LIMBARA PRIMAVERA SUL. E nella foresta picchi, I

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1 I t i n e r a r i Gruppo di felci, Pteridium aquilinum, ai bordi di un torrente. PRIMAVERA SUL LIMBARA E nella foresta picchi, I l massiccio montuoso del Monte ghiandaie, voli di pernici Limbara, il più importante del Nord Sardegna, si trova tra le regioni e uccelli da preda della Gallura e del Logudoro. Destinato a diventare parco con la legge Reg. 31/89, entra a far parte del territorio dei comuni di Berchidda, Tempio Pausania, Calangianus ed Oschiri. Da ognuno di quesi comuni si apre una porta per l ingresso, o meglio l ascesa, a questo paradiso naturale. Parliamo di salita perchè il sistema montuoso del Limbara è secondo in Sardegna solo ai monti del Gennargentu e raggiunge, con la Punta Balestrieri, la bella altezza di m slm. Dei circa ettari che occupa la zona, un area di ettari è delimitata dal perimetro della bella Foresta Demaniale del Limbara, l unica area realmente sottoposta a tutela nella zona. In ogni stagione il Limbara presenta un volto diverso e, in primavera, quando ancora i suoi torrenti sono ricchi di acqua, la vita sembra esplodere da ogni spaccatura dei suoi graniti. L endemica violetta del Limbara fiorisce sul bordo dei sentieri, gruppi di coloratissime orchidee spontanee colorano il sottobosco o le radure della macchia mentre l erica tinge di rosa e di bianco i margini dei torrenti e delle stradine che si inerpicano tra le rocce. Anche la fauna è particolare e affascinante; tra voli di libellule sul greto dei torrenti è possibile scorgere la rara lucertola del Bedriaga in caccia sui massi di granito. Si tratta di un bel sauro presente solo in alcune aree della Corsica e della Sardegna. Tra le acque dei ruscelli vive l euprotto sardo, un altro raro endemismo, mentre tra la fitta foresta abitano i picchi, le ghiandaie, le pernici e uccelli da preda, e al di sopra delle vette una coppia di aquile ancora volteggia esplorando la regione. Nel perimetro della Foresta Demaniale c è poi un recinto di ripopolamento di daini, facilmente visibili nel momento dell abbeverata. Un altro incontro non infrequente è quello con la rara e superprotetta testuggine marginata, la più grande tartaruga del mediterraneo, qui presente soprattutto sui versanti di Berchidda e Calangianus. Il monte Limbara, malgrado la sua denominazione unica, è costituito da diversi rilievi con quote superiori ai mille metri. Come abbiamo detto, la vetta più alta è la Punta Balestrieri che è di m. Tra le varie cime sono presenti altopiani disposti a quote diverse, come quello di Vallicciola (1.053 m). Un gran numero di piste sterrate, faticosamente percorrribili in auto per il fondo sdrucciolevole, ma praticabili a piedi o in mountain bike, si inerpica sui vari rilievi raccordando le diverse quote. Ad ogni tornante scorci della Gallura e del massiccio si svelano allo sguardo rendendo emozionante e diverso ogni percorso. Sulle rocce gli agenti atmosferici hanno agito creando dei paesaggi unici: tafoni dalle forme curiose e grandi massi sovrapposti in equilibrio precario. Un altra delle caratteristiche peculiari del Limbara è la presenza di numerose sorgenti con le acque rinomate per la loro leggerezza, non di rado oligominerali. Suggeriamo di seguito alcuni percorsi che, attraversando la foresta, fiancheggiano i torrenti più vivaci raggiungendo i punti panoramici più suggestivi. Lucertola del Bedriaga, Lacerta bedriagae, endemica di Corsica e Sardegna, solitamente presente in zone montane in prossimità di corsi d'acqua. Testo e foto di Bruno Manunza Conca della Prigiona - Fonte Crispoli Da Tempio si imbocca la statale per Oschiri per circa 5 Km. Si svolta a sinistra, sulla strada asfaltata (segnalata) che porta alla zona industriale; dopo circa un chilometro, di fronte ad una fonte, si trova sulla destra una stradina bianca che conduce al ponticello sul torrente Limbara. Proseguendo, si attraversa la zona dei mulini; sul torrente alla sinistra infatti, sono ancora visibili i ruderi di alcuni mulini ad acqua in funzione sino al secolo scorso. La strada si inerpica costeggiando alcune fonti: la prima, ben sistemata, ha anche un nome: Funtana di li Frati. Con una serie di ripidi tornanti si attraversa un folto bosco di lecci e si costeggia una enorme roccia di granito che si staglia contro il cielo alla nostra sinistra. Il luogo è segnalato con un cartello che indica Conca 49

2 Le farfalle: una presenza costante sui prati all'interno dell'area protetta del Limbara. I t i n e r a r i Una spettacolare fioritura di ranuncoli ricopre i corsi d'acqua alle pendici del Limbara in primavera. Orchidea. Cephalantera longifolia. Formazioni granitiche sul Monte Limbara, Tempio, (OT). della prigiona. Si tratta di un cumulo di massi tafonati sotto i quali sono stati rintracciati segni dell' età preistorica. Le grotte erano probabilmente usate anche dai banditi del '700. Vale la pena sostare per visitare il luogo. Continuando sullo sterrato, sempre in forte pendenza, si lascia, alla destra, un'altra stradina, segnalata con un cartello di legno, che porta alla zona di Vallicciola. (Itinerario, anche questo, assai interessante soprattutto per i meravigliosi boschi che si attraversano). Proseguendo si incontrano enormi blocchi di granito più chiaro del solito. Si oltrepassa un bivio seguendo l indicazione Lu salpenti e, immettendosi in una breve discesa, si oltrepassa una fontana e si attraversa un ponticello in granito sul corso del rio Pisciaroni. Alla fine del ponte, a sinistra ci si arresta in uno spiazzo. Discendendo lungo il corso del torrente, tra i massi, seguendo uno stretto sentierino, si arriva ad una bella piscina naturale tra massi di granito, La foresta demaniale, con una piccola spiaggetta. Dal ponticello si ha la vista su uno dei tanti salti d acqua del torrente. La strada continua con una serie di tornanti molto ripidi, su terreno sdrucciolevole (consigliabile un mezzo con trazione integrale) e risale verso un possente monolito che si erge tra le cuspidi del Monte Bianco. Si arriva infine ad un bivio in salita. Si prende a sinistra e si attraversa un cancello. La strada qui procede con un leggero pendio. Si costeggia a sinistra un laghetto artificiale e, successiva- compresa nel Parco del Limbara, copre un'area di 3000 ettari 50

3 I t i n e r a r i Uno dei tanti torrenti che scorrono sul Monte Limbara, generalmente asciutti in estate, riprendono a scorrere dopo le piogge autunnali. Gruppo di daini presso il recinto di ripopolamento. mente si prende a destra seguendo l indicazione per fonte Crispoli. Dopo poche centinaia di metri si raggiunge la fonte, sovrastata da formazioni granitiche. Da qui si gode un panorama suggestivo. Di seguito si incontra ancora una successione di tornanti piuttosto ripidi e il fondo stradale si presenta piuttosto sdrucciolevole. Da qui in poi, si incontrano diverse diramazioni prive di indicazioni per cui si suggerisce, volendo proseguire l escursione, l utilizzo di una cartina sufficientemente dettagliata. La foresta demaniale del Limbara Da Berchidda si esce verso Vallicciola sulla strada che porta direttamente all'interno del Parco del Limbara: percorrendo 4 km si arriva alla Caserma della Forestale. La foresta demaniale, compresa nel Parco del Limbara, copre un'area di 3000 ettari e si trova interamente nel territorio di Berchidda. All' interno della foresta sono presenti alcune note sorgenti come quella di Eritti, inoltre da poco tempo è stato istituito un recinto per la riproduzione dei mufloni, e dei daini, riportati qui da diverse zone dell'isola, dopo che si erano estinti parecchi decenni fa. Il personale della Caserma è molto cortese e la visita è consentita in giorno feriale. Una mappa dell area è solitamente disponibile (in fotocopia) presso la caserma. Conviene informarsi presso la caserma dell ora in cui viene portato il foraggio ai daini. In quella circostanza gli animali si avvicinano alla stradina che costeggia il recinto. Uscendo dal cancello della caserma si può voltare a destra per ridiscendere a Berchidda o prendere a sinistra seguendo la strada verso l alto. Questa diventa presto ripidissima con alcuni tornanti piuttosto impegnativi. Lo scenario vale però senz altro lo sforzo. Si risale lungo il corso di un torrente sino all altopiano dove è collocato l eliporto. Si incontra qui un bel laghetto artificiale. La strada sterrata prosegue poi sino alla località di Vallicciola. Vallicciola - Punta Balestrieri Da Tempio, si segue la S.S. 392 per Oschiri, al km 9 si imbocca sulla sinistra il bivio per Vallicciola, si prosegue attraverso una successione di tornanti con buon fondo stradale asfaltato, circondati da una spettacolare foresta; man mano che si sale si gode il panorama sugli abitati di Tempio, Aggius, Bortigiadas, Luras e Calangianus. Si raggiunge il colle di Vallicciola, dove si può sostare per una piacevole escursione nei dintorni. Prima di arrivare alle cime più alte del monte Limbara occorre percorrere altri 6 km, vi si arriva comodamente in auto perchè la strada, anche se stretta e ripidissima, è curata. Per salire fino alla cima, si lascia l'auto nello spiazzo fra il centro della N.A.TO. (proibito l'accesso agli estranei) e il gruppo di ripetitori. Proseguendo a piedi il sentiero si inoltra tra enormi massi granitici fino ai margini dell altopiano che si affaccia sul versante di Berchidda. Da qui si domina praticamente tutto il Nord Sardegna. 52

4 provincia NU NUORO LA PROVINCIA DI NUORO superficie ettari, comuni 52, abitanti Presidente Roberto Deriu sede: Piazza Italia, Nuoro tel Aritzo Atzara Austis Belvì Birori Bitti Bolotana Borore Bortigali Desulo Dorgali Dualchi Fonni Gadoni Galtellì Gavoi Irgoli Lei Loculi Lodè Lodine Lula Macomer Mamoiada Meana Sardo Noragugume Nuoro Oliena LEGENDA LEGENDE LEGEND Ollolai Olzai Onanì Onifai Oniferi Orani Orgosolo Orosei Orotelli Ortueri Orune Osidda Ottana Ovodda Posada Sarule Silanus Sindia Siniscola Sorgono Teti Tiana Tonara Torpè superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 55

5 I t i n e r a r i Vista della gola di Su Gorroppu dal Nuraghe Mereu. MONTE NOVO SAN GIOVANNI NURAGHE MEREU ORGOSOLO Testo e foto di Pasquale Capone

6 fino agli anni Trenta Altissimi lecci secolari in località Sas Baddes. Foresta demaniale di Montes. 58 era il famigerato rifugio dei più noti banditi di Orgosolo I t i n e r a r i I l Supramonte è un vasto altopiano calcareo che dai territori dei paesi barbaricini di Oliena, Orgosolo e Dorgali giunge fino al mare del golfo di Orosei. Nel territorio orgolese si effettuerà l escursione che ci porterà in uno dei punti più famosi del Supramonte dove si trovano il Monte Novo San Giovanni, la foresta di Sas Baddes e il nuraghe Mereu, luoghi ove sopravvive una fauna di straordinario interesse: aquile e rapaci vari, mufloni, gatti selvatici, volpi e cinghiali. Il tragitto è percorribile solo in fuoristrada mentre per la visita a Monte Novo e Nuraghe Mereu bisogna fare una piccola camminata, il tutto per una distanza di circa 20 km a/r. Da Orgosolo prendiamo la strada che ci porta all altopiano di Pratobello per raggiungere sempre su asfalto la foresta demaniale di Montes, parte del Supramonte e cioè di una delle aree più belle del parco nazionale del Gennargentu. Alla caserma della forestale termina l asfalto ed inizia lo sterrato in salita che, percorrendo l interno del bosco, raggiunge Funtana Bona. È questa la sorgente dalla quale prende origine il fiume Cedrino che sorge sotto la possente mole calcarea del Monte Fumai, un rilievo calcareo dolomitico ricchissimo di grotte e anfratti, e che fino agli anni Trenta era il famigerato rifugio dei più noti banditi di Orgosolo. Superata la sorgente, si prosegue in salita, con ampie vedute sulla valle di Montes, e si arriva ad un bosco di conifere a breve distanza dal Monte Novo San Giovanni. Lasciata l auto è possibile risalire il torrione percorrendo un sentiero che si arrampica tra le rocce e dopo una scalinata naturale in breve si raggiunge la cima. Dall alto è possibile dominare quasi tutto il Supramonte; la vista spazia da Monte Corrasi alla Gola di Gorroppu, da Urzulei a Dorgali sino alle campagne di Talana e Villagrande. Sopra la cima è situata una costruzione in legno che viene utilizzata nel periodo estivo come vedetta per gli incendi. Lasciato il Monte Novo San Giovanni si prosegue lungo la strada in discesa per giungere nel fondo valle. Ad Est, dopo una breve salita, si arriva in uno splendido bosco nel quale si trovano gli ovili di Bau e S Eni contornati da radure e ancora oggi frequentati dai pastori. Oltre l ovile la strada si addentra nel fitto bosco dove è possibile vedere nel periodo primaverile la fioritura delle peonie (rosa di monte). Il sentiero corre per un buon tratto in piano, sempre dentro il bosco e alla boscosa valle di Badde Tureddu ove arriviamo ad una sorgente posta vicino a una bellissima pinnetta (tipica costruzione usata dai pastori). Il cammino continua fino a fondovalle, quindi si risale a quota 889 m per poi ridiscendere, percorrendo una ampia e comoda strada verso la zona di Sa Serapida. Da qui, in leggera salita attraverso il bosco selvaggio di Sos Campidanesos e dopo Badd e S Esca in discesa, arriviamo a Campu Su Mudrecu: ampio e spoglio pianoro delimitato da lecci e ginepri di notevole dimensione. In questa località si era sviluppato il gigantesco incendio che, negli anni Trenta, aveva devastato l altopiano di Fonni fino a Monte Novo. Percorso il pianoro oltre un grosso ginepro, parte sulla destra una sterrata che si addentra nello splendido bosco di Sas Baddes, celebre per i grandi esemplari di lecci secolari alti decine di metri nel quale si aprono magnifiche radure erboree ed in breve si arriva all ampia radura di Campu Su Disterru. Il pianoro prende il nome dall omonima voragine che si trova nel lato meridionale su un piccolo rilievo: è profondo circa 90 metri e sul suo fondo si trova un limpido laghetto. Lasciata la radura ritorniamo indietro sino al grosso ginepro e svoltato a destra ci inoltriamo in un immensa foresta di lecci all interno della quale si procede sino alla località Badu Loisi dove termina la strada sterrata. Lasciata l auto in corrispondenza di due lecci (sulla sinistra tornando indietro di 50 metri) il sentierino si inserisce in un fitto bosco e dopo aver attraversato alcune radure e 30 minuti di camminata a piedi si giunge al Nuraghe Mereu. Il Nuraghe, costruito in blocchi di calcare bianco, si eleva in uno dei punti più affascinanti del Supramonte a dominio delle profonde gole del Flumineddu, prima che lo stesso si inserisca nell orrido di Gorroppu. Più in basso, a breve distanza in linea d aria si vedono il Nuraghe di Gorroppu ed il circostante fittissimo bosco, mentre verso Est è visibile Campos Bargios in territorio di Urzulei. Terminata la visita del Nuraghe è pertanto consigliabile ripercorrere il sentiero dell andata prima del sopraggiungere dell oscurità, giacchè è necessario almeno un ora di fuoristrada prima di arrivare alla casermetta forestale di Funtana Bona. Dall alto di Monte Novo San Giovanni è possibile dominare quasi tutto il Supramonte. Il nuraghe Mereu costruito con blocchi di calcareo bianco. in alto a sinistra: La voragine di Su disterru profonda circa 90 m. 59

7 provincia OG OGLIASTRA LA PROVINCIA DI OGLIASTRA superficie ettari, comuni 23, abitanti Presidente Piero Carta sede provvisoria: Zona Scala e Murta (ingresso Vigili del fuoco) Lanusei tel fax Arzana Barisardo Baunei Cardedu Elini Gairo Girasole Ilbono Jerzu Lanusei Loceri Lotzorai Osini Perdasdefogu Seui Talana Tertenia Tortolì Triei Ulassai Urzulei Ussassai Villagrande Strisaili LEGENDA LEGENDE LEGEND superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 61

8 I t i n e r a r i Peonie tra la nebbia. Una fila di ontani lungo il ruscello rappresenta l'alta vegetazione nella parte alta del tragitto. Testo e foto di Pasquale Capone PUNTA LA MARMORA I l Gennargentu, il cui nome deriva da Janna Argenti (porta d argento) o porta del vento presenta l unico paesaggio veramente montano della Sardegna. È il più alto massiccio della Sardegna, dove Punta La Marmora con i suoi m d altezza è la cima più elevata. Siamo nella pietraia, il Un escursione in questo paesaggio lontano dalla costa e dai rumori della città rappresenta sicuramente un alternativa che lascia l escursionista, una volta raggiunta la vetta, veramente soddisfatto tratto piu brutto della discesa. nonostante la fatica della salita. Il tempo migliore per effettuare l escursione è la primavera inoltrata per non rischiare di essere sorpreso da un improvviso cambiamento del tempo o dal sopraggiungere improvviso di 62 nuvole piuttosto basse e dunque rischiare di perdere l orientamento o come è successo a me di non poter salire in vetta. In questo periodo la temperatura non è eccessivamente calda e il paesaggio è ricco di colori. Il punto di partenza per punta La Marmora sarà dal versante di Villanova Strisaili lungo la statale 389, la Nuoro-Lanusei, all altezza della cantoniera di Pira e Onni alcuni km dopo la galleria di Corre e boi. Dalla cantoniera si prende la strada, piuttosto mal ridotta, (un tempo era completamente asfaltata), e che attraversa la statale 389 e, in leggera salita, conduce dopo 2 km ad un pianoro dove sono presenti numerosi ginepri. Proprio al culmine della salita si svolta sulla destra, lasciando l asfalto e iniziando uno sterrato: dopo 1 km si affronterà un secco tornante che in ripida ascesa ci condurrà nella località Arcu e Zippiri. Percorso un breve tratto in pianura arriviamo in località Sa Semida dove è possibile osservare un campo in cui sono presenti numerose peonie tra cui la bellissima rosa di montagna con i petali vellutati. Ci voltiamo intorno e possiamo constatare che questi fiori sono presenti per un lungo raggio dando un tocco di colore al verde dei prati. Dopo aver scattato alcune foto risaliamo sul fuoristrada per riprendere la strada che in un susseguirsi di saliscendi, con alcuni passaggi piuttosto stretti ci condurrà ad una sorgente nei pressi di un ovile, in località Sa Luna. Riforniti di acqua e percorsi alcuni chilo- L'ultimo tratto pianeggiante prima della vetta. 63

9 I t i n e r a r i metri la strada attraversa un ruscello; dopo averlo guadato ci si ferma un centinaio di metri più avanti lasciando la macchina per iniziare la salita a piedi. Caricato sulle spalle un piccolo zaino con dei viveri e una borraccia d acqua si percorre la prima parte del sentiero su un tratto quasi pianeggiante costeggiando alla nostra sinistra un copioso corso d acqua, in precedenza da noi attraversato. Arrivati nei pressi di un grosso albero di ciliegio attraversiamo il ruscello, constatando che il percorso da questo punto assumerà una pendenza maggiore. Il bosco costituito da lecci, ginepri e tassi sarà sostituito da una bassa vegetazione e per un breve tratto seguiremo il corso d acqua con i lunghi filari di ontani situato alla nostra destra. Dopo una ventina di minuti ci allontaniamo dal corso d acqua spostandoci verso la nostra sinistra e seguendo a vista la cima. Tenteremo di non andare in linea retta ma procedendo a zig-zag lungo i vari sentieri segnati dagli animali e facendo in modo di rendere la salita meno dura. Man mano che si sale si notano ancora le peonie e in alto la specie più caratteristica del Gennargentu: la grande genziana maggiore dai fiori gialli che è possibile trovare solo nella parte più alta. Per ciò che riguarda la fauna è possibile incontrare sia dei branchi di cavalli selvaggi che dei mufloni che nel periodo caldo cercano un pò di refrigerio in queste alture. Dopo due ore abbondanti di salita si passa sopra un tratto dove sono presenti numerosi massi franati e in cui è neccessario stare molto attenti alle caviglie. Ormai siamo quasi in vetta. Terminata la pietraia ci troviamo sopra un pianoro da dove è possibile distinguere la grande croce posta nel punto più alto. Arrivati in cima lo spettacolo è mozzafiato. Siamo a m e come disse il La Marmora: è difficile descrivere la vista che si gode da questo punto, basti dire che si vede il mare da tre lati diversi dell isola. Verso nord la catena traversale del monte Limbara, che copre la vista dello stretto di Bonifacio e impedisce di vedere il mare da questa parte, forma un primo diaframma a tutta la grande massa della Corsica, la quale vista da qui sembra tutt una con la Sardegna. è difficile descrivere la vista che si gode da questo punto, basti dire che si vede il mare da tre lati diversi dell isola Un gruppo di cavalli allo stato brado incontrati a metà del nostro percorso. Peonia selvatica. Nella pagina accanto: in questo tratto della pietraia bisogna stare attenti alle caviglie. Un tratto della salita piuttosto impegnativa. 64

10 provincia OR ORISTANO LEGENDA LEGENDE LEGEND LA PROVINCIA DI ORISTANO superficie ettari, comuni 88, abitanti Presidente Pasquale Onida sede: Via Carboni Oristano tel Abbasanta Aidomaggiore Albagiara Ales Allai Arborea Ardauli Assolo Asuni Baradili Baratili San Pietro Baressa Bauladu Bidonì Bonarcado Boroneddu Bosa Busachi Cabras Cuglieri Curcuris Flussio Fordongianus Genoni Ghilarza Gonnoscodina Gonnosnò Gonnostramatza Laconi Magomadas Marrubiu Masullas Milis Modolo Mogorella Mogoro Montresta Morgongiori Narbolia Neoneli Norbello Nughedu S. Vittoria Nurachi Nureci Ollastra Oristano Palmas Arborea Pau Paulilatino Pompu Riola Sardo Ruinas S. Nicolò Arcidano Sagama Samugheo San Vero Milis Santa Giusta Santulussurgiu Scano Montiferro Sedilo Seneghe Senis Sennariolo Siamaggiore Siamanna Siapiccia Simala Simaxis Sini Siris Soddì Solarussa Sorradile Suni Tadasuni Terralba Tinnura Tramatza Tresnuraghes Ula Tirso Uras Usellus Villa S. Antonio Villanova Truschedu Villaurbana Villaverde Zeddiani Zerfaliu superstrada, con uscita Schnellstraße, mit Ausfahrt motorway, with exit strada a percorrenza veloce, senza spartitraffico Einbahnige Schnellstraße rapid way strada statale Bundesstraße hightway strada asfaltata Asphaltierte Straße paved road strada non asfaltata Nicht asphaltierte Straße unpaved road distanze chilometriche Entfemungen in Kilometer distances in km traghetto Fähre ferry-boat linea di navigazione Schiffahrtslinie motorship-line faro, fanale Leuchtturm, feuer lighthouse, beacon porto Hafen port ferrovia, con stazione Einsenbahn, mit Bahnohof railway, with station aeroporto Flughafen airport campeggio Zeltplatz camping rifugio montano Berghütte mountain hotel nuraghe nuraghe nuraghe zona archeologica Ausgrabungsstätte archeological excavation torre Turn tower rocca Schloß, Burg castel, fortress Abbazia Abtei abbey grotta Höhle cavern spiaggia attrezzata Bewachter strand guarded beach confine di provincia Provinzgrenze provincial boundary acque Gewässer waters monte Berg mount altitudine Höhe spot elevation bosco Wald wood parco naturale Naturpark natural park Copyright Mare nostrum editrice. Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata dalla legge. Nessuna parte di questa cartina può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l autorizzazione scritta dell editore. 67

11 f e s t e e f o l k l o r e La confraternita del Carmine arriva sul piazzale prospiciente la basilica di Santa Maria della Neve. LA SETTIMANA SANTA CUGLIERI Testo e foto di Antonio Mannu

12 f e s t e e f o l k l o r e C uglieri sorge su una collina a breve distanza dal mare, circondato da oliveti, frutteti ed orti. Con i suoi 3200 abitanti, ma soprattutto con la sua storia, è indubbiamente il principale centro abitato della regione del Montiferru. Probabilmente fondato da abitanti della zona costiera che cercavano di scampare alle incursioni dei Saraceni, nel medioevo, il paese venne fortificato con la costruzione del castello di Montiferru, fatto edificare da Ottocorre, fratello del giudice Barisone di Torres. La funzione difensiva del castello venne meno due secoli più tardi, quando, nel 1354, la Sardegna finì sotto il dominio aragonese. Successivamente il paese e il castello conobbero la signoria di diversi feudatari. Durante il regno sabaudo Cuglieri fu eletto a capoluogo di una delle 15 province nelle quali era stata divisa la Sardegna. Oggi, oltre che per la bellezza del territorio circostante, Cuglieri è nota anche per i suggestivi riti della Settimana Santa, caratterizzati dalla presenza di numerose confraternite e, soprattutto, dagli antichi canti sacri, che rendono estremamente interessanti e ricche di fascino le tante cerimonie e processioni che si svolgono durante questo periodo. Le celebrazioni della Settimana Santa iniziano il Mercoledì Santo, con la preparazione dei sepolcri all interno delle chiese dove hanno sede le confraternite. Una cappella viene ornata con fiori, fronde e con i nenneri, piatti sui quali, durante la quaresima, sono stati fatti crescere, in assenza di luce, dei germogli di grano. Si tratta di una pratica antica, pre cristiana, che simboleggia il rinnovo e la rinascita. Oggi i nenneri intendono celebrare la resurrezione di Cristo. Al centro dei sepolcri viene sistemata un urna nella quale verrà posto il Santissimo Sacramento. Insieme ai canti sacri le confraternite sono le principali protagoniste delle celebrazioni. Attualmente sono cinque: il Rosario, Santa Croce, l Addolorata, il Carmine e San Giovanni Battista. La prima, nata nel 1675 per volontà dei padri Domenicani, occupa l oratorio della basilica di Santa Maria dellla Neve. L abito è formato da gonna e camicia bianche, una cintura nera in vita ed una mantella dello stesso colore, con un cappuccio bianco che, come per tutte le altre confraternite, viene indossato solo in occasione dei riti della Settimana Santa e dei funerali. Il priore porta sul petto una medaglia che raffigura la Vergine del Rosario, assisa tra Santa Caterina da Siena e San Domenico. Durante le processioni portano l effigie di Santa Maria Cleofe. L Arciconfraternita della Santa Croce ha sede presso la chiesa di Santa Silvana, oggi detta di Santa Croce. La sua fondazione risale alla meta del L abito è composto da camicia e gonna bianche, una cintura rossa con un fiocco sulla sinistra, cappuccio bianco. Il priore di Santa Croce ha appuntato sulla camicia un medaglione sul quale è rappresentato il Cristo sul Golgota. Portano in processione la statua di Maria Maddalena. L Arciconfraternita dell Addolorata, detta anche delle Grazie, pare sia comparsa nel 1540 ad opera dei Padri Servi di Maria: in quell anno i Padri occuparono il terreno dove oggi sorgono il convento e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, tuttora sede della confraternita. L abito è composto dalla gonna con camicia bianca, dal solito cappuccio di rinnovo e la rinascita identico colore, da uno scapolare e da una cinta neri. La cintura ha un fiocco nero a sinistra. Portano in processione la statua Si tratta di una pratica antica, pre cristiana, che simboleggia il dell Addolorata trafitta dai sette pugnali. La confraternita del Carmine, o del Carmelo, nasce per ordine di papa Clemente XI nel L abito è essenzialmente identico a quelli sopra descritti, ma con scapolare e cintura color viola. La statua di questa confraternita è quella di Santa Veronica. Il primo documento in cui si tratta della confraternita di San Giovanni Battista risale al 1861, anche se si pensa che le sue origini siano più remote. Dopo l arrivo dei Padri Gesuiti a Cuglieri, verso il 1930, fu soppressa, per essere poi ricostituita nel L abito è composto da gonna e camicia bianche, scapolare grigio, mantella rossa e cintura rossa con un cordone sulla sinistra. Durante la Settimana Santa, ed in occasione dei funerali, i confratelli indossano un capello rosso a falde larghe. Il priore ha una cintura bianca e una medaglia lignea che raffigura il Battista bambino, in compagnia di un agnello che rappresenta Gesù. Sotto le vesti porta appesa una croce di legno. In processione portano la statua di Santa Marta. Sino al 1914 esisteva anche la confraternita della Misericordia, nata probabilmente sul finire del Per quanto riguarda il canto sacro, in passato, e sino a qualche decennio fa, vi erano nel paese molti cantori. Questo permetteva ad ogni confraternita di avere il proprio coro che, seguendo l effigie della sua congregazione, intonava i canti della passione. Il repertorio é costituito essenzialmente dallo Stabat Mater, che viene eseguito nelle varianti Semplice e Sequentia, dal Miserere, dalla tredicina di S. Antonio da Padova e dal Te Deum. La tipologia del canto di Cuglieri, sia per quanto riguarda il repertorio sacro che quello profano, è quella del canto a cuncordu, una modalità canora che ha le sue origini nell incontro tra l antichissimo canto dei pastori, il cosiddetto canto a tenores, e la polifonia religiosa più colta, in particolare il canto gregoriano e bizantino. Un tempo a Cuglieri, oltre a su cuncordu, maggiormente praticato dalla classe artigiana, si cantava anche a tenores. La forte influenza della chiesa e la conseguente, già menzionata presenza di numerosi cori e cantori dediti alla forma a cuncordu, unitamente alla ricchezza del repertorio profano di questa modalità di canto, ha probabilmente portato alla scomparsa del canto a tenores. Occorre però aggiungere che, di tutti i centri sardi in cui si pratica il canto a cuncordu, Cuglieri è probabilmente quello in cui sono più forti le remi- Giovanissimi membri della confraternita di San Giovanni Battista, durante una pausa delle celebrazioni, corrono all interno della chiesa sede del sodalizio. Un confratello, dell Arciconfraternita dell Addolorata, sostiene un cero durante una delle funzioni religiose celebrate all interno della basilica di Santa Maria della Neve. Un momento della lavanda dei piedi una cerimonia che si celebra il giorno del Giovedì Santo, per ricordare il gesto analogo compiuto da Gesù. 70

13 f e s t e e f o l k l o r e La confraternita di San Giovanni Battista in processione. La confraternita del Carmine in processione. 72 nescenze del canto antico e barbaro da cui il cuncordu ha origine. Oltre a questa, una caratteristica che differenzia il canto processionale di Cuglieri da quello di altri centri, è che in questo paese si canta camminando. Tra i diversi cori vi é sempre stato un rapporto di competizione accesa, di sfida e di reciproca gelosia, che a volte sfociava in una forma di vera e propria ostilità. Accade anche oggi, e porta naturalmente con se aspetti negativi, ma non solo. Perché la competizione in primo luogo è segno di forte passione, unita ad una grande considerazione del proprio ruolo di cantori e alla consapevolezza dell importanza, della bellezza e della potenza evocatrice del canto. La competizione porta poi ciascun gruppo a gareggiare nella conservazione della purezza e della genuinità del canto. I cantori, come in passato, vestono abiti civili. Solo per due anni, nel 2001 e nel 2002, hanno vestito un abito simile a quelli indossati dai membri delle diverse confraternite. Il motivo addotto per questa scelta era quello di distinguere i cantori dalla folla che li segue dappresso e che ne rende difficili i movimenti e gli scambi repentini tra i diversi cori che possono avvenire durante le processioni. Appurato il fatto che l istituzione di un nuovo abito non aveva assolutamente risolto il problema ed andava contro una tradizione consolidata, si è tornati a vestire abiti civili. Come già detto la tradizione del canto sacro a Cuglieri è sentita intensamente e la sua trasmissione è considerata dai cantori anziani di enorme importanza. Una decina di anni fa si paventava la fine della tradizione per esaurimento dei protagonisti. Fortunatamente alcuni giovani, all epoca poco più che adolescenti, hanno mostrato di possedere le capacità vocali, l intelligenza musicale, la vivacità culturale che, unite alla indispensabile passione, sono gli ingredienti necessari per diventare cantori. Grazie a loro, e grazie all abnegazione dei vecchi, il prezioso lascito non andrà perduto. Quale sia il significato di questo lascito non è facile spiegare. Bisogna seguire i cantori in processione, ascoltare questo canto antico, barbaro e raffinatissimo. Ascoltarlo, sentirlo, ascoltarlo. Nel vivo delle celebrazioni della Settimana Santa, e della presenza del canto durante le cerimonie e le processioni, si entra il giorno di Giovedì Santo quando, durante la mattinata, vengono celebrate messe in tutte le chiese in cui hanno sede le confraternite. Nel pomeriggio c è il primo incontro: ogni confraternita esce dalla propria sede e, portando in processione la statua propria e le nere croci simbolo di lutto e penitenza, tutte si ritrovano via via lungo le strade del paese, dando vita ad un corteo che si dirige verso la basilica di Santa Maria della Neve. Qui le attendono il parroco e i confratelli del Rosario, che hanno la propria sede in basilica. Viene quindi celebrata la Missa in coena Domini durante la quale si tengono i rituali della lavanda dei piedi e della benedizione dei pani dei poveri. Terminata la funzione le confraternite, accompagnate dal sacerdote e da numerosi fedeli, danno vita alla processione de sas chilcas, che consiste nella visita alle chiese dove sono stati allestiti i sepolcri. Durante la processione c è il primo intervento dei cori che, seguendo il simulacro dell Addolorata, intonano lo Stabat. Ma è il Venerdì Santo per Cuglieri il giorno più ricco di avvenimenti e di celebrazioni. Al mattino, verso le dieci, nella chiesa delle Grazie comincia il rito de S Ingravamentu, la crocifissione, con l apertura della nicchia dove sono conservati la lettiga processionale ed il Cristo ligneo snodato. Il Cristo viene posto dai priori dell Addolorata su una croce, detta sa Rughe Maistra, ed esposto all adorazione dei fedeli presso la cappella del Santo Crocifisso. All adorazione partecipa con grande intensità un fedele che quel giorno, per voto, trasporterà in spalla un altra croce, detta sa Contrarughe, sino alla basilica di Santa Maria della Neve. Naturalmente la chiesa delle Grazie è situata nella parte bassa del paese mentre la basilica si trova sulla sommità estrema di monte Bardosu, la collina sulla quale si sviluppa Cuglieri. Il trasporto de sa Contrarughe comincia intorno alle undici e si svolge a grande velocità, quasi a passo di corsa. Questo per due motivi: sia per rendere meno dura la penitenza al portatore, sia perché alla processione partecipano delle donne che, nell arco dell anno compreso tra il Venerdì Santo e quello precedente, hanno avuto dei lutti in una modalità canora che ha le sue origini famiglia. Queste portano dei lumi che debbono giungere nell incontro tra l antichissimo canto accesi in basilica, dove verranno posati intorno alla croce, prima che questa sia innalzata di fronte alla scalinata centrale della basilica. Dopo il trasporto e la sistemazione della croce penitenziale tutte le confraternite tornano alla chiesa dell Addolorata, da dove parte la processione con il Cristo adagiato sulla croce, coperto da un velo di lino ricamato. Il Crocifisso, preceduto da tutte le confraternite, è seguito dal sacerdote, dal coro che, durante il percorso, intona il Miserere, e dalla folla dei fedeli. Raggiunta la basilica il Cristo viene scoperto ed inizia la predica che descrive il supplizio della crocifissione: mentre il predicatore racconta ai fedeli del momento in cui fu innalzata la croce sul Golgota, sa Rughe Maistra ed il Cristo vengono innalzati ed affiancati a sa Contrarughe. Terminata la predica tutti si congedano, dandosi appuntamento per la sera, sempre presso le Grazie. Da questa chiesa, intorno alle sedici, parte un altra processione, non l ultima della lunga giornata, diretta ancora una volta verso la vetta del colle. Durante questa processione due confratelli, uno di Santa Croce ed uno dell Addolorata, impersonano Nicodemo e Giuseppe d Arimatea, i due personaggi che, secondo i Vangeli, deposero il Cristo dalla croce. I confratelli reggono due vassoi: in uno sono poggiati il martello e le tenaglie che verranno usati durante la deposizione, nell altro una lunga pezza di lino che sarà utilizzata per deporre il Cristo e coprirne le piaghe. Su questo vassoio, una volta ultimato il rito de S Isgravamentu, verranno posati i chiodi che sono stati levati dalle mani e dai piedi del Crocifisso ligneo. Vengono inoltre portate due lunghe scale e sa Littera, ovvero la lettiga sulla quale verrà posto Gesù dopo la deposizione. La processione è formata dei pastori, e la polifonia religiosa più colta L interno della basilica di Santa Maria della Neve, gremito dai fedeli, al termine del rituale de S Ingravamentu. Terminata la deposizione della statua lignea del Crocifisso i chiodi vengono posati su un vassoio. Verranno poi portati in processione, insieme al Cristo adagiato nella lettiga (sa Littera). 73

14 f e s t e e f o l k l o r e La statua di Santa Veronica, portata a spalle dai confratelli del Carmine, fa il suo ingresso in basilica. da tutte le confraternite che però non portano con loro le statue. Ultima nell ordine è la confraternita dell Addolorata, che porta il simulacro della Vergine. Appena davanti alla statua si trovano i confratelli che impersonano Nicodemo e Giuseppe d Arimatea, insieme al penitente che al mattino ha trasportato la falsa croce. Dietro la statua seguono il parroco ed il coro, che intona lo Stabat Mater. Chiude la sfilata sa Littera, portata a spalle e coperta da su Velu. Quando si giunge alla basilica l Addolorata viene posizionata davanti al Cristo ed alla croce ed i cantori eseguono per un ultima volta lo Stabat. Dal pulpito il predicatore comincia la sua orazione, enfatica e potente, che si conclude con la descrizione della deposizione. Questa viene realmente realizzata dai confratelli che impersonano Nicodemo e Giuseppe d Arimatea. Il Cristo deposto, dopo essere stato presentato alla Vergine, viene sistemato nella lettiga e coperto con il velo. I cantori intonano il Miserere e finalmente la processione riparte diretta alla Chiesa delle Grazie. Il Cristo viene riposto dentro il sepolcro. In questo modo il rito si conclude. Segue una lunga serata di canti e più o meno moderate libagioni, che termina a notte fonda. Cuglieri Cuglieri, 3200 abitanti, si trova nella Sardegna occidentale, nella regione del Montiferru e sorge, a 483 m s.l.m. lungo le pendici del colle Bardosu. Il territorio comunale va degradando dalle cime più alte del Montiferru, monte Urtigu e monte S'Ozzu, verso le coste alte e rocciose di Cabu Nieddu, dando vita ad un paesaggio variegato: dai boschi ricchi di fiumi e sorgenti, alle coste marine alte e rocciose di Cabu Nieddu, a quelle calcaree di Santa Caterina e S'Archittu, con lo splendido arco naturale scavato nella candida roccia dal mare, a quelle più basse e ricche di sabbia di Sas Renas. Nella zona marina di Cuglieri sono concentrate anche le testimonianze archeologiche della zona: l' importante area paleocristiana di Cornus, le tombe ipogeiche di Serrugiu e Santa Caterina, le tombe dei giganti e i numerosi nuraghi. La flora del territorio è ricca di entità di interesse fitogeografico e di diverse specie endemiche. Sono presenti formazioni vegetali che testimoniano l'esistenza, nel passato, di specie oggi totalmente estinte nel bacino del mediterraneo. Oltre al leccio e alla roverella, che costituiscono la vegetazione primaria, sono anche presenti l agrifoglio e il tasso. Ci sono poi diverse varietà di castagno ed una vasta coltura di alberi di olivo. Col suo passato di importante centro ecclesiale Cuglieri possiede anche numerose chiese. Degna di nota è la parrocchiale di Santa Maria della Neve, che domina il paese dalla sommità del colle Bardosu. Costruita nel XVII secolo, fu restaurata una prima volta agli inizi dell'800. L'aspetto attuale si deve ad un secondo restauro, effettuato nel Al suo interno si conserva una Madonna in pietra risalente al '400, proveniente dalla chiesa originale, sulle cui rovine sorse l'edificio seicentesco. La leggenda vuole che l'immagine sia stata rinvenuta in una cassa ritrovata sulle spiagge di Santa Caterina di Pittinuri. Oltre alle celebrazioni della Settimana Santa altri appuntamenti sono i festeggiamenti per la Madonna della Neve il 5 agosto, nei quali alle manifestazioni religiose s'accompagnano spettacoli folcloristici e musicali. Altre occasioni di festeggiare vengono offerte dalla Madonna delle Grazie l'8 settembre, Sant'Imbenia il 29 e 30 aprile, San Lorenzo il 10 agosto e San Giovanni il 24 giugno. La seconda domenica di maggio si celebra Santa Caterina. Al sabato l'effigie della santa è posta su un carro che, scortato da cavalieri, viene portato alla borgata marina di Santa Caterina di Pittinuri. Il giorno dopo viene fatto il percorso inverso. Cuglieri è una cittadina prettamente dedicata all'attività pastorale, con numerosi allevamenti di ovini, caprini e bovini. L'attività agricola, oltre a diverse colture orticole, è soprattutto basata sulla coltivazione dell ulivo e la produzione di un ottimo olio che, da alcuni anni, si sta facendo conoscere anche oltre Tirreno, dove ha vinto premi in diverse mostre mercato. L'attività turistica, nonostante Cuglieri abbia una parte rilevante di territorio affacciato sul mare, non è mai decollata in modo compiuto. 74

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