Le proposte della Cisl sulla previdenza. 5 idee per la pensione

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1 Le proposte della Cisl sulla previdenza 5 idee per la pensione

2 In pensione un po prima: per un nuovo patto fra le generazioni, per una previdenza più equa e sostenibile, per il lavoro dei giovani L'inammissibilità del quesito referendario per la cancellazione della legge Fornero sulla previdenza non vanifica la necessità di rivedere le regole del sistema pensionistico. Il Governo deve avviare quanto prima il confronto con le Parti sociali per trovare un nuovo equilibrio fra la sostenibilità finanziaria e la sostenibilità sociale del sistema previdenziale, riscrivendo un nuovo Patto fra le generazioni, per i giovani, per il lavoro e per una previdenza più equa e sostenibile.

3 La previdenza: una questione sempre aperta Le modifiche dei requisiti di accesso al pensionamento, realizzate tra il 2004 e il 2011 (dalla legge Maroni, fino alla legge Fornero ) sono state segnate da una visione solo quantitativa, finalizzata alla quadratura del cerchio dei conti pubblici, al di fuori di un quadro di riforma del sistema previdenziale attento alle nuove emergenze sociali. La questione previdenziale rimane aperta, con particolare riguardo ai problemi dei giovani, dei lavoratori e delle lavoratrici con carriere discontinue e retribuzioni basse, all età di pensionamento delle donne e di chi svolge attività particolarmente faticose e pesanti. Il sistema previdenziale costruito negli ultimi 10 anni non fornisce soluzioni socialmente sostenibili al progressivo incremento dell aspettativa di vita, che non può essere risolto con l aumento continuo e ravvicinato dell età pensionabile.

4 La sostenibilità del sistema pensionistico Il tema dell innalzamento dell età di lavoro è ineludibile ma questo risultato non si raggiunge aumentando coattivamente i requisiti legali per il pensionamento, con effetti deleteri sul versante del funzionamento del mercato del lavoro e della gestione delle crisi aziendali ma facendo crescere, insieme, l occupazione dei giovani e delle donne e favorendo l innalzamento spontaneo dell età effettiva di pensionamento. Qualunque approccio che non tenga insieme sostenibilità finanziaria e sostenibilità sociale è destinato ad essere perdente. Questo risultato dipenderà sempre di più anche dalla capacità del sistema previdenziale di realizzare un adeguato livello di copertura pensionistica, obiettivo che si regge sull equilibrio fra la pensione pubblica e la previdenza complementare.

5 Spesa pubblica prima DL 201/2011 N.B.: Lo scenario adottato assume un tasso di crescita del PIL reale dell 1,4%, un deflatore del 2% ed un tasso di crescita annuo della produttività dell 1,3%

6 Spesa pubblica per pensioni dopo DL 201/2011 N.B.: Lo scenario adottato assume un tasso di crescita del PIL reale dell 1,4%, un deflatore del 2% ed un tasso di crescita annuo della produttività dell 1,3%

7 La sostenibilità sociale e i tassi di sostituzione Tassi di sostituzione al lordo della fiscalità scenario nazionale base Il tasso di sostituzione indica la percentuale della prima pensione ricevuta rispetto all ultimo stipendio (esempio: età al pensionamento in relazione dell evoluzione dell età di pensionamento indotta dalle riforme anzianità contributiva 38 anni). N.b.: I tassi di sostituzione variano in relazione al diverso peso nello stock delle pensioni a calcolo interamente contributivo, alla variazione dei coefficienti di trasformazione, alle diverse età di pensionamento assunte nello scenario base ,1% 69% 68,3% 61,8% 63 63,4% 65+4 mesi 67 anni 68+2 mesi 66+2 mesi 67 anni mesi * Fonte: Ragioneria dello Stato, Le tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario - aggiornamento 2013

8 Cinque idee per la pensione 1. Reintrodurre la flessibilità nel sistema pensionistico 2. Pensioni più giuste ed adeguate 3. Un nuovo patto per i giovani 4. Previdenza complementare 5. Informazione sulla previdenza e sul risparmio previdenziale

9 1. Reintrodurre la flessibilità nel sistema pensionistico E indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità nell accesso alla pensione per rispondere alle esigenze di vita delle persone e ai cambiamenti dell organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi. L accesso al pensionamento dovrebbe superare la distinzione attualmente esistente fra i requisiti validi per coloro che conservano il diritto alla pensione calcolata con il sistema misto (retributivo/contributivo) e i requisiti per coloro che hanno pensioni calcolate interamente con il metodo contributivo. Per raggiungere questi scopi la CISL propone di affiancare alla pensione di vecchiaia diversi canali per accedere al pensionamento anticipato.

10 1. 1 Flessibilità nell accesso al pensionamento Pensione di vecchiaia, al compimento dei 66 anni e 3 mesi di età con 20 anni di contributi. Questo requisito, potrebbe rimanere assoggettato all adeguamento periodico all aspettativa di vita. Pensione anticipata, con possibilità di accesso con percorsi alternativi: pensione anticipata tramite una quota derivante dalla combinazione fra età anagrafica e anzianità contributiva; pensione anticipata flessibile, alla quale si dovrebbe poter accedere liberamente e volontariamente, fermo restando un range d età variabile, con incentivi, in caso di pensionamento dopo una certa età e disincentivi, in caso di accesso anticipato; Pensione anticipata per anzianità contributiva con 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e di 41 anni e 6 mesi per le donne a prescindere dall età e senza alcuna penalizzazione. Il requisito, attualmente vincolato alla variazione dell aspettativa di vita, non deve superare per il futuro il tetto dei 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne e deve garantire anche dal 2017, l accesso al pensionamento senza penalizzazioni per chi ha meno di 62 anni.

11 1.2 Il lavoro particolarmente faticoso e pesante Accanto alla normativa già esistente sui lavori usuranti è necessario introdurre strumenti, governati dalla contrattazione collettiva che - sulla base di criteri generali definiti dalla legge - consentano ai contratti e agli accordi collettivi di definire la possibilità di cessazione dal lavoro e di tutela previdenziale prima del termine previsto per il pensionamento, tenendo conto delle caratteristiche dei diversi settori produttivi e delle condizioni oggettive e soggettive di usura e pesantezza del lavoro. La contrattazione potrebbe prevedere strumenti di sostegno al reddito, opportunamente incentivati dal punto di vista fiscale, diretti ad ampliare il numero dei lavoratori tutelati, realizzabili con il concorso dei fondi di solidarietà, dei fondi pensione e/o della bilateralità di settore, attraverso integrazioni e prestazioni dirette a: sostenere il reddito del lavoratore fino al pensionamento, con l intervento della contribuzione figurativa per la copertura dei relativi periodi di non lavoro; compensare eventualmente il più ridotto trattamento pensionistico, anche mediante un integrazione della contribuzione, a carico della contrattazione o della bilateralità di settore, destinata alle forme pensionistiche complementari.

12 1.3 Ristrutturazioni aziendali Attualmente l unica possibilità di pensionamento anticipato in caso di crisi aziendale è prevista dall art. 4 della legge 92/2012 (riforma del mercato del lavoro) che consente alle imprese e alle OO.SS. di stipulare accordi aziendali nei casi di eccedenza di personale per incentivare l'esodo dei lavoratori più anziani. Una possibilità che si rivela di fatto inattuabile visti i costi ingenti a carico delle imprese. E necessario un diverso equilibrio che consenta di ripartire più equamente gli oneri connessi al pensionamento anticipato. Pensiamo che un accordo triangolare che regoli gli impegni del Governo, delle OO. SS e dell impresa potrebbe essere uno strumento utile a ripristinare elementi di flessibilità nell accesso al pensionamento in questi casi. L accordo potrebbe individuare una o più «quote» (somma tra fra anzianità contributiva ed età anagrafica) al raggiungimento della quale i lavoratori e le lavoratrici interessati possano accedere al pensionamento. La norma potrebbe fissare i casi, i criteri e le modalità entro i quali le aziende possono utilizzare lo strumento, prevedendo con accordo aziendale sottoscritto presso il Ministero del lavoro le tipologie di lavoratori e di lavoratrici che possono usufruire dell accesso anticipato al pensionamento.

13 2. Pensioni più giuste ed adeguate Rivedere i coefficienti di trasformazione del contributivo Garantire un tasso di capitalizzazione minimo Valorizzare la contribuzione figurativa Il diritto alla giusta pensione non può decadere Rivalutazione delle pensioni

14 2. Coefficienti di trasformazione del contributivo Età Fino al 31 dicembre 2009 % Dal 1 gennaio 2010 a dicembre 2012 % Dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre ,720 4,419 4, ,860 4,538 4, ,006 4,664 4, ,163 4,798 4, ,334 4,940 4, ,514 5,093 4, ,706 5,257 5, ,911 5,432 5, ,136 5,620 5, , , , , ,541 % Successive revisioni dei coefficienti con effetto nel: 2016, 2019, 2021, I coefficienti di trasformazione corrispondono al numero di annualità, in termini attuariali, in cui sarà corrisposto al pensionato quanto maturato in termini di montante contributivo. Le annualità corrispondono all attesa di vita, ecco perché andando in pensione ad età più elevate si applicano coefficienti di trasformazione crescenti, che riflettono la minor attesa di vita residua, man mano che si va in pensione più tardi. Poiché nel tempo l aspettativa di vita si modifica, i coefficienti di trasformazione devono essere rivisti, in modo da preservare la sostenibilità finanziaria del sistema, cioè per fare in modo che i coefficienti continuino a riflettere l effettivo numero di annualità di vita residua per cui l ente previdenziale pagherà la pensione.

15 2. 1 Rivedere i coefficienti di trasformazione del contributivo Il meccanismo di revisione dei coefficienti è erga omnes, cioè indipendente dall anno di nascita: i coefficienti restano in vigore per un triennio durante il quale sono applicati a tutti coloro che accedono al pensionamento alle diverse età anagrafiche. Pertanto, i coefficienti entrati in vigore nel 2013 resteranno in carica fino a tutto il Nel 2016 è prevista un ulteriore revisione, quindi chi in base al metodo contributivo dovesse, ad esempio, accedere al pensionamento a 65 anni nel 2016 avrebbe applicato un coefficiente di trasformazione peggiorato rispetto al 65enne che è andato in pensione un anno prima, a parità di contributi versati. I coefficienti erga omnes sono iniqui perché prevedono coefficienti diversi per soggetti nati nello stesso anno che vanno in pensione in trienni diversi. Va resa più equa la revisione periodica dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione contributiva, tenendo conto della differente aspettativa di vita nei diversi settori e introducendo il criterio del pro-rata per l applicazione dei coefficienti revisionati solamente alle quote di montante contributivo tempo per tempo maturate.

16 2. 2 Garantire un tasso di capitalizzazione minimo La legge 335/1995 nel definire le regole di calcolo della pensione con il metodo contributivo ha previsto che il montante contributivo, calcolato sulle retribuzioni di tutta la vita lavorativa, venga rivalutato sulla base della variazione della media quinquennale del PIL nominale dei cinque anni precedenti l anno da rivalutare. A causa del lungo protrarsi della recessione economica, nel 2015 questo dato, per la prima volta, assumerà valore negativo (0,1927% da applicarsi sul montante maturato al 31/12/2013 poichè l anno di pensionamento e l anno precedente hanno sempre valore 1,000000). E necessario evitare a tutti i costi il rischio che l applicazione di questo meccanismo di rivalutazione produca un nocumento ai futuri pensionati. E quindi indispensabile prevedere, anche a livello normativo, che il tasso di capitalizzazione applicabile non può in alcun caso avere segno negativo ma che è comunque garantita una rivalutazione minima del montante.

17 2.3 Valorizzare la contribuzione figurativa E necessario rafforzare la copertura figurativa: per i periodi di vita impegnati nei lavori di cura nei casi di sospensione dal lavoro e disoccupazione involontaria e consentire l utilizzo di tutti questi periodi sia ai fini del raggiungimento del diritto a pensione e sia nel calcolo dell assegno.

18 2.4 Il diritto alla giusta pensione non può decadere L articolo 38 del Decreto legge 98/2011 convertito nella legge 111/2011 ha ridotto a soli tre anni il termine entro il quale chiedere il ricalcolo della pensione qualora, dopo la liquidazione, ci si accorga della mancanza di periodi contributivi o anche nel caso di errori dell INPS nella determinazione dell assegno. Ciò significa che decorsi i tre anni non solo si perde il diritto al corretto calcolo sui ratei già maturati ma che il diritto ad avere la pensione calcolata correttamente si perde anche per i ratei futuri. La norma deve essere al più presto modificata per ripristinare il diritto dei pensionati a godere della giusta pensione.

19 Percentuali di rivalutazione delle pensioni oggi Il Governo Monti aveva originariamente previsto il blocco della rivalutazione per le pensioni superiori a 2 volte il trattamento minimo (circa 900 ) A seguito della forte pressione sindacale la legge 214/2011 limitato il blocco della perequazione nel per le pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo (circa 1450 ) Con la legge 147/2013 di stabilità per il 2014 è stata ripristinata la perequazione per gli importi pensionistici superiore a tre volte il minimo. Nella tabella seguente gli indici di rivalutazione nel 2015 Pensioni di importo fino a 3 volte il trattamento minimo Al 100% Pensioni oltre 3 volte il trattamento minimo e fino a 4 volte il trattamento minimo Al 95% Pensioni oltre 4 volte il trattamento minimo e fino a 5 volte il trattamento minimo Al 75% Pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo e fino a 6 volte Al 50% Pensioni oltre a 6 volte il trattamento minimo Al 45% La tutela del potere d'acquisto delle pensioni è un principio fondamentale del nostro sistema previdenziale L'attuale sistema di indicizzazione collegato alla variazione dei prezzi al consumo è insufficiente (0,3% aumento previsionale per il 2015) Devono essere finalmente individuati meccanismi più idonei a compensare adeguatamente la perdita di valore degli assegni pensionistici evitandone il progressivo impoverimento.

20 2.5 Rivalutazione delle pensioni E necessario sostenere, anche tramite la fiscalità, i redditi di chi è già in pensione con particolare riguardo alle fasce di popolazione che percepiscono assegni di importo limitato. Nella prospettiva di una ripresa economica ed occupazionale occorre creare le premesse per tutelare più efficacemente il potere di acquisto delle pensioni in essere, sia rimuovendo le attuali limitazioni sulla perequazione al costo della vita per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo, sia tramite la riduzione del carico fiscale che grava su di esse. Inoltre l integrazione al trattamento minimo dovrebbe essere rivalutata in base agli incrementi della produttività del paese. Vanno migliorate le pensioni di reversibilità, a fronte di effettive condizioni di disagio economico che si manifestino in caso di premorienza, soprattutto in presenza di figli a carico.

21 Giovani e pensioni E' necessario che i giovani recuperino fiducia nel sistema previdenziale pubblico e perché questo avvenga bisogna dare garanzie sull adeguatezza delle pensioni future a chi svolge lavori saltuari, parasubordinati, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato del lavoro. E necessario ripensare profondamente la Gestione Separata Inps: a fronte di un progressivo aumento della contribuzione è infatti impensabile mantenere in piedi una gestione che prevede solo obblighi per gli iscritti e tutele diverse e minori rispetto alla generalità dei lavoratori. Di seguito in sintesi i risultati (in milioni di euro) della Gestione Separata INPS dai bilanci consuntivi degli ultimi anni. Anno Risultato di esercizio Situazione patrimoniale al 31 dicembre

22 Le aliquote contributive della Gestione separata Inps Aliquote contributive Gestione separata INPS Anno Iscritti alla GS Iscritti alla GS non esclusivi % esclusivi % (27 per 21 professionisti) Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps Anno Aliquota a carico dipendente % Gestione Separata Inps Aliquota a carico collaboratore % (+0,72%) L aliquota contributiva della Gestione Separata, fissata al 10% nei primi anni è stata successivamente innalzata e differenziata tra iscritti in via esclusiva e non. L innalzamento dell aliquota è un vantaggio per il calcolo della pensione con il metodo contributivo poiché parallelamente cresce l aliquota di computo che determina il montante contributivo, ma non c è dubbio che rappresenta un onere molto rilevante per gli iscritti. Le «partite Iva» su cui viene scaricato interamente il costo del contributo nel 2018 finiranno per pagare quanto i lavoratori dipendenti (33%) e il 9% in più degli iscritti alla Gestione commercianti. Nel caso dei collaboratori, per i quali 2/3 dei contributi sono a carico del committente e 1/3 a carico del collaboratore, l innalzamento complessivo dell aliquota ha determinato il fatto che la percentuale a loro carico è più elevata di quella applicata ai dipendenti come si vede dalla tabella a lato.

23 3. Un nuovo patto per i giovani a) Migliorare e rafforzare le prestazioni sociali e assistenziali a beneficio dei lavoratori iscritti alla Gestione separata INPS, che siano titolari o meno di Partita Iva e senza che questo comporti un ulteriore aggravio degli oneri posti a carico dei lavoratori stessi. Ciò deve avvenire: ripartendo diversamente il carico contributivo fra collaboratori e committenti, rispettando la stessa proporzione che oggi è a carico dei lavoratori dipendenti e delle imprese; migliorando le tutele previdenziali e fiscali per maternità e paternità degli iscritti alla gestione separata; introducendo per i collaboratori sprovvisti di Partita Iva, che quindi non sono titolari in proprio del versamento dei contributi previdenziali, il principio di automaticità delle prestazioni e quindi rendendo anche per i lavoratori parasubordinati automatico il diritto alle prestazioni in caso di omessa contribuzione previdenziale da parte dei datori di lavoro committenti; sostenendo, attraverso contributi figurativi aggiuntivi, le posizioni previdenziali di coloro che fra il 1996 e il 2006 hanno versato alla Gestione Separata Inps contributi poco più che simbolici, compresi tra il 10% e il 17% del reddito percepito, e che rischiano cosi di non poter realizzare nell età anziana una pensione dignitosa. b) Promuovere e incentivare l uso volontario del part-time o dell orario ridotto negli ultimi anni della carriera lavorativa, senza penalizzazioni contributive per i lavoratori interessati, attraverso il riconoscimento della contribuzione figurativa corrispondente alla riduzione di orario, condizionandola all assunzione di lavoratori giovani di età inferiore con contratto di lavoro subordinato. c) Incentivare anche sul piano fiscale l eventuale ricorso a forme integrative di sostegno retributivo, promosse dai contratti e accordi collettivi, anche aziendali, nel caso di passaggio dal tempo pieno al tempo parziale, con contestuale assunzione e inserimento lavorativo dei giovani coinvolti in specifici progetti di tutoraggio che richiedano un ruolo attivo da parte dei lavoratori anziani.

24 Tassi di sostituzione prev. obbligatoria + complementare Sommando i tassi di sostituzione attesi lordi della previdenza obbligatoria e complementare il risultato finale può migliorare sensibilmente (Esempio: età in base all evoluzione dell età media di pensionamento indotta dalle riforme e anzianità contributiva 38 anni) ,1% 65+4 mesi 74,1% 67 anni 77,5% 68+2 mesi 74,3% mesi 77,5 67 anni 78% mesi L'aliquota contributiva della previdenza complementare è ipotizzata pari al solo TFR (6,91%). Il tasso di rendimento reale dei fondi pensione è pari al 3%, al lordo delle spese amministrative e dell'imposizione fiscale. Le spese amministrative sono assunte pari a 0,5% del tasso di rendimento. L'aliquota fiscale è pari all'11% del tasso di rendimento nominale al netto delle spese amministrative. * Fonte: Ragioneria dello Stato, Le tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario - aggiornamento 2013

25 Previdenza complementare: una fotografia I fondi pensione negoziali rappresentano un esperienza positiva: le regole e i controlli all attività dei fondi pensione e i limiti e vincoli sugli investimenti hanno garantito rendimenti congrui con la finalità previdenziale e, in questi anni di crisi economica e finanziaria, hanno concorso a difendere e rivalutare al meglio il risparmio previdenziale dei lavoratori iscritti ai fondi pensione negoziali. Nonostante questo la previdenza complementare rimane complessivamente un esperienza incompiuta, che non riesce a raggiungere in modo generalizzato i lavoratori di tutti i settori produttivi e che lascia scoperti soprattutto i dipendenti delle piccole e piccolissime imprese, quelli del pubblico impiego, quelli a più basso reddito: in sintesi, quelli che maggiormente avrebbero bisogno di aderire ai fondi pensione per sostenere le loro prestazioni pensionistiche future. I limiti di una previdenza complementare a cui oggi sono iscritti poco più di un quarto dei lavoratori potenzialmente aderenti e di una previdenza pubblica che ha smesso di rappresentare quel mondo ideale privo di rischi per i lavoratori, che avrebbe dovuto garantire trattamenti pensionistici adeguati alle esigenze di vita dell età anziana, ripropongono con urgenza al centro della questione previdenziale i temi della sostenibilità sociale e del necessario equilibrio fra prestazioni pubbliche e complementari.

26 FPN di cui LDSP FPA di cui LDSP PIP nuovi di cui LDSP COVIP dati statistici II trimestre 2014 Giu 2014 Mar 2014 Dic 2013 Var. % giu/14-dic/13 1,951,252 1,782,340 1,017, ,362 2,282,032 1,400,182 1,953,585 1,787,332 1,002, ,124 2,209,050 1,355,256 1,950,552 1,789, , ,802 2,134,038 1,310,404 PIP vecchi 505, , ,110 di cui LDSP 171, , ,974 Fpreesistenti di cui LDSP 654, , , , ,773 0,0-0,4 +3,5 +2,1 +6,9 +6,9 Totale di cui LDSP 6,386,118 4,446,475 6,299,102 4,400,345 6,203,763 4,355,970 2,1 2,1 LDSP: lavoratori dipendenti settore privato

27 Fondi pensione: cosa non ha funzionato? a) Nelle imprese al di sotto dei 50 addetti il mancato obbligo di conferimento del TFR non destinato alla PC al Fondo di Tesoreria mantenuto in essere la convenienza dei datori di lavoro al mantenimento del TFR dei propri dipendenti in azienda; b) Scarsa percezione della promessa previdenziale o del risultato finale (progetto esemplificativo passo in avanti ) c) Difficoltà croniche di accesso al credito da parte delle PMI (necessità di riproporre strumenti che agevolino l accesso al credito sostitutivo del TFR) d) Dopo il primo semestre del 2007 la spinta propulsiva delle parti sociali si è esaurita e) Maggiore difficoltà a raggiungere i lavoratori delle PMI nei settori meno sindacalizzati e nelle imprese più diffuse e dimensionalmente più piccole f) Manca un educazione previdenziale e finanziaria strutturata e diffusa e la campagna informativa è stata di tipo spot e promozionale: non ha rimosso le asimmetrie informative

28 I risultati Fonte: Covip, Relazione per l anno 2013

29 2015: un nuovo scenario di riferimento Per la previdenza complementare lo scenario di riferimento è completamente mutato: il disegno di legge di stabilità per il 2015 che contiene misure che impattano significativamente sulla raccolta dei fondi pensione e sull attività di investimento; L entrata in vigore del Decreto 2 settembre 2014, n. 166, che detta nuove regole sui criteri e i limiti di investimento dei fondi pensione e sui conflitti di interesse. Perché il Governo e la classe politica del Paese hanno colpevolmente rinunciato a rilanciare la previdenza complementare, rifiutando di considerarla a pieno titolo all interno di un sistema di protezione sociale da rivedere e potenziare per adeguarlo alle nuove emergenze sociali?

30 E ancora utile la previdenza complementare? La previdenza complementare non può crescere se non viene considerata utile dal contesto economico e sociale che la esprime: utilità percepita dai lavoratori; utilità percepita dal sistema economico e delle imprese; utilità percepita dai Policy makers (agenti politici decisionali) Per rilanciare la previdenza complementare, dunque, è necessario tornare alle origini, recuperando i due obiettivi che, nell ormai lontano 92, il legislatore aveva assunto: il concorso della previdenza complementare, assieme a quella pubblica, alla realizzazione di adeguati livelli di copertura previdenziale. la capacità dei fondi pensione di svolgere un ruolo positivo ed importante nel finanziamento delle piccole e medie imprese e dello sviluppo locale ed infrastrutturale del Paese.

31 Come investono i fondi pensione? Fonte: Covip, Relazione per l anno 2013

32 Perché la previdenza complementare è una grande opportunità per il Paese? La previdenza complementare non può esimersi dal ricercare strumenti e modalità che consentano, nel pieno rispetto della finalità sociale ad essa assegnata, di restituire al mondo del lavoro e al sistema economico e produttivo, almeno una parte di ciò che essi stessi hanno creato. L investimento nell economia reale non esaurisce le necessità dei fondi pensione di ricercare anche altre opportunità di investimento, in grado di mantenere - diversificando gli strumenti finanziari utilizzabili e decorrelando meglio i rischi - un livello di redditività adeguato anche nel futuro, soprattutto in una prospettiva caratterizzata dalla discesa dei tassi di interesse dei titoli governativi, dall andamento fiacco dei mercati obbligazionari e dalla volatilità di quelli azionari. Gli spread sono ormai su livelli molto bassi (la Quantitative Easing della BCE confermare questa tendenza insieme, nella seconda parte del 2015, all inversione della dinamica dell inflazione); La crescita della zona Euro si mantiene debole. La diminuzione del prezzo del petrolio e la svalutazione dell?euro verso il Dollaro può costituire un fattore positivo. Dati USA trascinati dalla caduta del prezzo del barile (per ogni riduzione del 10% del prezzo del barile si ha una crescita dello 0,2% di Pil USA); La crescita della zona Euro sembra stimolata maggiormente da politiche monetarie accomodanti mentre la crescita USA sembra insistere di più su fondamentali dell economia reale) il margine per una ulteriore sovraesposizione sui titoli governativi dei Paesi periferici appare ridotto I fondi ricercheranno redditività soprattutto su un ribilanciamento esposizione World/Europe; Necessità gestione più attiva della componente corporate

33 4. La previdenza complementare Il livello delle adesioni ai fondi pensione permane assai critico specie nelle piccole e piccolissime imprese e nel comparto del pubblico impiego, dove sono emersi aspetti critici dovuti anche alla differente disciplina normativa della previdenza complementare, rispetto ai lavoratori del settore privato, specie con riferimento al trattamento fiscale delle prestazioni erogate. Bisogna realizzare un percorso che renda di fatto obbligatoria la previdenza complementare favorendo, almeno sul piano contrattuale, l adesione generalizzata dei lavoratori ai fondi pensione, nella forma della destinazione obbligatoria del contributo contrattuale posto a carico del datore di lavoro (lasciando al lavoratore la scelta ulteriore di conferimento del TFR, da incentivare anche tramite la forma tacita del silenzio assenso e strumenti normativi che agevolino l accesso al credito delle imprese che destinano il TFR dei propri dipendenti alla previdenza complementare).

34 4.1 Rilanciare la previdenza complementare Occorre rilanciare la previdenza complementare attraverso un insieme di misure di tipo legislativo e contrattuale dirette a promuovere un progetto straordinario di educazione previdenziale e di comunicazione istituzionale che coinvolga il Governo, le istituzioni pubbliche e private dedicate, le parti sociali e i fondi pensione; individuare una nuova finestra temporale entro la quale i lavoratori attivi devono manifestare, anche mediante il silenzio assenso, le proprie scelte relative al conferimento del trattamento di fine rapporto ai fondi pensione; creare le condizioni affinché i fondi pensione possano realizzare investimenti di lungo periodo calibrati sulla finalità previdenziale, favorendo, nel contempo, lo sviluppo dell economia nazionale e locale e il finanziamento delle piccole e medie imprese; completare la razionalizzazione dell offerta dei fondi pensione esistenti, in modo pervenire ad assetti organizzativi più efficienti per gli iscritti; armonizzare il regime fiscale della previdenza complementare dei pubblici dipendenti con quello più favorevole, vigente per i lavoratori del settori privato. da

35 5. Informazione sulla previdenza e sul risparmio previdenziale Uno dei campi in cui il ruolo dello Stato resta indispensabile ed ineludibile è quello della diffusione dell informazione e della cultura previdenziale. La Cisl chiede al Governo di promuovere un adeguata campagna di sensibilizzazione informativa e formativa, coinvolgendo le parti sociali e la Covip. Tutti i cittadini devono essere effettivamente in grado di ricevere e accedere al proprio estratto contributivo che deve rappresentare correttamente l intera posizione assicurativa.

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