Congresso Internazionale Ambiente e Identità in Mediterraneo (Congrès International EIM 2002) Corte, 3-5 luglio 2002

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1 STUDI PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLA FASCIA MARINA COSTIERA DELLA SARDEGNA: STAGIONALITA DEL FITOPLANCTON E DEI NUTRIENTI NELL AREA PROSPICIENTE SANTA TERESA DI GALLURA (NORD SARDEGNA). Antonella Lugliè *, Anna Maria Bazzoni *, Yelda Aktan ** e Nicola Sechi * * Dipartimento di Botanica ed Ecologia vegetale, Università di Sassari, Italia ** Faculty of Aquatic Products, Istanbul University, Turkey RIASSUNTO Questo lavoro, che riporta gli andamenti stagionali del fitoplancton e di alcuni parametri ambientali (temperatura, salinità e nutrienti) e chimici (azoto inorganico, fosforo reattivo e totale) rilevati in tre cicli annuali (1997/98, 1999/00, 2000/01) nella zona antistante Santa Teresa di Gallura (Nord Sardegna), rappresenta un contributo alla caratterizzazione della fascia marina costiera della Sardegna ed un ampliamento delle conoscenze sugli ambienti compresi in questa zona, maggiormente soggetta alle influenze delle attività svolte dall uomo sia nei territori retrostanti (centri urbani, industriali, agricoltura, allevamento, ecc.) che in maniera diretta (pesca, acquicoltura, turismo, navigazione diportuale e no, attività portuali, ecc.). I campionamenti sono stati svolti stagionalmente su tre stazioni poste a 500, 1000, 3000 m dalla costa lungo un transetto in corrispondenza dell uscita del porto di Santa Teresa di Gallura. Le concentrazioni medie annuali dei nutrienti nelle diverse stazioni sono state basse, comprese per il fosforo totale tra 0,04 µm P e 0,18 µm P e per l azoto inorganico tra 0,57 µm N e 0,78 µm N. Anche lo sviluppo del fitoplancton è stato limitato, con medie annuali per la clorofilla a tra 0,12 µg l -1 e 0,28 µg l -1 e per la densità totale tra 83 x 10 3 cell. l -1 e 279 x 10 3 cell. l -1. La composizione per classi algali ha evidenziato alcune differenze nei singoli anni, con una predominanza nel primo di Ultraplancton e Prymnesiophyceae, nel secondo e nel terzo di Ultraplancton e Bacillariophyceae. L insieme dei risultati, sebbene ottenuti con controlli a cadenza stagionale e interessanti un numero limitato di stazioni, hanno delineato un quadro di elevata qualità dell acqua, almeno per quanto concerne lo stato trofico. Questa valutazione è compatibile con il basso apporto di nutrienti dai territori retrostanti, nonostante l intenso flusso turistico estivo, e con l alto idrodinamismo dell area, strettamente dipendente dalla sua localizzazione geografica e dalle intense correnti che la interessano. ABSTRACT This work reports the seasonal trend of phytoplankton and some environmental (temperature, salinity and nutrients) and chemical (inorganic nitrogen, total and reactive phosphorus) parameters detected during three annual cycles ( , , ) in the area in front of Santa Teresa di Gallura (North Sardinia). It is a contribution to characterise the Sardinian marine shores and an increase in our knowledge of environments of this area strongly subject to the influences of human activities both at the back zone (urban, industrial, agricultural, farming sites and others) and directly (fishing, aquaculture, tourism, recreation boating, harbour activities and others). Samplings were taken every three months at stations located 500, 1000 and 3000 m from the coast, across a transect close to the outlet of the harbour of Santa Teresa di Gallura. Mean annual concentrations of nutrients at the different stations were low, from 0.04 µm P and 0.18 µm P for phosphorous and from 0.57 µm N and 0.78 µm N for inorganic nitrogen. The phytoplankton development was also low, with annual mean between 0.12 µg l -1 and 0.28 µg l -1 for chlorophyll a and between cells l -1 and cells l -1 for total density. Algal class composition highlighted some differences during the single years, with a predominance of Ultraplankton and Prymnesiophyceae in the first year and Ultraplankton and Bacillariophyceae in the second and third year. The results all together, although they were obtained by seasonal controls and at not many stations, outlined high quality water at least relating to the trophic status. This assessment is consistent with the low supply of nutrients from the area lying behind, in spite of the intense tourist flow in summer, and the high hydrodynamism of this area strictly depending on its geographic position and strong currents. INTRODUZIONE La fascia marina costiera è un area ad alto interesse economico, scientifico e culturale: è una zona in cui si esercitano in maniera diretta molte attività umane (pesca, acquicoltura, turismo, navigazione diportuale e no, attività portuali, ecc.), è quella che più risente delle conseguenze di azioni svolte nella vicina area terrestre (centri urbani, industriali, agricoltura, allevamento, ecc.) e che, dal punto di vista ambientale, presenta la maggior varietà di habitat, in cui compiono il loro ciclo vitale un gran numero di specie. La necessità di conciliare l impatto umano, la stessa storia dell uomo e dei suoi insediamenti costieri, con 1

2 condizioni ambientali inalterate o minimamente modificate, richiede l allestimento di piani di gestione e salvaguardia, capaci di garantire la valorizzazione delle diverse aree, mirando all ottimizzazione nell utilizzo delle risorse e considerando l uomo come presenza imprescindibile e caratterizzante l area stessa. Nel bacino mediterraneo, per le sue intrinseche caratteristiche, le acque costiere costituiscono una porzione rilevante, sulla quale agisce una presenza antropica estesa, che da sempre è stata capace d influenzarne le qualità, con diverse gradazioni delle modificazioni delle condizioni naturali in rapporto alle pressioni esercitate, al tipo d azione svolta ed alle caratteristiche proprie della zona. Per tali motivi, la programmazione ed attuazione di piani gestionali richiedono una base conoscitiva ampia, che rispecchi la specificità dei siti e che, contemporaneamente, collochi l area nel contesto generale d appartenenza. L approccio di studio non può essere che olistico, con l integrazione dinamica delle componenti e la contestualizzazione di ogni azione programmatica al luogo considerato. Contemporaneamente al riconoscimento delle specificità areali nell ambito dei territori coinvolti, è necessaria la definizione di una rete d acquisizione delle conoscenze attraverso l attuazione di un sistema di monitoraggio scientifico. In rapporto alle variabili indagate, possono essere seguiti diversi protocolli, caratterizzati da differenti scansioni temporali e spaziali dei controlli, in rapporto al dettaglio delle informazioni che si vuole ottenere. Da diversi anni la fascia costiera della Sardegna è sottoposta ad un programma di monitoraggio, finalizzato sia all ampliamento delle conoscenze su questi ambienti, sinora piuttosto limitate, soprattutto per quel che concerne il plancton e la chimica dell acqua (Solazzi e Tolomio, 1976; Ceppodomo et al., 1978a, b; Ceppodomo et al., 1979a, b; Sechi et al., 1979, 1998; Tolomio et al., 1989; Sannio et al., 1996; Sechi e Cossu, 1996; Lugliè et al., 2001), che ad una valutazione della loro qualità. Questo lavoro, che riporta i dati stagionali del fitoplancton e di alcuni parametri ambientali (temperatura, salinità e nutrienti) su tre cicli annuali (1997/98, 1999/00, 2000/01) rilevati nella zona antistante Santa Teresa di Gallura (Nord Sardegna), rappresenta un contributo alla caratterizzazione della fascia marina costiera della Sardegna. In particolare gli obiettivi del lavoro sono quelli di (a) delineare un quadro delle condizioni ecologiche di base della zona considerata, che è compresa nel costituendo parco internazionale di La Maddalena e delle Bocche di Bonifacio, (b) verificare l entità, su scala stagionale, dell impatto che l intenso flusso turistico e diportuale (soprattutto estivo) può esercitare, (c) individuare eventuali sostanziali differenze rispetto ai pochi dati pregressi relativi a questa zona (Solazzi e Tolomio, 1976), (d) verificare la presenza di specificità del fitoplancton legate alla zona considerata rispetto ad altre zone della Sardegna. AREA E METODI DI STUDIO Santa Teresa di Gallura, localizzata all estremità settentrionale della Sardegna (Fig. 1), si affaccia sullo stretto delle Bocche di Bonifacio ed è inserita nel parco internazionale di La Maddalena e delle Bocche di Bonifacio (Maciocco, 1997). Il territorio retrostante l area marina considerata ha una vocazione prevalentemente turistica. Il numero di residenti, che durante l estate arriva sino alle unità per l intenso flusso turistico, negli altri periodi dell anno è di circa 4500 abitanti. È presente un porto turistico, con 600 posti barca, con la massima presenza d imbarcazioni e di movimento diportuale nei mesi estivi. L area considerata, similmente a quanto avviene in tutti gli stretti, è interessata da un intenso sistema di correnti. I campionamenti sono stati svolti, con cadenza stagionale, su tre stazioni poste a 500 m (con un corrispondente fondale di 12 m), 1000 m (con un corrispondente fondale di 24 m) e 3000 m (con un corrispondente fondale di 67 m) dalla costa lungo un transetto in corrispondenza dell uscita del porto di Santa Teresa di Gallura (Fig. 1). Le analisi del fitoplancton, eseguite secondo Utermöhl (1958), sono state effettuate sulle acque superficiali (prelevate a circa 0,50 cm dalla superficie) per le quali sono stati anche valutati l'azoto inorganico (azoto ammoniacale, nitroso e nitrico), il fosforo reattivo e totale (tutti analizzati secondo Strickland e Parsons, 1972). La temperatura, la salinità e la clorofilla a fluorimetrica sono stati rilevati con una sonda multiparametrica Idromar. Le densità cellulari del 2

3 fitoplancton sono state valutate su 100 ml di campione fissato con formalina al 4% neutralizzata, conteggiando almeno il 10% dei campi del fondo della vaschetta di sedimentazione, con ingrandimenti del 200x e 400x con un microscopio rovesciato Zeiss (mod. Axiovert 25). Per le determinazioni sono state usate le chiavi di Taylor (1987), Sournia (1986), Round e Chapman (1993), Tomas (1997), Rampi e Bernard (1978, 1980, 1981), Huber-Pestalozzi, (1938/1983) ed è stato seguito lo schema tassonomico di Van den Hoek et al. (1995). RISULTATI La temperatura media annua (Tab. 1, Fig. 2) è stata sensibilmente più alta nel 2000/01 (media del transetto 19,5 C, rispetto a 18,7 C del 1997/98 e 18,2 C del 1999/00), come conseguenza di valori nei campionamenti invernale e, soprattutto, primaverile, decisamente maggiori che negli altri anni. I minimi annuali, tra 13,7 C e 15,5 C, sono stati riscontrati nei controlli invernali, tranne che nel primo ciclo (campionamento primaverile); i massimi, tra 21,7 C e 23,9 C, sono stati registrati nelle date autunnali, ad eccezione che nella primavera 2000/01 a 3000 m dalla costa (21,7 C). Non è stato rilevato nessun particolare andamento nelle tre stazioni, i cui valori, in ogni campionamento, sono stati simili. Anche la salinità media annuale (Tab. 1, Fig. 2) è stata leggermente maggiore nell ultimo anno d indagine (media del transetto 38 contro 37,9 del 1997/98 e 37,7 del 1999/00), come risultato di valori mediamente più alti in tutti i campionamenti. Nel 1997/98, i massimi delle tre stazioni sono stati riscontrati in inverno (massimo di 38,05 a 500 m), nel secondo in primavera (37,88 a 3000 m) e nel terzo in autunno (38,2 a 1000 m); i minimi sono stati osservati in estate (37,71 a 1000 m) e in autunno (stazione a 500 m) nel 1997/98, in inverno nel 1999/00 (37,53 a 3000 m) e in primavera nel 2000/01 (37,89 a 500 m). Le concentrazioni medie annuali dei nutrienti (Tab. 1, Fig. 3) sono state comprese per il fosforo totale, come medie nel transetto, tra 0,04 µm P (2000/01) e 0,18 µm P (1997/98) e per l azoto inorganico tra 0,57 µm N (1997/98) e 0,78 µm N (2000/01). Le forme ammoniacale e nitrica sono state le componenti preponderanti dell azoto inorganico, capaci di raggiungere concentrazioni elevate in tutti i cicli: massimi di 1,2 µm N a 500 m in primavera per l azoto nitrico e di 0,37 µm N a 1000 m in estate per l azoto ammoniacale nel 1997/98, di 1,51 µm N a 500 m in inverno per l azoto nitrico e di 0,74 µm N a 3000 m in autunno per l azoto ammoniacale nel 1999/00, di 1,12 µm N a 3000 m in autunno per l azoto nitrico e di 0,75 µm N a 3000 m in primavera per l azoto ammoniacale nel 2000/01. In nessuno dei controlli effettuati l azoto nitroso ha mai superato le 0,4 µm N. Gli ortofosfati sono stati presenti in concentrazioni spesso inferiori alla rilevabilità del metodo, con una lieve tendenza, riscontrata anche per il fosforo totale, a mostrare concentrazioni più alte nella stazione a 500 m piuttosto che a maggiore distanza dalla costa. Le medie annuali della clorofilla a sono state comprese (Tab. 2, Fig. 4), considerando l intero transetto, tra 0,12 µg l -1 (2000/01) e 0,28 µg l -1 (1999/00) e per la densità cellulare totale del fitoplancton tra circa 83 x 10 3 cell. l -1 (1997/98) e 279 x 10 3 cell. l -1 (1999/00). In oltre il 50% dei controlli, i valori di entrambi i parametri sono stati maggiori nella stazione a 500 m e per lo più nelle date invernali e primaverili. I massimi della clorofilla a e della densità totale sono stati osservati rispettivamente a 500 m (0,37 µg l -1 ) e 3000 m (200 x 10 3 cell. l -1 ) nella primavera 1997/98, a 500 m nell inverno (0,49 µg l -1 ) e per la densità a 500 m (602 x 10 3 cell. l -1 ) nella primavera del 1999/00, a 500 m nell autunno e nella primavera (0,2 µg l -1 ) e per la densità a 500 m (730 x 10 3 cell. l -1 ) nell inverno del 2000/01. La composizione del fitoplancton ha evidenziato delle differenze nei singoli anni (Fig. 5), con una predominanza nel primo di Ultraplancton e Prymnesiophyceae, nel secondo di Ultraplancton e Bacillariophyceae, nel terzo, ancora di Ultraplancton e Bacillariophyceae, con un maggior contributo percentuale di queste ultime. Non sono state riscontrate variazioni consistenti della composizione percentuale media annua per classi algali delle tre stazioni. Con il termine Ultraplancton si intende l insieme di organismi algali di dimensioni comprese tra 5 µm e 2 µm per i quali non sia stata possibile un attribuzione tassonomica certa, per l insufficienza dei caratteri osservabili. Le densità più elevate di questo gruppo 3

4 (Fig. 6), sono state riscontrate nella primavera del primo ciclo (68 x 10 3 cell. l -1 a 3000 m), nell estate e nella primavera del secondo (rispettivamente 272 x 10 3 cell. l -1 e 285 x 10 3 cell. l -1 a 500 m) e nell inverno del terzo (327 x 10 3 cell. l -1 a 500 m). Le Bacillariophyceae hanno evidenziato le maggiori densità nelle date di campionamento invernali e primaverili, con valori spesso più alti a 500 m che nelle altre stazioni. I massimi nei rispettivi cicli sono stati pari a 9 x 10 3 cell. l -1 a 500 m in primavera nel 1997/98, a 102 x 10 3 cell. l -1 a 3000 m in inverno nel 1999/00, a 41 x 10 3 cell. l -1 a 500 m in inverno nel 2000/01. Le densità più alte delle Prymnesiophyceae, rappresentate quasi esclusivamente da Coccosphaerales, sono state osservate nei campionamenti invernali nel 1997/98 (47 x 10 3 cell. l -1 a 1000 m), in quello autunnale nel 1999/00 (17 x 10 3 cell. l -1 a 500 m) e in inverno nel 2000/01 (12 x 10 3 cell. l -1 a 500 m). Le Dinophyceae hanno avuto un ruolo modesto nel determinare i valori di densità totale, con un maggior sviluppo negli ultimi due cicli piuttosto che nel primo (massimi, rispettivamente, di 1 x 10 3 cell. l -1 a 500 m nell inverno 1997/98, di 4 x 10 3 cell. l -1 a 500 m nell autunno 1999/00, di 3 x 10 3 cell. l -1 a 1000 m nell inverno 2000/01). Nei tre cicli sono state identificate complessivamente 97 forme (Fig. 7), con un incremento del numero tra il primo (33), il secondo (60) e il terzo (74) anno; almeno il 75% è stato attribuito a Bacillariophyceae e Dinophyceae. I taxa che hanno raggiunto le densità più elevate, sono stati Calyptrosphaera sp. (Prymnesiophyceae) in tutti e tre i cicli (rispettivamente massimi di 47 x 10 3 cell. l -1 nell inverno 1997/98, 17 x 10 3 cell. l -1 nell autunno 1999/00 e 12 x 10 3 cell. l -1 nell inverno 2000/01), Leptocylindrus danicus Cleve (Bacillariophyceae) nel 2000/01 (14 x 10 3 cell. l -1 nel campionamento primaverile), Chaetoceros spp. (Bacillariophyceae) nel 2000/01 (13 x 10 3 cell. l -1 nel campionamento invernale), Pyramimonas sp. (Prasinophyceae) nel 1999/00 (6 x 10 3 cell. l -1 in estate), Tetraselmis sp. (Prasinophyceae) nel 1997/98 (5 x 10 3 cell. l -1 in estate) e Asterionellopsis sp. (Bacillariophyceae) nel 1997/98 (5 x 10 3 cell. l -1 in estate). DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Quadro delle condizioni ecologiche di base della zona considerata. L insieme dei dati ottenuti ha delineato il quadro di un area caratterizzata da condizioni di temperatura e salinità raffrontabili con quelle normalmente rilevate nel Mediterraneo occidentale (Margalef, 1985) e lungo le coste sarde (Luglié et al., 2001, Cossu e Sechi, 1996; Sannio et al., 1996, Sechi et al., 1979), da una bassa disponibilità di nutrienti, sia per quanto concerne il fosforo totale (mediamente di 0,11 µm P) che per l azoto inorganico (mediamente di 0,7 µm N), da un conseguente limitato sviluppo del fitoplancton, come indicato dai valori della clorofilla a fluorimetrica (mediamente di 0,2 µg l -1 ) e della densità cellulare (mediamente di 172 x 10 3 cell. l -1 ). Sono state rilevate significative differenze tra i cicli, con i dati delle stagioni corrispondenti anche molto diversi (temperatura e salinità, nutrienti, in particolare azoto nitrico e ammoniacale). L elevata variabilità tra anni potrebbe esser dipesa dalle caratteristiche proprie del sito, interessato sia da un accentuato sistema di correnti marine che da un alta ventosità. La stagionalità nell andamento dei parametri all interno di ogni ciclo e la non ripetizione dello stesso schema nei diversi cicli deve essere ulteriormente valutata, effettuando un maggior numero di controlli per stagione su più cicli annuali: un unico campionamento stagionale può infatti non essere rappresentativo. Entità dell impatto delle attività antropiche, in particolare del flusso turistico estivo. La limitata disponibilità di dati nel tempo e nello spazio, permette, anche rispetto all impatto dell attività turistica estiva sulla qualità dell acqua in termini di trofia, solo una valutazione di massima. Indicativamente sembrerebbe che l influenza sia stata minima, sia rispetto ai nutrienti che allo sviluppo del fitoplancton. Le stazioni sono risultate poco differenziate e quella a 500 m, cioè la più vicina alla costa, quindi quella che più dovrebbe risentire del maggior carico antropico, nel periodo estivo è stata simile alle altre. Anzi le maggiori differenze sono state osservate in inverno, quando l apporto di nutrienti dai territori retrostanti può aver determinato sviluppi fitoplanctonici diversificati rispetto alle stazioni più 4

5 distanti. Si potrebbe ipotizzare che lo sviluppo del fitoplancton e la disponibilità dei nutrienti possano essere stati maggiormente legati al dilavamento con le precipitazioni nei periodi autunno-invernali piuttosto che ad un incremento estivo dei reflui urbani. Confronto con i dati pregressi relativi alla zona. È difficile il confronto con i dati relativi agli studi svolti da Solazzi e Tolomio (1976) perché ottenuti con tecniche di campionamento e di studio differenti (retinate) e per l assenza, in questi ultimi, di dati numerici. La semplice indicazione di abbondanza o rarità delle specie non permette un confronto dettagliato tra le situazioni riscontrate a più di venti anni di distanza. In ogni caso, date le buone condizioni ambientali riscontrate e le grandi differenze nelle specie tra i tre cicli esaminati, si può ritenere che questo tipo di informazione possa essere solo di limitata utilità ai fini della valutazione delle variazioni ambientali che si potrebbero essere verificate nell arco di vent anni. Specificità dell area considerata rispetto ad altre zone della Sardegna. L elevato grado d importanza delle Prymnesiophyceae e dell Ultraplancton è un carattere comune con il fitoplancton di altre zone costiere della Sardegna caratterizzate da una scarsa disponibilità di nutrienti, quali la parte più occidentale del Golfo dell Asinara (Lugliè et al., 2001), con notevoli differenze invece rispetto ad aree con un maggiore stato trofico, quali il Golfo di Olbia e l area centrale del Golfo dell Asinara, in prossimità di Porto Torres (Sannio et al., 1996). In questi siti è stata osservata una prevalenza di Bacillariophyceae e Dinophyceae. Le specie riscontrate a Santa Teresa con le densità più elevate, come Calyptrosphaera sp. e L. danicus, sono le stesse che, in prossimità dell Asinara, hanno assunto la massima importanza. In conclusione si può affermare che l insieme dei risultati, sebbene ottenuti con controlli a cadenza stagionale e interessanti un numero limitato di stazioni, ha delineato un quadro di elevata qualità dell acqua, almeno per quanto concerne lo stato trofico. Questa valutazione è compatibile con il basso apporto di nutrienti dai territori retrostanti e con l alto idrodinamismo dell area, strettamente dipendente dalla sua localizzazione geografica e dalle intense correnti che la interessano. Il fitoplancton, sia in termini quantitativi che qualitativi, ha chiaramente rispecchiato tale situazione. Per una maggiore definizione e comprensione delle dinamiche stagionali del fitoplancton, sarebbe però necessario, data l alta variabilità intra ed interannuale riscontrata, svolgere controlli più frequenti e su un maggior numero di stazioni. BIBLIOGRAFIA Ceppodomo I., Galli L., Rampi L. e Zattera A. (1978a) La distribuzione del fitoplancton nell Arcipelago della Maddalena: Giugno-Luglio ENEA, Rapporto Tecnico, RT/BIO (78) 49: 131 pp. Ceppodomo I., Galli L., Rampi L. e Zattera A. (1978b) La distribuzione del fitoplancton nell Arcipelago della Maddalena: Novembre ENEA, Rapporto Tecnico, RT/BIO (78) 50, 131 pp. Ceppodomo I., Galli L., Rampi L. e Zattera A. (1979a) La distribuzione del fitoplancton nell Arcipelago della Maddalena: Febbraio ENEA, Rapporto Tecnico, RT/BIO (79) 21, 131 pp. Ceppodomo I., Galli L., Rampi L. e Zattera A. (1979b) La distribuzione del fitoplancton nell Arcipelago della Maddalena: Aprile ENEA, Rapporto Tecnico, RT/BIO (79) 20, 130 pp. Cossu A. e Sechi N. (1996) Indagini ecologiche nel porto industriale di Porto Torres: il fitoplancton. Atti del 11 congresso A.I.O.L.: Huber-Pestalozzi G., 1938/1983 Das phytoplankton des Susswasser. Teil 1 (1938, 1-342), 2 Teil, 1 Hälfte (1941, 1-365), 2 Teil, 2 Hälfte (1942, 1-549), 3 Teil (1968, 1-322), 4 Teil (1955, 1-606), 5 Teil (1961, 1-744), 6 Teil (1972, 1-116), 7 Teil (1983, ), 8 Teil (1982, 1-543) E. Schweizerbart sche Verlagbuchhahnlung, Stuutgart. Luglié A., Ruiu R., Ceccherelli G. e Sechi N. (2001) Variabilità spazio-temporale della struttura del fitoplancton nel Golfo dell Asinara. Biol. Mar. Medit., (in stampa). Maciocco G., 1997 I luoghi dell acqua e della terra. Assessorato della Difesa dell Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna. Margalef R., 1985 Western Mediterranean. Margalef R. (Ed.). Pergamon Press 5

6 Rampi L. & Bernard M., 1978 Key for determination of mediterranean pelagic Bacillariophyceae. CNEN-RT/BIO (78), 1: 1-71., 1981 Chiave per la determinazione delle coccolitoforidee pelagiche mediterranee. CNEN-RT/BIO (81),13: 1-98., 1997 Identifying Marine Phytoplankton. Academic Press Round F.E. e Chapman D.J., 1993 Progress in Phycological Researh Vol. 9. F.E. Round and D.J. Chapman Editors. Biopress LTD, Sannio A., Luglié A. e Sechi N. (1996) The phytoplankton of the internal Gulf of Olbia ( North-East Sardinia) between July 1992 and July Giorn. Bot. Ital., 130: Sechi N., Luglié A., Solinas G., Ruiu R. e Manca B. (1998) La qualità dell acqua dell ambiente marino del Golfo dell Asinara dal punto di vista della componente trofica primaria. In: Gutierrez M., Mattone A., Valsecchi F., L Isola dell Asinara. L ambiente, la storia, il parco. Poliedro, Nuoro: Sechi N., Mameli M., Pulinas G.M. e Zara G.M., 1979 Fitoplancton e nutrienti algali nel porto di Palau. Atti del 6 congresso A.I.O.L.: Solazzi A. e Tolomio C. (1976) Il fitolancton primaverile ed estivo lungo le coste settentrionali della Sardegna. Arch. Oceanogr. Limnol., 18 suppl. 3: Sournia A., 1986 Atlas du Phytoplancton marin. Volume I: Introduction, Cyanophycées, Dictyochophyceae, Dinophycées et Raphydophycées. CNRS, Paris, Strickland J.D.H. e Parsonos T.R. (1972) A pratical handbook of seawater analysis. Ed. Fisheries Research board of Canada. Taylor F.J.R., 1987 The Biology of Dinoflagellates. Blackwell Scientific Publication, London, Tolomio C., Marzocchi M. e Cavolo F. (1989) Nota su alcuni campionamenti di fitoplancton effettuati dall alba al tramonto in una stazione costiera della Sardegna meridionale. Lavori Soc. Ven. Sc. Nat., 14: Tomas C. R., 1980 Chiave per la determinazione delle Peridinee pelagiche mediterranee. CNEN- RT/BIO (80),8: Utermöhl H. (1958) Zur Vervolkommnung der quantitativen Phytoplankton - Methodik. Ver. int. Ver. theor. Angew. Limol., 9: Van den Hoek C., D.G. Mann and H.M. Jahns, 1995 Algae. An introduction to phycology. Cambridge University Press,

7 Fig. 1 Localizzazione geografica del transetto e posizione delle stazioni di campionamento. 7

8 Tab. 1 Medie annuali dei parametri considerati nelle stazioni e nel transetto. 1997/ / / Temperatura C 500 m 18,7 18,2 19, m 18,7 18,1 19, m 18,8 18,2 19,4 Transetto 18,7 18,2 19,5 Salinità 500 m 37,9 37,8 38, m 37,9 37,7 38, m 37,8 37,7 38,0 Transetto 37,9 37,7 38,0 Fosforo reattivo µm P 500 m 0,048 0,030 0, m 0,008 0,000 0, m 0,003 0,007 0,000 Transetto 0,035 0,003 0,003 Fosforo totale µm P 500 m 0,178 0,071 0, m 0,185 0,128 0, m 0,170 0,133 0,022 Transetto 0,178 0,110 0,041 Azoto inorganico µm N 500 m 0,680 0,908 0, m 0,513 0,516 0, m 0,513 0,838 1,102 Transetto 0,568 0,754 0,781 Azoto nitroso µm N 500 m 0,178 0,185 0, m 0,130 0,073 0, m 0,174 0,054 0,040 Transetto 0,178 0,090 0,089 Azoto nitrico µm N 500 m 1,760 0,235 0, m 0,505 0,243 0, m 0,349 0,473 0,491 Transetto 0,395 0,438 0,754 Azoto ammoniacale µm N 500 m 0,063 0,093 0, m 0,273 0,200 0, m 0,031 0,161 2,287 Transetto 0,077 0,268 0,826 8

9 Tab. 2 Medie annuali della clorofilla a e della densità cellulare del fitoplancton. 1997/ / / Clorofilla a µg l m 0,24 0,17 0, m 0,31 0,26 0, m 0,14 0,11 0,12 Transetto 0,20 0,28 0,12 Densità totale cell l m 69,3 83,9 94, m 356,7 235,5 245, m 229,7 151,8 135,1 Transetto 82,6 279,1 172,2 Ultraplancton cell l m 10,1 14,9 22, m 158,6 93,4 101, m 92,8 60,2 53,9 Transetto 15,8 117,9 68,9 Bacillariophyceae cell l m 2,7 2,3 0, m 16,3 25,9 27, m 21,8 13,8 7,1 Transetto 1,9 23,3 14,2 Prymnesiophyceae cell l m 17,4 21,5 15, m 7,6 9,6 5, m 7,8 7,0 3,5 Transetto 18,3 7,6 6,1 Dinophyceae cell l m 0,6 0,1 0, m 2,2 1,8 1, m 1,5 1,7 1,5 Transetto 0,3 1,7 1,6 Prasinophyceae cell l m 0,4 0,3 3, m 1,5 0,8 0, m 1,1 0,4 4,8 Transetto 1,3 0,8 2,2 Chrysophyceae cell l m 0,6 0,2 1, m 0,7 0,2 0, m 0,3 0,2 0,3 Transetto 0,6 0,5 0,3 Altre cell l m 4,5 4,0 4, m 0,7 0,0 0, m 1,1 0,3 0,7 Transetto 4,3 0,3 0,7 9

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