VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE

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1 Reg.delib.n. 380 Prot. n. O G G E T T O: VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE Definizione delle specificità territoriali nell'ambito delle pratiche di pascolo riconosciute come uso e consuetudine locale. Il giorno 09 Marzo 2015 ad ore 16:40 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE UGO ROSSI Presenti: ASSESSORI CARLO DALDOSS MICHELE DALLAPICCOLA MAURO GILMOZZI TIZIANO MELLARINI Assenti: ALESSANDRO OLIVI DONATA BORGONOVO RE SARA FERRARI Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta

2 Il relatore comunica: Il Regolamento UE 1307/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio reca le nuove norme sui pagamenti diretti nell ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, disciplinando gli elementi essenziali riguardanti il pagamento del sostegno unionale agli agricoltori e stabilendo le condizioni di accesso ai pagamenti. In particolare, nel rispetto del principio di sussidiarietà introdotto dal trattato di Lisbona, l art. 4 del Reg. UE 1307/2013 dispone che gli Stati Membri devono adottare i criteri che gli agricoltori devono soddisfare perché sia rispettato l obbligo di mantenere una superficie agricola in uno stato idoneo al pascolo o alla coltivazione e quindi atta a percepire il sostegno. In attuazione di ciò il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, d intesa con le Regioni e le Province Autonome, ha approvato due distinti Decreti, recanti disposizioni nazionali di applicazione del Regolamento (UE) 1307/2013. Nello specifico, il DM n del 18 novembre 2014 all art. 2, comma 1, lettera d) e il DM n del 26 febbraio 2015, art. 2, commi 4, 5, 6 e art. 13, stabiliscono la possibilità per le Regioni e Province Autonome di individuare le pratiche di pascolo riconosciute come uso e consuetudine locale, di definire i carichi minimi di bestiame e i periodi di pascolamento, di individuare le altre superfici aziendali diverse da quelle a prato permanente da utilizzare per il pascolo. Il citato DM n. 1420/2015 precisa inoltre che, dette specificità territoriali con i relativi identificativi catastali delle superfici interessate sono riconosciute con specifico provvedimento Regionale/Provinciale e comunicate all Organismo di Coordinamento (AGEA) entro il decimo giorno decorrente dalla pubblicazione del DM stesso, avvenuta il 26 febbraio ultimo scorso. Considerata la difficoltà di identificare in tempo utile gli estremi catastali di tutte le superfici a pascolo e che la loro non identificazione potrebbe comportare una mancata opportunità per le aziende della nostra provincia di beneficiare della Domanda Unica 2015, si propone di classificare le aree a pascolo in funzione dell altitudine sul livello del mare. Al fine di soddisfare alle disposizioni del DM n. 1420/2015 si illustrano di seguito gli usi e consuetudini locali di pascolamento. Il pascolo in Trentino è caratterizzato dal sistema malghivo che comprende l attività di prealpeggio e post alpeggio su prati-pascolo posti a quote inferiori, comunque sopra ai 600 mt s.l.m., nonché l attività di alpeggio vero e proprio, che solitamente si realizza a quote superiori. Questo compendio costituito da superfici foraggiere, prati-pascoli, pascoli senza tara e pascoli magri, si combina solitamente con fabbricati di alpeggio destinati al ricovero degli animali (stalla) e del pastore (casina) e talvolta alla lavorazione del latte prodotto. Le malghe presenti nel territorio della provincia di Trento sono, per la maggior parte, di proprietà pubblica (in carico ai Comuni e alle A.S.U.C.) o collettiva (Magnifica Comunità di Fiemme, Regole di Spinale e Manez, ecc.). Solamente alcune strutture con i relativi pascoli sono di proprietà privata, appartenenti a soggetti singoli o associati. E attualmente in definizione lo Schedario provinciale dei pascoli che si prefigge l obiettivo di catalogare l intera superficie pascoliva collegata a tutte le malghe storiche trentine (circa 600

3 compendi), utilizzando informazioni aggiuntive provenienti dai Servizi Veterinari dell Azienda Provinciale per i servizi sanitari e dalle Amministrazioni proprietarie degli alpeggi (Comuni, ASUC, ecc.). La gestione delle malghe di proprietà pubblica/collettiva è affidata quasi sempre ad allevatori singoli o associati, mediante contratti di affitto o forme di concessione d uso. L uso collettivo, cioè lo sfruttamento delle superfici con animali appartenenti ad una pluralità di allevatori, rappresenta la forma di utilizzo consuetudinaria, in quanto risponde allo scopo originario per cui gli alpeggi sono nati, ovvero quello di aumentare le risorse foraggere a disposizione del bestiame di una determinata comunità. Conseguentemente, anche oggi, sia quando l alpeggio è gestito da un malgaro professionista, sia quando è gestito da un allevatore o da una società di allevatori, l utilizzo di bestiame di proprietà di terzi rappresenta, almeno in Trentino, una condizione ordinaria. I soggetti abilitati all utilizzo di dette superfici sono sostanzialmente riconducibili alle seguenti tipologie: società di alpeggio, che gestiscono superfici pascolate con animali provenienti prevalentemente dagli allevamenti dei soci allevatori. In diversi casi dette società sono state costituite ai sensi del D.L. 331/92, art. 66, comma 12, e pertanto non dispongono di partita IVA; aziende zootecniche, che oltre ad alpeggiare il proprio bestiame, conducono al pascolo anche animali di altre aziende zootecniche; malgari che non possiedono bestiame e quindi gestiscono le superfici utilizzando esclusivamente animali provenienti da altre aziende zootecniche; allevatori di ovicaprini che praticano il pascolo vagante con animali propri e di terzi, nei pascoli magri nonché attraverso i corridoi verdi che seguono i fondovalle ed i corsi dei maggiori fiumi fino alla pianura lombardo-veneta. In talune aree del Trentino e con riferimento a specifiche fasce altimetriche superiori ai 1200 mt s.l.m. è consuetudine esercitare la pratica del pascolamento anche su superfici alberate e/o cespugliate che attualmente sono classificate come aree a pascolo con tara superiore al 50 % e pertanto sono escluse dalle superfici utili. In attuazione di quanto disposto dal Decreto n del 18 novembre 2014 tali superfici, opportunamente individuate, possono essere considerate ai fini della concessione degli aiuti comunitari. Ciò premesso, il Relatore propone di: 1. riconoscere gli usi e le consuetudini locali di pascolamento così come sopra illustrati; 2. stabilire che le superfici a pascolo condotte in conformità alle consuetudini e usi locali sono quelle di seguito indicate: tutte le superfici a pascolo ubicate ad un altitudine superiore ai 600 mt s.l.m. classificate nelle tipologie pascolo senza tare, pascolo con tara 20% e pascolo con tara 50% ;

4 le superfici a pascolo magro con tara superiore al 50 % limitatamente ai pascoli posti al di sopra dei 1200 mt s.l.m.; 3. comunicare all Organismo di Controllo (AGEA) tali disposizioni valide per l anno di Domanda Unica 2015, secondo quanto disposto dal DM n del 26 febbraio 2015, art. 13, comma 2. Tutto ciò premesso, LA GIUNTA PROVINCIALE udita la relazione, visti gli atti citati nelle premesse, ad unanimità dei voti, espressi nelle forme di legge DELIBERA 1. di stabilire che, per quanto esposto in premessa, costituiscono Usi e consuetudini locali di pascolamento quelli illustrati nelle premesse della presente deliberazione; 2. di stabilire, per quanto esposto in premessa, che fanno parte delle superfici a pascolo condotte in conformità alle consuetudini e usi locali: tutte le superfici a pascolo ubicate ad una altitudine superiore ai 600 mt s.l.m. classificate nelle tipologie pascolo senza tare, pascolo con tara 20% e pascolo con tara 50% ; le superfici a pascolo magro con tara superiore al 50 % limitatamente ai pascoli posti al di sopra dei 1200 mt s.l.m.; 3. di comunicare all Organismo di Controllo (AGEA) tali disposizioni valide per l anno di Domanda Unica 2015 ai sensi di quanto disposto dal DM n del 26 febbraio 2015, art. 13, comma 2, e di definire ulteriori nuove disposizioni entro il 31 ottobre dello stesso anno, così come disposto al medesimo articolo 13, comma 1; 4. di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul sito internet istituzionale della Provincia autonoma di Trento. GR PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Pag. di 4 RIFERIMENTO: 2015-D

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