Grazia Aricò L ODORE DEL PANE

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1 Grazia Aricò L ODORE DEL PANE

2 Grazia Aricò, L odore del pane Copyright 2014 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A Trento info@edizionidelfaro.it Prima edizione: novembre 2014 Printed in EU ISBN In copertina: Il forno della nonna (acquerello), Laura de Manzini

3 A Elena, dalla nonna Grazia che è e sarà sempre con te, per sostenerti.

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5 Una volta sognai di raccontare delle storie e di sentire qualcuno che mi toccava affettuosamente il piede per incoraggiarmi. Abbassai lo sguardo e scoprii di trovarmi sulle spalle di una vecchia che mi teneva forte le caviglie e mi sorrideva ( ) Vidi che lei stava sulle spalle di una donna ancora più vecchia, che stava sulle spalle di una donna col mantello, che stava sulle spalle di un altra anima, che stava sulle spalle Il nutrimento per la narrazione viene da loro che se ne sono andate. Il narrare o ascoltare storie trae il suo potere da una colonna di umanità unita attraverso il tempo e lo spazio. Clarissa Pinkola Estés

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7 L ODORE DEL PANE

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9 PREFAZIONE Ho voluto scrivere questa prefazione, nonostante i miei limitati mezzi letterari, inariditi da lunghi anni di lettere burocratiche, perché purtroppo ora solo io posso descrivere la genesi e il senso intimo de l odore del pane. Quando nel 2011 scomparvero improvvisamente e prematuramente entrambi i miei suoceri, nel dolore avvertii anche grande pena e dispiacere per mia figlia, che non avrebbe potuto crescere ascoltando i racconti di famiglia, narrati dalle voci calde e buone dei nonni. Fu così che chiesi alla mamma, quasi presentissi il suo brutale destino, di scrivere qualcosa per la mia bambina, affinché potesse un giorno sapere anche dei suoi avi siciliani. La mamma accolse con entusiasmo la richiesta e in pochi mesi sfornò questo racconto tipicamente suo, caratterizzato dai suoi toni pittorici, dalla prosa semplice e fluente che culmina inevitabilmente in immagini poetiche, pervase dalla luce abbagliante e vivificante della Sicilia. 11

10 Si tratta di una serie di racconti (corrispondenti ad alcuni dei suoi viaggi dal continente alle falde dell Etna) dai quali emerge come figura principale la sua nonna paterna: Maria Grazia Aricò! Questa raccolta è dunque dedicata a mia figlia Elena con la quale la mamma aveva un rapporto speciale, di affinità e comprensione profonda, tanto che le sue ultime parole a me rivolte, il giorno prima di morire, sono state: mi raccomando quella bambina! Credo che questo racconto, per le motivazioni alla sua origine e per i suoi contenuti, sancisca l importanza della memoria e di ogni aspetto del ricordare, raccontare, trasmettere: è incredibile la quantità di dettagli, vividi come fossero appartenenti al presente, che la mamma ha saputo ritrovare e tramandarci; è sorprendente come appaia nitido il filo sottile che lega e accomuna la mia bisnonna Maria Grazia alla mia bambina Elena! Devo dire che mi sento estremamente ricca (e, forse, un po meno sola) grazie al patrimonio vastissimo di scritti che la mamma ha lasciato e che intendo far conoscere e divulgare con tutte le mie forze! Laura de Manzini 12

11 VIAGGIO IN SICILIA L a prima volta che feci un viaggio in Sicilia dai nonni dovevo avere pochi anni forse due o tre, la guerra era finita da poco e mio padre voleva rivedere la sorella, la zia Mariuccia che, durante la guerra, era rimasta bloccata su in montagna da noi, a causa della linea gotica che tagliava in due la penisola, ed era ripartita per la Sicilia con un camion subito dopo l 8 settembre. Aveva attraversato tutta l Italia con i più svariati mezzi di fortuna impiegandoci più di un mese, naturale il desiderio di papà di rivedere lei e i suoi genitori, anche perché i nonni avevano già visto mio fratello di pochi mesi (erano scesi in Sicilia per far conoscere l erede, la guerra c era già, ma laggiù tutto sembrava tranquillo!), non me invece, nata in pieno 1944, in zona di occupazione tedesca e di guerra partigiana. Tuttavia io non ho nessun ricordo personale di quel viaggio, se non forse una impressione olfattiva lega- 13

12 ta allo stanzino dispensa dei nonni, dove l odore forte dell olio, conservato in una grande giara, si mescolava a quello delle arance e dei fichi secchi posti su una griglia e delle mandorle tenute in un grande sacco di juta dove so di aver tuffato più volte le manine ma oltre a questo nulla! Il mio primo ricordo chiaro risale alla tarda estate del 50, avevo compiuto sei anni, andavamo dai nonni di Sicilia, ma la mia maggiore preoccupazione era quella di tornare in tempo per la scuola! Papà ci fece partire col buio con l auto di Fino, una macchinona con sei posti che conoscevo già per la gita dei quattro passi fatta l estate prima: bisognava andare ad Agordo a prendere il trenino per Sedico-Bribano, dove c era la coincidenza per Mestre. Non sapevamo certo che quello sarebbe stato uno degli ultimi viaggi con quel treno, detto anche il treno delle miniere: la linea era stata voluta dalla Montecatini per il trasporto della calcopirite che si estraeva nelle miniere della zona. Progettata e realizzata in due anni, la linea ferroviaria l 11 gennaio del 1925 aveva iniziato anche un servizio regolare di treni viaggiatori, tra Agordo e Bribano con fermata in tutte le stazioni (tranne Peron che era facoltativa!), ponendo fine all isolamento di tutta quella parte di Dolomiti agordine, che da allora incominciarono ad aprirsi al turismo. Ma nel 1955 per il calo di rendimento delle miniere di pirite e lo sviluppo del trasporto su gomma, la ferrovia di Agordo fu soppressa e di essa restarono ponti, portali, caselli, gallerie, stazioni e tanta nostalgia in tutti. 14