest ultimi, è risultato essere posto a circa,,5 metri di profondità, mediamente intorno ai,3 m dal p.c., tranne per i sondaggio T3, T8 e T9, nei la falda acquifera superficiale è risultata praticamente assente fino alla profondità raggiunta dai sondaggi. Nelle prove penetrometriche, tale livello è risultato essere posto a, m dal piano campagna. Quest ultimo risulta leggermente maggiore rispetto al livello di falda medio registrato nei sondaggi in quanto probabilmente legato all intercettazione da parte del penetrometro delle falde più profonde, parzialmente semiconfinate, e quindi con debole pressione, che genera una lieve risalita del livello della falda superficiale..4.3 Caratteristiche geotecniche e sismiche di massima dell Area11 Per quanto riguarda le caratteristiche geotecniche del terreno, si possono desumere alcuni valori dei parametri geotecnici sulla base dei risultati delle prove penetrometriche eseguite nell area PC3. Le prove penetrometriche, spinte a 15 m di profondità dal piano campagna, CPT1 e CPT sono state eseguite ad una distanza di circa 34 m in linea d aria l una dall altra, infatti le relative successioni stratigrafiche risultano essere piuttosto diverse. Nella CPT1, fino a circa 11,5 m di profondità dal p.c., si riscontrano fitte alternanze di limi, talora limiargillosi, e sottili livelli di sabbie (dell ordine di qualche decimetro). I terreni sottostanti sono composti da un livello sabbioso di un metro di spessore circa e poi nuovamente alternanze di limi sabbiosi a limi e argille fino a fine prova 11 Fonte: Analisi geologica, geomorfologica ed idrogeologica, Piano Interventi del Comune di Vigonza, 13. La misura diretta della velocità di propagazione delle onde di taglio, può essere sostituita da una sua definizione indiretta derivante, nei terreni a grana grossa dal numero di colpi della prova penetrometrica dinamica (N SPT,3), nei terreni a grana fine dalla resistenza non drenata delle prova penetrometrica statica (Cu,3). 31

33 Fig. 19. Mappa di pericolosità sismica dell area del comune di Vigonza. Nel caso di sottosuoli costituiti da stratificazioni alternate di terreni a granulometria grossolana e fine, distribuite con spessori confrontabili nei primi 3 metri di profondità e ricadenti nelle categorie da A ed E, quando non si disponga di misure dirette della velocità delle onde di taglio si può procedere come segue: determinare NSPT,3 limitatamente agli strati di terreno a grana grossa e Cu,3 relativamente a quelli a grana fine entro i primi 3 metri di profondità; La categoria di profilo stratigrafico del suolo ai fini della azione sismica, in relazione alla notevole area in oggetto, ed in analogia con prove sperimentali condotte in zone simili ed in condizioni stratigrafiche analoghe, può essere quindi riferita sia alla classa C che alla classe D, per cui si rimanda a specifiche indagini sperimentali tale determinazione. individuare le categorie corrispondenti singolarmente ai parametri NSPT,3 e Cu,3 riferire il sottosuolo alla categoria peggiore tra quelle indicate al punto precedente. Dal punto di vista sismico il comune di Vigonza viene classificato ai sensi dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 374/3 in zona sismica di classe 4, ovverosia in zona a più bassa sismicità rispetto a quella prevista in tutto il territorio nazionale. Sulla base delle mappe interattive dell I.N.G.V., il valore di pericolosità sismica (secondo ordinanza PCM del 8 aprile 6 n.3519, All. 1b) espresso in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 1% in 5 anni riferita a suoli rigidi (Vs3>8 m/s cat. A) riferita al Comune è rappresentato da un valore di g compreso tra,5 e,75 (Figura 19)..4.4 Compatibilità geomorfologica, geologica ed idrogeologica delle urbanizzazioni delle Aree PC31 La valutazione della compatibilità geomorfologica, geologica ed idrogeologica delle future urbanizzazioni previste dal P.I. non può che essere eseguita in forma preliminare mancando ancora evidentemente i dati di progetto delle future urbanizzazioni. In questa sede è quindi possibile stabilire, in funzione della situazione geologica in senso lato rilevata nelle due aree, se siano o meno compatibili con la stessa, le opere comunemente realizzate per urbanizzazione a scopo residenzialecommerciale ed eventualmente proporre delle azioni mitigative/correttive. Geomorfologia L urbanizzazione delle aree non altererà in modo significativo la morfologia del territorio, in quanto in entrambi l area esso risulta piatto, privo di significative forme morfologiche ed adiacente ad aree già intensamente urbanizzate. Geologia Se si eccettua ovviamente la perdita di suolo vegetale agrario, il progetto di lottizzazione e la costruzione di edifici della tipologia prevista non modificano la geologia del luogo né interferiscono con essa. Acque superficiali L area risulta interessata dalla presenza del Fiume Tergola a nord dell area e dal canale Arzere a sudest, oltre che dalla presenza di una rete di canali di scolo di scolo locale; ne deriva che l urbanizzazione comporterà la necessità di modifiche nella rete idrografica locale. L urbanizzazione dell aree, in assenza di azioni mitigatrici, comporterà evidentemente un sensibile aumento di portata nella rete di scolo rispetto al situazione attuale. Per la verifica di compatibilità di queste portate con la rete di scolo locale si rimanda ovviamente alla specifica relazione idraulica che non è oggetto della presente trattazione. 1 Fonte: Analisi geologica, geomorfologica ed idrogeologica, Piano Interventi del Comune di Vigonza, 13. 3

34 Acque sotterranee Stante la profondità di falda rilevata, che si pone intorno ai,3,4 metri dal piano campagna, detta falda potrebbe essere interferita dalla realizzazione delle opere in progetto solo in relazione alla possibilità di realizzare locali interrati e soprattutto nella fase di realizzazione degli stessi in quanto sarebbe necessario l utilizzo di impianto di emungimento tipo Well Point. Precedenti sperimentazioni ed ampia casistica indicano che, una volta cessato l emungimento, anche in presenza di locali interrati sotto falda delle dimensioni di quelle prevedibili, nelle condizioni idrogeologiche esistenti, la falda ristabilisce un equilibrio assai prossimo a quello preesistente..5 Con il termine Biodiversità si intende l insieme delle informazioni genetiche possedute da tutti gli organismi viventi, appartenenti sia al regno animale sia a quello vegetale che sono presenti nell intera biosfera. I due strumenti legislativi di riferimento per la protezione della natura nei Paesi dell Unione Europea sono: Direttiva Uccelli 79/49/CE:13 si prefigge la protezione a lungo termine e la gestione di tutte le specie di uccelli che vivono allo stato selvatico sul territorio della Comunità e i rispettivi habitat;.4.5 Indicatori di stato e relazione con l area di studio La Commissione dell Unione Europea (COM 179/) ha identificato come principali processi di degradazione ambientale del suolo, la diminuzione di sostanza organica e la diminuzione della biodiversità, l erosione e il compattamento del suolo, la contaminazione, la cementificazione, la salinizzazione, e i rischi idrogeologici. Gli indicatori selezionati per la matrice Suolo sono identificabili con le azioni di pianificazione realizzata e programmata. Biodiversità Direttiva Habitat 9/43/CE: introduce l obbligo di conservare gli habitat e le specie di interesse comunitario adottando norme e misure precauzionali conformi alle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie presenti in ciascuna area, e all occorrenza, appropriati piani di gestione. Queste due leggi comunitarie contengono le indicazioni per la conservazione degli habitat, della flora e fauna selvatiche nel territorio degli Stati Membri, mediante la realizzazione di una rete di aree, la Rete Natura, caratterizzate dalla presenza delle specie e degli habitat ritenuti di interesse comunitario e individuati negli allegati delle direttive stesse. La rete è composta da ambiti territoriali designati come Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), che al termine dell'iter istitutivo diverranno Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.), e Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) in funzione della presenza e rappresentatività sul territorio di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della direttiva 9/43/CEE e di specie di cui all'allegato I della direttiva 79/49/CEE e delle altre specie migratrici che tornano regolarmente nei luoghi di nidificazione. In Italia le direttive comunitarie sono state recepite dal DPR 357/97, dal DPR. 1/3 e dal DM 3 aprile. Nella Regione del Veneto sono stati individuati e schedati 18 siti di Rete Natura, con 67 Z.P.S. e 1 S.I.C. variamente sovrapposti. La superficie complessiva è pari a ettari (,5% del territorio regionale) con l estensione delle Z.P.S. pari a ettari e quella dei S.I.C. a ettari. 13 Sostituita dalla Direttiva 9/147/CE del 3 novembre 9, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. 33

35 .5.1 I siti della Rete Natura Nell Area PC3 non sono presenti aree Rete Natura, né Aree Naturali Minori o aree con biotopi di rilevante interesse ambientale habitat critici come ad esempio piccoli stagni in aree agricole. Possono essere concepiti come aree di riposo, che mantengono una continuità funzionale fra le aree nucleo senza la necessità di una continuità ambientale. Alle aree centrali e ai nodi, corrispondono i parchi, le aree protette o da sottoporre a tutela, compresi i SIC e ZPS; ai corridoi di connessione corrispondono le aree fluviali di pregio, le zone montane a maggior naturalità e gli ambiti di paesaggio più integri e sensibili..5. Indicatori di stato e relazione con l area di studio L edificazione di nuovi insediamenti richiede la sottrazione di superfici di suolo non edificato. Partendo da questo presupposto, durante le prime fasi di realizzazione dell opera si generano impatti sulle componenti biotiche legati all asportazione della copertura vegetale presente all interno dell area autorizzata all edificazione. L asportazione del soprassuolo e del suolo coinvolge anche tutta la fauna presente nell area, dalla teriofauna alle specie di maggiore taglia. In relazione alle potenziali criticità delle attività edificatorie sulla componente biodiversità, si ritiene di utilizzare come indicatore la misura delle aree riconducibili alla Rete Ecologica della Regione Veneto La Rete Ecologica Da un punto di vista strettamente biologico ed ecologico, la Rete Ecologica è una proposta di gestione integrata del territorio che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rendono possibili i flussi di patrimoni genetici degli esseri viventi da un area all altra, ai fini della conservazione della diversità biologica. Nelle Linee Guida del Ministero dell Ambiente, la struttura della rete è articolata in: Aree centrali core areas: rappresentano aree ad alta naturalità, dove sono presenti biotopi, insiemi di biotopi, habitat naturali e seminaturali, già sottoposti o da sottoporre a regime di protezione; sono considerati nodi di una rete ecologica le zone protette istituzionalmente come Parchi e Riserve naturali. Zone cuscinetto buffer zones: ovvero zone di ammortizzazione o zone di transizione, rappresentano le zone contigue e le fasce di rispetto adiacenti alle aree centrali, al fine di garantire l indispensabile gradualità degli habitat. Corridoi di connessione green ways / blue ways: sono strutture lineari e continue del paesaggio di varie forme e dimensioni, preposte al mantenimento e al recupero delle connessioni delle aree ad alta naturalità; favorendone la mobilità delle specie e l interscambio genetico e lo svolgersi delle relazioni dinamiche. Nodi key areas stepping stones: sono rappresentate da quelle aree di piccola superficie che, per la loro posizione strategica o per la loro composizione, costituiscono elementi importanti del paesaggio per sostenere specie in transito su un territorio oppure per ospitare particolari microambienti in situazioni di 34

36 .6 Paesaggio Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni Il paesaggio della pianura La Provincia di Padova comprende un territorio di superficie complessiva di ettari; la superficie agrosilvopastorale è di ettari. Al suo interno si trovano situazioni ambientali che vanno dalla pianura, ai Colli Euganei, alla Laguna. Il territorio di Vigonza, dal punto di vista ambientale, è inserito nell area Planiziale. Il settore planiziale presenta un territorio estremamente antropizzato e poco o nulla rimane della vegetazione originaria che caratterizzava tutta la Pianura Veneta, la quale era prevalentemente rappresentata dal cosiddetto Quercocarpineto planiziario, una fitta foresta costituita principalmente da farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus), consociata con altre specie secondarie come frassino ossifillo (Fraxinus oxycarpa), tiglio (Tilia cordata), olmo (Ulmus minor) e nelle zone limitrofe ad aree umide con salici (Salix sp.), pioppi (Populus sp.) e ontano nero (Alnus incana). Fino alla fine del secolo scorso l ambiente agrario, pur essendo ormai da tempo scomparse le vaste aree forestali, si presentava ricco di siepi e boschetti, che interrompevano le colture agrarie costituite prevalentemente da cereali autunnovernini e prati da sfalcio. La campagna coltivata era costituita da un elevata varietà ambientale che favoriva la vita di una fauna ricca e varia. Soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, con l avvento della modernizzazione dell agricoltura, si è assistito sempre più ad una forte semplificazione ambientale per favorire la meccanizzazione e l aumento delle produzioni unitarie. L ambiente agrario attuale, si è notevolmente impoverito dal punto di vista naturalistico e faunistico in particolare. Il comune di Vigonza è caratterizzato da un paesaggio prevalentemente agricolo, con dominanza di colture arative e monocolture in campo aperto, in cui le strutture insediative si presentano sparse e disaggregate nel territorio comunale. Gli spazi a conduzione agricola sono aperti e solcati da una fitta rete di corpi idrici minori che si possono prestar a svolgere la funzione di corridoi ecologici. Aree caratterizzate da una maggiore diversità e valenza ambientale sono gli ambiti del Tergola e del Brenta, alcune fasce alberate e i filari interpoderali. 14 D.Lgs. gennaio 4, n Indicatori di stato e relazione con l area di studio La presenza di superfici artigianali estese e prive di vegetazione costituisce un elemento di perturbazione del paesaggio immediatamente visibile, specie nelle aree rurali. In relazione alle potenziali criticità derivanti da nuovi insediamenti sulla componente paesaggio, si ritiene di utilizzare come indicatore la presenza/assenza di vincoli riconducibili al D.L. n. 4/4, poiché la valutazione visuale dell impatto sul paesaggio è caratterizzata da un alto grado di soggettività,.6..1 Aree tutelate Nell area di studio non sono presenti aree sottoposte a vincolo paesaggistico, Parchi e Riserve Nazionali o Regionali, né Zone boscate, Zone Umide, SIC/ZPS. Sono tutelati i corsi d acqua iscritti negli elenchi di cui R.D. 1755/1933 (D.L. 4/4 e s.m.i. art.14, lettera c, vincolo paesaggisticoambientale su corsi d acqua e le relative sponde /piedi degli argini per una fascia di metri 15 ciascuna): o Fiumicello Tergola compreso il ramo di Reschigliano o Scolo Pionca o Scolo Cavinello o Scolo Volpin o Scolo Cognaro o Scolo Caltana Agro centuriato (D.L. 4/4 e s.m.i.).6.. I beni storicoculturali La Legge Urbanistica regionale n. 11/4 individua in Centri Storici, Ville Venete, Complessi ed Edifici di pregio architettonico, relative pertinenze e contesti figurativi, i beni culturali e ambientali. Centri Storici I Centri Storici del comune di Vigonza sono sei: o Barbariga o Codiverno o Peraga o Perarolo o San Vito o Vigonza In Figura, è riportato il Centro Storico di Vigonza. 35

37 .7 Agenti fisici Questo capitolo è dedicato alla descrizione e all analisi di quei fattori di inquinamento che non appartengono ad una matrice specifica (aria, acqua, suolo) ma che incidono sull ambiente. I campi elettromagnetici, il rumore, l inquinamento luminoso, sono generati dalle attività umane e alcune derivano direttamente dallo sviluppo tecnologico, producendo nuove fonti di rischio per la salute umana..7.1 Indicatori di stato e relazione con l area di studio Gli indicatori relativi allo stato della componente Agenti fisici sono i seguenti: Fig.. Centro Storico di Vigonza. (Fonte: Regione del Veneto: Atlante dei Centri Storici Provincia di Padova, 1988) Tema Si riportano di seguito le ville individuate dall Istituto Regionale per le Ville Venete presenti nell area PC3 15. Villa Da Peraga, Bettanini Codice Iccd Codice Irvv A5373/IRVV Comune: Vigonza Frazione: Peraga Indirizzo: Via Arrigoni, 1 Epoca: XV XIX Proprietà: Ente pubblico territoriale Localizzazione catastale: Comune: Vigonza Foglio: 16 Particelle: 93, 94, 95, 139 Provvedimenti di tutela: L. 189/1939 Destinazione d'uso storico intero complesso: azienda agricola Destinazione d'uso attuale Villa: mostre / convegni Annesso est: biblioteca Annesso sud: uffici comunali Gli Alberi Monumentali Non sono presenti Alberi Monumentali nel comune di Vigonza. 15 AGENTI FISICI Ville Venete Indicatore DPSIR Descrizione Indicatore Radioattività S/P Concentrazione di radon Elettrodotti D/P Linee elettriche di alta tensione P Livello Criticità Acustica Rumore Inquinamento luminoso R Piano di Classificazione Acustica P Brillanza relativa del cielo notturno P Previsione inquinamento luminoso R P.I.C.I.L. R Le zone sensibili L.R. 7/6/97 n. Concentrazione di radon Il radon è un gas nobile, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, nella crosta terrestre. La principale fonte di immissione di radon nell ambiente è il suolo, insieme ad alcuni materiali di costruzione (tufo vulcanico) e, in qualche caso, all acqua. È emesso con continuità dal terreno e tende ad accumularsi negli ambienti chiusi. La concentrazione dipende dalle caratteristiche geologiche e ambientali della zona, dalle tecniche e modalità di costruzione degli edifici e dalle condizioni d uso dei locali. Il Radon tende a concentrarsi maggiormente nei locali interrati, nei seminterrati o nei piani terra con scarsa ventilazione a causa della vicinanza con il terreno. Per quanto riguarda la presenza del radon, la normativa italiana (D.L. 41/) ha stabilito come livello di azione per l esposizione al Radon i 5 Bq/m3 nei luoghi di lavoro mentre non esiste una normativa specifica per quanto riguarda le abitazioni civili. Una raccomandazione della CE suggerisce di intraprendere azioni di rimedio nel caso in cui la concentrazione superi i 4 Bq/m3 per le abitazioni esistenti e i Bq/m3 per quelle di nuova costruzione Fonte: 36

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