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1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA SALVAGUARDIA del COSTONE ROCCIOSO SOTTOSTANTE IL CASTELLO di FRANCAVILLA di Sicilia Sommario 1. PREMESSA riferimenti normativi INQUaDRAMENTO TERRITORIALE STATO DI FATTO interventi DI progetto GENERALITÀ INTERVENTI PREVISTI

2 1. PREMESSA Il presente progetto preliminare, predisposto ai sensi del D.P.R. n. 207 del 05/10/2010, è volto alla Salvaguardia del costone roccioso sottostante il castello di Francavilla di Sicilia (Me), ritenuta necessaria dalla scrivente amministrazione comunale dati gli eventi franosi e di caduta massi verificatisi recentemente. Dall analisi visiva dei luoghi si evidenziano situazioni di pericolo tali da poter mettere a rischio l incolumità degli abitanti, e per questo motivo l obiettivo principale dell intervento è l eliminazione delle condizioni di rischio cui è sottoposta la zona interessata, costituite dalla presenza di massi instabili e dalla possibilità di ulteriori crolli delle rocce, a causa delle condizioni di fratturazione delle stesse. In considerazione delle pericolosità e del livello di rischio particolarmente elevati, il consolidamento si rende, dunque, assolutamente necessario. L area interessata dallo studio, pur se interessata da rilevanti criticità, ad oggi non è sottoposta a vincolo P.A.I, SIC/ZPS, né è contraddistinto dalla presenza di parchi e riserve come evidenziato nella figura a seguire, dove la zona oggetto di intervento è costituita dall area perimetrata in rosso: Figura 1- ortofoto I fenomeni causa del dissesto di cui alla presente risultano chiaramente e direttamente riconducibili a due fattori: 1. lo stato di allentamento ed alterazione, il rilevante grado di fratturazione delle rocce nell area sottostante il castello, che è interessato da fenomeni di morfogenesi in corso di evoluzione nella quale si rinvengono profonde fratture nel substrato roccioso; tali masse sono distaccate dal costone roccioso e pag. 2 di 7

3 quindi soggette a ribaltamenti e scivolamenti, ed inoltre si manifesta lo sgretolarsi di porzioni rocciose superficiali, causati in massima parte da fenomeni infiltrativi e dalla crescita delle essenze arbustiv. La conseguenza di detti fenomeni è l imminente pericolo di cinematismi e conseguenti rovinose cadute sulle aree e sugli edifici ai piedi del pendio. 2. L'azione erosiva esercitata dal ruscellamento ed infiltrazione delle acque meteoriche, causando l'istaurarsi di un reticolo di drenaggio superficiale. 3. Il precario equilibrio geostatico del versante nel suo insieme. Le scelte progettuali sono, dunque, rivolte alla necessità di perseguire i seguenti obiettivi : - Minimo impatto ambientale e paesaggistico; - Eliminazione dei fenomeni di instabilità locale riguardanti blocchi rocciosi aventi volumetria superiore ad un metro cubo; - Eliminazione dei fenomeni di instabilità diffusa riguardanti blocchi rocciosi aventi volumetria inferiore ad un metro cubo. 2. RIFERIMENTI NORMATIVI Per l esecuzione dei calcoli afferenti agli interventi previsti in progetto si farà riferimento alla Normativa appresso elencata: - D. Lgs 163/06 Codice Dei Contratti Pubblici Di Lavori, Forniture E Servizi ; - D.P.R. 207/10 Regolamento di esecuzione e attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n D.M. 11/03/1988 "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione". - D.M. Infrastrutture 14/01/2008 "Norme tecniche per le costruzioni"; - Circolare 2 febbraio 2009 n 617/CSLLPP. "Istruzioni per /'applicazione delle Nuove Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14/01/2008"; - D.D.G. n del 13/12/2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 2 del 10 gennaio 2014 (Direttive per la redazione degli studi di valutazione della pericolosità derivante da fenomeni di crollo); 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Francavilla di Sicilia è situato in provincia di Messina. La cittadina conta abitanti (01/01/2015 fonte Istat) ed ha una superficie di 82,73 km² per una densità abitativa di 48,18 abitanti pag. 3 di 7

4 ab./km²; Sorge in una zona collinare, posta ad una quota media di 330 m s.l.m. (min max sul territorio comunale); Dal punto di vista dell inquadramento geografico, il territorio comunale è inquadrato nella tavoletta I.G.M. n 613 quadrante IV nord-ovest, e nella cartografia C.T.R. alla sezione , come riportato nell apposito elaborato. Dal punto di vista sismico, il suo territorio ricade entro la zona sismica 2 (zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi, comunque terremoti abbastanza forti) mentre dal punto di vista climatico risulta appartenere alla categoria climatica C. 4. STATO DI FATTO L analisi visiva dei luoghi ha permesso di riscontrare in corrispondenza di più punti lungo la strada comunale situazioni di pericolo di caduta massi dal costone roccioso sottostante l antico Castello Rufo Ruffo a monte dell abitato e precisamente: 1) Pericolo di distacco di porzioni rocciose e caduta massi Figura 2 Relazione spaziale tra il fronte a rischio frana e l abitato della cittadina Dalle foto immediatamente sopra riportata è possibile evincere l entità del rischio di distacco di fronti rocciosi della zona sotto il Castello, che per la morfologia propria del versante, possono rovinare sull abitato; ciò costituisce un rischio rilevante per centinaia di persone ed abitazioni. 2) Pericolo di distacchi del substrato roccioso del Castello con conseguenti cedimenti fondazionali pag. 4 di 7

5 Figura 3, 4 Evidenza dei fronti fratturati sottostanti le vestigia del Castello 3) Le foto sopra riportate inquadrano il rilevante pericolo di distacchi del substrato roccioso sottostante il Castello. Questo fenomeno, caratterizzante la parte bassa della cinta muraria, nel versante in questione, con la possibile conseguenza di cedimenti delle fondazioni delle antiche mura e successivo collasso parziale delle stesse 4) Infine ai medeimi cinematismi in corso di evoluzione, risulta associato pure il rischio di caduta dei singoli blocchi in equilibrio precario ubicati invece nella parte alta del versante stesso, in area complanare e limitrofa al Castello stesso. 5. INTERVENTI DI PROGETTO 5.1 GENERALITÀ I sistemi di consolidamento dei versanti rocciosi più comuni sono costituiti da: pag. 5 di 7

6 - Operazioni di disgaggio e demolizioni le quali consentono di effettuare la pulizia delle pareti rocciose da porzioni di roccia instabili oltreché la demolizione di grossi massi tramite esplosivo o cemento espansivo. - Reti metalliche rinforzate od armate con chiodature e maglia di funi metalliche stesa fra gli ancoraggi; - Rafforzamenti corticali ottenuti dalla cucitura di più pannelli di rete d'acciaio opportunamente vincolati al versante con ancoraggi in barra d'acciaio e/o ancoraggi in fune d'acciaio. - ESECUZIONE di consolidamenti puntuali tramite chiodature passive in barra d'acciaio ed acciai speciali ad alta resistenza, tiranti attivi in trefolo o barra, tiranti in fibra. - modellazione del versante al fine di eliminare la fascia alterata, decompressa e maggiormente fratturata - Barriere paramassi - Rilevati paramassi in terra rinforzata - Sottomurazioni - iniezioni di miscele consolidanti I succitati sistemi possono essere classificati in base alla loro capacità di evitare che un dissesto accada (sistemi attivi) o, diversamente, in base alla loro capacità di mitigare i danni, non incidendo sulla genesi del distacco dei massi (sistemi passivi). I sistemi attivi (tiranti attivi, reti in acciaio elastiche) sono dimensionabili e pretensionabili e, in base alle caratteristiche dei materiali che li compongono, possono acquisire un energia tale che, ridistribuita sul terreno/roccia, impedisca ogni forma di alterazione (erosione), movimento (frana) e distacco (crollo); evitano quindi che un dissesto accada. I sistemi passivi, sia rigidi (valli, gabbionate, reti a maglia esagonale, reti rinforzate con funi, muri, pannelli di rete in fune d acciaio, terre rinforzate, barriere tradizionali, opere di ingegneria naturalistica) che elastici (barriere elastiche e deformabili, briglie in acciaio) servono a dissipare le energie scaturite a seguito dei dissesti ed a contenere i materiali di risulta. Intervengono quindi a dissesto avvenuto per mitigarne i danni, non incidono sulla genesi del distacco dei massi, ma si limitano a controllarne la caduta, evitando così il rischio per le infrastrutture e per la popolazione. 5.2 INTERVENTI PREVISTI Con preciso riferimento alle criticità riportate al paragrafo 4 della presente, a seguire si riportano le soluzioni progettuali adottate per ciascuna delle stesse: 1) PERICOLO di CADUTA MASSI pag. 6 di 7

7 a) disgaggio e demolizione dei blocchi in procinto di cadere, previa estirpazione delle essenze vegetali presenti sul fronte roccioso e messa in sicurezza provvisoria dei fronti da disgaggiare; b) Imbracature con funi ed ancoraggi passivi dei singoli blocchi aventi volumetria superiore al metro cubo; c) rafforzamento corticale per fenomeni diffusi riguardanti blocchi aventi volumetria inferiore al metro cubo mediante pannelli in rete di filo d acciaio opportunamente ancorata al fronte roccioso mediante ancoraggi passivi e funi di ancoraggio; d) Disposizione di barriere paramassi verticali in acciaio, a dissipazione di energia, per la protezione passiva del sottostante abitato. 2) Pericolo di distacchi del substrato roccioso del CASTELLO con conseguenti CEDIMENTI FONDAZIONALI 2) iniezioni di miscele consolidanti a base cementizia, jet grouting, o meglio, con resine espandenti a diffusione libera nel terreno, particolarmente adatta ai terreni a permeabilità bassa, ai fini dell aumento della capacità portante del substrato; 3) sottomurazioni in calcestruzzo per il costipamento del suolo, rivestite di pietra locale. pag. 7 di 7

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