Omelia nella Messa di Natale della Notte Lodi, Cattedrale, 24 dicembre 2008
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- Baldassare Grimaldi
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1 Omelia nella Messa di Natale della Notte Lodi, Cattedrale, 24 dicembre 2008 Con sentimenti di gioia ed affetto saluto tutti voi qui convenuti in questa chiesa cattedrale per celebrare il santo Natale. Saluto in particolare i giovani: la vostra presenza questa sera è per il Vescovo motivo di consolazione e di gioia autentica. Con i giovani saluto le persone anziane che, magari con qualche sacrificio, non hanno voluto mancare a questo appuntamento così carico di significato spirituale. A tutti, con i Superiori del Seminario diocesano e i seminaristi che servono questa liturgia, rivolgo fin da subito il mio più sincero e cordiale augurio di buon Natale. E una notte singolare, questa di Natale; è una notte che tutti noi attendiamo ogni anno con trepidazione. E la notte in cui contemplando la venuta nella carne del Figlio di Dio siamo invitati a riscoprire sempre di nuovo il senso più vero e profondo della nostra fede. A Natale facciamo memoria della venuta di Dio sulla terra e la conseguente rivelazione del nostro destino. Dio c è. E venuto ed è vissuto tra noi. Ma questo evento non è confinato nel passato, in un tempo lontano che non torna più. La liturgia della Chiesa ci dice che oggi, proprio oggi, Cristo viene nuovamente "fra la sua gente", viene in mezzo a noi, uomini e donne del XXI secolo. Viene per noi, viene per condividere la nostra condizione umana, per rispondere alla nostre domande, per rompere la nostra solitudine, per comunicarci la sua vita divina. La liturgia natalizia rieccheggia il lieto annuncio del Vangelo di Giovanni: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio...E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1.14); riecheggia anche l esultanza del profeta Isaia per l irruzione della luce: Il popolo che camminava nella tenebra vide una grande luce; su coloro che abitavano una terra tenebrosa una luce rifulse...poichè un bambino è nato per noi (Is 9,1.3). L incarnazione del Verbo di Dio è il nucleo centrale della fede cristiana, insieme con la sua morte e risurrezione. Essa ci dice che Dio non è l essere sperduto nei cieli, lontano da noi e sordo alle nostre invocazioni. Al contrario è l Emmanuele, il Dio-con-noi, che ha posto la sua tenda tra noi, pronto a spostarla e a porla dove noi ci stabiliamo. Non occorre
2 cercare Dio nell infinità del cielo, dove la nostra mente e il nostro cuore si smarriscono. Dio, nel Verbo incarnato, ci sta accanto, ci accompagna nel nostro pellegrinaggio terreno e ci aiuta a raggiungere la meta. Come ha detto il Papa Benedetto XVI nell Udienza Generale di mercoledì 17 dicembre in Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo a Betlemme, Dio ci conosce, ci chiama, ci guida, si interessa di ogni singola persona Mi domando e vi domando: crediamo veramente che in Gesù di Nazaret Dio si è rivelato a noi? Crediamo che Dio in Gesù è entrato nella storia umana? Se rispondiamo di si, è evidente che non possiamo concepire e vivere la fede come sentimentalismo, evasione, fuga dalla quotidianità, dalle responsabilità storiche, ma al contrario possiamo e dobbiamo concepire e vivere la fede come incarnazione, fedeltà al tempo, alla terra, all umanità, proprio perchè siamo fedeli a Dio. «Il Verbo di Dio si è fatto uomo, ed ha abitato fra noi»! (Gv 1, 14) Il Natale è festa dell umanità perché l Uomo Cristo Gesù (1 Tim. 2, 5) è giunto fra noi. Gesù, in quanto vero uomo, è il prototipo dell umanità, è colui in riferimento al quale l uomo è in grado di comprendere la sua vera identità, è colui a partire dal quale ognuno di noi può decifrare il mistero della sua esistenza. Come afferma il Concilio Vaticano II in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell uomo (GS, 22). Possiamo senz altro dire con il Servo di Dio il Papa Paolo VI, di cui abbiamo celebrato quest anno il 30 anniversario della morte, che con il Natale di Gesù nasce l umanesimo cristiano, nasce cioè la concezione cristiana dell uomo, della sua identità, della sua dignità. Vorrei far risuonare questa sera alcuni passaggi di questo Messaggio natalizio che mi pare contenga un insegnamento di grande attualità.. Rivolgendosi ai fedeli di tutto il mondo, diceva Paolo VI nel lontano 1977: L umanesimo cristiano s inaugura col Natale del Figlio di Dio fattosi Figlio dell uomo. Salutando la nascita del nuovo primogenito del genere umano (Cfr. Col. 1, 15; Rom. 8, 29), gridando insieme il nostro evviva all umanità che in Cristo trova il suo Capo. Fratelli, onoriamo nel Natale di Cristo la vita nascente dell uomo! essa è creatura di Dio, stampata a sua immagine e somiglianza (Gen. 1, 26), concepita nell amore che fa di
3 due esseri, l uomo e la donna, una vita sola (Marc. 10, 8), generata, sì, non senza afflizione materna, ma poi per la gioia del mondo (Cfr. Gv. 16, 21). Onoriamo l infanzia, creatura anch essa di Dio, letizia della società, e chiamata alla misteriosa rinascita del battesimo, pegno della vita che non morrà. Onoriamo la Donna, pari per dignità all uomo, chiamata alla bellezza e all amore privilegiato della verginità consacrata, o più sovente a quello pur sacrosanto della vita coniugale e al ministero incomparabile della maternità. Onoriamo il Fanciullo, a cui è fratello il giovane Gesù, che «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Luc. 2, 51). Onoriamo l'uomo nella pienezza dell età virile, che in Gesù trova il tipo esemplare del lavoro, della convivenza sociale, della sapienza veggente oltre la scena dei sensi e dei fenomeni temporali. Onoriamol uomo nella sua infermità, la quale ebbe da Cristo il soccorso dell umana pietà, della cura taumaturgica ed il carisma del merito che a Lui Crocifisso la assimila e la valorizza. Onoriamo l umanità, decaduta e peccatrice, per cui l amore rigeneratore di Cristo ebbe la sua, a noi quasi inconcepibile, preferenza e riservò la sua ammirabile riabilitazione. Onoriamo l uomo, chiunque sia, nel quale le sembianze dell immagine divina di Cristo si rispecchiano dove maggiore è il bisogno di conforto e di aiuto (Mat. 25, 31-46). Onoriamo l uomo che avanza nella conquista della terra e dell universo; a tanto Dio l ha destinato (Gen. 1, 28-29). E onoriamo finalmente la vita defunta nella giustizia, a cui Cristo garantisce la sua pace e la sua prodigiosa risurrezione.
4 Questo è il nostro umanesimo, quello della nostra vita candidata alla sua pienezza, alla sua terminale felicità, vittoriosa un giorno sopra la morte, e destinata a fare misticamente corpo con Cristo in una realtà, che sorpassa ogni aspettativa (1 Cor. 2, 9). (Messaggio Urbi et Orbi 1977) Così Paolo VI, sul nuovo e vero umanesimo che ci viene rivelato dal Natale di Gesù, quel Natale che ci consente di verificare, nella riflessione e nei fatti, la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carità. La nostra fede nella presenza di Dio, che da senso alla nostra vita; la nostra speranza, che ci consente di sollevare lo sguardo oltre le difficoltà quotidiane; la nostra carità, che ci spinge a guardare con occhio buono a tutte le persone con cui viviamo e che ci chiede di aiutare tutti coloro che soffrono, per malattia, per anzianità, per abbandono, per emarginazione e che magari a Natale non hanno una famiglia che accoglie e una casa che accomuna. Cari fratelli e sorelle, secondo le Scritture Gesù nacque a Betlemme che, in ebraico, significa Casa del pane. A Betlemme è nato Colui che, nel segno del pane spezzato, avrebbe lasciato il memoriale della sua Pasqua, e a Betlemme, nella Terra santa, in questa notte tutti i cristiani del mondo idealmente convergono per celebrare il Natale di Gesù. Con la s. Messa l adorazione del Bambino Gesù diventa, in questo Giorno santo adorazione eucaristica. Gesù viene a noi in tanti modi, ma soprattutto nell Eucaristia. Il segno perenne della vicinanza di Dio all uomo è l Eucaristia. Il mio augurio in questo notte santa è che possiate riscoprire anche il valore della partecipazione assidua alla s. Messa quale occasione assolutamente unica per incontrare il Signore che ancora viene incontro a noi per manifestarci il suo amore, che diventa amore per tutti gli uomini. A tutti rinnovo gli auguri più cordiali per un sereno Natale: che ciascuno davanti al presepio della sua casa viva questa festa nella comunione della famiglia, che mai come a Natale sentiamo come piccola chiesa.
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