RADON. Tutela della popolazione contro l'esposizione al gas radioattivo in ambienti chiusi
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- Filippo Biondi
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1 RADON. Tutela della popolazione contro l'esposizione al gas radioattivo in ambienti chiusi La legislazione comunitaria in materia di radiazioni ionizzanti, in particolar modo relativamente all esposizione al radon non ha subito, negli ultimi decenni, sostanziali modifiche; il che è attribuibile, in parte, alle insufficienti ricerche effettuate a riguardo, pur dovendosi rilevare una sempre maggiore attenzione da parte della comunità scientifica internazionale e nazionale nonché da parte di professionisti e ricercatori operanti presso organismi di vigilanza e controllo sensibili alle problematiche della sicurezza. In molti Stati membri e negli Stati Uniti è sempre maggiore la consapevolezza del pericolo dell'esposizione della popolazione al radon in ambienti chiusi; diversi paesi, fra cui l Italia, hanno già impostato o stanno impostando politiche di controllo delle dosi (dose = concentrazione * tempo di esposizione). La Raccomandazione della commissione del 21 febbraio 1990 sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in ambienti chiusi, che costituisce tuttora un punto di riferimento in materia di radiazioni ionizzanti generate dal gas in parola, venne rivolta agli Stati membri previa consultazione di un gruppo di esperti designati dal comitato scientifico e tecnico ai sensi dell'articolo 31 del trattato dell Unione Europea; la raccomandazione di cui sopra recava la firma di Carlo Ripa di Meana, nella sua qualità di Membro della Commissione. Il radon è un gas radioattivo presente in natura; il suo isotopo (atomo di un dato elemento che possiede un numero atomico Z, cioè un numero di protoni, diverso dall atomo da cui discende e di cui è, per così dire gemello ) più importante è il radon-222 con un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni. Si tratta di un membro della serie degli elementi derivati dal decadimento dell'uranio-238 e la sua presenza (naturale) nell'ambiente è sovente connessa a quella del suo parente più prossimo, cioè del radio-226, presente in tracce nelle rocce e nei terreni. La causa principale della concentrazione di radon nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, negli istituti scolastici (oggetto, questi ultimi, di un recente studio condotto nel sud est della penisola) è il gas emanato dai terreni che si insinua nell'atmosfera degli ambienti chiusi attraverso i pavimenti (movimento verticale) o le pareti controterra (movimento orizzontale) in seguito a flussi dovuti a differenze di pressione o a differenze di concentrazione. 1
2 A beneficio della chiarezza occorre precisare che in quasi tutti gli Stati membri oggi più che in passato - fatti salvi casi particolari, l'incidenza delle caratteristiche intrinseche dei materiali edilizi è di solito assai minore di quella dovuta ai terreni e alle rocce circostanti il corpo di fabbrica esposto al gas radioattivo. I controlli effettuati negli anni novanta negli Stati membri hanno evidenziato che le concentrazioni medie all'interno delle abitazioni oscillavano tra i 20 Bq/m 3 e i 50 Bq/m 3, mentre i valori nell ambiente esterno erano generalmente nettamente inferiori; per inciso, il becquerel (Bq) è l unità di misura della radioattività e corrisponde ad una disintegrazione di un radionuclide al secondo. Sulla base di alcuni modelli di esposizione si può applicare un coefficiente di conversione pari a circa 20 Bq/m 3 per 1 msv/y fra la media oraria di attività di concentrazione di gas radon e la dose annua effettiva equivalente per l'esposizione di persone in ambienti chiusi, essendo il sievert (Sv) l'unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale di misura; ai fini pratici si può assumere quanto segue: 20 Bq/m 3 => 1 msv/y Le dosi normali per anno (year) nelle abitazioni della Comunità europea oscillerebbero da 1 msv a 2,5 msv, anche se è noto sin dagli anni novanta del XX secolo che una piccola percentuale della popolazione, in taluni Stati membri dell Unione Europea, è esposta a dosi di 20 msv/anno (otto volte maggiore di quella media). Al fine di comprendere il peso da attribuire ai valori suddetti si tenga presente che il limite normale della dose annua per le persone sottoposte a radiazioni provocate da attività umana, secondo le vecchie disposizioni degli standard di sicurezza fondamentali della Comunità europea recati dalla Direttiva 80/836/EURATOM del Consiglio del 15 luglio 1980, furono a suo tempo assunti pari a 5 msv. La dose di gas radon inalato attraverso le vie respiratorie è tutto sommato bassa rispetto a quella dei suoi prodotti di decadimento radioattivi a breve vita, che sono isotopi del polonio, del piombo e del bismuto. Se respirati essi si depositano sulla superficie delle vie respiratorie umane e animali e le dosi più nocive derivano dai raggi alfa (originantisi dall emissione di materia - due protoni e due neutroni - da parte del nucleo di un atomo) che colpiscono l'epitelio bronchiale. 2
3 Sin dagli anni ottanta si sono avvicendati diversi gruppi di lavoro della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (CIPR) dediti allo studio dei rischi di cancro polmonare provocati dall'esposizione in ambienti chiusi ai prodotti di decadimento del radon; a riguardo nel 1987 venne presentata una relazione dal titolo «Lung cancer risks from indoor esposures to radon daughters», pubblicata in Annals of the ICRP, vol. 17, n. 1, 1987, Publication 50, Pergamon Press. L'esposizione al radon è un fenomeno noto da almeno alcuni decenni e alcuni studi epidemiologici condotti su diversi gruppi di minatori esposti ad elevate concentrazioni del suddetto gas durante il lavoro hanno evidenziato un notevole numero di decessi dovuti al cancro polmonare. A distanza di tanti anni dall avvio di importanti ricerche condotte in tanti Paesi, non si hanno prove certe sugli effetti che l'esposizione al radon in ambienti chiusi possa avere sulle persone; tuttavia, adottando un giusto principio di prudenza, ancorché basato su studi e indizi possono formularsi alcune raccomandazioni di carattere generale volte a limitare tale esposizione, come del resto è già stato fatto dalla CIPR, h nel 1984 emanò una raccomandazione dal titolo «Principles for limiting exposure of the public to natural sources of radiation», pubblicata in Annals of the ICRP, vol. 14, n. 1, 1984, Publication 39, Pergamon Press. Va osservato che il radon in ambienti chiusi è controllabile sotto il profilo fisico o tecnico; basti pensare che le particelle (alfa) possono essere bloccate da un foglio di carta. I criteri di sicurezza radiologica permetterebbero quindi la definizione di orientamenti pratici per azioni correttive nelle abitazioni esistenti e per la costruzione di nuovi edifici protetti dall immissione di radon al loro interno; aspetto, quest ultimo, di grande interesse per la bioedilizia. Resta inteso che non è né sarà sufficiente dichiarare l edificio radon free, ma i direttori dei lavori, i collaudatori e le amministrazioni competenti dovranno prevedere prima e dimostrare poi, mediante l esecuzione di apposite misure strumentali - valide e affidabili, certificate da professionisti di comprovata esperienza e competenza in materia - che la concentrazioni di radon negli ambienti chiusi del dato edificio o ambiente di lavoro tout court è tale da assicurare bassissime esposizioni alle radiazioni ionizzanti e conseguentemente adeguati livelli di abitabilità e salubrità per gli occupanti. 3
4 Il problema di cui trattasi richiede, peraltro, un adeguata informazione della popolazione; ciò costituisce un fattore importante sia per migliorare la controllabilità dell'esposizione (che dipende, secondo alcune recenti note del Ministero dell Ambiente, anche dallo stile di vita degli occupanti) sia per garantire una risposta positiva da parte della popolazione. l'urgenza dei provvedimenti correttivi sia proporzionale alla misura in cui tale limite di riferimento viene superato; d) che, laddove siano ritenuti necessari provvedimenti correttivi, la popolazione interessata sia informata sui livelli di radon ai quali è esposta e sui provvedimenti adottabili per ridurre tali livelli; La raccomandazione a suo tempo fatta dell Unione Europea agli Stati membri può così sintetizzarsi e, lo si ribadisce, dal 1990 non ne sono state emanate di ulteriori, a riprova della loro validità e attualità per l istituzione di un sistema adeguato per ridurre qualsiasi esposizione a concentrazioni di radon in ambienti chiusi: 1. per quanto riguarda gli edifici esistenti: a) che sia stabilito un livello di riferimento per l'adozione dei provvedimenti correttivi: qualora esso venga superato si adotteranno provvedimenti semplici ma efficaci volti a ridurre il livello di radon; b) che il livello di riferimento sia pari ad una dose effettiva equivalente di 20 msv annui, la quale, ai fini pratici, può essere considerata equivalente ad una concentrazione media annua di gas radon di 400 Bq/m 3 ; c) che 2. per quanto riguarda gli edifici da costruire: a) che sia applicato un livello di progettazioni cui le competenti autorità possano far riferimento nell'adottare disposizioni, norme e codici di tecniche costruttive per i casi in cui il livello di progettazione rischi di venir superato; b) che il livello di progettazione sia pari a una dose effettiva equivalente di 10 msv annui, la quale, ai fini pratici, può essere considerata equivalente a una concentrazione media annua di gas radon di 200 Bq/m 3 ; c) che le informazioni relative ai probabili livelli d'esposizione al radon e alle misure preventive da adottare siano fornite, in quanto pertinenti, a coloro che partecipano alla costruzione di nuovi edifici; 4
5 3. che, a motivo delle variazioni giornaliere e stagionali dei livelli di radon in ambienti chiusi, le decisioni relative alla protezione contro le radiazioni siano in linea di massima basate su misurazioni della media annua di gas radon o dei suoi prodotti di decadimento negli edifici; che tali misurazioni siano effettuate con l'applicazione di tecniche complementari; che le autorità competenti garantiscano l'adeguatezza della qualità e dell'affidabilità di tali misurazioni; da terra) ed eventuali fall out, anche in caso di incidenti nucleari di origine transfrontaliera. Dott. Ing. Andrea Alessandro Muntoni (andreaalessando@muntoni.it) A. A. Muntoni (2012), in La Gazzetta del Medio Campidano, 25/10/ che siano avviate indagini strumentali per la misura dell attività del suolo e dei materiali edilizi e indagini conoscitive su altri parametri di riferimento, come ad esempio la permeabilità del terreno, affinché si possano identificare regioni, località e siti a maggior rischio di esposizione ad alti livelli di radon in ambienti chiusi, fors anche per le caratteristiche costruttive adottate dai progettisti. In Italia esiste ed è attiva un articolata rete di rilevamento della radioattività gestita dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; essa ha lo scopo i rilevare la radiazione (gamma) nell aria (a 1 m 5
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