Giovanni Boldini La stagione della Falconiera

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1 Giovanni Boldini La stagione della Falconiera

2 In copertina e alle pp. 2-3, 6, 8, 10, Giovanni Boldini, Ciclo delle tempere della villa La Falconiera dopo la loro ricollocazione all interno del Museo dell Antico Palazzo dei Vescovi. Giovanni Boldini La stagione della Falconiera ISBN Sillabe s.r.l. - s i l l a b e

3 Giovanni Boldini la stagione della Falconiera Pistoia, Musei dell Antico Palazzo dei Vescovi 9 settembre gennaio 2018 Progetto espositivo promosso da nell ambito delle iniziative di Pistoia Capitale italiana della Cultura Mostra a cura di Francesca Dini con la collaborazione di Andrea Baldinotti Vincenzo Farinella Direzione della Mostra Cristina Tuci Progettazione dell allestimento Luigi Cupellini Realizzazione dell allestimento Opera Laboratori Fiorentini Civita Servizi museali Opera Laboratori Fiorentini Civita Ufficio stampa Opera Laboratori Fiorentini Civita Salvatore La Spina Attività didattiche Opera Laboratori Fiorentini Civita Annamaria Iacuzzi, Cristina Taddei, Simonetta Lupi, Filomena Cafaro Trasporti Arteria SpA Prestatori Ferrara, Gallerie d Arte Moderna e Contemporanea, Museo Giovanni Boldini Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d arte moderna di Palazzo Pitti, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Milano, Galleria Bottegantica, Viareggio, Società di Belle Arti Milano, Gallerie d Italia Piazza Scala, Collezione Intesa Sanpaolo Pistoia, Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia Catalogo a cura di Francesca Dini Autori dei saggi Andrea Baldinotti Francesca Dini Vincenzo Farinella Autore delle schede Andrea Baldinotti Sillabe Direzione editoriale Maddalena Paola Winspeare Progetto grafico e ricerca iconografica Laura Belforte Editing Ethel Santacroce Referenze fotografiche Archivio Dini, Montecatini Terme-Firenze Archivio Fotografico Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia S.p.A. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo / Archivio Fotografico del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova Archivio Storico della Cassa di Risparmio (Pistoia) Biblioteca Forteguerriana, Pistoia Bushey Museum Trust Collezione Intesa Sanpaolo - Gallerie d Italia, Milano Ferrara, Gallerie d arte Moderna e Contemporanea: foto Tiziano Menabò Foto Antonio Quattrone, Firenze Foto Giuseppe Marraccini, Pistoia Foto Scala, Firenze Fototeca dei Musei Civici Fiorentini Istituto Matteucci, Viareggio Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo / Biblioteca Marucelliana di Firenze: foto Gap Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo / Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Firenze Museo Civico di Palazzo Te, Comune di Mantova Photo RMN-Grand Palais (musée d Orsay) / Michel Urtado / Patrice Schmidt, Photo RMN-Grand Palais / Gérard Blot Van Gogh Museum, Amsterdam (purchased with support from the BankGiro Loterij) Un particolare ringraziamento alle seguenti strutture del Gruppo Intesa Sanpaolo Servizio Attività Culturali Direzione Acquisti Direzione Immobili Direzione Relazioni Esterne Ringraziamenti Mariella Becherini, Paola Bertocchi, Paola Bettaccini, Monica Biagioni, Simona Boron, Stefano Bosi. Simonella Condemi, Piero Dini, Silvia Fava, Maria Ferracane, TIziana Giuberti, Barbara Guidi, Maria Cristina Masdea, Marchesi Antinori S.p.A., Pietro Marzotto, Giuliano Matteucci, Laura Mori, Antonietta Saluzzi, Federica Sani, Enzo Savoia, Paolo Turcis, Elisabetta Vannozzi

4 La mostra dedicata a Giovanni Boldini, in questo 2017 nel quale Pistoia è stata proclamata Capitale italiana della Cultura, costituisce senz altro uno degli eventi più importanti programmati dal Museo dell Antico Palazzo dei Vescovi da quando è stato riaperto al pubblico, dopo i necessari lavori di manutenzione ed adeguamento. Le particolari dimensioni degli spazi e le limitate risorse a disposizione hanno reso questa iniziativa decisamente impegnativa per la Direzione del Museo e per le qualificate personalità che con essa hanno collaborato; pertanto, giustificata è, oggi, la soddisfazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia e del Gruppo Intesa Sanpaolo per l ottimo allestimento della mostra, pienamente corrispondente alle attese. La nostra Banca, come ben sanno i pistoiesi, ha cercato di svolgere un ruolo costante a supporto della programmazione culturale di quest anno del tutto particolare: sia in forma indiretta, sostenendo cioè importanti iniziative inserite nel dossier che ha consentito di vincere il bando nazionale, sia con una attività museale articolata e densa di eventi di alta qualità. La mostra su Boldini consegue, in particolare, due obiettivi essenziali: non solo arricchisce il ventaglio delle iniziative di valorizzazione del patrimonio artistico pistoiese proponendo il nome di un pittore di sicuro successo, ma garantisce anche la migliore celebrazione di un episodio unico nella storia dell arte dell Ottocento italiano, rappresentato dalle suggestive tempere murarie eseguite dal famoso artista all interno della villa pistoiese denominata La Falconiera, che da molti anni costituiscono uno dei fiori all occhiello della Banca e delle sue note collezioni. La realizzazione del presente catalogo, anch esso a cura di Francesca Dini, una delle maggiori studiose della pittura boldiniana e del periodo macchiaiolo, con la collaborazione di Vincenzo Farinella e di Andrea Baldinotti, preziosi amici dell Antico Palazzo dei Vescovi, consente di acquisire in modo permanente il contribuito scientifico apportato da questa originale mostra. Sono, quindi, felice di avviarmi alla conclusione dell incarico assunto nel 2012, inaugurando un evento che mi offre l occasione di ringraziare con tutto il cuore la Direzione della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia e la Direzione del Museo dell Antico Palazzo dei Vescovi per la costante e sapiente capacità di coniugare l attività creditizia con la promozione culturale del territorio di riferimento della banca, rendendo possibile, in anni assai difficili ed avari di gratificazioni, la realizzazione di progetti di grande qualità e bellezza, come la inedita Mostra in onore di Giovanni Boldini. Alessio Colomeiciuc Presidente della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia

5 Alla riapertura del Museo dell Antico Palazzo dei Vescovi, nel 2013, la Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, appena nata dalla riconfigurazione territoriale voluta dalla Capogruppo Intesa Sanpaolo, scelse di affidarmi di nuovo l incarico di Direttrice del Museo e di assegnarne la gestione a Opera Laboratori Fiorentini Civita. Questa collaborazione, nel tempo, ha sicuramente consentito di raggiungere obiettivi e risultati altrimenti insperati. La programmazione delle attività si è di anno in anno arricchita e articolata in proposte che ci hanno permesso di incrementare costantemente le presenze dei visitatori e delle scuole. Quest anno, connotato dalla proclamazione di Pistoia quale Capitale italiana della Cultura, ci siamo posti l obiettivo di arricchire la consueta programmazione con un evento più significativo, capace di accreditare definitivamente il nostro Museo come soggetto pienamente operante nell offerta di una politica culturale di qualità. La proposta di realizzare una mostra dedicata a Giovanni Boldini nella sua stagione, per così dire, pistoiese, ha così trovato il pieno sostegno di Opera Laboratori Fiorentini Civita quale partner dell iniziativa. Senza la loro professionalità e competenza non sarebbe stato possibile realizzarla. L idea di questa esposizione è, invece, nata dalla comune visione e sensibilità di due amici come Vincenzo Farinella e Andrea Baldinotti che, insieme, hanno indicato in Francesca Dini la curatrice ideale per questa mostra. Il taglio scientifico da lei proposto, molto specifico e perfettamente incentrato sulla stagione pittorica in cui si colloca il processo ideativo e poi realizzativo delle Tempere della Falconiera, ci ha permesso di esporre sedici capolavori realizzati tra il 1865 e il , e di indagare come mai in precedenza le vicende della vita romanzesca della Signora Isabella Falconer per la quale queste tempere furono realizzate. Il risultato è quello di una mostra che evita accuratamente ogni facile spettacolarizzazione per puntare in modo deciso alla ricontestualizzazione storica e artistica più rigorosa. La scelta di Luigi Cupellini quale responsabile dell allestimento ha permesso di formare una squadra affiatata e perfettamente consonante nella visione della mostra e nel modo in cui proporla. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento, il lavoro svolto è stato caratterizzato costantemente da una competenza pari solamente alla loro grande qualità umana. Un ringraziamento, inoltre, all editrice Sillabe che ha realizzato questo bel catalogo; un contributo ben curato e raffinato che, ritengo, potrà offrire un valido apporto allo studio di questo episodio della pittura boldiniana che attendeva da tempo la sua pubblica valorizzazione. Desidero, infine, manifestare la mia gratitudine al Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia Umberto Alunni che, non solo ha condiviso con entusiasmo il progetto di questa mostra, ma ne ha costantemente seguito i passaggi più impegnativi non facendo mai mancare il suo prezioso sostegno. Cristina Tuci Direttrice del Museo dell Antico Palazzo dei Vescovi

6 Sommario 13 Boldini in Toscana: la Stagione della Falconiera Francesca Dini 38 Nel raggio di Cristiano Banti: Giovanni Boldini alla Falconiera Vincenzo Farinella 50 L eredità della Falconiera. Giovanni Boldini, Egisto Ferroni, la pittura di soggetto agreste e il naturalismo europeo Andrea Baldinotti 59 Catalogo 92 Album fotografico 105 Storia di un restauro. Intervista a Giuseppe Gavazzi a cura di Cristina Tuci 110 Bibliografia

7 Boldini in Toscana: la Stagione della Falconiera Francesca Dini Introduzione Fig. 1 - Giovanni Boldini nei primi anni settanta dell Ottocento (Fotografo Walery, Parigi), Archivio Dini, Montecatini Terme- Firenze Il 29 settembre 1860 Isabella Robinson Falconer acquistava una villa a due piani situata in località Sant Alessio, a Pistoia, subito fuori Porta San Marco al civico Apparentemente si trattava di un avvenimento assolutamente estraneo alle vicende artistiche di primissimo piano allora in corso a Firenze dove un manipolo di dotatissimi pittori, i Macchiaioli, stavano attuando la ben nota rivoluzione artistica destinata a marcare il nuovo corso della moderna pittura italiana. Di lì a qualche anno, tuttavia, la villa avrebbe accolto un ciclo pittorico di tutto rispetto, frutto dell ultimo atto mecenatizio di una signora inglese tanto innamorata dell arte italiana a lei contemporanea, da esser divenuta essa stessa pittrice dilettante, sotto la direzione del più audace e colto pittore fiorentino del momento, Telemaco Signorini. Tuttavia non fu a Signorini che la signora Falconer nel 1868 commissionò le pitture della sua sala da pranzo, bensì ad un prodigioso pittore di origine ferrarese, che con tali pitture sancì il suo intimo sodalizio con l arte dei suoi compagni macchiaioli: Giovanni Boldini, destinato a divenire il grande ritrattista della Belle Epoque parigina. Prima che la clessidra del tempo si capovolgesse per segnare il nuovo corso dell arte di Boldini e lo scarabeo (nella metafora di Diego Martelli) scappasse dalla finestra, facendo brillare al sole le sue ali dorate, contento e libero in cerca di altri fiori, d altri amori e d altre avventure, il ciclo pittorico di Villa La Falconiera era terminato. Ma la sua fortuna critica fu subito minata da avvenimenti estranei al suo intrinseco valore estetico e alla sua rara importanza storica in quanto unico esempio ad oggi noto di ciclo pittorico unitario e completo concepito e realizzato da un esponente della macchia. La subitanea morte della signora Falconer (1869) e la conseguente chiusura della villa pistoiese da parte della figlia Adelina che, in quanto consorte di un famoso diplomatico inglese, raramente ebbe modo di farvi ritorno, contribuirono a sbiadirne il ricordo. Così, nei testi di storiografia del movimento macchiaiolo, come negli scritti autobiografici dei

8 Francesca Dini Fig. 2 - Villa La Falconiera a Pistoia in una foto degli anni Sessanta del Novecento, Archivio Dini, Montecatini Terme- Firenze Fig. 3 - Emilia Cardona Boldini a Villa La Falconiera negli anni Sessanta del Novecento, Archivio Dini, Montecatini Terme- Firenze protagonisti non si trova menzione di queste pitture. Soltanto Signorini in una tarda lettera (1887) chiedeva conto ad Adelina dello stato della villa e forse di poterla visitare, ricevendone una risposta categorica, e nessun cenno riguardo alle pitture di Boldini: Ho molto piacere di poterla rassicurare in quanto allo stato del mio villino, essendoci stata un anno fa. Spero questo settembre recarmi in Italia e quando sarò a Pistoia glielo farò sapere e spero che lei verrà a farci una visita. Nella mia assenza ho dato ordini che non sia ammesso nessuno, e Lei potrà capire la necessità di un tal ordine perché una persona sola così si trova responsabile 2. Era gioco forza che con la scomparsa prima di Signorini, poi di Cristiano Banti, poi di Gustavo Uzielli, testimoni della vicenda artistica di Boldini a Pistoia, si perdesse appartenute a Boldini, dalle suppellettili ai dipinti, ivi stabilendo la propria dimora. La conoscenza di questo importante ciclo pittorico è stata tuttavia graduale, dal momento che gli affreschi sono divenuti proprietà pubblica solo dopo la morte di Emilia che li ha donati alla Città di Pistoia; ma è stato soltanto dopo il loro distacco dai muri della villa (1974), dopo il loro restauro e la loro collocazione nel Palazzo dei Vescovi a Pistoia che essi sono stati oggetto di studi estesi e mirati. Che questo ciclo di pitture a tempera sia il cuore della vicenda artistica di Boldini in Toscana è quanto mai certo e provato dalla ricchezza di studi, bozzetti, quadri e dai disegni, in gran parte raccolti nei taccuini di Casa Banti resi noti a suo tempo da Piero Dini 5 che riunì inoltre gran parte della documentazione relativa al rapporto tra Boldini e la sua committente Isabella Falconer 6. Riteniamo dunque corretto parlare per Boldini di una stagione della Falconiera, e indispensabile portare nuova luce sugli avvenimenti biografici e non che la produssero. Isabella, la vita come un romanzo Più di venti anni or sono Betty Bennett, docente dell American University di Washington, a margine dei suoi studi su Mary Shelley, di cui aveva curato il volume 14 persino cognizione dell esistenza del ciclo. Al forzato Letters of Mary Wollstonecraft Shelley, ha individuato 15 oblio si aggiunse la non curanza dei nuovi manutentori tra le note una storia davvero incredibile fino ad allora della villa che nel 1906 fu ceduta a Nino Sbertoli. Fu coperta dal più serrato segreto; una storia fatta di soltanto la resipiscenza dell anzianissimo Boldini, da intrighi letterari, di travestimenti, di cambio di identità, sempre ostile al ricordo della sua produzione giovanile rivelata infine in un volume che la ricostruisce dettagliatamente (che egli aveva inteso sacrificare sull altare del successo anche su base documentaria 7. Questa storia, parigino) a salvare il ciclo pittorico della Falconiera cui la Shelley ha offerto per un lungo tratto la sua regia, dalla distruzione. Durante le lunghe conversazioni con ha per protagonisti la nostra Isabella (fig. 4) e il di lei primo il maestro, la giovane moglie Emilia Cardona (fig. 3) marito Walter Sholto Douglas (alias David Lyndsay, ne raccoglieva i ricordi stendendo una prima biografia alias la scrittrice Mary Diana Dods). Premettendo che che vide la luce subito dopo la scomparsa di Boldini Fig. 4 - Fotografia di un probabilmente questa storia era ignota a tutti, compresa nel 1931, contemporaneamente alla prima retrospettiva dipinto ad olio di autore la stessa figlia della Falconer, Adelina Douglas; crediamo ospitata alla Galleria Charpentier e presentata da Jean- non identificato che di poter ricondurre a questo avventuroso e oscuro Louis Vaudoyer. ritrae Isabella Falconer, passato taluni tratti caratteriali e comportamentali della Fu dunque elaborando un particolare confidatogli dal Biblioteca Marucelliana, mecenate di Boldini. Di qui l interesse per una vicenda pittore che Emilia arrivò alla certezza dell esistenza di Fondo Vitali, Firenze lontana nel tempo dalla realtà toscana post-unitaria in un ciclo di affreschi cui Boldini aveva lavorato in epoca cui si muove la mecenate Isabella Falconer, una vicenda giovanile. In una città di cui il ferrarese non ricordava il che ci riporta in Inghilterra, negli anni venti dell Ottocento nome, ma che iniziava sicuramente con la lettera P. La in piena prima rivoluzione industriale e ci parla della vicenda del ritrovamento degli affreschi di Villa Falconer solitudine delle donne, della loro condizione di inferiorità a Pistoia è stata ripercorsa da Sigfrido Bartolini 3 cui fu in una società fortemente maschilista che le emargina narrata dalla viva voce della Cardona. La quale, durante dalla vita sociale relegandole alla custodia della casa la sua peregrinazione per la Toscana, una volta giun- e dei figli. In questa società si muovono giovani donne ta a Villa La Falconiera individuate le pitture in una che, ciascuna a suo modo, si scontrano con una realtà stanza adibita al rimessaggio degli attrezzi agricoli nel limitante della loro libertà personale: la dotata scrittrice la acquistò e vi trasferì da Parigi tutte le cose Mary Diana Dods, figlia illegittima di un nobile scozzese,

9 1 Giovanni Boldini (Ferrara 1842 Parigi 1931) Marina 1867 circa olio su tavola, cm firmato e datato in basso a destra: G. Boldini 1870 courtesy Galleria Bottegantica, Milano Catalogo 60 A dispetto della data, 1870, che Boldini appose accanto alla sua firma, tutto induce a pensare che l effettiva epoca di realizzazione della tavola possa essere ricondotta all estate del 1867, quando l artista accolse l invito di Diego Martelli a recarsi, in luglio, nella sua tenuta di Castiglioncello. Lì il giovane pittore doveva trovarsi nuovamente in contatto con Giuseppe Abbati ( ), Giovanni Fattori ( ) e Odoardo Borrani ( ) intenti a confrontarsi con lo stupendo incontaminato paesaggio del litorale tirennico e le attività umane connesse al lavoro della terra che vi si svolgevano seguendo l eterna ciclicità dei ritmi stagionali. Questa dimensione di tempo immobile gravato dall intensa luce marina che sembra fluire tersissima nelle plaghe dell entroterra e che darà ai capolavori di quegli artisti allora eseguiti un inarrivabile altezza poetica non mancherà di toccare profondamente anche uno spirito decisamente aristocratico come quello di Boldini. In quella lunga estate, i suoi fogli di taccuino s infittiranno d appunti destinati a cogliere aspetti di volta in volta suggestivi e dimessi di quell incorrotto lembo di terra; piccoli ritratti come quello di Guglielmo Pampana (cat. n. 7), unico fra i molti realizzati in quel momento giunto fino a noi, s accompagneranno a rapidi bozzetti di paesaggio, seguendo i ritmi del tipico instancabile modus operandi di Boldini, disegnatore e pittore d insaziabile curiosità. C è da chiedersi, di fronte a tutto questo incessante lavoro in cui sarebbero confluiti, spesso appena accennati con la matita, sagome di pagliai, ombrosi profili di scogli, lontane linee di costa, se Boldini non avesse già accolto da parte di Isabella Falconer qualche richiesta in merito alla decorazione, con soggetti tratti dalla vita dei campi, della sala da pranzo della Falconiera. A tal punto stringenti, fin quasi a sfiorare la sovrapponibilità ideativa, risultano le prove grafiche rispetto al risultato dell esecuzione finale (cfr. Dini 1989, pp. 22, pp , tavv. IX-X, figg ). La Marina qui esposta può dunque a buon diritto costituire, nel suo vasto respiro figurativo, una sorta di vero e proprio modelletto preparatorio per l analogo soggetto dipinto, in scala monumentale, sulla parete d ingresso della sala da pranzo della Villa di Collegigliato. Se tuttavia il tratto di costa raffigurato possa davvero essere quello di Castiglioncello, è ancor oggi oggetto di vivace discussione. Incongruenze non mancano certo fra la visione boldiniana e il paesaggio che presenta numerose e moderne costruzioni rispetto ai pochi gruppi di case che il borgo poteva vantare all epoca del soggiorno del pittore ferrarese. Forse una sorta di ricostruzione ideale; ma anche nella tavola, si rilevano le note insistite delle case che sormontano il profilo del promontorio sullo sfondo, così come quelle delle grandi arcate in muratura che vi si scorgono inserite al centro: quasi si trattasse di un elemento architettonico da cui non si potesse in alcun modo prescindere, all atto di operare la trascrizione figurativa di quel tratto di paesaggio. Tratto di paesaggio nel quale, secondo una recente ipotesi di Claudia Becarelli, potrebbe riconoscersi quello su cui era andato espandendosi Piombino. Bibliografia: L opera completa di Boldini 1970, pp , n. 98; Bartolini 1982, p. 147; Dini 1989, p. 103, tav. X; Dini, Dini 2002, II, p. 30, III/I, pp. 38, 40, n. 53; Panconi 2002, p

10 96 97 Giovanni Boldini, Stesa dello strame, parete nord della sala da pranzo della Falconiera (part.) Giovanni Boldini, Palme e aranci e La stesa del bucato, parete sud della sala da pranzo della Falconiera

11 98 99 Giovanni Boldini, Stesa dello strame, ex parete nord della sala da pranzo della Falconiera Giovanni Boldini, Marina e Guardiana di capre sulla spiaggia, ex parete est della sala da pranzo della Falconiera